Re: [Topolino] Annata 2016
Inviato: lunedì 29 agosto 2016, 11:21
Secondo me non è questione né di perdita di italianità né di eccessiva internazionalità.
Anzi, BEN VENGA una perdita di quel sapore "italiano" che ha avvolto il fumetto Disney su sé stesso, in luogo di una maggior attenzione alla versione internazionale dei personaggi (l'esperimento Slam Duck è stato veramente ben riuscito).
E non è nemmeno una questione di mostrarci Paperino nella sua quotidianità, che invece viene fatto eccome, a volte bene e a volte male.
E' semplicemente una questione di punti di partenza da dove creare una storia. Quelli che oramai consideriamo autori evento - esempio Casty - lo sono perché partono da idee nuove ed esterne ai personaggi stessi, che vengono invece chiamati a "reagire" ad esse. Si inventano un "fenomeno" inedito, che può essere un'indagine, un'avventura, un viaggio o anche solo una burla se parliamo di Faccini, e su di essa lavorano di fino, intrecciando e cesellando. Il risultato è naturale, inventivo e paradossalmente "credibile" e quindi può ispirare e fornire carburante per anni e anni di storie.
Le nuove leve invece si sono purtroppo abituate a usare come punto di partenza i cliché stessi, giocando su di essi, provando a variarli ma difatto confermandoli sempre più. Gli spunti che van per la maggiore sono "E se invece i Bassotti per una volta invece di... facessero così... ?" , e per quanto possano tentare lo sceneggiatore alle prime armi, sono fortemente deleteri per il senso di vuoto che si portano dietro.
Il risultato di ragionare in questi termini è che il personaggio non viene svecchiato, ma appiattito. E alla fine della fiera ci si dimentica completamente della ragion d'essere che aveva nel momento in cui fu inventato. Personaggi nati come gag (i bassotti erano dei grassi trolloni creati in serie con nonno annesso, perfetti per tormentare Paperone) oggi non sono nemmeno percepiti come tali, e si prova a prenderli sul serio fallendo miseramente. Potrebbe essere utile in certi casi guardarsi indietro e tornare sui propri passi. Senza ottusa nostalgia, s'intende. Giusto per capire meglio di cosa si sta parlando, e coglierne lo spirito, ed evitare che fra vent'anni a forza di ricalcare i ricalchi si perda ogni somiglianza con l'originale.
Anzi, BEN VENGA una perdita di quel sapore "italiano" che ha avvolto il fumetto Disney su sé stesso, in luogo di una maggior attenzione alla versione internazionale dei personaggi (l'esperimento Slam Duck è stato veramente ben riuscito).
E non è nemmeno una questione di mostrarci Paperino nella sua quotidianità, che invece viene fatto eccome, a volte bene e a volte male.
E' semplicemente una questione di punti di partenza da dove creare una storia. Quelli che oramai consideriamo autori evento - esempio Casty - lo sono perché partono da idee nuove ed esterne ai personaggi stessi, che vengono invece chiamati a "reagire" ad esse. Si inventano un "fenomeno" inedito, che può essere un'indagine, un'avventura, un viaggio o anche solo una burla se parliamo di Faccini, e su di essa lavorano di fino, intrecciando e cesellando. Il risultato è naturale, inventivo e paradossalmente "credibile" e quindi può ispirare e fornire carburante per anni e anni di storie.
Le nuove leve invece si sono purtroppo abituate a usare come punto di partenza i cliché stessi, giocando su di essi, provando a variarli ma difatto confermandoli sempre più. Gli spunti che van per la maggiore sono "E se invece i Bassotti per una volta invece di... facessero così... ?" , e per quanto possano tentare lo sceneggiatore alle prime armi, sono fortemente deleteri per il senso di vuoto che si portano dietro.
Il risultato di ragionare in questi termini è che il personaggio non viene svecchiato, ma appiattito. E alla fine della fiera ci si dimentica completamente della ragion d'essere che aveva nel momento in cui fu inventato. Personaggi nati come gag (i bassotti erano dei grassi trolloni creati in serie con nonno annesso, perfetti per tormentare Paperone) oggi non sono nemmeno percepiti come tali, e si prova a prenderli sul serio fallendo miseramente. Potrebbe essere utile in certi casi guardarsi indietro e tornare sui propri passi. Senza ottusa nostalgia, s'intende. Giusto per capire meglio di cosa si sta parlando, e coglierne lo spirito, ed evitare che fra vent'anni a forza di ricalcare i ricalchi si perda ogni somiglianza con l'originale.