[DC] Batman

Non solo Marvel e DC ma anche le classicissime strips e il fumetto autoriale di Alan Moore, Frank Miller o Jeff Smith.
  • Batman #41

    Immagine

    Numero di passaggio: siamo al penultimo capitolo sia per Gioco Finale che per Anarky, va da sé che si tratta quindi di due episodi di transizione, nel quale gli sceneggiatori dispongono le carte sul tavolo in attesa di muovere i fili nel gran finale.
    Precisamente, Scott Snyder mette Batman ancora più alle strette: le ha tentate tutte, ha anche interpellato la Corte dei Gufi – con un inserimento abbastanza gratuito di quello che il mese scorso era stato presentato come un colpo di scena coi fiocchi e poi in realtà si rivela un nulla di fatto – ma ormai si è arreso al fatto che l'unico modo per salvare la città dal siero del Joker è [spoiler]prelevare l'antidoto dalla sua colonna vertebrale[/spoiler]. L'idea è molto bella perché prelude ad uno scontro al cardiopalma, ma il fatto che sia anche il pretesto per mettere in scena [spoiler]alcuni elementi della bat-family per le strade insieme ad alcuni nemici del Cavaliere Oscuro[/spoiler] mi sa di facilonata. Vedremo, intanto abbiamo un Joker sempre in grande spolvero, che addirittura [spoiler]viola la bat-caverna e mozza una mano ad Alfred[/spoiler] (sussulto per la scena in sé più che per le reali conseguenze, che chiaramente non ci saranno, [spoiler]gliene metteranno una finta[/spoiler] o che so io). Anche graficamente è splendido, grazie ad un Greg Capullo che con 'sti scenari pseudo-horror ci sguazza alla grande.
    Nella side-story di James Tynion IV, poi, che giunge a conclusione proprio questo mese, tutta la manfrina delle storielle sul pagliaccio del crimine trovano l'unico sbocco possibile. Una fine prevedibile, quindi, ma accettabile per come è stata gestita e per l'attenzione verso atteggiamenti e psicologia (deviata) del villain. Sobri ma belli i disegni di Dustin Nguyen, che flirtano con il feeling estetico della Animated Series degli anni '90, pur con un approccio personale.
    Anarky – la storia che stanno portando avanti Francis Manapul e Brian Buccellato su Detective Comics – procede a singhiozzo: l'indagine di Batman appare frammentaria, e non si capisce bene la direzione che sta prendendo. Il mistero si chiarirà nel prossimo numero ma per ora non è molto chiaro l'insieme, l'equilibrio mi pare meno brillante del solito. Apprezzo però la costruzione del rapporto tra Batman e Bullock, quest'ultimo sfruttato meglio rispetto allo sterotipo fin troppo facile da mettere in scena.
    Delusione invece per Grayson: le missioni di Dick all'interno di Spyral stanno diventando troppo contorte per i miei gusti, e tutti gli elementi soprannaturali non fanno altro che complicare l'insieme della serie. Qui tra giardini sospesi nello spazio e cervelli asportati e mitologici in grado di condizionare le persone non ci sto capendo più niente, in più i disegni deludono anche di più dimostrandosi poco armonici e piuttosto impacciati.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Concordo in gran parte con Bramo per quanto riguarda Batman 41.
    La gestione Snyder per quanto intrigante in questo momento ha un grosso difetto. Racconta troppo con continui salti e in alcuni casi mi sembra non si voglia dare risalto agli eventi stessi. Voglio dire la chiacchierata con i Gufi è stato un nulla di fatto, la scena con Alfred è stata velocissima e ok ti parte un sussulto mentre la leggi, ma poi si passa sopra senza che questo evento intacchi il resto. E quindi avermela raccontata a che mi giova?
    Anche la gestione Manapul Buccellato non mi sta piacendo più di tanto, a parte graficamente. Manca una motivazione per l'avversario e un motivo per cui Batman (o chi per lui) dovrebbe temere questo Anarky.
    Grayson male invece. Prima o poi tireranno delle fila di quello che sembrava un arco narrativo o una storia interessante, ma comunque limitata nel tempo (non lo status quo di Grayson ma proprio la motivazione che l'ha spinto a fare quello che ha fatto).

    Quest'oggi ho preso anche il nuovo cavaliere oscuro e un albetto intitolato "Secret Origins". In realtà la testata ombrello è RW Presenta, il catalogo che mostra cosa uscirà per l'RW nel mese successivo, condito con delle storie. In questo caso prese dalla testata americana Secret Origins con l'ennesimo racconto delle origini dei supereroi DC condensati in 12 pagine. Per 1 € ho pensato di prendere il primo con Batman e Superman e devo dire che non me ne sono pentito affatto. Due raccontini semplice ma che coinvolgono bene il lettore per tutta la loro durata e li invitano a scoprire la psicologia alla base del loro agire in cui una voce più o meno vicina ci racconta cosa provava/sentiva man mano che procede la genesi del supereroe. Penso proprio che perlomeno i numeri con i supereroi principali e con gli alleati più vicini al pipistrello li prenderò (nel secondo è presente Dick Grayson con le sue origini da Robin).
  • Le Nuove Leggende del Cavaliere Oscuro #28

    Immagine

    Si chiude, signori,
    Come anticipato negli scorsi mesi, questo è l'ultimo numero della testata dedicata alle avventure fuori continuity di Batman.
    Fine ingloriosa, a dire il vero: la serie ha attraversato diversi alti e bassi nel corso dei mesi, con alcune storie effettivamente dimenticabili che si alternavano ad altre decisamente gradevoli. In generale era un piacevole contraltare alle avventure prettamente immerse nella continuity attuale, ma quest'ultimo numero in cui non è nemmeno presente la solita paginetta introduttiva (in cui congedare i lettori), c'è la conclusione della storia del mese scorso Le Campane dell'Inferno in una manciata di tavole e una storiellina in cui Robin e Batgirl provano a fare le veci di un Batman fuori città cercando di catturare Killer Croc, Clayface e Man-Bat non è proprio il modo migliore per chiudere il ciclo.
    Scott Kolins ha ben poco da aggiungere a quanto mostrato nel numero precedente: era già stata svelata l'identità del mostro, mancava quindi lo scontro finale tra di esso e il Cavaliere Oscuro e la chiosa e, come da copione, le abbiamo avute entrambe, con l'aggravante che la chiusura legata alla mitologia del villain risulta oscura e spiegata effettivamente male e frettolosamente.

