Noto che, con Lucca di mezzo, non ho ancora speso due parole su Topolino #3127.
Un numero importante per almeno 3 motivi: è il numero di Lucca Comics, ospita una storia di Casty e Faccini e c'è l'esordio di Sio in Disney.
Per quanto riguarda Lucca, si è puntato sulla ormai consueta operazione della cover variant con effetti speciali, oltre che sulle illustri presenze autoriali di cui sopra. La scelta di mettere 10 storie nel numero, di cui la maggior parte molto brevi per ovvi motivi, mi lascia invece perplesso proprio per via di questo compromesso che mi appare un po' goffo.
Tutt'altro che goffa mi appare invece Topolino e il Rampiro di Transvitania, una storia senz'altro inferiore alla media di quelle a cui ha abituato Casty, e probabilmente risulta anche la meno convincente della serie di quelle realizzate in coppia con Enrico Faccini, che la disegna, ma resta comunque un'avventura fresca, divertente e appassionante, nella quale il tono più "scherzoso" che il registro del Castellan sceglie di mantenere si bilancia perfettamente con il setting più spaventoso e con i disegni di Faccini, che può mettere in scena quel suo tratto gotico che tanto funziona in questo tipo di storie sottilmente inquietanti.
Il contrasto tra il paesino tenebroso e un cattivo dall'aspetto poco lugubre, tra la paura del contesto e il carattere "videogiocoso" dei fantasmini e del Magnamus sono dei punti a favore che rendono la storia scanzonata e movimentata, nonché inedita nello spirito.
Le pecche non mancano: lo svolgimento risulta un po' affrettato, specie sul finale, e Gancetto non viene utilizzato in modo pienamente efficace sotto alcuni aspetti, ma la storia è un prodotto più che dignitoso grazie ad un Mickey Mouse perfettamente in parte e ad una trovata come quella delle persone appiattite perché traslate dentro al computer che è puro Casty.
Passando a Sio, la shitstorm che l'ha investito in alcuni luoghi del web, Papersera in particolare, non mi ha esattamente sorpreso ma speravo fosse più smorzata.
L'ingresso di un autore esterno al mondo Disney, per quanto pesantemente influenzatone, sulle pagine di Topolino ha generato lo stesso sconcerto di alcune storie vip o delle peggio commercialate di cui si è macchiata la rivista. Ora, posto che anche quelle operazioni, pur criticabili, avevano chiaramente una loro giustificazione che poteva essere comprensibile e compresa, si sarebbe potuto apprezzare che perlomeno, stavolta, il nome di richiamo coinvolto è un autore di fumetti. È un passo avanti mica da poco!
Ma si è preferito fossilizzarsi sul tipo di umorismo che usa nelle sue strip di Scottecs, sul suo non saper disegnare, sull'incoerenza dello stile narrativo, sull'out of character dei personaggi. Tutte cose su cui si può discutere, ma che non possono davvero oscurare un aspetto importante, una scoperta significativa che forse è stata tale anche per Sio stesso: il suo umorismo funziona benissimo anche con i personaggi Disney.
A questa considerazione ne aggiungo un'altra: le tre storie dell'autore presenti su questo numero sono assai più genuinamente divertenti della maggior parte delle storie brevi del settimanale. Quella di Superpippo curata graficamente da Intini si configura come la più simile ai canoni disneyani, eppure è in grado di presentare alcune gag che, pur isolate, rendono più interessanti delle scene che in mano ad un altro autore sarebbero stato routine. Con la storia disegnata dalla Ziche e quella di cui si è occupato Mastantuono abbiamo invece una maggiore insistenza verso l'approccio surreale dell'umorismo demenziale di Sio, vincendo la sfida. Ci sono alcune imperfezioni o ingenuità da limare, ci sono soluzioni che andrebbero trattate meglio e ci sono anche consapevolezze maggiori da mettere nell'uso di alcuni personaggi, ma nel complesso si tratta di due brevi che svolgono il loro lavoro: fanno ridere, e lo fanno con una formula moderna e piena di appeal. Possiamo dire altrettanto di altre storie di questo formato?
Il resto del numero offre comunque altra roba bella, e non sto certo pensando alla brevi di WoM: Zio Paperone e la Ghiaia Filosofale, per esempio, pur essendo la classica caccia al tesoro dello Zione con Paperino al seguito riesce ad offrire una certa varianza grazie al presupposto di Amelia e alla sua presenza durante lo svolgimento dell'avventura. La trama, ben gestita anche nei tempi comici da Federico Buratti, è ben disegnata da Paolo De Lorenzi, il quale fa un buon lavoro minato solo dalle reiterate espressioni a occhi spalancati dei due protagonisti.
Marco Bosco con Furfanti nelle Tenebre spinge invece sul pedale dell'ironia usufruendo di uno spunto molto classico ma gestendolo con brio, giocando tutto sulla comicità verbale e riuscendo così a ottenere una storie piuttosto buona.
Su Topolino #3128 invece c'è poco da dire, escluso l'inizio di Il Raggio Nero (di cui ho già parlato qui).
A sorpresa la storia più convincente è quella scritta da Carlo Panaro, che con Paperino e la Luna Verde scrive un'avventura apprezzabile. Intendiamoci, lo sceneggiatore sfrutta comunque, di massima, lo stesso approccio della caccia al tesoro messa in pericolo all'ultimo da un pericolo "a sorpresa" sventato nel giro di due vignette, e purtroppo anche stavolta questa consunta dinamica viene messa in scena. Ma alcune varianti introdotte, come il fatto che in questo caso un personaggio entra in scena davvero in modo imprevisto o il motivo che spinge Paperone e Paperino in viaggio rendono leggermente più varia la trama, disegnata davvero molto bene e con estro artistico da un Francesco Guerrini che più passa il tempo e più rende affascinante il suo tratto.
