[DC] Batman

Non solo Marvel e DC ma anche le classicissime strips e il fumetto autoriale di Alan Moore, Frank Miller o Jeff Smith.
  • John Dorian ha scritto:Immagine
    Finalmente anche io ho letto questa storia.

    A me è piaciuta e non poco. Come ho detto, il lato dell'Uomo Pipistrello che preferisco in assoluto è quello più squisitamente horror/psicologico, caratteristica che mi ha fatto prediligere il personaggio rispetto a tanti suoi "colleghi" con superpoteri e colori sgargianti. Certo, a pari merito c'è l'interpretazione cartoonesca/folle che ci ha dato Bruce Timm (Mad Love rimane uno dei miei fumetti preferiti di sempre), ma anche in quel caso i succitati temi oscuri non mancano.

    In questo caso i due autori realizzano una vera e propria horror story, spezzettata da continui flashback dell'ideatore del manicomio che porta il suo nome, e la narrazione in questo caso mi è sembrata molto efficace. E' vero che i disegni così particolari e confusionari rendono la comprensione di alcuni passaggi un po' difficile, ma non avrei saputo immaginare la storia con uno stile differente.
    Batman viene ritratto nuovamente come un folle non così diverso dai suoi nemici, così come ci aveva mostrato Alan Moore nel suo The Killing Joke, e ho gradito assai.

    Per me, promossa a pieni voti.
  • Batman Detective Comics TP 2 - Città Affamata + Scheletri nell'Armadio/Il Mio Architetto Oscuro/Il Volto nello Specchio (Scott Snyder/Jock-Francesco Francavilla)

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    La Lion provvede a pubblicare il secondo e ultimo volume della run di Scott Snyder su Detective Comics prima del reboot dello scorso settembre.
    Il primo TP, pubblicato a gennaio dalla Planeta, mi aveva convinto ma fino a un certo punto. Perchè Snyder muoveva bene Dick Grayson nei panni di Batman, e tutta l'atmosfera in cui Gotham sarebbe viva, maligna e pulsante era affascinante, ma c'era qualcosa nella trama che non mi esaltava così tanto.
    Questa seconda parte di gestione è sensibilmente migliore, sa raccogliere gli input forniti nella prima metà e li porta a termine in modo soddisfacente. In Città Affamata infatti Dick si scontra direttamente con la grottesca ironia di Gotham, quando durante la sua indagine viene a contatto con la figlia dell'assassino dei suoi genitori, che però ritratta il passato della sua famiglia.
    Dick va così un po' in confusione su come deve comportarsi, e su come deve giudicare questa ragazza, sia nell'ambito dell'indagine che in senso più ampio.
    La soluzione dell'intreccio, prettamente giallo, ha il pregio di lasciare ammirato il lettore.

    Il successivo arc, invece, riprende pienamente l'ambigua figura del figlio di commissario Gordon, tornato in città come visto nel TP Planeta, e risolve definitivamente una situazione delicata dai contorni ancora chiaroscuri e incerti relativamente alle intenzioni del personaggio.
    Ho personalmente trova molto interessante l'inserimento del Joker in queste ultime storie, che potrebbe di primo acchito sembrare gratuita mentre invece la ritengo funzionale allo svolgimento della vicenda: intanto per il dialogo che avviene tra il clown del crimine e Batman, in cui la lucida follia del Joker riesce a mettere a fuoco chiaramente la verità sull'attuale Uomo Pipistrello, ma anche per il parallelismo di pazzia che la sua sola presenza suggerisce in relazione a un altro pazzo che si aggira per la città. Una città affamata - ovviamente! - affamata di anime pure da corrompere e malvagie da scatenare.
    Il finale, anche grazie alla sentita interpretazione di Gordon, è molto intenso e riflette ancora una volta sull'animo umano in relazione con un ambiente ostile al buon senso e alla sanità mentale.

    Inchini sempre più profondi per Jock e Francavilla, che continuano l'ottimo trend già visto nella prima parte della gestione Snyder sfornando tavole veramente ottime con uno stile pulito e cupo l'uno e visionario e inquietante l'altro, che ben rappresentando lo stato d'animo dei protagonisti.

    Esco abbastanza soddisfatto dalla lettura dell'affresco composto da Snyder. Abbastanza perchè non mi sono strappato i capelli durante la lettura, e da quanto avevo letto in giro invece mi aspettavo proprio una reazione del genere da parte mia. Non ho trovato questa gestione un capolavoro immane e definitivo. Mi è piaciuta, perchè usa perfettamente Dick nei panni di Batman, lo contestualizza pienamente all'interno della città e delle sue paure, e com'è giusto che sia trova per lui un nemico che sia "suo", segnando bene la cosa nel dialogo con Joker, che rimane in attesa del "suo" Batman. E inoltre anche la valorizzazione di Gordon è un punto a favore, giacchè il caro commissario è uno dei personaggi più significativi e interessanti del bat-verso.
    Ma tutto questo rappresenta un buon lavoro; in alcuni punti, un lavoro davvero ottimo. Non ho saltato per tutta la stanza a fine lettura, non lo annovero tra le cose più belle lette negli ultimi 3 anni o nella mia top five di titoli batmaniani.
    Però magari nella top ten sì, ecco :P
    Si tratta di un lavoro ben fatto, in cui si vede tutta la capacità di scrittore di Snyder e la sua bravura nel capire i personaggi che usa.

    L'edizione Lion si presenta molto bene, con la classica impostazione grafica interna che vediamo sullo spillato mensile di Batman, e con alcuni redazionali interessante come approfondimento: due articoli dell'ottima Elena Pizzi su Gordon Junior e sul Joker e una bella retrospettiva sulla storia della testata Detective Comics a cura del bravo Stefano Priarone, critico di fumetti che già ha scritto pezzi interessanti in più occasioni per Rat-Man e che ritrovo con piacere anche qui.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Batman # 56 - Pezzi, parte 1 (Perduto) + Batman Inc. 6 (Soldati della Medicina), 7 (Incubi nel Paese della Matematica) (Tony Daniel-Grant Morrison/Steve Scott-Chris Burnham-Scott Clark e Dave Beatty)

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    E' uscito venerdì scorso il numero di Batman di aprile, e io commento quello di marzo, che lasciai indietro. Bravo Bramo, sempre sul pezzo :P
    Numero particolare. Per quanto riguarda il lavoro di Tony Daniel, la prima parte di questa nuova storia si preannuncia interessante: qualcuno ha rubato la moneta a Due Facce, il che ovviamente lo fa ammattire. Dick nei panni di Batman indaga, ma in realtà il lettore insieme al buon vecchio Harvey scopriranno per primi chi pare esserci dietro all'intrigo... una figura che i lettori del Lungo Halloween di Loeb/Sale ben ricorderanno, avendo un tuffo al cuore!
    In questo albo inoltre si conclude con i suoi ultimi due episodi la prima parte di Batman Inc., la serie che porta verso la conclusione della lunga gestione Morrison sul personaggio. In realtà mancherebbe ancora uno speciale, di cui la Lion non ha ancora annunciato la data di uscita, e meno male perchè questa conclusione non mi ha molto convinto. In Soldati della Medicina posso anche apprezzare i nuovi arruolati, il fatto che siano padre e figlio e la cosa del Batman low-cost che a qualunque livello la leggi è un'idea intelligente, ma l'ambientazione non mi ha catturato più di tanto, inoltre non si fanno passi avanti riguardo al Leviatano, al massimo sulla sua organizzazione ma non su di lui che, diciamocelo, è il mio punto di maggior interesse.
    E' comunque con il sesto episodio che Morrison mi delude di più: a fronte di un comparto grafico decisamente interessante - non necessariamente bello, sia chiaro, dato che alcune tavole risultano eccessivamente artefatte e digitalizzate, tanto da rendere poco chiaro quello che viene raffigurato; però disegnare così una storia ambientata nella realtà virtuale ha senso e sarei stato deluso se fosse stata realizzata diversamente - ci troviamo però di fronte una storia che non fa procedere la trama, mostra semplicemente un livello in più in cui si muove la longa manus del Leviatano. Ma ce n'era davvero bisogno? E sì, sono d'accordo che rivedere Oracolo che corre e sgambetta sia bello, ma al di là di questo e dell'estetica sperimentale che ha comunque alti e bassi, mi sa un po' di capitolo buttato lì. Brutta conclusione della prima parte di Inc, mi verrebbe da dire, se non fosse che c'è ancora uno speciale prima di dover attendere la ripresa della run morrisoniana. Ma per il momento ho in mano questo episodio, che lascia l'amaro in bocca quando si ripensa alla serie nel suo complesso.

