[Gualdoni, Turconi & Tenderini] Wondercity
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Ho appena riletto il tanto discusso primo fascicolo di Wondercity e non posso che esprimere un giudizio positivo sia verso il numero in sè, sia nei confronti dell'intero progetto.
Ammirevole la scelta di distribuirlo in questo formato. La veste editoriale di Wondercity ricalca infatti quella delle famose testate disney di ultima generazione benchè contenutisticamente se ne discosti. La trama è infatti pianificata nel dettaglio e si articola in minicicli di 6 episodi ciascuno. A loro volta questi minicicli non continueranno all'infinito perchè una conclusione definitiva della vicenda è già stata decisa.
Siamo quindi al riparo da proseguimenti inaspettati e chiusure inadeguate, come quella che è toccata a MM e presto toccherà a Monster Allergy, figlie di una politica editoriale assai poco seria.
Wondercity mischia quindi la serietà di un cartonato da fumetteria con l'accessibilità di un prodotto da edicola.
Venendo poi a Il Talento di Roary non posso che complimentarmi per l'ottimo lavoro svolto. Turconi è in stato di grazia e Tenderini sottolinea ottimamente volumi e atmosfere. La lettura riesce a immergere in un periodo fantastorico ben preciso, alcuni accorgimenti sono raffinatezza allo stato puro: mi riferisco per esempio alla seconda vignetta di pagina 36 dove tra le immagini appese al bar spicca quella di un tipico personaggio dei cortometraggi anni 30.
Ho apprezzato anche la sceneggiatura, assai chiara anche nelle scene d'azione, che di regola sono le più difficili da rendere. Venendo poi al soggetto in sè l'ho trovato funzionale, fornisce un'adeguata infarinatura su ciò che sarà il carattere dei personaggi. é un ingrato compito che Gualdoni riesce comunque far convivere con la tematica degli spiriti abbandonati e alla ricerca di un corpo, trama portante del singolo numero.
Le rubriche consistono in una ricca scheda su Roary, due pagine che descrivono il collegio e soprattutto in una tavola di ritagli di giornale. Questi ultimi, che ricordano l'amato MM, buttano il lettore nella mischia rendendolo partecipe degli eventi narrati. Altra scelta intelligente.
Infine abbiamo L'Ipnonauta, una breve di 12 pagine. E qui devo dire che Turconi mi è piaciuto anche più che nella principale. Teresa Radice invece offre una storia gradevole che centra l'obiettivo prefissato, lo zoomare su alcuni aspetti secondari. Cosa accada alla fine non mi è del tutto chiaro. Forse Scrubs e il gatto sono entrati l'uno nel sogno dell'altro trovandosi a interagire fisicamente tra di loro o forse la cosa è lasciata volutamente nel dubbio.
Influenze presunte e citazioni varie
-La centaura zebrata (sbavvissimo) ricorda molto la pastorale di Fantasia, dove appaiono alcune centaurette a strisce al servizio di Dioniso. L'intenzione degli animatori era quella di dare un tocco di esotismo alla scena.
-Flip è una rana antropomorfa, se ne vedono parecchie in La città incantata di Hayao Miyazaki e tutte hanno ruoli abbastanza umili.
-Le ambientazioni devono molto a Mignola e di riflesso ad Atlantis - l'impero perduto.
-Aki somiglia a Noodle dei Gorillaz
-Il dirigibile di Silberner ricorda parecchio Laputa - il castello nel cielo, di Hayao Miyazaki.
-Mr Moleman somiglia a Moliére di Atlantis
-Il Maraja di pagina 30 somiglia al sultano di Aladdin.
-Il Colosso d'Acciaio è simile sia nel nome che nell'aspetto al Gigante di Ferro dell'omonimo film di Brad Bird. Inoltre somiglia molto ai robot guardiani di Atlantis a loro volta ispirati allo stle di Mignola.
-Graficamente Thomas mi ricorda Milo Tatch, come anche alcune espressioni di Scrubs (più precisamente terza e quarta vignetta di pagina 56).
Ci ho preso in qualcosa?Ultima modifica di Valerio il martedì 24 gennaio 2006, 22:14, modificato 3 volte in totale.
E i comuni mortali quando lo troveranno in edicola? Io ancora aspetto...
Dicono che dovrebbe essere già uscito...
Se l'ho trovato io, qui, nel quarto mondo... è tutto dire!
E' stata una lettura molto gradevole. La cura si nota. Però mi dà troppo di "compito perfettino", il che potrebbe anche non essere un male, sotto certi punti di vista.
Gli archetipi e gli stereotipi sono tanti, ad ogni modo.
Dissento totalmente sul formato: il comic-book non tira, se non in rarissimi casi, perché ha un pessimo rapporto quantità/prezzo... perché si ostinano a proporlo, dopo tanti fallimenti? Spero che non sia questo il caso, sto sostenendo il Nuovo Fumetto Italiano e spero di non dovermene pentire!
E' stata una lettura molto gradevole. La cura si nota. Però mi dà troppo di "compito perfettino", il che potrebbe anche non essere un male, sotto certi punti di vista.
