[DC] Batman

Non solo Marvel e DC ma anche le classicissime strips e il fumetto autoriale di Alan Moore, Frank Miller o Jeff Smith.
  • alla modica cifra di...?
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Neanche tanto, considerato il prezzo solito degli Absolute, € 9,95:

    http://www.planetadeagostinicomics.it/V ... 55&id=1142

    Prima o poi lo acquisterò, ma non prima di recuperarmi tutto quello che ho da leggere, che comprende anche qualche altro Absolute.
  • come prezzo solito? L'ultimo Absolute che ho comprato costava 35 euro, e quello di Sandman che stavo ordinando dall'America (e che poi non è arrivato :muori: ) me ne stava costando 80.
    A 10 euro si può ben fare!
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Elikrotupos ha scritto:come prezzo solito? L'ultimo Absolute che ho comprato costava 35 euro, e quello di Sandman che stavo ordinando dall'America (e che poi non è arrivato :muori: ) me ne stava costando 80.
    A 10 euro si può ben fare!
    Lol, intendevo dire proprio questo, solo che l'ho scritto male e pare il contrario! :P
    Anche gli Absolute che ho preso io (La Lega degli Straordinari Gentlemen Vol. 1 e il Ritorno del Cavaliere Oscuro) mi son costati ognuno 3 volte tanto rispetto al prezzo di questo volume (e meno male che c'era la promo della Feltrinelli).
  • Bè, va anche considerato che gli altri Absolute che avete citato sono cicli di storie, o graphic novel più corpose; The Killing Joke è una storia autoconclusiva di Batman e il volume è composto da una settantina di pagine, quindi il prezzo mi sembra perfettamente in linea con gli altri Absolute, in proporzione alla lunghezza.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • Tyrrel ha scritto:
    Elikrotupos ha scritto:come prezzo solito? L'ultimo Absolute che ho comprato costava 35 euro, e quello di Sandman che stavo ordinando dall'America (e che poi non è arrivato :muori: ) me ne stava costando 80.
    A 10 euro si può ben fare!
    Lol, intendevo dire proprio questo, solo che l'ho scritto male e pare il contrario! :P
    uhm rileggendo dicevi bene, sono io che ho capito male.
    Cmq sì, visto il numero limitato di tavole direi che è un prezzo adeguato.
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
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    Jonny Frost è un criminale alle prime armi, ma un giorno accetta un incarico che sconvolgerà per sempre la sua vita: andare a prendere Joker, appena rilasciato dal manicomio criminale di Arkham. Il clown schizofrenico accoglie il nuovo compagno sotto la propria ala, come un discepolo pronto ad accompagnarlo nelle sue scorribande e costretto ad assistere ad ogni sua azione folle.

    Il progetto di Bermejo e Azzarello per questo racconto si è sviluppato parallelamente alla produzione de "Il Cavaliere Oscuro" di Christopher Nolan, e anche se non c'è nessuna influenza a riguardo, le somiglianze con la versione del personaggio interpretato da Heath Ledger non sono poche: Joker è un villain più violento che mai, smanioso di seminare caos tra la popolazione di Gotham. Le sue azioni cruente tratteggiano una personalità affascinante quanto il nuovo look; sorprendente anche il restyling degli altri personaggi dell'universo batmaniano, in particolare per un eccentrico Enigmista e per la Harley Quinn più sensuale che si sia mai vista.
    I disegni di Lee Bermejo sono meravigliosi e la colorazione li arricchisce fino a regalarci tavole che rasentano la perfezione.
    Un fumetto che entra di diritto nell'olimpo delle storie di Joker più riuscite di tutti i tempi.
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    La collana Batman Arkham è composta da una dozzina di albi, ognuno dei quali incentrato su uno degli eccentrici villain dell'Uomo Pipistrello; l'indice contiene storie pescate qua e là nei vari decenni, così da mostrare come si è evoluto il personaggio negli anni, sia esteticamente, che come approfondimento caratteriale e narrativo.
    Tra questi volumi, quello che ho trovato più interessante è quello dedicato a Scarface, probabilmente perché oltre ad offrire storie di buona qualità, presenta un personaggio che non conoscevo per nulla, soprattutto perché non mi pare sia mai stato utilizzato nei vari film/telefilm/cartoni di Batman.
    Ed è un peccato, perché si tratta di un avversario veramente affascinante.