    Cosa Farebbe Batman? è invece una storiellina priva di qualsivoglia pretesa, come accennavo sopra. J. Torres mostra Robin e Batgirl che si pestano i piedi a vicenda, che intervengono goffamente nel cercare di emulare il proprio mentore mascherato, che si scambiano battute e che vengono ripresi telefonicamente da Batman stesso a più riprese. Può essere vista come un simpatico divertissement e, considerando che i personaggi in gioco vengono rispettati nelle proprie caratteristiche, anche e soprattutto Batman, direi che si può evitare di additarla come il Male, indipendentemente dal fatto che corrispondesse o meno a quello che mi potevo aspettare dal contenuto dell'ultimo numero della testata. Ad ogni modo i disegni di Matthew Clark sono comunque un motivo di plauso alla storia, grazie ad un tratto moderno e dinamico, dove i personaggi risaltano per il dettaglio dei loro volti e dove le scene d'azione avvolgono e coinvolgono il lettore.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Batman #42

    Immagine

    Oddio, oddio, oddio che numero!
    Le storyline di tutte e tre le testate ospitate sullo spillato italiano principale dedicato a Batman giungono a termine, e tutte in modo piuttosto soddisfacente.
    Perfino Grayson, che negli ultimi numeri mi aveva disorientato e deluso, riesce qui a giocare bene le sua carte. Certo, la soddisfazione in questo caso è parziale, dal momento che essendo riuscito a comprendere ben poco il senso delle vicende avvenute nei mesi scorsi, qualche dubbietto m’è rimasto. Ma quel poco che avevo compreso arriva qui ad un punto fermo e capibile, con un buon doppio colpo di scena e con un Dick Grayson usato davvero, davvero bene.
    Francis Manapul e Brian Buccellato chiudono la trama di Anarky in modo un po’ banale, ad onor del vero, ma del resto anche i capitoli precedenti non mi avevano entusiasmato. Ma vedere Bullock che aiuta attivamente Batman, addirittura interfacciandosi con Alfred tramite auricolare, non ha prezzo. A parte il fatto che il personaggio viene usato molto bene, e che Alfred ha un suo momento di gloria, e a parte anche il fatto che apprezzo che tra Bullock e Batman cadano finalmente i dissapori e si accettino (mi va bene che il detective mal sopporti il vigilante, e che gli dedichi battutine sarcastiche, ma lo preferisco consapevole che il Cavaliere Oscuro sia dalla sua parte piuttosto che un disturbo al suo lavoro)… ma, voglio dire, a me è parso di vedere Person of Interest su carta! Bullock che riceve istruzioni da una persona che comunica con lui da lontano, e gli dà addirittura indicazioni su dove dirigersi per trovare quello che gli serve. È PoI!
    I disegni sono spettacolari e immaginifici, ma questa non è una novità.

    Immagine

    Ma il cuore dell’albo è la conclusione di Gioco Finale! Il confronto definitivo da Batman e Joker viene finalmente messo in scena, dopo la china sempre più drammatica presa dalla trama imbastita da Scott Snyder. Snyder che fa la figata suprema! Non mi interessa come verrà ritrattata – perché, oh sì, è chiaro che verrà ritrattata – ma messo così è un lavoro supremo, e che ha il coraggio di portare alle estreme conseguenze quello che si voleva raccontare. E non mi interessa che qualche hater del fumetto supereroico americano venga a dirmi che non serve molto coraggio a fare una cosa che il mese dopo verrà tranquillamente resettata con qualche espediente da 4 soldi, per ora io ho in mano una storia epica, che non si è fermata di fronte alla propria meta.
    I dialoghi tra Batman e Joker, il sapiente dosaggio delle parole per dissimulare qualcosa o per riaffermare un certo spirito che accomuna e pone in conflitto i due, quel senso di battaglia estrema, di scontro definitivo tra le due nemesi per eccellenza, l'ambientazione in una caverna sotterranea che sta per crollare... e a sottolineare tutto questo con grande efficacia dagli strepitosi disegni di Greg Capullo, per il quale spendo sempre lodi sperticate ma che stavolta merita davvero un elogio per il suo lavoro. Le espressioni, le pose e l'abbigliamento di Joker sono perfetti, studiati nei minimi dettagli per comunicare quel senso di minaccia, follia e comica rassegnazione di cui è pervaso il personaggio. Anche la costruzione delle tavole e il modo di visualizzare il combattimento tra i due rivali si rivela sempre efficace, funzionale al racconto e all'atmosfera presente, con soluzioni sempre apprezzabili e ingegnose per la gestione di spazi e vignette. Tavole che trasudano arte e sangue, capaci di riempire gli occhi di magia ma anche di colpire forte il cuore del lettore con delle scene di grande impatto. Il tutto con due tizi che si azzuffano al buio.
    C'è un po' di The Killing Joke ma anche del Ritorno del Cavaliere Oscuro (nella conclusione del secondo capitolo), c'è il trucco, l'arte della menzogna e dell'inganno, l'epica che chiude in modo tragico e aulico un conflitto che rappresenta qualcosa si più esteso rispetto alla semplice scazzottata tra un uomo vestito da pipistrello e un pagliaccio sadico: ha un che di archetipo e Scott Snyder con questa storia, e col senno di poi con l'intero Gioco Finale, scrive quella che considero una delle storie più significative su Batman e Joker.

