[Moore & O'Neill] La Lega degli Straordinari Gentlemen

Non solo Marvel e DC ma anche le classicissime strips e il fumetto autoriale di Alan Moore, Frank Miller o Jeff Smith.
  • Grrodon ha scritto:Immagine
    Il presupposto di base è semplice, come tutte le cose geniali.
    Semplice?
    Mica tanto.
    Oggi il concetto di cross-over ci è familiare, drogati di albi di supereroi come siamo, ma il trasporre il concetto di Squadrone (una sorta di Vendicatori, di Justice League of America) ma formato dai personaggi della letteratura del '900... Bè, mi sembra una delle idee più affascinanti di sempre.
  • La mia opera preferita di Moore... perché, nonostante tutto, è la più godibile e accessibile.
    A presto,
    Michele
  • Mah, mah.

    Il primo volume è SPLENDIDO. E, come spesso accade per le cose splendide, l'impressione è che sarebbe stata cosa buona e giusta lasciarlo com'era, con un geniale rimando a nuove imprese che non sarebbero mai state narrate.

    Il secondo volume invece è stata una mezza delusione.
    È sempre Alan Moore, intendiamoci, ma il tutto è meno fresco, meno interessante, meno divertente rispetto al primo. E l'aria di parodia giocosa, che nel primo volume era perfettamente in sintonia con la storia epica e improbabile allo stesso tempo, prende il sopravvento dando la sensazione che il tutto non sia che uno scherzo intelligente.

    Geniale e struggente in ogni caso la figura del terribile Hyde, mostro innamorato.
  • E' in arrivo un terzo volume. Da Previews:

    England in the mid-1950s is not the same as it was. The powers-that-be have instituted some changes. The League of Extraordinary Gentlemen have been disbanded and disavowed, and the country is under the control of an iron-fisted regime. Now, after many years, the still youthful Mina Murray and a rejuvenated Allan Quartermain return in search of some answers — answers that can only be found in a book buried deep in the vaults of their old headquarters — a book that holds the key to the hidden history of the League throughout the ages: The Black Dossier. As Allan and Mina delve into the details of their precursors, some dating back centuries, they must elude their dangerous pursuers who are hellbent on retrieving the lost manuscript — and ending the League once and for all! The Black Dossier is the elaborately designed next chapter in Alan Moore and Kevin O’Neill’s The League of Extraordinary Gentlemen, and includes a “Tijuana Bible” insert, a 3-D section (with glasses!), text pieces, maps, and a cut-away double-page spread of Captain Nemo's Nautilus!

    Uscita negli USA 25.10.2006.
    "Something not in the Guidebook? IMPOSSIBLE!"
    "I never thought it would be happen in OUR lifetime!"
    "... I feel faint ..."
    HDL in D 2003-081

    "Sei un mito, altro che misero kylioniano!" (Elikrotupos)
  • Alle ha scritto: a 3-D section (with glasses!),

    Quanto di più lontano da Alan Moore possa immaginarmi.
  • Sono già in fregola :adore:
    A presto,
    Michele
  • Aspé! Ho bisogno di aiuto, un amico a cui tempo fa ho parlato di questo fumetto dicendogli quanto era bello, ha comprato il volume Lega degli straordinari gentlemen 1910, chiedendomi se si tratta di quello che gli avevo consigliato io... e non ho saputo cosa rispondergli! Io sono rimasto ai primi due volumi e di questo non so nulla...
    Chi può delucidare me che io poi delucido lui? :D
  • credo sia un sequel, molto simplement.

    Da wikipedia:
    Fino ad ora in Italia sono uscite tre mini serie con le storie della Lega.

    La lega degli straordinari Gentlemen. Vol. 1 (In Italia edizioni Magic Press)
    La Lega degli Straordinari Gentlemen - Vol.2 (In Italia edizioni Magic Press)
    La Lega degli Straordinari Gentlemen - Secolo 1910 (pubblicato in Italia dalla casa editrice Planeta De Agostini).
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Uhm, mai sentito prima d'ora... grazie comunque. Adesso dovrò dirgli in qualche modo che deve comprarsi gli altri due volumi :P
  • Franz ha scritto:Da wikipedia:
    Fino ad ora in Italia sono uscite tre mini serie con le storie della Lega.

