

Quando ero piccolo e leggevo il Corrierino, il mio personaggio preferito era la . Adoravo le storielle di due pagine della Stefi, così buffe, così vere, che raccontavano una quotidianità fatta di piccole cose. Mi faceva ridere soprattutto il fatto che il mondo interno alla Stefi fosse così volutamente banale, con modi di dire e atteggiamenti assolutamente ordinari e già visti in cui ritrovarmi. Poi mi piaceva da morire il lato grafico, tutto scarabocchioso, tipico della Nidasio (quella del Piccolo Mugnaio Bianco, ricordate?) col suo graziosissimo caos di straordinaria espressività, che con due sghiribizzi riusciva a rendere la giusta espressione che avrebbe una vicina di casa impicciona o una nonna campagnola mentre si chinano a salutare una bambina di otto anni. E in tutto questo mi piaceva da morire anche la colorazione, acquerellata, con tonalità a volte cupe, a volte chiare, che si mischiavano spesso e volentieri in guazzabugli di rara atmosfera. Le storie che prendevano spunto dalle immaginarie pagine del suo diario variavano dalle esperienze più comuni (andare sull'autobus con la mamma, passare le vacanze in colonia) agli sproloqui/riflessioni con cui Stefi raccontava il suo mondo passando per le rappresentazioni fantasiose con cui si calava nei panni di questo o quel personaggio di un libro letto o di un fatto storico appreso a scuola. C'era varietà insomma. Amavo la Stefi e il suo mondo, col papà Amedeo, il fratello rompiscatole Cesare, lo zio 'Chille, il compagno di scuola snob Eziomaria, la Pontiroli, bambina con le adenoidi. E poi c'era Valentina, la sorella maggiore. Lei, come ogni altro veniva descritta dalla Stefi con una prospettiva dal basso, e quindi leggermente distorta. A leggere la Stefi ci si faceva un'idea piuttosto comune di Valentina, quindi non potreste immaginare la sopresa con cui anni dopo appresi che era lei la reale protagonista del fumetto e che la Stefi non era altro che il suo spin-off. Recentemente siamo stati omaggiati dal fantastico mondo dell'editoria di ben due volumi: una best of della Stefi e il primo volume (di tre o di quattro, non si sa) della cronologica integrale di Valentina Mela Verde - questo il titolo della serie - edito da Coniglio Editore. Grazie a questi due volumi ho potuto farmi anche un'idea di come andarono effettivamente le cose:

Dunque: tutto inizia da qui. La Nidasio, sul Corriere dei Piccoli inizia questa serie in uno spazio sperimentale nato per le adolescenti. Dopo un breve lasso di tempo al Corriere dei Piccoli verrà affiancato il Corriere dei Ragazzi, e Valentina Mela Verde verrà dirottato lì, considerato un luogo più consono dove sviluppare la serie, che continuerà fino alla chiusura della testata, avvenuta nel 1976. Dal '69 al '76 dura quindi tutta la serie, che viene raccolta a colpi di due anni e mezzo alla volta in questi volumoni del costo di 24 euro l'uno. Il volume ha un introduzione fatta da Tiziano Sclavi in cui si parla del suo rapporto con la Nidasio e la si considera una sorta di autrice di graphic novel ante litteram. Le storie raccolta arrivano fino al Natale del '71 e in esse si dipana l'epopea di quella che potrebbe essere una ragazza degli anni '70 realmente esistita. Perché questo colpisce del fumetto, il suo rappresentare un'epoca senza stucchevolezze, ma con una genuinità incredibile. Sebbene la serie ingrani solo dopo un po', e all'inizio lasci un perplessi lo schema basilare secondo cui Valentina racconta un'esperienza quotidiana e poi al termine vada a parlarne con la zia Dina, sorta di alter-ego della Nidasio, si fa presto a lasciarsi conquistare dagli eventi. Piccoli, minimalisti, veri e assai divertenti. Ed è bello, per chi leggeva già la Stefi, ritrovare quello stesso mondo intatto e anzi approfondito e raccontato nel dettaglio, vedere quegli stessi parenti e comprimari, Stefi compresa, venir esplorati meglio. Andando avanti nella lettura il fumetto perde sempre più quella connotazione rubricosa che ha all'inizio (la cui impaginazione risente di questi box-consigli, qui lasciati vuoti) per diventare deliziosamente narrativa. E il tutto, pur raccontando il mondo dal punto di vista di una ragazza, non rinuncia a divagazioni maschili, specie quando la parola la prende il fratello sbruffone e racconta direttamente le sue esperienze. Insomma, pur partendo leggermente scettico sull'impostazione adolescenziale mi sono dovuto ricredere, anche se tuttora trovo paradossalmente più disincantata la visione che avrà poi di questo stesso mondo la Stefi, rispetto a quella più sognatrice e entusiasta di Valentina.

E poi tutto prosegue qui: quando il Corriere dei Ragazzi chiude, la serie di Valentina si interrompe e tocca alla Stefi riesumare il suo mondo, nuovamente sulla pagine del Corriere dei Piccoli. La cosa presumo sia iniziata in concomitanza del passaggio di consegne e si sia conclusa intorno alla metà degli anni '90 quando il Corrierino ha chiuso. Il personaggio è però sopravvissuto come opinionista per le vignette dei giornali e con un cartone animato recente (). Pur ricalibrando il punto di vista, il mondo rimane lo stesso, anzi guadagna quel disincanto alienato deliziosamente infantile che lo rende ancor più una perla. Il volume in questione non è una cronologica anzi raccoglie tematicamente alcune storie, ed è un vero peccato visto che in fin dei conti non penso che di Stefi esista tutto questo materiale e che in un paio di volumi di questo tipo si sarebbe riusciti a raccogliere tutto. Leggere questo volume ovviamente è stata un'esperienza epifanica, per motivi personali, visto che una storia sì e una no erano rimaste ben impresse nel mio immaginario infantile, sepolte dietro scaffali di altra roba. Solitamente quando si rinviene questo tipo di materiale di tende a rimanere delusi ridimensionandolo, ma così non è stato e la cosa mi ha fatto capire che anche se ero piccolo avevo un buon intuito per le belle cose.