[Jeff Smith] RASL

Non solo Marvel e DC ma anche le classicissime strips e il fumetto autoriale di Alan Moore, Frank Miller o Jeff Smith.
  • Anteprima del volume due dal sito BAO: http://www.baopublishing.it/view.php?se ... oks&id=137
  • RASL #2: Il Fuoco di San Giorgio

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    Oh, io rimango ancora molto perplesso. Ma tanto, eh. Questo secondo volume, che contiene quattro capitoli anziché tre, mi ha lasciato con un senso di boh. La regia resta sempre fuori scala. Incredibile. L'uso dei bianchi e dei neri rivela una capacità di comporre la scena che è arte pura. Gli scadimenti del disegno che avevo rivelato nel volume precedente li ho visti diminuire, o forse è una mia impressione. Ma cmq ho trovato Smith più a suo agio con questo mondo, via via che si prosegue.

    Ma lo storytelling?

    Qualche avvisaglia l'avevo già avuta in certi passaggi mitologici di Bone, e avevo scelto di non farci caso. Ma adesso bisogna rilevarlo. Smith la sua mitologia l'ha chiara in testa, ma non riesce a trovare le parole giuste per esporla. C'è sempre qualche intoppo, qualche passaggio poco chiaro, qualche termine usato male che guasta la comprensione. A volte la guasta di più, altre di meno, ma si percepisce sempre qualche disturbo assimilatorio. Insomma, trovo che non abbia curato troppo bene il lato scientifico divulgativo per i profani. E questo per quanto riguarda i testi.

    Poi c'è la tecnica narrativa che utilizza, fatta di salti avanti e indietro e flashback che completano un mosaico di informazioni. E anche qui ho fatto molta, moltissima fatica a starci dietro per ricostruire nella testa quello che leggevo. Di opere frammentarie a livello di flashback ne fruisco (Lost, Once Upon a Time) e con un po' di mente locale riesco sempre a ricomporre i puzzle, ma qui noto che le inversioni narrative sono messe giusto per vezzo, e a volte non hanno neanche una vera ragion d'essere.

    Infine c'è quello che, al netto di flashback e mitologia, il volume racconta in tempo reale. Che è poca cosa. Ed è confuso anche qui. Il volume scorso bene o male qualcosa diceva, ma qui non riesco proprio a capire quale sia il senso degli eventi. Nell'ottica di consderiarlo un volume di spiegazioni mitologica allora il suo perché ce l'ha, ma come accadimenti presenti è davvero poca cosa. Ad esempio lo stacco brusco che avviene tra Rasl con la Maya alternativa e Rasl che riruba il quadro e giocare d'azzardo cosa dovrebbe significare? Che da questo momento in poi seguiamo le vicende di un Rasl alternativo (dovrebbero esisterne, scompaiono solo quando il nostro si sovrappone a loro, o così ho capito)? O era solo uno stacco malnarrato?

    Uhm, mi sa che il giudizio rimane sospeso, in attesa di avere il quadro completo della situazione nei prossimi due volumi.
  • Ho in buona sostanza le stesse tue impressioni. Un'opera magistrale a livello tanto di composizione grafica quanto di grafica in generale, ma decisamente poco agevole da comprendere nell'esposizione.

