[Radice & Turconi] Il Porto Proibito

Da Lupo Alberto ad Asterix passando per Rat-Man e i Puffi con tappa nell'euromanga di derivazione barbucciana, nato in Italia e trapiantato in Francia.
  • E io l'ho iniziato, intanto. Letto il primo atto! Stasera si continua col secondo...
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    Teresa Radice e Stefano Turconi sono senza dubbio alcuno tra le persone più ricche che abbia mai conosciuto. Non mi riferisco alla ricchezza economica (anche perché un certo miliardario in tuba e basette potrebbe offendersi) ma a tutto il resto: sono persone ricche di cultura, affetto, saggezza, generosità. I loro valori imperversano nelle opere che confezionano, sempre in tandem, e il risultato è che alla fine il primo a uscirne arricchito è proprio il lettore. Con Il Porto Proibito la ricchezza si tasta a piene mani. Si parte da umile viandante e si giunge a destinazione con il sentore di essere diventato re.

    Sperando di non essere frainteso, oserei affermare che Il Porto Proibito è un fumetto che ha più da dare che da dire (nonostante il dire basterebbe di suo a saziare il lettore) e questo è un dettaglio che fa la differenza. Ho seguito, un po' da lontano e un po' da vicino, la genesi del Porto condividendo la luce emanata dagli occhi degli autori ogni volta che ne raccontavano un pezzetto, ogni volta che un tassello veniva aggiunto o un dettaglio grafico modificato con il tratto morbido e gentile di Stefano (che, a mio parere, raggiunge qui una sintesi espressiva eccezionale, degna dei migliori animatori disneyani). L'amore di Teresa per la poesia, per la letteratura, per i canti e le ballate, è tutto riversato all'interno del libro e questa volta sta al lettore tendere la mano per ricevere i doni offerti. Ricchezza da tastare, come dicevo sopra.

    I miei più sinceri complimenti agli autori per questo vivo, splendido atto d'amore. Spero ottenga il successo che merita.

    E chiudo con un interrogativo: esisterà, per le persone lontane dal mare, un Porto Proibito?
  • Io dico solo che domani alle 6.45 mi sveglio che ho il treno per Reggio.

    Ma il terzo atto me lo sbafo lo stesso. Bisogna.

    Tere, hai scritto un libro che cura l'anima ma nuoce gravemente alla salute?
  • Missione compiuta.

    Opera maiuscola, che presto meriterà una bella recensione per esteso...
  • Mi è molto difficile parlare del Porto Proibito.
    Non è un caso che io ne abbia terminato la lettura già da una settimana e mezza e non avessi ancora scritto nulla al riguardo.
    Mi sono trovato di fronte ad un'opera che mi colpito così tanto, e dalle caratteristiche tali, da ritrovarmi senza parole. Senza la capacità di riuscire ad esprimere quello che questo fumetto rappresenta in generale e ha rappresentato per me in particolare.
    Ma è giusto provarci comunque, per rendere merito a Teresa Radice e Stefano Turconi e perché possa, in qualche modo, con il mio commento, comunicare a chi ancora non ha scoperto Il Porto Proibito cosa si è perso, e che farebbe bene a rimediare al più presto.

    Il Porto Proibito contiene tutto.
    Cercate l'avventura? C'è, di quella pura, da romanzo per ragazzi del secolo scorso.
    Cercate, nello specifico, avventure di mare? Ci sono, molte scene per gli oceani, per le isole, su splendidi velieri.
    Cercate il mistero? C'è, attraversa tutto il libro e ha una risoluzione appagante.
    Cercate tematiche forti? Ci sono, e ben sviluppate: vita, morte, seconde possibilità, l'importanza di vivere la propria vita al meglio, l'importanza dell'amore come rifugio e dono.
    Cercate elementi soprannaturali? Ci sono, e si sposano perfettamente con le tematiche del libro e con l'aspetto più normale.
    Cercate storie di vita normale? Ci sono, attraverso il bucolico villaggio in cui approda il protagonista e la sua vita alla locanda delle tre sorelle.
    Cercate il sentimento? C'è, sotto forma di una narrazione di rara poesia, struggente e delicata.
    Cercate personaggi memorabili? Ci sono, diversi tipi umani popolano queste pagine, dando la possibilità ad un vasto pubblico di immedesimarsi in qualcuno di loro.

