[Vertigo/Ellis & Robertson] Transmetropolitan

Non solo Marvel e DC ma anche le classicissime strips e il fumetto autoriale di Alan Moore, Frank Miller o Jeff Smith.
  • lo comprai pezzo per pezzo anni fa e ora mi rodo il fegato, ma son molto felice che l'abbiano ristampato, va letta.
    è un'opera veramente splendida e più va avanti più si insuccosisce, buona (fottuta) lettura
    Dio:"il creato non può fare domande al creatore"
    JC:"allora il creatore non dovrebbe pis**are sul creato!!"
  • Kizkan Lax ha scritto:lo comprai pezzo per pezzo anni fa e ora mi rodo il fegato, ma son molto felice che l'abbiano ristampato, va letta.
    è un'opera veramente splendida e più va avanti più si insuccosisce, buona (fottuta) lettura
    Ricordando che nel tuo blog campeggiava una cover con Spider Jerusalem, confesso che quasi quasi speravo venissi a fare una capatina da queste parti mentre scrivevo questo post ;)
    E confesso anche che la prima volta che ho sentito nominare Transmetropolitan è stata proprio leggendo il tuo blog e vedendo quel bel tipo di Spider, che mi incuriosiva molto per l'aspetto e per l'espressione, che già faceva intuire molto della sua personalità. :)
    E, come avrai capito leggendo il mio commento qui sopra, ora che ho la possibilità di recuperarlo in un'edizione ordinata, e che ho iniziato a leggerlo, non mi pento assolutamente della curiosità che tu per primo hai scatenato in me, anzi! Viste le premesse, rischia di diventare una delle mie letture fumettistiche preferite di sempre!
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Transmetropolitan # 2 - Brama di vivere (Warren Ellis/Darick Robertson)

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    Spider Jerusalem si conferma in questo secondo volume come uno dei personaggi migliori della narrativa fumettistica da me incontrati.
    Il cinico giornalista che abbiamo già avuto modo di conoscere nei primissimi episodi prosegue il suo tentativo di ambientarsi nuovamente nella grande città, a colpi di articoli al vetriolo e di scostanti visioni della vita. A questo proposito mi ha molto colpito la seconda storia qui presentata, dove Spider praticamente neanche è presente se non tramite le parole del suo pezzo, e tramite di esse assistiamo a un elemento di questo ipotetico futuro che scatena riflessioni non da poco.
    Ma certo, se di dilemmi etici si vuol parlare anche la prima storia non scherza, con quella procedura di download umano che ha risolto il problema su quando un essere umano cessa di essere tale; o la terza avventura, in cui si pone la questione del mantenimento delle culture di ogni popolo.
    Ma sicuramente la storia più articolata e complessa è quella in 3 parti che chiude l'albo, che concentra in sé una quantità di situazioni assurde, terribili e grottesche che da una parte coinvolgono il lettore nella complessità della trama, dall'altro contengono una componente divertente non da poco: la figura del cane poliziotto parlante che l'ha giurata a Spider è da antologia e gestita a mò di tormentone, così come quella del presunto figlio del protagonista, che si è installato nella redazione del giornale.
    Il tutto per un complesso piano che sembra avere a che fare con l'ex moglie di Spider, che si è fatta ibernare anni prima... trovatosi in una trappola più grande di lui, il giornalista dovrà far uso di tutte le sue risorse per riuscire a salvare il culo, come direbbe lui.

    Continua l'impressione più che positiva per questa serie, graziata dai disegni ottimi di Robertson ma soprattutto dagli ottimi dialoghi di Ellis (che nella prosa degli articoli di Spider tira fuori dei pezzi da brivido) e dalle trame affascinanti per come raccontano un futuro distopico mettendo in luce le contraddizioni della società che già oggi si possono riscontrare con facilità.
    A fine volume, un interessante contributo ad opera di Riccardo Corbò: un'intervista fatta a Darick Robertson in cui si parla un po' della serie, del protagonista e di come fatti e tecnologie immaginati nel 1997 per un ipotetico futuro possano apparire credibili oppure no leggendo oggi il fumetto.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Transmetropolitan # 3 - L'anno del bastardo (Warren Ellis/Darick Robertson)