    La lega degli straordinari Gentlemen. Vol. 1 (In Italia edizioni Magic Press)
    La Lega degli Straordinari Gentlemen - Vol.2 (In Italia edizioni Magic Press)
    La Lega degli Straordinari Gentlemen - Secolo 1910 (pubblicato in Italia dalla casa editrice Planeta De Agostini).
    Sì, direi che è un sequel, o terza miniserie della saga della Lega degli Straordinari Gentlemen.
    Comunque il primo volume è stato ripubblicato l'anno scorso o due anni fa dalla Planeta ;)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Novità per i Gentlemen. La brava Bao pubblicherà prima gli inediti e poi ristamperà ciò che era della planeta
    sicuramente in una bella edizione: http://www.mangaforever.net/59840/aria- ... er-la-lega
  • http://www.baopublishing.it/view.php?se ... ooks&id=88

    Goddamn, è già uscito?! :sbav:
    E con tutte le minchiatine accessorie... sbav.

    Peccato per il cartonatismo esasperato degli ultimi anni. Lo odio.

    EDIT: ah, no, esce il 12/10. Perchè torturarci con le anteprime due mesi prima, allora? ;_; Io già mi ero fiondato sulle varie librerie on-line a cercare lo sconto :arramp:
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    Ottimo lavoro.
  • La Lega degli Straordinari Gentlemen è una rielaborazione di esperimenti già esistenti. In particolare, molto deve al Wold Newton Universe, al quale già da anni contribuisce, qui da noi, il Martin Mystère di Castelli (che è un po' l'Alan Moore di casa nostra). Come il suo contraltare italiano, Moore non si limita a mischiare personaggi e ambienti di romanzi famosi, ma sfrutta l'idea per portare avanti un suo percorso personale, rendendo il risultato finale a sua volta archetipo e, di conseguenza, parte del gioco (o del WNU, se vogliamo).

    LoEG vol.1 dimostra ampiamente questo concetto. L'idea di prendere alcuni personaggi della letteratura popolare entrati nell'immaginario collettivo ed inserirli in un 1898 alternativo ma verosimile è un'idea stupenda, ma da sola sarebbe un giochino sterile, già fatto altre volte (l'italiana collana Storie da Altrove ha debuttato un anno prima della Lega ed era stata concepita ancora prima). Certo, il lato ludico c'è, e Allan e il velo lacerato si limita sostanzialmente a quello. Il succo del volume però è altro, e - oltre ad essere ben scritto, ben disegnato ed emotivamente coinvolgente - la sua genialità sta nel suo essere nient'altro che... una versione vintage di Watchmen (a sua volta update di V for Vendetta). E contemporaneamente un complemento di Promethea. Un'operazione di decostruzione e ricostruzione simile a 1963 o Supreme v2, ma più raffinata della prima e più universale della seconda. Il legame più grande, secondo me, rimane però con Watchmen. In pieni anni '80, Moore aveva confluito tutte le paure, i rischi e le ambiguità di quel tempo ributtante di ottimismo spesso ipocrita: in Watchmen alcuni personaggi teoricamente archetipici ed iconici si erano rivelati, di fatto, persone umane, piene di contraddizioni e incapaci di distinguere Bene e Male, aiutati per di più dall'effettiva impossibilità di fare distinzioni precise. LoEG vol.1 è la stessa identica cosa, solo ambientata quasi cento anni prima, anzi, cento anni prima (mese più, mese meno) della sua pubblicazione, in quel fine millennio in cui ci si immagina futuri sfarzosi così da poter evitare di vedere un presente uguale al passato. L'"imperatore del crimine" Moriarty a capo dei servizi segreti per cui lavorano i nostri è come l'Ozymandias che, novant'anni più tardi (e per sempre, ad ogni rilettura) manipola i suoi ex colleghi e progetta la rottura del nodo gordiano che regge gli equilibri del pianeta. Qui cade una splendida contraddizione incrociata fra Watchmen e il vol.1 di LoEG: Moore, pur pazzo (o forse proprio per quello) sa che il modo migliore per dimostrare che tutto cambia, niente cambia è vivere ciascun tempo fino in fondo. Così, se negli anni '80 scrive di supereroi s'inventa un polipone gigante e questo, contestualizzato, non stona: è un omaggio al contesto 'fumettoso' supereroistico ed è una trovata che, in quegli anni, fa ancora effetto; e dieci anni dopo, in tempi di web e Nuovo Ordine Mondiale, sta bene che un "imperatore del crimine" faccia la guerra in casa al nemico pazzoide e straniero: è geopolitica, o geoeconomia. Moriarty, cattivo del passato raccontato in chiave moderna, appare superiore a Ozymandias, però è il secondo a portare a compimento il proprio piano, mentre il primo s'impelaga ottocentescamente in una impresa più grande di lui e fa la fine che fa. Così Moore ci dice, in un colpo solo, che tutto cambia, niente cambia, ma anche che c'è un tempo per ogni cosa.