    Non so come, ma Teresa ha infilato moltissimi elementi in "sole" 312 pagine, e tra di essi ci ha messo anche il suo cuore. Si avverte in ogni tavola quanto questo lavoro è sentito dall'autrice, ed è tangibile la passione e la fatica che ha impiegato per scrivere una sceneggiatura del genere.
    Attraverso una storia di mare, di velieri, di tradimenti e di sofferenze, Teresa inserisce inquietudini che solo delle venature di soprannaturale innestate nella quotidianità dell'Inghilterra del '700 possono provocare in modo tanto potente. Costruisce dei personaggi meravigliosi, sfaccettati e solidi, a cui ci si affeziona immediatamente e che riescono a trascinare il lettore dentro alla storia. Rebecca su tutti, sicuramente il mio personaggio preferito per il suo approccio alla vita e per la sua estrema sensibilità; Abel viene subito dopo, un protagonista che ricorda molto Jim Hawkins (e ritorna L'Isola del Tesoro ;) ) ma dotato di precise caratteristiche che lo rendono coraggioso e timido allo stesso tempo. Nathan è un altro gran bel personaggione per l'istinto di protezione che porta con sé, le sorelle Stevenson (in special modo la più piccola), Yasser con la sua amicizia candida e sincera e la sua saggezza pacata... un mondo intero di belle persone.
    Ed è un mondo in cui voglio credere: perché andando avanti con la storia si scopre che anche in questa realtà di carta esistono i cattivi, gli infami, i traditori. Teresa si premura solo di suggerirci che le persone positive però non scarseggiano, e poi va oltre suggerendo che la vita può essere così magnanima da concedere anche delle seconde possibilità, per riparare a delle ingiustizie.
    Infine, più nello specifico, mi ha conquistato il modo in cui vengono raccontate le scene d'amore: il sesso non viene schiaffato in faccia, non c'è compiacimento nel mostrarlo, ma c'è tutta la delicatezza e la poesia che un atto di dono come quello porta dentro di sé. C'è la paura iniziale, ci sono le sensazioni più belle del mondo, c'è l'abbandonarsi, l'accoglienza, la scoperta di sé e dell'altro. Il sesso mostrato nel Porto Proibito assume sempre la forma di un momento di passaggio o di presa di coscienza, e in quanto tale è sempre un momento di forte intensità emotiva che esplode nella sua fisicità, una visione che mi trova affine.

    Quelle scene, e in generale tutto il resto del libro non sarebbe stato lo stesso senza l'indispensabile apporto grafico di Stefano Turconi. Stefano ha fatto un lavoro davvero enorme, la pura e semplice matita (senza china, senza colore) contribuisce in modo decisivo al feeling visivo della storia, rende ogni scena sublime e cesellata da un tratto morbido e affascinante. Echi cartooneschi - soprattutto nei volti di alcuni personaggi, che ricordano i visi visti in Viola Giramondo - si fondono con un tratto più realistico quando si tratta di rappresentare navi ed edifici. Bastano poche righe e c'è un mare stupendo, basta un disegno a tutta tavola e si viene catapultati dentro all'avventura.
    Se le scene d'amore vengono rappresentate con la grande delicatezza che la sceneggiatura richiedeva, in almeno un paio di occasioni che vignette che ripetevano una sequenza passo a passo in modo da far percepire la lentezza della situazione, le scene di tempesta in mare hanno tutta la potenza che il segno grafico di Stefano è in grado di mostrare. Matite di forza diversa modulano il segno, la grafite graffia il foglio e riesce con pochi tratti a far passare un'emozione piuttosto che un'altra, con grande maestria data dall'abilità innata dell'autore ma anche dai sentimenti che animavano la sua mano, evidentemente coinvolta nella trama insieme a tutto il resto dell'artista.

    Il Porto Proibito è per me una delle migliori storie che ho letto negli ultimi anni. Di più, è una delle pochissime opere che ho già voglia di rileggere una seconda volta, e addirittura uno dei rarissimi libri per cui sento proprio il bisogno di riprenderlo in mano ciclicamente, cosa finora avvenuta solo per Achille Piè Veloce di Stefano Benni e Il Canto di Natale di Charles Dickens.
    Credo di poter affermare fin d'ora di aver trovato il fumetto migliore del mio 2015, che diventerà un capisaldo della mia formazione a fumetti, e che spero possa avere tanta fortuna anche presso moltissime altre persone, facendo capire le enormi potenzialità della coppia Radice/Turconi.
    Onore a BAO che ha creduto e investito su questi due autori che uniscono una grande professionalità allo smisurato amore per quello che fanno e ad una sensibilità di cui ritengo abbiamo tutti molto bisogno.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • BAO Boutique, Milano.
    Via Vigevano 11.
    Sabato 6 giugno alle 17.00.

