[Dark Horse] Star Wars: Miniserie & Affini (Legends)

Non solo Marvel e DC ma anche le classicissime strips e il fumetto autoriale di Alan Moore, Frank Miller o Jeff Smith.
  • Uhm, dovrei recensirlo... su Sbonk :PPPP
  • basta che lo fai.
  • Speciale Lucca
    Star Wars - L'Ombra dell'Impero
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    L'Expanded Universe Lucasiano è ufficiale, sì, ma fino a un certo punto. Tutti i romanzi e i fumetti che raccontano quanto accaduto prima, durante e dopo i sei film della Saga vanno presi per buoni a patto che Lucas non decida di rinnegarli. E a volte la loro presenza è persino ingombrante (non a molti fan piace che la morte di Chewbacca sia stata raccontata, e ci sono molti detrattori delle saga post Episodio 6). Sta di fatto che in questo universo espanso, due sono i prodotti che si elevano su un gradino superiore, tanto da far quasi parte della saga principale. Uno è il serial/lungometraggio Clone Wars, realizzato da Genndy Tartakowsky, mentre l'altro è il progetto multimediale Shadows of the Empire, approvato da Lucas, che dovrebbe colmare il buco tra gli episodi 5 e 6. Di Shadows of the Empire esiste un mucchio di roba, è sicuramente uno dei lati dell'universo di Lucas più conosciuto dai fan. Ma cos'è esattamente Shadows of the Empire? Bè, un bel nulla. Il progetto era proprio quello di creare un episodio fantasma della Saga, un film ipotetico da non realizzare mai per davvero, ma a cui dedicare un romanzo, una serie a fumetti, un videogioco, una linea di pupazzetti Micro Machines e addirittura un'ipotetica colonna sonora. Insomma, una supertruffa, per farla breve :asd:
    Personalmente parlando io nel lontano 1998, ancora all'oscuro di tante cose, venni introdotto al mondo di Star Wars proprio grazie al videogioco dell'Ombra dell'Imperoper Nintendo 64, in cui si impersonava il mercenario Dash Rendar e lo si conduceva attraverso vari livelli di varia impostazione (potevano essere livelli sparatutto, di battaglia con navi spaziali, di corse con le moto), partendo da alcuni scenari de L'Impero Colpisce Ancora e arrivando a riallacciarsi direttamente agli eventi de L'Ombra dell'Impero, nel cui finale Dash Rendar aveva un ruolo di primo piano. Però dai pochi filmati presenti nel videogioco era impossibile capire qualcosa di questa storia, il cui modo migliore per fruirne dovevano essere per forza le due versioni cartacee. Bè, a Lucca ho avuto modo di raccattare quello che è da considerarsi il primo volume a fumetti di Star Wars edito in Italia da Magic Press. Se non altro il merito de L'Ombra dell'Impero è stato quello di esportare l'Expanded Universe nel nostro paese, fungendo da grande inizio, per una serie di albi che avrebbe presto ospitato storie provenienti da tutti i cangli epocali della Storia della Galassia. Il volume in questione racchiude l'intera miniserie, scritta da John Wagner e disegnata da Kilian Plunkett, composta da sei episodi di 24 tavole ciascuno, per un totale di trecento tavole di combattimenti, complotti e sottotrame una più complessa dell'altra. Perchè questa è una delle caratteristiche del progetto: una trama complessissima e ricca di intrighi che vede narrate a più piani: la disperata ricerca di Luke da parte del padre, le peripezie di Boba Fett impegnato in mille scaramucce contro IG-88 e altri cacciatori di taglie, intenzionati a sottrargli il corpo di Han Solo, il progressivo infiltrarsi alla corte di Jabba da parte di Jix, l'inviato di Vader, e ovviamente l'emergere della figura di Dash Rendar, schivo collaboratore dei Ribelli. Ma a reggere le fila di tutto questo è il principe Xizor, capo dell'organizzazione criinale del Sole Nero, che per tutta la durata della storia non fa che ingarbugliare la trama complottando e facendo il quadruplo gioco con tutti, Palpatine, Leia e Jabba inclusi, finendo per irritare tremendamente Vader e lo stesso lettore perso nelle sue innumerevoli trame. Paradossalmente proprio il persoanggio a cui è stato affidato il progetto nella sua incarnazione videoludica è quello che meno si integra col tutto, e ci si chiede sempre cosa ci stia esattamente a fare e perchè abbia avuto l'onore di essere il protagonista del videogioco.
