[Topolino] Annata 2017

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Letto ieri sera. Cheddire... altro bel pezzo di fumetto Disney. Complimenti alla coppia di autori.

    Ad Artibani perché, pur nel solco della parodia/adattamento di un qualcosa di preesistente, ha avuto l'accortezza di proporre un'opera a cui pochi avrebbero pensato. Non un classicone letterario, ma un classicone del cinema, e già questo è... originale. E poi perché l'opera scelta ha permesso di portare in edicola un fumetto dall'impatto visivo unico, in grado di proseguire sul solco delle recenti parodie... ma in modo diverso. E' stato dato a Mottura uno spazio di manovra tutto suo, permettendogli di mostrarci al meglio il suo stile, che - a differenza di quanto si disse con Moby Dick - è molto diverso da quello di Celoni, fatto di angoli più che di curve.

    E quindi complimenti a Mottura. Che ha portato in edicola il Fumetto con la F maiuscola, regalandoci scorci unici. Il fatto stesso che le tavole "normali" si alternino con le tavole "architettoniche" aggredendoci con il suo estro e i suoi guizzi l'ho trovato straniante ma bello. Specie quando la cosa viene portato all'estremo e ti ritrovi davanti a pagine come quella della distruzione della fabbrica, un vero e proprio artwork a sé con tanto di firma. Wow.

    Domande:

    Artibani: E' un bel po' che aspettavamo Metopolis, che se non sbaglio venne messa in cantiere poco dopo l'uscita di Moby Dick. Nel corso degli anni la storia è stata annunciata, rimandata, retitolata, riannunciata, riposticipata, fino ad arrivare finalmente oggi nelle nostre manine. Ci fai il making of di rito, portandoci dietro le quinte di questa lunga produzione?

    Artibani: La nuova tendenza delle parodie Disney ha visto formarsi alcune "coppie" artistiche che si sono rapidamente specializzate su uno specifico filone. Abbiamo avuto Enna/Celoni e la loro trilogia horror, abbiamo le opere di Radice/Turconi (che di recente hanno annunciato di essere al lavoro su Orgoglio e Pregiudizio) e così via. Si può dire che, alla luce di Moby Dick e Metopolis, anche tu con Mottura abbia dato inizio ad un "tuo" ciclo parodistico, oppure pensi di prendere altre direzioni per il futuro?

    Artibani: In generale quali altre tue storie dovremo aspettarci nei prossimi anni?
  • In giro si è parlato di un "Metopolis" dallo svolgimento troppo..." banale". Ecco il mio commento:

    La storia odora di capolavoro e memorabilità lontano da un chilometro. Riuscire a trasformare in storia Disney un film espressionista tedesco, muto, politico e di 90 anni d'età (arrivato a noi, a tutt'oggi, nemmeno nella sua versione integrale) non riesco nemmeno a concepirla come idea; figurarsi quando ne ho sentito parlare per la prima volta: la curiosità prese subito piede, alternandosi con un po' di sano scetticismo. Ma ai testi c'era Artibani, alle matite si sapeva da subito ci fosse Mottura... e i concept furono brevemente resi disponibili, in modo da far rimettere la sveglia a qualsiasi scimmia che avesse letto la notizia.
    Poi, più la data trapelata si avvicinava, più veniva posticipata, creando malumore e decuplicando l'attesa. Attesa finalmente finita, la storia è stata pubblicata: e CE L'ABBIAMO!
    Difficile poter apprezzare totalmente questa storia senza aver visto almeno una volta il film, ma una cosa si capisce subito: siamo al cospetto di una storia disneyana politica, altro che banale! E fare politica in Disney è come fare del nuoto in una palude: 'accomodati pure, ma non è detto che ne uscirai vivo'. La storia potrà apparire banale nel suo svolgimento, ma qui si parla di diritti dell'uomo, della macchina che sta lentamente rubando il posto alla persona, ci sono riferimenti al [spoiler]suicidio (Minny- anzi, la sua versione robotica- che si getta nel cuore di calore, con Topolino che la guarda attonito, ignorando che si tratti, appunto, di un robot)[/spoiler], ci sono i sindacati, c'è la rivolta popolare... e tutto questo rende una storia Disney banale?
    Dal canto suo, Mottura assorbe come non mai l'opera di riferimento, fotogramma per fotogramma, e non contento si fionda su altre opere inerenti, dal video di Radio Ga-ga dei Queen, fino a- ci scommetto- altre pellicole espressioniste tedesche. Sarò pazzo, ma nelle ombre sghembe e nelle locations oblique non si può non ripensare a "Il gabinetto del Dr. Caligari".
    La colorazione, poi, ha il difficilissimo compito di valorizzare e non affondare le superlative chine di Mottura. A proposito, di chi sono stavolta i colori? Lavoro ottimo, non c'è che dire, ma la curiosità di poter avere fra le mani, un giorno, la versione in b/n così come l'ha disegnata e inchiostrata Mottura stesso, è altissima.