    Immagine
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Non so se avete già acquistato o avete intenzione di acquistare Batman #43.
    Il mio consiglio spassionato è, a meno di non essere collezionisti maniacali e a meno che non seguiate anche Convergence, di saltarlo. Così come il numero successivo.
    Perché dico questo?
    Perchè Batman 43 è sì il 100 numero della collana (comprendendo i numeri pre-reboot editi dalla Planeta) ma è anche e soprattutto il ricettacolo dei tie-in di Convergence. Nei numeri 43 e 44 si alterneranno 3 miniserie da due e della miniserie e mezza inserita nel 43 salvo i disegni del primo capitolo, e il background del terzo capitolo. Il resto è abbastanza fuffoso.
  • Topo_Nuovo ha scritto:Non so se avete già acquistato o avete intenzione di acquistare Batman #43.
    Curioso che tu lo chieda, proprio con il numero dal quale ho deciso di smettere di seguire il mensile di Batman.
    La decisione, che rientra nel già accennato piano personale di taglio di alcuni periodici che seguo, cavalca proprio questo centesimo numero, visto il sommario che contiene.
    Direi che il bel finale di Gioco Finale, con tanto di [spoiler]"morte" di Batman e Joker[/spoiler], sia il miglior modo, pure sensato e metaforico, per abbandonare la testata. Continuerò a seguire Batman attraverso graphic novel e raccolte in volume di determinate run.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Un po' mi spiacerà non leggere più i tuoi commenti ma ti capisco! Proverò a raccogliere la tua eredità per questo topic.
  • Gotham Central

    Immagine Immagine

    Nel florilegio di testate americane dedicate a Batman e al suo mondo, nel 2003 ne nacque una piuttosto particolare per approccio e centricità.
    Il Cavaliere Oscuro era infatti presente marginalmente nelle pagine di questa serie, ma al contrario di altri fumetti su elementi della Bat-family, stavolta non era di scena un supereroe, bensì tanti eroi comuni: la polizia di Gotham City.
    Gotham Central arriva sul mercato in un momento in cui il genere procedurale sta conoscendo una certa fortuna, destinata a crescere esponenzialmente di lì a poco, grazie a numerose serie televisive di successo.
    Ciò non è bastato a far la fortuna della serie di Greg Rucka e Ed Brubaker, due tra gli sceneggiatori in forza alla DC con maggior quantità di hard-boiled nel sangue, che infatti ha chiuso dopo soli 3 anni con il quarantesimo numero della serie regolare.
    In Italia la pubblicazione di questo progetto ha avuto fasi alterne, passando da un editore all'altro (Magic Press, Planeta e infine RW-Lion) e attraverso diversi formati ed edizioni.
    Proprio queste difformità, unite al fatto che il procedural drama non è il mio genere narrativo di elezione, hanno fatto sì che non mi avvicinassi mai a questa serie... ma aver incocciato in alcune critiche positive che facevano leva su aspetti interessanti, e la ristampa che la Lion ha inaugurato a inizio 2015 nel formato bonellide in b/n già sfruttato per Fables, Y – L'Ultimo Uomo e Costantine (che prometteva quindi di essere compatta e uniforme) mi hanno spinto a cedere.
    Per poi trovarmi, ad un passo dalla fine, con uno stop imprevisto delle pubblicazioni (come dicevo qui) che mi ha fatto temere il peggio: fortunatamente ora è uscito il decimo numero di questa ristampa, che completa l'intera serie regolare.

    Che dire, se non che sono stato davvero soddisfatto di aver seguito Gotham Central? Se da un lato la componente alla Law & Order può pesare per chi non ne è molto avvezzo, occorre evidenziare che viene mischiata con un po' di sano hard-boiled vecchio stile che rende l'atmosfera suggestiva e attraente.
    Ma il punto di forza della serie è il suo essere ambientata a... Gotham City. Al contrario di quanto fa l'omonima serie televiiva, qui gli autori possono utilizzare come setting una città in cui Batman è all'opera già da anni, utilizzando questo elemento per creare un'ossatura di grande importanza nel corso di quasi tutte le storie: il confronto tra le forze dell'ordine e il vigilante mascherato. Niente di propriamente nuovo, intendiamoci, diverse storie di Batman nel corso degli anni hanno sottolineato attriti tra polizia e Batman, visto come un intruso, un intralcio al lavoro dei poliziotti. Ma in una serie in cui il Gotham City Police Department è il vero protagonista, chiaramente questo aspetto può essere messo al centro dell'attenzione in più occasioni e in modo più approfondito.
    Ed è quello che fanno i due sceneggiatori: come ben evidenzia questo approfondimento di Simone Rastelli su Lo Spazio Bianco non sono rare le occasioni in cui i protagonisti si fermano a pensare al reale ruolo del Crociato Incappucciato, e a fare il calcolo di quanto bene e quanto male abbia portato alla città.