    Insomma probabilmente il medium per godersi appieno L'Ombra dell'Impero non è neanche questo, ma il romanzo. Forse è lì che la maggior parte dei fatterelli (tipo la presenza di Dash su Ord Mantell) avranno il giusto spazio, e sempre lì la figura di Dash Rendar apparirà un po' meno sacrificata. Però c'è da dire una cosa, che questa è una gran bella miniserie, che fa il suo lavoro più che bene, e anche se corposa e complessa non è assolutamente malsceneggiata. E la cosa migliore di tutte è che sin dai primi momenti di lettura pare di essere immersi nelle atmosfere e nello stile dei dialoghi della trilogia originale. E queste sono belle cose.
  • Grrodon ha scritto: L'Expanded Universe Lucasiano è ufficiale, sì, ma fino a un certo punto. Tutti i romanzi e i fumetti che raccontano quanto accaduto prima, durante e dopo i sei film della Saga vanno presi per buoni a patto che Lucas non decida di rinnegarli.
    Questa è la regola!
    Grrodon ha scritto: E a volte la loro presenza è persino ingombrante (non a molti fan piace che la morte di Chewbacca sia stata raccontata, e ci sono molti detrattori delle saga post Episodio 6).
    Ah, questa della morte di Chewbacca m imancava... ad ogni modo non è difficile capire perche ci siano molti detrattori dell'e.u. post-episodio 6, visto che in pratica gli autori che vi ci sono cimentati non hanno fatto altro che riproporre lo scontro Ribelli-Impero, allungnando il brodo con trame e situazioni non all'altezza dei film, e che di questi sembrano la brutta copia. Basti, a titolo di esempio, sapere che Palpatine viene rifatto vivere più volte dopo la battaglai di Endor, riesumando dei suoi cloni (-_-), o che Luke viene coinvolto in una sdolcinata storia d'amore che si concluderà in un matrimonio con tanto di frac e cilindro...
    Grrodon ha scritto: Sta di fatto che in questo universo espanso, due sono i prodotti che si elevano su un gradino superiore, tanto da far quasi parte della saga principale. Uno è il serial/lungometraggio Clone Wars, realizzato da Genndy Tartakowsky, mentre l'altro è il progetto multimediale Shadows of the Empire
    Quoto, ma esistono degli altri prodotti ben fatti, che a questi due casi di eccellenza (e se Lucas ha deciso di occuparsi in prima persona di una serie in 3-D dedicata alle Guerre dei Cloni un motivo ci sarà) si avvicinano. Ad esempio, in campo videoludico è vero che c'è stata tanta fuffa, ma ci sono prodotti notevoli come Knights of Old Repubblic, o come Dark Forces e Jedi Kinight - Dark Forces 2 nei quali la trama, pur intrecciandosi a volte con gli avvenimenti dei film, prosegue per un percorso suo con un risultato notevole. E prima poi dedicherò una recensione nella sezione apposita a questi 2 videogame.
    Grrodon ha scritto: Personalmente parlando io nel lontano 1998, ancora all'oscuro di tante cose, venni introdotto al mondo di Star Wars proprio grazie al videogioco dell'Ombra dell'Imperoper Nintendo 64, in cui si impersonava il mercenario Dash Rendar e lo si conduceva attraverso vari livelli di varia impostazione (potevano essere livelli sparatutto, di battaglia con navi spaziali, di corse con le moto), partendo da alcuni scenari de L'Impero Colpisce Ancora e arrivando a riallacciarsi direttamente agli eventi de L'Ombra dell'Impero, nel cui finale Dash Rendar aveva un ruolo di primo piano.
    A me venne regalato da mia sorella qualche anno fa in versione Pc (identica a quella Nintendo) e mi fermai alla gara con le moto.