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    Capolavoro.
    In senso assoluto?
    Praticamente sì.
    Con questo terzo volume Lion, Transmetropolitan si attesta una lettura che tocca molteplici temi attraverso una narrazione senza remore, freni o mezzi termini. Esattamente come il credo che professa Spider Jerusalem, questo fumetto è l'articolo che ti schiaffa in faccia lo schifo del mondo sotto forma di cronaca politica, è il servizio che disturba la tua digestione all'ora di cena, è quel grido di rivalsa che l'uomo qualunque grida contro un sistema che non solo non lo rappresenta, ma che vuole fotterlo in tutti i modi possibili, dai più banali ai più fantasiosi.
    Spider Jerusalem, novello Rorschach, sentenzia ad un certo punto del terzo volume "La verità. A qualsiasi costo". E il costo sa essere dannatamente elevato per l'etica e per la sanità mentale del protagonista, andando oltre qualsiasi compromesso perché nessun compromesso è accettabile, a meno di non piegarsi alle regole di quello stesso gioco che si vuol condannare.
    "Odio questo post" è il titolo della bellicosa rubrica di Jerusalem, e niente meglio di questa frase rappresenta l'animo di questo turbolento giornalista fattone che ricerca nelle droghe sintetiche che la futuribile società immaginata da Ellis mette a disposizione, una fuga da quel modo che tanto lo disgusta e al contempo una via per rimanervi ancorato cercando di far capire a centinaia di stronzi quello che ogni giorno fanno finta di non vedere.

    Quello che più mi affascina è che a dispetto dell'essere ambientato nel futuro, non ci sono mole differenze con la società attuale. E ovviamente in tale humus un personaggio come Spider Jerusalem non può che essere l'unico eroe possibile: scorretto, moralmente discutibile, dai modi grezzi, ma efficaci per schiaffare in faccia nel modo più chiaro possibile la situazione che vede attorno a sé.
    L'anno del bastardo parla di elezioni in America, ma questo è il pretesto per parlare in senso più ampio di politica, società, rispetto per l'essere umano in quanto tale, in quanto cittadino e in quanto elettore. E' il pretesto per mostrare la faccia sporca dell'ipocrisia, del far finta di niente, del potere per il potere.
    L'anno del bastardo è di gran lunga migliore del secondo volume e perfino migliore del bellissimo volume 1, e personalmente è il momento in cui ho capito che questo fumetto è una delle cose migliori che abbia letto finora.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Transmetropolitan # 4 - La Nuova Feccia (Warren Ellis/Darick Robertson)

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    Spider Jerusalem a mezzo servizio?
    Narrativamente lecito, vista la drammatica conclusione dello scorso volume, che ha preso in contropiede perfino lui.
    Eppure, è magnifico vedere in azione questo giornalista anche nei suoi momenti sottotono: va in giro per la città, fotografa (letteralmente e sotto forma di cronaca) la gente comune, che vive al limite della decenza, che tira a campare, che fa parte delle fasce più sfigate della popolazione... la nuova feccia, appunto, di cui Spider è diventato un po' il faro se non il simbolo, in qualche modo.
    Il mondo è impazzito sotto i colpi del progresso senza remore e della ingordigia e avidità di chi ha in mano il potere e se lo gusta a lunghi sorsi. E Spider inizia a subire questa realtà, al contrario di quanto ha fatto da quando è tornato in pista.
    Almeno fino a quando non gli viene data la possibilità di intervistare il Presidente uscente degli Stati Uniti, da Spider soprannominato "la Bestia": l'episodio migliore del volume è questo scambio di opinioni tra la Bestia e Spider, due visioni diametralmente opposte che però ci mostrano il Presidente sotto una luce leggermente diversa da quella sotto cui lo potevamo vedere fino al volume precedente.
    Warren Ellis è fottutamente bravo nello scrivere quei dialoghi, e il ribaltamento di prospettiva non è nemmeno così marcato, com'è naturale e giusto: d'altro canto, quando Spider intervisterà l'avversario della Bestia, il Sorridente, il lettore avrà in mano il quadro per capire che la merda è da entrambe le parti.
    Ma che solo i cittadini avranno la capacità di scegliere la merda peggiore.

