[Leo Ortolani] Rat-Man

Da Lupo Alberto ad Asterix passando per Rat-Man e i Puffi con tappa nell'euromanga di derivazione barbucciana, nato in Italia e trapiantato in Francia.
  • PORTAMANTELLO ha scritto:
    Bramo ha scritto:Ma come farebbe l'Ombra ad influire su eventi del passato già avvenuti, cambiandoli? E soprattutto... l'Ombra ha ormai preso possesso del corpo di Rat-Man, perché dovrebbe andare a eliminare l'esistenza del supereroe?
    Abbiamo scoperto un paio di n-logie fa che l'Ombra nasce proprio per spargersi come un sudario sulla timeline ed ora può riscrivere nuovamente la realtà perché non c''è più una Luce ad ostacolarla.
    Perché? Lo fa *proprio* per eliminare quell'ostacolo, cancellandolo sul nascere. Dopotutto, non è un mistero che l'Ombra sia totalizzante e non tolleri affronti: potrebbe accontentarsi di aver eradicato la sua nemesi nel "presente", certo, ma se lo facesse non sarebbe l'Ombra.

    Ovviamente Leo può tornare su questi aspetti, approfondirli ed elaborarli, ma le risposte essenziali direi che ce le abbiamo già. ;)
    Che mondo sarebbe, senza Portamantello? :P
    Grazie per queste dritte, degna dimostrazione del fatto che dovrei rileggere la serie da cima a fondo perché ormai con tutte queste n-logie mi perdo alcuni passaggi che si rivelano magari pure importanti per lo sviluppo della storia :oO:
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Rat-Man #111 - Nel nome del padre

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    È un numero difficile da giudicare, questo.
    Ad una prima lettura sembra infatti che la vicenda in corso d'opera proceda ben poco, stavolta. La sensazione credo derivi dal modo rilassato con cui Leo Ortolani ha realizzato la sceneggiatura e dal mistero, che tuttora permane, su questo viaggio nel tempo affrontato da Valker, che ci permette inoltre di tornare in modo inedito su situazioni e personaggi già visti anni fa durante le n-logie che narravano gli anni giovanili di Rat-Man.
    Ma in realtà la storia sta proseguendo eccome: Valker contatta il padre, porta Deboroh ai Laboratori di Altrove, rivede Kalissa, Jorgesson e gli altri professori, si confronta con il fratello Joba... e viene tradito, secondo quelle modalità che l'Ombra ha sempre usato per farsi strada.
    In realtà, comunque, più che sui fatti la storia si basa sui sentimenti: le sensazioni che Valker prova nel parlare con suo padre e nel rivedere Kalissa sono infatti rese molto bene tanto descrittivamente quanto raficamente, e permettono al lettore di vedere questo viaggio indietro nel tempo non solo come una missione per far sì che il giovane Deboroh viva il suo destino, ma anche come un percorso doloroso e sentito da parte del vecchio Janus.
    Janus Valker che sempre più assurge a protagonista di questa nuova saga, a discapito del futuro (forse :P )Rat-Man: ma va bene così, lo ritengo il giusto tributo ad un personaggio sfaccettato e delicato come lui. Tra l'altro questo consente di usare Deboroh come fonte di gag verbali e visive molto divertenti, in pieno stile Ortolani dei tempi d'oro, forse anche grazie a questo setting particolare.
    La storia prosegue quindi in modo fine e soddisfacente, e mi riconfermo soddisfatto e curioso di capire come proseguirà.
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  • Sono due numeri che non commento, io, invece e non va mica bene.

    L'idea che mi sono fatto di questa nuova n-logia sia che è tanta bella roba. Ma veramente tanta bella roba, che porterà ancora a tanta altra bella roba.

    Ma.

    Ma c'è qualcosa che sotto sotto ribolle e crea un'interferenza nella lettura, impedendomi di godermi al 100% tutto quanto.