    Una cosa curiosa del videogame è Boba Feet: i più lo ricordano come il cacciatore di taglie, clone "perfetto" di Jango Feet, che muore in episodio 6tra le fauci del Sarlaac. Bene, nel videogame L'Ombra dell'Imper si ha la possibilità di ucciderlo prima degli avvenimenti del film. E questa è una cosa che si ripete nei videogame, visto che già in Dark Forces si aveva a che fare con lui, così come nel più recente Jedi Accademy (e combatterlo con una lightsaber è tutta un'altra cosa! :P ). Insomma, Boba Feet, l'uomo indistruttibile!
    Grrodon ha scritto: Di Shadows of the Empire esiste un mucchio di roba, è sicuramente uno dei lati dell'universo di Lucas più conosciuto dai fan. Ma cos'è esattamente Shadows of the Empire? Bè, un bel nulla. Il progetto era proprio quello di creare un episodio fantasma della Saga, un film ipotetico da non realizzare mai per davvero, ma a cui dedicare un romanzo, una serie a fumetti, un videogioco, una linea di pupazzetti Micro Machines e addirittura un'ipotetica colonna sonora. Insomma, una supertruffa, per farla breve :asd:
    [...]
    Insomma probabilmente il medium per godersi appieno L'Ombra dell'Impero non è neanche questo, ma il romanzo. Forse è lì che la maggior parte dei fatterelli (tipo la presenza di Dash su Ord Mantell) avranno il giusto spazio, e sempre lì la figura di Dash Rendar apparirà un po' meno sacrificata.
    Da quel che ne so, per comprendere appieno l'opera è necessario aver letto il romanzo, la miniserie a fumetti e aver giocato al videogame, perchè ognuno di questi tocca vari aspetti della storia.
    Grrodon ha scritto: Però c'è da dire una cosa, che questa è una gran bella miniserie, che fa il suo lavoro più che bene, e anche se corposa e complessa non è assolutamente malsceneggiata. E la cosa migliore di tutte è che sin dai primi momenti di lettura pare di essere immersi nelle atmosfere e nello stile dei dialoghi della trilogia originale. E queste sono belle cose.
    E sono belle cose si, visto che nient'altro, tranne appunto Clone Wars è mai stato a questi livelli. Insomma, Shadows of the Empire puà veramente fregiarsi del titolo di film fantasma della trilogia originale.[[/img]
  • Bene, nel videogame L'Ombra dell'Imper si ha la possibilità di ucciderlo prima degli avvenimenti del film.
    Non mi pare discordi, mi sembra che di sfuggita si salvi.
    Altri sono i punti oscuri, tipo cosa faceva veramente Dash su Ord Mantell, per quale motivo stesse su Gall se nel fumetto mostrava di non volerci stare. Insomma, secondo me delle incongruenze ci sono all'interno dello stesso progetto, ma non coi film.
  • Grrodon ha scritto:
    Bene, nel videogame L'Ombra dell'Imper si ha la possibilità di ucciderlo prima degli avvenimenti del film.
    Non mi pare discordi, mi sembra che di sfuggita si salvi.
    Forse hai ragione... in effetti non non ricordo bene la scena...
    Ad ogni modo ricordo che in Dark Forces lo si uccideva proprio; ma l'incongruenza maggiore è in Jedi Accademy: ambientato anni dopo Il Ritorno dello Jedi, vi si trova un Boba Feet vivo e vegeto!!!
    Grrodon ha scritto: Altri sono i punti oscuri, tipo cosa faceva veramente Dash su Ord Mantell, per quale motivo stesse su Gall se nel fumetto mostrava di non volerci stare. Insomma, secondo me delle incongruenze ci sono all'interno dello stesso progetto, ma non coi film.
    Uhm... a questo punto resta da capire se nel romanzo questi punti vengano chiariti, confermando quindi l'intenzione che un quadro completo lo si ha solo dopo aver usufruito di tutti e tre i media.
  • Tyrrel ha scritto:ma l'incongruenza maggiore è in Jedi Accademy: ambientato anni dopo Il Ritorno dello Jedi, vi si trova un Boba Feet vivo e vegeto!!!
    No, la cosa viene giustificata, con Boba Fett che fa lo splendido e racconta di essere troppo abile per essere ucciso da un sarlacc, ma così facendo si sminuisce la scena del Ritorno dello Jedi...