    Questo non solo è fumetto Disney ai massimi livelli, questo è fumetto altissimo e punto.

    Mi piacerebbe sapere da Artibani qual è stato il processo che lo ha portato a scegliere, tra letteratura, fumetti, musica e cinema, proprio "Metropolis" (un film espressionista tedesco, muto, politico e di 90 anni d'età, arrivato a noi nemmeno nella sua versione integrale) come opera da omaggiare su "Topolino". Si tratta di scelta totalmente personale, o in parte anche redazionale? E, nella prima ipotesi, la redazione ha colto subito il potenziale di tale operazione o ha storto un po' la bocca? Inoltre, la scelta dei personaggi e dei relativi ruoli è stata difficile o è avvenuta spontaneamente?
    A Mottura vorrei chiedere come si è approcciato alla documentazione: è bastato vedere (e magari rivedere, e rivedere, e rivedere...) il film, o ci sono altre opere da cui ha tratto ispirazione (non solo cnematografiche)? E qual è stata la difficoltà maggiore che ha trovato nel disegnare e inchiostrare la storia? E' filato tutto liscio come l'olio, o qualche veduta/espressione dei personaggi/costruzione della scena lo ha messo un po' in difficoltà (si prega di non barare :D )?
    Ad entrambi: solo amando ciò che si fa, si possono raggiungere risultati eccezionali come in "Metopolis". Quanto amate l'opera originale "Metropolis"? E di chi è stata l'idea di realizzare la fantastica splash page dipinta, a pagina 67?
  • Indubbiamente una bellissima storia, con una prima parte perfetta e angosciante a cui fa da contraltare una seconda parte più movimentata ma ugualmente disturbante. Una storia politica come indubbiamente se ne vedono poche. Bravo Artibani, ma i massimi onori in questo caso vanno riservati a Mottura, che mi pare abbia sfornato qui un capolavoro di disegno che resterà nella storia come uno dei vertici dell'arte diseyana.

    Artibani: Il tono della storia è costantemente alto e non c'è spazio per qualche battuta di alleggerimento. Fin dall'inizio hai deciso di mantenere questo tono, o hai pensato anche a dare alla storia un tono più ironico o parodico?

    Mottura: Una cosa che mi è rimasta impressa è la sensazione di claustrofobia della città sotterranea, anche grazie alla colorazione. I colori sono opera tua in modo integrale o hai dato solo indicazioni sommarie?
    Assurancetourix
  • Domanda sia per Artibani che per Mottura: oltre all'opera di Lang, c'è stata anche qualche influenza dall'omonimo anime di Rintarō del 2001 ?
  • Una storia che resterà negli anni. Davvero un'ottimo adattamento del film di Fritz Lang, con dei temi politici poco appetibili per Topolino. Merito anche dei disegni di Mottura, che hanno permesso un'immersione totale nelle pagine, con disegni d'epoca perfetti, proprio come al cinema.