Anche Manetta, Rock Sassi e la Talpa Misteriosa di base non sarebbe male, ma purtroppo Massimo Valentini ad uno spunto molto buono non riesce ad aggiungere uno sviluppo più originale, seguendo un copione facilmente prevedibile. È resa però bene l'atmosfera del commissariato, anche grazie alle belle tavole del dinamico Andrea Lucci.
Zemelo con Paperoga che fa i disastri mi lascia perplesso, Indiana Pipps che fa i siparietti con Kranz mi fa chiudere l'albo.
[Topolino] Annata 2015
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Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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Dico la mia sulle ultime cose importantone. Di PK ho già parlato nel thread apposito.
Questione Casty debole.
Non è debole. E' un Casty di qualità standard, cioé molto alta. Un autore per essere una garanzia deve avere uno standard qualitativo di un certo livello, che non può rimanere sempre quello di Bonton/Boglins/Sottozero (il mio trittico delle meraviglie) ma deve necessariamente abbassarsi, rimanendo comunque validissimo.
Questa storia qui rientra nel filone più buffacchiotto, con spruzzatine sinistre tipicamente facciniane. Ma contiene una valanga di idee e peculiarità visive di tutto rispetto. Il Magnamaus ad esempio, la gente piatta, le inquadrature videogiocose, il sistema di comunicazione che Topolino mette in piedi davanti agli amici dalla memoria corta. Difficile trovare così tanta roba in una storia "standard" del Topo.
Certo, ha un registro che può apparire stupidino, volutamente infantile. Ma se si guarda con attenzione si noterà come Casty sfrutti proprio questo suo voler essere apparentemente bimbo per ridersela sotto i baffi e inserire elementi piuttosto beffardi. Mi riferisco alla rappresentazione fintamente ingenua, e invece parecchio arguta, della navigazione online con tanto di trappoloni, spam e finestre pop-up invadenti. Una volta capito il vero spirito trolloso che soggiace a queste sue mattane è un attimo e si inizia a decifrarne il vero linguaggio. E sapete chi mi ricorda il Casty quando fa così? Il caro vecchio Altan. Sì, quello della Pimpa, o di Cipputi, che tanto era sempre lui
Questione Sio. Io sono fra i favorevoli al suo ingresso nel Topo. Amo i suoi videoclip e li trovo genialmente stupidi, ma di quella demenzialità di grado zero, così di grado zero da fare il giro completo.
Le tre storie che ha fatto le ho trovate sottotono rispetto al suo standard. Forse lo preferisco animato il Sio, dato che quello che mi stupisce di lui è più che altro il ritmo, il modo in cui "rappa" le sue battute. O forse molto semplicemente disegnarle bene paradossalmente le impoverisce, perché va ad applicare un filtro dove non serve. E le priva della spontaneità brutale con cui nascerebbero.
In ogni caso, sta roba sul Topo serve, poche storie. Serve che non sia l'eccezione strombazzata, ma la regola. E a dimostrarlo, neanche a farlo apposta sono le tre brevi di Panini. E' vero che il Topo è multitarget etc etc, ma c'è roba che è oggettivamente non divertente e che nel 2015 se si vuole arrivare ad un pubblico sveglio che possa fidelizzarsi... semplicemente non ci si può permettere di pubblicare.
Questione Casty debole.
Non è debole. E' un Casty di qualità standard, cioé molto alta. Un autore per essere una garanzia deve avere uno standard qualitativo di un certo livello, che non può rimanere sempre quello di Bonton/Boglins/Sottozero (il mio trittico delle meraviglie) ma deve necessariamente abbassarsi, rimanendo comunque validissimo.
Questa storia qui rientra nel filone più buffacchiotto, con spruzzatine sinistre tipicamente facciniane. Ma contiene una valanga di idee e peculiarità visive di tutto rispetto. Il Magnamaus ad esempio, la gente piatta, le inquadrature videogiocose, il sistema di comunicazione che Topolino mette in piedi davanti agli amici dalla memoria corta. Difficile trovare così tanta roba in una storia "standard" del Topo.
Certo, ha un registro che può apparire stupidino, volutamente infantile. Ma se si guarda con attenzione si noterà come Casty sfrutti proprio questo suo voler essere apparentemente bimbo per ridersela sotto i baffi e inserire elementi piuttosto beffardi. Mi riferisco alla rappresentazione fintamente ingenua, e invece parecchio arguta, della navigazione online con tanto di trappoloni, spam e finestre pop-up invadenti. Una volta capito il vero spirito trolloso che soggiace a queste sue mattane è un attimo e si inizia a decifrarne il vero linguaggio. E sapete chi mi ricorda il Casty quando fa così? Il caro vecchio Altan. Sì, quello della Pimpa, o di Cipputi, che tanto era sempre lui
Questione Sio. Io sono fra i favorevoli al suo ingresso nel Topo. Amo i suoi videoclip e li trovo genialmente stupidi, ma di quella demenzialità di grado zero, così di grado zero da fare il giro completo.
Le tre storie che ha fatto le ho trovate sottotono rispetto al suo standard. Forse lo preferisco animato il Sio, dato che quello che mi stupisce di lui è più che altro il ritmo, il modo in cui "rappa" le sue battute. O forse molto semplicemente disegnarle bene paradossalmente le impoverisce, perché va ad applicare un filtro dove non serve. E le priva della spontaneità brutale con cui nascerebbero.