  • DeborohWalker ha scritto: No, la cosa viene giustificata, con Boba Fett che fa lo splendido e racconta di essere troppo abile per essere ucciso da un sarlacc, ma così facendo si sminuisce la scena del Ritorno dello Jedi...
    Ora che mi ci fai pensare... in effetti ricordo che faceva riferimento al Sarlacc... vabbè, ad ogni modo è una grande boiata (però combatterci con la lightsaber è fighissimo! :D ).
  • Sentite, cosa si trova in giro di OTTIMO, per quanto riguarda i fumetti di Star Wars?
  • Quesito interessante. Di fumetti starwarsiani ho letto poco, le trasposizioni della trilogia originale (solo A New Hope in versione Special Edition, ovvero una nuovo a storia creata per l'occasione e contenente le scene aggiunte nel film) e di episodio I pubblica su Il Giornalino alla fine degli anni '90, più un volume della serie Cronache dei Jedi intitolato Gli Oscuri Signori dei Sith. Da quel che so, proprio la serie delle Cronache dei Jjedi è tra i migliori lavori dell'expanded universe starwarsiano, da queste prendono spunto i due videogame della serie Knights of Old Repubblic. Personalmente, la storia che lessi non la trovai eccezionale. Cioè ben fatto, per carità, e anche i disegni non son male, però la storia contiene troppi elementi, che si rifanno anche ad altre storie esterne alla serie, con il risultato che non è proprio immediato ambientarsi.
    Piuttosto, mi ha sempre ispirato Obession, alla luce anche della tua recensione. Penso che prima o poi me lo accapparrerò.
  • Tyrrel ha scritto:Da quel che so, proprio la serie delle Cronache dei Jjedi è tra i migliori lavori dell'expanded universe starwarsiano
    Cielo, no.
    Cioè, molti la pensano così, ma io proprio non li sopporto.
    Preferisco l'expanded-universe Post-Episodio 6, c'è della fuffa, ma almeno ogni tanto qualcosa d'interessante c'è.

    Se vuoi provare qualche cosa, ti consiglio la trilogia di Thrawn, formata da L'erede dell'impero, Sfida alla nuova Repubblica e L'ultima Missione.

    Altrimenti la trilogia dell'Accademia Jedi: Sulle orme dei cavalieri Jedi, Il Discepolo del Lato Oscuro, I campioni della Forza.

    Entrambe le trilogie nascono come romanzi, ma sono state trasposte in fumetto come è avvenuto con L'Ombra dell'Impero. Sempre affascinanti, ma ovviamente il romanzo può soffermarsi più a lungo su diversi aspetti.
    Dipende da quanto tempo vuoi dedicare a questa scoperta, se hai il tempo di leggerti tre romanzi, oppure se preferirti sbrigare una trilogia apprezzandola nella versione a fumetti.
  • A dire il vero mi convince di più sapere i retroscena della caduta dei Sith etc :P
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    Il ritorno di Asajj è forzato, dato che la sua morte nella prima stagione di Clone Wars era perfetta, epica e drammatica al punto giusto; il ripristino del personaggio non è avvenuto però in Obsession, ma in altri albi a fumetti inediti qui in Italia, quindi non è stata questa miniserie a fare il danno. Qui gli autori si limitano a far redimere la Sith, trasformandola in una povera vittima della società, pronta per il finale aperto e nuove miniserie dedicate a lei. Bof. Ma non si possono lasciare morti i morti?
    Lo stesso dicasi per Durge, il cui combattimento in Clone Wars non è di certo all'altezza di quanto vediamo qui.
    Qua e là c'è anche qualche piccolo errore di continuity: il più evidente, è quando Padmè vede per la prima volta la cicatrice di Anakin (avvenimento che si vede già nella seconda serie di Clone Wars, ambientata poco dopo questo fumetto).
    Tutto sommato però il fumetto è abbastanza buono, nonostante la trama sia piuttosto inconsistente; vi sono però atmosfere e scene d'azione particolarmente ispirate, arricchite da disegni e colorazioni al di sopra della qualità media vista nei fumetti di Star Wars.



