[Topolino] Annata 2016

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Oh, su Topolino #3138 c'è Sio.
    Accattato!
    Peccato che siano solo 4 pagine, ma 1) una four pages con tale senso di esistere, in cui quasi tutte le vignette fanno ridere di per sé, è merce rara, 2) l'abbinamento che Enrico Faccini, che pronosticavo qui come particolarmente azzeccato, funziona molto bene e come immaginavo funziona in modo efficace nel rilanciare la comicità demenziale di Sio. Quindi va bene, e direi dimensione ideale per l'autore.
    Altra storia carina è quella di Giorgio Salati: in un colpo solo mette in campo la celebre - e sempre affascinante - teoria dei 6 gradi di separazione e un grande omaggio a Wes Anderson, regista della scena indie americana che mi attrae da tempo ma del quale non ho mai visto nulla, ma che ritengo interessante perché non è certo il primo nome che viene in mente di solito quando si citano dei registi sul Topo. Apprezzo poi che le storpiature dei nomi dei vari attori che compaiono (tra cui Bill Murray :clap: ) non siano con il solito prefisso Paper-, ma dotati di maggiore inventiva. Oltre a tutto ciò, la storia possiede pure una morale di fondo bella e positiva. Insomma, una prova molto buona per lo sceneggiatore.
    Spiace invece che la storia d'apertura risulti abbastanza deludente. Era bello vedere un altro sport oltre al calcio, sul settimanale, ma la sceneggiatura di Matteo Venerus mette in scena improbabili macchinari succhia-energia sportiva (?), una trama a tappe in cui, giocoforza, ogni tappa ha uno spazio ridotto e un'indagine dallo sviluppo piuttosto prevedibile. Il valore aggiunto di avere Orazio, Clarabella e Minni come compagni d'azione viene quindi mitigato da una trama poco riuscita, valorizzata solo dalle splendide vignette di Paolo Mottura, che qui offre una nuova e strepitosa prova della sua arte con disegni morbidi, d'atmosfera e assolutamente dinamici.
    Le altre tre storie, con Amelia, Paperone e Paperino, si configurano come storie piuttosto standard: spicca quella di Valentina Camerini per la trovata del Club dei Parsimoniosi e per i disegni di un Ettore Gula molto buono.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Questo Topolino 3138 è, come il precedente, un numero medio. La storia d'apertura è Topolino e l'inseguimento al Grande Slam (Venerus-Mottura), storia sportiva che per una volta non è incentrata sul calcio, ma sul tennis. Venerus concepisce un giallo interessante, ma lo svolgimento è frettoloso e i colpi di scena sono un po' prevedibili. Buono però l'uso di Minni, Orazio e Clarabella. I disegni di Mottura sono spettacolari, tacendo d'alcuni scorci mozzafiato. Più corta, ma decisamente meglio è Paperino e i 6 gradi di separazione (Salati-Dalena), che propone una teoria interessante (e che non conoscevo) e omaggia Wes Anderson. Lo svolgimento riesce a non essere banale e previdibile, proponendo una bella morale senza essere fastidiosa.
    Più sotto è Antenna Magica - Amelia e la pozione della bruttezza (Figus-Martusciello), storia che indubbia per l'uso d'Amelia, ma ha qualche gag riuscita. Belli i disegni di Matusciello. Tuttavia la migliore storia umoristica del Topo è senza dubbio Paperoga e il pupazzo di neve ubiquo (Sio-Faccini), in cui lo sceneggiatore usa perfettamente il suo umorismo non-sense per un breve storia di 4 pagine. Perfetti i disegni di Faccini nel creare questa atmosfera surreale.
    Continua la lista con Zio Paperone e il club dei parsimoniosi (Camerini-Gula), una storia poco esaltante e che scorre velocemente. Conclude il numero Paperino Last Minute (Michelini-Gatto), che come storia ha uno spunto e uno svolgimento abbastanza originali, ma niente di più.
    Da Socrate a Paperone:
    "Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta."
  • Bramo ha scritto:un grande omaggio a Wes Anderson, regista della scena indie americana che mi attrae da tempo ma del quale non ho mai visto nulla
    Cosa aspetti? Almeno GBH e Zissou sono imperdibili. :)
    Omaggio apprezzato.