In ogni caso, sta roba sul Topo serve, poche storie. Serve che non sia l'eccezione strombazzata, ma la regola. E a dimostrarlo, neanche a farlo apposta sono le tre brevi di Panini. E' vero che il Topo è multitarget etc etc, ma c'è roba che è oggettivamente non divertente e che nel 2015 se si vuole arrivare ad un pubblico sveglio che possa fidelizzarsi... semplicemente non ci si può permettere di pubblicare.
Prima di leggerle ero convinto davvero che le storie di Sio provviste di bei disegni impoverissero la comicità dell'autore, che senza dubbio - e ne sono convinto tutt'ora - deve molto anche al suo non-stile di disegno.Valerio ha scritto: O forse molto semplicemente disegnarle bene paradossalmente le impoverisce, perché va ad applicare un filtro dove non serve. E le priva della spontaneità brutale con cui nascerebbero.
Ma sono invece stato piacevolmente sorpreso nel notare che, invece, le tre storie funzionano bene anche con Ziche, Mastantuono e Intini alle matite. In alcuni casi più e in alcuni casi meno, in alcune vignette di più e in altre di meno, ma complessivamente il disegno normale non toglie nulla alla comicità di Sio, al massimo aggiunge, e poi sta all'intelligenza e alla capacità del disegnatore essere in grado di aggiungere senza esagerare e servendo sempre quel modo di raccontare e di generare la battuta.
Confrontare lo storyboard di L'inseguimento a Incastro, per esempio, mi ha dato modo di vedere come alcune scene il Masta abbia saputo valorizzarle davvero con alcuni tocchi come le espressioni di Mickey o, soprattutto, la scena che porto ad esempio massimo di questo discorso: le ultime due vignette della terza tavola funzionano meglio nella versione di Mastantuono rispetto a quella di Sio, grazie a quella particolare faccia di Pluto.
Sì, non è l'apice di Sio, ha fatto cose migliori. Ma sono le prime mosse in Disney, dovrà anche prendere ancora le misure per bene. E, come inizi, li reputo davvero positivi, anche se margine di miglioramento c'è ancora e se qualche cosa che non funziona bene permane.
Una cosa che mi lasciava perplesso inizialmente era scoprire che l'arrivo di Sio non fosse una comparsata one-shot ma un ingresso in pianta stabile, cosa fermamente ribadita da Tito Faraci alla conferenza lucchese in cui si dava il benvenuto all'autore. Alla luce di quanto letto finora, invece, sono sollevato dalla cosa e credo davvero che la ventata di fresco portata da Sio possa solo essere benefica.Valerio ha scritto:In ogni caso, sta roba sul Topo serve, poche storie. Serve che non sia l'eccezione strombazzata, ma la regola
Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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Non mi è dispiaciuto neanche il midquel di Don Rosa.
Ottimo lavoro.
C'è PK, non si scappa (dall'acquisto del "Topo")
E visto che del secondo episodio del Raggio Nero ho già parlato qui, resta poco da dire sul resto, visto che si veleggia su una media che va dal buono al discreto.
Zio Paperone e il tuffo nella gioventù è la seconda storia di fila di Carlo Panaro che mi intrattiene abbastanza, anche se meno rispetto a settimana scorsa. Laddove c'era un'avventura normale ma che partiva da basi leggermente diverse, qui lo sceneggiatore ripesca a piene mai da alcuni stilemi barksiani (Paperone che conta le sue monete e alla fine non ricorda più il totale, il ritorno nel Klondike, un flashback legato ai suoi ricordi di cercatore d'oro) mischiandoli con altri già visti nel corso degli anni (un vecchio debito in sospeso da saldare, un vecchio amico cercatore da aiutare ecc.)
La storia scorre, non dico di no, ma il grosso del piacere della lettura deriva dall'atmosfera dello Yukon, che su di me continua ad avere una presa fortissima, e dai disegni di un Roberto Vian in splendida forma, che solitamente apprezzo più con Topolino ma che qui regala vignette davvero riuscite e poetiche con il giovane Paperone.
Degna di nota, anche se di tutt'altro tenore, è la storia di Pietro Zemelo: Paperino & Paperoga naufraghi fuori rotta ha alla base una sceneggiatura da "schidionata", è cioè priva di una narrazione coesa e consequenziale limitandosi ad essere una collezione di gag indipendenti le une dalle altre, legate insieme solo dalla cornice vista nelle prime due tavole. Ad accentuare la cosa c'è proprio la divisione in giorni (1 tavola = 1 giorno). Solitamente tale modalità non è il massimo, perché denota un certo adagiarsi nella facilità di scrittura, ma c'è un particolare che non è affatto secondario: Zemelo fa ridere, e crea battute e scenette efficaci, che strappano più di una risata. E la "schidionata" ricorda quasi le gag dei corti animati, che sostanzialmente spesso usavano proprio il sistema con una cornice all'interno della quale succedevano vari episodietti divertenti. Insomma, va a finire che pur "nata sbagliata" la storia funziona e il risultato finale è genuino e positivo.
Poi ci sono Indiana Pipps e Tip&Tap, ma su queste due storie c'è poco da dire: niente di che il primo, leggerotti e poco avvincenti i secondi.
E visto che del secondo episodio del Raggio Nero ho già parlato qui, resta poco da dire sul resto, visto che si veleggia su una media che va dal buono al discreto.