    Questo quarto volume prosegue più che degnamente questa storia di fanta-politica futurista, mostrando sempre più gli intenti della serie e attestandola su un livello qualitativo decisamente alto, soprattutto nei testi e nelle tematiche, ma offrendo anche un comparto grafico eccellente.
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  • Transmetropolitan #5 - Soli in Città (Warren Ellis/Darick Robertson)

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    Dopo la vittoria del Sorridente alle elezioni, evento con il quale si concludeva il precedente volume, uno si poteva aspettare che tale situazione fosse centrale negli sviluppi della trama. Ma Warren Ellis dimostra ancora una volta di essere uno scrittore molto abile, e confeziona un gruppetto di storie che non mettono mai in primo piano il nuovo Presidente, che infatti non compare in questo volume e viene nominato pochissimo, ma la sua assenza è assai ingombrante, visto che pian piano gli effetti dei risultati elettorali si vedono in alcune cose, che possono essere tocchi di atmosfera, malinconia di Spider e stato sociale.
    Per quanto il tutto esploda fragorosamente nelle 3 storie che compongono la miniserie Soli in Città, anche i precedenti albi raccolti in questo quinto volume non sono per niente da dimenticare, con un'unica eccezione: Nati per morire abbandona leggermente la traccia politica ma in compenso fa un bilancio pseudo-filosofico e sadico dell'esistenza umana attraverso un monologo riuscitissimo, mentre Mostrizzando è un irriverente e divertentissimo esempio di come Spider Jerusalem intende il giornalismo d'inchiesta/d'assalto :P 21 giorni in città, invece, mi ha effettivamente un po' annoiato, la struttura a didascalie con splash page ripetute non incide quando potrebbe e risulta tirata per le lunghe, finendo per stufare un po'.
    Ma poi arriva Soli in Città, appunto, e si va alla grande, perché tutta la rabbia e la preoccupazione di Spider, che non sempre vanno di pari passo, si incanala nell'omicidio di un giovane avvenuto per strada, attorno al quale le indagini si muovono in modo inusuale. Ma per vederci chiaro, stavolta il prezzo da pagare è più alto di quello che il nostro giornalista preferito avrebbe mai immaginato. E quanto avviene nelle ultime tavole è uno scacco che lascia Spider di stucco e, forse per la prima volta, davvero spaventato. L'ultima tavola, con quelle vignette piene di pioggia, esemplificano perfettamente, grazie al sempre affascinante stile grafico di Darick Robertson, lo stato d'animo del protagonista.
    Un altro bellissimo volume, e ormai arrivati a metà dell'opera non posso che dirmi davvero conquistato da questo fumetto: duro, cattivo, spietato, senza compromessi, satirico, politico, di denuncia... una boccata d'aria di fronte al conformismo e al politically correct.
    PS: le immonde assistenti sono sempre più ottime :P
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  • Transmetropolitan #6 - Scavati via (Warren Ellis/Darick Robertson)

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    Forse l'apice della serie. E sto parlando di una serie che finora mi ha entusiasmato tanto quasi ad ogni volume.
    Ma qui ben si evidenzia la crisi, già descritta precedentemente: qui si mette bene in chiaro cosa è stato fatto dal potere a Spider Jerusalem. Ed è terribile, nella sua semplicità: si delegittima la persona nel modo più bieco, la si rende personaggio e in questo modo diventa il simpatico cazzone a cui non si può certo dare credito. Una macchietta, e la storia che vede ai disegni guest-star del calibro di Risso e Quitely (giganti del fumetto seriale USA) ben rappresenta lo sputtanamento che il protagonista subisce dai media.
    Ma la conseguenza di questa situazione è la rivalsa del giornalista, che si organizza e capisce come rimettersi in pista: in questo volume c'è la sua rinascita, l'inizio della sua rivincita, un uomo che capisce che quello in cui crede e che è diventa più importante di qualunque attacco. E dopo un tripudio narrativo tanto intelligente quanto divertente (per quanto di un riso amaro, talvolta), non vedo l'ora di vedere come prosegue la serie nel prossimo volume, serie che peraltro inizia ad avviarsi alla sua conclusione, mancando circa 4-5 volumi :)
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  • Transmetropolitan #7 - In Ginocchio (Warren Ellis/Darick Robertson)

