Correva l'anno 1941. Superman e Batman vendevano come il pane, ma lo psicologo William Moulton Marston, psicologo teorico del femminismo, riteneva che il medium dei fumetti avesse bisogno di un eroina con cui le bambine si identificassero. Creò cosi il personaggio di Wonder Woman, ispirato al mito greco delle amazzoni e alla sua bizzarra vita privata (Marston conviveva infatti con l'amante e la moglie in un rapporto aperto).
Nell'isola nascosta di Themscyra o Isola Paradiso le amazzoni vivono nascoste da secoli, fino a che sull'isola non precipita il pilota americano Steve Trevor. La principessa dell'isola, Diana, creata dagli dei e quindi con poteri superiori a qualsiasi altra amazzone, ottiene di accompagnarlo nel mondo esterno, dove si ritroverà a combattere le minacce costituite da nazisti, supercriminali ecc. La popolarità del personaggio è immensa a tal punto che insieme a Superman e Batman fu uno dei comics superoistici a sopravvivere alla Golden Age.
Attraverso i decenni ed una storia editoriale molto più travagliata rispetto ai suoi illustri colleghi maschi, Diana è ancora considerata parte della Trinità DC nonché uno dei pochi personaggi femminili die comics con una testata con oltre cento numeri.
E difficile descrivere in poche righe un personaggio di tale impatto e importanza che purtroppo nonostante questo non può contare su un universo narrativo funzionale come quello di Batman o Superman (ma anche dell'Uomo Ragno) e che forse per questo ha impedito che il personaggio si imponesse completamente sul mondo al di lai del fumetto.....