[Star Comics] Law

Da Lupo Alberto ad Asterix passando per Rat-Man e i Puffi con tappa nell'euromanga di derivazione barbucciana, nato in Italia e trapiantato in Francia.
  • Uff, in edicola ancora non mi riesce di trovarlo...
    Però oggi è uscita sullo Spazio Bianco una bella intervista a Giorgio Salati in merito a questa mini :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Premetto che non amo proprio il genere poliziesco da tribunale, troppe parole e poca azione, per me non sono l'ideale (infatti ODIO "Death Note", proprio per questo ^^)

    Eppure questo primo numero mi è piaciuto
    Si vede che dietro al plot della trama c'è mestiere e conoscenza della materia legale, e l'albo scorre tranquillamente senza eccessi di "tecnicismi", nè facilonerie semplificative.

    E questo è sicuramente il suo pregio maggiore

    Ma siccome dicevo che in un fumetto cerco maggiormente azione, da questo punto di vista ne ho vista poca sia nella "recitazione" vignetta per vignetta, dove ogni personaggio è maniacalmente cesellato, come in una fotografia dal vero, e soprattutto nessun personaggio mi è parso spiccare sopra gli altri (un pochino la "Capa" dei pritagonisti, la Signora Brendise, che però risulta un pochino streotipata anche lei)

    Vedremo nei prossimi numeri come evolverà la questione, e sperando che i personaggi prendano piede sulla mera vicenda dell'episodio.

    Per il resto: consigliatissimo a chi ama Perry Mason
    La mia gallery su Deviant Art (casomai a qualcuno interessi =^__^=)
  • Trovato ieri il primo numero, finalmente, e ho già avuto modo di leggerlo.
    L'ho molto apprezzato, anche più di quanto mi aspettassi.
    Da fan del legal thriller, penso proprio di poter dire di non essere rimasto affatto deluso dall'esordio di questa miniserie Star: penso proprio che Salati e Caci abbiano centrato l'obiettivo.

    Cosa troviamo in questo #1? I sei personaggi dello studio legale Cussler & Brandise che ci vengono presentati in modo rapido ma chiaro ed incisivo, sia nell'editoriale introduttivo a firma dei due sceneggiatori, sia nella storia. E questo gioca subito a favore di una serie che poteva avere come tallone d'Achille il numero troppo elevato di protagonisti: il problema viene evitato focalizzandosi soprattutto sulla capa dello studio, la Brandise, e sulla giovane novellina appena arrivata, Rachel.
    Oltre a conoscere immediatamente gli avvocati, il lettore capisce subito anche lo stile con cui agiscono, che non si limita i loro caratteri personali ma anche al loro modo di lavorare in tribunale, in quella visione del law-business che i due autori hanno voluto dare come impronta alla serie. E devo dire che questo elemento è uno dei più affascinanti nella gestione della storia, perlomeno in questo primo albo; vedere come la Brandise si gestisce i media e le telecamere e come Chris Sanders si approccia alla giuria che deve arringare è davvero interessante.
    Il caso del numero, che mette in mostra tutto quanto detto qui sopra, è molto ben raccontato e direi che rappresenta un classico caso da romanzo legal-thriller. Di quelli buoni, però ;) Bella l'idea delle citazioni musicali esplicite (Time di David Bowie e Out of Time dei Rolling Stones) e ultima tavola veramente da brivido! Aiutano anche i bei disegni di Enza Fontana ad immergersi nell'atmosfera, visti gli sfondi curati che riproducono ottimamente uffici e aule di tribunale.

    L'attenzione verso la serie è testimoniata dalla cura nella realizzazione dell'albo: copertine sempre ad opera di Fabiano Ambu, che è anche character designer della serie; interessante introduzione dei due autori; frontespizio che ogni volta sarà affidato a una diversa guest-star del fumetto italiano; postfazione che costituisce una sorta di saggio a puntate su questo genere narrativo.