    Mi ha fatto venire voglia di rivedere il film originale, che avevo trovato spettacolare, ancora adesso, per la parte visuale, ma un po' debole per la storia. Comunque un film che ha fatto la storia del Cinema. Mi è piaciuto anche il riferimento al video di Radio Ga Ga dei Queen.
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    Il Topolino 3192 è un numero che DEVO commentare assolutamente.

    La storia di Enna e Tosolini con la banda cresciuta, oltre ad avermi ricordato -ma solo per la premessa iniziale- IT di Stephen King, mi ha anche messo addosso un'angoscia mica da ridere.
    Il tema è trattato all'acqua di rose (anzi forse non è trattato proprio e sono io a vedere più di quello che c'è) ma davvero, povero Paperino. è diventato adulto, ma, a differenza dei suoi amici, lui è rimasto bambino... in quasi tutti i sensi. Mentre gli altri hanno trovato lavoro, hanno un'attività, sono cresciuti psicologicamente (chi più chi meno) Paperino è rimasto un membro della Banda Disney, senza lavoro fisso, squattrinato, che non invecchia mai e che vive le più svariate avventure dal giorno in cui è stato creato.

    Ovvio che lo scopo di questa nuova storia di Enna non è fare del metafumetto, ma vedere il Paperino di sempre venire rigettato dai suoi quattro migliori amici, che a differenza sua sono riusciti ad andare avanti con le loro vite, mi ha fatto venire il magone.


    La storia di Panaro invece... è una trollata suprema. So che Panaro lurka e conosce i commenti di tutti, quindi con ogni probabilità lui SA di aver ormai decine di storie tutte uguali con cartigli ritrovati, viaggi verso luoghi esotici alla ricerca del solito oggetto magico, cattivi sgamabili che spiano i protagonisti e li pedinano per poi arrivare alla fine con le pistole spianate come novelli Kranz, eccetera eccetera eccetera.
    Anche in quest'ultima sembrava che il canovaccio fosse lo stesso, ma poi sono arrivato a leggere pag 145... [spoiler]e nella mia testa mi sono immaginato Carlo Panaro in versione Zeb89 che mi punta il dito contro e mi dice "Eh! Volevi! Guarda che faccia! Guadra che faccia! Non se l'aspettava!"[/spoiler]
    Insomma, per questa volta, non posso che dedicare a Panaro questa faccina:
    :adore:


    Un commentino anche per la bistrattata Roberta Migheli, che nella sua breve con Dinamite Bla ha dato la sua migliore prova da chissà quanto a questa parte.
    Per quanto riguarda il disegno dei personaggi e soprattutto dei veicoli (ci si vada a rileggere Topolino e l'inseguimento all'ultima indicazione per un paragone)
    ha fatto passi da gigantessa :fire:
  • Un plauso all'operazione enniana, per quel che mi riguarda.

    Non che fosse impossibile pensarci, ad una cosa del genere. Dopotutto in qualsiasi altro ambito fumettistico la risposta alla domanda sul futuro dei paperotti non sarebbe giunta dopo due decenni, ma prima. Anzi, bene che finalmente anche qui si inizi a capire dove tira il vento, e che il pubblico preferisce "credere" a quel che legge, senza doverlo considerare ingabbiato in epoche a compartimenti stagni.

    Non era nemmeno così difficile affrontare l'argomento, dato che il clima di revival ha contagiato tutta la narrativa, con film e serie tv che ci mostrano in ognidove delle reunion di personaggi invecchiati, che si ritrovano in nome di qualcosa.

