[DC/Frank Miller] Batman, Il Ritorno del Cavaliere Oscuro
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Direi che prima ancora di affrontare le serie Marvel e Dc in senso canonico, non si possa prescindere da quest'opera fondamentale per il fumetto supereroistico (e non) come lo conosciamo oggi. Dark Knight Returns, un po' per la sua collocazione esterna alla continuity, un po' per i suoi contenuti di forte impatto che lo portano spesso ad essere confrontato con Watchmen, viene considerato un opera a parte, con protagonista Batman. Riporto qi sotto il commentino che scrissi "a caldo" quando lo lessi per la prima volta l'anno scorso:
Preso e letto.
Innanzitutto mi è piaciuto parecchio, sebbene l'abbia trovato a tratti pesante.
Non rimane molto altro da dire che non sia già stato detto.
Ci sono alcuni momenti davvero da esalto, un batman così bestia non l'avevo mai visto.
Ho adorato letteralmente il flashback-tortura del primo capitolo. Ho invece trovato un po' buttata là la rivelazione del non-cambiamento di duefacce, IMHO avrei un po' allungato la scena per approfondire la cosa. Ma aspetto di rileggerlo per giudicare meglio, molto probabilmente il mio giudizio cambierà.
Non ho amato neanche il ruolo svolto dal Joker, bellissima la scena della sua morte, ma i crimini commessi nelle pagine che la precedono mi hanno detto gran poco.
Ho invece adorato la caratterizzazione di Superman, come nemesi di Batman e lo scontro ideologico tra i due che trova largo spazio nelle didascalie (azzeccatissima la scelta dei colori per distinguerle) e il suo apice nella battaglia finale.
E il Bruce riesumato, divenuto oramai un terrorista del bene è a dir poco inquietante.
Per abituarmi allo stile di disengo Miller c'è voluto un po' di tempo, ma poi ho imparato ad apprezzarlo. La narrazione invece è un po' troppo confusionaria e spesso ho dovuto riportare all'attenzione vignette già lette.
Non mi ha molto convinto Robin...
E della serie "W il riciclaggio", continuo a riportare passi della mia tesi per rispariarmi la fatica di recensir, come ho già fatto con Watchmen e Trauma
Il 1986 è anche l’anno del rilancio in grande stile di Batman ad opera di Frank Miller, che ne accentua il lato dark. Batman: Year One ne ripercorre le origini mentre Dark Knight Returns ipotizza una possibile conclusione della sua carriera.
Ambientato in un futuro in cui il miliardario Bruce Wayne si è ormai ritirato a vita privata, Il Ritorno del Cavaliere Oscuro si articola in quattro capitoli che ne descrivono il ritorno sulla scena e la tragica parabola finale.
Bruce, ormai vecchio, divorato dai sensi di colpa per la morte di Robin II, ossessionato dagli spettri del suo passato e dall’assassinio dei suoi genitori che sembra tuttora perseguitarlo, non nutre più alcuna fiducia nei confronti della società che un tempo proteggeva.
Alla vigilia di una terza guerra mondiale – altro punto di contatto con l’opera di Moore – l’umanità non ha più discernimento. Capita così che Joker e Duefacce vengano scagionati, è la società stessa che giustifica le loro azioni condannando invece quelle di Batman, considerato il responsabile delle loro psicosi.
È il paradosso il motivo principale dell’opera: tutto si è rovesciato e Batman, una volta tornato sulla scena, non viene accolto da eroe ma da fuorilegge. L’eroe, stanco e senza grandi ideali, non si preoccupa minimamente di togliersi di dosso quest’etichetta, abusando sfacciatamente della violenza, l’unico modo genuino ormai rimasto per fare giustizia.
Cambiano anche le autorità: il commissario James Gordon, da sempre amico di Batman, viene sostituito dalla rampante Ellen Yindel, il cui primo atto come commissario è ordinare l’arresto dell’uomo pipistrello. Sulle sue tracce viene messo l’amico Clark, quello stesso Superman, emblema della perfezione. E si ha qui lo scontro finale tra i due, che si fanno portatori di due diverse scale di valori, due diversi modi di vivere l’esperienza eroica.