    In sostanza promuovo questo progetto, che mi sta facendo salire la voglia di rileggermi i miei romanzi di Grisham, e penso proprio che seguirò la mini con i prossimi numeri.
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  • Law #2 - Fidarsi è Male

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    Secondo numero per la miniserie di Giorgio Salati e Davide Caci.
    E solitamente, specialmente in una mini, il secondo numero è determinante per capire se la serie è di interesse o meno per il lettore.
    In questo senso, l'albo ha superato ottimamente la prova.
    Fidarsi è Male (Caci/Carloni) infatti conferma le buone impressioni avute con la lettura del primo numero, e le rilancia ulteriormente in due modi: il più importante è quello dato dalla caratterizzazione dei protagonisti, che qui rispetto al precedente albo guadagnano in credibilità e tridimensionalità. Non che ne fossero privi nel #1, ma qui si riesce ad approfondire maggiormente i problemi di Chris, quelli di Donnie, le difficoltà di Rachel e l'atteggiamento stronzo ma ambiguo delle grande capa. Il tutto contribuisce ad un affresco credibile, al racconto di persone che ci sembrano davvero reali (nonostante siano avvocati :P ).
    Il secondo punto di forza della storia è dato dal caso del numero: dove due mesi fa c'era un caso abbastanza classico (e ci stava in un "pilota"), qui abbiamo qualcosa di già più complesso, se non altro per via delle implicazioni politiche e sociali dell'accusa mossa al cliente dello studio legale.

    Belle le consuetudini date dalla musica di accompagnamento alla storia, dall'introduzione a firma dei due creatori della serie e dall'approfondimento sul genere legal-thriller in fondo all'albo, a cura di Fulvio Gambotto, che stavolta approfondisce il lavoro di Scott Turow.

    Chi ama il legal-thriller o anche solo chi si appassiona di casi polizieschi misti a vicende umane, penso possa puntare in tutta sicurezza i propri soldi sui 6 numeri di questa miniserie ;)
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  • Law # 3 - Sotto Silenzio

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    Poco da dire, da par mio, su questo terzo numero della miniserie by Salati e Caci.
    Mi è piaciuto molto e, in generale, mi pare si stia andando in crescendo di volta in volta.
    E questo non tanto per il caso del mese: sì, è scritto bene, sì è orchestrato in maniera riuscita e accattivante, e sa integrare il lettore al punto giusto. Il fatto che gli avvocati dello studio Cussler & Brandise debbano difendere l'unico accusato dell'omicidio di una donna, il quale si professa innocente ma rifiuta di fornire qualsivoglia dettaglio utile per la propria difesa in tribunale, è sicuramente stimolante per il lettore che vedrà i protagonisti dover lavorare più di fino per vincere il processo, e inoltre in questo modo si scopre con molta più lentezza la verità dietro all'omicidio.
    Ma non è questo il punto di maggior interesse in questo numero, a mio modesto avviso: io personalmente lo trovo nell'approfondimento del personaggi, che mi stanno diventando sempre più famigliari e li sento vicini nelle loro vicissitudini, in quello che provano intimamente, e nelle situazioni personali e professionali che si trovano a dover affrontare. Gwen solo apparentemente granitica, Donnie con i suoi probabili problemi di salute, Rachel che deve comunque combattere con le unghie e con i denti essendo la novellina... sono personaggi molto ben descritti, e alla luce dell'ultima tavola di questo numero mi sento ancora più coinvolto negli equilibri dello studio.
    I disegni di Ennio Bufi sono buoni, ma non eccellono dal momento che ho trovato alcune tavole molto ben disegnate e altre che presentano vignette meno riuscite, di resa inferiore rispetto al resto. Peccato, resta comunque un lavoro pienamente sufficiente nel complesso, anche per la gestione (semplice ma efficace) degli spazi della tavola.

    Menzione per il frontespizio ad opera di Paolo Mottura e per l'articolo in fondo all'albo, che come al solito presenta una nota sugli autori di legal thriller: da grandissimo fan di John Grisham quale io sono da molti anni, non potevo non essere contento di leggere l'approfondimento a lui dedicato.
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  • Law # 4 - Roxanne

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    Quello che si nota particolarmente in questa miniserie sta nel fatto che è proprio scritta bene!
    Roxanne (Salati/Carloni) lo dimostra in modo particolare, grazie ad una storia che, come suo dovere, sa dissimulare bene la realtà in almeno 3 punti del racconto, portando il lettore a prendere per assodate situazioni che potrebbero non esserlo.
    D'altro canto, la cover dice più di quanto possa apparire dal mero piano artistico, anche se lo si nota solo dopo la lettura dell'albo.
    Albo che offre un nuovo caso per lo studio Brandise, che stavolta deve prepararsi per una causa per danni, per conto di una cliente già convinta che il procedimento penale che vede coinvolti due ragazzi accusati di aver stuprato la figlia finisca con la loro condanna. Il sesso la fa da padrone in questa storia, e del resto anche la giovane Rachel lo riconosce parlando con Donnie, con il quale l'argomento sesso è all'ordine del giorno :P
    Ma tra sesso, sfruttamente e filmini porno amatoriali, la verità sarà alquanto inquietante... in tutto questo, l'immedesimazione che la psicologa dello studio Michelle prova nei confronti del caso contribuisce a farcela conoscere meglio, cosa che anche il frontespizio disegnato da Maurizio Rosenzweig lascia intuire.
    Sempre spassosi i siparietti con Rachel che deve difendere il professore scostumato :asd:

    Un buon numero davvero, una lettura interessante ed appassionante, che promette di alzare la posta in gioco per la conclusione, dato che la preview fa intuire non solo una trama interessante, ma addirittura una storia che si dipanerà per entrambi gli ultimi due numeri.
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  • Law #5 - Colpo al Cuore

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    Se potevano esserci ancora piccoli dubbi o riserve in merito a questa miniserie, dovuti all'autoconclusività dei casi o al cast troppo numeroso, con questo numero non c'è più spazio per essi, almeno secondo il mio modesto parere.
    Mi spingo addirittura a dire, ad un numero dalla fine, che Law si pone come la miglior miniserie Star Comics dopo Valter Buio. Salati e Caci infatti sono riusciti numero dopo numero ad approfondire l'animo dei protagonisti, il loro carattere e i rapporti tra gli uni e gli altri, il tutto per preparare al meglio il terreno per questa "bilogia" finale, che rimette tante certezze in discussione non lesinando colpi di scena decisamente azzeccati.
    Colpo al Cuore (Caci & Salati, Del Vecchio & Fontana) è uno splendido ribaltamento di prospettiva: un conto è mostrare Gwen come la capa autoritaria e un po' stronza, un altro è porcela come potenziale assassina del marito, cosa che accade subito nelle prime tavole di questo sconvolgente numero.
    Si dice che la vera personalità della gente venga fuori nei momenti di crisi, e gli autori senza scomodare grandi catastrofi hanno portato questo assunto nell'ambito del microcosmo legale che hanno creato: il risultato è una storia di persone, più che di fatti o di processi, è un racconto che esplora i diversi modi di reagire a un duro colpo e la capacità di scindere la professionalità dall'affetto.
    Non riesco bene a immaginare l'esito del verdetto più importante per lo Studio Brandise, in entrambe le risoluzioni c'è qualcosa che mi stona, ma forse è meglio così: a febbraio mi godrò con maggior piacevolezza il gran finale della mini che, almeno per il momento, non avrà immediata prosecuzione, stando alle parole degli autori nella pagina di introduzione.
    Il comparto grafico si continua ad assestare su quella buona media cui la seria ci ha abituati... alcuni sguardi di Rachel sono incantevoli, poi, e le scene flashback con quell'aria "acquarellata" funzionali e dall'estetica vincente.
    Appuntamento al sesto e ultimo numero, dunque: Davide Caci, Giorgio Salati, vi aspetto al varco ;)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Law #6 - Obiezione!

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    Letto anche l'ultimo numero (già da una settimana, ma solo oggi credo di riuscirne a parlare con obiettività)

    Allora: a livello di trama ci siamo eccome, questo ultimo numero tira le fila della storia complessiva e lo fa bene, i colpi di scena e la soluzione del caso sono credibili e ottimament concepiti, però...

    Ebbene si, secondo me c'è un "però" non indifferente ed è la caratterizzazione dei personaggi.

    Gwen che sclera per l'accusa di Chris e poi insiste a volersi difendere da sola non è solo assurdo, ma è anche completamente out-of-character, come avvocato-squalo mi aspetto che lei sia sempre perfettamente in grado di vedere i pro e i contro di una situazione, e qui semplicemente non lo fa e non se ne stupisce.

    Ma è tutta l'impostazione caratteriale che secondo me pecca più o meno in vari punti (Chris è il grande assente dell'albo, curioso pensando che è [spoiler]il colpevole[/spoiler]) e anche il ritmo narrativo, che in un paio degli albi precedenti mi avevano fatto sussultare per abilità degli sceneggiatori, qui zoppica a più riprese (vedere la triplice in cui Donnie si accende la sigaretta, mentre è in chemio, ad esempio)

    Insomma, una serie che ha moltissimi pregi, non ultimi quelli di avere portato in italia un argomento così poco esplorato, e con una ottima produzione corale, ma anche qualche difettuccio.
    Pochi, ma presenti
    La mia gallery su Deviant Art (casomai a qualcuno interessi =^__^=)
  • Letto anch'io! :)
    FaGian ha scritto: Letto anche l'ultimo numero (già da una settimana, ma solo oggi credo di riuscirne a parlare con obiettività)

    Allora: a livello di trama ci siamo eccome, questo ultimo numero tira le fila della storia complessiva e lo fa bene, i colpi di scena e la soluzione del caso sono credibili e ottimament concepiti, però...