Zio Paperone e il tuffo nella gioventù è la seconda storia di fila di Carlo Panaro che mi intrattiene abbastanza, anche se meno rispetto a settimana scorsa. Laddove c'era un'avventura normale ma che partiva da basi leggermente diverse, qui lo sceneggiatore ripesca a piene mai da alcuni stilemi barksiani (Paperone che conta le sue monete e alla fine non ricorda più il totale, il ritorno nel Klondike, un flashback legato ai suoi ricordi di cercatore d'oro) mischiandoli con altri già visti nel corso degli anni (un vecchio debito in sospeso da saldare, un vecchio amico cercatore da aiutare ecc.)
La storia scorre, non dico di no, ma il grosso del piacere della lettura deriva dall'atmosfera dello Yukon, che su di me continua ad avere una presa fortissima, e dai disegni di un Roberto Vian in splendida forma, che solitamente apprezzo più con Topolino ma che qui regala vignette davvero riuscite e poetiche con il giovane Paperone.
Degna di nota, anche se di tutt'altro tenore, è la storia di Pietro Zemelo: Paperino & Paperoga naufraghi fuori rotta ha alla base una sceneggiatura da "schidionata", è cioè priva di una narrazione coesa e consequenziale limitandosi ad essere una collezione di gag indipendenti le une dalle altre, legate insieme solo dalla cornice vista nelle prime due tavole. Ad accentuare la cosa c'è proprio la divisione in giorni (1 tavola = 1 giorno). Solitamente tale modalità non è il massimo, perché denota un certo adagiarsi nella facilità di scrittura, ma c'è un particolare che non è affatto secondario: Zemelo fa ridere, e crea battute e scenette efficaci, che strappano più di una risata. E la "schidionata" ricorda quasi le gag dei corti animati, che sostanzialmente spesso usavano proprio il sistema con una cornice all'interno della quale succedevano vari episodietti divertenti. Insomma, va a finire che pur "nata sbagliata" la storia funziona e il risultato finale è genuino e positivo.
Poi ci sono Indiana Pipps e Tip&Tap, ma su queste due storie c'è poco da dire: niente di che il primo, leggerotti e poco avvincenti i secondi.
Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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Un ottimo numero questo Topolino 3129, che deve molto al Raggio nero (che ho già commentato nel topic apposito).
Zio Paperone e il tuffo nella gioventù di Panaro e Vian è un'ottima storia, con un eccellente Paperone e dei bei rimandi a Don Rosa e Barks, che fanno gongolare il mio lato più nerd. Fantastici i disegni di Vian.
L'album fotografico di Indiana Pipps di Sarda e Di Vita è una storia che funziona meglio in confronto a quella del numero scorso, con dei simpatici rimandi a Disneyland e un piccolo colpo di scena abbastanza divertente.
Tip e Tap e la giornata dell'amicizia di Gianatti e Piras è una storia un po' piatta e anonima, con dei svolgimenti scontati. Tuttavia il messaggio tramandato non è banale e ci sono i disegni di Piras a risollevare il tutto.
Paperino e Paperoga naufraghi fuori rotta di Zemelo e Soffritti è una storia particolare, che mi ricorda un po' le strips. Infatti la storia è un insieme di gag di una sola pagina legate da un piccolo filo conduttore, che funziona molto bene e diverte quel che basta per farne una buona storia.
Zio Paperone e il tuffo nella gioventù di Panaro e Vian è un'ottima storia, con un eccellente Paperone e dei bei rimandi a Don Rosa e Barks, che fanno gongolare il mio lato più nerd. Fantastici i disegni di Vian.
L'album fotografico di Indiana Pipps di Sarda e Di Vita è una storia che funziona meglio in confronto a quella del numero scorso, con dei simpatici rimandi a Disneyland e un piccolo colpo di scena abbastanza divertente.
Tip e Tap e la giornata dell'amicizia di Gianatti e Piras è una storia un po' piatta e anonima, con dei svolgimenti scontati. Tuttavia il messaggio tramandato non è banale e ci sono i disegni di Piras a risollevare il tutto.
Paperino e Paperoga naufraghi fuori rotta di Zemelo e Soffritti è una storia particolare, che mi ricorda un po' le strips. Infatti la storia è un insieme di gag di una sola pagina legate da un piccolo filo conduttore, che funziona molto bene e diverte quel che basta per farne una buona storia.
Da Socrate a Paperone:
"Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta."
"Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta."
Visto che su Topolino non c'è solo PK (sebbene lo compri solamente quando compare lui), ecco due parole sul numero 3128 (gli altri li ho ancora arretrati):
- Molto carina Paperino e la luna verde, una storia semplice e gradevole che si fa leggere piacevolmente fino al finale. L'unico dispiacere, è la "solita" presenza dei Bassotti a spiare zio Paperone. Qualcosa di più originale avrebbe sicuramente dato un'atmosfera più intrigante al racconto.
Un bravo anche a Francesco Guerrini per i suoi disegni (anche se sinceramente le chine a volte non mi fanno impazzire) e la sua "interpretazione" della sceneggiatura. Lui è la prova di come un bravo disegnatore, mettendoci del suo, può far spiccare una sceneggiatura "ordinaria".
Con una recitazione sempre molto curata e credibile (nei gesti, nelle pose, nelle espressioni), inquadrature/vignette particolari, e probabilmente qualche battuta/idea sua, è riuscito a dare un valore aggiunto al testo.
- Paperoga in: gentilezze e disastri: ma solo io ricordo i disegni di Giovanni Rigano come belli?