    Che comunque ho il sospetto che sia meno peggio di quanto ricordassi, e forse guadagnerebbe da una rilettura. Ma resta un problema, temo: l'idea della corporazione mondiale di Batmen è interessante, se gestita con criterio, e Morrison ha i numeri per farlo. Ovvia anche la decisione di dover trovare un nemico temibile su scala mondiale per giustificare tale esercito delle idee. Ma il problema è che tutto ciò assomiglia davvero troppo all'impianto costruito per arrivare a R.I.P. Leviatano mi ricorda troppo il Dottor Hurt come figura, come archetipo... se scoprirò alla fine di tutto che era un parallelo voluto, che il "serpente" non è solo un giochetto del cattivone di turno ma è la struttura stessa della gestione Morrison su Batman, e che alla fine tutto dall'arrivo di Damian ai viaggi nel tempo di Bruce sono collegati all'epica conclusione che ha in serbo lo scozzese... farò i miei parecchi applausi a Grant.
    Ma per ora, non potendo saperlo, mi limito a riscontrare troppe similitudini nell'approccio verso queste due nemesi (mi pare che qualcun altro l'abbia affermato, nelle pagine precedenti), e l'unica discriminante sta nel gruppo di batmen in giro per il mondo... che comunque per ora non è nemmeno così invasiva come situazione.

    Insomma, soddisfatto con riserva, ma soddisfatto a metà... per ora, la parte di gestione morrisoniana che mi ha convinto meno... ma sono disposto a ricredermi :)

    Per quanto riguarda l'edizione Lion, poco da dire: cover gallery presente, e ben 3 articoli di approfondimento tutti ad opera della bravissima Elena Pizzi del DC Leaguers Forum, che continua a dimostrare di sapere il fatto suo riuscendo a descrivere in modo conciso ma efficace Harvey Dent, Jim Gordon e Gotham City, approfittandone per fare riferimenti anche alle storie pre-reboot di Scott Snyder che vedono la città come co-protagonista a tutti gli effetti e che ho recensito qui sopra.
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  • Batman # 57 - Pezzi, parte 2 (La Lunga Strada del Ritorno), parte 3 (Giglio Dorato) + La Fine della Favola (Tony Daniel-Fabian Nicieza/Steve Scott)

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    L'ultimo numero del mensile prima dell'arrivo del reboot anche in Italia. Chiusa momentaneamente la parentesi morrisoniania, l'albo si concentra sulla conclusione della gestione di Tony Daniel su Batman, con le ultime due parti di Pezzi, la storia iniziata nel numero scorso che intrigava molto per le premesse: un Due Facce inquieto più che mai, a cui è stata sottratta la sua moneta, e con un colpo di scena finale capace di spiazzare per la sorpresa.
    Che Tony Daniel guardi molto alle storie e agli autori più importanti di Batman per costruire le sue storie mi pareva già da un po': non si può non trovarne la conferma quando si vede citare così chiaramente Il Lungo Halloween, con tanto di ritorno in grande spolvero di uno dei personaggi più controversi della lunga avventura di Loeb e Sale.
    Una figura così delicata da mettere ancora più in crisi il delicato equilibrio psichico di Harvey Dent, e addirittura in grado di far passare in secondo piano Batman stesso, che qui si limita ad indagare dietro le quinte delle vignette e a risolvere in qualche modo la situazione verso la fine: ma in realtà è tutta una faccenda che si risolve tra Dent, questa persona tornata dal passato, l'Enigmista e Mario Falcone.
    Ho apprezzato molto questa avventura. Trovo che Daniel sappia muovere bene Gotham City, ancor prima che Dick Grayson e Damian Wayne nei panni dei difensori della città: sfrutta la sua conoscenza delle storie e dei personaggi più iconici del bat-universe per costruire storie interessanti e plausibili, che sanno anche indagare le motivazioni più recondite dei personaggi, oppure lasciarle sottese e nell'ombra quando necessario. Perché sulle prime può sembrare sbagliato ripescare [spoiler]Gilda[/spoiler] quando il suo fascino derivava soprattutto dall'alone di mistero e sospensione che la circondava, ma visto come l'ha trattata Daniel, rispettoso proprio di quest'aura, direi che l'idea è tanto buona quanto è buona la fattura della storia.
    Scott ai disegni mi piace molto, ha uno stile del resto molto vicino a quello del Daniel disegnatore e mi ha soddisfatto, i suoi Enigmista e Due Facce sono esteticamente riusciti.

    L'albo si chiude con La Fine della Favola, storia apparsa in originale su Batman # 713, l'ultimo prima del reboot: è infatti una storia recap, una specie di riassunto della storia di Dick Grayson e di Batman sottoforma di favola per bambini, che è proprio la forma in cui scopriamo essere costruita da un narratore d'eccezione ad una platea quantomai adeguata a quella che è una storia di coraggio, crescita e onestà come valore inderogabile. Un commiato di tutto rispetto.

    Dal prossimo mese anche per il pubblico italiano tutto cambia: non ci sarà un n. 58 ma un numero 1 della testata batmaniana targata Lion, e sono proprio curioso di vedere cosa ci aspetta!
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  • Batman # 1

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    Ci siamo, il reboot dell'universo DC della scorsa estate è finalmente arrivato anche da noi in Italia. La Lion ha preparato il terreno con numerose iniziative, con diverse variant cover per testata, e lanciando ben 7 testate che ricominciano dal n. 1.
    Tra queste, ovviamente, c'è anche quella dedicata all'Uomo Pipistrello che, a onor del vero, è il personaggio che ha risentito meno degli effetti del reboot, anzi per quel che ho visto sinora direi quasi per niente, lol! Resta il fatto che questo albo, proposto a 1 euro in meno rispetto al prezzo standard di 3.95, si pone davvero come ideale starting point per leggere Batman, dal momento che tutto quanto avvenuto nei mesi precedenti, per la maggior parte opera di Grant Morrison, raggiunge una sua (momentanea) conclusione riportando le cose ad un nuovo status quo comprensibile anche ai neofiti, dove Bruce Wayne è tornato ad essere il Batman di Gotham City, Dick Grayson torna ad essere Nightwing e Batman riprende la sua solita attività contro il crimine della sua città. Certo, dal momento che quanto avvenuto con Batman Inc. e tutto il resto non è rinnegato ma solo accantonato, e visto che Morrison tornerà per chiudere definitivamente la sua run sul personaggio, occorrerà fare i conti con queste situazioni per ora messe tra parentesi, ma per il momento il lettore amante di Batman può sicuramente prendere la palla la balzo per iniziare a seguire l'attuale Batman.
    Vito, sei in ascolto? :P
    L'albo contiene il numero 1 delle tre principali testate batmaniane americane: Detective Comics, Batman e Nightwing, e questa struttura proseguirà anche nei prossimi numeri ricreando la situazione americana in cui i lettori possono leggere solo una storia di 24 tavole al mese (e al contrario di quanto eravamo abituati con la Planeta, che di uno stesso mensile ci metteva 2 storie nello stesso numero e il resto era accorpato nei vari TP).

