da Sommo Zotnam » mercoledì 06 maggio 2020, 15:37
Letto Danger Dome, il secondo capitolo del "gagnorverso".
Davvero, sarà un problema mio, ma non ho capito a chi è rivolta questa storia. Chiaramente non è rivolta ai Pker classici, ma mi azzarderei di dire che non è rivolta neanche a un pubblico particolarmente adulto. Ma allora a chi? Un nuovo lettore, un ragazzino, sarebbe interessato a comprarsi un volumetto cartonato di 10 euro per una storiella di 48 tavole? E sia chiaro, il format dell'albo io non lo demonizzo. Ma è chiaramente un format che può interessare solo chi è disposto a sobbarcarsi una spesa simile "al buio": in questo caso, un Pker, o comunque un pubblico fidelizzato che segue il personaggio da tempo. Quindi si arriva al paradosso di una storia che si comprerebbe solo un certo tipo di lettore, ma che NON è rivolta a quel tipo di lettore, e che anzi cerca di accattivarsi un nuovo tipo di lettore che però non la comprerebbe. (Ma poi, anche se la comprasse, riuscirebbe ad accattivarlo? Davvero quel tipo di storia sarebbe più apprezzato da quel tipo di lettore rispetto ad altri? Indimostrato, finora).
Andiamo con ordine. Analizziamo prima la novità: i disegni. Premetto, io personalmente non mi sono stracciato le vesti per il Lavoradori di "Un nuovo eroe". Detto questo, Vian è un adattissimo nuovo acquisto, perfetto per PK. A volte troppo "deformed", ma comunque spettacolare: sarebbe stato perfetto già ai tempi di PKNA probabilmente, e spero che abbia un futuro pikappico radioso, possibilmente con un nuovo sceneggiatore che lo valorizzi. Sotto un Sisti o un Artibani farebbe faville. Ha un tratto originale che in alcuni tratti è meravigliosamente disturbante e inquietante, in senso buono, basti pensare alla seconda tavola, oltre alla . Ci sono problemi, certo, non dipendenti da Vian in sé: il disegnatore "eredita" certi personaggi ideati da Lavoradori, ed è un po' in difficoltà col loro character design. Non è colpa sua: è che quei personaggi "funzionavano" con il tratto di Lavoradori, ma col tratto di Vian rendono meno. Il personaggio di "Ed il Senzanome" è più mingherlino della sua versione originale, e gli evroniani mutanti (Tuiroon e i Decimator), con quegli occhietti chiusi sottili, non sono un granché a vedersi. A tal proposito basti fare il confronto tra la preview della storia che ha girato per mesi, lo schizzo della seconda tavola, con la versione effettivamente pubblicata: nello schizzo originale abbiamo un Vian a briglia sciolta e un Tuiroon assolutamente terrificante (di nuovo, in senso buono), nella tavola pubblicata abbiamo una versione forse più rispettosa del Tuiroon "lavoradoriano" ma molto meno efficace. Altro problema, che dimostra come i dialoghi e i balloon siano supervisionati esclusivamente dal disegnatore (in questo caso non è una colpa "originale" né di Gagnor né di Vian, dato che un problema analogo si è avuto coi balloon delle storie di Sciarrone e Sisti, negli Argini del Tempo e in Cronaca di un Ritorno): Tuiroon in realtà sarebbe una sorta di "sciarpa"/coda parlante, che si parassita sul corpo muto di un Decimator, ma in questa storia i suoi balloon di dialogo provengono sempre e solo dal "corpo", mentre a parlare dovrebbe essere la coda/sciarpa. Ripeto, è già successo con altri autori, ma già al secondo numero di due vedere inconsistenze un po' pesa: si tratta di cose sicuramente risolvibili nel prossimo capitolo però, quindi è una cosa che va fatta presente, senonaltro per evitare che si ripeta nel capitolo successivo.
Quello che invece dubito sia facilmente risolvibile sono i testi, i dialoghi. E qui passiamo alle dolenti note: lo sceneggiatore. Ora, io spero che la lettura di questo numero abbia chiarito a tutti, fugando ogni dubbio, che il problema non era il disegnatore (o non solo, al peggio). Perché questo capitolo ha esattamente gli stessi identici difetti del precedente, se non addirittura qualcuno in più. Perché se non capisco cosa succede in diverse scene, né con Lavoradori né con Vian (e non penso sia un problema mio, dato che io capivo anche cosa accadeva nelle pazze scene di massa di Guerrini), allora "FORSE" il problema non è del disegnatore, ma di chi scrive. Per il resto, il solito menu del Gagnor di UNE: caratterizzazioni molto forzate, personaggi vecchi e nuovi ridotti a cliché piatti e stereotipati persino nei litigi e nell'evoluzione delle relazioni tra loro, rapporti tra personaggi e character arcs "velocizzati" per motivi di spazio...in poche pagine effettivamente più di tanto non si può fare, ma ho già letto qualcuno che sostanzialmente giustificava lo scrittore dando la colpa al poco spazio. E prima il problema era Lavoradori, e poi il problema sono le 48 pagine...quand'è che il problema inizierà ad essere Gagnor? Nulla contro di lui, ma è semplicemente questione di prendere atto di come stanno le cose. Il problema non sono tanto le strizzatine d'occhio forzate fatte come compitino per il nerd scemo, il problema è direttamente la sceneggiatura...ma non solo, è ancor più a monte: l'impostazione. E da lì discende tutto. Da lì si arriva a una trama che vorrebbe essere complicata e pomposa ma invece è ridicola, le tecnobubbole che non sono tecnobubbole, i non-spiegoni, le iperboli da fanfiction svogliata, il coso potentissimissimissimo, la civiltà antichissimissimissima.