- Manetta, Rock Sassi e la talpa misteriosa: anche qui vorrei porre l'attenzione sui disegni. Sto notando come tutti i disegnatori più recenti, e anche alcuni tra quelli con già qualche annetto di esperienza, stiano portando il tratto ad un livello di "pucciosità" forse esagerato.
I personaggi a volte non sembrano nemmeno più loro, così giovanili, dolci, "pupazzosi" nel loro aspetto.
Luca Usai è un buon esempio, altri che mi vengono in mente sono Ettore Gula e Donald Soffritti.
E' vero che i disegnatori sono tanti e per tutti i gusti, ma ho l'impressione che, nel futuro, l'evoluzione sarà questa...
Ultimissima cosa: mi hanno fatto piacere le pagine dedicate ai Peanuts e a Spectre.
- Molto carina Paperino e la luna verde, una storia semplice e gradevole che si fa leggere piacevolmente fino al finale. L'unico dispiacere, è la "solita" presenza dei Bassotti a spiare zio Paperone. Qualcosa di più originale avrebbe sicuramente dato un'atmosfera più intrigante al racconto.
Un bravo anche a Francesco Guerrini per i suoi disegni (anche se sinceramente le chine a volte non mi fanno impazzire) e la sua "interpretazione" della sceneggiatura. Lui è la prova di come un bravo disegnatore, mettendoci del suo, può far spiccare una sceneggiatura "ordinaria".
Con una recitazione sempre molto curata e credibile (nei gesti, nelle pose, nelle espressioni), inquadrature/vignette particolari, e probabilmente qualche battuta/idea sua, è riuscito a dare un valore aggiunto al testo.
- Paperoga in: gentilezze e disastri: ma solo io ricordo i disegni di Giovanni Rigano come belli?
- Manetta, Rock Sassi e la talpa misteriosa: anche qui vorrei porre l'attenzione sui disegni. Sto notando come tutti i disegnatori più recenti, e anche alcuni tra quelli con già qualche annetto di esperienza, stiano portando il tratto ad un livello di "pucciosità" forse esagerato.
I personaggi a volte non sembrano nemmeno più loro, così giovanili, dolci, "pupazzosi" nel loro aspetto.
Luca Usai è un buon esempio, altri che mi vengono in mente sono Ettore Gula e Donald Soffritti.
E' vero che i disegnatori sono tanti e per tutti i gusti, ma ho l'impressione che, nel futuro, l'evoluzione sarà questa...
Ultimissima cosa: mi hanno fatto piacere le pagine dedicate ai Peanuts e a Spectre.
Timido postatore e finto nerd.
Pure su YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCBsX4Y ... LjrjN8JvEQ.
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Davvero un gran bel numero il 3130.
Ovviamente la parte del piatto forte la fa "Tutto questo accadrà ieri.", mantenendo la promessa di quel "UNA STORIA SPECIALE!" in prima pagina. A parte il fatto che con me il duo Bonfatti / Casty ha giocato in casa, dato che vado matto per questo genere di trovate dove l'incarnazione moderna di un personaggio incontra la sua versione "delle origini", la storia è davvero straordinaria, con un Gambadilegno cattivo ma capace di mantenere quel sorriso da gattone su quel brutto muso che da un po' non si vedeva.
Ma ovviamente c'è anche Topolino; anzi, due Topolini. Senza anticipare niente a quelli che non hanno ancora comprato il Topo (e male, per Dio, male. Questo numero vale anche solo per questa storia) Casty tratteggia un Mickey più maturo che poco riesce a sopportare la sua versione Gottfredsoniana e viceversa, un vero piacere per il lettore.
E poi via, ma quanto cavolo sono belli i disegni? Ne vogliamo parlare? Non si possono descrivere, sono da vedere e goderseli tutti. Come un vecchio frigo vintage della Coca-cola.
Per la terza parte del raggio nero, unica comparsa Paperopolese sul numero per questioni di necessità, aspetto di leggere anche la quarta ed ultima parte la prossima settimana. Ma la sorpresa c'è stata pure a questo giro, non ci sono dubbi.
[spoiler]Cioè...Superpippo che viene nominato così a tradimento è illegale.[/spoiler]
Ovviamente la parte del piatto forte la fa "Tutto questo accadrà ieri.", mantenendo la promessa di quel "UNA STORIA SPECIALE!" in prima pagina. A parte il fatto che con me il duo Bonfatti / Casty ha giocato in casa, dato che vado matto per questo genere di trovate dove l'incarnazione moderna di un personaggio incontra la sua versione "delle origini", la storia è davvero straordinaria, con un Gambadilegno cattivo ma capace di mantenere quel sorriso da gattone su quel brutto muso che da un po' non si vedeva.
Ma ovviamente c'è anche Topolino; anzi, due Topolini. Senza anticipare niente a quelli che non hanno ancora comprato il Topo (e male, per Dio, male. Questo numero vale anche solo per questa storia) Casty tratteggia un Mickey più maturo che poco riesce a sopportare la sua versione Gottfredsoniana e viceversa, un vero piacere per il lettore.
E poi via, ma quanto cavolo sono belli i disegni? Ne vogliamo parlare? Non si possono descrivere, sono da vedere e goderseli tutti. Come un vecchio frigo vintage della Coca-cola.
Per la terza parte del raggio nero, unica comparsa Paperopolese sul numero per questioni di necessità, aspetto di leggere anche la quarta ed ultima parte la prossima settimana. Ma la sorpresa c'è stata pure a questo giro, non ci sono dubbi.
