Ohibò, cos'è accaduto al thread su Lupo Alberto?
Proprio quando finalmente ritornava in edicola del materiale inedito, la vena recensoria e commentatrice si è seccata all'improvviso! O siamo tutti diventati improvvisamente indaffaratissimi? Per quanto mi riguarda, indubbiamente sì, lo scorso anno e questo sono stati (ed in buona parte sono ancora) cruciali per la mia non eccelsa ma inevitabilmente esigente vita reale, e quindi ho dovuto sacrificare al moloch del lavoro moltissimo tempo ed una marea di attività (sigh!), ed una di queste attività è stata proprio la costante frequentazione della Tana (arisigh!) nonché le recensioni dei fumetti che più mi piacciono (aTrisigh!), a partire proprio da Alberto.
A mia minima discolpa posso dire che ho proseguito diligentemente nell'acquisto mensile del Lupo, e che ho provato a sostenere il Magazine comprando almeno due copie di ogni numero (che depressione vederlo finire dopo soli quattro numeri invece dei previsti cinque... Ma se non riuscivo a trovarlo in molte edicole vuol dire che probabilmente vendeva eccome, no?)... ma certo, la community dei fan mi mancava molto, anche visto che ne fanno parte, con un onore che raramente fan possono vantare, gli stessi autori in primissima persona, da Michelon a Lusso a Cannucciari... Chissà se qualcuno di loro ha ancora la password per tornare prima o poi a deliziarci con le sue riflessioni?
Beh, per farla breve potrei avere qualche angolino di tempo in più libero fino a Pasqua, poi di nuovo mille casini fino all'estate... Proverò a fare qualche recensione degli ultimi numeri e soprattutto del magazine (l'articolo di Valerio è splendido, ma di numeri ne sono usciti altri tre, ognuno ricco di spunti e di riflessioni di alta qualità). Oggi cerco almeno di riattaccarmi al filo interrottissimo delle uscite mensili recensendo il numero preso ieri (con qualche giorno di ritardo) in edicola, che mi ha stupito con un'inedita di poche pagine ma molta qualità:
# 406
Con 'sta pioggia e con 'sto vento (Silver/Michelon), di 8 pagine, arriva a tre mesi dall'ultima inedita, la "Va tutto bene" omaggio a Bonvi che era apparsa sul numero 403 di Gennaio. Se all'epoca avevo gradito la storia a rovesciamento (sempre complimenti a Lusso, che in parallelo alle splendide del Magazine sa confezionare gioiellini simili), ma probabilmente mi ero perso qualcosa anche perché mi mancavano i riferimenti (di Bonvi conosco giusto Sturmtruppen e pochi altri frammenti
a cosa si riferisce esattamente l'"omaggio" citato in calce al racconto?), questa volta, a mio parere, la coppia Silver-Michelon centra il bersaglio (molto difficile, d'altronde, che una qualsiasi storia del creatore del Lupo possa non colpire nel segno), ed in pochissime tavole tocca in pieno le atmosfere ironico-macabro-surreali tipiche di storie quali le Halloweeniane di novembre degli anni d'oro della rivista. Il fatto che una ministoria simile arrivi ad aprile la rende del tutto inattesa e quindi molto più d'effetto, e l'asciuttissima sintesi dei testi di Silver rende perfetta una scenetta della durata di tre minuti che sembra uscita dal teatro dell'assurdo (anche per lo svolgimento in tempo reale e le inquadrature sembra realmente di assistere ad una piccola recita su un mini-palco teatrale). Non un capolavoro assoluto, per carità, ma una mini proprio ben fatta, che secondo me vale da sola l'acquisto del numero. Molto bello l'uso dei grigi, d'atmosfera, e la matita di Giac è sempre più raffinata
Le
tavole sono tutte senza intestazione, quindi in teoria dovrebbero essere tutte di Silver (Wow! il Maestro si supera in questi mesi!), ed in effetti lo humour silveriano c'è quasi ovunque - l'unica su cui nutro qualche dubbio è l'ultima, a pagina 34-35, che, per spazio molto ampio riservato ai dialoghi, mi pare più cannucciariana. Ma magari mi sbaglio io. O no? Solo gli autori possono rispondere
Tra una striscia e l'altra, la
posta non sta certamente vivendo il suo momento di massimo splendore, ed è anche comprensibile: una ventina d'anni fa, le lettere dovevano essere maree (immagino - non sono mai stato nella redazione) e spesso e volentieri avviavano discussioni lunghe ed articolate, mese dopo mese, con interventi e dibattiti su vari tipi di argomenti legati alla quotidianità dei lettori (ricordo, tanto per buttarne qualcuna, le questioni legate alle droghe, alla sessualità ed alle discriminazioni, al razzismo, ma anche agli episodi di sopraffazione ed ai traumi legati al servizio militare molto prima che i sociologi iniziassero a parlare di bullismo). Nell'epoca post-internet, post-newsgroup, post-forum e ormai quasi post-social, è chiaro che prendere come ambiente di discussione la pagina della posta di un mensile, con gli inevitabili sfasamenti di tempo, sembra a chiunque una scelta totalmente antieconomica e controproducente, con il risultato che le lettere, da 6-8 pagine, sono ridotte a due, e che gli argomenti tendono un po' a ripetersi, con l'inevitabile innalzarsi dell'età dei lettori. Avrei voglia di mandare una lettera al mensile per far partire qualche discussione, ma chissà... La mediterò bene, questo è certo
Il che porta, dopo la pagina (comunque sempre utile) delle
bufale in rete Questo mese l'ennesimo tentativo di phishing cui, a quanto pare, si continua a dar retta), ad una pagina di
last minut con una riflessione di Silver lunga, articolata e senza alcun disegno. Riflessione seria e tinta di sarcasmo amaro (talmente seria, anzi, che alla prima lettura mi aveva fatto preoccupare non poco sulle future corti del mensile), che riprende uno spunto proposto dall'articolo di apertura dell'ultimo Lupo Magazine (il 4) a firma Diego Cajelli, analizzando in modo molto sintetico ma piuttosto disilluso la situazione del fumetto come prodotto commerciale sempre meno redditizio. Al proposito credo ci sarebbe tanto da dire, ed ognuno potrebbe dire la sua. Credo che almeno una parte del problema sia legata ai tempi di consumo che sono sempre più brevi, con il fumetto che per sua natura è un ibrido tra prodotti a consumo breve (film, videogiochi) e prodotti a consumo lungo (i libri, ad esempio). Un discorso da riprendere, credo.