    Comunque tutto ciò è 2016.
    Immagine
    Ottimo lavoro.
  • max brody ha scritto:
    Bramo ha scritto:un grande omaggio a Wes Anderson, regista della scena indie americana che mi attrae da tempo ma del quale non ho mai visto nulla
    Cosa aspetti? Almeno GBH e Zissou sono imperdibili. :)
    Provvederò!
    max brody ha scritto:Comunque tutto ciò è 2016.
    Lol, vero! Provvedo a scorporare!
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    Topolino #3139 si apre con il nuovo capitolo del Fantomius di Marco Gervasio: la storia segue la falsariga delle precedenti avventure del ladro gentiluomo, e personalmente mi sta un po’ stancando. I cliché narrativi che l’autore segue sono ormai fin troppo rodati, e rendono le trame poco interessanti. È il caso di questa Il Tesoro di Francis Drake, in cui il cuore della storia a suon di furti d’oro e inganni non si discosta da quanto già visto più volte nella serie. Buona l'atmosfera "notturna", ma il valore aggiunto rimane così solo nei riferimenti nerd al background barksiano/donrosiano che se da un lato testimonia l’impegno di Gervasio per creare un universo narrativo coerente con sé stesso e con alcuni elementi generici sul passato di Paperopoli, dall’altro rischiano di essere privi di una base solida su cui poggiare.
    Il “colpo di scena” finale, ahimè, si configura come abbastanza deludente, mentre i disegni sono nella media dell’autore.

    Vito è di scena con una breve di 6 tavole, Ely Emy Evy e una zia di troppo, numero di pagine comunque sufficiente per concentrarsi, come suo solito, su una situazione di vita quotidiana in cui i lettori possano immedesimarsi: in questo caso l’imbarazzo che può provocare un adulto presso i ragazzini. Gli sviluppi saranno comunque paradossali e proprio per questo riusciti e realmente divertenti. Di certo non rientra tra le cose migliori dell’autore, anche per via del poco spazio, ma prosegue una linea d’intenti ben precisa e che fa sempre piacere riscontrare. Buoni anche i disegni di De Pretto, soprattutto nell’aspetto delle amichette di Ely Emy Evy in cui riscontro una certa inventiva.

    La storia su Amelia non è niente di che, sullo stile della precedente di questa miniserie, ma si distingue per una simpatica battuta intrisa di animo partenopeo nell’ultima vignetta.
    Non mi è piaciuta molto quella su Pico ad opera di Buratti: riutilizza, anche se con un pizzico di inventiva in più, lo stratagemma del personaggio che perde momentaneamente le proprie caratteristiche, e lo porta avanti senza grandi intuizioni, con una battuta conclusiva moscetta e un Amendola alle matite poco convincente.
    Il Paperin Pochischei di Panaro non è male: non sono un gran fan di questo tipo di storie in costume, ma in questo caso l’autore (come altre volte in passato) è riuscito a dare una sorta di piccola rivincita a due “ultimi” per antonomasia, anche se qui trasfigurati in incarnazioni del passato. Paperino e Lusky riescono per una volta a uscire dalle vessazioni e ad avere una svolta positiva nelle loro esistenze, e senza forzature. Ho apprezzato, e anche i disegni di Held fanno la loro bella figura.