    Il Trucco del Coltello (Detective Comics #1 - Scott Snyder/Greg Capullo) è una bella storia, molto classica come impianto, in cui vediamo un Bruce Wayne molto attivo per la sua città e il suo alter ego mascherato pronto a indagare su una nuova minaccia: per ora l'avventura è puramente introduttiva del ciclo ideato da Snyder, ma sembra promettere bene, e mi auguro che possa incrementare le sue abilità già mostrate nei due TP recensiti qua sopra ma che IMHO non erano ancora uscite completamente. I miei inchini ai disegni di Capullo, ottimo veramente.

    Batman # 1 (Tony Daniel) si concentra sul rinnovato scontro tra Batman e Joker. Per quanto interessante e ben descritto, il finale che preannuncia una nuova nascita del Joker fa troppo deja-vu con quanto visto pochi anni fa grazie a Morrison. Vedremo come si evolverà la situazione, per ora abbiamo una storia senza dubbio intrigante e, cosa più importante, scritta davvero bene: io già apprezzavo Daniel come autore completo, qui vedo un ulteriore miglioramento come scrittore. E resta molto bravo anche come disegnatore, ovviamente :)

    Infine Benvenuti a Gotham (Nightwing #1 - Kyle Higgins/Eddy Barrows) torna a presentarci un Dick Grayson introspettivo, che torna a indossare i panni della sua identità segreta ufficiale dopo la parentesi nei panni del Cavaliere Oscuro. E' interessante quindi vedere come lo sceneggiatore riesca a muovere il personaggio con la consapevolezza dell'esperienza maturata, applicandola al ritorno alle sue consuetudini. Ne esce un supereroe giovanile con un bell'approfondimento psicologico.
    E così, anche la testata che meno mi interessava tra le 3 raccolte nel nuovo Batman italiano si rivela come qualcosa di positivo! :)

    Approvo la grafica interna dell'albo, bene per le introduzioni che si focalizzano anche sui personaggi, però avrei gradito anche qualche articolo di approfondimento a fine albo, per i quali confido nei prossimi numeri. Sono contento di vedere l'intento di creare un angolo della posta :)

    Insomma, se non si fosse capito pollice alzato verso questo nuovo corso!
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  • Batman #2 - #3

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    I numeri 2 e 3 del reboot batmaniano proseguono il trend positivo che si intravedeva dal primo spillato che la Lion ha pubblicato a maggio.
    Tutte e tre le testate americana raccolte al suo interno, infatti (Batman, Detective Comics e Nightwing) offrono delle storie che qualitativamente non esisto a definire ottime, riuscite e realizzate con cura, con un ottimo bilanciamento tra testo e disegni.
    Il fiore all'occhiello resta Batman con la gestione di Scott Snyder e Greg Capullo: la storia della Corte dei Gufi, protagonista di una vecchia filastrocca che pare invece esistere davvero ed annidarsi a Gotham City da anni senza che Batman stesso ne sapesse niente è affascinante, anche perché tale spunto è portato avanti in modo perfetto dalla sceneggiatura di Snyder (in abilità crescente come autore) e dall'estetica cupa e noir di Capullo, che con il suo disegno affilato rende onore alla trama.
    Comunque, anche su Detective Comics si trova bella roba, grazie ad un altro autore che migliora a vista d'occhio: Tony Daniel si sta dimostrando un bravo autore completo, che sa mettere al storia al servizio dei suoi disegni "muscolari" e cinetici, ma d'altro canto non cede alla tentazione di fare un fumetto di sola azione, ma anzi inserisce bene l'elemento della detective story nell'intreccio. Non manca l'horror e lo splatter in questo inizio di gestione, che però non guastano e non risultano eccessivi, ma anzi sono funzionali al nuovo nemico, quel Dollmaker che ha i numeri per essere annoverato tra i nuovi freaks di Gotham.
    Infine Nightwing, che poteva essere considerato il cugine sfigatello del mensile italiano, in realtà si dimostra una lettura valida e molto appassionate: il giovane Dick Grayson nel ruolo a lui più consono rispetto a quello da Cavaliere Oscuro che aveva suo malgrado ereditato nella seconda parte della gestione Morrison, affronta a meraviglia il suo passato che ritorna, agendo in modo credibile tanto in abiti civili quanto in costume. Il mistero attorno al circo Haly è ancora insondabile, ma i sentimenti del ragazzo e le scene d'azione, unite agli ottimi disegni dall'estetica moderna e vincente, fanno sì che questa testata sia degna di comparire nello spillato.

    Bene così, insomma, il mensile di Batman sta diventando una delle letture che attendo con più impazienza, e da questo punto di vista il reboot ha fatto più che bene al personaggio.
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  • Batman # 4

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    Sempre meglio, quasi ovunque.
    Sicuramente sempre meglio per la coppia Snyder-Capullo, che con Ecco la corte (Batman # 4) prosegue in modo sublime la run in cui Batman deve combattere contro la sfuggente e misteriosa Corte dei Gufi. La simbologia e il mistero erano alla base della gestione di Grant Morrison sul personaggio, ma indubbiamente Snyder le coniuga nella sua personale visione, meno psicotica e più oscura/leggendaria, dove si riflette sul ruolo di Batman nella città insinuando che potrebbe esserci qualcun altro che rivendica la "proprietà" di Gotham City.
    Ottimo il flashback di quando Bruce era ragazzino e e già aveva iniziato ad indagare sulla presunta esistenza della Corte, bellissimo il sottotesto che nasconde questa cosa e intriganti le conseguenze che avrà la spettacolosa tavola finale, che graficamente ripercorre quel labirinto che sarà protagonista del prossimo numero.

    Meno bene per Tony Daniel e il suo L'incontro principale (Detective Comics # 4) dopo lo scontro tra Batman e Dollmaker si risolve in maniera confusa e affrettata (ancorché parziale) e senza dare troppe soddisfazioni al lettore, disegni a parte che sono sempre da sbavo. Peccato perché altri elementi come la figura del commissario Gordon, la piccola Olivia e la polizia avversa a Batman sono anche apprezzabili, ma rispetto ai tre precedenti numeri noto un calo a livello proprio di trama portante.

    Kylie Higgins invece non delude neanche stavolta, anzi sforna una storia anche migliore di quella dello scorso numero con South Beach Connection (Nightwing # 4), e tutto grazie all'inserimento nell'equazione di Batgirl, che nella testata a lei dedicata (di cui la Lion ha pubblicato lo scorso mese in TP i primi 4 numeri) è tornata a camminare dopo anni di sedia a rotelle a causa del Joker.
    Anyway, un team-up tra la rossa e Dick Grayson è sempre una delizia, anche grazie per chi come me non aveva seguito le prime gesta dei due e il loro rapporto amoroso. Rapporto che qui emerge in maniera realistica e non invasiva, pur essendo il vero fulcro della storia dal momento che lo scontro con il nemico di Batgirl non è un granché e soprattutto, in quanto nemesi della ragazza, non fa avanzare di una virgola la storia dei Circo Haly che sta seguendo Dick, e che torna solo nel cliffhanger finale.