    Oltre a questi aspetti filosofici, di grande interesse, la serie vince anche su altri due punti: personaggi e trame. I primi risultano carismatici, sfaccettati, fallibili ma onesti, mischiati a non pochi membri corrotti. Ma al di là dei loro ruoli all'interno del Dipartimento, Rucka e Brubaker ce li mostrano spesso e volentieri nei momenti della loro vita civile, facendoci affezionare a loro al di là della divisa.
    Per quanto riguarda le storie raccontate, sono un mix perfettamente equilibrato tra telefilm procedurale della domenica sera e dei villain da fumetto, il che costituisce l'unico vero punto di contatto tra Gotham Central e il Gotham trasmesso dalla Fox. Vedere questi poliziotti interrogarsi su un crimine per capire se tradizionale o parte di un piano più malvagio e complesso ideato da Due Facce, Joker o Mister Freeze è interessante, e viene ben descritto anche l'animo con cui delle persone riescono a fare quel tipo di lavoro in una città del genere, con i freaks e tutto il resto.
    In una serie così compatta, poi, viene tenuta in vita anche una sorta di micro-continuity interna piuttosto riuscita, che ripropone personaggi/situazioni e relativi sviluppi e che personalmente ho apprezzato. Questo elemento si nota in particolare in questo ultimo numero appena uscito, dove i nodi vengono al pettine per quanto riguarda il personaggio di Morrigan, un agente corrotto che ha fatto il bello e il cattivo tempo in un ciclo di storie in mezzo alla serie, fino ad arrivare ad uno scontro diretto con l'agente Reneé Montoya. Crispus Allen, un poliziotto tutto d'un pezzo e partner di Montoya, decide di inchiodare Morrigan, ma le conseguenze di questo proposito saranno spiacevoli e condurranno ad un finale di serie quantomai cupo e disilluso, quasi a testimoniare come a Gotham City non possa esistere il lieto fine, che sia per colpa di qualche super-cattivo pazzo o per un semplice poliziotto corrotto.
    E trovo anche significativo che in queste ultime storie Batman non appaia per nulla, nemmeno venga nominato: da una parte questo approccio rende quest'ultimo segmento della serie molto più vicino ai polizieschi classici e privi di elementi che ricordano l'universo narrativo in cui siamo, ma dall'altra si rende dignità e identità ai veri protagonisti di questa testata parallela.

    Molto buoni anche i disegni, curati soprattutto da Michael Lark: non presentano spesso trovate grafiche particolarmente sorprendenti, ma con le loro tavole posate, metodiche e dettagliate rendono il miglior servizio possibile ai toni della serie.
    Anche i disegnatori che si avvicendano successivamente, principalmente il “nostro” Stefano Gaudiano e un tal Kano, proseguono su questa falsariga con risultati molto buoni.

    La ristampa in formato bonellide, comunque, non finisce qui: Gotham Central si compone infatti anche di un paio di episodi speciali fuori serie, e la Lion ha deciso di pubblicarli in due ulteriori albetti che completeranno l'edizione e che mi accaparrerò sicuramente. Sperando che gli intoppi produttivi dei mesi precedenti siano ormai completamente superati e che si possa quindi arrivare alla conclusione definitiva di questa apprezzabile serie.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Immagine

    L'iniziativa DCYOU, un rilancio dell'universo DC a seguito di Convergence, ha avuto inizio.
    Per presentare le nuove serie DC aveva proposto degli Sneak Peek, dei trailer di 8 pagine proposte nei vari albi di Convergence e in rete senza sovraprezzo. Lion invece ce li propone in apertura del nuovo albo, facendoci pagare tutte le pagine.

    Batman #45

    Batman Sneak Peek e Batman #41

    Sono passati due mesi da Batman Endgame, la città vive nel terrore dato che Batman sembra essere scomparso. La polizia ha bisogno di restaurare l'ordine in città e decide di mettere in campo un nuovo Batman.
    Nello Sneak Peek ci viene mostrato il nuovo uomo sotto la maschera (non vi dirò chi è in questa sede), mentre nel corso del numero 41 ci viene mostrato in gran parte quali sono le motivazioni che hanno spinto questo personaggio e le sue prime
    vicende.
    Per quanto molto dialogato e discorsivo il numero si presenta abbastanza introspettivo e scava un pochino nel profondo per capire perché questo nuovo personaggio ha scelto di esibire una maschera e precisamente quella maschera.
    Ciò che ho gradito di meno sono stati i disegni di Capullo che non si prestano (come in Anno Zero) alle atmosfere diurne e solari, e il nemico di questo primo numero, troppo supereroistico e poco urbano.
    Mentre ho gradito molto il cliffhanger finale, segno che Snyder ha già certe idee per un certo personaggio.

    Detective comics Sneak Peek e Detective Comics #41

    Come si sono evoluti i rapporti tra i poliziotti e in particolare tra Bullock e la sua squadra con l'arrivo del nuovo Batman?
    E' questo l'aspetto presso cui si concentra maggiormente il Detective Comics di Manapul e Buccellato ai testi e Fernando Blanco alle matite.
    Lo Sneak Peek fa il suo sporco lavoro catturando l'attenzione del lettore in un flash forward catapultato nel finale di questa storia con un colpo di scena piuttosto sconvolgente e in grado di catturare l'attenzione.
    Nell'albo ci spostiamo a qualche tempo prima, anche se non viene quantificato. E nonostante questo la storia è un continuo salto nel tempo che ci aiuta a spiegare lo stato attuale di Bullock e ci aiuta a comprenderne le scelte. Ritorno in scena per Reenè Montoya che ritorna sulle pagine di Detective Comics da prima del reboot. Io non so chi sia ma pare un bel tipino.
    Un doppio cliffhanger chiude l'albo lasciandomi molta curiosità e voglia di sapere come continuerà questo arco narrativo.
    Insomma se finora Manapul e Buccellato mi avevano lasciato parecchi dubbi sulle loro capacità, tant'è che finito un albo non ricordavo già più cosa era successo qui hanno catturato appieno la mia attenzione e voglio sapere come continua.