    Chiude l’albo una storia di Bruno Sarda con Indiana Pipps: spunto volendo interessante (anche se troppo simile a quanto accadde a Pippo in una storia di Gottfredson) ma che viene presto banalizzato da uno stratagemma banale (e già visto almeno una volta nelle avventure con Indiana protagonista).
    Ai disegni esordisce su Topolino il nostro buon Bacci, e la cosa non può che farmi grande piacere perché il ragazzo ha talento e si è impegnato per raggiungere questo obiettivo.
    Dopo la buona prima prova sull’inedita di un Paperink Appgrade di qualche mese fa approda finalmente anche sulla testata ammiraglia e lo fa con una trentina di tavole di tutto rispetto. Non è tutto perfetto, va detto: alcuni volti non sono particolarmente riusciti e c’è qualche incertezza qua e là, ma sono “limiti” logici nelle prime storie, e il risultato è più che apprezzabile. Topolino sfoggia spesso espressioni e sguardi accattivanti e piacevoli, la faccia di Zapotec è azzeccata, la tipa che recita con Indiana nelle prime pagine è bellissima, gli sfondi appaiono in genere abbastanza curati, e le pur presenti carenze sono minime.
    La storia presenta in alcune vignette anche un certo dispiegamento del cast classico topolinese (Orazio, Minni, Pippo) e Bacci dà prova di saper gestire abbastanza bene anche le figure di questi altri personaggi.
    Insomma, le premesse sono più che buone! Si possono scorgere molti elementi che fanno intendere che nei prossimi anni il ragazzo potrebbe diventare una delle giovani leve più quotate per Disney. Sarà un piacere seguirne l’evoluzione grafica di volta in volta per vedere come certe criticità iniziali potranno essere superate.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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    A novembre salutai l'approdo di Sio su Topolino con favore e forti aspettative: con Zio Paperone e la Monetona nella Terra dei Talpuri quelle aspettative trovano pieno compimento, grazie ad una storia lunga che si innesta in uno dei filoni narrativi classici delle storie Disney senza rinunciare alle caratteristiche sceneggiatorie dell'autore.
    Topolino #3141 si apre quindi con un'avventura che potrebbe a primo acchito sembrare una classica caccia al tesoro di Paperone come tante... ma che presenta numerosi inserti e dettagli che la distinguono dalla sceneggiatura di qualunque altro scrittore, rendendo immediatamente riconoscibile l'imprinting di Sio. Avevo già potuto apprezzare questa storia nella forma di storyboard presentata nel volumetto speciale di qualche mese fa, e l'ho qui ritrovata in tutta la sua freschezza e con quelle gag comiche tendenti al demenziale che tanto riescono bene all'autore e che contribuiscono a rendere più brioso e imprevedibile lo svolgimento. Il tormentone sulla confusione tra i nipotini (che porge una battuta utile allo svolgimento della trama in almeno un paio di occasioni, dimostrando di non essere solo fine a sé stessa), la monetona, i Talpuri stessi sono tutte trovate originali, strambe e di grande appeal, in grado di incorniciare in modo inconsueto e riuscito una trama sostanzialmente priva di vere innovazioni, ma che funziona bene nel suo essere plot collaudato.
    Ci sono un paio di riferimenti eccessivi, per quanto apprezzabili, e qualche dialogo troppo verboso, ma nel complesso è una storia riuscita che dimostra un nuovo aspetto di Sio. Stefano Intini accompagna in modo adeguato la trama, con delle tavole dal tratto dinamico e vivace, capaci di esaltare ottimamente i siparietti comici, le espressioni dei personaggi e anche le scene più avventurose.
    Apprezzo moltissimo la presenza della rubrica demenziale sui Talpuri, scritta a quattro mani da Tito Faraci e Sio stesso, che sembra riportare sul Topo quelle atmosfere surreali delle rubriche presenti nella seconda metà degli anni '90 :) Un cocktail di stravaganza, battute, comicità paradossale che funziona e diverte e fa da perfetto corollario alla storia.

    Di scena su questo numero c'è anche Francesco Artibani, che con Topolino e il Regalo dell'Ultimo Minuto sforna una storia apparentemente semplice ma che in realtà si rivela essere un piccolo tesoro, un racconto che si muove su almeno tre linee narrative (il regalo per Minni, il tema dei viaggi nel tempo e l'importanza dell'esserci per chi ha bisogno di una buona parola) che si concatenano tra di loro del tutto naturalmente, con il risultato di avere un fumetto che parte da una situazione quotidiana, la stravolge, fa ridere e infine commuove senza retorica. Al centro di tutto questo un Topolino molto umano, credibile e sfaccettato, che può fare la scelta di usare la macchina del tempo a scopo personale ma che si impone anche di agire per il bene del prossimo. Marco Mazzarello alle matite non è proprio la scelta più felice possibile, ma rispetto a molte sue prove passate qui realizza dei disegni in alcuni punti anche piacevoli: il profilo di Mickey nell'ultima vignetta di pagina 65 è ottimo e suggestivo, per esempio.

    Il resto dell'albo propone una leggere variante citazionista (grazie alla caricatura di Piero Angela) della trasmissione di Amelia, leggermente migliore del solito anche se segue il medesimo canovaccio dei precedenti episodi, una storia-classica di D'Antona con Paperone che porta in città la soluzione ad un problema che poi gli si rivolta contro, che sembra scritta col pilota automatico per come sembra seguire rigidamente le "tappe" che avventure del genere hanno sempre attraversato da Pezzin in avanti, e una storiella urbana di Jacopo Cirillo piuttosto particolare, incentrata su una biblioteca che taglieggia i cittadini: di per sé interessante, mettendo anche in scena un Paperino più volitivo e interessato alla cultura e alla comunità del solito, ma non mi sembra gestita al meglio per quanto riguarda il ritmo narrativo e il numero di tavole, rimanendo un po' incompiuta come sensazione a fine lettura.
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  • Sio incastonato in un'avventura tradizionale funziona, devo dire. Intini ne interpreta bene l'umorismo, che diventa così un condimento vincente per la storia. Qua e là c'è un po' di testo in eccesso, ma nel complesso ho visto la volontà di rifarsi a modelli un po' più autorevoli rispetto alle precedenti prove.