Gli archetipi e gli stereotipi sono tanti, ad ogni modo.
Dissento totalmente sul formato: il comic-book non tira, se non in rarissimi casi, perché ha un pessimo rapporto quantità/prezzo... perché si ostinano a proporlo, dopo tanti fallimenti? Spero che non sia questo il caso, sto sostenendo il Nuovo Fumetto Italiano e spero di non dovermene pentire!
A presto,
Michele
Michele
Bè non tira...ma ne sei sicuro? perchè certo che a prendere esempi come Kylion o pk-frittole...
Anche X-Mickey, MM.. per non parlare delle difficoltà del fumetto americano, da cui il formato è stato importato... ma qui andiamo OT 8)
A presto,
Michele
Michele
Il primo numero di questa testata mi ha lasciato davvero perplesso.
Al termine della sua lettura, malgrado i generosi preview e una certa quantità di spoiler, non ho potuto fare a meno di trovarla decisamente più inconsueta di quanto mi aspettassi, sotto certi aspetti anche in senso sgradevole.
Analizziamo queste particolarità con ordine.
La fantastoria – non è un tipo di ambientazione che mi sia mai piaciuto davvero; un presente modernizzato e attuale ma senza troppi nomi noti, un futuro anonimo e fantascientifico, un passato fantasy che manda dichiaratamente al diavolo la verosimiglianza storica sono ambientazioni classiche e sempreverdi, che senza distorcere nulla di basilare si ritagliano uno spazio nel tuo immaginario. Qui le cose sono molto diverse. Grrò ha rilevato, e non a torto, l’estrema cura nei dettagli grafici e ambientali per ricreare gli anni ‘30, ma sinceramente io penso che tutte le minuzie del mondo non possano levarti dalla testa l’immagine, non appena la vedi, di un U-boot nazista pilotato da una ciurma di SCIMMIE. La sopportazione ha un limite…
Robot amorfi di ferro battuto, auto che si agganciano ai tralicci dell’alta tensione, bizzarri ibridi fra elicotteri e aeroplani, li puoi apprezzare come richiami alla fantascienza dell’epoca, hanno un loro fascino grezzo e immediato; ma centaure zebrate, rane parlanti, arpie fotografe vestite alla moda, giganti neanderthaliani agghindati alla turca, tute da palombaro che “scientificamente” entrano nel mondo onirico, iniziano già a metterti alla prova; infine esempi clamorosi come quello sopracitato, secondo me insulti palesi alla realtà storica (se i tedeschi avevano la flotta di sommergibili più potente al mondo non era certo perché assoldavano oranghi come ciurma! Fare del nazismo una macchietta, è come minimo discutibile…) finiscono per farti pensare a parodie malriuscite, più che a realtà storiche interpretate con fantasia. Certo, c’è anche chi apprezza tutto ciò… ma io francamente non ci riesco fino a questo punto. E guardando la copertina del prossimo numero di gennaio, non mi sento affatto tranquillo…
I personaggi e la sceneggiatura – ecco, qui posso concedere il beneficio del dubbio agli autori. Abbiamo infatti grandi necessità di soggetto: presentare sette personaggi primari, svariati comprimari e antagonisti (i professori, il preside, l’ufficiale nazista) e una varietà di comparse probabilmente destinate a perdurare nel tempo (i tecnici, il sergente di polizia, le spie…) rendono ardua l’impresa di costruire dialoghi non troppo forzati ed entrate in scena non troppo da copione; infatti, i problemi ci sono. Non tanto nella liberazione di Roary, interpretata piuttosto magistralmente, ma nei dialoghi successivi fra i Talent Teen (spigolosi e un po’ forzati nella caratterizzazione, soprattutto l’iroso Erik) e in alcuni sensi di atmosfera del fumetto: l’ingresso al collegio della ragazza è a dir poco velocissimo e quasi privo di spiegazioni; il colloquio con i professori adempie a mera presentazione dei personaggi e in esso non viene definita neppure la natura del collegio (quanto dura? Qual è lo scopo ultimo dell’addestramento? Si impara anche qualche materia “normale”? Quanti alunni conta? Su che principio si basano le divisioni in “classi”? Ci sono voti, ci sono test, quali sono le pretese didattiche?).
Allo stesso modo l’ambiente viene adattato un po’ troppo per favorire gli eventi chiave: per esempio Roary, nuova arrivata fra i pupilli dotati, invece di ricevere l’attenzione o quantomeno la curiosità da parte di chiunque nell’istituto (quanti sono i dotati a Wondercity, in fondo? Qualche decina? Averne uno nuovo non capita certo di frequente, tantomeno una ragazza carina…) viene snobbata con sistematicità da tutti gli studenti fino ad incontrare la prescelta del preside inviata per controllarla.