    Il punto è che la mitologia di Rat-Man è bella ma difficile, non prendiamoci in giro. Ed è difficile perché Ortolani l'ha creata andando avanti e indietro, con retcon artistiche e narrazione scronologica, spesso discontinua e intervallata da altro. Il lettore abituale ovviamente non la ricorda, non la capisce, perché non l'ha mai davvero assimilata per benino. Per assimilare le cose serve che il cervello al momento della registrazione dati sia predisposto in un certo modo, serve che il dato sia trasmesso in modo pulito, serve che le cose non si accavallino. E purtroppo ciò non è successo.

    Cose come la "rattologia" di qualche anno fa diedero un bell'aiuto a questo lavoro di correzione dati assimilati male, e lo stesso vale per tanti altri piccoli riferimenti e ricapitolazioni nei quali ci siamo imbattuti di recente. Però secondo me, certi accorgimenti andavano supportati meglio. E mi riferisco proprio agli editoriali di Plazzi, che è tanto buono e caro ma che non ha mai fatto un recap che fosse uno. Cose come "questa storia qui è per veri espertoni" oppure "Leo non è solo tutto, è pure di più" credo che per il punto a cui è arrivata la saga non bastino più. Se mai sono bastati. Serve altro, serve riassumere, inquadrare, ripetere, far entrare nella testa del lettore alcuni concetti che possano facilitare la comprensione, la memorizzazione, in pratica l'acquisizione dei dati, per poter seguire meglio la storia.

    Ecco perché ritengo che in una situazione già molto "instabile" e faticosamente decifrata, mettersi anche a giocare con le timeline, modificando il passato sia un po' disorientante.

    Non che la cosa metta in crisi ME, ovviamente. Ma non posso fare a meno di sentire odore di pericolo, ecco.
  • Ma ad ogni intervista Leo cade dalle nuvole e dice che sta improvvisando tutto o quasi. Per me a 'sto punto è meglio aspettare la fine e poi fare una cronologiona dettagliata e ad uso e consumo dei lettori futuri.

    Per quanto riguarda il #111 l'ho trovato un numero bellissimo, degno erede della saga Criminale (l'ultima saga bellissima).

    Il mio "MA" è che Valker a parole confuta l'ancor più bel finale di quella bellissima saga, dove Kalissa era l'unica luce accesa nel palazzo buio, mentre qua dice che è morta. Ecco, io spero che sia solo Valker a non sapere di averla salvata, e che invece il Leo lo sappia e ne tenga conto nei prossimi numeri.
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    Ottimo lavoro.
  • Ma in quel finale mica c'era Valker, è ovvio che lui non lo sappia.
  • Star Rats - Episodio III: La Vendetta Colpisce Ancora