    Quello che era davvero difficile era farlo BENE, gettando un ponte credibile fra due epoche. All'epoca avevo letto di persone che non riconoscevano in PP8 il Paperino adulto. Per me non è mai stato così, perché io ce lo vedevo eccome. Però da oggi ce lo vedo di più, e anzi trovo che veder rifluire queste linee caratteriali nella sua versione adulta abbia ulteriormente migliorato il personaggio, rendendolo più umano, più completo. Ottime anche le proiezioni di tutti gli altri, ovviamente, e ottimo il modo in cui viene gestita l'ipotetica "fine" dei loro rapporti infantili. Non viene detto da nessuna parte che il gruppo si è sciolto, anzi, il tutto viene lasciato giustamente sfumato, come è credibile che sia. Eppure il lettore attento noterà che alcuni personaggi si sono visti di più e altri di meno, Paperino e Louis ad esempio mi sembrano essere rimasti piuttosto assidui, mentre Betty Lou sembra essersi defilata. Quindi un gran lavoro su tutti i fronti, e insospettabilmente un lavoro ancora migliore proprio su Donald, unico personaggio che sembrava non aver bisogno della "cura" adultizzante. Bravo Bruno!
  • A me pp8 piace.
    <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
  • Su Topolino 3194 la bellissima storia di Marco Gervasio, Le strabilianti imprese di Fantomius – Dolly Paprika. Bei disegni, bella trama e soprattutto un grande approfondimento psicologico di Fantomius e Dolly, un duetto che si protrae fino all'ultima pagina.
  • Confermo, ottimo lavoro e un bel background per Dolly, degno di quello di Quackett che già avevamo letto.
  • Speciale Metopolis
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    La grande macchina non può *mai* fermarsi dice Minny ed anche il Sollazzo continua a produrre incessabilmente, anche se a volte non sembra. Ma voi non fatevi distrarre dalla sospetta tintarella di noi dello staff o da quel cumulo di boccali da birra rigorosamente vuoti: qui si lavora duro. E se proprio dovete farvi distrarre, fatelo con le risposte di Francesco Artibani: uno che del suo lavoro se ne intende, come avrete già constato leggendo su carta e come potrete constatare ancora una volta leggendo qui sotto...
    Valerio: E' un bel po' che aspettavamo Metopolis, che se non sbaglio venne messa in cantiere poco dopo l'uscita di Moby Dick. Nel corso degli anni la storia è stata annunciata, rimandata, retitolata, riannunciata, riposticipata, fino ad arrivare finalmente oggi nelle nostre manine. Ci fai il making of di rito, portandoci dietro le quinte di questa lunga produzione?

    Francesco: Il making è abbastanza semplice: il soggetto è stato approvato subito ma prima di passare alla sceneggiatura sono arrivate altre richieste e altre scadenze urgenti che hanno scavalcato la lavorazione di questa storia retrocedendola nella lista delle priorità. Alla fine però è arrivato anche il suo turno ed eccoci qua. Per il titolo c'erano varie alternative; io votavo per "Metrotopolis" ma suonava un po' ingarbugliata e dunque all'ultimo momento si è optato per il titolo attuale.


    Valerio: La nuova tendenza delle parodie Disney ha visto formarsi alcune "coppie" artistiche che si sono rapidamente specializzate su uno specifico filone. Abbiamo avuto Enna/Celoni e la loro trilogia horror, abbiamo le opere di Radice/Turconi (che di recente hanno annunciato di essere al lavoro su Orgoglio e Pregiudizio) e così via. Si può dire che, alla luce di Moby Dick e Metopolis, anche tu con Mottura abbia dato inizio ad un "tuo" ciclo parodistico, oppure pensi di prendere altre direzioni per il futuro?