Ciò nonostante non si possono negare alcuni meriti del numero; anzitutto, banale ma non da sottovalutare, il fatto che in poche pagine ci siamo tolti praticamente tutte le presentazioni di routine e i passaggi obbligati da inizio-saga: quindi il prossimo numero potrà permettersi una maggiore libertà espressiva e potrà immergerci ben più profondamente nel mondo di Wondercity (ci affidiamo agli autori, dunque…). In secondo luogo, nota di merito a Gualdoni per l’aspetto drammatico e “umano” di alcuni punti della sceneggiatura: le primissime scene con l’incidente d’auto non mancano di realismo e coinvolgimento; battute come le proteste della spia nazista ai tentativi di estrarla dal bidone (^^) non sono da disprezzare e proprio l’incisività di alcuni dialoghi e personaggi (il preside in primis) trasmettono fin da subito quel senso di coinvolgimento nella vicenda che induce il lettore a mettere in secondo piano molti dei difetti minori qui elencati.
I disegni – Turconi sarà anche in stato di grazia, ma a prescindere dai giudizi soggettivi (io non ho mai trovato eccellente il suo stile, tuttavia non ne nego la maturazione) quella chinatura è davvero allucinante. Non mi piace per nulla, riesce a storpiare i caratteri sensuali delle figure femminili (la centaura zebrata, per fare un esempio) e impone uno sgradevole surplus di senso caricaturato a molti personaggi, che però non ne avevano alcun bisogno dato che il prode disegnatore aveva già provveduto a curare tale carattere con grande attenzione. Purtroppo appare evidente che tale andazzo è stato eletto come colonna portante della serie, e dubito che si passerà a ritmi più blandi in futuro. Mah, contenti loro…
L’ipnonauta – La parte peggiore della mia recensione. Quella storia è demenza pura. Già l’idea di base è stra-abusata (il cattivo che può colpirti ovunque e comunque tramite i sogni) ma lo sviluppo della trama è ciò che mi fa piangere: il gattino che segue il cattivone delirante e si vendica del maltrattamento precedente, stringato poi in così poche tavole, mi sembra qualcosa di sospeso fra il bambinesco e il ridicolo… non ho capito se questa fosse una storia concepita per essere divertente e satirica o se invece avesse un intento più serio, ma ha fallito clamorosamente in entrambi i casi.
PS. Comunque una cosa va salvata: il Papa prostrato che mostrava il sedere, non era male… ^_^
Al termine della sua lettura, malgrado i generosi preview e una certa quantità di spoiler, non ho potuto fare a meno di trovarla decisamente più inconsueta di quanto mi aspettassi, sotto certi aspetti anche in senso sgradevole.
Analizziamo queste particolarità con ordine.
La fantastoria – non è un tipo di ambientazione che mi sia mai piaciuto davvero; un presente modernizzato e attuale ma senza troppi nomi noti, un futuro anonimo e fantascientifico, un passato fantasy che manda dichiaratamente al diavolo la verosimiglianza storica sono ambientazioni classiche e sempreverdi, che senza distorcere nulla di basilare si ritagliano uno spazio nel tuo immaginario. Qui le cose sono molto diverse. Grrò ha rilevato, e non a torto, l’estrema cura nei dettagli grafici e ambientali per ricreare gli anni ‘30, ma sinceramente io penso che tutte le minuzie del mondo non possano levarti dalla testa l’immagine, non appena la vedi, di un U-boot nazista pilotato da una ciurma di SCIMMIE. La sopportazione ha un limite…
Robot amorfi di ferro battuto, auto che si agganciano ai tralicci dell’alta tensione, bizzarri ibridi fra elicotteri e aeroplani, li puoi apprezzare come richiami alla fantascienza dell’epoca, hanno un loro fascino grezzo e immediato; ma centaure zebrate, rane parlanti, arpie fotografe vestite alla moda, giganti neanderthaliani agghindati alla turca, tute da palombaro che “scientificamente” entrano nel mondo onirico, iniziano già a metterti alla prova; infine esempi clamorosi come quello sopracitato, secondo me insulti palesi alla realtà storica (se i tedeschi avevano la flotta di sommergibili più potente al mondo non era certo perché assoldavano oranghi come ciurma! Fare del nazismo una macchietta, è come minimo discutibile…) finiscono per farti pensare a parodie malriuscite, più che a realtà storiche interpretate con fantasia. Certo, c’è anche chi apprezza tutto ciò… ma io francamente non ci riesco fino a questo punto. E guardando la copertina del prossimo numero di gennaio, non mi sento affatto tranquillo…
I personaggi e la sceneggiatura – ecco, qui posso concedere il beneficio del dubbio agli autori. Abbiamo infatti grandi necessità di soggetto: presentare sette personaggi primari, svariati comprimari e antagonisti (i professori, il preside, l’ufficiale nazista) e una varietà di comparse probabilmente destinate a perdurare nel tempo (i tecnici, il sergente di polizia, le spie…) rendono ardua l’impresa di costruire dialoghi non troppo forzati ed entrate in scena non troppo da copione; infatti, i problemi ci sono. Non tanto nella liberazione di Roary, interpretata piuttosto magistralmente, ma nei dialoghi successivi fra i Talent Teen (spigolosi e un po’ forzati nella caratterizzazione, soprattutto l’iroso Erik) e in alcuni sensi di atmosfera del fumetto: l’ingresso al collegio della ragazza è a dir poco velocissimo e quasi privo di spiegazioni; il colloquio con i professori adempie a mera presentazione dei personaggi e in esso non viene definita neppure la natura del collegio (quanto dura? Qual è lo scopo ultimo dell’addestramento? Si impara anche qualche materia “normale”? Quanti alunni conta? Su che principio si basano le divisioni in “classi”? Ci sono voti, ci sono test, quali sono le pretese didattiche?).