    In realtà Scarface non è un personaggio, sono due.
    C'è Scarface, un pupazzo minaccioso e dall'aspetto grottesco, che non disdegna compiere azioni violenti sottomettendo gruppi di scagnozzi ai suoi ordini.
    Poi c'è il Ventriloquo, la persona che muove il pupazzo, un ometto goffo e remissivo che è spesso in conflitto con Scarface.
    Ed è proprio su questa natura ambigua che si basa il fascino del personaggio, senza che sia ben chiaro se si tratti di schizofrenia del Ventriloquo o se Scarface abbia davvero vita propria, magari di origine sovrannaturale.
    A rendere ulteriormente interessante questo volume è il fatto che tutte le storie sono state scritte dallo stesso autore, l'Alan Grant che ha creato il personaggio, costituendo così una sorta di saga di Scarface gestita dalla stessa persona che gli ha dato i natali.
    Febbre (1988, 2 episodi) è la prima apparizione di Scarface, che da subito si presenta come una sorta di Al Capone marionetta, in grado di comandare chissà come gangster che possono essere un vero ostacolo per Batman.
    Il Ritorno di Scarface (1992, 3 episodi) riporta in scena il sadico pupazzo, e già in questa seconda apparizione il personaggio è molto più minaccioso, indipendentemente dagli sgherri che comanda. Inoltre Bruce Wayne attraversa una fase importante del suo rapporto con Vicky Vale, la sua partner che nel primo film di Burton era interpretata da Kim Basinger, ma che non mi pare di aver mai visto prima nei fumetti...
    L'origine segreta di Scarface (1994, 2 episodi) approfondisce la nascita del pupazzo, che scopriamo essere stato costruito da un criminale, col legno di una forca che ha tolto la vita a numerosi condannati a morte; il legno avrebbe in un certo senso assorbito le anime dei criminali, e questo aspetto avrebbe caratterizzato la personalità di Scarface...
    Scarface: uno psicodramma (2001, graphic novel) analizza ulteriormente i due personaggi protagonisti, separandoli per la prima volta: il Ventriloquo si libera del suo compagno costruendosi una nuova marionetta per gli spettacoli, così Scarface finisce tra le mani di un ragazzino del liceo... Interessante vedere come i due agiscono indipendentemente l'uno dall'altro, così da mostrarci come siano intrinsecamente legati l'uno all'altro.
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    La Graphic Novel in questione viene prodotta nel 1989 dalla mente di Grant Morrison e dalle matite di Dave McKean.
    Il primo non è senz'altro il primo dei pivelli, richiamato dalla DC dopo l'abbandono della stessa da parte di Alan Moore nel momento in cui la stessa DC cercava nuovi e talentuosi sceneggiatori nel territorio britannico. E allo scrittore scozzese, reduce dal risollevamento delle sorti di Animal Man e dal rinnovo di Doom Patrol, non resta che cogliere la palla al balzo per sceneggiare una nuova graphic novel cupa e tenebrosa, seguendo le orme di quel Frank Miller che solo 3 anni prima aveva sceneggiato dapprima "Anno uno", e poi "Dark Knight Returns".
    Per McKean invece i giochi avevano iniziato da poco a farsi seri. Le sue prime esperienze di mainstream erano infatti inizate solo due anni prima, quando disegnò per (nientepopodimenoche) Neil Gaiman "Violent Cases". La loro collaborazione continuerà ancora fino ai disegni di "Sandman".
    Morrison prende spunto dall'Arkham Asylum, manicomio criminale di Gotham, per scrivere la graphic novel, ne narra le origini a partire da quando Amadeus Arkham, fondatore dell'ospedale, si prendeva cura della madre malata di mente, che accusava una ossessione da parte di una figura non ben definita che la accompagnerà per tutta la vita. Quando lei si toglie la vita tagliandosi la gola con un rasoio, Amadeus come unico erede è costretto far ritorno alla casa e a darle una destinazione d'uso, indirizzandola come ospedale psichiatrico.
    Intanto nel presente il Joker è a capo di una sommossa nella struttura, prende in ostaggio il personale per poter parlare con Batman. Joker si rivela sempre più allucinato, malsano e deviato, addirittura mostra tendenze omosessuali e pedofile. Dentro il manicomio Batman vede che alcuni ostaggi hanno deciso di lora spontanea volontà di restare all'interno dell'occupato edificio, fra cui una psichiatra. Joker spinge dapprima a far fare a Batman una seduta di brain storming, dopodichè fa iniziare una caccia all'uomo, uno di quei soliti "giochini divertenti" tanto osannati dalla nemesi dell'uomo pipistrello.
    Durante la fuga Batman incontra tutta una sfilata di nemici più o meno storici. Si inizia con Clayface, il dottor Destino, lo Spaventapasseri, un pedofilissimo Cappellaio Matto e un Maxie Zeus colto da degli elettrizzanti deliri di onnipotenza, concludendo con Killer Croc.
    In generale la storia non è male. Cioè, fra le GN di Batman è comunque una storia con i controcazzi - soprattutto per i fantastici e allucinati disegni onirici di McKean - tuttavia gli ho preferito entrambe le GN di Miller e anche Killing Joke di Moore. Il soggetto principale è ottimo, difatti la storia parte splendidamente nella prima delle tre parte, venendo però a calare leggermente nelle ultime due, non riusciendo a darmi quel pathos che pensavo fosse in grado di darmi.