    Grayson Sneak Peek
    Il trailer di Grayson è forse la note dolente dell'albo. Tom King e Tim Seeley ai testi e Mikel Janini ai disegni non ci mostrano nei fatti nulla di nuovo. Dick è ancora una spia all'interno di Spyral, in una missione piuttosto acrobatica nel corso della quale fa due chiacchiere con Helena. Si aggiunge troppo poco a quanto già visto nei precedenti capitoli, né si fornisce un'indicazione sul proseguo della serie.
    Sicuramente leggerò come prosegue visto che me lo ritrovo nello spillato, ma di certo non andrei a ricercarmelo in altro formato.
  • Gotham Central #11 – Gordon

    Immagine

    Conclusa la ristampa della serie regolare di Gotham Central, quest’edizione in formato bonellide prosegue ancora per qualche numero ospitando quelli che si possono considerare degli “speciali fuori serie” della testata.
    In realtà solo Josie Mac può considerarsi tale a tutti gli effetti, prendendo le mosse dagli scenari visti in Gotham Central: la miniserie raccolta in questo undicesimo albo è invece una storia con Jim Gordon protagonista – grande assente in Gotham Central – che in Italia fu raccolta da Planeta in un volume con la dicitura “Gotham Central presenta”. Non mi è ben chiaro se la scelta sia ereditata da un corrispettivo americano o meno, ma in ogni caso è chiaro che il carattere comune di “storie di piedipiatti nella città di Batman” basta evidentemente a giustificare un “cappello” del genere.
    Non sono comunque particolarmente seccato da queste appendici esterne alla serie di Rucka e Brubaker, visto che si tratta pur sempre di una manciata di numeri in più e soprattutto considerando la qualità delle storie. E, almeno per questo albo, non posso che dirmi soddisfatto.
    Gordon of Gotham (questo il titolo della storia in 4 parti pubblicata originariamente nel 1998, qui raccolta) è infatti un sapiente racconto hard-boiled, con tanto di voce narrante del protagonista tramite didascalie. Il mezzuccio è giustificato dal fatto che lo stesso Jim sta ricordando questi avvenimenti raccontandoli a Batman nel presente, avvenimenti che riguardano i primi passi del protagonista nelle forze dell’ordine, quando era a Chicago.
    Il racconto è a base di corruzione, brogli elettorali, matrimonio del protagonista in crisi, solitudine e un sistema che funziona a stento, non riuscendo quasi mai a ottenere una vittoria completa. Anzi, nel lungo flashback che sono questi 4 capitoli Gordon perde su tutta la linea: capisce troppo tardi il pericolo rappresentato da una persona, non riesce ad evitare alcuni omicidi-chiave nel corso di una campagna elettorale e rischia di venire incastrato. Per salvarsi può contare solo sulla fortuna e sulla possibilità di emigrare a Gotham.
    La leggenda vivente dei comics Dennis O’Neill scrive una storia cupa e disperata, un ritratto impietoso del fallimento a cui può andare incontro un giovane poliziotto idealista in una metropoli americana. Seguendo gli stilemi del genere poliziesco ne emerge un ritratto integerrimo di Gordon, ma non per questo positivo. Solo il ritorno al presente nelle ultime pagine, con un “ritorno di fiamma” di alcuni individui conosciuti nella rievocazione, può dare a Jim una soddisfacente conclusione di quanto lasciato in sospeso anni prima.
    Gordon of Gotham ha un po’ il sapore di un Anno Uno del personaggio: come nella mitica storia di origini di Batman scritta da Frank Miller, anche in questa assistiamo alla nascita e allo sviluppo di quelle caratteristiche che hanno reso il character quello che conosciamo, e trovo che il tutto sia gestito molto bene. Anche i disegni di Dick Giordano e Klaus Janson contribuiscono alla riuscita ottimale della storia, rendendo bene anche nel bianco e nero di questa ristampa.

    Nota a margine: pensavo che la ristampa bonellide andasse avanti almeno per altri 3 albi: due con le altre miniserie incentrate su Jim Gordon raccolte qui e uno per Josie Mac. Leggo invece da più fonti che il prossimo dovrebbe essere l'ultimo numero, lasciando poi il posto dal tredicesimo numero della collana-ombrello "DC Black and White" alla serie Losers.
    Mi sembra una stronzata fatta e finita. In questo modo abbiamo solo 2 delle 3 serie spin-off su Gordon e non abbiamo lo speciale ufficiale della serie. Che senso ha? Vabbè...
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Gotham Central #12 - Piedipiatti

    Immagine

    Ultimo numero per il bonellide dedicato ai valenti poliziotti del Gotham City Police Department.
    Come il numero precedente, anche la storia in 4 parti contenuta in questo albo c'entra ben poco con la serie Gotham Central, che si è conclusa nel bonellide n. 10.
    Quello che si può leggere qui è la miniserie Batman GCPD del 1996, scritta da Chuck Dixon e disegnata da Jim Aparo (con le chine di Bill Sienkiewicz), che non sono proprio gli ultimi arrivati, ecco. Anzi, a dirla tutta sono da annoverare tra i nomi più di spicco dei comics DC anni Novanta.
    E la cosa si avverte, leggendo l'albo: la sceneggiatura scorre liscia e precisa, nulla è lasciato al caso, nonostante Dixon incroci 3 trame diverse - per altrettanti casi seguiti da altrettanti gruppi di agenti - che si intrecciano e si distanziano di volta in volta. Eppure lo sceneggiatore tiene saldo il timone, non confonde mai il lettore e porta la trama ad una conclusione chiara e riuscita, soddisfacente. Anche i personaggi ne escono vincenti, in special modo Bullock e Montoya, che spiccano e vengono descritti in un modo efficace. Spiace invece che Gordon sia molto sullo sfondo: quando c'è se ne esce con una frase o un'azione che basta a delineare il peso del personaggio, ma non avrei disdegnato una presenza più importante.
    I disegni sono molto buoni, classici e molto dettagliati, con alcune vignette particolarmente d'effetto e con una costruzione della tavola che, seppur mai rigida, evita allo stesso tempo troppi stravolgimenti nella composizione generale.