    Da una parte, però, credo o voglio credere che il problema sia il leggerla a pezzi. Va comunque detto che la scomposizione in volumi, afaik, è dell'autore, e non dovrebbe dunque essere necessario leggere tutto di seguito per capire.
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  • Allora è una bruttissima scomposizione in volumi. Quella di Bone aveva senso eccome. Quella del primo volume di Rasl poteva anche avere il suo perché, ma questo secondo, anche per il modo in cui si chiude lascia veramente con in bocca la polvere.
  • Arriva Bramo che si trova costretto a dare un po' ragione a Valerio -_-
    Già, perché nel caso del primo volume non ero d'accordo sulle perplessità del caro capo, avendo infatti confutato varie parti del suo commento, ma con Il Fuoco di San Giorgio esco anch'io un po' perplesso dalla lettura.
    Intendiamoci, rimane un fumetto decisamente interessante, leggerlo mi piace per via dei viaggi intradimensionali e per l'aria di segretezza che permea le tavole... e anche per il disegno, che anche se lo stile di Smith è effettivamente un po' diverso da quello di Bone, è sempre molto piacevole alla vista.
    Ma sì, sono d'accordo, l'esposizione soffre di poca chiarezza, e non è solo una cosa voluta tra flashback e stacchi tra una dimensione e l'altra, temo. La situazione non è molto chiara, perdipiù a 'sto giro nel tempo attuale succede ben poco per essere 4 episodi, preoccupandosi soprattutto di girare attorno a cose viste nel primo volume magari limitandosi a darne un approfondimento o una visione più dettagliata (il "mandante" di faccia di serpente), e concentrandosi maggiormente quindi sulle scene dal passato, rivelandosi anche qui però poco convincente nell'esposizione. Anche la digressione su Tesla, per quanto interessante, ai fini della trama mi pare prenda troppo spazio.
    Sicuramente non mollo, eh, anche perché con soli altri 2 volumi l'opera si conclude, e soprattutto perché confido che a opera conclusa si abbia un quadro più chiaro della storia. Ad ogni modo, ora come ora, resto sicuramente un po' combattuto sulla gestione di RASL...
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  • RASL #3: Romance at the Speed of Light

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    Terzo volume di quattro finalmente uscito e letto tutto d'un fiato. Come nel secondo albo ci sono quattro capitoli anziché tre come nel primo. Il mio giudizio non è granché evoluto da prima, forse perché è l'opera a non aver presentato caratteristiche troppo dissimili da quanto già visto.

    Continua ad essere tanto magnetico nella resa visiva e nella sceneggiatura, quanto fortemente problematico sotto il punto di vista espositivo. Si ha come l'impressione che Smith enunci leggi e fantasticherie fisiche non senza qualche virtuosismo concettuale, ma che si tratti sempre di roba che nella sua testa è assai più chiara di come invece giunge nella testa del lettore (e il germe di questo difetto di Smith lo si poteva già trovare in alcuni passaggi un po' confusi di Bone in cui si spiegava la mitologia del sogno). La narrazione frammentaria con tasselli di passato che si mescolano e rimescolano tra loro per formare un puzzle completo, poi si innesta in una situazione già compromessa da questo problemino, e invece di impreziosire l'impianto generale, finisce per rendere frustrante la lettura. Va detto poi che bisognerebbe stare molto ma molto attenti nella suddivisione in volumi di un'opera, la quale andrebbe sempre spezzettata in maniera tale da arrivare di volta in volta a dei traguardi ben precisi che possano dare al lettore l'illusione di essere arrivato ad un punto, di aver compreso qualcosa, anche solo in parte. Riuscire a trovare il giusto equilibrio narrativo che possa dare, al termine della lettura di un volume, la soddisfazione di aver compreso buona parte di quanto quanto letto, e nel contempo la curiosità di proseguire per chiarire il resto, è ovviamente difficile e dispiace vedere come Smith questa volta arranchi e non riesca a dare questo effetto. Incentrare un volume intero sulla disturbante bambina misteriosa e arrivare al termine senza aver avuto chiarimenti su di lei, ma complicando ancora di più il tutto, tirando fuori invece complicate e incomprensibili spiegazioni sulle dimensioni superiori, su Tesla e sulle religioni animiste, non è il massimo per fidelizzare il lettore. E sebbene abbia trovato questo terzo volume decisamente più scorrevole del secondo, che aveva tutte quelle digressioni prolisse su Tesla e sulle teorie del complotto, tutto questo non fa che confermare quanto Smith si trovi più a suo agio nel mostrarci dialoghi, scambi e emozioni dei personaggi, di quanto non lo sia nel delineare complessi affreschi mitologici.