    L'albo Lion è corredato dalle belle introduzione che spammano le altre pubblicazioni attuali della casa editrice dedicate a Batman e, ovviamente, che ricordano che manca sempre meno all'uscita del film di Nolan. Inoltre, come ogni mese, segnalo i begli articoli di approfondimento di Elena Pizzi sui personaggi e i loro rapporti, belli perchè non si limitano a fare uno sterile riassunto degli avvenimenti narrati nelle storie ma partono da quelle per ragionare sui protagonisti, un approccio utile e scevro da ripetitività.
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  • Bramo ha scritto: [...] Io mi limito a dire che questa graphic novel esplora in modo incredibile la psicologia del Joker, consegnandoci una figura tormentata, che vive per il potere, per incutere timore, per seminare panico e distruzione. Un essere che, forte della sua pazzia, si erge al di sopra della morale comune e del perbenismo, al di sopra di qualunque regola e di tutto il mondo. Lui è l'unico che conta nella sua concezione, ed è ben deciso senza timore, a volte masochisticamente, a riottenere il controllo totale della città, seminando morte che per lui è solo "il tocco finale".
    La sceneggiatura del validissimo Brian Azzarello offre al lettore dialoghi interessantissimi, che a volte val la pena di leggere ad alta voce recitandoli (mi riferisco alla voce narrante di Jonny Frost e ad alcune frasi del Joker), e una trama particolare, che non fa succedere molte cose ma che sa davvero dipingere al meglio questa complicatissima figura. Tormentato, ironico, anarchico, folle filosofo, borioso, bramoso... Joker è tutto questo e anche altro ancora, in un mosaico di mille facce che ce lo mostra in tutto il suo delirante e terribile splendore. [...]
    Una storia violenta, malata, disturbante... consigliatissima per l'alta qualità di trama e di disegni. A lei preferisco ancora The Killing Joke di Alan Moore come storia di Joker, ma questa è sicuramente al secondo posto.
    La Batmanìa colpisce ancora.
    Mi sono accaparrato questo bel volumetto nella recente riedizione Rw Lion.
    Quoto Bramo che a sua volta quotava Deboroh nello scrivere che si tratta di una ottima graphic novel. Ottima sceneggiatura e ottimi disegni.

    Sono a caccia di altre storie della stessa qualità.
    Ho visto che è stato ripubblicato Catwoman: Vacanze Romane: ne vale la pena?
  • Blonde ha scritto:
    Sono a caccia di altre storie della stessa qualità.
    Ho visto che è stato ripubblicato Catwoman: Vacanze Romane: ne vale la pena?
    Giudica tu ;)
    Bramo ha scritto:Catwoman: Vacanze Romane (When in Rome)

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    Questa storia è l'ideale terzo capitolo della "saga" scritta da Jeph Loeb e disegnata da Tim Sale iniziata con Il Lungo Halloween e proseguita con Vittoria Oscura. Più corta delle due precedenti opere, più che un sequel questa When in Rome può essere considerata un midquel, dato che Loeb decide di esplorare quello che succede a Catwoman quando a un certo punto di Dark Victory sparisce dalla scena, per poi ricomparire successivamente prima della conclusione dell'avventura.
    Occorre aspettare fino al 2004 perchè il duo Loeb/Sale decida di raccontare del viaggio che Selina Kyle decide di intraprendere alla volta delle origini della famiglia mafiosa dei Falcone, cioè nel nostro Bel Paese, ma proprio noi italiani dobbiamo attendere fino al 2009 per leggerla, quando viene pubblicata per la prima volta nel numero 46 della collana "La Leggenda".

    Che dire di quest'opera? Sicuramente è inferiore alle due graphic novel da cui ha origine, non solo per la lunghezza. Ma secondo me è una storia da avere e da leggere, intanto perchè è un tassello importante per quanto riguarda le dinamiche mafiose che si svolgono a Gotham City nel thriller orchestrato dagli autori.
    Ma soprattutto perchè la storia è piena di colpi di scena, di gran gusto della narrazione, di stravolgimenti che si alternano sapientemente a momenti divertenti quasi sempre dovuti a Edward Nigma (aka l'Enigmista), compagno di viaggio che Catwoman si sceglie perchè la possa aiutare a sbrogliare la matassa.
    Sì, perchè Selina non si reca a Roma per incontrare le fondamenta del clan dei Falcone per il puro gusto di aiutare lo sradicamente della mafia a Gotham; la signorina ha anche forti sospetti [spoiler]di essere la figlia segreta di Carmine Falcone[/spoiler], e vuole capire quanto c'è di vero in questa ipotesi.
    La sceneggiatura ci restituisce una Roman molto stereotipata, mutuata soprattutto da certi film come l'introduzione di Di Nocera si premura di specificare: poco male, la cosa non mi infastidisce giacchè l'atmosfera che viene data alla città eterna è funzionale alla storia e ai personaggi che la vivono, oltre che essere dannatamente attirevole.
    Il personaggio di Catwoman viene esplorato benissimo, è probabilmente la miglior performance del personaggio tra le storie che ho letto, in cui vediamo la gatta al massimo delle sue condizioni psicofisiche, per quanto il suo lato vulnerabile sia svelato pià volte tramite l'inquietudine dell'indagine che sta compiendo in Italia e anche attraverso i sogni ricorrenti che fa, in cui è sempre presente Batman.
    Batman, che in virtù di come è costruita la storia dovrebbe essere il grande assente di Vacanze Romane, fa pesare la sua stessa assenza trasformandola in presenza onirica che fa sentire Selina non così lontana da Gotham.

    Una storia che ha sì componenti avventurose, thriller e divertenti, ma che non manca di stupire a più riprese (specie nel finale) e che soprattutto ha una forte componente umana, sentimentale e sensibile che fa empatizzare molto il lettore con Selina e i suoi sentimenti.

    Tim Sale dal canto suo torna a consegnarci quasi un capolavoro a tavola, creando delle splash-page ottime e iconiche, un Batman imponente e autoritario e soprattutto una Catwoman sensualissima, Selina così disegnata e spesso e volentieri poco vestita è un gran bel vedere che difficilmente lascia indifferente il lettore maschio.

    Grande storia. Consigliata.
    DeborohWalker ha scritto:Ho trovato Catwoman: Vacanze Romane un perfetto ciclo complementare alle due macro-saghe Il Lungo Halloween e Vittoria Oscura: tanto complesse ed epiche sono quelle storie, così questa è leggera e divertente.
    Ma occhio, non significa che sia una storiellina da poco, tutt'altro. Graficamente vabbè, Tim Sale per me è lo stato dell'arte, c'è poco da ribadire sulla sua bravura. Ma narrativamente Loeb riesce a rendere imponente una storia "da poco" come questa (perchè è una side story che sappiamo già come andrà a finire e che non sconvolgerà lo status quo) grazie a due stratagemmi: le visioni di Selina con Batman, e la presenza di un nemico che usa le armi dei principali freak di Gotham City. Il party con tutti i cattivoni al gran completo che arricchiscono il cast è un'orgia nerd, potrebbe essere un fanservice gratuito ma Loeb l'aveva già usato alla perfezione nelle precedenti graphic novel, ma qui riesce a sfruttarlo in un contesto improbabile (siamo a Roma, di sicuro non sono venuti in gita col pullmino da Gotham) e con una spiegazione finale convincente.
    A stuzzicarmi di più sono stati i rapporti tra Catwoman e i suoi due compagni d'avventura: una vera dominatrice sadica (e spassosa) con l'Enigmista, una donna attratta dal Biondo ma comunque all'erta per le sorprese che potrebbe riservare il gangster. Mi ha lasciato indifferente [spoiler]il colpo di scena finale sulle origini di Selina[/spoiler] (indifferente nel senso che non mi ha fatto urlare al miracolo narrativo ma neanche mi è sembrato folle, ci può stare) mentre invece mi è piaciuta la disquisizione sul togliersi la maschera e i riferimenti a Bruce Wayne al circo, tutti rimandi a cosa sta succedendo nel frattempo e a cosa succederà in Vittoria Oscura.
    E se il personaggio di Catwoman/Anne Hathaway facesse presa sul pubblico, questa storia sarebbe ottimo materiale per uno spin-off che non vada troppo a intaccare la mitologia creata da Nolan...

