
Continua la mia esplorazione del fumetto francese e, dopo aver fatto un assaggio del mondo do Tintin, ecco che grazie a Bacci ho potuto conoscere qualche storia dell'altra icona del fumetto europeo, Asterix!
Asterix lo conoscevo solo per via dei film animati che trasmettevano in tv fin da quando ero bambino, e poi vabbè, anche dai film live-action. Ma non avevo ancora avuto occasione di leggere i fumetti con protagonisti gli irriducibili galli fino a quando poche settimane fa il buon Bacci non mi ha prestato questo bel volume:

Asterix e Obelix alla Conquista del Mondo è un corposo SuperMito Mondadori che raccoglie sette avventure: "Asterix in America"; "Asterix in Corsica"; "Asterix e gli Elvezi"; "Asterix in Iberia"; "Asterix e i Britanni"; "Asterix e il grande fossato"; "L'Odissea di Asterix".
E non posso non dire di essere stato pienamente catturato da questo universo! Tutte le storie sono divertintissime, frizzanti, ironiche, avventurose... e in tutte c'è sempre un sottotesto satirico su alcune popolazioni del mondo e su alcuni usi e costumi.
Come non notare infatti l'ironia con cui viene descritta l'Inghilterra, fin dalla parlata oltre che per l'abitudine del tè delle 5? E la Svizzera con i suoi propositi di neutralità? E la Mesopotamia, con il suo deserto irto di popolazioni in lotta tra di loro e addirittura un riferimento a una certa stalla di Betlemme dove anni dopo sarebbe nato un certo bimbo in fasce? La satira si spinge poi ad altre vette ancora, più sottili, quando nella storia del "Grande Fossato" una città divisa in due potrebbe ricordare la Berlino della Guerra Fredda, una storia "talmente inverosimile che le generazioni future non ci crederanno" e che ha echi anche in Romeo e Giulietta...
Il divertimento delle storie scaturisce quindi sicuramente dai riferimenti ai popoli che Asterix e Obelix incontrano nelle loro missioni, specie perchè questi riferimenti si rifanno spesso a consuetudini che sono nate successivamente al periodo in cui sono ambientate queste storie, o perlomeno in modi e circostanze diverse. Ma sicuramente il mattatore comico della situazione è quel gran (meglio non dire "grosso"

Ci sono poi i tormentoni, come Obelix che ripete con aria scocciata la tiritera sul fatto che è caduto da piccolo nel pentolone della pozione anticipando il druido Panoramix, oppure il celeberrimo "Sono pazzi questi romani!", o i cinghiali, o il bardo che viene sempre dissuaso dal cantare.
E infine sono da citare i romani: da Cesare all'ultimo dei legionari i romani sono dipinti non privi di intelligenza o sagacia (alcuni, perlomeno) ma sempre in deficit per vari motivi, non solo per la pozione; viene mostrato un sistema di caste e personaggi che tra organizzazioni spionistiche, prefetti che si dedicano a orgie invece che versare tributi a Roma e battaglie col villaggio mostra sempre la sua inadeguatezza nel confronto con Asterix e Obelix.
Capitolo a parte sono di deliziosi disegni: amo questo stile, da pazzi proprio, in ogni tavola tutti i personaggi sono sempre esteticamente attirevoli, così come gli sfondi sono sempre curati e precisi. Una linea pulita, un tratto ottimo.
Insomma, non so se la selezione di storie di questo volume sia tra le migliori, ma di certo è un libro ricco di belle storie, di grande fumetto.