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    Pensavate che Spider Jerusalem fosse figo quando scriveva per "The Word", la popolare testata giornalistica? Be', forse perché non lo avete ancora visto scrivere per "The Hole", la testata indipendente!
    Il filo conduttore di questo nuovo volume della serie è proprio questo, secondo me: Spider, che alla fine dello scorso volume abbiamo visto abbandonare per quanto possibile la "vita pubblica" e il suo lavoro, qui riemerge più forte che mai, con alle spalle la forza di un giornale che non deve dipendere da sponsor e quindi dai capricci di chi lo sovvenziona. E quindi può tornare a dire quello che vuole, in una rubrica tutta sua, dove continua a fare quello che ha sempre fatto: sbattere in faccia alla gente la verità che non vuole sentirsi dire, parlando dalle fogne dove loro stessi vivono.
    La differenza è che stavolta è una vera e propria missione: lo era anche prima, intendiamoci, ma stavolta il pericolo è un potere più insidioso di quanto non fosse ai tempi della Bestia: ora il Presidente USA è il Sorridente, e occorre essere ancora più accorti per combattere lui e quello che rappresenta.

    La satira socio-politica di Ellis ha il pregio di essere cangiante: non si fossilizza sui soliti temi o su un taglio sempre uguale in cui lanciare frecciate, ma varia mostrando come le facce del male sociale, del disagio della civiltà occidentale e di chi sostanzialmente contribuisce a mandare tutto in rovina per il proprio tornaconto mentre ti fa credere che sta lavorando per il tuo bene... be', non sono sempre le stesse, ma cambiano a seconda dei tempi, dei luoghi e delle situazioni. Le inchieste che Spider conduce in questo numero vanno a scavare nell'orrore dei bambini che si prostituiscono per arrivare alla connotazione sociale che hanno le persone con disturbi psichiatrici: sono cose che fanno male, ma che alla fine sono ben note e in fondo tollerate.
    Spider allora prosegue la sua guerra contro l'indifferenza e l'ignoranza, e il colpo di scena a fine TP, per quanto accompagnato da segnali abbastanza chiari durante tutto il volume, dà un senso di urgenza a questa missione, e ci fa immedesimare ulteriormente con questo gran bastardo di un giornalista, che se sa conquistarmi così tanto non è solo per quello che fa e per i valori di cui è portatore, ma anche per lo stile assurdo, spaccone ed estremo che lo rendono un personaggio già fondamentale per il mio immaginario!
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  • Transmetropolitan #8 - Requiem (Warren Ellis/Darick Robertson)

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    Cosa succede in città? Perché più di metà degli agenti del distretto di polizia di un determinato quartiere sono a casa in malattia? Cosa fa un cecchino con tuta confondente sopra i tetti di quello stesso quartiere? E soprattutto, non è che quel cielo minaccioso possa portare a qualcosa di disastroso e imprevisto?
    Tutte domande che stuzzicano il cervello schizoide di Spider Jerusalem, e proprio l'ultima avrà una risposta deflagrante a dir poco, sia in senso genere che personale per il giornalista più irriverente del fumetto mondiale.
    Ho trovato intelligente che la malattia di Spider venisse resa nota nei suoi dettagli, tanto alle immonde assistenti quanto al diretto interessato, sfruttando il ciclone che investe la città e che colpisce con un oggetto proprio la testa di Jerusalem. Ha dato vita ad un capitolo davvero ben scritto sul coma e sulla voglia di sfruttare ogni singolo minuto di vita possibile per fare quello che si ritiene giusto, e rende l'evento parte integrante della congiura ben più ampia dietro cui si cela sempre il solito Sorridente!
    Mette i brividi leggere le parole di Spider, che accusa pubblicamente il Presidente di essere ormai un pazzo che nemmeno finge più di essere un normale leader, anche perché l'avvenimento delle ultime tavole rende ancora più agghiacciante e veritiera questa conclusione.
    Inoltre avere una scadenza, come una sveglia puntata sulla propria sentenza di morte, è decisamente intrigante come countdown per la serie e dà un senso di compiutezza e una direzione precisa al resto di Transmetropolitan, che sarà incentrato ancora più di prima sulla campagna che Spider condurrà contro il Presidente per trovare il modo di destituirlo e di far capire a tutti che razza di pazzo psicotico e pericoloso egli sia.
    E se pensate che mi stia facendo coinvolgere troppo da tutta questa faccenda, è perché non avete letto questo fumetto, non avete gustato i ferali dialoghi di Ellis, capaci di farvi empatizzare completamente con la sua creatura e con la sua battaglia.
    La serie continua a migliorare e ad alzare l'asticella dello spessore narrativo, e la fine non è poi così lontana (altri 2-3 albetti e la Lion dovrebbe concludere la ristampa)... mi aspetto grandi cose da questi ultimi numeri! :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Transmetropolitan #9 - La Cura (Warren Ellis/Darick Robertson-Rodney Ramos)