    P.S. Bramo, se sei nella fase Loeb/Sale, sai che ora ti toccano Spiderman: Blue, Devil: Giallo, Hulk: Grigio, vero?
    Corri.
    E' uno degli acquisti batmaniani migliori che puoi fare questo mese ;)
    Per altri consigli, magari nel weekend con più calma posto qualcosa (anche se già sbirciando nel topic trovi qualcosa :) )
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  • Il Cavaliere Oscuro Batman # 1 - Arkham City

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    Sull'onda dell'uscita nelle sale cinematografiche italiane di Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno, la Lion ha deciso di pubblicare una collana di allegati da edicola dedicata a Batman, analogamente a quanto fatto dalla Planeta nel 2008, in concomitanza con il secondo capitolo della saga di Christopher Nolan, con la serie Batman - La Leggenda.
    Il Cavaliere Oscuro Batman è una serie prevista per ora in 10 uscite, bisettimanale per far respirare il portafogli dei lettori che magari stanno seguendo l'analoga collana dedicata a Superman, sul cui modello grafico, estetico e di struttura è modellata la collezione batmaniana.
    In realtà, anche a causa del fatto che La Leggenda aveva ristampato gran parte del materiale degno di nota su Batman, il piano editoriale di queste 10 uscire non mi esalta particolarmente, visto che ristampa praticamente la sola serie Batman Confidential che si dice non sia il massimo, e che non sono interessato a comprare. Certo, in mezzo ai volumi ci saranno probabilmente numerose chicche di storie brevi, ma al di là di quello niente di imperdibile, ritengo.
    A parte il secondo volume, che ripubblicherà una storia con Bane e soprattutto Città Spezzata che è un gioiellino vero, e il primo volume, che ripropone la storia a fumetti che fa da ponte narrativo tra gli eventi di Arkham Asylum e Arkham City, i due videogiochi campioni di incassi e di ottimi giudizi da parte della critica specializzata che negli ultimi anni hanno rilanciato il personaggio anche in questo medium.

    Vista in quest'ottica, la storia potrebbe essere intesa come una marchetta senza pretese, ma basta vedere il nome dell'autore dei testi (Paul Dini, che è autore delle trame dei due giochi oltre che della serie animata di Batman nel 1992 e uno degli scrittori migliori al servizio del Cavaliere Oscuro) per capire che il giudizio sarebbe quantomeno affrettato.
    Difatti Arkham City (sì, la storia a fumetti prende il titolo dal secondo gioco) è una bella storia di Batman, classica e che dimostra subito di essere scritta da uno che conosce, rispetta e ama il personaggio. Dini scrive una storia fruibile anche da chi non ha giocato i due titoli, il lettore ignaro infatti potrà godersi un'avventura del Crociato Incappucciato senza particolari handicap nella comprensione degli avvenimenti, ma che al contempo offre elementi in più ai giocatori che si sono gasati nel muovere il personaggio tra le mura del manicomio di Gotham e poi per un'intera parte della città stessa, preda dei pazzi e dei criminali.
    Batman deve indagare su chi sta dietro al nuovo sindaco, ideatore di Arkham City e di conseguenza del concetto di buttare in un unico calderone (un'intera porzione di Gotham City) i freaks più pericolosi con i delinquenti di mezza tacca, incurante del fatto che così facendo avrebbe creato una sub-società dove i re del crimine della città avrebbero spadroneggiato comandano i pesci piccoli nelle loro guerre di predominio.
    Per arrivare alla verità, Batman deve ovviamente vedersela con gran parte del pantheon dei suoi nemici storici, dimostrando di essere più furbo e preparato di loro, e contando sulla sua mente quanto sulla forma fisica che gli fornisce il disegnatore Carlos D’Anda, già all'opera sull'estetica dei due videogiochi, che fa un ottimo lavoro mostrando un'estetica moderna, vincente ed accattivante perfettamente riuscita sia negli ambienti che in tutti i personaggi (a parte forse Robin, un po' troppo distante dai canoni cui ero abituato a vederlo).
    Pur non essendo niente di imprescindibile, Arkham City si presenta come una storia ben scritta, disegnata ottimamente, che ha il pregio di presentarci un Batman fedele a sé stesso in un'avventura ritmata e che scorre veloce e piacevolmente. Non è poco, né da tutti.
    In appendice 5 brevi storielle, pubblicate in America sotto forma di web-comics, che approfondiscono e ampliano personaggi e rapporti della miniserie.

    Il resto del volume presenta L'Appuntamento, l'atipica e simpatica storia di una notte di Batman con Catwoman (Darwyn Cooke ai testi, Tim Sale ai disegni, arte che gronda!), e infine Splash, storia in prosa di Ron Marz con splendide illustrazioni a tutta pagina di Bernie Wrightson, già pubblicata su Batman Numero Zero lo scorso gennaio dalla Lion.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Batman # 5

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    Ma quante soddisfazioni mi dà il mensile Lion di Batman? Certo, su tre testate che sono contenute c'è quella che mi dà più gioie e quella meno, ma in generale la qualità è alta e questo non può che farmi piacere.
    Anche perché la pagina di introduzione, che fa il suo lavoro promozionale nel richiamare il film di Christopher Nolan e le iniziative speciali sui volumi a fumetti collegate all'uscita della pellicola, è apprezzabile come sempre; così anche la pagina che riassume lo stato dei personaggi che ricompaiono in questo numero e la segnalazione di volumi batmaniani in uscita, scritta in modo diretto, convincente e accattivante. E, parlando sempre di apparato redazione, l'ottima Elena Pizzi scrive un pezzo molto interessante sulla controparte a fumetti dei principali personaggi che compaiono in Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno, e un altro in cui approfondisce l'incubo in cui Batman è finito nella run di Scott Snyder e Greg Capullo.
    A tal proposito, Contro la Corte (la storia da Batman # 5) è un fottuto capolavoro. Non scherzo, non esagero. E' una goduria, a mio modesto avviso è la consacrazione definitiva di Snyder come scrittore di comics, qui ha messo sul tavolo tutte le sua potenzialità e le sue promesse già belle che mantenute. In questa storia non succede niente di concreto, non ci sono sviluppi narrativi dopo che alla fine dello scorso numero Batman è stato imprigionato nel labirinto. Eppure non è un riempitivo, ma una storia cardine per la psicologia di Batman, per il suo animo, per la sua missione, per il suo essere più profondo.
    Snyder fa a Batman quello che gli fanno Nolan e Goyer in The Dark Knight Rises: lo annulla, gli fa toccare il fondo, lo debilita nel profondo e lo seda dove è più vulnerabile. Un eroe ben poco eroico, che si sente una preda, braccato dai nemici invisibili e naturali: simbolismo a go go, peraltro, tra il contrasto luce/ombra e i gufi che braccano un pipistrello. E ovviamente, il labirinto stesso è simbolo della perdita di sé stessi, della coscienza di sé. Batman è addestrato a mantenere lucida la sua mente, oltre che in forma il suo corpo, come ci ha mostrato Morrison: ma stavolta, con tutta la buona volontà, è schiacciato dalla trappola, dalla droga, dalla perdita di riferimenti, e qui un altro grande applauso va a Capullo che rende perfettamente la presenza scenica di questo Batman annichilito. Basta guardare la figura del personaggio, piegato su sé stesso invece che svettante e fiero; il suo occhio sinistro, rosso e quasi fuori dall'orbita, preda di allucinazioni e follia; e ovviamente quella spettacolare idea di capovolgere le tavole, prima a 90° e poi direttamente a testa in giù.
    Magistrale. Magistrale. Il quinto numero conferma tutto il buono che c'era nei 4 numeri precedenti e alza nuovamente la posta. Snyder deve tenere alta la guardia, ora, perché mi aspetto grandi cose da lui.