    Il tempo della rottura del nodo gordiano, per la Lega, arriva in LoEG vol.2, pubblicato in tempi di guerra e, a modo suo, preludio al progetto Guerra dei mondi di Spielberg, che Moore anticipa (credo) senza volerlo. E visto che l'interpretazione "filosofica" che si può dare a questo vol.2 è più semplice e rigida di quella data al vol.1, più caciarone e americanose sono le caratterizzazioni dei personaggi. Ecco allora un Hyde che ricorda il Comico di Watchmen, pazzo perchè ha capito che nulla ha senso; un Griffin dipinto come un traditore bieco e viscido; un Campion Bond retrocesso a invidioso lecchino; un Nemo che non si contiene più e da Maroni diventa Borghezio; un Allan che si piange addosso ad ogni occasione; una Mina ai limiti della ninfomania e più facilmente cedevole agli isterismi. A parte questo, lei è, di fatto, l'unico personaggio ancora a tutto tondo. E infatti sarà l'unica superstite del gruppo, ormai sfasciatosi, fra morti e defezioni assortite. Allan "muore" nel gennaio 1901, come raccontato nello spettacolare Almanacco del nuovo viaggiatore, un geniale concentrato di cultura, esperimento più ardito del Vello lacerato e primo passo verso i barocchismi del Black Dossier, che faranno da complemento e aggiornamento a questo "interludio" denso quanto le parti a fumetti vere e proprie (in realtà Allan non muore davvero, ma spiritualmente possiamo considerare il suo ringiovanimento una sorta di morte/rinascita).
    Nonostante l'aria da quiete prima delle tempesta del vol.1 si tramuti nel vol.2 in tempesta vera e propria, riesco a scorgere ancora qualche invisibile legame con Watchmen anche in questo secondo arco narrativo. Hyde, come ho scritto sopra, mi ricorda troppo il Comico, e comunque lui e Nemo mi danno l'impressione di essere due interscambiabili Comico e Rorschach. Il niubbo Allan e la complessata Mina sono davvero vicini, per caratterizzazione, a Nite Owl e a Silk Spectre (i secondi, ovviamente) e con le loro difficoltà di accettazione della realtà svolgono un po' il ruolo dell'uomo comune travolto da eventi più grandi di lui.