    Ho adorato Artibani, in ogni caso. Non sono certo di aver afferrato tutte le regole dei viaggi nel tempo, così come se le è figurate per questa storia, tuttavia si vede tutto l'abisso che separa l'autore dalle nuove leve che infestano abitualmente il settimanale. E' una storia per certi versi "minore", nel senso che non è e non vuole essere un kolossal (come giusto). Eppure... cattura come poche altre cose che ho letto, e riesce ad appassionare il lettore alla curiosa vicenda intimista di cui è protagonista Topolino, lasciando persino spazio al sentimento nel finale. Al termine della lettura mi sono sentito sazio, di quella sazietà che provi quando sai di aver mangiato bene, e conosci l'etica e la genuinità degli ingredienti di chi ti ha preparato da mangiare. Perché difatto la questione sull'Artibani è che quello che imbastisce mi suona sempre "giusto", il suo Topolino mi sembra proprio lui e le sue storie mi sembrano proprio storie. E che io mi stia stupendo di questo non depone a favore della situazione generale.
  • In confronto agli ultimi numeri, questo Topolino 3141 è un numero sopra la (ottima) recente media. Apre il libretto Zio Paperone e la monetona nella terra dei talpuri (Sio-Intini), la prima storia lunga di Sio. Come prima storia Sio confeziona un'ottima prova in cui Zio Paperone si lancia in un'originale caccia al tesoro. Non manca ovviamente il lato comico-demenziale tipico dell'autore, fornendo delle divertentissime gag ([spoiler]in particolare Paperina che solleva senza alcun problema un enorme sacco di denaro :rotfl:[/spoiler])! Oltre alle gag, non mancano alcune idee originali come l'uso di Cuordipietra e Paperina o gli stessi Talpuri. Bella inoltre la citazione a Don Rosa, benché ad essere pignoli Paperino e i nipoti sono già andati in Australia con Barks, mentre qui dichiarano di non esserci mai stati. Perfetti inoltre i disegni di Intini, che si adattano bene allo stile dello sceneggiatore.
    Si prosegue con Topolino e il regalo dell'ultimo minuto (Artibani-Mazzarello), una simpatica storia scitta con maestria da Artibani. Infatti la storia è un bel insieme in cui si mescolano umorismo, viaggi temporali e sentimento che lascia molto soddisfatti al termine della lettura. Certo, Mazzarello non è forse la miglior scelta nei disegni, ma non è sgradevole. Tralasciando Antenna Magica - Amelia e la pozione scomparente (Sarda e Figus-Migheli), una debole storia umoristica che risalta soltanto per il cameo d'Alberto Angela, si prosegue con Zio Paperone e le pietrone autoriscaldanti (D'Antona-Perissinotto). La storia propone un classico affare bizzarro di Paperone, che procede secondo qualsiasi altra storia di questo genere. Tuttavia sia finale e l'insieme sono gradevoli, senza contare i bei disegni di Perissinotto.
    Chiude l'albo Paperino e le letture costose (Cirillo-Panaro). Lo spunto di base è intrigante e vedere Paperino ergersi a difensore della cultura pure, che viene condito con delle buone gag. Insomma un risultato più che buono a cui s'aggiungono i disegni dell'abilissimo Ottavio Panaro, in particolare nelle ambientazioni piovose.
    Da Socrate a Paperone:
    "Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta."
  • Ottima recente media... non allarghiamoci :P
  • topolino negli ultimi numeri aveva presentato storie di buon livello,ora col topo 3143 torna un po' indietro e lo fà non con il primo che passa in redazione bensi' con chi è da anni che sceneggia ma negli ultimi tempi sta dando prova di una preoccupante escalation di plot dove non c'è trama,uno svolgimento e una base minima di idee,bensi' gag forzatissime personaggi utilizzati fuori carattere( in stile egmont),30 tavole con svolgimento? all'acqua di rose e troppi spiegoni insulsi dove non succede nulla nel frattempo(in stile carlo panaro purtroppo :cazz: :cazz: ), nulla di personale contro l'autore,ma il suo operato ultimamente mi sembra alquanto discutibile... mi chiedo cosa ci sta a fare una redazione se la storia di punta del numero viene affidata a gente che palesemente non sta attraversando un grande periodo di forma,e quindi la ritengo la prima responsabile di ciò,d'ora in poi quando ci sarà questo autore starò attento a preservare i miei poveri occhi dalla lettura di queste amenità...
  • a parte faccini che mi sta deludendo parecchio negli ultimi due anni ,la sua storia è oscena ;_; nel resto del numero quantomeno le trame si reggono in piedi,tanto da farti apprezzare autori del calibro di sisto nigro...(non sto parlando di rodolfo cimino eh...)che scrivono qualcosa di carino,personaggi utilizzati al loro posto pur con una sceneggiatura zoppicante di per sè,e le stesso discorso vale per quelle di angelo palmas e giorgio figus :clap:
  • Vero, la storia di Sio è molto buona. Molto meglio che nelle brevi che pur essendo meglio delle altre brevi solite erano troppo sgangherate. Quando lessi lo storyboard non mi aveva fatto una grande impressione, la versione finale è molto meglio (in effetti, ma perché uno storyboard dovrebbe essere meglio di una versione definitiva? Anzi, in realtà, che ce ne frega degli storyboard in generale al di là di una questione prettamente filologica? Vabbè).