    Francesco: Con Paolo lavoro benissimo da sempre e con lui condivido una serie di interessi. Il lavoro che stiamo facendo è quello di adattare dei classici – e poco importa che si tratti di classici della letteratura o del cinema. Quello che ci diverte è prendere una storia universale e provare a riadattarla ai personaggi disneyani. Per questo siamo passati da Melville a Fritz Lang; l'impresa è quella di provare a raccontare in chiave disneyana dei personaggi entrati nell'immaginario di tutti e procederemo in questa direzione anche con la prossima storia, tornando nel campo della letteratura e affrontando un titolo che ha avuto anche una celebre versione cinematografica, proprio come nel caso di Moby Dick. La prima idea era quella di affrontare Kafka ma lo abbiamo messo da parte per puntare su qualcosa di più lieve e spettacolare (dopo Metropolis un Kafka a caso sarebbe stato davvero troppo pesante da digerire).


    Valerio: In generale quali altre tue storie dovremo aspettarci nei prossimi anni?

    Francesco: Ci sono molte cose in preparazione e per gran parte di queste sono vincolato al silenzio più totale perché si tratta di storie particolari. Ma accanto a questi racconti ci saranno anche delle altre storie più "tranquille" e lo sviluppo di piccoli progetti. Quest'anno dovrebbe uscire la storia in tre puntate con il ritorno di Cuordipietra Famedoro, il seguito ideale di Zio Paperone e l'ultima avventura; in primavera arriverà invece la nuova storia di Pikappa, Il marchio di Moldrock. Sarà la mia penultima storia del personaggio e poi nel 2018 concluderò il mio ciclo di episodi con un'avventura particolarmente movimentata e impegnativa, sempre in coppia con Lorenzo Pastrovicchio.


    Brigo: Mi piacerebbe sapere da Artibani qual è stato il processo che lo ha portato a scegliere, tra letteratura, fumetti, musica e cinema, proprio Metropolis (un film espressionista tedesco, muto, politico e di 90 anni d'età, arrivato a noi nemmeno nella sua versione integrale) come opera da omaggiare su Topolino. Si tratta di scelta totalmente personale, o in parte anche redazionale? E, nella prima ipotesi, la redazione ha colto subito il potenziale di tale operazione o ha storto un po' la bocca? Inoltre, la scelta dei personaggi e dei relativi ruoli è stata difficile o è avvenuta spontaneamente?

    Francesco: La proposta di Metropolis è arrivata da Paolo Mottura e non ha dovuto insistere per convincermi. La redazione ha accolto immediatamente l'idea lasciandoci campo libero per tutte le invenzioni, scegliendo il cast a cui far interpretare la storia e permettendoci di rielaborare il racconto. Dopo Moby Dick Paolo voleva cimentarsi con un'altra storia insolita e, da grande appassionato di architettura qual è ha puntato la sua attenzione sull'opera di Lang. Il tema di Metropolis è straordinariamente attuale e dunque la storia non sarebbe risultata invecchiata. Resta senz'altro una storia atipica, se vogliamo anche complessa, politica – ma i personaggi disneyani sono degli attori bravissimi capaci di passare da una parte all'altra senza particolari problemi.


    Brigo: Solo amando ciò che si fa, si possono raggiungere risultati eccezionali come in "Metopolis". Quanto amate l'opera originale Metropolis? E di chi è stata l'idea di realizzare la fantastica splash page dipinta, a pagina 67?

    Francesco: Il film l'ho visto per la prima volta quand'ero adolescente e pur senza capirlo fino in fondo mi colpì tantissimo. L'opera di Lang mi piace molto ma non parlerei di un amore assoluto, ecco. Per quello che riguarda pagina 67 il responsabile è esclusivamente Paolo.


    Cianfa88: Il tono della storia è costantemente alto e non c'è spazio per qualche battuta di alleggerimento. Fin dall'inizio hai deciso di mantenere questo tono, o hai pensato anche a dare alla storia un tono più ironico o parodico?

    Francesco: Non ho mai pensato alla parodia, alla storia comica con elementi distorti in maniera dissacrante. Metropolis è un racconto unico e parodiarlo avrebbe significato banalizzarlo, impoverirlo e così facendo avrei vanificato il lavoro monumentale di Paolo. Di comune accordo con tutte le parti abbiamo optato quindi per un adattamento, tentando di avvicinare il pubblico più giovane a una storia che forse non aveva mai visto prima.