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    LoEG: Black Dossier arriva pochi anni dopo, cambiando secolo e ampliando il Grande Giogo Mooriano. Presupposto che ormai il lettore abbia capito i meccanismi della serie al punto da saperli quasi prevedere, il gioco delle citazioni si fa più esplicito e quasi forzato, ma, per contrappasso, sempre più ricercato, tanto che i personaggi e gli eventi citati sono pressochè impossibili da cogliere nella loro totalità per chi non ha una profonda conoscenza della cultura (sia "scolastica" che "pop") britannica. E proprio la "britannicità" che si fa sempre più marcata è sintomo di un Moore apparentemente intenzionato a prendere sul serio l'universo da lui creato, sfidando il lettore a seguirlo, se ne è in grado. Come nei romanzi di Umberto Eco (citato due volte nell'Almanacco di cui sopra), in cui il primo capitolo è sempre una sorta di test attitudinale per chi vuole leggere il libro nella sua interezza.
    Che Moore prenda un po' più sul serio la sua opera lo si evince anche dal tono "buio" della storia, e dal consistente stacco temporale dai due precedenti volumi. E' ormai il 1958 e a Londra comanda il Grande Fratello: un'ulteriore personalizzazione dell'universo mooriano, sempre più differente dal nostro (vabbè, diciamo che lo è :P). La seconda guerra mondiale è stata vinta dalla Germania di Adenoid Hynkel (il Dittatore di Chaplin, qui coesistente con l'attore) e in una Londra (molto simile a quella delle Avventure di Luther Arkwright di Talbot) in cui il bigottismo comanda e la trasgressione, essendo illegale, si fa doppia, il palazzo che fu sede della Lega giace abbandonato. Qui ritroviamo Mina e Allan, il vecchio Quatermain in versione ringiovanita e spacciato per Allan Quatermain jr., espediente già sordidamente suggerito fra le righe del solito Almanacco; ritroviamo entrambi alla ricerca del Black Dossier, una sorta di "scatola nera" della Lega, contenente informazioni su tutte le Leghe passate e presenti. Sulle tracce dei due vi è James Bond lui medesimo (in questa versione nipote di Campiond Bond), il cui nome non viene mai esplicitamente nominato per evitare grane; trovata inutile, com'è noto, in quanto gli aventi diritto di 007 hanno vietato la vendita del libro al di fuori degli USA, facendo attendere inutilmente un'edizione italiana. Dal loro punto di vista non hanno torto; inoltre Bond è qui dipinto come uno stupratore e un soldatino dei servizi segreti privo di dignità. Per chi vuole leggersi il volume, invece, il divieto rappresenta una gran rottura, ma va detto che, nonostante l'embargo, alcune librerie lo hanno messo (e ancora lo mettono) in vendita, in una sorta di "don't ask, don't tell" che dimostra una volta di più come la questione dei diritti d'autore sia ancora lontana dall'aver trovato una soluzione soddisfacente per tutti.
    Per di più, in questo caso il libro ha certa rilevanza, essendo esso stesso l'oggetto ricercato al suo interno e facente da motore a tutto. Un tutto in cui fumetto e contenuti extra si fondono, mettendo il primo al servizio dei secondi e viceversa, e trasformando i secondi da esercizio di stile in surplus a parte integrante della vicenda. E' grazie ai contenuti extra, che Mina e Allan leggono non appena possono, che apprendiamo ulteriori dettagli della Storia della Lega e delle sue vicissitudini passate e presenti. On the descent of Gods, scritto da Oliver Haddo (contraltare di Aleyster Crowley), ricostruisce la Storia del rapporto fra l'uomo e la magia, partendo dai Grandi Antichi lovecraftiani e arrivando a profetizzare un evento su cui si concenterà il quarto volume, Century (anzi, il terzo, dato che Black Dossier è la prosecuzione dell'"interludio" e va contato come vol.2bis). The life of Orlando, in stile fumetto anni '30 e diviso in sei capitoli, racconta la vita di Orlando, androgino protagonista di un romanzo di Virgina Woolf e da Moore fuso con l'Orlando del ciclo carolingio e retrodatato di millenni: nell'universo della LoEG, Orlando è un androgino tebano nato nell'età del bronzo e reso da Tiresia capace di trasformarsi da uomo in donna e viceversa (e qui bacchetto Moore, in quanto era doveroso trovare il modo di infilare un rimando a Ranma); divenuto successivamente immortale, Orlando ha collaborato sia con la prima Lega seicentesca che con la seconda settecentesca. Nell'Almanacco del vol.2 era già stato raccontato il suo incontro, a Shangri La, con Mina e Allan, ai quali si era poi unito in una quarta lega operante negli anni '10 e '20 del XX° secolo. Faerie's fortunes founded, attribuito a William Shakespeare, è un assurdo capolavoro di mimesi, in cui Moore imita lo stile del Bardo. Corrispondente all'Atto Primo di una fittizia commedia in due atti, esso narra la genesi della prima Lega, con il Prospero della Tempesta e la regina Gloriana (contraltare di Elisabetta I°) fra i protagonisti. Le battute vanno lette cantando. Geniale. The new adventures of Fanny Hill vede protagonista una delle componenti della seconda Lega, operante soprattutto nel XVIII°secolo. Fanny Hill è, nelle sue opere originali, una battona, caratteristica che mantiene nell'universo di Moore: il divertente pamphlet la vede sedurre e sbattersi i membri della sua Lega (il doppio