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    In questo periodo in cui la Forza scorre potente nei nerd di tutto il mondo, uno dei nerdaccioni italiani di maggiore spicco non poteva rimanerne insensibile :P
    Come Leo Ortolani auspicava circa un anno fa, all'uscita di Star Rats - Episodio II, giusto in tempo per celebrare l'avvento nei cinema del nuovo capitolo di Star Wars ecco uscire anche un capitolo nuovo di zecca del suo Star Rats.
    Star Rats - Episodio III: La Vendetta Colpisce Ancora non rappresenta solo il modo per "cavalcare l'onda" del rinnovato interesse dell'intero universo verso la saga creata da George Lucas, ma costituisce soprattutto la conclusione della trilogia-prequel inaugurata ormai 10 (!!!) anni fa con Episodio I e proseguita, come si diceva, l'anno scorso con il seguito.
    L'ho trovato un ottimo capitolo. Già la storia dell'anno scorso l'avevo personalmente gradita, ma i pochi dubbi lasciati da quello che era un capitolo di mezzo vengono qui soffiati via da una conclusione di story-arc di grande effetto. Vengono ripresi, coerentemente con questo già visto, i protagonisti e le situazioni già noti dai precedenti capitoli, mettendo in scena alcune idee molto buone e raffinate come la vita matrimoniale di Pietreppaolo con la Principessa Pupilù, che per bocca dello stesso protagonista rappresenta il post-lieto fine che di solito nei film non si vede ma che nasconde numerose insidie ben distanti dal "vissero felici e contenti".
    Colpisce la grande fedeltà con cui vengono riportati alcuni passaggi di La Vendetta dei Sith, in particolar modo il momento in cui il protagonista cede al Lato Oscuro difendendo il Signore Oscuro dall'attacco del Maestro Bellachioma e ovviamente quello iconico della "vestizione" di Anakin/Pietreppaolo nella nera armatura. Non che negli altri Star Rats non ci fossero riferimenti diretti a varie scene delle pellicole di riferimento, ma trovo che in quest'occasione Leo si sia attenuto più fedelmente allo svolgimento del film, ottenendo un risultato di grande effetto.
    Come negli altri episodi della saga, comunque, l'elemento principale è la comicità. Molto più libera dalle pastoie della continuity che sono al centro degli ultimi numeri della serie regolare, l'ironia sfoggiata in questo volume è sullo stesso tono di quella degli altri Star Rats e del primo Ortolani, quella fatta di giochi di parole, tormentoni riproposti sempre con qualche rielaborazione che non li mandano mai a noia (in questo caso ancora la gag sul Maestro Yodel pupazzo, ma anche gli "scherzi olografici" e le battute sulla tosse di Trakea :rotfl: ) e velati riferimenti grevi/sessuali porti sempre con il senso del ritmo e dei tempi comici.
    Al di là di questo, comunque, anche la trama viene curata dall'autore, che oltre a seguire la trama del film originario riesce a portare a compimento l'arco narrativo di molti personaggi visti in Episodio I ed Episodio II e a riallacciarsi in modo efficace al primo, storico Star Rats.
    Trovo in definitiva che con questa saga Leo abbia fornito un'ottima prova che, pur minata da una certa incostanza nella gestione complessiva, ha saputo offrirci un Ortolani splendidamente a briglie sciolte, con un concentrato di divertimento non da poco.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Rat-Man #112 - La fine di Valker

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    Bel numero.
    E sì, Leo ormai sembra fossilizzarsi sulle stesse riflessioni sui personaggi e pure quando scrive in continuity pare incartarsi nelle stesse considerazioni pseudo-filosofiche già viste in altre salse. Ma se vogliamo essere un po' più corretti e scavare un pochettino più a fondo della questione, potremo scoprire che per quanto Valker sia già stato visto sotto molteplici profili nel corso degli anni, attraverso quel processo di maturazione che l'ha portato da classica nemesi dell'eroe a personalità più complessa, mai è stato fatto come ora, in una quadrilogia palesemente e completamente dedicata al solo Valker e in cui vengono tirate in balle diverse questioni. Basti solo pensare al viaggio nel tempo che [spoiler]in realtà non è tale ma solo una sorta di metafora su come la moritura mente del personaggio cerchi di raccogliere le forze per non arrendersi[/spoiler].
    Questo episodio che chiude la run "ermetica" sul personaggio è dotato di una significativa potenza stilistica e tematica, che si evince sia nella catarsi presente in ogni pagina, sia nelle tavole che riescono a cogliere attraverso vari stratagemmi (le splash-page, ad esempio) l'importanza degli eventi visualizzati.
    L'ultima tavola ricollega finalmente il tutto allo scenario che avevamo visto più di un anno fa, con Rat-Man posseduto dall'Ombra. Come se non bastasse questo a dare speranza ai lettori, Leo rimarca nella pagina della posta che ormai è decisamente intenzionato a portare avanti la sola continuity della serie senza altre pause o intermezzi vari (che oltre alle parodie stile The Walking Rat potrebbe riferirsi anche a saghe più "intimiste" come questa): insomma, pare che la famigerata "corsa verso il finale" parta *davvero* solo ora, e indipendentemente dalla durata non dovrebbe più conoscere soste. Il che, personalmente, mi entusiasma :)
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  • Non avevo commentato gli ultimi sviluppi.