[spoiler]Cioè...Superpippo che viene nominato così a tradimento è illegale.[/spoiler]
Bonfenomeno.
Domande.
Casty-Bonfa: 1) Pippo e Minni berranno la pozione dimenticatrice?
2) quando riprendete Orango?
Domande.
Casty-Bonfa: 1) Pippo e Minni berranno la pozione dimenticatrice?
2) quando riprendete Orango?
Ottimo lavoro.
Rispondo io, parzialmente copincollando da una simile domanda fatta sul Papersera:max brody ha scritto:Bonfenomeno.
Domande.
Casty-Bonfa: 1) Pippo e Minni berranno la pozione dimenticatrice?
2) quando riprendete Orango?
1) Pippo perché dovrebbe, visto che solitamente viaggia nel passato anche lui con Topolino? Quanto a Minni, era già a conoscenza dell'esistenza della macchina del tempo. In Minni e la romantica avventura di Bruno Sarda, già nel 1989 Topolino le fa usare la macchina del tempo e al termine del viaggio non le cancellano la memoria perché tanto lei si era convinta che fosse una semplice "macchina dei sogni". Quest'avventura non fa altro che farle aprire gli occhi sulla verità... E non vedo dove stia il problema, sinceramente. Le storie della macchina del tempo hanno mantenuto una sorta di "coerenza interna" e attenzione alla continuity giusto finché c'erano solo Pezzin e Concina al timone, ma coll'aumentare degli autori coinvolti è assurdo pretendere assoluta aderenza a regole prestabilite: diventa semplicemente infattibile.
Personalmente poi ho sempre trovato assurdo che non ci si fidasse di Minni; specie poi da quando persino Orazio si è fatto un giro temporale...
2) Quando tornerà dall'isola su cui sempre Topolino e Pippo l'avevano confinato... e sempre con un altro viaggio nel tempo in cui incontrarono sé stessi da giovani.
Che poi, altro pregio di questa meraviglia di storia è riuscire a parlare con naturalezza del passato dei personaggi, ignorando con leggiadria ogni implicazione legata alla loro vera età.
Che è un po' quello che si dovrebbe fare trattando il passato di personaggi del genere. Fare finta che tutto il loro vissuto sia "vero" ma non portare mai a livello conscio le enormi incongruenze che la loro longevità si porta dietro, svicolando, dissimulando o al massimo facendoci una battuta (cosa che ha spesso salvato in corner il dilemma dell'età dello zione ).
Per quel che mi riguarda rientra nel best of Casty, pur non scalzando dal mio podio personale il recente trittico Bonton/Boglins/Sottozero.
Che è un po' quello che si dovrebbe fare trattando il passato di personaggi del genere. Fare finta che tutto il loro vissuto sia "vero" ma non portare mai a livello conscio le enormi incongruenze che la loro longevità si porta dietro, svicolando, dissimulando o al massimo facendoci una battuta (cosa che ha spesso salvato in corner il dilemma dell'età dello zione ).
Per quel che mi riguarda rientra nel best of Casty, pur non scalzando dal mio podio personale il recente trittico Bonton/Boglins/Sottozero.
Pensavo proprio a quella storia. Chissà come la migliorerebbero Casty & Bonfa.Zangief ha scritto:2) Quando tornerà dall'isola su cui sempre Topolino e Pippo l'avevano confinato... e sempre con un altro viaggio nel tempo in cui incontrarono sé stessi da giovani.
Sì, lol , vabbè, cioè ooh, sono troppo strafatto...mi autobanno per un po', va'.Zangief ha scritto:1) Pippo perché dovrebbe, visto che solitamente viaggia nel passato anche lui con Topolino?
Ottimo lavoro.
Che bravo Bonfatti, fa un bellissimo effetto vedere tutto quel luridume su topolino.
Per una settimana, l'attenzione maggiore non è rivolta a PK (del nuovo tassello del Raggio Nero ho comunque parlato qui) ma ad una lunga storia d'apertura in due tempi.
Si tratta di una storia con Topolino protagonista, in occasione del suo compleanno. Già questo bendispone, ricordando quante belle avventure sono state prodotte negli anni scorsi per la celebrazione. In più, è scritta da Casty. La mia attenzione c'è tutta. In più, però, è stata realizzata con i disegni di Massimo Bonfatti!
E, dulcis in fundo, ci sono i viaggi nel tempo.
Era un capolavoro annunciato. Fortunatamente, la storia non si è afflosciata su sé stessa e sotto al peso delle aspettative. Tutto faceva pensare al capolavoro, e capolavoro è stato, per diversi motivi.
Il più palese è forse quello meno incisivo: Il Mickey Mouse degli esordi vive un "team-up" con quello in braghette rosse degli anni '30. Una situazione del genere è ovviamente rara da vedere, è un evento e come tale viene trattato. Il pregio principale di tale situazione è quello di aver saputo muovere adeguatamente entrambi i Topolino, sapendoli differenziare nei modi migliori e riuscendo a muoverli quasi come fossero personaggi distinti, senza per questo farci dimenticare che sono entrambi Mickey!
Quello che è da ammirare principalmente in questa storia, però, secondo me è l'intreccio. Intanto viene confezionata un'avventura vecchio stile, con un pericolo vero e mondiale e un eroe (vabbè, due... ) pronto a sventarlo.