    Capitano Amelia: Oltre all'opera di Lang, c'è stata anche qualche influenza dall'omonimo anime di Rintarō del 2001?

    Francesco: No e ammetto anche di non averlo mai visto ma rimedierò appena possibile.


    Valerio: Chiudiamo con un fuori tema piccolo piccolo ma doveroso: ho apprezzato moltissimo Slam Duck ma non abbiamo mai avuto occasione di organizzare un Botta e Risposta a tema. Compensiamo qui: puoi parlarci di come è nato il progetto e di come sei riuscito a infilarci dentro tutta quella sensibilità "moderna" che ci piace pensare sia nata con Pk?

    Francesco: Il segno di Sciarrone ti spinge ad essere dinamico anche nella narrazione e i personaggi che ha creato per Slam Duck erano estremamente espressivi e ben caratterizzati. Ho pensato a delle trame più “sciolte” con una punta di realismo per quello che riguardava i rapporti tra personaggi e con un'evoluzione degli stessi protagonisti nel corso delle quattro puntate, applicando così quel concetto di dinamismo anche al racconto. In un certo senso, parlando di movimento, nelle intenzioni Slam Duck è più vicino a un cartone animato che a un fumetto.
  • Habemus responsa. :adore:
    Grazie alla redazione del Sollazzo e ad Artibani.
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    Paperino e il dollaro fatale (Secchi/Guerrini)

    Allora, io parlo da profano. Non ho mai letto Il Ventino Fatale, non so di cosa parli, quindi ho letto questo "remake" come se fosse una storia totalmente nuova.

    ...e ovviamente le mie impressioni a caldo e a freddo, come sempre, sono negativissime.

    Cioè, ma ci prendono in giro?
    Dalle prime cinque pagine sembrava promettere bene, si respirava quasi l'aria delle storie del Telefono Azzurro di Sisti e Cavazzano, mi stava salendo la curiosità per quale fosse esattamente il problema di questo nuovo personaggio, George...
    ...e la curiosità rimane, perché a pag. 16 è come se il dialogo tra lui e QuiQuoQua fosse stato tagliato (dai puntini di sospensione all'inizio e alla fine del baloon di George, seconda vignetta, si evince che la sua spiegazione sia stata moolto più lunga!).
    Comunque qualcosa si capisce. Il quartiere è malridotto, fa schifo, [spoiler]sembra l'Italia,[/spoiler] però basta, non capisce se George sia povero o è il Comune che è pigro.

    La famiglia dei paperi si prodiga per fare una colletta (colletta che poi verrà dimenticata nel nulla), si scopre che zio Paperone è il proprietario del quartiere e che solo lui può deciderne il destino. Però non vuole, e anzi progetta di spianarlo per costruirci un centro commerciale. Sembra che ci sia un segreto, qualcosa che noi non sappiamo riguardo a questo quartiere e di cui Paperone non vuol più sentir parlare... e invece niente, Paperone si rifiuta di aiutare perché è spilorcio.

    Poi il suo deposito si sfonda e il denaro precipita sottoterra. Toh! Vuoi vedere che adesso Paperone cambia idea perché adesso anche lui sa cosa significa vivere in un edificio malmesso? Magari il tema serio e attuale di questa storia è proprio questo! Il degrado degli edifici, la paura di vivere in una casa che può crollarti addosso alla prima scossa di magnitudo 0,5! Sono ammirato, questa rischia di essere una delle storie più mature e serie di sempre!