    Senza dubbio è una ottima storia, ma poteva essere sicuramente sviluppata meglio.
    A e tanto di cappello all'ottimo lavoro di McKean, la GN meriterebbe di essere letta solo per questi disegni.
  • Mah. Arkham Asylum l'ho sempre sentito citare tra le graphic novel fondamentali di Batman, quindi mi aspettavo una storia di un certo rilievo, invece la lettura mi ha lasciato piuttosto indifferente. Morrison, a parte dare una manciata di uscite molto buone al Joker, fa ben poco di straordinario, imbastendo una trama abbastanza normale; anzi, ancor peggio, fa entrare Batman dentro Arkham con tutti i villain ad attenderlo e non sfrutta a dovere le enormi possibilità che questa situazione offrirebbe.
    In realtà la storia, leggendo la sceneggiatura di Morrison (che scrive divinamente le sceneggiature, sembra quasi un romanzo) il racconto affascina, e pure il suo storyboard abbozzato è promettente; il risultato finale però non è altrettanto bello. Detta in questo modo, sembra quasi colpa di Dave McKean, e non è così. Le sue tavole sono un grido d'arte, il suo stile visionario è di forte impatto, il modo in cui rappresenta Batman e Joker è meraviglioso (sugli altri personaggi ho qualche riserva)...
    Però forse non è efficace per il racconto. O meglio, riesce a rappresentare nel modo migliore possibile l'atmosfera e l'angoscia, ma forse non aiuta l'intreccio, lo svolgersi degli eventi, la chiarezza che magari aiuterebbe il lettore...
    Insomma, Arkham Asylum (che tutti abbreviano così, ma il vero titolo sarebbe Arkham Asylum: Una folle dimora in un folle mondo) è un quadro, bello da guardare ma che non riesce a trasmettere alla perfezione la vicenda che si prefigge di raccontare al lettore...
    E forse è un bene che McKean, nella sua bravura (perché a me piace un sacco, ben inteso) si sia dedicato più a copertine o ad opere in cui la narrazione si svolge in una maniera "diversa" rispetto al fumetto canonico... O forse ha trovato un'anima gemella (Neil Gaiman) che lo capisce e sa come valorizzare la sua arte anche nel media fumetto (vedi Mr.Punch).
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  • Combinazione, proprio oggi mi sono letto per la prima volta Arkham Asylum.
    Allora... prima parte da urlo! Nel senso che mi ha proprio preso, Gordon che comunica a Batman che i criminali del manicomio hanno occupato il palazzo, e che hanno richiesto la sua presenza... Il dialogo tra Joker e Batman quando questi arriva ad Arkham... Spettacolare!
    Ma concordo con John Dorian ne dire che le altre due parti calano un po'. Anche Deb in questo senso ha ragione: Batman è in mezzo a praticamente tutti i suoi nemici storici, ma la storia non sviluppa a fondo la situazione. In generale nelle ultime due parti ho notato tempi stretti nella narrazione, un'accelerazione che solo nel [spoiler]dialogo finale col dottor Cavendish[/spoiler] si calma un po'.
    Ma penso che tutto questo sia da attribuire a quello che davvero importava a Morrison: scrivere una storia in cui Batman fosse messo brutalmente di fronte alla follia, di più ci fosse immerso dentro. E quindi l'idea di farlo entrare ad Arkham è ottima, come la storia parallela del fondatore del manicomio di Gotham che spiega il male puro di cui l'edificio è saturo.
    E così anche la seduta di riconscimento delle macchie su un foglio, o le associazioni di parole... tutto serve a Morrison per far vivere a Batman il suo più orrendo incubo/dubbio: è lui pazzo quanto i criminali che affronta? La sua ricerca del bene è solo un patetico modo di nascondere stto il tappeto il male e il senso di colpa di cui lui stesso è pervaso da quella tragica sera in cui morirono i suoi genitori?
    Batman sa, perchè lo dice anche a Gordon, che entrare in un luogo come Arkham lo può psicologicamente distruggere, ma lo fa comunque, e riesce a uscirne vincitore alla fine. Non senza conseguenze nella sua psiche, probabilmente, ma riesce ad affrontare la follia di quel posto.
    I disegni di McKean: ero spaventato da quello che avrei potuto trovarmi come disegni, conoscendo lo stile del disegnatore nelle copertine di Sandman. Intendiamoci, le considero spettacolari, ma quanto disegni di quel tipo sarebbero adatti in una storia a fumetti? Poi ho visto la storiella di Death sulla prevenzione all'AIDS e mi sono tranquillizzato, erano molto più tranquilli... Ed ecco che invece il disegno di Arkham Asylum è composto di questo stile visionario e sperimentale al massimo, con disegni misti a teciche pittoriche, collage, foto dal vero, oggetti messi in strani accostamenti... le figure "umane" non disegnate ma abbozzate, come Batman e il Joker. Ebbene... è vero, specie ad un certo punto questo stile destabilizzante impedisce la comprensione d quello che succede nella storia, ma in generale posso dire che probabilmente nessuno altro stile avrebbe potuto rendere altrettanto bene la follia e il disturbo che Morrison voleva che trasparisse dalla sua storia. Metà del merito è proprio nei disegni, e quindi i miei preconcetti sono stati smentiti. Certo, magari in un'altra storia invece li troverei solo d'impicccio, ma chissà...