Allo stesso modo l’ambiente viene adattato un po’ troppo per favorire gli eventi chiave: per esempio Roary, nuova arrivata fra i pupilli dotati, invece di ricevere l’attenzione o quantomeno la curiosità da parte di chiunque nell’istituto (quanti sono i dotati a Wondercity, in fondo? Qualche decina? Averne uno nuovo non capita certo di frequente, tantomeno una ragazza carina…) viene snobbata con sistematicità da tutti gli studenti fino ad incontrare la prescelta del preside inviata per controllarla.
Ciò nonostante non si possono negare alcuni meriti del numero; anzitutto, banale ma non da sottovalutare, il fatto che in poche pagine ci siamo tolti praticamente tutte le presentazioni di routine e i passaggi obbligati da inizio-saga: quindi il prossimo numero potrà permettersi una maggiore libertà espressiva e potrà immergerci ben più profondamente nel mondo di Wondercity (ci affidiamo agli autori, dunque…). In secondo luogo, nota di merito a Gualdoni per l’aspetto drammatico e “umano” di alcuni punti della sceneggiatura: le primissime scene con l’incidente d’auto non mancano di realismo e coinvolgimento; battute come le proteste della spia nazista ai tentativi di estrarla dal bidone (^^) non sono da disprezzare e proprio l’incisività di alcuni dialoghi e personaggi (il preside in primis) trasmettono fin da subito quel senso di coinvolgimento nella vicenda che induce il lettore a mettere in secondo piano molti dei difetti minori qui elencati.
I disegni – Turconi sarà anche in stato di grazia, ma a prescindere dai giudizi soggettivi (io non ho mai trovato eccellente il suo stile, tuttavia non ne nego la maturazione) quella chinatura è davvero allucinante. Non mi piace per nulla, riesce a storpiare i caratteri sensuali delle figure femminili (la centaura zebrata, per fare un esempio) e impone uno sgradevole surplus di senso caricaturato a molti personaggi, che però non ne avevano alcun bisogno dato che il prode disegnatore aveva già provveduto a curare tale carattere con grande attenzione. Purtroppo appare evidente che tale andazzo è stato eletto come colonna portante della serie, e dubito che si passerà a ritmi più blandi in futuro. Mah, contenti loro…
L’ipnonauta – La parte peggiore della mia recensione. Quella storia è demenza pura. Già l’idea di base è stra-abusata (il cattivo che può colpirti ovunque e comunque tramite i sogni) ma lo sviluppo della trama è ciò che mi fa piangere: il gattino che segue il cattivone delirante e si vendica del maltrattamento precedente, stringato poi in così poche tavole, mi sembra qualcosa di sospeso fra il bambinesco e il ridicolo… non ho capito se questa fosse una storia concepita per essere divertente e satirica o se invece avesse un intento più serio, ma ha fallito clamorosamente in entrambi i casi.
PS. Comunque una cosa va salvata: il Papa prostrato che mostrava il sedere, non era male… ^_^
Non vorrei sembrare banale rispondendoti che "questo è il bello". Lo spirito di Wondercity è anche questo, creare un contesto credibile per inserirci a tradimento l'incredibile. Wondercity è anche delirio e visionarietà, se non gradisci il concetto di "scimmia nazista" allora mi sa che non è proprio il fumetto che fa per te...Rainboy ha scritto: penso che tutte le minuzie del mondo non possano levarti dalla testa l’immagine, non appena la vedi, di un U-boot nazista pilotato da una ciurma di SCIMMIE. La sopportazione ha un limite…
come sopra.centaure zebrate, rane parlanti, arpie fotografe vestite alla moda, giganti neanderthaliani agghindati alla turca, tute da palombaro che “scientificamente” entrano nel mondo onirico, iniziano già a metterti alla prova
Che abbiano avuto spaventose ripercussioni sulla storia dell'umanità è fuori discussione, resta il fatto che il nazismo e i deliri connessi a quell'ideologia sono effettivamente macchiettistici e andrebbero sbeffeggiati nei secoli dei secoli, come faceva la Disney negli anni 40.infine esempi clamorosi come quello sopracitato, secondo me insulti palesi alla realtà storica (se i tedeschi avevano la flotta di sommergibili più potente al mondo non era certo perché assoldavano oranghi come ciurma! Fare del nazismo una macchietta, è come minimo discutibile…)
Cmq - non ci metterei la mano sul fuoco - ma non penso che le scimmie naziste siano la regola, faranno parte di qualche flotta speciale, con una missione ben precisa. In fondo la città di Wondercity, in un contesto storico verosimile è sentita come realtà a parte e un po' nascosta e lo stesso varrà per i nemici diretti.
