[Faraci & Ziche] ¡Infierno!

Da Lupo Alberto ad Asterix passando per Rat-Man e i Puffi con tappa nell'euromanga di derivazione barbucciana, nato in Italia e trapiantato in Francia.
  • Perchè quel film lì è una schifezzuola, ecco perchè.
  • Ma ha anche le canzoni da musical Disney che ti piacciono tanto!
    C'è il cattivo con animale goffo e stupido, e soprattuto c'è il marinaio pazzo che parla coi burattino XD
  • Non topparmi sui fondamentali. Le canzoni Disney hanno classe e vengono introdotte in modo sapiente, in quel film invece è contenuto il breviario su come NON inserire le canzoni. Cioè, la zia cattiva che si ferma, appare il cono di luce e inizia a cantare e ballare con l'avvocato...
  • Ma esisteva una foto del genere e io non l'avevo mai vista?!
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    [Faraci&Ziche @ stand BD in una qualche fiera, 2006. Da qui.]
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Ammetto che mi avete incuriosito (la Ziche era una delle mie disegnatrici preferite, quando da piccolo leggevo Topolino). Che dite, si trova ancora, questo volume, in giro?

    (Mi piacerebbe recuperare anche il fumetto sui miti greci, sempre suo, che non ho mai preso per mancanza di fondi...)
    Perchè pirati si nasce, e all'arrembaggio si va, con la bandiera che sventola, per dire "siamo qua!".
  • L'edizione BD di ¡Infierno! credo si trovi con relativa facilità in fumetteria e persino in qualche libreria abbastanza fornita di fumetti.

    Olimpo S.p.A e Olimpo S.p.A. - Caccia Grossa sono di Silvia Ziche e Vincenzo Cerami e editi da Einaudi. Anche a me manca ancora il secondo volume *scandalo*
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
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    Trovato e fatto mio allo stand BD a Lucca. Dopo che Breda me l'ha pubblicizzato sempre a Lucca incensandolo, ho quindi seguito il consiglio e letto l'opera frutto del genio di due autori che amo tantissimo soprattutto per quello che hanno fatto (in coppia e non) in Disney.
    E devo dire di non essere affatto deluso. Anzi! ¡Infierno! è una storia quasi sperimentale nella sua costruzione, che sa sfruttare perfettamente le regole del linguaggio fumettistico per creare una storia senza dialoghi, che racconta solo con l'ausilio delle immagini, delle vignette. E' forse il tipo di fumetto in cui sceneggiatore e disegnatore devono essere maggiormente in sintonia perchè riesca a venir fuori qualcosa di comprensibile e apprezzabile, e Tito Faraci e Silvia Ziche hanno dimostrato varie volte di essere sulla stessa lunghezza d'onda.
    Grazie agli splendidi disegni della Ziche, chiari, gommosi e caricaturali, e alla dimensione delle vignette si racconta la storia deel boss mafioso che finisce all'Inferno ma che tenterà la scalata politica in Paradiso... la dimensione delle vignette detta il ritmo di lettura, ogni tavola è un meccanismo ad orologieria e tutto funziona perfettamente.
    L'umorismo anni '90 di Faraci brilla qui in tutto il suo splendore, a partire dai ue diavoli protagonisti, classica coppia di tonti come tante che Faraci negli anni ci ha proposto. Cenni a Baldo l'Allegro Castoro e ai nani di gesso ammiccano in alcune tavole, e altre finezze ironiche come l'acqua santa o la morte coi tacchi o il travestimeno dei due protagonisti completano il quadro.
    Un bell'esperimento, riuscito e divertente, una piccola gemma che mi piace avere in collezione e "rileggerò" volentieri.