    Una storia sicuramente importante per delineare la psicologia di Batman, i suoi timori, i suoi problemi irrisolti e nascosti sotto la maschera, che è diventata con gli anni il suo vero volto... Non la graphic novel di Batman (tra quelle che ho letto) preferita, ma disturbante al punto giusto da essere tra le storie a fumetti che ricorderò con un giudizio abbastanza positivo. Con l' "abbastanza" derivato dal fatto che, come ho detto, la storia avrebbe beneficiato di più spazio e meno compressione in alcuni tratti.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Batman: Un anno dopo

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    Io sono un tipo strano. Pur essendo sempre stato affascinato dalla figura di Batman, fin da piccolo quando seguivo la serie animata, e poi con i film di Burton e le due recenti buonissime prove di Nolan, non ho mai letto nessuna storia a fumetti dell’eroe fino all’anno scorso. Il mio processo di allargamento di orizzonti fumettistici era in corso, e quindi incappai nei grandi classici come Il ritorno del Cavaliere Oscuro, The killing Joke e poi Anno Uno grazie al primo numero della collezione di allegati a Panorama. Eppure sono sempre stato sul livello “vago” di passione pur avendo amato molto le suddette opere…
    Poi un mese fa mi sono rivisto (dato il regalo del doppio dvd da parte di Minnie) Il Cavaliere Oscuro, poi mi sono messo a guardare gli episodi della già citata vecchia serie animata, poi la lettura di Arkham Asylum e… dalla settimana scorsa mi ha preso addosso la frenesia e grazie a internet (partendo ovviamente proprio dal Sollazzo) mi sono fatto una cultura degli eventi batmaniani, delle saghe più famose, della sua continuity… e dei volumi/saghe più importanti e belli che prima o poi mi procurerò. Prima o poi perché questa nuova e bruciante passione è esplosa proprio in un periodo in cui non godo di grande disponibilità economica, ma col contagocce e con calma mi procurerò quello che mi interessa.
    Per adesso mi sono accaparrato un volume abbastanza recente, importante per la continuity: Un anno dopo.

