[Moore & Sprouse] Tom Strong

Non solo Marvel e DC ma anche le classicissime strips e il fumetto autoriale di Alan Moore, Frank Miller o Jeff Smith.
  • Tom Strong #3

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    Prendi il fascino della cultura azteca, fatto di mitologica intelligenza e avanzatezza tecnologica, e portalo alle estreme conseguenze in una dimensione parallela: la fantasia di Alan Moore lo fa e ci regala un terzo episodio della serie decisamente gustoso. Una volta che si ammette l'esistenza di altri piani di realtà, è del tutto normale pensare che su uno di essi alcune cose siano andate diversamente, nella fattispecie che gli Aztechi siano sopravvissuti all'invasione europea e che quindi abbiano proseguito con le loro scoperte e la relativa applicazione tecnologica. Le mire espansionistiche vengono da sé.
    Ma anche se il lettore potrebbe essere appagato da tutto ciò (ed io personalmente, per come il Bardo ha pensato la serie, lo ero), Moore tiene il meglio per le ultime tavole, dove un'acuta riflessione del rapporto tra divinità e persone viene messo al centro della storia.
    Un ottimo albo, davvero intrigante, che mostra le grandi potenzialità insite in un personaggio che potrebbe sembrare solo un mero recupero del classico stilema supereroico ed che invece va anche oltre.
    In appendice una breve avventura della figlia Tesla Strong, quasi poetica e resa irresistibile dai dialoghi del sempre spassoso Salomone. Viene dal n. 8 del mensile americano, come la breve storiella alla fine dell'albo dello scorso mese, e mi chiedo perché vengano inserite ora e qui queste storie. Ok che non c'è una continuity da rispettare, ma non capisco perché queste "intrusioni".
    Nota finale per la copertina: come già dimostrato nelle due uscite precedenti, e nella seconda in particolar modo, la cover risulta a dir poco geniale, senza aver paura di modificare di volta in volta il font del logo e di modificarla nella composizione estetica, che si piega di volta in volta all'atmosfera e alla tematica della storia di turno.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Tom Strong #4

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    Il difetto di questi albetti, tanto pratici e tanto economici, sta nel fatto che alla fine c'è poco da dire sul contenuto, che per quanto apprezzabile è quantitativamente scarso.
    L'avventura del mese vede Tom Strong contro nientemeno che una gerarca nazista geneticamente programmata per vivere moooolto a lungo. L'idea di base è buona, anche solo per l'alto tasso citazionistico con la Golden Age supereroistica che vedeva spesso i protagonisti dei comics americani combattere l'incubo nazista, e di cui l'esempio più fulgido rimane ovviamente Capitan America. Vedere il protagonista confrontarsi con qualcuno (dell'altro sesso, peraltro!) capace di tenergli testa per capacità, forza e ingegno tiene ancora più desta l'attenzione. In più, la storia finisce con un cliffhanger che porterà direttamente al prossimo numero, quindi è forse l'albo migliore uscito finora.
    Resta il problema della poca unitarietà tra un episodio e l'altro, tutti autoconclusivi e slegati gli uni con gli altri. Perché per il resto le situazioni assurde, tutte mutuate da un certo modo di fare fumetto nei decenni passati, e i disegni sono sempre qualcosa di qualitativamente appagante.
    Anche la storiellina breve in fondo, che ancora devo capire perché venga qui anticipata, risulta molto simpatica, e dimostra come anche la figlia e i comprimari (il gorilla su tutti!) abbiano la forza di reggere una storia, pur senza la presenza del protagonista.
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  • Tom Strong #5-6-7-8-9