In breve, la cosa terribile della storia è che riesce ad essere banale e approssimativa e malgrado ciò risulta lo stesso confusionaria. Ed è evidente che non ci si capisce nulla non perché sia particolarmente complessa o ci sia un gran lavoro dietro, tutt'altro. In PKNA spesso non ci capivamo nulla: ed era bellissimo, ci piaceva pure, o comunque ce ne fregavamo, riuscivamo a mantenere la sospensione dell'incredulità anche se le famose "tecnobubbole" erano fatte apposta per non farci capire niente. In questo caso però, le tecnobubbole sono superficiali: restano incomprensibili, ma l'unica cosa che riesci a capire in questo caso è che sono fatte pure male, con parole a caso, fatte volutamente per confondere e buttarla in caciara ma senza un vero lavoro dietro. E inizi a vedere i fili. La sospensione dell'incredulità si incrina. Lo si vedeva già nella presentazione dei personaggi e dei loro rapporti: erano tutti archetipi e cliché, ma in maniera evidente e manifesta. Li vedi e non ti sembrano "reali" (nel senso di "credibili"), li vedi per quello che sono, espedienti narrativi. E a questo punto ti chiedi perché dovrebbe fregartene qualcosa di loro, del loro fato. E non è manco questione di "sono cresciuto troppo per questa roba ormai", dato che non solo le storie vecchie, ma anche diverse storie a fumetti nuove riescono lo stesso a generarmi quella sensazione di "credibilità". Non è questione di "siamo cambiati noi, le storie sono sempre le stesse ma non fanno più per noi". Se una storia è fatta bene si vede, se non lo è pure. Qua si vede, ed è il secondo caso.
E se una storia è fatta male, si inizia a dare peso alle cose su cui si sarebbe potuto sorvolare: se una storia è fatta bene, i buchi di trama e gli errori di continuity passano in secondo piano, o comunque ognuno di noi nel suo headcanon può immaginarsi una giustificazione plausibile. Se mi faccio andare bene i paradossi temporali assurdi di Carpe Diem, potrei passare pure sopra al fatto che Lyla conosca il significato di "grabbaga plutz" o che la Tempolizia sia così informata sull'intera civiltà evroniana: quisquilie, non sono neanche "errori" veri e propri. Nel precedente "Un nuovo eroe", che pure non mi è piaciuto, sono comunque riuscito a dare un senso alla Pikar nello spazio, immaginando fosse lo stesso velivolo (leggermente modificato) de "Il marchio di Moldrock", quindi non mi soffermerò su quelle cose. Ma ci sono cose che non possono essere catalogate come semplici "sviste", a "bloopers", a "leggerezze" a errorucci, perché minano proprio le basi dei personaggi. Insomma, io non mi ritengo un nerd impallinato solo perché "oso" lamentarmi del fatto che la sfera di Uno se ne vada a zonzo per il pianeta Shikaar. Il pensare che Uno sia una palla volante, e che in quanto tale possa non solo abbandonare la Ducklair Tower senza problemi, ma anche viaggiare nello spaziotempo, vuol dire proprio non conoscere il personaggio, vuol dire non aver letto non solo la "bibbiona" del personaggio, ma neanche una singola storia su di lui. Si parla delle basi, dei fondamentali, non sono cose "da talebani": semplicemente, se voglio leggere una storia con Uno, mi aspetto Uno. E tu, sceneggiatore, avresti il potere di...non mettercelo! Era necessario, Uno, in questa storia? Ciò che fa non poteva essere svolto da qualcun altro? Il presupposto del Gagnorverso si basa proprio su PK lontano dal suo mondo, che era anche un modo brillante per evitare errori di continuity o di essere imbrigliati dalle trame base di PKNA, PK2 e PKNE...e lo scrittore che fa? Due personaggi ripesca, e li ripesca pure sbagliandoli? Nessuno l'ha costretto a usare Uno e Lyla, nessuno l'ha obbligato a usarli così.