    Mi è spiaciuto non trovare un nuovo editoriale di Alessandro Di Nocera in fondo all'albo, anche se in parte lo intuivo dal precedente, che aveva un'aria piuttosto conclusiva. Non mancano le copertine originali, però.
    Infine, come già lamentavo nel mio post precedente, è seccante la politica senza senso del non inserire anche la terza miniserie extra Gotham Central ma inerente alla polizia di Gotham e a Gordon contenuta nel volume che raccoglieva già quelle ristampate il mese scorso e questo mese e soprattutto lo speciale su Josie Mac che è spin-off ufficiale della serie e che ci sarebbe stato su un albetto unico. Potevano fare 10 numeri con solo la serie canonica, 11 numeri aggiungendo questo spin-off, 13 numeri aggiungendo le 3 miniserie poliziesche generiche o 14 numeri mettendo tutto. Hanno scelto una via di mezzo che non ha un vero e proprio senso.
    Così adesso mi dovrò mettere a caccia del volume su Josie Mac, accostando un volume di grandi dimensioni agli albetti bonellidi. -_-

    Dal mese prossimo la collana-ombrello ospita la serie Losers, che non seguirò.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Immagine
    Bramo ha scritto: Così adesso mi dovrò mettere a caccia del volume su Josie Mac, accostando un volume di grandi dimensioni agli albetti bonellidi. -_-
    E senza neanche girare troppo, ho già trovato il volume in questione :)
    Che dire? Sarebbe stato un peccato perderlo solo per via delle scelte editoriali della Lion. Pur essendo infatti uno speciale "ad honorem", dal momento che non è una albo progettata per essere tale ma una storia divisa in dieci parti serializzate in fondo ad altrettanti numeri del Detective Comics americano, uscita addirittura prima dell'inizio di Gotham Central.
    Ma è comunque un tassello importante, per la serie: è qui infatti che esordisce Josephine MacDonald (che con l'abbreviazione dà il titolo alla miniserie, Josie Mac), agente donna e di colore che abbiamo visto agire in Gotham Central , dove mostrava di avere una sorta di potere sensitivo. Pur non essendo uno dei personaggi principali nel cast del commissariato di Gotham City, ha avuto un ruolo non da poco e capire un po' meglio l'origine di questo suo dono e il background dell'agente non può che essere interessante.
    Judd Winick - celebre in area batmaniana per aver scritto la saga di Cappuccio Rosso - scrive una sceneggiatura molto ispirata e profondamente calata nel genere noir. Meno corale di quanto sarebbe stata Gotham Central un paio d'anni più tardi (Josie è infatti la protagonista assoluta e praticamente l'unica agente che spicca, a parte il suo partner), centra comunque l'atmosfera giusta per una storia principalmente ambientata nelle dinamiche poliziesche, aprendo sicuramente la strada al lavoro che avrebbero approfondito poi Greg Rucka e Ed Brubacker.
    Interessante anche l'utilizzo di Batman: anche in Gotham Central la sua presenza non manca, ma è molto più rarefatta, a parte un paio di eccezioni. Ma in questo caso siamo sulla testata in cui il personaggio è nato, è normale una presenza più importante. Il Cavaliere Oscuro interviene infatti, ma come alleato più che come protagonista. Si accorge del lavoro che sta svolgendo Josie e decide dapprima di avvertirla che potrebbe essere troppo pericoloso, e poi la aiuta quando si rende conto che non avrebbe mollato. Batman non ruba quindi la scena, ne fa parte: viene descritto come un vigilante solitario, che fa del bene come può in modo indecifrabile e ai margini. Una visione perfetta.
    Il comparto grafico viene affidato a Cliff Chiang, una scelta che inizialmente mi lasciava interdetto: lo stile di Chiang mi piace molto, ma non sapevo quanto lo avrei trovato adatto in una serie dai toni polizieschi, che infatti trovava una dimensione estetica vincente nelle tavole di Michael Lark.
    Chiang però fa un bel lavoro: non sono convinto al 100%, ma lo stile a metà tra il cartoonesco e il serio funziona a più riprese, e anche se si perde un po' l'atmosfera prettamente noir che mi aspetterei, in generale apprezzo. E le scene in notturna hanno comunque un loro fascino particolare :)

    Speciale ufficiale o "acquisito" che sia, insomma, Josie Mac rimane un acquisto doveroso per avere un'ottica completa su quell'esperimento editoriale che fu Gotham Central, ed è sicuramente uno special più azzeccato di quelli presenti negli ultimi due numeri della ristampa bonellide :P
    In fondo al volume Planeta è presente poi, addirittura, un buon apparato editoriale che approfondisce molto bene la genesi di Gotham Central e i suoi collegamenti con questa sorta di "prequel", l'importanza della serie di Rucka e Brubaker e la scheda-autori di Josie Mac.
    Ottimo, insomma.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Topic su Batman: 14 pagine.

    Topic su altri eroi, al massimo una.

    E poi la gente dice che Batman non è sopravvalutato....
  • Don Homer ha scritto:Topic su Batman: 14 pagine.

    Topic su altri eroi, al massimo una.

    E poi la gente dice che Batman non è sopravvalutato....
    Fare questo discorso su un forum in cui la maggior parte dell'utenza attiva non segue in generale i comics supereroistici americani mi pare un po' pointless e certamente non significativo a livello statistico.
    Io seguo solo Batman e scrivo di ogni minima cosa che leggo al riguardo, quindi si fa presto ad arrivare a un buon numero di pagine.

    In ogni caso non si dice che è "sopravvalutato", ma che ha il successo che merita.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Cosi giusto per fare qualche osservazione :P
  • Batman: Europa #1: Berlino

    Immagine

    Batman: Europa è una miniserie in 4 parti uscita negli USA negli ultimi mesi del 2015, e che la scorsa settimana è arrivata anche in Italia tradotta e pubblicata da Lion.
    Ma il progetto in questione risale addirittura al 2003, ed ha subito una lunga e travagliata gestazione prima di riuscire ad essere portato a termine.
    Non è solo questo il motivo che mi attraeva di questa storia, per quanto i continui rimandi avevano ormai reso Europa una sorta di leggenda metropolitana del comicdom ed ero quindi curioso di leggerlo anche solo per questo. No, in realtà l'altro motivo è la genesi tutta italiana del progetto, nata da un'idea di Matteo Casali e Giuseppe Camuncoli, due due nostri "cervelli in fuga" al lavoro da anni su fumetti d'oltreoceano.
    Per tutti i dettagli su come è nata l'idea vi rimando alla lunga intervista su Lo Spazio Bianco.