    Sicuramente c'è troppo testo inutile, ma su questo si può lavorare. Indubbiamente è però un lavoro più autoriale, una storia anche molto barksiana ad esempio nell'uso dei tormentoni che sembra non ci incastrino niente e poi sono risolutivi. Qualche gag funziona meno (Paperina e la tecnologia), altre di più (Battista che fa pagare le foto, il ristorante di Famedoro), ma dietro le gag c'è una storia valida. Il tutto aiutato da un eccellente Intini.
    Assurancetourix
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    L'ultimo episodio di Fantomius (ultimo in senso assoluto, pare, visto che nell'ultima vignetta il protagonista chiude il suo famigerato diario) mi ha dato l'impressione che Gervasio si sia leggermente rotto di questa saga e abbia voluto tagliarla in fretta e furia.

    Vuoi per i disegni "stanchi" (non sono un esperto, ma prendiamo come esempio pagina 12, in cui Cartesio cambia statura e stazza da una vignetta all'altra), vuoi per la trama con i soliti cliché dei travestimenti di Dolly Paprika e di Fantomius che mai una volta che sia una è in difficoltà, vuoi per il brusco cambio di rotta della trama...

    ...e qui se apro una parentesi non la chiudo più, quindi passo all'elenco:

    -quando è stato introdotto (ne Il Tesoro del Doge), Cartesio era un personaggio che andava in giro mascherato, a capo di una banda di scagnozzi inquietanti e competenti (e con un'alleata come Lady Senape), e che sotto la maschera rivelava un volto cattivo, serio, arrabbiato con Fantomius come se fosse una questione personale... mentre il Cartesio che si vede in quest'ultima storia è solo un bullo, con un atteggiamento per niente rancoroso ma semplicemente voglioso di trollare il gemello perché sì (si è scoperto che è riuscito a far espellere Copernico dall'università, quindi perchè continua anche oggi a tormentarlo? Perchè è un troll e un bullo)
    -due storie fa, ne Il tesoro di Francis Drake, alla fine della storia vediamo una foto dei due gemelli. l'uno col braccio attorno alla spalla dell'altro, sorridenti, e vestiti da neolaureati. Come si concilia questa foto con quello che vediamo oggi? Non si concilia, punto. Puzza solo di cambio di idea dell'ultimo minuto
    -lo scontro tra Fantomius e Paperone... io non rientro fra quelli che lo volevano a tutti i costi, ma almeno una giustificazione sensata del perchè Fantomius decida di non rubare i soldi di Paperone era d'obbligo. Invece la scusa "non ruberò i tuoi soldi perchè adesso ci sono le tue sorelle" sembra messa tanto per.