    Star Rats III: esattamente come per il II, trovo che Leo l'abbia fatto perché si era detto l'avrebbe fatto, più che per effettiva voglia. La storia è carina ma è solo una pedissequa riproposizione bufa di Episodio III paro paro. Ho trovato mancasse quel quid che invece lui inserisce nelle altre parodie, quel qualcosa d'altro che emerge dalla storia e rimane nel lettore, sganciando la parodia dalla matrice. Inoltre, anziché dileggiare il film non ha fatto altro che sottolineare la ricchezza immaginifica che hanno i film della trilogia prequel, facendomeli apprezzare ancora di più, a dispetto delle goffate :P

    Sulla Fine di Valker sono dilaniato e scisso. E' una lettura eccellente, ben gestita, con una regia pazzesca, colpi di scena stordenti e un significato davvero bello che spiega definitivamente Valker e lo aggiusta, portandolo verso uno step finalmente del tutto nuovo. Inoltre non altera la timeline nel modo in cui tutti avevamo temuto, per cui ottimo. Però non posso fare a meno di pensare retroattivamente al fatto che tutta la quadrilogia ne esce come immaginaria, e che forseforse un tempo sarebbe bastato magari un albo o due. Insomma, una bella truffolona, dai :P
  • Rien ne va plus, les jeux sont faits:

    https://leortola.wordpress.com/2016/01/ ... ociclista/
  • Apperò, la decalogia, quindi.

    Bé, era ora, direi.
  • Ho apprezzato la quadrilogia, adoro Valker e comicamente questo albo era davvero eccellente.

    Ma.

    Ma forse tutta questa saga poteva benissimo essere ridotta alla seconda metà della Fine di Valker?
    Cosa ci ha raccontato questa storia? Sì, ok, Valker che fa move on.
    Ma parliamo pur sempre di un personaggio ampiamente sviscerato per tutta la serie. La spiegazione della sua caduta nell'Ombra l'abbiamo già avuta da angolature diverse: bello che ora abbiamo ne abbiamo una "più definitiva", l'architrave rispetto a tutte le altre... Per il resto, però, non vedo grosse differenze da dove siamo partiti e dove siamo arrivati e ho un po' la sensazione che Leo sia andato parecchio a braccio. Un po' dispersivo rispetto a quello che voleva dirci.

    Anche perché l'avventura [spoiler]"mentale"[/spoiler] di Valker che fa i conti con le *sue* Ombre l'avevamo già avuta nell'eccezionale n-logia criminale. Qui abbiamo la closure, ma non mi è sembrato si avesse poi tanto da aggiungere.

    Ma forse la grande verità è che facendo un passo indietro, la trama orizzontale di Rat-Man è sempre stato questo. O forse sempre sempre no, diciamo da un'altra Fine, quella di Ratty nel #51.
    Da lì in poi la macrotrama è andata un po' in tondo. Un banale gioco delle tre carte travestito da un gioco di prestigio abilissimo, mozzafiato, virtuoso.

    E mi va benissimo, eh: è un testamento del talento di Leo di saper incantare, stupire ed ammaliare mentre perdo 50 euro perché ho puntato tutto sulla carta sbagliata.
    Fa parte del gioco e del divertimento.

    Spero che l'ultima saga sia diversa, però. Che Leo mi inganni come e meglio del solito, ma che quando abbia finito di farmi scomparire caramelle dietro l'orecchio abbia usato, nel frattempo, quelle stesse carte di sempre per tirare su un bellissimo castello.
    Che non sia (solo) la risoluzione dell'ennesima crisi del supereroe o delle tribolazioni della paternità, ma (anche) la risoluzione della storia di Rat-Man, dei suoi amici e dei suoi nemici. Della sua mitologia, del suo mondo, della sua storia.