    Ad ogni modo, dopo un percorso inaspettatamente accidentato, ecco che Batman: Europa diventa una realtà, ed è anche sugli scaffali italiani, sua patria d'origine.
    Il primo capitolo funge più che altro da introduzione: Batman scopre di essere stato infettato da un misterioso virus, e i primi indizi lo portano a Berlino, dove incontra il Joker che sta seguendo la stessa pista del Cavaliere Oscuro, essendo contagiato anche lui dallo stesso ceppo virale.
    Il plot, per quanto semplice, è di sicuro effetto: il pretesto per far arrivare Batman nel Vecchio Continente e farcelo girare un po' è infatti molto ben costruito da Casali, e la sceneggiatura viene svolta con competenza anche grazie all'apporto della star DC Brian Azzarello. Il Batman messo in scena da Casali e Azzarello è perfettamente credibile e completo, dotato sia del suo lato detective che di quello d'azione, aiutato in questo anche dagli spettacolari disegni.
    Il lato grafico infatti non è affidato solo all'estro di Camuncoli, che si è occupato del layout, ma vede anche l'importante lavoro del mitico Jim Lee alle matite definitive e alle chine. Questa felice unione restituisce delle tavole davvero affascinanti, dove il dinamismo americano di Lee si sposa con la linea tipica del "Cammo" in un connubio affascinante, accentuato anche dai colori quasi acquarellati di Alex Sinclair.
    Insomma, la storia promette più che bene: non credo sarà un capolavoro della narrativa batmaniana, ma si presenta da subito come un'avventura solida, molto curata e con uno spunto iniziale interessante, anche solo nel costituire la strana alleanza tra i due rivali.
    Diciamo che ogni tanto il campanilismo può essere uno sprone positivo :D
    Ah, mi ha fatto piacere che la traduzione sia stata affidata a Casali stesso :)

    Per gli interessati a recuperarsi lo spillato, consiglio caldamente di optare per la versione "Uncut", di cui vedete la copertina in cima al post: la Lion ha infatti pubblicato l'albo in versione standard (con la sola storia, a € 2,95) e in versione "Uncut" appunto, che per € 3,50 presenta in più la prima parte del "dietro le quinte" sul progetto firmato da Matteo Casali e il layout del "Cammo" di tutte le tavole della storia. Per 55 centesimi in più direi che vale la pena ;)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Don Homer ha scritto:Topic su Batman: 14 pagine.

    Topic su altri eroi, al massimo una.

    E poi la gente dice che Batman non è sopravvalutato....
    Tolto Bramo, per cui Batman è evidentemente il personaggio della vita (un po' come lo sono per me quei 2-3 bonelli malridotti che mi ostino a tenere d'occhio), secondo me il fatto è che i supereroi sono belli in astratto ma leggerli è faticoso. Per la continuity, per i testi verbosissimi e spesso piatti/ripetitivi.
    Per dire, a me piace molto Flash, e mi violento guardandolo umiliarsi in tv, ma non sto lì a leggerne i fumetti, che tanto sono tutti uguali, per quanto ben disegnati e (forse) ben scritti.
    Oppure: AMO Swamp Thing di Alan Moore. Ma dopo quello mi sono fermato al #65, non riesco ad andare avanti. Sbadiglio solo a pensarci. Eppure il personaggio, il suo micromondo, i suoi poteri, ecc. mi affascinano. Mi aveva divertito anche la prima serie, anche per le sue ingenuità, ma le serie più moderne, che a ben donde dovrebbero essere fighe, con le mille peripezie e i cambi di status quo, mi attirano quasi per nulla ("quasi" perché ho sempre pronto il #66, ma probabilmente al #70 sarò in età da bara).
    Sandman; Hellblazer; Transmetropolitan; The invisibles; Y l'ultimo uomo. Sì, ok, non sono propriamente DC e supereroistiche ma per me la famiglia è quella. E' bella roba, ma alla fine ho letto solo Gaiman. E invece mi sono sciroppato 50 numeri di The unwritten e dopo qualche anno mi chiedo perché (e mi piaceva).
    Del Batman recente ho seguito la Corte dei Gufi con grande interesse. Dopo tipo una ventina di numeri (anche meno) mi sembrava avesse già detto quello che aveva da dire.
    Della Marvel, un paio di settimane fa ho letto Original Sin: dopo due numeri molto belli ho ritrovato i soliti dialoghi tutti uguali, che peraltro sono gli stessi di Agents of Shield; e allora tanto vale guardare il telefilm. E l'autore dei testi era uno dei più quotati. Questo mi fa passare la voglia di commentare gli eventi che vi accadono (peraltro altamente improbabili).
    Proprio oggi, o ieri, Recchioni ha scritto su Facebook che, potendo salvare solo un fumetto di supereroi, salverebbe soltanto Amazing Spiderman dei tempi d'oro: non ha torto, quella almeno era una soap opera fatta come si deve, aveva atmosfera. Atmosfera che calmierava i testi ridondanti.
    Ma l'atmosfera la sanno infondere soltanto i Grandissimi (autori), gli altri al massimo imitano. Ma allora, se devo leggere fumetti banali, leggo fumetti banali senza supereroi, che almeno mi sento meno sciocchino. E i supereroi me li guardo al cinema o in tv, che almeno le donne coi vestiti attillati sono vere, le onomatopee fanno rumore e gli attori sono bravi. E magari salta fuori un Captain America: Civil War che ha anche una musica decente o un Guardiani della Galassia che ha una signora soundtrack.
    Voglio dire, Crisi sulle Terre Infinite è uno dei titoli più belli di sempre e l'idea è una delle più pazzoidi e affascinanti. Ma che due baloons quei dodici numeri con vignettine da tutte le parti e un lessico da rimedio anti-insonnia (io me li ricordo così). Mi ha lasciato così annoiato che ho pure dimenticato cosa vi succede.
    Immagine
    Ottimo lavoro.
  • Batman: Europa #2: Praga