    L'edizione BD offre una bella confezione, con una copertina cartonata e con una bella e colta introduzione di Luca Raffaelli... peccato per il disegno della cover, che riprende una vignetta del fumetto su sfondo arancione che non esalta, e con il titolo in un font anonimo... come disegno di copertina, molto meglio quello della prima edizione, che mi chiedo perchè non sia stato riutilizzato. Per il resto, prezzo a parte (ma ho avuto uno sconticino) nulla di cui lamentarmi.
    Consigliato.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • ¡Infierno! 2

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    Partiamo col dire subito una cosa che suona strana al lettore: il volume si intitola ¡Infierno! 2, poi uno apre e si trova l'opera originale: la scelta, probabilmente presa di concerto con l'editore, può spiazzare il lettore non scafato.
    A parte questo cavillo, è da lodare l'iniziativa di Rizzoli Lizard di voler ristampare il primo ¡Infierno!, ormai fuori catalogo nelle precedenti edizioni, e ancor più interessante la volontà di aver voluto rimettere all'opera una delle coppie per eccellenza del fumetto comico italiano: Tito Faraci e Silvia Ziche.

    Ho così riletto ¡Infierno! dopo anni, e ho ritrovato un'opera fresca e scanzonata, dove il gusto per l'ironia pervadeva ogni singola tavola: è un tipico prodotto della seconda metà degli anni '90, dove Faraci utilizzava a man bassa quel tipo di umorismo su Topolino e PK, e riuscì a portarla in modo efficace anche fuori dall'ambito disneyano riproponendo lo stesso meccanismo narrativo ma potendo osare un po' di più con il registro comico. Il risultato fu un'opera riuscita, graziata dalla matita graffiante e caricaturale di una Silvia Ziche in stato di grazia: tutt'oggi la storia è assolutamente godibile, e la scelta "di rottura" di realizzare una storia muta è stata vincente, consentendo di concentrarsi sui tanti dettagli visivi che la Ziche si è divertita a inserire di concerto con lo sceneggiatore.

    I seguiti, si sa, difficilmente riescono ad essere all'altezza dell'originale. Purtroppo è questo il caso anche di ¡Infierno! 2, che non riesce a colpire nel segno quanto fece quindici anni fa il suo predecessore. I protagonisti sono gli stessi, con tutta la loro comica dabbenaggine, e il modus narrativo di storia muta viene mantenuto. Ma il meccanismo non funziona più con la stessa perfezione vista nel primo ¡Infierno!
    La storia è sempre divertente: i due diavoli vengono mandati per punizione in Purgatorio, dove falliscono anche lì nel compito di controllare la pena di una giovane femme fatale. Sulle sue tracce, scopriranno uno sviluppo imprevedibile e tutto a loro vantaggio della spiacevole situazione.
    La scollatura tra la prima e la seconda storia sta proprio nell'ossatura della trama: nel primo caso l'idea di base era già di per sé geniale, con un mafioso che riesce a continuare i propri malaffari anche da trapassato, candidandosi da politico con promesse poco onorevoli tanto in Paradiso quanto in Inferno. Nel secondo caso l'idea è meno convincente e, pur con qualche idea riuscita - come il colpo di scena finale su dove fosse finita l'avvenente fanciulla - non riesce a colpire nel segno.
    Restano però valide quelle gag visive e sullo sfondo che avevano contribuito a rendere prezioso il primo ¡Infierno! e che qui sono ben presenti, e stavolta in modo pienamente riuscito: i dannati che devono sgobbare per tanto tempo quando lo decidono enormi clessidre, la fila allo sportello, le deiezioni del pipistrellino, i graffittari che scrivono "Tito" sul muro, il cartone animato/tortura, San Francesco! XD Tante idee fulminanti e divertenti che Silvia ha ben ritratto in tandem con le suggestioni di Tito.

    In sostanza, il reprise è riuscito per metà: i due diavoli protagonisti sono pienamente loro, e la comicità generale e visiva che pervadeva il primo ¡Infierno! è qui preservata. Manca però purtroppo una spinta narrativa che appariva ben più forte nel primo episodio e che qui non riesce ad essere presente con la stessa forza.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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