    Invidio molto chi invece si leggerà l'opera tutta d'un fiato.
  • Valerio ha scritto: Invidio molto chi invece si leggerà l'opera tutta d'un fiato.
    Io, complice il continuo rimandare l'uscita del suddetto volume (la BAO è sempre brava e bella, ma a volte coi suoi ritardi è snervante), ho ormai deciso che aspetto Lucca e mi prendo insieme terzo e quarto volume. Poi rileggerò i primi 2 e mi sparo in diretta la seconda metà dell'opera.
    Inizio a pensare anch'io, infatti, che forse potrei apprezzare meglio Rasl se letto tutto in un fiato.
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  • Oh, credevo uscisse a Lucca. In teoria vorrei fare come Bramo, in pratica so che lo comprerò, e finirò pure per leggerlo.

    Tu dici che ci perda, Grrodon, a leggerlo a pezzi ora e tutto d'un fiato poi? Resistere a leggerselo a pezzetti è arduo :P

    Comunque curiosissima questa ENORME differenza da Bone.
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  • Chiaramente se hai iniziato a pezzi continui a pezzi, che tanto sono solo quattro. Breve com'è, a rileggerlo non ci si mette niente, no?
  • No, ma non so quanto si perda rileggendo qualcosa su cui ho già un giudizio. Magari ci si guadagna pure :P

    Nel frattempo stavo risfogliando i primi due accanto a Bone, e il contrasto è impressionante anche graficamente. Andrebbe capito da dove venga, Rasl, come motivazioni. Sembra una sperimentazione, di un autore già riuscitissimo. È una roba davvero curiosa.
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  • Viene chiaramente dal background di Smith, autore che nasce come indipendente (e infatti tende a ragionare per opere compiute) ma con un bagaglio culturale deliziosamente americano. In lui ribolle un po' tutto quanto, dalle strisce come Pogo e i Peanuts, ai comics Disneyani di Barks...per andare a finire con gli albi supereroistici, che l'hanno portato a fare Shazam.

    Ecco, direi che qui abbiamo lo Smith più supereroistico, che si diverte con lo scifi, ma che non manca di ibridarlo con il noir, tutto in maniera tipicamente smittiana.

    Il problema di Rasl è soprattutto espositivo, in sostanza non si capisce un caspio della mitologia raccontata, anche se qua e là troviamo anche delle esagerazioni stilistiche decisamente poco piacevoli e un po' ridondanti che sembrano voler dire "eheh, dimenticate Bone, ora sono adulto!!".
  • RASL #4: I Diari Segreti di Nikola Tesla

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    E giunsi al finale. No, mi spiace, ma non ci siamo proprio. Mi spiace moltissimo dire questo di Jeff Smith, da sempre il mio fumettista prediletto, ma qualsiasi dubbio/fastidio/bug riscontrato durante la lettura dei primi tre albi, giunge qui al suo climax. L'esposizione dei concetti scientifici di cui il fumetto è imperniato
    peggiora sempre di più, al punto che non ci si capisce più niente. Che si tratti delle metafore animiste indiane oppure della biografia di Tesla, frammentata lungo tutti e quattro i volumi, la "mitologia" della serie ne esce in modo molto infelice. L'ossessione di attenersi al vero ha portato Smith a incasinarsi sempre di più, tirando fuori concetti ostici, poco visualizzabili, mischiandoli male con altri concetti. Neppure a livello di sceneggiatura si va migliorando, le parti didascaliche in cui si spiega Tesla sono logorroiche, ridondanti, con un'elencazione dei fatti non lineare, ma nel senso di pasticciato. E si amalgamano piuttosto male con l'azione stessa, visto che costituiscono blocchi quasi separati. Passare dall'uno all'altro è spesso faticoso, ma non è che quando si seguono invece le peripezie di Rasl le cose migliorino più di tanto. Rasl va di qua e di là, segue percorsi molto confusionari, e si fatica anche solo a capire in quale dimensione siamo, di volta in volta.
    I disegni si portano dietro tutte le solite insicurezze già riscontrate, con fisionomie alquanto mutevoli, appoggiandosi completamente sul contrasto tra bianchi e neri, da sempre caratteristica davvero magnetica di Jeff.
    Arrivare al finale con tutti questi dubbi e incertezze guasta un bel po' la lettura. E il fatto che il personaggio di Annie rimanga un po' appeso, e soprattutto che quella che era la vera genialata del fumetto, la bambina disturbante, non trovi spiegazione alcuna, è ingiustificabile. E a poco serve la chiusura del cerchio, che riprende e spiega la scena iniziale di Rasl che arranca nel canyon, se a questa scelta di montaggio non viene dato un motivo nella trama.