senso non è voluto...) in maniera apparentemente innocente e svampita. A suddividere questi primi quattro extra vi sono tre singole paginette: due fumetti in stile sunday page e una in stile satira politica di fine ottocento. A questo punto Mina e Allan interrompono la lettura e il fumetto riprende. Un altro aspetto, questo, che rende il volume meno mainstream rispetto ai primi due, i quali erano divisi a puntate e, di conseguenza, costruiti in modo da permettere virtuali soste; in Black Dossier eventuali pause per il lettore sono messe all'interno del fumetto, in sequenze apposite in cui Mina e Allan vanno a dormire o fanno sesso o si svegliano, ecc. Ma è difficile interrompere la lettura senza segnaletiche esplicite; in teoria, questo Black Dossier andrebbe letto tutto d'un fiato. D'altronde l'atmosfera decadente e sottilmente ansiogena invoglia alla prosecuzione, e il profilarsi di un intricato complotto spionistico in cui Mina e il "giovane" Allan sembrano essere due misere pedine rende il tutto ancora più inquieto. Non è un caso che Moore torni allora a spezzare la tensione inserendo altri extra. Si ricomincia con una cartografia del fantastico Blazing World antartico già citato nell'Almanacco. Si prosegue con Shadows in the steam, sesto capitolo dell'autobiografia di Campion Bond, nel quale viene raccontato l'arruolamento di Nemo, da parte di Mina, nel 1898. Seguono alcuni ammennicoli dal sapore pknaico, come la pianta del Nautilus, un prospetto della Londra del 1901 e alcune post card con la corrispondenza fra Mina, Allan "jr", Orlando e Campion Bond nell'interregno fra il 1899 e il 1913. The sincerest form of flattery è molto importante in termini di continuity in quanto racconta le vicende della quarta Lega, costituita da Mina, Allan "jr", Orlando, il medium Thomas Carnacki e il prototipo del gentleman A.J.Riffles, fra il 1909 e il 1924. Vicende che la vendono combattere la sua contraltare francese, Les Hommes Mysterieux, composta da Arsenio Lupin, Fantomas, Robur, Monsieur Zenith e Nyctalope, e persino una Lega tedesca, la Zwielichthelden, che annovera fra i suoi membri Mabuse, Caligari e il dr.Rotwang con la donna robot da egli creata. What ho, gods of the abyss vede un'impresa vagamente lovecraftiana della quarta Lega narrata con lo stile di P.J.Woodhouse, 100% humour inglese. Al chè il fumetto principale riprende di nuovo la sua corsa; letteralmente, dato che Mina e Allan devono affrontare inseguimenti e razzi volanti. Nella Londra di Moore la corsa allo spazio è cosa di tutti i giorni, o quasi. Tuttavia, prima del gran finale c'è spazio per un ultimo paio di extra. Il primo è molto importante: When they sound the last all clear The Murray Team 1939-1945 è un rapporto governativo dal quale veniamo a sapere che Riffles è morto durante la prima guerra mondiale, Carnacki si è ritirato per motivi di salute, Orlando è sparito dalla circolazione nel secondo dopoguerra e Mina e Allan hanno disertato dopo l'instaurazione del regime. Veniamo così a sapere che fra il 1946 e il 1947 è stata messa insieme una quinta Lega, guidata dalla donna capitano Joan Warralson e costituita dall'avventuriero William Samson jr., dal prof. James Grey (il ragazzino salvato da Nemo nel 1898), da Peter Bradley (l'uomo invisibile dell'omonimo telefilm) e dal robottone Iron Warrior. L'obiettivo della quinta Lega era imitare la Lega del 1898, ma la sua durata sarà effimera. Il secondo extra, l'ultimo del volume, è una pazzia totale, barocchismo puro. The crazy wide forever, ospitato su una virtuale rivista pulp, è un flusso di coscienza in stile Kerouac quasi illeggibile. In realtà nasconde una specie di trama coinvolgente il nipote di Moriarty, anche se è molto difficile da decifrare. Seguono due paginette con un rapporto governativo finale riguardante Mina e Allan e i loro presunti spostamenti nel dopoguerra.
    Il fumetto ricomincia e s'invola verso il finale. Un finale sorprendente, che [spoiler]ribalta l'aria da spy story respirata fin qui e spazza via l'angoscia con buffe creature, colori sgargianti e il tanto atteso 3D. Ed è solo a questo punto che il lettore che si è fatto distrarre dalle atmosfere complottiste (si è comunque capito che il mandante di Bond è l'M del 1958) e ha considerato gli inserti come semplici chincaglierie capisce di essere stato sviato. E mentre si immagina lo sguardo sornione di Moore si accorge che anzichè rimuginare sull'identità dei mandanti di Bond avrebbe dovuto rimuginare sull'identità dei mandanti di Mina e Allan! Tutto gli è chiaro, quando si rende conto che la fine di tutte le cose risiede nel Blazing World, mondo quadridimensionale metanarrativamente rappresentato in 3D, nel quale si trovano Prospero, Orlando e vari altri personaggi citati nella Life of Orlando, nella mappa e nell'Almanacco, ormai asceso a componente fondamentale della serie. Quando tutto è chiaro, e Prospero canta in pentametri giambici che i personaggi di fantasia sono fondamentali perchè ispirano, e che loro vivranno per sempre nel loro mondo acceso dalla fiamma della fantasia[/spoiler], non si sa bene come reagire e rimane il dubbio se sia meglio farsi una risata, farsi scappare la lacrimuccia o prendersela per essere stati buggerati.
    Io ho scelto le prime due.