    Bè, questa è l'ultima pubblicazione a fumetti su Star Wars che abbiamo avuto noi italiani. Ma dopo più di 2 anni di astinenza, pare che potremo finalmente mettere le mani su qualcosa di nuovo: i diritti della Dark Horse sono definitivamente passati in mano alla Panini, che pare intenziona a pubblicare le saghe più interessanti.
    E si parte settimana prossima con Star Wars Rebellion, una minisaga in tre volumetti (formato Civil War) ambientata subito dopo Episodio VI
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    Disegni eccellenti. In questo consiste l'albo di Darth Maul, tavole che rasentano la perfezione, con una vivace colorazione a impreziosire il tutto.
    Non che l'aspetto narrativo sia malriuscito, ma di sicuro passa in secondo piano rispetto al lato visivo dell'opera. Tutto comincia pochi giorni prima di Episodio 1, con l'assegnazione di una missione a Darth Maul da parte di Darth Sidious: per effettuare il blocco di Naboo, il Sith deve essere in grado di manovrare i Nemoidiani, e l'organizzazione criminale del Sole Nero potrebbe essere un ostacolo. Darth Sidious vuole che Maul getti l'organizzazione nel caos, senza distruggerla completamente (infatti il Sole Nero tornerà utile ai suoi scopi ne L'Ombra dell'Impero).
    Questa la trama in poche righe, ed effettivamente c'è poco altro da dire a riguardo: tutto il volume vede Darth Maul saltellare agilmente, roteare la sua doppia lightsaber e infilzare nemici, fino ad aver sterminato l'intero Sole Nero, eccezion fatta per un luogotenente che trasferisce l'organizzazione su Corellia, dove la troveremo ne L'Ombra dell'Impero.
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    Kia Asamiya è un celebre mangaka, concentratosi per lo più su serie di fantascienza, il cui successo lo ha portato ad essere conosciuto anche negli USA dove ha lavorato su serie come Batman o gli X-Men; appare alquanto appropriata la scelta di affidargli il compito di realizzare l'adattamento in versione manga del primo capitolo della nuova trilogia di Guerre Stellari.
    L'adattamento si può senza dubbio definire riuscito, dato che in circa 160 pagine riesce a restituire tutti gli elementi principali della trama, senza forzature o tagli particolarmente ostici; per raggiungere questo risultato Asamiya ha intelligentemente sacrificato alcuni punti di seconda importanza, e ha sacrificato alcune scene d'azione, che comunque su carta non avrebbero ottenuto lo stesso effetto della versione cinematografica ricca di effetti speciali.
    L'autore non abusa delle convenzioni grafiche del linguaggio manga (come ad esempio la "gocciolona") riservandole quasi unicamente per Jar-Jar Binks e C3-PO, le cui espressioni sono spesso accentuate con accorgimenti cartooneschi.
    Il manga a mio parere migliora anche il personaggio di Anakin, che nel film ha il perenne broncetto di Jake Lloyd, mentre nella versione di Kia Asamiya ha i classici occhioni manga, ma il personaggio ha espressioni che lo rendono un bambino più ottimista e appassionato per quello che fa, rendendo così maggiore il contrasto con il personaggio oscuro che sappiamo diventerà.