    Io ci credo e ho fiducia: questi altri 50 euro me li gioco senza battere ciglio.
    Se li perdo, avrò comunque visto all'opera il miglior prestigiatore di sempre.
    Se vinco, beh, inizierò a credere alla magia.

    Checché ne possano dire quei signori laggiù, quelli con la divisa della Guardia di Finanza.
  • Su una cosa hai ragione, Leo insiste molto sulla "fine" di questo o di quello (che poi non è mai tale), sulle origini, sulle vere origini, sulle origni per davvero e su tutte quelle superproclamazioni là che sembrano esser state ereditate proprio dal fumetto supereroistico che di Rat-Man costituisce un po' "il lato oscuro".

    Gli rendo però merito di aver realizzato, in occasione della storia sul "muro dell'Ombra", una successione di eventi molto chiara, pulita e lineare in cui le cose vanno dal punto A al punto B senza troppi giringiro.

    Cosa che sembrava essere pure questa storia, almeno fino alle ultime "invalidanti" rivelazioni.

    Quello che trovo non funzionante è il ritmo di uscite, che ammazza totalmente e completamente qualsiasi capacità del lettore di reggere il filo delle vicende, o mantenere alta la tensione.

    A conti fatti l'ultimo avvenimento rilevante e memorabile della trama è che abbiamo Rat-Man/Ombra. Ed è una cosa che ho letto durante Lucca 2014. Nel frattempo abbiamo avuto gli zombie, che si sono pappati sei mesi di tempo, e questa storia barbatruccosa che se n'è mangiati otto. E fra due mesi si riparte dal Rat-Man/Ombra. Io magari riesco anche a raccapezzarmici, ma chiunque altro? La gente fatica a starci dietro, sto notando.

    Non è nemmeno una situazione tanto nuova, va detto. Tra Rat-Man che fugge e Rat-Man che ritorna passarono un paio d'anni di storie speciali o laterali, fra Rat-Man che sconfigge l'Ombra e Rat-Man che invece no ne passarono un altro paio. La morale della storia è che negli ultimi dieci anni la trama è stata Rat-Man che se ne va, che torna per trionfare, che non sa se andarsene di nuovo e che infine crolla. Ovviamente il tutto svolto benissimo, eh, con cose magistrali. Avercene. Però lascia perplessi. Sicuramente è una cosa che, qualora avessimo un finale con controcoglioni e tutti i tassellini al loro posto, potrebbe veramente riscattare e compattare questi dieci anni di continuity intermittente. In caso contrario, il fumetto rimarrebbe validissimo ma qualcosa si perderebbe.

    Una cosa però è certa. Gli editoriali di Plazzi così come sono NON BASTANO. Servirebbero introduzioni più consapevoli, che aiutassero il lettore a orientarsi, non semplici elogi semiseri dell'autore e dell'opera. Inoltre, avere storie a puntate senza un titolo preciso fa proprio schifo, rende difficilissimo capire la struttura e il piano dell'opera.

    Penso che gli Omnibus tanto odiati da Leo prima o poi vadano fatti e sistemino qualche cosetta.

    Infine: mi ritengo un po' deluso dagli inediti presenti nel Gigante e nelle agendine. Capisco le necessità commerciali ma io, fedele lettore della prima edizione, mi ritrovo così privo di materiali come la storia di Cap, del Punitore, la Gladiatora e via dicendo. E per averle dovrei comprarmi albi a caso di un'edizione che non è la mia. Leo in passato si era fatto portatore di una filosofia differente, che veniva incontro al fruitore fedele, per cui non pensavo mi sarei mai dovuto sentire penalizzato come lettore di Rat-Man.
  • Rat-Man #113 – Il Rat-Man