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    Ma qual è il capolavoro di tLoEG? Difficile dirlo, ciascuno dei quattro volumi è a modo suo epico e polivalente, ed è la saga nel suo complesso ad essere una delle opere imprescindibili di questo inizio centu..pardon, secolo. Certo, LoEG: Century è un ulteriore passo avanti e porta l'epicità della saga a livelli forse definitivi, sicuramente superiori ai voll.2 e 2bis, e forse anche al vol.1.
    I rimandi ai precedenti volumi si sprecano ed è possibile notare nei tre capitoloni in sui dispiega l'opera un parallelismo con i tre volumi precedenti. 1910 è una sintesi concettuale del primo volume, con Bene e Male che coesistono e si concausano a vicenda: il cospicuo musical in parte tratto da e in parte ispirato a The threepenny Opera di Brecht non è messo a caso, e il finale del capitolo, nel suo rivelare, ridendo, una banale, schifosa verità, trasforma l'adrenalina salita nel corso della lettura in schizzo. 1969 segue idealmente il vol.2 nel suo far cadere tutte le illusioni e portare a compimento il salto dello squalo; anche qui il finale è una mazzata, col senno di poi prevedibile ma comunque terribile. 2009 è l'oggi, con il Grande Fratello ancora al potere e i tre protagonisti allo sbando più totale in un mondo in cui non c'è più spazio per sognare. Non è assolutamente casuale lo scontro finale, volutamente grottesco, fra l'"Anticristo" e quello che potremmo chiamare "il Salvatore" (anzi, "la Salvatrice"). E' un Moore, questo, contemporaneamente serio e faceto, disilluso e bonaccione, convinto che la fantasia abbia ormai dato e detto tutto e al contempo che possa ancora dare e dire qualcosa. Già, perchè l'identità dell'"Anticristo" può far storcere il naso a molti (soprattutto qui sul Sollazzo), ma il fatto stesso che anche quel personaggio compaia nel giocattolone di Moore fa capire come il Bardo di Northampton dìa comunque un beneficio del dubbio alla fiction di oggi. D'altronde in Minions of the Moon, il romazetto in stile sci-fi anni '60 posto in appendice ai tre albi, compaiono, oltre a tanto vecchiume, riferimenti a The wire e Homicide: Life in the street, roba che più di oggi non si può. Quello delle citazioni è un altro capitolo complesso del modus operandi di Moore, individuo a tutto tondo e umanamente contraddittorio: si passa dalle citazioni quasi incapibili, per i non britannici e per i giovani, di 1969 a quelle semplici e più mainstream di 2009. E nel mezzo c'è spazio pure per un Diabolik infilato di soppiatto a far ringalluzzire il patriottico lettore italiano, lettore che a questo punto dovrà rimanere perplesso nella prossima occasione in cui il fumetto nostrano avrà modo di manifestare la propria scarsa autostima. A parte questo, trovare Hiro Nakamura, Matt Smith, il Torchwood e i Driveshaft in un fumetto della Lega fa proprio piacere. Beh, non sto qui a fare un elenco di tutte le sollazzeserie nascoste nei tre capitoli, anche perchè si può trovare tutto sul sito di jessnevins.com (e già che sono qui segnalo le belle pagine di Wikipedia con la storia della Lega, l'elenco dei millemila personaggi e la geografia del mondo mooriano). Il bello di Century, al di là del suo lato ludico, è il suo essere una epopea (rispetta le fasi dell'epica), e direi un'epopea quasi cinematografica, ma in cui, una volta tanto, usare l'altro medium come paragone non equivale a squalificare il fumetto: la grandezza di Moore e O'Neill sta anche nello sfruttare il più possibile quel che il medium cartaceo offre, come si vede, ad esempio, in alcune sequenze del secondo e del terzo capitolo. Ed è pure un'epopea di oggi, e se oggi i musical sono di moda bene fa Moore a farne uno a fumetti. Lo spirito di Century, comunque, è lo stesso riscontrabile nei film Disney, nei telefilm Bad Robot, nel Doctor Who, nelle Storie da Altrove mysteriane e in tutte quelle opere che puntano a migliorare chi le vive e chi le fruisce (e viceversa).