    Immagine

    Prosegue la miniserie Batman: Europa, che nel giro di quattro numeri farà girare a Batman e al Joker buona parte del vecchio continente.
    I due avversari sono infatti momentaneamente alleati per cercare di debellare il virus che li ha infettati, come visto nel primo numero, e la loro ricerca di un antidoto li porta stavolta a Praga, una delle capitali europee più suggestive, che fa da cornice ad un'avventura adrenalinica e veramente d'effetto.
    Come giustamente scriveva Gianluigi Filippelli su Lo Spazio Bianco ai tempi dell'uscita originale, Praga è la città dei robot e dei golem. Elementi caratteristici e intriganti, che possono garantire grandi effetti scenici se inseriti in un fumetto di Batman. Matteo Casali - sempre coadiuvato ai testi da Brian Azzarello - non si lascia sfuggire quindi l'opportunità di scrivere di un gran bel combattimento tra il Cavaliere Oscuro e alcune spaventose macchine semoventi piuttosto pericolose, mandate dal misterioso individuo responsabile del contagio.
    Casali scrive un Batman crepuscolare, risoluto e piuttosto cupo, tutto teso alla ricerca di una via di uscita; questo rende ancora più godibile il confronto con il suo "sidekick" 'eccezione, un Joker istrionico che può qui dimostrare la sua esuberante personalità in modo maggiore rispetto al numero precedente, dove arrivava a storia avanzata.
    Interessanti i cenni storici sulla città, e belle le vignette "in soggettiva" del misterioso villain, su cui ancora nulla si sa tranne che si tratta di un individuo piuttosto crudele.
    I disegni sono stavolta completamente in mano ad una superstar di casa nostra, quel Giuseppe Camuncoli che ha ideato insieme a Casali lo spunto di questa miniserie e che nel primo capitolo ha realizzato i layout, poi completati da Jim Lee.
    Stavolta invece il "Cammo" ha il completo controllo della parte grafica, e ne escono una quarantina di tavola ricche di dettagli, pulite, affascinanti e varie: l'artista sa infatti cambiare sapientemente il tratto nelle scene d'azione rispetto a quelle con la soggettiva del nemico, dove il segno si fa più essenziale e sottile.
    La differenziazione di questi momenti passa anche attraverso il colore, steso a mano personalmente da Camuncoli: l'effetto è un piacevole effetto pastelloso che dosa bene i toni dark con quelli più luminosi delle scene "incendiarie" che arrivano a metà avventura. Un gran bel lavoro artistico, che dà ulteriore lustro a questa fase del progetto. Unico neo il fatto che in alcune vignette durante il culmine dello scontro tra Batman e il robot la scena, di contro, sia un po' confusa e non si capisca esattamente l'anatomia dell'automa o la posizione in scena del supereroe o del Joker. Ma si tratta di una manciata di scene in mezzo a tavole pressoché perfette.

    Anche stavolta consiglio di investire 55 centesimi in più e accaparrarsi la versione "Uncut" della quale ho messo la cover a inizio post: prosegue infatti il racconto di Matteo Casali sulla genesi di Europa e si possono godere le matite/layout dell'intera storia :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Immagine

    Qualche mese fa la RW-Lion ha varato una nuova collana, DC Best, che in formato ridotto si dedica a ristampare alcune delle storie più celebri della casa editrice.
    Il primo numero si è occupata di riproporre Una morte in famiglia, storica avventura di Batman celebre perché mostra la morte del secondo Robin, Jason Todd.
    All'inizio ho tentennato, poi trovandolo fortunosamente in un'edicola ritardataria qualche settimana fa mi sono deciso, e per poco più di 5 euro ho potuto finalmente conoscere questa storia.
    Che dire? Come avevo letto in diverse parti del web, non è certo un'avventura memorabile in sé, per quello che racconta: il presupposto iniziale è anche interessante - Jason scopre che sua madre l'aveva in realtà adottato e si mette quindi alla ricerca di quella naturale - ma viene portato avanti in maniera poco brillante, molto per "tappe" rendendo il racconto poco fluido, appesantito peraltro da un Batman più depresso e pensieroso che mai. La sceneggiatura di Jim Starlin infatti abbonda di didascalie che contengono i numerosi monologhi interiori di Bruce Wayne, incentrati sulle paure per la sicurezza del suo sidekick e sui rischi della sua missione. Ne risulta un personaggio sicuramente molto profondo ma... forse troppo, rischiando di tediare troppo il lettore con questo atteggiamento onnipresente.
    Ho trovato invece interessante la descrizione del rapporto tra Batman e Joker (anche se lo sviluppo in cui [spoiler]viene eletto rappresentante dell'Iran presso le Nazioni Unite[/spoiler] non regge proprio in alcuna maniera -_- ) e la scena delle sprangate di Joker su Robin è davvero d'impatto, efficace anche alle vignette di Jim Aparo, il cui lavoro spicca proprio nella composizione delle tavole, sempre interessante e mai banali o prevedibile. Dal punto di vista del tratto, siamo grossomodo nello standard grafico degli anni Settanta-Ottanta (la storia è del 1989): molto pulito, piuttosto classico, senza particolari sorprese ma con uno stile fluido, veloce, dinamico che richiama un po' il tratto di Dennis O'Neil.

    Per quanto non sia da buttare e riservi un intreccio a tratti interessante - specie nel suo essere profondamente immerso nella realtà socio-politica del periodo -, Una morte in famiglia non trova il suo apice nella narrazione, quanto proprio nel suo essere punto di svolta drammatico nella continuity batmaniana: le pagine del confronto tra Batman e la morte del proprio compagno di avventure sono permeate di un lirismo puro messo in scena molto bene, e valgono la lettura di tutta l'avventura.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Torna a “Fumetti a Stelle e Strisce”