    Che è successo, Jeff?
  • Finito. Che delusione, ammetto candidamente di non averci capito niente. Non ho capito la storia degli universi paralleli, non ho capito la storia di Maya, non ho capito il finale, non ho capito chi cavolo era quella bambina. Ho letto un po' alla scazzo quest'ultimo volume, peccato perché veramente come storia aveva le sue potenzialità. I primi due volumi, pur con qualche difetto, sono alla fine discreti, ma gli ultimi due sono scadenti. :mah:
    Assurancetourix
  • No, non sono scadenti gli ultimi due, l'opera è omogeneamente confusionaria.
  • Ahimè, rientro anch’io tra le file dei delusi.
    Ho avuto tempo (voglia?) solo in questi ultimi giorni per leggere il terzo e quarto volume di RASL, comprati insieme alla scorsa Lucca, e se speravo di trovare un’inversione di tendenza a i germi di quelle cose che mi avevano perplesso nel secondo libro o anche un po’ più di chiarezza nella vicenda, cascavo male.
    I flashback su Tesla mi avevano annoiato nel vol. 2, e ritornano prepotentemente nel terzo e nel quarto. Il problema, poi, è soprattutto quello indicato da Valerio: il modo in cui vengono mostrati, prolisso e verboso, quindi pesante, il lettore si annoia e si distrae anche se intuisce che sono parti importanti per capire la trama. Che nervi!
    Altra cosa che condivido con Valerio è il problema della riconoscibilità degli universi: in questi ultimi due volumi mi perdevo sempre, non avevo mai certezza di dove si stava svolgendo l’azione, se nel nostro universo o se in quello parallelo. Maggior chiarezza, tramite didascalie, un balloon di pensiero o qualche elemento chiarificatore, sarebbe stata gradita. E trovo anche scorretto non aver spiegato per nulla l’identità della bambina. Dobbiamo forse credere che sia davvero Dio? O magari la reincarnazione di Tesla?

    Peccato. Il primo volume mi era piaciuto molto, e non coglievo intoppi logici o di racconto. Il secondo ha iniziato a problematizzare le cose, gli ultimi due sono stati lo sgonfiamento dell’impianto narrativo, dove la storia si è avvolta su se stessa e dove solo Jeff Smith aveva contezza del significato degli eventi. Gli elementi in gioco erano interessanti, le tematiche molto accattivanti, e il colpo di scena finale (per quanto telefonato, visto che i miei sospetti li avevo da metà volume) ci stava.
    Ma anche in una storia di complotti e ricerche scientifiche segrete la storia deve essere chiara.

    Molto buoni i disegni, invece, per quanto mi piacesse di più il suo stile in Bone e Shazam!.

    L’animo da fumettista indipendente ha avuto evidentemente il sopravvento: tematiche indie, nerd-friendly, scenari post-apocalittici belli da vedersi e immaginarsi e una trama pseudo-complottistico/fantascientifica… il tutto mescolato senza però una vera cura nell’esposizione, il che ha minato molto il risultato finale.
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