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    Come prevedibile, c’è poco da dire su questo Rat-Man #113. Il primo episodio delle n-logie del Leo nazionale non è mai stati ricco di eventi, se non nell’ultima tavola, ma era solitamente atto a preparare il lettore all’atmosfera che avrebbe respirato nei tasselli successivi e a preparare la scacchiera per gli eventi successivi.
    Tali ragionamenti valgono a maggior ragione per la saga più lunga di Rat-Man, che è anche quella più importante perché l’ultima.
    Il Rat-Man ha più che altro il compito di ricordare il punto narrativo a cui siamo arrivati in modo più approfondito di quanto fatto nella tavola finale dell'episodio precedente, non succede *realmente* qualcosa a livello fattuale, e infatti come in altre occasioni simili la forza di questa storia è nella messa in scena che Leo apparecchia.
    Attraverso il punto di vista dell’Ombra su Il Rat-Man e sulle sue abilità noi sappiamo qualcosa di più sulla gigantesca entità, attraverso gli intermezzi in cui il buon Deboroh sta sostenendo un colloquio con una psicologa (quando?) l’autore ne approfitta per evidenziare le assurde caratteristiche di questo strambo supereroe. Si tratta di vignette molto divertenti in puro stile Ortolani, dove si rivede quel Rat-Man più semplice prestato alle gag, che probabilmente racchiude comunque l’essenza più pura e originaria del personaggio.
    Ho apprezzato anche l’ambizione dell’Ombra di essere riconosciuta come Dio: sulle prime mi chiedevo perché solo nel corpo di Il Rat-Man avesse avuto questa spinta, ma il fattore delle voci dei bisognosi che le rimbombano in testa lo trovo determinante.
    È assolutamente impossibile dire adesso dove si sta andando e come si risolverà il tutto: siamo troppo lontani dalla fine. Ma questo primo tassello è ben fatto, con delle belle riflessioni, alcune tematiche da sviluppare che mi interessano e qualche buona risata. Senza contare che anche in Leo disegnatore qui si diverte, visto che le vignette in cui troneggia Il Rat-Man sono sempre epiche.

    In coda all’albo, oltre alla solita paginetta in cui l’autore ci prende per mano e ci spiega cosa abbiamo letto e cosa leggeremo e alle ultime strisce di Quelli di Parma, c’è il regolamento dell’Operazione Ratto.
    Ecco, se da una parte il mio atteggiamento verso un’iniziativa così smaccatamente anni ’80-’90 è di tenerezza e favorevole, dall’altra so che non mi metterò mai a ritagliare le pagine di questi numeri. Mi spiace per l’albo con il finale alternativo (che comunque immagino in qualche modo si riuscirà a leggere) ma visto che non si accettano nemmeno le fotocopie rinuncio senza troppe ansie. Anche perché essendo una pagina intera, mi vorrei proprio vedere ad attaccare 10 fogli tra di loro per terra in camera mia e poi piegare chissà quante volte il tutto per ficcarlo in una busta! :P
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Sì l'ho letto pure io, e devo dire di aver notevolmente apprezzato.

    Bella regia, belle idee, e soprattutto bei disegni. Leo si diverte un sacco a disegnare Il Rat-Man e si vede.

    Quanto alla continuity... ma sbaglio o ha davvero fuso insieme la Thea originale con la Aima dell'Incredibile Ik?

    Il concorsino mi smoscia, davvero, non ho assolutamente voglia di mettermi a giocare al ritaglio, e chissà se da qui a 20 mesi cambio idea. Anche perché tra storielle dell'agendina non ristampate sulla Collection e inediti su Giant, Leo mi ha già privato del completismo.
  • Rat-Man #114 – Non avrai altro Dio