Ma oltre a questo elemento, proprio soprattutto della "storie dentro alla storia", c'è una trama a base di viaggi nel tempo dove torna tutto quanto. Ogni passaggio è al punto giusto, tutto torna, e davvero non c'è una virgola fuori posto nel momento in cui il lettore ha finalmente messo insieme tutti i pezzi dell'arguto puzzle. Nessun elemento risulta quindi inserito a caso o caduto nel vuoto, ma è tutto funzionale alla trama, che funziona davvero come un orologio.
Altro elemento di valore è Gambadilegno. Io sono tra quelli che non disprezza la versione più "addolcita" della nemesi di Topolino: inizialmente era una buona idea per umanizzare i rapporti tra i due rivali, ma riconosco che purtroppo c'è stata una deriva dopo il primo utilizzo del genere, così che la cosa è diventata ridicola. Proprio per questo rivederlo con deliri di onnipotenza, desideri di conquista del mondo e minacce serie contro Topolino e i suoi affetti mi è piaciuto molto. E non solo nel passato, come se fosse un'attitudine del vecchio Pietro, ma anche nel presente.
I tratti somatici di Gamba, poi, aiutano molto in questa connotazione, ed è qui che entra in scena Bonfatti. Il tratto dell'autore è ben presente nell'anima della storia e contribuisce fattivamente alla riuscita del tutto. Anche Casty presta la propria matita all'avventura, ma il bello è che pur restando il suo tratto riconoscibile si fonde molto bene con quello del collega, ottenendo delle ottime tavole che nel complesso possiedono un'estetica sottilmente differente dal solito. Non è uno stile estraneo al solito, anzi, ma ha quel qualcosa in più che lo distanzia del resto, e che si evince nel modo di tratteggiare alcuni comprimari e negli sfondi, che risultano deliziosamente dettagliati e ricchi.
Ho apprezzato infine quella sbiaditura nel colore durante l'avventura old style, che riesce a trasmettere abbastanza quel senso di "star leggendo una vecchia avventura gottrfredsoniana", anche se forse si poteva osare di più con un b/n o con delle tonalità di grigio slavato alla Casablanca.
Tutto questo accadrà ieri è una delle storie migliori dell'anno e una delle vette artistiche di Casty. C'è l'indagine, l'avventura, l'amore per il personaggio, le atmosfere retrò, influenze di Gottfredson e Scarpa e un manuale di scrittura su come si imbastisce una trama articolata senza scazzare.
Ah, trovo abbastanza sconveniente che non ci sia stato uno straccio di paginetta che introducesse alla storia, desse linee guida sulle atmosfere a cui ci si ispira e soprattutto si tracciasse un breve profilo di Bonfatti, visto che è una guest-star. C'è l'editoriale della direttrice, ma forse serviva qualcosa ad hoc.
Qualcosa come la pagina che precede le riduzioni a fumetti di due dei cortometraggi della nuova serie di Paul Rudish. Buona, giusta e doverosa, spiega piuttosto bene la natura di questa serie, che non esito a definire geniale e uno dei migliori prodotti a marchio Disney degli ultimi anni. Per la loro stessa natura, però, quei corti non sono adatti ad una versione a fumetti, medium che va stretto al dinamismo, alle follie e alla comicità basata sullo slapstick e su gag velocissime. Così le storie Croissant del trionfo e Sonnambulismo risultano farraginose da leggere e ben poco incisive. Vedetevi i corti e godete, gente.
Si tratta di una storia con Topolino protagonista, in occasione del suo compleanno. Già questo bendispone, ricordando quante belle avventure sono state prodotte negli anni scorsi per la celebrazione. In più, è scritta da Casty. La mia attenzione c'è tutta. In più, però, è stata realizzata con i disegni di Massimo Bonfatti!
E, dulcis in fundo, ci sono i viaggi nel tempo.
Era un capolavoro annunciato. Fortunatamente, la storia non si è afflosciata su sé stessa e sotto al peso delle aspettative. Tutto faceva pensare al capolavoro, e capolavoro è stato, per diversi motivi.
Il più palese è forse quello meno incisivo: Il Mickey Mouse degli esordi vive un "team-up" con quello in braghette rosse degli anni '30. Una situazione del genere è ovviamente rara da vedere, è un evento e come tale viene trattato. Il pregio principale di tale situazione è quello di aver saputo muovere adeguatamente entrambi i Topolino, sapendoli differenziare nei modi migliori e riuscendo a muoverli quasi come fossero personaggi distinti, senza per questo farci dimenticare che sono entrambi Mickey!
Quello che è da ammirare principalmente in questa storia, però, secondo me è l'intreccio. Intanto viene confezionata un'avventura vecchio stile, con un pericolo vero e mondiale e un eroe (vabbè, due... ) pronto a sventarlo.
Ma oltre a questo elemento, proprio soprattutto della "storie dentro alla storia", c'è una trama a base di viaggi nel tempo dove torna tutto quanto. Ogni passaggio è al punto giusto, tutto torna, e davvero non c'è una virgola fuori posto nel momento in cui il lettore ha finalmente messo insieme tutti i pezzi dell'arguto puzzle. Nessun elemento risulta quindi inserito a caso o caduto nel vuoto, ma è tutto funzionale alla trama, che funziona davvero come un orologio.
Altro elemento di valore è Gambadilegno. Io sono tra quelli che non disprezza la versione più "addolcita" della nemesi di Topolino: inizialmente era una buona idea per umanizzare i rapporti tra i due rivali, ma riconosco che purtroppo c'è stata una deriva dopo il primo utilizzo del genere, così che la cosa è diventata ridicola. Proprio per questo rivederlo con deliri di onnipotenza, desideri di conquista del mondo e minacce serie contro Topolino e i suoi affetti mi è piaciuto molto. E non solo nel passato, come se fosse un'attitudine del vecchio Pietro, ma anche nel presente.