    Comprate il volume Bao, cari amici vicini e lontani. Io non ce la facevo più a resistere e ho dovuto leggere le storie nuove in lingua originale, anche perchè aspettavo da tre anni una lettura integrale di tutta la saga, ma prenderò comunque il libro in italiano, anche per la curiosità di vedere come saranno tradotti certi passi. Per la LoEG posso fare anche follie. Se mi sono rifiutato di prendere 1910 nell'edizione Planeta è stato solo per l'oscena traduzione di Century in Secolo -_-
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    Ottimo lavoro.
  • La lega degli straordinari gentlemen. Century 1910-2009.

    E' il primo volume della Lega che leggo.
    Non scrivo che è un capolavoro solo perché ho paura che lo dovrei ripetere anche per gli altri due volumi; e non voglio inflazionare il termine.
    Che è un fumetto bellissimo, questo sì, lo posso scrivere.

    Qualche parola preliminare sull'edizione Bao. Il libro è, come era del resto prevedibile, molto ben curato. Ho letto di qualche polemica sul formato ma a me è piaciuto così. Lo schizzo di Kevin O'Neill rimediato a Lucca impreziosisce poi sicuramente la copia.
    Mi ha invece deluso il Qr code finale: mi aspettavo un apparato di note completo e multimediale e mi sono invece trovato con un qualche accenno perlopiù inutile.

    Ma sono piccole quisquilie che cito per non dover impregnare di soli elogi queste righe.
    La densa scrittura di Moore mi ha inevitabilmente sommerso nel suo lento gorgo: i molti livelli di lettura si sono intersecati nel labirinto di citazioni in cui mi sono piacevolmente perso. E' meraviglioso vedere tutti questi universi di finzione, ma non solo, che confluiscono nel fiume di un'unica, grande narrazione. Una storia che però non è grande "solo" nella sua epicità ma anche nel sorprendente e dannatamente divertente uso dell'ironia.
    Moore non si prende mai troppo sul serio ed anche per questo la sua scrittura vede a sprazzi la luce di quella verità che permette di poter parlare di "Letteratura" anche nel caso di questi fumetti.
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    E infine ho letto Century. Le considerazioni da fare sarebbero tante, tantissime, anche perchè di sicuro ci ritroviamo di fronte ad un'opera notevole. Eppure è con una punta di amarezza che mi tocca riconoscere che con questo terzo volume Moore ha letteralmente snaturato la sua opera.
    Intendiamoci, dopo svariate letture di Watchmen e Strangers in Paradise ci si fa il callo: considerare parte integrante della stessa opera sia la parte tradizionalmente a fumetti, sia quella testuale, diventa normale. Ci si abitua/rassegna al brusco stacco ritmico che queste due tipologie di fruizione alternate comportano. Qui però Moore va oltre. Le prime due miniserie avevano una loro compattezza, un sapore e un senso preciso. L'almanacco del viaggiatore e la storiella su Allan fungevano da appendici testuali importanti, e potevano risultare faticose, ma tutto sommato si sapeva come fruirne, dove collocarle e via dicendo.
    Poi ha fatto lo speciale sul Black Dossier e questo terzo volumone, sotto una diversa casa editrice e ha cambiato le regole del gioco. E le ha cambiate pesantemente. Già il fatto che il Black Dossier si collochi ad un terzo di Century è scomodo. Aggiungiamo che Century parte prequelizzando cose che si dà per scontato il lettore abbia assimilato dal Black Dossier (che purtroppo non ho avuto ancora modo di leggere). Aggiungiamo anche che, da quel che leggo, il Black Dossier è composto prevalentemente di documenti e testi non fumettati che col senno di poi diventano molto importanti, un tantino troppo importanti perché Century possa fregiarsi del titolo di terzo volume e basta. E non dimentichiamo la parte testuale che a sua volta Century presenta.
    Quello che emerge è un fumetto in cui fatti fondamentali non vengono mostrati, o vengono lasciati intendere o raccontati attraverso quelle che in origine dovevano essere semplici rubriche particolarmente creative. Vedere entrare in scena personaggi importantissimi come Orlando, autentico coprotagonista della Saga, o Prospero e il Mondo Fiammeggiante, dandoli totalmente per scontati in quanto introdotti attraverso almanacchi, speciali, dossier e quant'altro è scomodo e nuoce alla fruizione dell'opera. Come se appunto dopo i primi due volumi la Lega avesse cessato di essere un fumetto, per trasformarsi in un complessissimo puzzle multimediale di cui venire a capo. Questo balzo stilistico e contenutistico viene poi accentuato dal fatto che le costanti stesse della Saga, adesso immortali, cambiano personalità, caratteristiche fisiche e somatiche fino all'ultima pagina, portandomi a chiedermi se stessi effettivamente leggendo quello stesso fumetto che tanto tempo fa mi aveva narrato così bene la psicologia di Mr. Hyde.
    E' evidente che Moore, preso dalla furia creativa e dal suo autocompiacimento, ha pensato più a come rimpinzare l'opera di citazioni e riferimenti per la maggior parte incomprensibili, piuttosto che badare a rendere Century fruibile anche solo la metà di quanto lo erano i primi due piacevolissimi volumi. Ha perso di vista il quadro complessivo. E tutto questo perché ha dimostrato di non avere ben chiaro che se in questo tipo di universi narrativi si tende a distinguere il canone base dalle espansioni, sia pur piacevoli, un motivo c'è.
  • Valerio ha scritto:Black Dossier (che purtroppo non ho avuto ancora modo di leggere)
    Per la cronaca, la BAO ha annunciato che l'anno prossimo lo pubblicherà (il primo editore fuori dall'America a farlo, peraltro), insieme alla ristampa dei primi due volumi della Lega :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