    Comunque, anche Tony Daniel non scherza, e dopo la sbandata dello scorso numero questo mi rincuora: La Ruota della Sfortuna (da Detective Comics # 5) ha il solo difetto di cambiare arco narrativo troppo repentinamente, dato che DollMaker viene dimenticato in fretta in luogo del misterioso pagliaccio assassino e della pista che porta dritta dritta al casinò del Pinguino. Ma per il resto, il ritmo della narrazione è buono, l'inseguimento di Batman viene mostrato da Daniel, anche attraverso i suoi disegni, in modo efficace, e mi solletica molto vedere che ruolo avrà il celebre villain di Batman nelle prossime storie.
    E come se già non mi avesse colpito positivamente, Daniel rilancia con Roulette Russa, una breve backstory disegnata con stile pittorico da Szymon Kuoranski, in cui si introduce un nuovo personaggio, un giovane ragazzo che accompagna Catwoman e che ha un genitore... "difficile" :P
    Mi piace l'idea, mi piace l'inventiva, mi piace lo stile grafico così differente da quello di Daniel. Curioso per lo svolgimento.

    Nightwing delude, invece, e mi spiace. Kylie Higgins e Eddy Barrows (rispettivamente ai testi e ai disegni di Finché Morte non ci Separi, da Nightwing # 5) è una storia stramba, che esce pesantemente dai binari senza un vero perché, buttando nel calderone il soprannaturale, streghe e demoni in maniere assolutamente pretestuoso. Poi certo, l'ultima tavola rappresenta una bella rivelazione per la macrotrama, ma non basta quello a risollevare una storia campata per aria, e nemmeno le belle tavole di Barrows. I filler in cui la trama principale entra solo come cornice e alla fine ci possono anche stare, alla fine Fringe è costruito così e mi va bene, a un conto è il team-up con Batgirl, un altro è un'avventura improbabile e fuori contesto.
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  • Catwoman # 1

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    Il nuovo universo DC nato come risultato del recente reboot ha lanciato numerose testate legate al Batman universe, non solo le 3 che la Lion ha deciso di pubblicare all'interno del mensile dedicato al Cavaliere Oscuro.
    Per collane come Batgirl, Batwoman, Cappuccio Rosso e Catwoman la Lion ha operato con il sistema dei TP, brossuratini trimestrali che raccolgono 4 numeri alla volta della testata di riferimento.
    Tra questi personaggi, quello cui ero più interessato era proprio la conturbante felina, e non potendo economicamente seguire tutto quanto la mia preferenza nell'esplorazione dell'attuale universo batmaniano è caduta su di lei.
    E non me ne sono affatto pentito! Le recensioni positive che avevo letto in giro per il web non esageravano affatto parlando di una serie scritta ottimamente, con bei dialoghi frizzanti e il giusto equilibrio tra azioni, ironia e sensualità.
    La Selina Kyle che vediamo agire nella serie a lei dedicata è infatti una delle migliori che io ricordi: ha stile da vendere, ha un atteggiamento fresco, giovanile, spontaneo che rende il personaggio davvero irresistibile. Il suo approccio alla vita, volto alla ricerca del meglio senza tener conto dei rischi che, se ci sono, rendono la vita più interessante ricalca chiaramente il sogno proibito di chiunque viva una vita normale, e questa iperattiva Catwoman rende il tutto affascinante e vincente.
    Ma poi Judd Winick, che è uno sceneggiatore abile, fa crollare addosso a Selina il suo mondo "al massimo", la fa scontrare con un pericolo che perfino per lei è troppo oltre, e le fa riconsiderare tutto il suo stile di vita.
    Decisamente riusciti sono la narrazione in prima persona di Selina, tramite didascalie, secondo quel trend da film noir che amo alla follia, e i titoli delle storie che riprendono frasi proprio di questi flussi di coscienza.
    Oltre a questo, si rivela particolarmente interessante il suo rapporto con Batman, che qui compare con un'eleganza innata e spettacolare, e a incorniciare il tutto ci sono gli stupefacenti disegni di Guillem March che ci regalano una Catwoman dannatamente sexy, capace di farmi dimenticare di star vedendo un semplice disegno. Oltre alla bellezza della protagonista, comunque, il disegnatore è bravissimo nel ritrarre gli altri personaggi e gli sfondi mozzafiato.
    Insomma, una serie qualitativamente elevata, sorprendente, capace di catturare il lettore e di trascinarlo insieme a Selina nella notte più brava e pericolosa, alla ricerca di quel brivido che l'affascinante ladra ricerca costantemente.

    Niente da dire sul volume Lion. L'impostazione dell'indice e della pagina introduttiva ricalca quello del mensile di Batman, il che è coerente e quindi encomiabile. Infine gli articoli, firmati dalla validissima Elena Pizzi (e non poteva essere altrimenti, visto l'amore dell'utente Selina Kyle del DC Leaguers Forum per la sua controparte cartacea), riescono a dare un apparato critico puntuale sul personaggio e su questa nuova serie, oltre ad approfondire lo stile di scrittura di Winick e ad illustrare la biografia dei due autori.
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  • Batman Contro Bane

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    Quale momento migliore per la Lion per pubblicare un volume che raccogliesse due significative storie con protagonista il colossale nemico di Batman? Dopo che Christopher Nolan ha puntato i riflettori su Bane, non certo uno dei più noti villain del Cavaliere Oscuro, era d'obbligo permettere ai lettori accaniti e non di conoscere meglio la versione cartacea del personaggio.
    Questo volume permette di conoscere meglio il personaggio, grazie a due belle storie che vengono pubblicate.
    La vendetta di Bane narra le origini del personaggio, fin dalla nascita nella prigione dove era custodita sua madre. E' una storia decisamente epica e catartica, che è meno distante alla versione cinematografica di quanto pensassi: se alcuni elementi sono decisamente differenti, infatti, il succo della questione non cambia, e quello che ha reso Bane la persona violenta, furba, machiavellica e vogliosa di primeggiare resta invariato nelle due versioni dei personaggio.
    Il suo arrivo a Gotham e la nascita della sua ossessione verso Batman sono pienamente giustificate dalla trama, e la storia rimane un bel modo per spiegare quel che sta alla base delle azioni di Bane.
    Il flagello del Demone è invece la storia nella quale la strada di Bane si incrocia con quella di Ra's Al Ghul e di sua figlia Talia. E' anche questa una storia decisamente godibile, molto ben scritta, dove il desiderio di Bane di arrivare al potere massimo come riscatto dell'ingiustizia che l'ha visto protagonista in tenera età si scontra con gli ideali alti, per quanto deviati, di Ra's. Abbiamo la Testa del Demone che cerca di manipolare esclusivamente per i suoi scopi il pericoloso individuo, e Bane che vorrebbe ottenere i favori di Talia coronando il suo sogno d'amore in concerto con il raggiungimento di quel successo personale che tanto anela. Le conseguenze dell'incontro di tali fattori non sarà dei migliori per le parti in gioco, ma questo non fa che rendere interessante e convincente una storia che mostra anche la maturazione grafica di Graham Nolan.

