Uno dei luoghi che ha contribuito a dare la fama a Makkox è senz'altro
Il Post.it, testata giornalistica online diretta da Luca Sofri. Per
Il Post Makkox disegna vignette satiriche (vigne, come le chiama lui) dedicate all'attualità socio-politica italiana, allo stesso modo di come fanno sui quotidiani cartacei Forattini, Altan ecc.
Anzi, non propriamente allo stesso modo: intanto il web fa sì che le vigne possano arrivare non il giorno dopo ma anche poche ore dopo un certo fatto che stimola la fantasia di Makkox. Inoltre, sfruttando le modalità di lettura tipiche di testi su internet le vignette si sviluppano in "scroll-mode", cioè in verticale, e proprio la costruzione della battuta satirica spesso sfrutta l'avanzare della lettura dall'alto verso il basso.
Infine, anche il modo di fare satira dell'autore lo trovo differente da quello di suoi colleghi. I suoi tempi comici sono più lunghi, e questo permette che una sola vigna contenga quasi una mini-storia invece che solo una battuta fulminante. Al contrario dei lavori di Forattini o altri, poi, le vignette di Makkox sono molto parlate, la dialettica e i dialoghi sono parte integrante del disegno.
Quando la BAO alcuni mesi or sono è riuscita a mettere sotto contratto Makkox, una delle prime cose che devono aver pensato in redazione dev'essere stata quella di pubblicare su carta una raccolta delle vignette de
Il Post. La qual cosa poneva però almeno due problemi: come pubblicare opere nate nella loro forma per essere lette proprio sul computer? come aggirare il rischio di una sorta di vuoto "best of", una raccolta senza niente da aggiungere a quello che si può leggere online?
I due problemi sono stati risolti brillantemente da Michele Foschini e da Makkox: il volume viene realizzato in un formato stretto orizzontalmente e alto verticalmente, rispettando in questo modo la struttura delle vigne; e Makkox osservando il suo lavoro dell'ultimo anno ha visto una sorta di filo rosso, quasi la trama di una tragedia divisa in atti che si è sviluppata nelle situazione politica del nostro Paese tra la fine dell'estate 2010 e la fine di quella del 2011 e quindi, in parallelo, anche nel suo modo di raccontare i fatti di cronaca.
L'operazione è quindi compiuta:
Post Coitum - Satire di un Tardo Impero si presenta come un libro dal formato anomalo ma interessante, con una copertina che osa abbastanza per come è esplicita, ma che ben spiega in una sola immagine il senso della raccolta e del titolo: Makkox stesso ha detto più volte che attorno all'agosto di quest'anno è come se Berlusconi e i suoi accoliti, dopo un anno e mezzo (e anche più, direi...) di sesso allegro e selvaggio, fossero entrati nella fase successiva, quella in cui ci si accorge che dopo tanto divertimento senza freni i problemi restano, sono lì e vanno ancora risolti, ora che si sono aggravati.
La divisione del libro in atti rende ottimamente l'idea delle stagioni che si sono sviluppate nei mesi recenti in Italia, da questo punto di vista davvero il lettore ha un'esperienza diversa dalla lettura quotidiana delle vigne sul
Post. Una cavalcata che evidenzia la continuità di certi atteggiamenti, di certi personaggi, di certe aberrazioni. Utile poi risulta la riga di riepilogo di Makkox, in cui ricorda al lettore quale fatto di cronaca politica o sociale aveva generato quella vignetta, cosa importante specie per i lavori che sono più lontani temporalmente a noi e un'accortezza che spesso rende possibile capire la gag.
Makkox è abile nel cogliere un lampo, un dettaglio, un qualcosa che nasconde in sè una chiave di lettura precisa e significativa per vedere in un certo modo un fatto di cronaca. Spietato, cinico, dissacrante, l'autore non guarda in faccia a nessuno spogliando delle loro ipocrisia tanto Tremonti quanto Bersani, tanto Bossi quanto Di Pietro.
Alcune vignette sono meno riuscite, altro un po' meno, in alcune si ride di gusto e in altre è un profondo riso amaro quello che si coglie... ma in quasi tutte si coglie quel guizzo di genialità, quella sagacia che permette a Makkox di disegnare una parte di italica realtà.
L'unico rischio che si corre in questi casi è quello di rendere simpatiche le vittime delle vignette: soprattutto Berlusconi, ovviamente, che è il protagonista indiscusso della vita politica italiana del periodo preso in considerazione da Makkox e quindi anche delle vigne. Il Silvio che vediamo infatti spesso può essere accumunato al simpatico gaglioffo, allo stereotipo dell'italiano medio a cui piace divertirsi. Makkox stesso interviene a spiegare che il Silvio che disegna non è proprio il Berlusconi vero, è la proiezione che Makkox fa delle sue parti peggiori. Questo, insieme a un po' di cattiveria che Makkox non nega al suo personaggio, salva un po' la pericolosa questione.
Perchè da queste parti si diceva che
Post Coitum sarebbe libro da far leggere nelle scuole, e quando alle superiori in futuro si arriverà a studiare questo periodo della nostra Storia in effetti non sarebbe male come testo scolastico. Ma proprio per questo occorre che sia ben chiaro dove la satira è complice, dove è compassionevole e dove è incazzata e di denuncia. Secondo me la caratura del lavoro di Makkox ha il mordente giusto per far vedere com'è stato questo periodo nelle sue tristezze e nelle sue nefandezze. Nel suo punto più basso di squallore. Quindi lo ritengo un libro prezioso, e l'unico rammarico è dato dal fatto che se si fosse aspettato ancora un pochetto a farlo uscire si sarebbe avuto un libro con una chiusura ancora più definitiva per quanto riguarda il protagonista.
Il libro si compone di una prefazione di Luca Sofri, di un'introduzione di Luca Bizzarri e di un'introduzione di Makkox stesso, che ci tiene sempre a spiegare per bene le sue intenzioni e i suoi risultati.
Un libro che, alla luce delle novità politiche dell'ultimo mese, è già Storia e che forse ci permette di ridere con un po' più di leggerezza su alcune cose che, si spera, non si verificheranno più.