    Ebbene si, secondo me c'è un "però" non indifferente ed è la caratterizzazione dei personaggi.

    Gwen che sclera per l'accusa di Chris e poi insiste a volersi difendere da sola non è solo assurdo, ma è anche completamente out-of-character, come avvocato-squalo mi aspetto che lei sia sempre perfettamente in grado di vedere i pro e i contro di una situazione, e qui semplicemente non lo fa e non se ne stupisce.

    Ma è tutta l'impostazione caratteriale che secondo me pecca più o meno in vari punti (Chris è il grande assente dell'albo, curioso pensando che è [spoiler]il colpevole[/spoiler]) e anche il ritmo narrativo, che in un paio degli albi precedenti mi avevano fatto sussultare per abilità degli sceneggiatori, qui zoppica a più riprese (vedere la triplice in cui Donnie si accende la sigaretta, mentre è in chemio, ad esempio)

    Insomma, una serie che ha moltissimi pregi, non ultimi quelli di avere portato in italia un argomento così poco esplorato, e con una ottima produzione corale, ma anche qualche difettuccio.
    Pochi, ma presenti
    Analisi interessante, e che mi trovo in parte a condividere.
    Nel senso che, in realtà, il mio giudizio su questa miniserie ha sempre avuto un occhio di riguardo per i personaggi e la cura con cui venivano gestiti. Cioè io li sentivo vicini quando sulle note di qualche canzone vedevo Chris sbronzarsi in un bar o Donnie che vedeva i risultati degli esami. Però ammetto che sì, quello che dici l'ho riscontrato in questo ultimo episodio. È come se i due autori si fossero concentrati particolarmente sullo sviluppo della trama, che sicuramente in questa bilogia finale era particolarmente delicata, ancor di più che nei casi "standard" dei numeri precedenti, rendendo di contro meno verosimili alcuni atteggiamenti e reazioni dei personaggi che però del caso sono diretti protagonisti! Per quanto comunque, per esempio, le reazioni un po' inspiegabili di Gwen sono date secondo me dall'orgoglio, dalla paura che uscisse tutta la tresca e dalla tensione, quindi potrei interpretarle sotto quest'ottica e quindi comprenderle.
    Comunque sia, come dicevi anche tu, la trama fila molto bene. Il modo in cui gli avvocati - e noi con loro - arrivano alla verità è molto ben curato sia nei tempi che nel modo in cui mostrare la verità, e in generale la sceneggiatura segue in modo rispettoso il ritmo narrativo di un tipico legal-thriller. Non annoia, alterna sapientemente le scene in aula con il dialogo tra avvocato e assistito e con le indagini dei colleghi. Ad onor del vere Caci e Salati avevano già dimostrato di saper curare bene la trama anche negli altri numeri, ma la cosa diventa particolarmente coinvolgente ora, quando al banco degli accusati c'è proprio Gwen!
    La prova è brillantemente superata, il finale è convincente e mette tutti i tasselli e i destini dei personaggi al loro posto in maniera naturale e soddisfacente per il lettore.
    Dal punto di vista grafica le rose hanno qualche spina, pur piccole che siano: in generale questo albo è ben disegnato, ma le prime tavole presentano alcune vignette che invece mi sembrano meno curate di quelle successive. Forse l'avvicendarsi di diverse matite (Salvatore Coppola e Paola Camoriano, ma l'editoriale aggiunge anche Enza Fontana per un intervento nell'ultima parte dell'albo) non ha giovato ad una perfetta omogeneità di stili. Non c'è da strapparsi i capelli comunque, i disegnatori fanno in generale un buon lavoro, e già dalla decima pagina in avanti volti e sfondi sono nella maggior parte dei casi molto buoni nella resa :)

    Mi ritengo infine soddisfatto della mini nel suo complesso e di questo finale in particolare. Il progetto è riuscito a dimostrare come anche in Italia, anche con un bonellide, si possa fare un fumetto che non sia solo azione o misteri/complotti e affini, ma si possono esplorare anche generi più particolari e solo apparentemente poco adatti al fumetto popolare, che dimostra invece di essere medium pronto ad abbracciare con dei bei risultati anche scenari più inusuali.
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