    Batman - Nascita del Demone

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    Altro volume che la Lion ha lanciato sfruttando l'onda di Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno è questo, che raccoglie in un unico tomo la cosiddetta Trilogia del Demone.
    Il figlio del Demone, La sposa del Demone e La nascita del Demone sono infatti tre storie realizzate a cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90, tre uscite speciali che approfondivano il mondo, l'atteggiamento e la missione di Ra's Al Ghul e il suo rapporto con Batman.
    Le prime due avventure, in realtà, non mi hanno così entusiasmato. Il comparto grafico, che porta ancora il marchio degli anni '70 in alcune pose di Batman, si dimostra appetibile anche ai giorni nostri, e per quanto presenti alcuni momenti in cui si digerisce meno ci sono tavole realizzate in maniera eccelsa, invecchiate benissimo e che dimostrano una cura invidiabile e uno stile pulito e artistico. Ma le trame sono la cosa che mi convince meno, con idee che potenzialmente sono molto buone e interessanti che vengono però svolte in modo prolisso e non sempre riuscito.
    C'è comunque da segnalare che in Il figlio del Demone viene descritta la nascita di quel figlio di Batman e Talia che Grant Morrison ritirerà fuori quasi 30 anni dopo come base della sua run dedicata all'uomo pipistrello, battezzandolo Damian.
    La storia che da sola vale però il prezzo del volume (che è un cartonato ben curato e di cui c'è da fare i complimenti alla Lion) è l'ultima, in cui Batman compare pochissimo - ma in quel poco è un figo come pochi :P
    Motivo di tale assenza è dato dal fatto che la storia è incentrata sulla narrazione delle origini di Ra's, che Talia racconta a Batman. Ed essendo la Testa del Demone un uomo che, grazie alla scoperta delle Fosse di Lazzaro, è in grado di non morire, è facile capire come tale storia affondi le sue radici in secoli prima di Batman.
    Ne risulta un racconto affascinante, quasi da Mille e una Notte per l'ambientazione nel deserto, in cui il lettore si sente più vicino al villain, lo comprende, ne trova la chiave per decifrare una parte della sua follia. La qual cosa, ricordiamolo, è un comun denominatore nei nemici di Batman.
    Una vita di vessazioni, ingiustizie e ricerca della speranza hanno portato ad un essere con in mano un potere smisuratamente più grande di quanto sia in grado di gestire e comprendere, e che lo porterà a diventare quello che tutti conosciamo.
    Disegni fiabeschi e ricchi di soluzioni grafiche fantasiose e calzanti incorniciano perfettamente un racconto avvincente, commovente e dalla conclusione potente, che mi ha fatto capire la grande importanza di questo personaggio nel pantheon dei nemici di Batman.
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  • Batman # 6

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    Io non posso che togliermi il cappello (che non porto, ma vabbè :P ) di fronte ad uno dei migliori Batman che io abbia mai letto e visto. Scott Snyder sta scrivendo una storia che ha il rarissimo pregio di migliorare ad ogni capitolo, di alzare l'asticella della qualità ogni volta di più con un'avventura che definire in crescendo è dire poco. Batman è sopraffatto letteralmente dalla Corte dei Gufi e nella fattispecie dall'Artiglio che la congrega gli ha mandato contro, e in uno scontro allucinato vediamo la caduta definitiva dell'eroe e quello che pare l'inizio della risalita. Spettacolare, come spettacolari continuano ad essere i disegni di quel mostro di Greg Capullo, perfetto abbinamento per quello che sta realizzando Snyder.
    Tony Daniel invece fa un leggero passo indietro rispetto al numero scorso: la trama prosegue senza particolari guizzi, e non si capisce ancora bene dove l'autore voglia andare a parare, come si ricollegherà tutto questo a DollMaker (se vi si ricollegherà), alla faccia del Joker, al personaggio visto nella side-story del numero precedente... e pure il Pinguino, per ora, non è ancora entrato in scena. Nulla da dire, come sempre, sui disegni.
    Infine Kyle Higgins torna su binari meno esoterici (e meno male!) con Nightwing, dove Dick scopre finalmente chi si cela dietro la maschera del killer che lo minaccia fin dal #1 e dove lo spettacolo in ricordo dei suoi genitori rischia di trasformarsi in qualcosa di tragico. Bellissima la comparsata di Alfred e disegni nella (buona) norma.

    Due appunti, infine, sull'albo Lion: la cover scelta, per la prima volta, non è quella dal Batman di Snyder ma quella dal Detective Comics di Daniel, con mio leggero disappunto dal momento che avrei gradito una certa omogeneità e visto che la copertina di Capullo è magnifica. Pure quella di Daniel lo è, ma non è quello il punto (che poi, comunque, a voler ben vedere Daniel ha fatto di meglio, e quel Pinguino assomiglia di più al Joker...).
    Inoltre, i "consigli per gli acquisti" sugli albi batmaniani del mese è per errore quella del mese scorso, la pubblicità per Batman: Terra Uno è ripetuta due volte e così anche la pagina con la checklist di ottobre per tutte le uscite DC/Lion.
    Sono piccole cose, ma intaccano quell'aria di ottima fattura che avevano finora i numeri del mensile. COnfido quindi che si tratti di un caso isolato.
    Ah, ed è sparita la BatMail! Mi sa che devo scrivere io :P
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  • Batman 7
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    Uscito con una settimana di ritardo a causa del ponte, uscito oggi e comprato appena arrivato alla fumetteria(sì, sono arrivato a braccetto col corriere Alastor).

    Batman
    Numero di transizione... devo dire che comunque è molto bello.
    Inizio spettacolare, con un rimando all'origine di Batman. Segue un'immagine a tutta pagina veramente stupenda.
    Mi sfugge chi sia la ragazza che compare nelle pagine 4-5 della storia, ma non avendo letto il # 2... penso venga da lì (se volete confermatemi questa cosa).
    La scena principe del numero è un discorso tra Batman/Bruce e Nightwing/Dick presente anche nella testata del vecchio ragazzo meraviglia. Ma se in Nightwing aleggiano i pensieri di Dick a renderlo più interessante, qui è un dialogo sì interessante, ma risulta più discorsivo e meno introspettivo. E siccome è stata la testata che ho letto per ultima perchè le altre due terminavano il dialogo mi sapeva troppo da ripetizione, ma comunque molto bello.
    La scena finale però cresce l'hype a mille. Non vedo l'ora che sia Dicembre per sapere come continua. E speriamo che i numeri di transizione e vuoti si mantengano a questo livello. E' presente a tutta pagina sia la copertina canonica che la variant americana, bella ma non all'altezza della canonica.

    Detective Comics
    Abbastanza deluso.
    Cioè l'inizio con Doll Maker era bello e frizzante, ma dopo la sua scomparsa... E' andato tutto a rotoli. Scoprire che qui finisce anche questa sottotrama mi ha lasciato perplesso. E' difficile da seguire perchè chiude le trame aperte nei numeri precedenti, ma nello stesso tempo quei numeri erano abbastanza ingarbugliati per capirci per bene cosa stesse succedendo. Spero di rivalutarlo con una rilettura.
    La copertina(presente a pagina intera nell'albo) è molto bella ma che ci azzecca? Era più indicata quella del volume precedente, tanto che viene riutilizzata un'immagine simile anche nel volume, nello "scontro finale" che si siano sbagliati?
    Inoltre Doll Maker doveva essere il cattivo di questa run? No perchè in questa seconda parte neanche compare.
    Non so, mi risulta tutto molto contorto... certo a molte cose c'è una spiegazione... ma non mi aveva convinto nei numeri precedenti non mi convince neanche ora.