Superman è l’eroe che si è adattato, ha preferito lasciarsi inglobare dal sistema e diventarne una pedina. Ne è conscio, ma sa che scendere a compromessi è stato l’unico modo rimasto per poter salvare ancora delle vite. Gli hanno dato una licenza e l’hanno lasciato vivere, adesso lo inviano contro Batman, perché le cellule impazzite vanno fermate.
Eppure Miller non ci descrive un Superman antipatico, lascia che il lettore si avvicini ai suoi pensieri. Attraverso un sapiente utilizzo delle didascalie, Superman spiega in un ipotetico dialogo mentale con Bruce le ragioni che l’hanno portato a “vendersi”, condanna il gioco duro dell’amico. Si arriva allo scontro definitivo tra i due titani, è uno scontro mortale che le didascalie fanno sembrare un semplice rimprovero.
Clark infatti riesce ad essere paterno in qualsiasi momento, nel suo voler ricondurre alla ragione l’amico. Infine Batman pone fine alla sua stessa leggenda lasciandosi morire, ma è una morte apparente. Clark se ne accorge ma non interviene, e mostra la sua rassegnata benevolenza facendogli l’occhiolino.
Bruce decide di rifugiarsi nei sotterranei di Gotham City insieme a Robin e a un piccolo esercito personale. Ed è con uno stupendo finale aperto che Miller lascia intendere che il tempo degli eroi è finito, comincia adesso quello del terrorismo benefico.
Letto da poco. Devo confessare che ero da tempo incuriosito da questa storia a fumetti, ne avevo sentito parlare in molti ambiti e in molte salse, e infine sono riuscito a leggermelo.
Devo anche dire che è la prima opera di Frank Miller che leggo.
E inoltre c'è da chiarire che di Batman ho letto ben poco, benchè attratto tantissimo dalla figura e dal carisma del personaggio e di quello che incarna e di come lo incarna: uno dei pochi supereroi senza poteri, e con un proposito di vendetta alla base delle sue azioni.
Ebbene, con queste premesse, il mio giudizio è del tutto positivo. L'idea stessa di ambientare nel futuro questa avventura, facendo vedere come sarà Gotham quando il giustiziere avrà 60 anni. Quello che salta all'occhio fin dalle prime tavole è come Miller abbia voluto giocare con gli elementi atmosferici per creare impressioni e reazioni nel lettore: il caldo opprimente che attanaglia Gotham infatti da una parte giustifica le folli imprese criminali di alcuni sbandati, dall'altra rende bene la sensazione di afa, quell'afa che ti schiccia e sembra non lasciarti scampo; dall'altra mostra una Gotham City illuminata da un sole accecante, in contrasto con quella dark che si vede durante la notte.
Cambiano anche i criminali: i Mutanti, la gang che terrorizza la città, non sono motivati nei loro assassinii da brama di ricchezza, bensì di potere, derivata però da un forte disagio sociale tipico degli ultimi anni e quindi molto attuale. Ma accanto a questi nuovi criminali vi si affiancano anche quelli storici, dal buon Harvey Dent/Due Facce al Joker. E se l'inserimento di Dent è sembrato anche a me, come a Grrodon, un po' forzato e risolto velocemente, ecco che invece la scena in cui Joker uccide tutti gli spettatori del talk show mi è piaciuta quanto quella della morte del Joker stesso.
Se poi si tocca il mondo del talk show si vede come Miller abbia sfruttato un certo tipo di media e di informazione televisiva di stampo pseudo-giornalistica per far vedere a Batman e ai lettori come il mondo sia cambiato, come opinionisti dell'ultim'ora si assurgano a giudici delle azioni di qualcuno.