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    Qualche mese fa, sull’onda del consiglio del gestore della fumetteria di fiducia, avevo iniziato a seguire gli spillatini di Tom Strong che la Lion aveva iniziato a pubblicare. 2 euro e mezzo è un ottimo prezzo, e poi si tratta pur sempre di roba scritta da Moore a fine anni ’90, cioè il suo periodo ABC.
    Poi mi sono perso via, in un periodo in cui mi ero messo a seguire troppe serie a cadenza mensile, e quasi senza accorgermene non l’ho più comprato da prima di Lucca.
    Ma, diamine, alla fine sono solo 11 numeri! E avevo pure troncato con la prima parte di un’avventura più lunga! Tosto venerdì scorso mi è salita la scimmia di recupero, e in un colpo solo mi sono rimesso in pari con la pubblicazione leonina.
    Non me ne sono affatto pentito. La serie si conferma quel duplice giocattolo che in mano a Moore da una parte omaggia quel tipo di narrativa pulp a fumetti, a metà tra il supereroi stico e l’avventuroso, e dall’altra lo prende in giro, esasperando volutamente i toni e utilizzando soluzioni narrative esagerate tipiche dei comics dell’epoca aurea.
    Utilizzare all’alba del Nuovo Millennio viaggi nel tempo per arrivare a Pangea, orrori di un passato dimenticato, supercattivi che cercano di piegare al loro valore leggendarie materie primigenie e, addirittura, il nazismo incarnato in una generalessa tedesca splendida e terribile diventa perfettamente accettabile proprio grazie al modo che l’autore utilizza per mettere tutto questo in scena, divertendosi lui per primo in questa compilation di esagerazioni ed eroismo di grana grossa.
    In questo modo una narrazione apparentemente semplicistica appare in realtà come un ingegnoso gioco metalinguistico, efficace su diversi livelli di lettura.
    In questo senso risultano carine anche le storie brevi, e si arriva poi all’originale, divertentissima e irriverente pubblicità dell’intera linea ABC tramite i ragazzini annoiati dai soliti fumetti e Tom Strong che li introduce ad un mondo di nuvolette rappresentato dalla Lega degli Straordinari Gentlemen, da Promethea e da Top Ten. :rotfl:
    I disegni, quasi sempre ad opera dell’eccellente Chris Sprouse, sono efficaci, piacevoli alla vista e tutt’ora attuali e godibili: adattissimi allo stile narrativo e all’atmosfera delle trame imbastite dal Bardo di Northampton.
    Se non cambia nulla nei piani editoriali, dovrebbero mancare un paio di numeri per completare la testata che, in realtà, conta degli episodi in più ma scritti da altri autori. La Lion si proponeva di pubblicare il materiale mooriano sul personaggio, ma non è detto che non continui ristampando anche il resto, se questa testata avesse avuto un buon riscontro.
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  • Tom Strong #10

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    Il n. 9 dello spillato Lion presentava la prima parte della storia in cui Tom Strong incontra Tom Strange, il suo sosia proveniente da Terra Obscura (una versione alternativa alla nostra, letteralmente a 30 anni di distanza :P ). Qui vediamo come si conclude la missione dei due Tom, impegnati a salvare questa seconda Terra dal un essere che la sta invadendo lentamente, trasformandola in un'astronave, da ormai diversi decenni.
    Non mi ha entusiasmato, come storia, a dire il vero. Quando, arrivati su Terra Obscura, i due protagonisti hanno condiviso l'azione con tutta quella selva di altri supereroi, la mia sospensione dell'incredulità è andata a donnine e continuavo a pensare solo ai Guardiani della Galassia di PKFrittole. Il che non è bene, nel caso fosse necessario sottolinearlo :P
    Oh, storia carina e leggibile, eh, ma quest'idea silver-age di avere un gruppo di tot eroi in costume che collaborano non ha mai attecchito in me, giusto ripescarla considerando quanto citazionista sia questa testata, ma chiaramente a me ha detto poco.
    Ad ogni modo, ho preferito la storia breve, dove un inquietante palazzo che esaudisce istantaneamente i propri desideri, di qualunque tipo, sia rilasciati coscientemente sia espressi "ad cazzum", mi ha davvero tenuto con gli occhi incollati alle pagine. Breve ma riuscita.

    Se la Lion non cambia i piani all'ultimo, il prossimo mese dovrebbe uscire l'ultimo albetto della serie. E promette di essere una storia decisamente particolare, per l'occasione, visto lo "strillo" nell'ultima tavola della storia lunga di questo numero :)
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  • Tom Strong #11

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    Tom Strong finisce la sua pubblicazione in spillatini by Lion con questo undicesimo numero, che in effetti presenta una storia in 3 parti che coinvolge diverse versioni del protagonista, per fronteggiare l’attacco su più piani temporali perpetrato da Saveen, colui che negli scorsi numeri abbiamo visto essere la nemesi principale di Tom Strong.
    Appare evidente come Alan Moore, nello scrivere l’ultima storia della testata (che sarebbe proseguita per mano di altri autori) abbia voluto scrivere una storia il più possibile “definitiva”, che avesse cioè il sapore da gran finale, e nello stesso tempo prenda spunto dagli stilemi narrativi della narrativa supereroica in modo ancora più smaccato di quanto fatto finora. L’elegante supercattivo che ordisce un piano “da fumetto” per dominare il mondo e tutto il continuum temporale, varie versioni dell’eroe, paradossi temporali, un punto alla fine del tempo… tutte cose molto “old style”, raccontate con gusto divertito e senza nemmeno innovare troppo: Tom Strong è sempre stato il personale omaggio di Moore alla golden age del fumetto americano, e qui la cosa si eleva all’ennesima potenza, offrendo una storia retrò molto divertente e… con un finale aperto, riguardo all’identità del “signore del tempo”, che in realtà appare fin troppo chiaro e che aggiunge, questo sì, una nota originale a tutto il contesto.

    Nel complesso, la testata non è imprescindibile: mi sono divertito a seguirla e l’investimento limitato di tempo e denaro valeva la pena, ma niente di imperdibile. Un simpatico divertissement del Moore ABC, che ha affidato la vena autoriale a opere coeve come Promethea e La Lega degli Straordinari Gentlemen.
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