I tratti somatici di Gamba, poi, aiutano molto in questa connotazione, ed è qui che entra in scena Bonfatti. Il tratto dell'autore è ben presente nell'anima della storia e contribuisce fattivamente alla riuscita del tutto. Anche Casty presta la propria matita all'avventura, ma il bello è che pur restando il suo tratto riconoscibile si fonde molto bene con quello del collega, ottenendo delle ottime tavole che nel complesso possiedono un'estetica sottilmente differente dal solito. Non è uno stile estraneo al solito, anzi, ma ha quel qualcosa in più che lo distanzia del resto, e che si evince nel modo di tratteggiare alcuni comprimari e negli sfondi, che risultano deliziosamente dettagliati e ricchi.
Ho apprezzato infine quella sbiaditura nel colore durante l'avventura old style, che riesce a trasmettere abbastanza quel senso di "star leggendo una vecchia avventura gottrfredsoniana", anche se forse si poteva osare di più con un b/n o con delle tonalità di grigio slavato alla Casablanca.
Tutto questo accadrà ieri è una delle storie migliori dell'anno e una delle vette artistiche di Casty. C'è l'indagine, l'avventura, l'amore per il personaggio, le atmosfere retrò, influenze di Gottfredson e Scarpa e un manuale di scrittura su come si imbastisce una trama articolata senza scazzare.
Ah, trovo abbastanza sconveniente che non ci sia stato uno straccio di paginetta che introducesse alla storia, desse linee guida sulle atmosfere a cui ci si ispira e soprattutto si tracciasse un breve profilo di Bonfatti, visto che è una guest-star. C'è l'editoriale della direttrice, ma forse serviva qualcosa ad hoc.
Qualcosa come la pagina che precede le riduzioni a fumetti di due dei cortometraggi della nuova serie di Paul Rudish. Buona, giusta e doverosa, spiega piuttosto bene la natura di questa serie, che non esito a definire geniale e uno dei migliori prodotti a marchio Disney degli ultimi anni. Per la loro stessa natura, però, quei corti non sono adatti ad una versione a fumetti, medium che va stretto al dinamismo, alle follie e alla comicità basata sullo slapstick e su gag velocissime. Così le storie Croissant del trionfo e Sonnambulismo risultano farraginose da leggere e ben poco incisive. Vedetevi i corti e godete, gente.
Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...
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Ma questa è spoiler per le prossime puntate!max brody ha scritto:2) quando riprendete Orango?
Piuttosto gli chiederei se il fatto che Topolino ritorni qualche istante dopo la partenza e non dopo le dodici ore sia dovuto alle beghe della microcontrazione, al Razziatore o al fatto che adesso Time Ø è uscita dal nontempo. E, soprattutto, vorrei sapere grazie a quale portento della scienza della cronotraslazione a Topolinia si trova un ristorante italiano aperto dopo la mezzanotte.
Il miglior Topolino di questo mese. Ecco, questo già basterebbe a descriverlo alla perfezione questo numero, ma andiamo più in fondo.
Tutto questo accadrà ieri di Casty e Bonfatti: se Casty l'anno scorso festeggiava Topolino riprendendo un'avventura dal passato, [spoiler]qui con Bonfatti l'ambienta direttamente nel passato[/spoiler] e il risultato è grandioso! Gli autori realizzano un perfetto meccanismo ad orologiera, in cui niente è fuori posto e tutto coincide alla perfezione, fino al minimo dettaglio. Parlando di dettagli, gustosi sono le piccole citazioni inserite dagli autori, dando un tocco in più a questa storia. Storia che [spoiler]si regge benissimo anche grazie alla brillante satira sulla televisione[/spoiler] e l'uso magistrale dei personaggi. Davvero, una grande storia con la bella fusione del tratto di Casty e Bonfatti.
Le due storie tratte dagli splendi di corti di Rudish invece non ne escono tanto bene e non riescono a ricreare il ritmo e l'humour dei loro modelli animati. Peccato.
Per quanto riguarda Il raggio nero, di Artibani e Pastrovicchio, vado a commentare nel topic apposito il mio entusiasmo!
Tutto questo accadrà ieri di Casty e Bonfatti: se Casty l'anno scorso festeggiava Topolino riprendendo un'avventura dal passato, [spoiler]qui con Bonfatti l'ambienta direttamente nel passato[/spoiler] e il risultato è grandioso! Gli autori realizzano un perfetto meccanismo ad orologiera, in cui niente è fuori posto e tutto coincide alla perfezione, fino al minimo dettaglio. Parlando di dettagli, gustosi sono le piccole citazioni inserite dagli autori, dando un tocco in più a questa storia. Storia che [spoiler]si regge benissimo anche grazie alla brillante satira sulla televisione[/spoiler] e l'uso magistrale dei personaggi. Davvero, una grande storia con la bella fusione del tratto di Casty e Bonfatti.
Le due storie tratte dagli splendi di corti di Rudish invece non ne escono tanto bene e non riescono a ricreare il ritmo e l'humour dei loro modelli animati. Peccato.
Per quanto riguarda Il raggio nero, di Artibani e Pastrovicchio, vado a commentare nel topic apposito il mio entusiasmo!
Da Socrate a Paperone:
"Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta."
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Oggi in edicola sul #3131
Sisti, Faccini e soprattutto l'ultima parte de Il Raggio Nero
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