Concordo nel dire che il fornire queste informazioni tecninche sarebbe stato più utile di quella galleria di professori che mi sono già dimenticato, tuttavia non metterei troppa fretta alla serie. sono sicuro che queste info arriveranno nei prossimi numeri.il colloquio con i professori adempie a mera presentazione dei personaggi e in esso non viene definita neppure la natura del collegio (quanto dura? Qual è lo scopo ultimo dell’addestramento? Si impara anche qualche materia “normale”? Quanti alunni conta? Su che principio si basano le divisioni in “classi”? Ci sono voti, ci sono test, quali sono le pretese didattiche?).
Già. Per questo mi è piaciuta. e cmq non credo volesse narrare un fatto così rilevante.L’ipnonauta – La parte peggiore della mia recensione. Quella storia è demenza pura.
Finalmente lo ho letto anche io.
Si sente effettivamente ad intuito che la storia è un tassello, parte di un mosaico già ben pianificato. La cosa mi fa piacere, apprezzo molto "sentire" che dietro ad una storia vi è un panorama narrativo ampio e già razionalizzato. Eppure, forse, gli autori si sono preoccupati un poco "troppo" di lasciar intuire che "tutto è già pronto". Nel senso che forse ci sono troppi indizi del fatto che "ancora molto deve venire", come i "controllori" esterni, le scimmie naziste, il passato dei genitori di Roary, la natura dei fuochi fatui... Tutti elementi che, si percepisce, troveranno sviluppo negli episodi futuri. Questo mi ricorda una vecchia regola "scolastica" del cinema, che, parafrasando, diceva all'incirca "Se vedi una pistola in scena in primo piano, stai certo che prima della fine del film verrà usata". Ecco, ho avuto questa impressione: troppe "pistole" in primo piano. Il che toglie anche un poco di brio alla narrazione, visto anche il limitato numero di pagine. Ho notato inoltre certi scambi verbali un poco artificiosi e prevedibili ("Mi chiamo Aki, non moscerino") e certe situazioni leggermente "forzate", che tradiscono il loro essere espedienti per far proseguire la narrazione (l'agente straniero in macchina si tradisce per ben tre volte di seguito, due delle quali riguardo ai depliant del collegio. Va bene essere stupidi, però... E poi Roary che va ad interrompere l'esercitazione per chiedere un'informazione: cieca? sorda?)
Ok, sono stato cattivo... Probabilmente perché avevo aspettative molto alte: comunque per ora continuerò a seguire la serie.
Niente da dire invece su Turconi. Spettacolare, accattivante e personalissimo. Al limite del geniale (le nuvole!)
Si sente effettivamente ad intuito che la storia è un tassello, parte di un mosaico già ben pianificato. La cosa mi fa piacere, apprezzo molto "sentire" che dietro ad una storia vi è un panorama narrativo ampio e già razionalizzato. Eppure, forse, gli autori si sono preoccupati un poco "troppo" di lasciar intuire che "tutto è già pronto". Nel senso che forse ci sono troppi indizi del fatto che "ancora molto deve venire", come i "controllori" esterni, le scimmie naziste, il passato dei genitori di Roary, la natura dei fuochi fatui... Tutti elementi che, si percepisce, troveranno sviluppo negli episodi futuri. Questo mi ricorda una vecchia regola "scolastica" del cinema, che, parafrasando, diceva all'incirca "Se vedi una pistola in scena in primo piano, stai certo che prima della fine del film verrà usata". Ecco, ho avuto questa impressione: troppe "pistole" in primo piano. Il che toglie anche un poco di brio alla narrazione, visto anche il limitato numero di pagine. Ho notato inoltre certi scambi verbali un poco artificiosi e prevedibili ("Mi chiamo Aki, non moscerino") e certe situazioni leggermente "forzate", che tradiscono il loro essere espedienti per far proseguire la narrazione (l'agente straniero in macchina si tradisce per ben tre volte di seguito, due delle quali riguardo ai depliant del collegio. Va bene essere stupidi, però... E poi Roary che va ad interrompere l'esercitazione per chiedere un'informazione: cieca? sorda?)
Ok, sono stato cattivo... Probabilmente perché avevo aspettative molto alte: comunque per ora continuerò a seguire la serie.
Niente da dire invece su Turconi. Spettacolare, accattivante e personalissimo. Al limite del geniale (le nuvole!)
Scimmie naziste! Cosa si può volere di più!
Io avevo già avuto l'occasione di leggere il rpimo episodio quando uscì lo sketchbook, reperito ad una fiera. Già allora lo apprezzai, ma colorato magistralmente fa un effetto molto migliore.
Il mio primo commento dopo aver letto "Il talento di Roary" fu che la serie sembrava l'inizio di monster Allergy, e speravo che anche WonderCity non avrebbe preso l'onda di monotonia che sta affliggendo MA.
Ma da quanto ho letto qui la serie ha già un'impostazione di base in piccole miniserie, e quindi questo rischio non si dovrebbe presentare...
I disegni sono spettacolari adoro lo stile di Turconi ricco di particolari, e i suoi personaggi sono stupendi, proprio per il loro essere "eccessivamente caricaturali".