    Da collocare dopo il cross-over Crisi Infinita, la storia segna il ritorno di Batman a Gotham City dopo un anno in cui è stato via insieme a Robin e Nightwing (in conseguenza degli eventi proprio di Crisi Infinita e di Crisi d’Identità, altro cross-over). Oltre che il ritorno del supereroe, segna dunque un ideale punto di ripartenza per i neofiti o per chi aveva lasciato un po’ perdere le avventure di Bats.
    La storia (sceneggiatura di James Robinson, disegni di Don Kramer e Leonard Kirk) è molto buona, mi è piaciuta e mi ha coinvolto. Appena tornato Batman deve subito vedersela con una serie di omicidi di alcuni suoi vecchi e classici nemici, e il modus operandi ricorda quello di Due Facce. Ma ciò non è possibile, dato che Harvey Dent è guarito sia psicologicamente che esteriormente grazie a un’operazione di plastica facciale (cosa che, se ho ben capito, accade nella saga di Hush). Tanto che prima di partire Batman si è fidato a lasciare Harvey a vigilare su Gotham in sua vece.
    Che abbia preso una via sbagliata per svolgere il suo compito?

    Un anno dopo racconta del mondo di Batman, dei suoi nemici, e ne ridefinisce i confini: alcune vecchie glorie tra le sue nemesi vengono messe fuori gioco, altre imperversano per la città, una in particolare torna. E’ un segreto di Pulcinella già dalle prime tavole che in questa saga Harvey alla fine torna a essere Due Facce, personaggio troppo affascinante perché non fosse reintrodotto nel nuovo corso delle avventure di Bats.
    Infatti Un anno dopo parla anche dell’origine del male, dei conflitti interni di una mente disturbata che chiederebbe solo fiducia e che ha bisogno di un niente per crollare. Un dialogo tra due parti distinte di noi stessi, che ci porta a compromessi o alla vittoria di una delle due parti.
    E infine Un anno dopo parla del rapporto tra il Pipistrello e Robin, la protettività nei suoi confronti, il seguire la sua maturazione. Fino al colpo di scena finale.

    Come dopo ogni Crisi nell’universo DC, quindi, le cose tendono a ricominciare da zero. Certo, non siamo ai livelli di riscrittura totale attuata dopo Crisi sulle Terre Infinite, ma si cercano di gettare nuove basi per il personaggio. Chiaro che lo status quo qui non cambia se non in minima parte, ma piuttosto viene ripristinato (il ritorno di Due Facce). Dicono che Un anno dopo di Superman e Wonder Woman sia più “definitivo” come cambiamento, ma del resto il vero giro di boa per la vita di Batman si prepara a darlo R.I.P., evento al quale si giunge seguendo il mensile che parte proprio dopo gli eventi narrati in questo volume.
    Una bella storia (figata per esempio l’introduzione del detective che aiuta Batman nelle indagini, anche se risulta un elemento sfruttato troppo poco) che si avvale di disegni molto convincenti e che mi sono piaciuti.
    Non mi ha convinto l’editoriale, invece, che afferma che da questa avventura Batman diventa più “affabile”, quando non mi sembra molto più di quello che so io…Bah.
    Consigliato, comunque.
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  • Batman: La Leggenda continuerà fino al numero 60. Qui la fonte. Sembra che pubblicherà per gran parte di questi numeri la saga di Knightfall.
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  • Bramo ha scritto:Batman: La Leggenda continuerà fino al numero 60. Qui la fonte. Sembra che pubblicherà per gran parte di questi numeri la saga di Knightfall.
    Continua Batman: La Leggenda, che è destinata a concludersi con il numero 60.

