Dopo averlo trovato per puro caso in biblioteca ieri pomeriggio, oggi mi sono apprestato alla lettura di quest'opera a fumetti, celebre soprattutto per i due nomi coinvolti. Non sapevo esattamente cosa aspettarmi, a parte il fatto che conosco la fantasia delirante e visiva di McKean e amo la scrittura e la fantasia di Neil Gaiman, ovviamente. E a parte che ho letto spesso che è l'opera a fumetti più apprezzata dai fan dopo Sandman.
In Rete si leggono cose come "capolavoro", e affermazioni di Gaiman che pensa che sia l'opera che meglio gli è riuscita.
Insomma, precedenti che montano le aspettative, che però non mi avevano spinto a cercarlo da qualche parte. Ma ora l'ho letto.
Che dire? E' un giudizio difficile quello da dare a quest'opera. Mi rendo conto di misurarmi con qualcosa che trascende. Trascende i limiti del fumetto, ma trascende anche quelli della narrativa, del racconto e del romanzo. Così come trascende i canoni dell'illustrazione e della comunicazione. Tutto questo è possibile solo grazie all'unione tra questi due giganti dell'arte del fumetto, che qua realizzano veramente qualcosa di maestoso e difficilmente spiegabile, forse impossibile da replicare.
La trama, in effetti, non saprei riassumerla qui in questo mio umile post, senza rovinarla e/o banalizzarla, o senza viceversa raccontare troppo sciupandola. E' sempre così, con le opere di questa caratura e complessità, è la stessa cosa che mi è capitata con From Hell, la trama è raccontata in modo talmente etereo, ed è il mezzo per raccontare qualcosa di così profondo che se descritta a semplici parole resterà una cosa ridicola e basta. Solo nel costesto di quell'opera sarà ricca e piena. Qui ancora di più che nel maestoso progetto di Alan Moore, perchè qui non si punta a trovare radici di qualcosa di universale, qui si parla della memoria. Qui è ancora più intimistico, o intimistico in una maniera diversa da Moore.
Il protagonista, ora adulto, racconta quello che si ricorda successe quand'era piccolo, a 7/8 anni, quando stava spesso dai nonni. Scopriamo la galleria dei divertimenti del nonno, posto in cui non andava mai nessuno, di una sirena che ci lavorava, di un professore burattinaio specializzato nel mettere in scena lo spettacolo di Mr Punch. E proprio questo Mr Punch, corrispettivo inglese della nostra Pulcinella, è il filo conduttore di tutto il filo della memoria del protagonista. In modo sibillino, misterioso e metaforico, le vicende di Mr Punch - una maschera sanguinaria che uccide il neonato, la moglie, il dottore, il boia e perfino il diavolo, vivendo per sempre - si intersecano con quelle della famiglia del Nostro, con la pazzia del nonno, e con misteri che all'epoca non poteva cogliere ma che mettendo insieme i pezzi diventano più chiari in età adulta.
La forza dell'opera sta quindi non tanto nella scoperta di alcuni retroscena familiari del protagonista - che pure è appassionate nel disvelarsi delle situazioni - ma nel continuo parallelo con l'inquietante Mr Punch, che davvero mette ansia.
Ma poi il bello sta nella struttura a didascalie, che ci mostrano i pensieri del protagonista e sono molto incisive, mostrandoci come Gaiman sia uno scrittore di grande sensibilità per come sa centrare in più punti del racconto le sensazioni che prova un bambino nel mondo degli adulti, il difficile e strano rapporto di fiducia/sfiducia che si instaura. Una scrittua che scava dentro le sensazioni e gli stati d'animo di un'età di cui spesso ci si dimentica.
Ma il flusso di emozioni che scaturiscono da questo libro nn sarebbe stato pari senza l'arte di Dave McKean: da me apprezzatissimo per le copertine di Sandman, quando ho letto Arkham Asylum mi risultava difficile vedere una funzionalità del tratto particolare dell'artista in una storia. Ecco, qui vengo smentito, perchè il collage che McKean fa tra disegni, dsegni appena accennati, fotografie, foto distorte, immagini sovrapposte crea un mosaico di una forza comunicativa estrema, e il senso di inquietudine, malinconia, tristezza, solitudine, ansia, ambiguità che Gaiman tanto bene ha saputo descrivere tramite le situazioni e i pensieri del protagonista, McKean ha saputo renderle al 100 % con la sua mano.
Un'opera molto particolare, quindi, eterea, complicata, con molti piani di lettura e dall'aspetto grafico di certo non adatto a tutti i palati e non immediato. Ma se ci ci immerge nel mondo del diabolico Mr Punch, difficilmente non se ne resta assorbiti e imprigionati.
Proprio come un professore burattinaio che nella mano destra indossa Mr Punch...
E penso anche che difficilmente, con il suo misto di sensazioni e immagini, abbandonerà la mia mente, almeno per un bel po'...
Riporto una bella frase dalle didascalie del pensiero, che ho notato essere stata ripresa altre volte nel web ma che a me è piaciuta subito appena letta: Il pensiero della memoria non è né dritto né sicuro, e noi lo intraprendiamo a nostro rischio. E' più facile fare brevi viaggi nel passato, ricordare in miniatura, costruire piccole recite di marionette nella nostra testa.