    Ci saremo noi.
    E ci sarà la Last Chance, terminata un'ora fa.

    Venite, vero? :ciao:
  • Il Porto Proibito

    1. Alla Scoperta della Casa Senza Nord

    Nel 2005 si celebra il matrimonio fra Teresa Radice e Stefano Turconi. Non si tratta solamente dell'unione di due persone, bensì di un connubio artistico che ben presto regalerà allo scenario fumettistico qualcosa di indimenticabile. Lei è una sceneggiatrice disneyana attiva soprattutto sulle pagine di W.i.t.c.h., lui uno dei migliori disegnatori usciti dall'Accademia Disney, coinvolto in un gran numero di progetti innovativi, fra i quali spicca PK. Entrambi hanno Walt Disney nel proprio dna, e come tutti i grandi artisti, sono ansiosi di declinarne i principi estetici esplorando nuove direzioni. L'epoca degli spillati e della sperimentazione editoriale viene loro incontro, cullandone i talenti per diversi anni. Dopo il matrimonio i due si trasferiscono in un personalissimo covo creativo, la "Casa Senza Nord", che diventerà ben presto il marchio ufficiale per le loro opere.

    La coppia intraprende infatti una collaborazione esclusiva, finendo per portare sulle pagine di Topolino una serie di storie fortemente autoriali. Capolavori come Topolino e il Grande Mare di Sabbia, Zio Paperone e l'Isola Senza Prezzo, Topinadh Tandoori e la Rosa del Rajasthan oppure il divertente ciclo di Pippo Reporter raccontano molto dei due artisti, dei loro viaggi in luoghi esotici e del loro amore per la vita. E' del tutto naturale che il loro affiatamento personale e artistico finisca per travalicare le pagine del settimanale disneyano, lanciandosi in quello del fumetto d'autore e producendo così la loro prima graphic novel, Viola Giramondo, uscita sotto il marchio di Tunuè. E' la BAO invece a pubblicare la loro opera seconda, Il Porto Proibito, un romanzo a fumetti di ben trecento pagine, vero e proprio manifesto artistico dei titolari della Casa Senza Nord.


    2. Il Cocktail Letterario

    La vicenda del Porto Proibito si dipana in quattro atti di lunghezze differenti. Ad essere presa in esame è la storia di Abel, giovane naufrago senza memoria, che sbarca in Inghilterra desideroso di far luce sui misteri del proprio passato. E dato che nessun uomo è un'isola, in questa sua ricerca finirà per intrecciare inconsapevolmente i fili delle altrui esistenze, lasciando dietro di sé qualcosa di cui la stessa autrice sembra essere innamorata: la vita. Fra burberi (e adorabili) capitani scozzesi e giovani ragazze in età da marito, spicca decisamente il personaggio di Rebecca, la misteriosa tenutaria di un bordello. Contrariamente ad ogni aspettativa, sarà proprio questa donna a rappresentare per Abel un "porto sicuro", accompagnandolo nella scoperta della verità, con tutte le sue implicazioni dolci e amare. Il romanzo preso di per sé offre al lettore un pasto completo. Alla base di tutto c'è una solida componente mistery, a cui si accompagna un lato avventuroso. Le avventure di Abel ricordano infatti la miglior letteratura marinaresca, e non è un caso che il nome "Stevenson" ricorrà così tanto nella vicenda.

    E' presente una buona dose di romanticismo, dato che la tematica amorosa è una componente fondamentale dell'avventura di Abel, e soprattutto non manca nemmeno quel pizzico di paranormale, in grado di dare alla storia una marcia in più. Si può dire, dunque, che Il Porto Proibito rappresenti per Teresa un approdo narrativo. Tutto ciò che fino ad oggi ha caratterizzato la poetica dell'autrice viene compattato e riversato fra le pagine di questa evocativa graphic novel. E lei non fa niente per nasconderlo, affidando proprio a Rebecca il ruolo di custode della propria formazione letteraria. Che si tratti di Wordsworth, Coleridge o Shakespeare, l'affascinante e malinconica proprietaria del Pillar to Post si ritroverà spesso e volentieri a declamare i loro versi, in una tempesta di citazioni. Non si tratta però di sfoggio fine a sé stesso, ma di riferimenti con un ruolo ben preciso all'interno della narrazione. E' attraverso le parole dei poeti infatti che Rebecca aiuta Abel a scoprire la verità su di sé, lanciando un messaggio importante e inedito: la buona letteratura è capace di scrutarti dentro, portandoti a scoprire lati di te che non conoscevi. "Farsi leggere da un libro" come mezzo per conoscere meglio sé stessi, insomma.