    Qualcuno sa sei concluderà veramente al 60, o esiste l'ipotesi che all'ultimo momento vengano annunciati nuovi volumi?
  • Batman: Preda (Doug Moench, Paul Gulacy)

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    Continuo la mia esplorazione delle storie più celebrate, celebri e famose dell’Uomo Pipistrello. E lo faccio tornando indietro nel tempo rispetto a Un anno dopo stavolta, mi calo infatti in due storie ambientate nei primi anni di attività di Batman.
    La Planeta ha raccolto un paio d’anni fa in un unico volume le avventure Batman: Preda e Batman: Terrore, naturale seguito della prima (per la cronaca, il volume si intitola come la prima storia presentata all’interno). E di queste parlo ora.

    Preda, del 1990, segue il filone dettato da Frank Miller con la sua Anno Uno: stessa atmosfera opprimente, stessa Gotham inquietante e disperata, stesso metodo delle didascalie che ci fanno leggere i pensieri di Batman e di Jim Gordon. Il che non può che farmi enormemente piacere, dato che questi elementi sono tra quelli che mi hanno fatto adorare Year One, e qui sono utilizzati non per mera emulazione ma in modo del tutto funzionale alla storia da raccontare.
    In Preda esordisce il professor Hugo Strange, psichiatra folle ossessionato dalla figura di Batman, e che riesce a far apparire come uno squilibrato pericoloso il nostro Pipistrello, in una Gotham City che ancora deve imparare ad accettare un vigilante mascherato, e in cui solo Gordon gli dà fiducia, pur dovendo farlo in segreto.
    Batman è così braccato dalla polizia, che lo considera alla stregua dei criminali a cui l’eroe dà al caccia. La situazione peggiora sempre più grazie a Strange, che diventato consulente di una squadra speciale della polizia per dare la caccia a Batman, riesce a screditarlo sempre di più, a intuire chi possa nascondersi sotto la maschera e soprattutto a ingaggiare una battaglia con lui tutta a livello psicologico, dato che fino alla fine i due non si incontreranno mai faccia a faccia. Ma la potenza delle analisi e degli stratagemmi psicologici del dottor Strange è tale da far vacillare la già fragile mente di Bruce, da farlo dubitare, da ridurlo tremante nella Bat-Caverna.
    Tutta l’avventura (divisa in 5 parti) diviene quindi, oltre che una storia appassionante, una riflessione sulla figura tormentata di Batman che, alle prima armi, che si sta ancora costruendo la Bat-Mobile, che è malvisto dalle forze dell’ordine, è da poco in attività deve ancora ben capire se le motivazioni che lo spingono a fare quello che fa sono quelle vere, e se sono abbastanza forti, e soprattutto se giustificano le sue azioni. Di certo è agghiacciante l’analisi che fa in TV Strange, fa pensare.
    La figura del dottor Hugo Strange è follia allo stato puro: tutto nei suoi atteggiamenti denota pazzia, solitudine congenita, paura di essere sottovalutato, invidia per Batman… tutto questo si rispecchia nei suoi piani deliranti e nelle sue azioni (parlare con un manichino dalle sembianze di donna, per esempio).
    In tutto questo, una misteriosa ladra con un costume da gatta si aggira per la città, rubando preziosi e gioielli da molte case… chi sarà mai?
    La storia scritta da Moench è incisiva, dura, perfetta nel suo meccanismo narrativo e nello scandagliare la mente di Bruce. Il contesto dei primi tempi di attività del vigilante è quello giusto per mostrare un Batman ancora inesperto e che si rende conto che solo il buio gli è amico nella lotta contro il crimine.
    I disegni di Gulacy sono molto classici, e tenendo conto dell’anno della storia è più che naturale che lo siano. Ciò non toglie che siano molto gradevoli, l’unica cosa che non mi è piaciuta è come è stata disegnata Catwoman.