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    Leo torna sull'annosa questione delle “storie semplici di una volta”, tema che ha già avuto modo di affrontare in passato, anche sull'albo appena uscito in edicola, il 114, secondo capitolo della lunga n-logia che porterà la serie al gran finale.
    Proprio in virtù di questo ruolo della storia, il lettore potrebbe rimanere spiazzato: il secondo tassello della saga conclusiva non fa proseguire la storia, che per più di metà delle pagine racconta una presunta vecchia avventura del classico Rat-Man, letta da Brakkino in un fittizio vecchio albo della serie.
    Non avrai altro Dio si pone quindi come una sorta di pausa di riflessione, che a ben guardare potrebbe anche essere il “modello” attorno a cui si assesteranno anche le prossime storie: chi ci dice che come commiato Leo non decida di focalizzarsi sui tanti elementi che hanno caratterizzato Rat-Man nel corso degli anni? Approfittandone nel contempo per mettere al centro ogni volta un comprimario diverso (come si nota anche dal logo in cover)? Sarebbe fattibile e, per quanto strano, per alcuni numeri ce la vedrei anche bene come idea :)
    Del resto questo mese abbiamo avuto una storia divertente e leggera, anche se “contrabbandata”: i Normali, fantomatico gruppo di persone che odia chiunque sia diverso dalla normalità che rappresentano, e soprattutto il loro leader, sono una tipologia di nemico spassosa e semplice da comprendere, in grado di fare anche della pungente satira su un certo tipo di persone. Funziona, funziona maledettamente bene... ancora di più messa a contrasto con l'altra metà dell'albo, quella ambientata nella realtà presente.
    Perché mentre Brakkino legge, Il Rat-Man reclama la sua attenzione. Il Rat-Man che vorrebbe ergersi al pare di Dio, vorrebbe essere il punto di riferimento di tutti quanti, partendo proprio dal figlio di Brakko, colui che più di tutti aspetta il ritorno di Rat-Man.
    Il confronto tra i due è splendido, sono pagine di grande bellezza scritte da un Ortolani ispirato, che si aiuta anche con i disegni pieni di ombre e tratteggi, molto d'atmosfera (e in contrasto con quelli più solari delle parti ambientate nel giornaletto).
    Insomma, gradito molto, divertito e anche coinvolto emotivamente. Un numero forte e convincente, il migliore degli ultimi mesi.
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  • In altre occasioni mi sarei lamentato. A otto numeri dalla fine un'altra storia così? Immaginaria, riflessiva, metanarrativa etc etc? Il Leo dispersivo degli ultimi tempi è stato spesso soggetto a critiche.

    Stavolta non me la sento, però.

    E' chiaro che sto giro Leo ha capito perfettamente dove andare, e questa consapevolezza si respira.

    Il fronte narrativo sui Brakko è delizioso, e come storia nella storia La Minaccia Normale è quanto di più geniale e satirico Leo potesse mettere in piedi di questi tempi.

    Infine abbiamo Il Ratman, che è ciò che veramente da la differenza. Penso che con questo personaggio, nella sua versione ibridata con l'Ombra, Leo abbia compiuto un'evoluzione grafica definitiva. I tratteggi, le ombreggiature, le influenze kirbiane ma soprattutto milleriane, quello stile graffiante, squadrato già l'avevamo visto, ma adesso che Leo gioca con la "fluidità" dell'Ombra il contrasto con la statuarietà del personaggio è forte, fortissimo. Stride, disturba e ha un impatto emotivo grandioso che lascia a bocca aperta.

    E fa ben capire che questa figura qui è il vero esito, il climax della saga di Ratman. Un unica entità che fonde insieme Ombra, supereroismo, debolezze ratmaniane, Dio. E con la quale tutti i personaggi uno alla volta faranno i conti e si confronteranno.