    Nightwing
    E' una figata pazzesca il settimo numero di Nightwing. Letto per primo per sapere come finiva la storia devo dire di essermi gasato a mille.
    Sono rimasto piacevolmente sorpreso, soprattutto perchè tutto quadra e tutto torna alla perfezione. Inoltre c'è una scena usata anche in Batman, ma vista dal punto di vista di Dick Grayson, molto intimistica ed è quindi molto interessante e rende evidente che i vari team si sono sicuramente messi d'accordo. E' bello vedere come le stesse scene siano rappresentate da autori diversi . Lo stile di Barrows o di Borges(due disegnatori per lo stesso numero e io non so distinguerli) è più realistico di quello di Capullo(non che disegni dei mostri, ma ha uno stile che se nei numeri scorsi era azzeccato e vincente, e lo è anche nella rappresentazione dei gufi, il suo stile è particolare e forse non apprezzato da tutti). Bello notare che in Nightwing sia Bruce che Dick sembrano più maturi che in Batman(dove rispetto ai numeri scorsi Bruce sembra invecchiato parecchio... ma funzionalmente alla trama). Mentre in Batman Dick sembri, almeno nei disegni, ancora un ragazzino (più 15-16enne che non un 20enne come appare in Nighwing).
    Da notare, forse anche per il cambio di disegnatore, un piccolo errore. Perchè da una pagina all'altra il viso insanguinato di Dick torna ad essere pulito come se non avesse fatto una scazzottata megagalattica. Il finale aperto lascia intendere una nuova indagine che durerà molto poco se nel numero #9 compariranno i gufi.

    Insomma Detective Comics che mi aveva convinto a seguire questa testata si sta rivelando una vera delusione. Nightwing invece risulta vincente ed emozionante. Batman, che nel primo numero era partito in sordina, risultando meno avvincente di Detective Comics, è partito a mille e nessuno sembra poterlo fermare.
  • Ragazzi, sapete dove posso trovare JLA:Torre di Babele ? Esiste una ristampam che contenga le 4 storie in un volume ?
  • Batman #8
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    Un ottimo numero. Per la prima volta sono invertiti di posizione Batman e Detective Comics, e ci sono pochi editoriali, anche perché è presente la back-up story di Batman.

    Detective Comics
    Dopo la delusione dei numeri precedenti questo si rivela essere un numero buono. Anche se vista la presenza dello Spaventapasseri ridurre il tutto ad una ricerca in qua e in là per Gotham mi è parso un po' poco. Ancora una volta sono i disegni a farla da padrona e superano di gran lunga la storia.

    Batman
    Comincia da qui lo scontro con i gufi che per 7 numeri hanno tormentato Batman e Bruce.
    "Assalto a Villa Wayne" non è che la prima parte di questo assalto, che si protrarrà per un paio di numeri come minimo.
    La tensione si mantiene sempre alta dall'inizio alla fine e i disegni di Capullo sono al top.
    La back-up story "La chiamata" non è nulla di che, poche pagine che invogliano i lettori ad acquistare tutte le bat-testate del mese successivo visto che saranno coinvolte nell'evento "La notte dei gufi". E come? Semplice Alfred chiede aiuto alla Bat-family.

    Nightwing
    La chiamata della back-up story di Batman ha subito delle ripercussioni in questo numero di Nightwing, che si reca subito a salvare una delle potenziali vittime.
    I numeri scorsi offrono un bel back-ground per il personaggio e la scelta dell'antagonista di questo e del prossimo numero(un Artiglio particolare) si rivela interessante e in questo numero ricco di possibili intrecci narrativi che se verranno colti potrebbero fare di Nightwing una testata alla pari di quella di Batman. Ottimi i disegni e buona la trama anche se il 50% è un megacombattimento, ma attendo con ansia il prossimo numero per sapere come si chiude la vicenda.

    Insomma un numero di transizione che vede la terza testata già coinvolta nell'evento che vedrà coinvolte tutte le testata bat-maniane al 9° numero, e l'inizio della "notte dei gufi" in Batman.
    La mia adrenalina sale e non vedo l'ora che esca Batman 9
  • In attesa di leggere (gulp!) i numeri 7 e 8 del mensile, già recensiti da Topo_Nuovo, e di parlarne (ché magari mi procuro anche il #9, uscito oggi, eh), nei giorni immediatamente precedenti lo scorso 25 dicembre ho letto

    Batman: Natale (Lee Bermejo)

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    Batman: Noel è un'opera sorprendente. Uscita in America in occasione del Natale 2011, e portata in Italia dalla Lion per la scorsa Lucca Comics (ricordo che la consigliai a Deboroh proprio in quel di Lucca, sulla fiducia), vede l'esordio dell'ottimo Lee Bermejo alla scrittura. Ottimo infatti lo è sempre stato come disegnatore, nelle opere in cui l'ho potuto ammirare (essenzialmente Joker e Luthor), e le varie immagini previews facevano pensare che lo straordinario talento dell'autore non solo si riconfermava, ma veniva addirittura rilanciato.
    Così è: le tavole di Natale sono ricche di suggestioni, dettagliate fino alla maniacalità, tutte impreziosite da inquadrature dinamiche e soluzioni sempre nuove e interessanti nel rappresentare Gotham City sotto la neve o i personaggi che recitano questo dramma.
    "Recitano", del resto, è la parola più appropriata per un fumetto che vuole essere l'ennesima riproposizione/adattamento del classico romanzo di Charles Dickens A Christmas Carol. Eppure, per quanto poteva sembrare piuttosto pretenziosa l'idea di calare Batman, Catwoman, Joker e personaggi batmaniani vari in una nuova versione del romanzo dickensiano, Bermejo convince e consegna come opera prima una storia onesta, che non stona, che non provoca stonature nel raccontare Batman in questo contesto. Stride di più l'atmosfera dell'opera originale, che non sempre entra con grazia nelle vie di Gotham, ma in generale Bermejo padroneggia la situazione e scrive delle pagine davvero belle. Lo stratagemma della narrazione esterna portata avanti per didascalie è molto suggestivo, "facile" quanto vuoi per acchiappare l'attenzione con stile ma pur sempre riuscito. Calzanti le parti che ricoprono Robin, Catwoman, Superman, Gordon ecc, che anche se non aderiscono mai perfettamente allo stilema cui fanno riferimento sono sempre in grado di comunicare efficacemente quello che l'autore voleva far loro dire.Perfino Batman ha la sua ragion d'essere come protagonista di questo "dramma" natalizio.
    Indubbiamente essere autore completo ha permesso vantaggi anche sotto l'aspetto del disegno, elogiato all'inizio di questo mio commento: la regia delle prime tavole ne è un ottimo esempio, con la telecamera che si allontana in carrellata e le neve tutta attorno, circondata dalle prime parole della narrazione. Da applausi.
    Da segnalare che ai colori abbiamo uno dei nostri "cervelli in fuga" del fumetto, la napoletana Barbara Ciardo, che fa un ottimo lavoro contribuendo non poco all'atmosfera delle tavole.

    L'edizione Lion ha come pecca il prezzo, non certo motivato dal numero di pagine quanto piuttosto dalla cartonatura (comunque pregevole ed elegante) e dalla qualità dell'opera. Davvero interessante è l'introduzione nientepopodimeno che di Jim Lee in cui elogia Bermejo.

    Segnalo infine questa bella intervista all'autore relativamente a questo volume, pubblicata sullo Spazio Bianco :)
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  • Sto appasionatamente seguendo la corte dei gufi, e confesso di aver perso totalmente l'hype per Detective Comics, la storia nell'ultimo numero è buona, ma han lasciato in sospeso cose che oramai, neanche mi interessa più che riprendano:
    [spoiler]Joker a parte, ma sembra non vogliano riprenderlo, boh...[/spoiler]
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