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  • Sì lo so, e infatti per l'anno prossimo tenterò una rilettura cronologica per comporre questo benedetto puzzle. Perché anche se ho criticato il modus operandi, ci tengo all'opera. Solo che non condivido che si debba giungere a questo per poter godere bene dell'opera.
  • Alla fine penso che il problema stia solo nell'aver saltato il Black Dossier, che è un pezzo della storia, altro che vol.2bis (come viene ufficialmente conteggiato) e compendio di extra. Anche se Century a me è sembrato abbastanza indipendente, alla fine l'unico rimando esplicito è [spoiler]il racconto di M[/spoiler], che fa pure un bel riassuntone. Ma a dire il vero tutto Century è un riassuntone dei primi tre volumi, un riassuntone che però porta avanti il plot e probabilmente lo conclude (in futuro avremo le LoeG Tales ambientate nel passato). Ed è in questo che secondo me tutta la LoEG è notevole: Moore fonde forma e sostanza, e la crescente importanza data agli extra non è altro che un tentativo di evolvere il fumetto, di dimostrare che il mezzo non è una robetta da sminuire o sfruttare pedissequemente, ma un qualcosa utilizzabile in svariati modi. Il medium fumetto è vivo e vegeto e può dire ancora molto, ma ovviamente deve farlo senza snaturarsi. Tutti concetti che si compenetrano con il plot, che molto gioca sul ruolo dei personaggi letterali (fittizi, narrativi, "fiabeschi") in un mondo sempre più arido ("realistico"), e sul modo in cui questi personaggi si adattano a questo mondo. E vediamo che quando lo assecondano e si lasciano trasportare dalle mode di turno finiscono in miseria, mentre quando mantengono la loro - diciamo così - "voglia di avventura" sono ancora vitali, e lo sono senza necessariamente rinchiudersi nel loro fortino costituito dal Blazing World (non so come sia stato tradotto, il volume Bao deve ancora arrivarmi). Ovviamente, il fatto che dei quattro volumi della saga, i due più multitasking siano il secondo (parzialmente) e il terzo, ovvero i due centrali, mentre il primo e l'ultimo sono fumetti puri può voler significare qualcosa. Forse che il riconoscimento del fumetto come medium degno di rispetto passa anche per un suo temporaneo snaturamento.
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    Ottimo lavoro.
  • Ho tenuto conto dell'aver saltato il Black Dossier e infatti mi sono informato sui contenuti. Non è come leggerlo, ma ho fatto quanto mi è stato umanamente concesso. Però penso che anche avendolo avuto, il disagio fruitivo non si sarebbe certo annullato. Quando leggerlo? Tra il secondo e il terzo? No, perché c'è 1910 in mezzo. Allora dopo 1910? Romperebbe non poco la continuità con la trama di Haddo e dell'anticristo, senza contare che cmq parte della nuova lega entra in scena senza spiegazioni nel 1910, dando per scontate le info del black dossier. Non se ne esce, l'opera da fumetto è diventata un complesso puzzle. E mi domando come si possa pensare di dare dignità al fumetto volendo fuggire da esso.
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