Passiamo alla storia: come è già stato detto, un ottimo inizio che mette già le carte in tavola! I personaggi vengono presentati per i loro caratteri principali, anche se questo ovviamente rischia di farli apparire stereotipati (nei prossimi numeri scopriremo se è davvero così). Il fatto di far capire che ci sono molti misteri ede elementi pronti ad essere utilizzati io lo considero un'ottimo inizio: fa capire che c'è del lavoro dietro e non che gli autori hanno scritto un plot di base e poi di volta in volta creeranno storie nuove finchè il fumetto nuovo.
Non condivido il discorso fatto da Rebo: le "pistole in primo piano" non possono essere utilizzate subito. Se al cinema una "pistola in primo piano" viene utilizzata in un secondo tempo può essere un bel film, altrimenti se viene usata subito è semplicemente un film di Vin Diesel.
E poi non avrei potutto sopportare che nel primo numero si risolvessero già dei misteri! Il primo numero è fatto proprio per creare curiosità, e questo numero nei miei confronti c'è riuscito. Sono curioso di sapere come continua, e do' anche la mia fiducia agli autori, che spero riusciranno a strutturare e a districare in maniera gradevole la matassa che hanno creato.
Io avevo già avuto l'occasione di leggere il rpimo episodio quando uscì lo sketchbook, reperito ad una fiera. Già allora lo apprezzai, ma colorato magistralmente fa un effetto molto migliore.
Il mio primo commento dopo aver letto "Il talento di Roary" fu che la serie sembrava l'inizio di monster Allergy, e speravo che anche WonderCity non avrebbe preso l'onda di monotonia che sta affliggendo MA.
Ma da quanto ho letto qui la serie ha già un'impostazione di base in piccole miniserie, e quindi questo rischio non si dovrebbe presentare...
I disegni sono spettacolari adoro lo stile di Turconi ricco di particolari, e i suoi personaggi sono stupendi, proprio per il loro essere "eccessivamente caricaturali".
Passiamo alla storia: come è già stato detto, un ottimo inizio che mette già le carte in tavola! I personaggi vengono presentati per i loro caratteri principali, anche se questo ovviamente rischia di farli apparire stereotipati (nei prossimi numeri scopriremo se è davvero così). Il fatto di far capire che ci sono molti misteri ede elementi pronti ad essere utilizzati io lo considero un'ottimo inizio: fa capire che c'è del lavoro dietro e non che gli autori hanno scritto un plot di base e poi di volta in volta creeranno storie nuove finchè il fumetto nuovo.
Non condivido il discorso fatto da Rebo: le "pistole in primo piano" non possono essere utilizzate subito. Se al cinema una "pistola in primo piano" viene utilizzata in un secondo tempo può essere un bel film, altrimenti se viene usata subito è semplicemente un film di Vin Diesel.
E poi non avrei potutto sopportare che nel primo numero si risolvessero già dei misteri! Il primo numero è fatto proprio per creare curiosità, e questo numero nei miei confronti c'è riuscito. Sono curioso di sapere come continua, e do' anche la mia fiducia agli autori, che spero riusciranno a strutturare e a districare in maniera gradevole la matassa che hanno creato.
Eh ma io non ho detto per niente che vadano usate subito, e una simile cosa non mi passerebbe mai per l'anticamera del cervello Probabilmente mi ero spiegato male. Volevo dire solo che per me ce ne sono troppe. Il che mi ha dato un'impressione di eccessivo zelo, a scapito di altri aspetti della storia che potevano essere sviluppati. Certe "pistole" di questo n. 1 potevano benissimo aspettare episodi successivi.DeborohWalker ha scritto:Non condivido il discorso fatto da Rebo: le "pistole in primo piano" non possono essere utilizzate subito. Se al cinema una "pistola in primo piano" viene utilizzata in un secondo tempo può essere un bel film, altrimenti se viene usata subito è semplicemente un film di Vin Diesel.
Comunque ciò non toglie che queste "pistole" siano particolarmente attraenti, e che io sia curioso di vedere come verranno usate...
Mettiamola così: un giorno un tizio si sveglia e decide di scrivere una storia dove i nazisti girovagano per il mondo alla ricerca di un'antica reliquia della religione ebraiaca, e sulla loro strada incontrano un tipo che gli mette i bastoni fra le ruote: il tipo cerca anche lui la reliquia, e per farlo farà a pugni con i nazisti e cercherà di fargli saltare in aria. Alla fine, nonostante lui sia solo in compagnia di una ragazza, prevarrà contro un plotone di nazisti che verranno squagliati dal potere della reliquia.Rainboy ha scritto:[...[ ma sinceramente io penso che tutte le minuzie del mondo non possano levarti dalla testa l’immagine, non appena la vedi, di un U-boot nazista pilotato da una ciurma di SCIMMIE. La sopportazione ha un limite…
Robot amorfi di ferro battuto, auto che si agganciano ai tralicci dell’alta tensione, bizzarri ibridi fra elicotteri e aeroplani, li puoi apprezzare come richiami alla fantascienza dell’epoca, hanno un loro fascino grezzo e immediato; ma centaure zebrate, rane parlanti, arpie fotografe vestite alla moda, giganti neanderthaliani agghindati alla turca, tute da palombaro che “scientificamente” entrano nel mondo onirico, iniziano già a metterti alla prova; infine esempi clamorosi come quello sopracitato, secondo me insulti palesi alla realtà storica (se i tedeschi avevano la flotta di sommergibili più potente al mondo non era certo perché assoldavano oranghi come ciurma! Fare del nazismo una macchietta, è come minimo discutibile…) finiscono
per farti pensare a parodie malriuscite, più che a realtà storiche interpretate con fantasia. Certo, c’è anche chi apprezza tutto ciò… ma io francamente non ci riesco fino a questo punto. E guardando la copertina del prossimo numero di gennaio, non mi sento affatto tranquillo…
Questa storia, se non si fosse capito, è "I Predatori dell'Arca Perduta", scritta da George Lucas e diretta da Steven Spielberg.