    Terrore è il naturale seguito della precedente avventura, ed è scritta nel 2001. La storia inizia proprio con il redivivo Strange, che cerca di far incolpare Batman di un omicidio. In realtà, come si scoprirà presto, il piano è ben più complicato e prevede l’arruolamento di Jonathan Crane, vale a dire lo Spaventapasseri. Egli era rinchiuso ad Arkham Asylum, dopo che il primo scontro con Batman lo aveva convinto di non poter essere lui il signore della paura. Ma attraverso l’ipnosi Strange riesce a convincerlo a tornare più forte di prima (e ci dà l’occasione di scoprire in qualche vignetta-flashback le origini dello Spaventapasseri) e a farne la sua pedina. Pedina che moltew presto sfuggirà al suo controllo.
    Batman indaga, cade in un paio di pericolose trappole e approfondisce i suoi scontri e il suo rapporto con Catwoman, che nella prima storia era in fondo solo accennato. Qui si va molto più a fondo dell’attrazione che entrambi provano l’uno per l’altra, e la gatta avrà modo di mostrare il suo lato più sensuale in più di un’occasione, oltre che di diventare alleata di Batman per configgere lo Spaventapasseri (una tregua che finirà con la conclusione di questa storia, conclusione che porta con sé una battuta magnifica!)
    A mio parere meno psicologica e più d’azione di Preda, Terrore si concentra molto meno su Strange per dedicarsi alla rinascita dello Spaventapasseri, si concentra di più su Catwoman e meno sulla figura di Batman braccato dai poliziotti. Non condivido quindi quello che ho letto in Rete, dove si diceva che le sue storie hanno un andamento simile. Questo lo temevo nelle prime tavole di Terrore, ma poi la storia secondo me è virata su altri binari. Moench si conferma uno che ci sa fare con l’intreccio e con le parole, mentre non si può notare un’evoluzione dello stile di disegno di Gulacy che ho molto gradito, fedele a quello mostrato nell’avventura precedente ma con tocchi moderni molto apprezzabili, e una dovizia di particolari che fanno la gioia degli occhi. Anche Catwoman ne guadagna, acquisendo tutta quell’eleganza e quella sensualità che a mio parere mancavano in Preda.

    Si tratta insomma di due storie affascinanti, e che di certo mi farà piacere rileggere, e questo è un sintomo positivo. Non so se sono davvero tra le storie più belle dell’Uomo Pipistrello (non ho letto abbastanza materiale per essere d’accordo con questa affermazione), ma di certo sono le metto subito sotto al magnifico terzetto costituito da Anno Uno, Il ritorno del Cavaliere Oscuro e The Killing Joke.
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  • Tutto può sempre cambiare, ma l'idea è quella di continuare anche dopo il 60 .. fino a che vende sia la Planeta che Panorama hanno di che guadagnarci.
    Anche perchè per far spazio a tutta la saga di Batman non Batman devono ancora recuperare i numeri di Superman/Batman e la Catwoman di Brubaker che avevano annunciato in precedenza.