I personaggi, tra l'altro, sembrano più adatti alla terza serie reboot, PK-Pikappa ("Frittole", per gli amici): lì un Uno in bolla a zonzo per lo spazio non avrebbe stonato (oddio, in realtà anche lì aveva dei limiti, in una storia scritta da Lavoradori utilizzava un corpo robot per muoversi in giro!). Il fatto che Uno sappia esattamente quanto è antica la civiltà evroniana (improvvisamente un esperto di storia di Evron?) è più da "U.N.O." di Frittole che da quello "storico". E verrebbe quasi da pensare che Gagnor si sia confuso, mischiando elementi della prima serie con quelli della terza. Se PK non venisse chiamato "Paperinik" e se Lyla non facesse parte della Tempolizia, verrebbe davvero da credere che questa storia sia ambientata nell'universo "Ultimate" del Frittole. Ma probabilmente il problema è un altro: forse non è mancata comprensione dei personaggi, è un disinteressarsene, un "fregarsene", se vogliamo. Sostanzialmente Gagnor, invece di adattare la storia ai personaggi che ha scelto di utilizzare, adatta i personaggi alla storia, a costo di forzarli e snaturarli: piega ai fini della trama non solo le personalità dei personaggi, ma anche le caratteristiche base, come poteri e conoscenze. Improvvisamente possono muoversi a zonzo nello spaziotempo perché allo sceneggiatore serviva che avessero quel potere e si trovassero lì. Possono avere conoscenze vaste su civiltà aliene, riuscire ad analizzare una cosa in due secondi e a raccontartene vita morte e miracoli...semplicemente perché per lo sceneggiatore era utile che avessero queste capacità.
Io penso che questa saga dimostri purtroppo tutti i limiti di Gagnor nel fare una cosa appena più complicata di una storiella comica o parodistica. Se dovessi dargli un consiglio, mi sentirei di dirgli di non fare roba di questa portata se poi...non è portato. Non farmi una cosa super complicata con roba super antica super potente ecc se poi non sai nemmeno spiegarla decentemente. Non farmi una cosa contemporaneamente approssimativa E confusa. Vola basso, ragazzo mio! Questa storia è sostanzialmente una lunga scazzottata con non-spiegone.
E non si può neanche giustificarlo con la scusa delle 48 pagine che sono poche. Se sono poche, allora fai una cosa più semplice, più tranquilla, qualcosa per cui hai le spalle abbastanza larghe, qualcosa di maggiormente alla tua portata. E se devi proprio fare una cosa inutilmente complessa, almeno fai qualcosa che abbia un senso, perché così risulta invece una roba confusionaria che non ha dietro neanche un grosso sforzo, uno sbattimento, un volercisi impegnare o almeno far finta. Sembra un compitino svogliato per accontentare quelli che lui pensa siano i "nerd". Che ha dietro una concezione sbagliata di PK ("è Paperinik con però toni altisonanti e vanagloriosamente epici, roba supertecnologica complessa e incomprensibile a caso, super poteri e super cazzotti contro super mostroni" - NO) oltre che probabilmente dei nerd stessi e dei fumetti di supereroi.
L'ultima pagina della storia, che normalmente metterebbe curiosità () in questo caso, con questa impostazione superficiale, confusa e approssimativa mette invece un po' paura (). Anche le prime due pagine della storia mettevano un minimo di curiosità per il futuro, del resto, ma poi le premesse sono state inficiate dalla storia vera e propria dopo il prologo, insomma il succo dell'albo. Anche perché poi ad essere sbagliata non è tanto la "trama" in sè (anche l'idea base di "Un nuovo eroe" non era brutta), ma come si è detto l'impostazione generale dietro, a monte, oltre ovviamente alla realizzazione pratica e concreta. Potresti avere anche un piano, un'idea, una visione, ma se non sai rappresentarla in maniera diversa da una superficialata allora no, e allora è inutile nutrire speranze e aspettative.
E, come già detto, le varie strizzatine d'occhio (sì, abbiamo colto la citazione di "ineluttabile" la prima volta, non serviva ripeterla altre due volte, grazie) e i toni ostentatamente e forzatamente epici non fanno PK. Non basta copiare i cliché del fumetto supereroistico Marvel o DC per fare PK. Certo, PK nasce ispirandosi ai comics americani di supereroi. Ma appunto ispirandosi, prendendo spunto, a volte emulando, ma non essendo mai una brutta copia approssimativa di un fumetto di supereroi, e questo fa tutta la differenza del mondo. Gagnor non emula il fumetto di supereroi (che dice di amare, e non lo metto in dubbio, ma forse di amore superficiale), ne fa una parodia. Ed è questo che il ciclo di PK di Gagnor è, sostanzialmente: la caricatura di una storia a fumetti Marvel/DC, la caricatura di una storia a fumetti di PK.