    3. L'Arte del Grigio

    E' difficile guardare una pagina del Porto Proibito senza rimanere rapiti dalla linea grigia che Stefano Turconi ha usato per raccontare la sua storia. Sin dagli albori della sua carriera, il tratto di Stefano si è sempre mosso in una direzione precisa: la sintesi. Che non è affatto sinonimo di povertà grafica, tutt'altro. Riuscire a descrivere una figura, un'emozione o un carattere usando un solo rapido movimento della mano non è cosa da tutti. Non sono molti gli artisti realmente in grado di farlo (si ricordano Al Hirschfeld, Eric Goldberg e pochi altri). Riuscire a racchiudere così tante cose in poche linee significa che lo stesso sinuoso tratto di matita deve includere la testa, il collo, la schiena di un personaggio, definendone la fisicità in un ininterrotto fluire di grafite. E questo ci porta all'altra grande peculiarità dello stile turconiano: la fluidità, quella cosa capace di rendere dinamico ogni suo disegno, fino a farlo somigliare ad un bellissimo cartone animato.

    Nel Porto Proibito Stefano rinuncia al colore e all'inchiostro, e preferisce affidare alle sue marire le trecento pagine della storia. Sebbene questo valorizzi non poco il suo tratto, è sicuramente una scelta coraggiosa e in grado di dare al romanzo un look completamente diverso da quello del vibrante Viola Giramondo, i cui toni erano più fanciulleschi e giocosi. La tenue colorazione in scala di grigi che accompagna la lettura comunica sensazioni diverse e particolarissime, come la malinconia di una memoria che sbiadisce o l'indefinitezza del ricordo di un sogno al risveglio. C'è poi da rimanere a bocca aperta di fronte ai paesaggi, alla rappresentazioni delle navi che navigano in piena tempesta e alle scene più spettacolari, in cui la matita di Turconi riesce a "graffiare" lo scenario, creando sfumature, ombreggiature e effetti speciali in grado di essere realmente percepiti dal lettore.


    4. Uomini e Topi

    Il Porto Proibito è sicuramente l'opera della maturità per la coppia, in cui non viene messo alcun freno alla loro volontà artistica. La forma volutamente retrò del volume, la presenza nella storia di un gran numero di reali canti marinareschi imparati dai due autori nel corso dei loro numerosissimi viaggi di documentazione, e persino la lunghissima carrellata di credits e dediche inserite alla fine – fra le quali noi di questo sito siamo orgogliosi di poterci riconoscere – rendono chiara la volontà da parte dell'editore di non creare alcuna interferenza, consegnando nelle mani dei lettori l'opera così come Teresa e Stefano l'hanno pensata. Critica e pubblico sembrano aver dato ragione all'operazione compiuta da BAO, dato che i risultati sono stati davvero buoni sia per quanto riguarda le vendite che le recensioni.

    E' straordinario che a questi due artisti sia stata data la possibilità di esprimersi appieno, specie dopo aver militato per anni all'interno del mondo Disney, universo narrativo stimolante per certi versi ma limitante per altri. Ed è assolutamente positivo che i loro talenti siano riusciti ad emergere anche all'infuori del tradizionale circuito commerciale, facendo accorgere di sé anche l'altro lato del "fumettomondo", quello più snob, più vicino alle graphic novel che alle logiche imperfette della narrazione seriale. Questo non significa che Mickey Mouse sia stato in alcun modo trascurato dai due autori. Le ricerche e la documentazione svolti dalla coppia per narrare il viaggio di Abel hanno finito per ispirare L'Isola del Tesoro, adattamento a fumetti del romanzo di Stevenson pubblicato nello stesso anno in tre parti sul settimanale Topolino. Per mare e per terra, che si tratti di esseri umani, topi o paperi, la rotta artistica della "Casa Senza Nord" punta verso una direzione ben precisa: quella del Fumetto fatto a regola d'Arte.
  • Valerio, sei pubblicamente nominato nostro biografo ufficiale. :clap: :clap: :clap:

    GRAZIE, eh!
  • Accetto l'incarico con gioia, anche il per il futuro.

    E già che ci sono linko la versione della rece che abbiamo piazzato sul sito, che è più bella con le immagini:

    http://www.ilsollazzo.com/best.php?r=7
  • GRAZIE a chi c'era sabato!

    Qui, se siete curiosi, trovate un'intervista quasi-inedita, con domande belle:

    http://stefanoturconi.blogspot.it/2015/ ... viste.html

    (e anche una foto di Tere&Ste versione marinaresca!)