    Insomma, boh, l'impressione che mi ha dato è che Gervasio abbia voluto chiudere il tutto in fretta e furia e passare ad altro.
  • Ti quoto su Cartesio e sulla storyline un po' alla carlona, però questo non è l'ultimo episodio. Citando salimbeti dal Papersera:
    per quanto ne so dovrebbero esserci altre 4 storie in cui Gervasio dovrebbe mostrare l' evoluzione di un personaggio della saga ed arrivare fino all'anno (legato alla grande crisi storica) in cui Fantomius scompare dalla scena
  • Questo numero è piangioso.
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    Ottimo lavoro.
  • Topolinia 3146

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    Tutti fanno le recensioni di Faraci, Casty, Pk... ma della danese ne vogliamo parlare?
    [spoiler]Sequel di una storia che non ho letto, inizia in maniera abbastanza classica con Paperino che lavora al municipio e i nipotini che lo aiutano.
    La storia prende il via quando il nostro eroe RUBA il marchingegno di Archimede che, da quanto ho capito, serve ad aggiungere/togliere i color. Già qui sarebbe interessante capire a cosa diavolo serva un aggeggio del genere (l'unico esempio che Archimede fa è "portare il colore sui desolanti crateri lunari"... ma sti cazzi???
    Ma vabbè. Paperino rompe il congegno e metà dei paperopolesi diventa rossa e l'altra metà blu. Tralasciando che non si sa il perché o il come ciò avvenga, ciò che è veramente impagabile è la reazione dei cittadini: metà Paperopoli è rossa/blu, e di cosa ci si preoccupa? Di chi sono I VERI PAPEROPOLESI. Ma che cazzo? E' seriamente questa la preoccupazione maggiore.
    Qui e Qua si rendono conto della situazione e subito si rendono conto che la colpa è di Paperino. Non si sa come diavolo lo sappiano, visto che loro non sanno nulla del fatto che Paperino volesse rubare il congegno, la reazione più istintiva sarebbe dare la colpa ad Archi visto che il macchinario ce l'ha lui.
    I paperopolesi continuano ad attaccar briga sul colore (l'unico modo per rendere questa morale ancora più evidente è far diventare metà Paperopoli bianca e l'altra metà nera). I nipotini hanno la geniale idea di risolvere le differenze... mostrando UN CARTELLONE.
    I nipotini rischiano la vita e i paperopolesi cooperano per salvarli.
    Il finale poi è geniale: tutti i cittadini diventano VERDI, all'improvviso e completamente a caso. Ma niente paura, c'è Archi che spiega tutto: "Le vibrazioni cromatiche positive...", si vabbè.
    Alla fine tutti i paperopolesi tornano al loro colore originale (anche qui, completamente a caso senza nessuna spiegazione) e tutti vivono felici e contenti.
    Yippi.[/spoiler]
  • Una recensione degna di me :adore:

    Poi vabbè, de gustibus non disputandum est o come si scrive, ma c'è davvero da chiedersi perché Cavazzano abbia preferito passare a disegnare queste sceneggiature scrause e infantili piuttosto che risolvere subito le presunte incomprensioni con la direttora.
  • Topolino #3146 offre parecchie soddisfazioni.
    A partire dalla storia a cui è dedicata la copertina, quel Topolinix e lo scambio di Galli di Tito Faraci e Silvia Ziche di cui si sente parlare ormai da qualche mese.
    La seconda "parodia a fumetti di un fumetto", ad un anno di distanza da Dylan Top, sempre di Faraci, riesce complessivamente ad essere anche migliore della già buona e piacevole storia dedicata a Dylan Dog, forse perché gioca su un terreno già in partenza più vicino al comico: se da un lato lo stile narrativo disneyano (specialmente nella declinazione faraciana) portava una ventata di novità più inaspettata nel mondo dylaniato, dall'altro forse in alcuni punti risultava meno efficace, nonostante la grande similitudine di ruoli che evidenziava lo sceneggiatore sussisteva eccome.
    Con Asterix, invece, si gioca su un terreno narrativamente e filosoficamente più simile, e questo permette che le gag vengano percepite in modo più naturale e scorrevole.
    Ho apprezzato l'idea di non sovrascrivere i personaggi di Goscinny e Uderzo ma di citarli come "altri" dai protagonisti disneyani, che ricalcano le caratteristiche dei più celebri Galli solo in senso lato. Mi è piaciuta quindi l'idea dell'equivoco alla base del rapimento di queste versioni galliche di Topolino, Gambadilegno e Pippo, e approvo anche il rapporto burrascoso dei presunti amici Topolino e Gamba ;) ; mi sono poi divertito molto con varie battute sarcastiche che sembrano venire direttamente dalle sceneggiature di Faraci degli anni '90 e con la scena dei tentativi di Pippo di creare la pozione che rende forti. I disegni della Ziche sono adattissimi al contesto e contribuiscono con il classico segno dell'autrice a comunicare quel senso di leggerezza e divertimento che traspare dall'avventura.