Nessuno, a parte qualche idiota tipo <a href="http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni ... ml">Questo Qui</a> (EDIT: putroppo non è che sia il solo... in effetti ce ne sono tanti), nega la mostruosità del nazismo (in tutto: ideologia, shoa, guerra). Eppure io non trovo offensiva la storia di Lucas, che tra l'altro si basa su delle verità storiche; è infatti vero che i nazisti erano ossessionati dalla ricerca di reliquie religiose o di città mitiche (Atlantide), credendo che potessero rendere invincibile la loro stirpe eletta .
E' in quest'ottica che io vedo l'u-boat nazista di WC. Sappiamo anche che i nazisti tentavano esperimenti di ogni genere; perché non avrebbero potuto voler creare delle elettroscimmie? Tra l'altro non si tratta dell'intero esercito, ma dell'equipaggio di un sommergibile.
Quoto in pieno l'intero messaggio e in particolar modo questo passaggio. Il fatto che esistano scimmie naziste non implica certo che tutti i nazisti siano scimmie...Tyrrel ha scritto: Tra l'altro non si tratta dell'intero esercito, ma dell'equipaggio di un sommergibile.
Tu zitto che hai già quotato e postato la tua opinione sia qui che nel Witchforum, più volteQuoto in pieno l'intero messaggio e in particolar modo questo passaggio. Il fatto che esistano scimmie naziste non implica certo che tutti i nazisti siano scimmie...
Approvo in pieno e sono anche io un fan degli Indiana (Pipps e Jones ^^) ma, perdonami, tutto ciò... cosa c'entra esattamente con le mie affermazioni? :shock:Questa storia, se non si fosse capito, è "I Predatori dell'Arca Perduta", scritta da George Lucas e diretta da Steven Spielberg.
Nessuno, a parte qualche idiota tipo Questo Qui (EDIT: putroppo non è che sia il solo... in effetti ce ne sono tanti), nega la mostruosità del nazismo (in tutto: ideologia, shoa, guerra). Eppure io non trovo offensiva la storia di Lucas, che tra l'altro si basa su delle verità storiche; è infatti vero che i nazisti erano ossessionati dalla ricerca di reliquie religiose o di città mitiche (Atlantide), credendo che potessero rendere invincibile la loro stirpe eletta
Comunque, essendo opinioni personali, non voglio guastare il topic con ulteriori post in merito e aggiungo che, in realtà, alla fine il nazismo è stato solo una causa scatenante come avrebbero potuto essercene molte altre all'interno di un fumetto simile; semplicemente su temi di un tale spessore storico/psicologico io non ho mai gradito questo tipo di caricatura o, nel caso specifico, di vera e propria presa per i fondelli, ritenendola stupida e inconcludente.
Andrò ugualmente avanti con il fumetto almeno per altri tre numeri, partendo dall'ovvio assunto che tutti quegli aspetti che ho qualitativamente più apprezzato non potranno che migliorare con il procedere della storia.
Scimmioni o non scimmioni.
Seguendo quello che in preceedenza hai scritto:Rainboy ha scritto: Approvo in pieno e sono anche io un fan degli Indiana (Pipps e Jones ^^) ma, perdonami, tutto ciò... cosa c'entra esattamente con le mie affermazioni? :shock:
si poteva anche considerare offensivo il fatto che un gruppo di nazisti girasse per il mondo alla ricerca di una reiluquia ebraica mentre succedeva quel che succedeva...Rainboy ha scritto:Grrò ha rilevato, e non a torto, l’estrema cura nei dettagli grafici e ambientali per ricreare gli anni ‘30, ma sinceramente io penso che tutte le minuzie del mondo non possano levarti dalla testa l’immagine, non appena la vedi, di un U-boot nazista pilotato da una ciurma di SCIMMIE. La sopportazione ha un limite…
[...]
secondo me insulti palesi alla realtà storica (se i tedeschi avevano la flotta di sommergibili più potente al mondo non era certo perché assoldavano oranghi come ciurma! Fare del nazismo una macchietta, è come minimo discutibile…) finiscono per farti pensare a parodie malriuscite, più che a realtà storiche interpretate con fantasia. Certo, c’è anche chi apprezza tutto ciò… ma io francamente non ci riesco fino a questo punto. E guardando la copertina del prossimo numero di gennaio, non mi sento affatto tranquillo…
Vedo che comunque non è così, e anzi che ti piacciono i film di Indy.