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    Prosegue l’avventura-storia-missione di Spider Jerusalem.
    C’è da dire che negli ultimi volumi la storia si stava un po’ avvolgendo su se stessa, parere personale eh. Ma i primi volumi, forse per l’effetto novità, mi pareva avessero più mordente, per poi arenarsi un po’ con l’andare del tempo, pur non mancando evoluzioni di trama.
    Dallo scorso TP la cosa sembra risolversi: ora che la vita del protagonista è un conto alla rovescia a causa della malattia, la serie assume una spinta in più e le azioni di Spider sono atte a chiudere i conti con il Sorridente il prima possibile, con ogni mezzo possibile.
    Gran parte del volume vede Spider e le immonde assistenti cercare una donna, l’ultima prostituta andata col Presidente rimasta in vita. Questa ragazza può essere seriamente il piede di porco che scardina la politica infame del Sorridente, il nostro giornalista preferito lo sa e gioca al meglio tutte le carte a sua disposizione per tenerla al sicuro e per poter ottenere prove e testimonianza di quanto accaduto.
    Ma il tempo stringe, non solo per il fisico di Spider: per i recenti disastri climatici, l’intera città sta per essere dichiarata zona d’emergenza, e allora sì che sarebbe difficile utilizzare qualsivoglia canale per informare il pubblico.
    Bisogna muoversi di nascosto ma in fretta. Lavorare bene ma con qualità, per uno dei servizi giornalistici più importanti di Spider.
    Insomma, la sceneggiatura è tesa come una corda di violino, ed è bellissima da seguire. Inoltre, ormai manca poco alla conclusione della serie (ancora un volume o due, se non vado errato), e quindi è anche per questo che si respira l’aria da “grandi eventi”.
    Continuo a gradire : )
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  • Transmetropolitan #10 - Ancora una Volta (Warren Ellis/Darick Robertson-Rodney Ramos)