Le strisce di
Kika Non mi hanno mai fatto impazzire e non lo fanno nemmeno adesso, ma riguardandole dopo tanto tempo noto un certo filone che dalle schermaglie di amore-odio tra Kika ed il suo ragazzo arriva ad alcune celebri coppie della tv e della radio, da Marta e Gianluca a Nuzzo e Di Biase. Certo, è un po' come chiedere se sia nato prima l'uovo o la gallina, ma colpisce questa contaminazione fra generi, specie visto che non l'avevo mai notata prima.
Certo è, secondo me, che, arrivati sempre più vicini alle 200 tavole, ci si potrebbe chiedere se non ci sia proprio speranze di rivedere qualcos'altro di Cavezzali, ad esempio qualche Rock (negli ultimi anni in Italia di artisti indie-rock ce ne sono a bizzeffe)... Sarebbe bello vedere Zen Circus, Teatro degli Orrori, Luci della Centrale elettrica o affini rivisitati dalla matita caricaturale di Cavezzali
Nesusna speranza, eh?
Seguono le recensioni della rubrica
VLS, che, come cinema affianca ad un interessante Saviano un "After" che a me non dice molto (probabilmente per ragioni genrazionali), prosegue con una pubblicità (la cui analisi, onestamente, mi lascia perplesso: che senso ha raccontare la storia di un profumo sul Lupo? Potrei capire analizzare la pubblicità da un punto di vista di linguaggio cinematografico, come si fa con i film, ma raccontare la storia di un prodotto... Boh), poi un libro di Sandro Greblo, cooperante di Emergency, un thriller e due dischi di cui onestamente non ho ancora avuto il tempo di cercare samples in rete. Le recensioni, pur tra notevoli alti e bassi (e con il tallone d'Achille dell'inevitabile brevità, superabile forse solo rimpicciolendo di molto i font), rimangono a mio parere una delle migliori idee del Lupo degli ultimi anni: a volte ho conosciuto libri e dischi notevoli partendo proprio da qui. Forse addirittura una rubrica da potenziare.
Leggere e molto gradevoli (almeno tre del)le quattro vignettine del
Postit di Silver, una boccata d'aria fresca ed originale a mio parere.
Ultima parte del Lupo, la sezione "Vanity farm" con due ristampe:
Teste fine (Artibani/Michelon) e
McKenzie Memories - En-ri-Khaled l'egiziano (Burattini/Michelon), entrambe direi non proprio eccelse (secondo me Artibani non ha mai reso al massimo sul Lupo: il meglio di sè l'ha sempre dato sui Disney, da PK in giù), ma abbastanza buone per arrivare al fondo. Non ho il tempo di andare a cercare i numeri della pubblicazione originale, ma sicuramente in libreria li ho perché entrambe non mi sono nuove.
In conclusione: un buon numero? Un numero discreto, direi: alcuni contenuti abbastanza inutili (mi chiedo se sia veramente così indispensabile riempire ogni numero di ristampe: pagherei volentieri 4 euro e 50 anche solo per il materiale inedito, perché quello merita), ma la parte "nuova" è più notevole e frizzante del soluto, anche per la formula del 100% Silver che non vedevo da moltissimo tempo. L'unica cosa che manca un pochino è l'elemento politico e sociale, di cui secondo me, con l'aria che tira in Italia, si sente veramente la necessità, e che il Lupo in molti casi tira fuori in pieno. Mi fa ben sperare il cappello introduttiov che parla di Greta Thunberg quando ancora in pochi la conoscevano, essendo stato probabilmente scritto almeno quattro mesi fa. La speranza è che, visto che nel frattempo ci sono stati gli scioperi per il clima dei ragazzi, le marce, gli insulti da parte di inqualificabili politici, le prese in giro per la sindrome di Asperger (no comment, di nuovo) eccetera, il discorso sia ripreso anche nelle tavole dei prossimi numeri del Lupo. Ho molte speranze in Cannucciari, in Lusso ed in tutti gli altri. Incrociamo le dita ed a presto con le prossime recensioni