Il mondo che cambia, come detto da Grrodon, è infatti il tema portante della vicenda, che invesete violentemente un Batman che di fronte alla malavita così folle e senza scrupoli motivata da situazioni diverse da quelle cui era abituato, e bersagliato da una televisione specchio di una società che assolve pazzi assassini come Due Facce e Joker con programmi di riabilitizione psichica per condannare lui come cellula deviante, si ritrova ad essere un frustrato che agisce lo stesso perchè è l'unica cosa che sa fare, che sente di dover fare. In tutto questo lo vediamo combattiero, lo vediamo caricato da una violenza senza pari e da una furia cieca. E nonostante la sua età riesce a sbaragliare chiunque gli si metta davanti (e nonostante siano passati anni Alfred è ancora vivo, ma questa è una cosa che non avrà spiegazione... )
Il punto è che per Batman nn può esistere perdono per i criminali di un certo tipo, quelli che la società finto-perbenista vorrebbe riabilitare compatendoli per la loro pazzia. Batman in loro non vede altro che individui che non riesce a consiederare persone, pazzi assassini che hanno tolto la vita ad altri e che quindi non possono avere via di scampo, il loro unico destino è la punizione, il carcere duro o preferibilmente l'annullamento della loro vita, che ne salverebbe altre. Una posizione netta e estrema, che Batman stesso alla fine si rende conto non può più funzionare al giorno d'oggi, ma che è alimentata dai flashback che Miller inserisce con sagacia sulla caduta del piccolo Bruce nel pozzo dei pipistrelli e soprattutto sulla morte dei suoi genitori.
L'uso delle didascalie che mostrano i pensieri di Bruce Wayne è una soluzione molto efficace, perchè mostrano al contrario di quello che saremmo abituati a sentire da un supereroe (cioè frasi ironiche ad effetto), considerazioni sui suoi acciacchi fisici. E oltre a ciò, ci fanno capire le sue considerazioni sul suo passato, sui suoi spettri e su quello che prova. Il che diventa emblematico nello scontro tra lui e Superman. Uno scontro tra pensieri di stampp diverso iniziato ancor prima dello scontro effettivo, ma che esplode quando i 2 si confrotano corpo a coropo, per giungere al gran finale, che ha come teatro il luogo dove erano stati uccisi i genitori di Bruce.
In sostanza, un'opera dal sapore epico e apocalittico, in cui molti temi "adulti" vengono toccati con sapienza e misceltati nel microcosmo di Batman per renderlo ancora più oscuro di quanto non fosse quando era nato come giutiziere macherato da pipistrello e di come molti fattori come certi cartoni animati e film ce lo mostrano, in un modo molto più blando e pacifico. Ma la vera anima di Batman è questa, invece, quella cupa, quella al di fuori della legge, quella dura e nera come la pece.
Devo anche dire che è la prima opera di Frank Miller che leggo.
E inoltre c'è da chiarire che di Batman ho letto ben poco, benchè attratto tantissimo dalla figura e dal carisma del personaggio e di quello che incarna e di come lo incarna: uno dei pochi supereroi senza poteri, e con un proposito di vendetta alla base delle sue azioni.
Ebbene, con queste premesse, il mio giudizio è del tutto positivo. L'idea stessa di ambientare nel futuro questa avventura, facendo vedere come sarà Gotham quando il giustiziere avrà 60 anni. Quello che salta all'occhio fin dalle prime tavole è come Miller abbia voluto giocare con gli elementi atmosferici per creare impressioni e reazioni nel lettore: il caldo opprimente che attanaglia Gotham infatti da una parte giustifica le folli imprese criminali di alcuni sbandati, dall'altra rende bene la sensazione di afa, quell'afa che ti schiccia e sembra non lasciarti scampo; dall'altra mostra una Gotham City illuminata da un sole accecante, in contrasto con quella dark che si vede durante la notte.
Cambiano anche i criminali: i Mutanti, la gang che terrorizza la città, non sono motivati nei loro assassinii da brama di ricchezza, bensì di potere, derivata però da un forte disagio sociale tipico degli ultimi anni e quindi molto attuale. Ma accanto a questi nuovi criminali vi si affiancano anche quelli storici, dal buon Harvey Dent/Due Facce al Joker. E se l'inserimento di Dent è sembrato anche a me, come a Grrodon, un po' forzato e risolto velocemente, ecco che invece la scena in cui Joker uccide tutti gli spettatori del talk show mi è piaciuta quanto quella della morte del Joker stesso.