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    Dopo diversi attacchi, scoop, indiscrezioni, interviste, scandali, ricerche e amore per la verità, anche il percorso di Spider Jerusalem volge al termine.
    Transmetropolitan è una serie anticonvenzionale e molto diversa da quello che si può trovare di solito nel fumetto mainstream, e negli ultimi due anni mi ha regalato notevoli spunti di riflessione, gran divertimento cinico e un protagonista che è prepotentemente entrato nel mio immaginario e nel pantheon dei miei miti personali.
    Ma non nascondo che gli ultimi 2-3 volumi pubblicati da Lion sono stati tutto sommato dei giri su se stessi, in cui la stessa situazione e la stessa “battaglia” si è prolungata in maniera forse eccessiva: non che mancassero le situazioni degne di nota o di attenzione, ma iniziava a mancare il pathos.
    Bene quindi che si sia voluti arrivare alla conclusione, e bene che sia avvenuto con una serie di numeri che non soffrono di quanto appena detto, ma che invece puntano dritti allo scontro definitivo tra Spider e il Sorridente, che dallo scoop che gli ha schiaffato in faccia il giornalista alla fine dello scorso TP con tanto di prove ineccepibili, si è fatto dannatamente interessante, anche per le conseguenze a cui ha portato. Il Sorridente è una distorsione del prototipo di cattivo politico, e le azioni intraprese (soprattutto quelle di questo ultimo volume) sono chiaramente sopra le righe ed improbabili per la follia e l’efferatezza. Ma la paura che mette un Presidente, con in mano un potere del genere, che ne dispone per compiere le peggiori nefandezze e crimini , tutti atti a preservare quello stesso potere, è qualcosa di agghiacciante e che ha comunque un corrispettivo nella realtà.
    La caduta del “re folle” è descritta benissimo, e il lettore non può fare a meno di sentirsi galvanizzato da quanto avviene. Applausi.
    L’epilogo si tinge di commozione, quando la malattia di Spider sembra avere la meglio su di lui una volta compiuto il suo dovere. Ma un vecchio bastardo come Jerusalem [spoiler]non poteva non riservarsi un’ultima tavola per ridere degli amici, dell’editor, delle immonde assistenti e soprattutto del lettore che aveva creduto che qualcosa avesse fottuto il vecchio Spider, quando invece come sempre è il vecchio Spider ad aver fottuto tutto e tutti![/spoiler]

    Ottimo finale. In realtà manca ancora un volume per avere la serie completa, con questo decimo TP si chiude infatti la serie regolare ma esiste uno speciale, che la Lion pubblicherà fra circa 3 mesi come undicesimo e ultimo volume di Transmetropolitan.
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  • Transmetropolitan #11 - Odio questo posto (Warren Ellis/AA.VV.)

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    Prende il titolo dal nome della rubrica che Spider Jerusalem scriveva per il quotidiano The Word il volume speciale di Transmetropolitan, che la Lion ha fatto uscire con un mesetto circa di ritardo rispetto alle attese.
    Come dicevo nel post precedente, la serie regolare si è conclusa sullo scorso brossurato, ma Transmetropolitan si compone anche di due speciali, raccolti entrambi in questo volume celebrativo e conclusivo: il primo è, appunto, Odio questo posto, mentre il secondo si intitola Soli in città.
    La particolarità di questi due speciali è quella di non essere storie a fumetti, e non sono nemmeno racconti di avventure particolari avvenute tra un numero e l'altro della serie o ambientate dopo la sua conclusione.
    No, la forma dei due albi qui raccolti è quella di una fittizia ristampa organica degli articoli scritti da Spider Jerusalem per la sua rubrica: ogni tavola è quindi costituita da un'immagine a tutta pagina (spesso è una splash-page che prende tutte e due le facciate dell'albo) con una didascalia che riporta le parole dell'arrembante giornalista che descrivono qualche orribile fatto di cronaca o qualche riflessione estemporanea e senza peli sulla lingua rispetto alla schifo che si respira in città.
    Ho letto un po' in giro che alcuni lettori non sono rimasti entusiasti di un prodotto del genere: sicuramente atipico, ma non capisco come non possa convincere un albo di questo tipo, considerando comunque la sua natura di speciale.
    Io, personalmente, adoravo quando durante la serie venivano riportati stralci degli articoli che scriveva Spider, specialmente nei primi numeri di Transmetropolitan. Avere adesso una panoramica così unitaria di esempi di quel tipo di scrittura, di giornalismo e di invettive è una cosa che mi ha saputo soddisfare e che reputo un buon modo da parte della Lion di chiudere questa ristampa ordinata.
    Anche perché, altra particolarità degna di nota, ogni tavola è stata disegnata da un artista differente: il creatore grafica Darick Robertson lascia spazio a numerosi e illustri ospiti dal mondo dei comics americani e inglesi, che omaggiano la serie e la sua iconicità dando la loro visione di Spider Jerusalem, delle sue immonde assistenti e del degrado della città che Spider fotografa impietosamente tra le righe dei suoi graffianti editoriali.

    Grazie, Warren Ellis: mi hai regalato un bastardo coi controfiocchi, da amare, odiare, invidiare e ricordare con forza. E mi hai pure dato due o tre dure lezioni di giornalismo che non sono per niente banali o scontate.
    So long, Spider.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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