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  • Ho da poco completato la mia collezione di fumetti Dark Horse starwarsiani, pubblicati in Italia dapprima da Magic Press e poi da Panini:

    -. Gli Adattamenti (Jones/Barreto, Goodwin/Williamson)

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    I primi albi di Star Wars giunti in Italia per merito di Magic Press negli anni 90, sono appunto questi tre adattamenti. Si tratta di un periodo fiorente in cui si cerca di far tornare in auge la passione per la serie in vista dell'uscita delle edizioni speciali degli episodi IV-V-VI, e Magic Press agisce appunto di conseguenza facendo uscire questi primi albi non numerati. L'adattamento di Una Nuova Speranza qui viene ancora chiamato Guerre Stellari, benché sia l'unico dei tre a non provenire dal periodo Marvel, che deteneva i diritti per i fumetti di Star Wars prima della Dark Horse. La cosa è un bene per l'impostazione grafica più moderna e attenta alle novità inserite nel film, la lettura è infatti visivamente molto appagante e parecchio decompressa anche se la riproposizione fin troppo letterale dei dialoghi del film ha dell'artificioso. Quest'unico adattamento Dark Horse conserva la struttura tipica delle miniserie della casa editrice con una suddivisione in quattro parti di una ventina di tavole ciascuna. I due adattamenti Marvel risentono invece dei segni del tempo con inchiostrazioni pesanti e una resa grafica molto cupa, che li rende sicuramente più ostici e difficoltosi anche se a lor modo interessanti. L'Impero Colpisce Ancora è composto di sei parti di diciassette tavole ciascuna, uscite all'interno della serie regolare dedicata a Star Wars che la Marvel pubblicava in quel periodo, mentre Il Ritorno dello Jedi è una miniserie Marvel a sé in sole quattro parti, di lunghezza identica. Di notevole c'è uno Yoda ancora poco definito, più simile a una via di mezzo tra un rospo e un Hobbit che a quello che ormai abbiamo imparato a decodificare. Le didascalie ancora una volta si sprecano, rappresentando il vero punto debole di ogni adattamento, ma paradossalmente una loro "dignità antica" questi albi ce l'hanno. Certo, non si perdona il finale veramente troppo tirato via del sesto episodio, ma tuttavia anche quell'albo riesce a farsi apprezzare grazie alla galleria di bozzetti che lo chiude, bilanciando l'eccessiva cortezza del fumetto.


    -. Le Cronache dei Jedi (Anderson-Veitch/Gossett-Carrasco-AAVV)

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    Il Silmarillion formato Star Wars. Se c'è un'opera che può rispondere alla domanda "Di cosa dovevano vendicarsi i Sith?" è proprio la macroserie firmata dai due numi tutelari del fumetto starwarsiano Veitch e Anderson. Anderson specialmente, scrittore anche di una serie di romanzi ambientati dopo Episodio VI che raccontavano la costruzione del nuovo ordine Jedi per opera di Luke, e da sempre interessato enciclopedicamente all'universo di Star Wars, sente qui il bisogno di andare all'origine e raccontare fatti risalenti a millenni prima. Ecco quindi una Repubblica ancora piuttosto giovane che ha appena conosciuto i viaggi iperspaziali, una concezione dell'essere Jedi ancora molto "morbida" (non c'è traccia del divieto di matrimonio che verrà introdotto solo con la nuova trilogia e la strada verso l'apprendistato è aperta a chiunque senta di essere in sintonia con la Forza) e soprattutto i primi Sith. Che primi non lo sono affatto visto che la loro origine si perde nella notte dei tempi, in un'epoca ancora precedente ai fatti qui narrati. Nella coppia di volumi L'Età d'Oro dei Sith e La Caduta dell'Impero Sith si ha quindi il vero e proprio antefatto alle vicende di Star Wars, e viene così rivelato che i Sith altro non erano che Jedi che avevano conosciuto il male e che nella loro fuga erano venuti a contatto con un'antica civiltà aliena dedita alla magia nera. L'impero scaturito dall'unione di queste arti magiche con il Lato Oscuro della Forza aveva dato vita al culto che conosciamo oggi, rimasto nella periferia dell'universo fino al giorno in cui due incauti esploratori della Repubblica, in cerca di denaro tracciando nuove rotte commerciali, non ci erano finiti in mezzo. La tela d'inganni tessuta dal loro ultimo Signore, Naga Sadow, avrebbe dato inizio alla guerra iperspaziale, in cui l'impero Sith avrebbe trovato la sua fine. Questi volumi contengono due miniserie di sei e cinque parti, facente parti dello stesso arco narrativo, creato però a posteriori rispetto ai volumi successivi, realizzati anni prima (pratica abbastanza comune quando si parla di Star Wars). Di certo non esaltanti quanto a realizzazione, visto che in fin dei conti le caratterizzazioni dei protagonisti sono abbastanza ingenue e il lato grafico appare un po' confusionario, ma sicuramente fondamentali per la mitologia della Saga.