    Sì, mi piace.
  • E al numero CENTOQUATTORDICI ecco uno dei capolavori della serie. :oh:
    Bramo ha scritto:chi ci dice che come commiato Leo non decida di focalizzarsi sui tanti elementi che hanno caratterizzato Rat-Man nel corso degli anni? Approfittandone nel contempo per mettere al centro ogni volta un comprimario diverso (come si nota anche dal logo in cover)? Sarebbe fattibile e, per quanto strano, per alcuni numeri ce la vedrei anche bene come idea :)
    Io lo vado sospettando da Il palazzo (che per me è il finale della serie "de facto"). Cosa? Che Leo non abbia la più pallida idea di quale finale scegliere tra i millemila che gli sono venuti in testa. E che abbia pertanto deciso di proporceli tutti, a partire dalle n-logie post-100. Diciamo che dal #101 (per me) è tutto un "finale di Rat-Man": il finale di Valker, il finale della "parodia di Batman" e del fumettomondo, il finale di Deboroh (e ancora di Valker), i finali dei comprimari adesso e più avanti quelli dei Rat-Man, il finale del Ragno come omaggio.

    Non vedo l'ora di leggere il numero "Cinzia&Brakko"!
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    Ottimo lavoro.
  • Intervista ad Ortolani sulla pubblicazione delle sue recensioni a fumetti: http://www.badcomics.it/2016/05/intervi ... mo/112720/
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    Terzo capitolo della lunga saga finale in 10 parti di Rat-Man.
    Credo che stiamo assistendo ad un'escalation: se Il Rat-Man era buono ma introduttivo e giocoforza poco chiaro e se Non avrai altro Dio era divertentissimo e portava avanti il discorso dello scontro storie vecchie/storie nuove, ma rendendo confusa la direzione della saga, Il dubbio è forse il primo vero passo verso la direzione di questo lungo percorso.
    SPOILER VARI, EH!

    Riprendere Aima in ruolo attivo è il primo colpo ben assestato: viene dato significato alla sua comparsa nell'ultima tavola del #113, e viene anche contestualizzato nel tempo quel colloquio quasi "ambulatoriale" avuto tra lei e Rat-Man nello stesso numero. Vediamo infatti i due agire insieme all'interno della mente di Rat-Man nel 1995, o per meglio dire in una vecchia storia del 1995, una ristampa.
    È infatti l'Ombra nei panni de Il Rat-Man a chiarire al suo servo come sta funzionando: Deboroh è stato catapultato nelle sue vecchie storie a fumetti, costretto a ripetere ciclicamente tutta quanto gli è accaduto fino allo scontro con l'Ombra, dove perde e ritorna all'inizio, in una "ristampa" infinita. Ma come suggerisce lo stesso servo, forse nello spazio bianco tra la vignette c'è la possibilità che di volta in volta qualcosa cambi, e Rat-Man possa acquisire minuscoli cambiamenti che di volta in volta gli potrebbero permettere di arrivare a modificare le cose. E già il processo sembra iniziare in questa avventura, nella quale Rat-Man e Aima provano a cercare tra le varie personalità del protagonista quella della controparte ipertrofica dell'eroe, per poterla capire, conoscere e... avere gli strumenti per sconfiggerla quando sarà il momento?

    Ovviamente non ho la pretesa di aver capito fin d'ora il cuore di questa saga, anche perché dubito che sia tutto qui visto che Leo Ortolani scrive nero su bianco questa dinamica e questo mi fa pensare che ci sia senz'altro qualcos'altro all'orizzonte. Ma come impianto iniziale è senza dubbio stuzzicante.
    Continua inoltre a piacermi molto il confronto tra lo stile leggero delle parti con Deboroh e quelle più serie/cupe con Il Rat-Man. Anche in queste parti al presente non mancano le battute, ma è chiaro che l'attenzione è rivolta all'aria apocalittica che si respira, al contrario della situazione più spensierata vissuta dal "vecchio" Rat-Man.
    Apprezzo anche la differenza grafica che Ortolani applica ai due aspetti, milleriana e oscura nel presente e più classica nel passato, che contribuiscono fortemente al risultato di un fumetto ambivalente, completo e che celebra molto bene le due nature assunte negli anni dalla testata.
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