    ...col cappero. Pagine e pagine spese a piangersi addosso, poi per magia rispunta George che guarda caso è un inventore (ma Archimede dov'è?) e offre una soluzione per recuperare il denaro, in cambio della riqualificazione del quartiere in cui vive.
    Paperone accetta, ma solo perché ricattato, e alla fine della storia mentre il quartiere viene magicamente cambiato dopo un time-skip che manco Naruto, lo zione è ancora spilorcio e da questa storia non ha imparato un ca :cazz:

    Poi vado a leggere l'articolo di approfondimento, e lol all'ennesima potenza.
    Quali sono i tratti distintivi che hai mantenuto e quali hai voluto lasciare da parte?
    Riccardo Secchi:
    Volevo rendere la storia il più attuale possibile senza snaturare l'essenza della trama: la povertà e la responsabilità verso il prossimo. In accordo con la redazione ho scelto di focalizzarmi sul concetto di crisi economica che in questo periodo costringe tante famiglie di classe media ad affrontare ristrettezze e rinunce(...)
    MA DOVE?!? Con tutte quelle pagine spese a chiedere aiuto al sindaco e al deposito sfondato di Paperone l'unico tema che è passato è quello delle strade e dalle case poco curate da chi dovrebbe curarle, E BASTA! Non c'è alcun accenno alla povertà, e se c'era è avvenuto off-panel nella spiegazione tagliata con la forbice a pag 16.

    Con che coraggio hanno poi pubblicato quella risposta di Secchi, se anche un profano di Barks come me capisce che è una bugia colossale? Bugia che tra l'altro viene sgamata nelle due pagine successive, in cui ci mostrano le vignette della storia originale a confronto con quella di Guerrini... che guarda caso riguardano solo la sottotrama del deposito sfondato di Paperone, senza alcun accenno alla povertà che dovrebbe essere invece il punto focale.

    Davvero, non capisco di cosa dovrebbero vantarsi Secchi, Guerrini, la De Poli e la redazione tutta di una storia che dovrebbe essere un omaggio a Barks ma che in realtà è la fiera dell'appiattimento e della scoppiazzatura.
  • Credo che il tempo che hai speso a scrivere questo post che si indigna per una storia sostanzialmente inutile lo potevi spendere per recuperarti un capolavoro vero:

    https://www.facebook.com/pg/treettaricu ... 1193428660
  • Giù il cappello e leggiamo tutti l'ultima di Blasco Pisapia! :D

    http://www.ilsollazzo.com/articoli/rece ... rotolanti/
  • Spinto dalla tua recensione ho acquistato Topolino 3204.
    Livello delle storie buono e divertente, come la storia ecologica di Vitaliano e Mazzarello, ma l'apice del numero è appunto Paperino e la leggenda delle pietre rotolanti di Blasco Pisapia.

    E' una storia dall'impostazione classica, un viaggio in una terra lontana, in cui realtà e leggenda si fondono. Mi ha colpito la rappresentazione della Bretagna e dei suoi poveri abitanti, animati comunque da una vena di inesauribile ottimismo. Così come i caratteri di Paperino e Paperone, del tutto in parte.
    Bei disegni sullo stile di Barks, ma fatti propri, moderni e dinamici, senza scimmiottature. Bella la tavola con Paperone che rimugina sulla destinazione di Paperino e sugli venetuali profitti, e belle le pagine finali con la vecchia tuba davvero disperata. Complimenti!
  • Su Topolino 3206 bella storia che celebra i 100 anni del Giro d'Italia, Paperino e la grande corsa infinita, di Sisto Nigro e Paolo Mottura.
    Nigro coglie l'essenza del Giro, trasportandolo nel Calisota, restituendone bene il mito e l'epica, sfruttando bene Paperino e Battista. C'è pure la citazione del celebre passaggio di borraccia tra Coppi e Bartali. Paesaggi da rimirare di Mottura, specie quelli montuosi delle Montagne Sassose (Rocciose).
  • "Bravo, babbo natale del discount" :rotfl:
    Deve diventare una miniserie.
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    Ottimo lavoro.
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