    Ambientato mille anni dopo, I Cavalieri della Vecchia Repubblica è invece il vero punto di partenza della serie, volumozzo gigantesco contenente ben due trilogie, Ulic Quel-Droma e la Battaglia di Onderon e La Saga di Nomi Sunrider, che presentano rispettivamente i due protagonisti della serie nonché una bilogia, Il Risveglio di Freedon Nadd in cui i loro destini vanno a convergere. Si racconta la storia di Ulic Quel-Droma, sorta di precursore di Anakin Skywalker, destinato a cadere vittima del Lato Oscuro della Forza. Il periodo qui narrato appartiene alla sua fase Jedi, quando chiamato a fronteggiare un disordine sul pianeta di Onderon, scopre che i suoi abitanti sono assoggettati allo spirito di Freedon Nadd, Sith defunto millenni prima. Da qui iniziano le vicende raccontate ne Gli Oscuri Signori dei Sith e ne La Guerra dei Sith, in cui vediamo le perverse macchinazioni dello spettro che, desideroso di proclamare un successore, attira a sé il curioso Jedi Exar Kun con l'intenzione di farne il nuovo Oscuro Signore. E' l'occasione per scoprire l'origine dei templi visti su Yavin 4, sorta di mausoleo in cui riposa ciò che rimane dell'eredità dell'ultimo vero Signore dei Sith Naga Sadow, che Exar Kun fa propria. Ulic Quel-Droma, desideroso di imparare a conoscere il Lato Oscuro per poterlo sconfiggere dall'interno, si infiltra nelle linee di Exar Kun ma incapace di controllare un simile potere ne diventa presto vittima, trasformandosi nel suo apprendista. Siamo alle origini della famosa regola del due che la farà da padrone nella Nuova Trilogia e da qui in poi avrà luogo quella che verrà poi conosciuta come Guerra dei Sith. Sono pagine molto buone, ben realizzate e interessantissime, con frequenti elementi di modernità sebbene qua e là il loro essere realizzate nei primi anni 90 si faccia un po' sentire. Oltre ad essere fondamentali per quanto riguarda la mitologia dell'universo starwarsiano molti fatti si riveleranno interessantissimi a posteriori, visto che alcuni particolari torneranno nella trilogia a fumetti del Dark Empire con un gioco di rimandi all'incontrario che appassiona molto i cultori dell'EU. Infine abbiamo Redenzione, il volume più recente, sorta di corollario che narra appunto della sorte di Ulic e del terribile scotto che una volta libero dal Lato Oscuro dovrà comunque pagare. Per salvarlo dal male Nomi Sunrider, l'eroina dell'epopea, l'ha reso insensibile alla Forza, ed è ora una sorta di Jedi cieco che vaga per la galassia alla ricerca di un luogo dove morire in pace. La narrazione si articola in cinque parti, realizzate magistralmente: la loro modernità si sente tutta e la lettura risulta assai appagante, vuoi per il tratto pulito di Gosset, vuoi per gli spettacolari colori. Il frequente ricorso a immagini enormi e a splash page mute accentua molto la spettacolarità, sembra di star guardando dei quadri. E le atmosfere silenziose e innevate del pianeta dove Ulic cerca la pace interiore rimangono ben impresse, conferendo al tutto un registro al contempo epico ed intimista.
    Tales of the Jedi è una serie molto buona, quindi, sia pur con alti e bassi, che però narra fatti da cui non si può prescindere, se si vuole avere una conoscenza approfondita dell'universo di Star Wars. La serie avrebbe avuto un richiamo molto forte, nonché una sorta di "sequel morale" nella nuova epopea ambientata nei secoli successivi, Knights of the Old Republic, rimasta per ora ahimé confinata negli States.