Se poi si tocca il mondo del talk show si vede come Miller abbia sfruttato un certo tipo di media e di informazione televisiva di stampo pseudo-giornalistica per far vedere a Batman e ai lettori come il mondo sia cambiato, come opinionisti dell'ultim'ora si assurgano a giudici delle azioni di qualcuno.
Il mondo che cambia, come detto da Grrodon, è infatti il tema portante della vicenda, che invesete violentemente un Batman che di fronte alla malavita così folle e senza scrupoli motivata da situazioni diverse da quelle cui era abituato, e bersagliato da una televisione specchio di una società che assolve pazzi assassini come Due Facce e Joker con programmi di riabilitizione psichica per condannare lui come cellula deviante, si ritrova ad essere un frustrato che agisce lo stesso perchè è l'unica cosa che sa fare, che sente di dover fare. In tutto questo lo vediamo combattiero, lo vediamo caricato da una violenza senza pari e da una furia cieca. E nonostante la sua età riesce a sbaragliare chiunque gli si metta davanti (e nonostante siano passati anni Alfred è ancora vivo, ma questa è una cosa che non avrà spiegazione... )
Il punto è che per Batman nn può esistere perdono per i criminali di un certo tipo, quelli che la società finto-perbenista vorrebbe riabilitare compatendoli per la loro pazzia. Batman in loro non vede altro che individui che non riesce a consiederare persone, pazzi assassini che hanno tolto la vita ad altri e che quindi non possono avere via di scampo, il loro unico destino è la punizione, il carcere duro o preferibilmente l'annullamento della loro vita, che ne salverebbe altre. Una posizione netta e estrema, che Batman stesso alla fine si rende conto non può più funzionare al giorno d'oggi, ma che è alimentata dai flashback che Miller inserisce con sagacia sulla caduta del piccolo Bruce nel pozzo dei pipistrelli e soprattutto sulla morte dei suoi genitori.
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In sostanza, un'opera dal sapore epico e apocalittico, in cui molti temi "adulti" vengono toccati con sapienza e misceltati nel microcosmo di Batman per renderlo ancora più oscuro di quanto non fosse quando era nato come giutiziere macherato da pipistrello e di come molti fattori come certi cartoni animati e film ce lo mostrano, in un modo molto più blando e pacifico. Ma la vera anima di Batman è questa, invece, quella cupa, quella al di fuori della legge, quella dura e nera come la pece.
Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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Come da banner, annuncio anche qui che è uscita la ristampa ad opera della RW-Lion di questa opera SEMINALE e FONDAMENTALE del fumetto mondiale.
Ho aggiornato il post di Grrodon con la cover di questa edizione, dal momento che la copertina che aveva postato lui a suo tempo era scomparsa.
27 eurozzi circa è il costo dell'Absolute in questione, ma c'è da dire che non è più facilissimo trovare in giro il volume Planeta (che aveva qualche errore)... però quello dei Classici del Fumetto Serie Oro di Repubblica dovrebbe essere rintracciabile, volendo risparmiare.
Comunque questo post è più che altro una scusa per chiedermi e chiedere costernato come possano esserci solo due post a commento di questo topic e per ricordare a Vito di leggerlo e parlarne. Possibilmente senza dire niubbate
Ho aggiornato il post di Grrodon con la cover di questa edizione, dal momento che la copertina che aveva postato lui a suo tempo era scomparsa.
27 eurozzi circa è il costo dell'Absolute in questione, ma c'è da dire che non è più facilissimo trovare in giro il volume Planeta (che aveva qualche errore)... però quello dei Classici del Fumetto Serie Oro di Repubblica dovrebbe essere rintracciabile, volendo risparmiare.
Comunque questo post è più che altro una scusa per chiedermi e chiedere costernato come possano esserci solo due post a commento di questo topic e per ricordare a Vito di leggerlo e parlarne. Possibilmente senza dire niubbate
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Grazie della stima.Bramo ha scritto:Possibilmente senza dire niubbate
Quando uno se la guadagna, perché negargliela?Vito ha scritto:Grazie della stima.Bramo ha scritto:Possibilmente senza dire niubbate
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