    @Bramo: Se aspettavi potevi a comprarti il volume ti leggevi sia Preda che Terrore nella collana di Panorama XD
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    Dopo il Batman: Year One di Miller, la DC prosegue idealmente la ri-narrazione delle origini dei propri eroi con questa miniserie che si focalizza sui primi mesi di permanenza del Ragazzo Meraviglia a casa Wayne, esplorando il suo rapporto con Bruce; tutto viene osservato dal punto di vista di Alfred, il personaggio meglio caratterizzato della miniserie, che dall'alto della sua esperienza cerca di dare consigli a un uomo inconsapevole delle responsabilità che si sta assumendo e a un ragazzo che deve ancora capire quanto stia sacrificando la sua giovinezza.
    Azzeccata la scelta di partenza del villain (il Cappellaio Matto) che garantisce di approfondire ulteriormente la riflessione sull'innocenza rubata, ma che consente anche a Robin di avere un ruolo più influente nell'indagine. A seguire poi fanno la loro apparizione i classici Joker e (soprattutto) Due Facce, ma sono comunque ben sfruttati in un utilizzo per nulla gratuito.

    I disegni stilizzati dei due spagnoli Pulido e Martin riprendono il design del cartoon anni '90 dell'uomo pipistrello, scelta azzeccata per la storia del "giovane" Robin; le tavole sono impreziosite da una colorazione che ad ogni occasione sottolinea la netta distinzione tra ombra e colore.
    La sceneggiatura, pur peccando di discontinuità, riesce a calibrare più che bene i toni nel raccontare il passaggio di Dick Grayson dal vivere giornate scanzonate al realizzare l'oscurità nella quale dovrà immergersi lavorando al fianco dell'Uomo Pipistrello.
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  • La collana annessa a Panorama proseguirà fino al numero 80. E per ora si sa solo che dopo tutta la saga completa di Knightsfall (con anche search, end, prodigal e troika - o come si scrive XD-) nel numero 63 ci sarà 'Il lungo halloween' diviso - non ho capito se in due o tre volumi (anche se propendo per la seconda opzione) -
    :omg:
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    Il decimo volume della collana di Panorama continua a mostrare gli effetti del devastante terremoto che ha distrutto Gotham City, tragedia in cui sia Batman che Bruce Wayne potranno rivestire un ruolo influente.
    L'albo propone una serie di storie autoconclusive nelle quali l'uomo pipistrello è alle prese coi sopravvissuti, in diversi tentativi di salvare i cittadini rimasti e non far degenerare troppo la città; l'assenza di uno stretto legame tra le singole vicende impedisce di creare una qualche continuity che approfondisca un determinato aspetto, ma l'altra faccia della medaglia è che in un solo volume c'è un'incredibile numero di spunti narrativi e riflessioni, anche se ognuno di essi ha circa una ventina di pagine per essere sviluppato.
    La situazione di precarietà in cui si trova Gotham e i suoi abitanti fa riflettere Batman sulla vita spensierata di cui ha privato Dick Grayson e Tim Drake, che ora potrebbero non riavere più indietro; in tutto ciò però i due Robin (il primo ormai diventato Nightwing) sono concordi nell'essere fieri di aver operato al fianco di Batman e continueranno anche in questo post-cataclisma a combattere per evitare razzie e crimini, cercando di riportare in superficie gli ultimi sopravvissuti rimasti sotto le macerie.
    Tra gli elementi che più mi sono sembrati meglio gestiti c'è l'esodo degli abitanti di Gotham, con alcune persone combattute se restare o meno, e il personaggio di Vesper che col suo programma radiofonico comunica con tutte le persone ancora non fuggite dalla città.
    L'unica storia a essere formata da due episodi è Blank Generation, nella quale Batman deve affrontare il Cappellaio Matto alleatosi con Narcosis: ad essere veramente interessante però è la vicenda parallela di Bruce Wayne, che per dare nuova vita a Gotham City offrirà grosse somme di denaro a tutti i commercianti rimasti, così che ognuno possa aprire una personale impresa di proprietà, in grado di far rifiorire la città.
    Dò però la mia personale palma di storia migliore del volume a La missione di un folle, scontro tra Batman e Joker nel quale viene confermato l'incredibile carisma del clown psicopatico: Joker riesce a tenere sotto scacco l'Uomo Pipistrello conoscendo il luogo in cui è nascosta una bambina in pericolo di vita, ma utilizzerà questa informazione in un modo decisamente sorprendente, in grado di rendere ancora più inquietante la percezione che abbiamo del suo personaggio.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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