    :ciao:
  • L'ho finito ieri, ma non ne sono ancora sazia. Il libro è sempre con me, e non appena ho un momento libero mi ritrovo a sfogliarlo per riassaporare i miei momenti preferiti o soltanto per ammirarne i meravigliosi disegni. Non mi accadeva da tempo di essere così presa da una storia, non vedo l'ora di rileggerlo per intero (anche perché devo ancora decidere qual è il mio personaggio preferito, sono tutti troppo belli).

    Grazie Teresa, grazie Stefano, attendo con ansia la vostra prossima opera. :)
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • Grazie a te, Tigrotta!
    Grazie a tutti i lettori del Porto!

    Per la prossima opera ci sarà un certo tot da attendere (dopo il Porto, non abbiamo voglia di fare cose "meno impegnative"...), ma intanto, se ti va, a metà luglio torniamo sul Topo col penultimo Pippo Reporter... :ciao:
  • Pippo Reporter non me lo lascio sfuggire sicuramente. Fortunatamente dal 24 luglio sono a Roma per una ventina di giorni (al momento abito in Inghilterra), quindi potrò leggerlo senza troppa differita. ;)
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • Cara Teresa, caro Stefano,
    come ho già avuto modo di dirvi a Napoli penso siate tra le migliori teste e mani in circolazione, e la lettura del Porto Proibito ne è stata una splendida conferma.
    CHE MERAVIGLIA, ragazzi. Che meraviglia.
    Non mi dilungherò, altri prima di me hanno recensito in maniera strepitosa il vostro lavoro.
    Volevo solo ringraziarvi, perché questo è un libro che resta dentro. Resta negli occhi, si sovrappone allo scorrere di questa Roma oscena e corrotta dai finestrini dell'autobus; resta nei pensieri, al di sopra delle chiacchiere infinite, delle minchiate da apericena, della gnegna tossica sminuzzata in 140 caratteri. E' un libro denso, e leggero. Ma leggero in maniera sana. Mi è capitato già di dirlo altrove: la leggerezza non è una modalità narrativa, è una modalità dell'anima. O ce l'hai o non ce l'hai. E quando ce l'hai può capitare, talvolta, di sentirla come un limite (mi permetto una piccola nota personale: anch'io, scrivendo e disegnando Lupo Alberto, convivo quotidianamente con questa leggerezza, e soprattutto quando affronto temi tosti a volte la percepisco come un limite). Ma è un limite benedetto. Perché esprime rispetto, riguardo, pudore. Pudore: merce rara.
    Non c'è una sola tavola che non esprima Bellezza. Non c'è una sola tavola inutile, allungabrodo, solipsistica, "tefacciovedèquantosobravoascriveeadisegnà". Un rispetto assoluto per i personaggi e per i lettori.
    E' un libro da cui si imparano MOLTE cose. Grazie, davvero.
    Per quanto mi riguarda, lo pubblicizzerò a destra e a manca.
    Un grosso bacio in fronte a tutti e due.
  • Bruno, GRAZIE a te, davvero, di queste parole che sono come un abbraccio.

    E' stato un onore averti a bordo!

    Commossi, riceviamo il tuo bacinfronte e speriamo di rivederci presto. :ciao:
  • Vi meritate tutto il bene del mondo, amici miei!
    Ah! E viva i Pogues e Ludovico Einaudi!
  • Ero sempre lì lì a guardarlo e a pensarci, ma poi lasciavo perdere, anche visti i tanti arretrati che ho.
    Ma poi questa recensione mi ha convinto, penso proprio stasera lo prenderò.
    Timido postatore e finto nerd.

    Pure su YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCBsX4Y ... LjrjN8JvEQ.
  • Notizia e dettagli dalla pagina Facebook di BAO: per Lucca la Artist Edition del Porto Proibito :)
    Ormai lo sapete tutti: a novembre esce la Artist Edition de Il porto proibito. In cosa consiste? Sarà un'edizione più grande (come Kobane Calling), con la copertina "invecchiata" ad arte (come Green Manor), la stessa splendida carta degli interni dell'edizione normale e una sezione finale inedita a colori, con progetti nautici, appunti di documentazione degli autori e illustrazioni "d'epoca" realizzate apposta per questa edizione da Stefano Turconi. L'anno prossimo ristamperemo anche l'edizione normale, ma per ora godetevi questa versione perfetta e definitiva di un libro che già migliaia di persone hanno amato e regalato. Potete prenotarlo fin d'ora in fumetteria!
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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