Come hai detto tu, sono opinioni personali, e ci sta benissimo che una cosa possa o no piacerti. Quello che volevo dire è che gli autori non stanno trasformando il nazismo in macchietta solo perché hanno ideato un equipaggio di scimmie per un u-boat.
mah, secondo me rimane tanto rumore per nulla.
Insomma, si era preannunciato chissà cosa, e mi ritrovo davanti a sto... coso dai disegni stilizzati e le colorazioni omogenee a cartone animato... -__-
La storia poi di base è anche originale, ma se continua così lo trovo un po' noioso.
I personaggi già mi stanno tutti sulle palle, Roary per prima.
Poi, boh è il primo numero e in fondo è tutto da vedere...
La nota positiva è che adoro la sceneggiatura, la trovo spettacolare: soprattutto quella della storia di 12 pagine, è superba!
Insomma, si era preannunciato chissà cosa, e mi ritrovo davanti a sto... coso dai disegni stilizzati e le colorazioni omogenee a cartone animato... -__-
La storia poi di base è anche originale, ma se continua così lo trovo un po' noioso.
I personaggi già mi stanno tutti sulle palle, Roary per prima.
Poi, boh è il primo numero e in fondo è tutto da vedere...
La nota positiva è che adoro la sceneggiatura, la trovo spettacolare: soprattutto quella della storia di 12 pagine, è superba!
blah blah blah
Copio dal mio blog, che a sua volta scopiazza da SBoNK:
Premetto che lo ho letto molto rapidamente, spero di poterlo leggere presto con maggiore calma. Premetto anche che qui dentro non ci sono spoiler.
Dunque, i disegni, di Graziano Barbaro, mi sono piaciuti molto. Per quanto riguarda i colori (Romina Denti ed Emanuele Tenderini), invece, ho preferito quelli del precedente. In particolare le ombre, in alcune tavole, non mi hanno convinto molto.
La trama (Gualdoni) non è male, si continuano ad inserire sempre più elementi "particolari" (in soli due numeri si è ormai visto di tutto, ed anche il prossimo numero promette bene in questo senso). Mi sta però piacendo poco la caratterizzazione di Erik.
I dialoghi (Gualdoni) sono spesso composti da battute troppo lunghe (e/o complesse), a mio avviso troppo lontane dal parlato. L'intoduzione del dirigibile da parte di Roary è forse l'esempio più palese, mi è sembrata un po' innaturale. Gualdoni, in un'intervista (quella pubblicata su SBoNK), disse che deve ancora imparare bene a dire molto con battute brevi. Ha ragione. Ma resta comunque tra i miei sceneggiatori preferiti.
La storia breve, ben disegnata da Turconi e colorata (forse con toni troppo accesi rispetto a quelli delle altre storie, in alcune vignette - ma la cosa non guasta troppo) da Chiara Fabbri Colabich, Cristina Toniolo ed Emanuele Tenderini, presenta, in maniera decisamente divertente, la seconda classe del collegio. Mi è piaciuta. Qui i dialoghi (sempre Gualdoni) mi sono sembrati forse migliori. Le "espressioni" dei poveri coniglietti sono decisamente lol (compimenti a Turconi!).
In quarta di copertina si trova la pubblicità dell'artbook "Wondercity #0 - I Talenti", l'unico numero zero che ho mai visto uscire insieme ad un numero 3 (pare ci siano stati ritardi nella consegna di alcune tavole, e in ogni caso FreeBooks è raramente puntuale ^_^)
Uscirà infatti a marzo, avrà 64 pagine, sarà cartonato, costerà 10,90 € e lo comprerò sicuramente - povero portafoglio - (spece dopo aver visto le tavole a Lucca (oltre a quelle del blog)...).
(ringrazio per l'immagine!)
Lorenzo Breda
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If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
Hobbes, Calvin&Hobbes
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Sigh! A settembre doveva uscire questo, ma senza tavole è un po' difficileLBreda ha scritto:In quarta di copertina si trova la pubblicità dell'artbook "Wondercity #0 - I Talenti", l'unico numero zero che ho mai visto uscire insieme ad un numero 3 (pare ci siano stati ritardi nella consegna di alcune tavole, e in ogni caso FreeBooks è raramente puntuale ^_^)
La fama del raramente puntuali (che poi non è vero è solo che un volume in ritardo fa "notizia", quelli puntuali invece no :o ) comunque la perderemo presto... dovremmo recuperare tutto entro aprile! Certo poi se come nel caso di Wondercity 0 non ci mandano il materiale ci possiamo far poco :|
Intanto il mio fumettaro mi ha detto che esce domani. Ma io spero di trovarlo in edicola...
Ma cosa, Wondercity 2? Il tuo fumettaro ha perso qualcosa, è uscito da una settimana in fumetteria!Grrodon ha scritto:Intanto il mio fumettaro mi ha detto che esce domani. Ma io spero di trovarlo in edicola...