    Di tutt'altro tenore è invece la storia di Casty, Topolino e qualcosa nel buio. Bellissima l'idea di scrivere e disegnare il tutto come se fosse un mockumentary, quindi visualizzando le vignette come se le stessimo guardando attraverso lo sguardo e la telecamera di Pippo (prima) e di Topolino (poi): l'ho trovata un'idea quasi sperimentale, quel famoso "passetto in più" nel pensare una storia che non sono in molti a fare, in grado di rendere una tecnica sicuramente non più originale in altri medium qualcosa di ricercato per il fumetto, Disney in particolare.
    Molto valida anche l'atmosfera horror che si respira, che nelle prime tavole ricorda moltissimo l'episodio I Mostri di Maple Street della serie Twilight Zone (Ai Confini della Realtà), anche se poi riprende influenze e istanze anche da Doctor Who. Un mix do horror e fantascienza assai intrigante, che costituisce infatti un'avventura molto solida e che il lettore si trova a divorare, dove il pericolo risulta palpabile e i personaggi tutti in parte.

    La terza gemma del numero è PKTube. Titolo inconsueto, ma che trova presto spiegazione fin da questo primo episodio di 6 totali: la storiella (così come le prossime) è costituita da una registrazione di vecchie cose accadute tra lui e Paperinik "fuori scena" durante PKNA, che l'intelligenza artificiale si riguarda con fare nostalgico mentre è insieme a Everett Ducklair, nella situazione vista nell'ultima tavola di Potere & Potenza.
    Alessandro Sisti l'ha pensata proprio giusta, l'idea è interessante, il titolo azzeccato, e tutto costituisce un omaggio perfetto a PK in occasione del ventennale. Anche la finezza di avere Alberto Lavoradori alle matite (qui con uno stile che, pur certo affiancato agli eccessi degli ultimi anni che non apprezzavo, riesce qui a mitigarli o a itegrarli meglio nell'atmosfera pikappica), ricostituendo di fatto il team del mitico Evroniani.

    L'albo si chiude con una trascurabile danese, seguito di una storia altrettanto trascurabile, che nemmeno gli svogliati disegni di Giorgio Cavazzano riescono a rendere interessante nella sua trama bislacca.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Questo Topolino 3146 è un buon numero, con 3 storie buone e una storia mediocre. Apre quindi il numero Topolinix e lo scambio di Galli (Faraci-Ziche), una spassosa parodia d'Asterix. Faraci scrive una spassosa sceneggiatura in cui i personaggi Disney vengon calati nell'universo gallico mantenendo i loro caratteri originali, dando nascita a degli spassosi scontri verbali. Bello anche lo spunto di base, ossia che i galli Disney non sono quelli del fumetto originale, ma appartengono a un altro villaggio [spoiler]che dà nascita al qui pro quo del titolo[/spoiler]. Perfettamente adatti alla storia sono i disegni di una più che in forma Ziche.
    Si prosegue con Topolino e qualcosa nel buio (Casty), in cui l'autore utilizza l'inedita tecnica del mockumentary per raccontare una storia di stampo horror e fantascientifico. La tecnica del mockumentary permette d'aggiungere un tocco in più al già inquietante insieme, stemperato da qualche trovata umoristica come Topesio. Certo, l'uso degli alieni non è una trovata molto originale, ma deve essere vista come una parodia di un certo tipo di fantascienza di serie B.
    Dopo queste due storie lunghe si passa a una storia più breve, ma altrettanto godibile, ossia Pk tube (Sisti-Lavoradori). La storia non è altro che la prima puntata di una serie celebrativa del ventennale di Pikappa in cui Uno osserva delle vecchie registrazioni sul suo passato con Paperinik. Il risultato è più che ottimo e i disegni di Lavoratori misti ai colori di Monteduro sono altrettanto gradevoli.
    Chiude infine il numero Paperino e i colori della città (Carol e Pat McGreal-Cavazzano), una storia con una trama poco convincente, ma retta dai bei disegni del maestro Cavazzano.
    Da Socrate a Paperone:
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