    -. L'Ombra dell'Impero (Wagner/Plunkett)

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    L'Expanded Universe Lucasiano è ufficiale, sì, ma fino a un certo punto. Tutti i romanzi e i fumetti che raccontano quanto accaduto prima, durante e dopo i sei film della Saga vanno presi per buoni a patto che Lucas non decida di rinnegarli. E a volte la loro presenza è persino ingombrante (non a molti fan piace che la morte di Chewbacca sia stata raccontata, e ci sono molti detrattori delle saga post Episodio 6). Sta di fatto che in questo stesso universo espanso, ci sono alcuni prodotti che si elevano su un gradino superiore, tanto da far quasi parte della saga principale. Si tratta delle due serie animate sulle Clone Wars rispettivamente di Genndy Tartakowsky e Dave Filoni, e del progetto multimediale L'Ombra dell'Impero, approvato dallo stesso Lucas, che dovrebbe colmare il buco tra gli episodi V e VI. Di Shadows of the Empire esiste un mucchio di roba, è sicuramente uno dei lati dell'universo di Lucas più conosciuto dai fan. Ma cos'è esattamente Shadows of the Empire? Bè, un bel nulla. Il progetto era proprio quello di creare un episodio fantasma della Saga, un film ipotetico da non realizzare mai per davvero, ma a cui dedicare un romanzo, una serie a fumetti, un videogioco, una linea di pupazzetti Micro Machines e addirittura un'ipotetica colonna sonora. Insomma, una supertruffa, per farla breve.
    Nel videogioco dell'Ombra dell'Impero per Nintendo 64, si impersonava il mercenario Dash Rendar e lo si conduceva attraverso vari livelli di varia impostazione (potevano essere livelli sparatutto, di battaglia con navi spaziali, di corse con le moto), partendo da alcuni scenari de L'Impero Colpisce Ancora e arrivando a riallacciarsi direttamente agli eventi de L'Ombra dell'Impero, nel cui finale Dash Rendar aveva un ruolo di primo piano. Però dai pochi filmati presenti nel videogioco era impossibile capire qualcosa di questa storia, il cui modo migliore per fruirne dovevano essere per forza le due versioni cartacee, romanzo di Steve Perry in primis. Al fumetto rimane però il merito di aver esportato l'Expanded Universe nel nostro paese, dal momento che fu la prima uscita (non ancora numerata) dei volumi Magic Press, fungendo da grande inizio, per una serie di albi che avrebbe presto ospitato storie provenienti da tutti i cangli epocali della continuity starwarsiana. Il volume in questione racchiude l'intera miniserie, scritta da John Wagner e disegnata da Kilian Plunkett, composta da sei episodi di 24 tavole ciascuno, per un totale di trecento tavole di combattimenti, complotti e sottotrame una più complessa dell'altra. Perchè questa è una delle caratteristiche del progetto: una trama complessissima e ricca di intrighi che vede narrate a più piani: la disperata ricerca di Luke da parte del padre, le peripezie di Boba Fett impegnato in mille scaramucce contro IG-88 e altri cacciatori di taglie, intenzionati a sottrargli il corpo di Han Solo, il progressivo infiltrarsi alla corte di Jabba da parte di Jix, l'inviato di Vader, e ovviamente l'emergere della figura di Dash Rendar, schivo collaboratore dei Ribelli. Ma a reggere le fila di tutto questo è il principe Xizor, capo dell'organizzazione criminale del Sole Nero, che per tutta la durata della storia non fa che ingarbugliare la trama complottando e facendo il quadruplo gioco con tutti, Palpatine, Leia e Jabba inclusi, finendo per irritare tremendamente Vader e lo stesso lettore perso nelle sue innumerevoli trame. Paradossalmente proprio il personaggio a cui è stato affibbiato il ruolo del protagonista nell'incarnazione videoludica del progetto è quello che meno si integra col tutto, e ci si chiede sempre cosa ci stia esattamente a fare e perchè abbia avuto l'onore di essere il protagonista del videogioco.
    Insomma probabilmente il medium per godersi appieno L'Ombra dell'Impero non è neanche questo, ma il romanzo, uscito da noi ma di difficile reperibilità. Forse è lì che la maggior parte dei fatterelli (tipo la presenza di Dash su Ord Mantell) avranno il giusto spazio, e sempre lì la figura di Dash Rendar apparirà un po' meno sacrificata. Però va anche detto che la confusione riguarda più che altro la trama generale, mentre la sceneggiatura in sé è veramente ben fatta e cristallina. E la cosa migliore di tutte è che sin dai primi momenti di lettura pare di essere immersi nelle atmosfere e nello stile dei dialoghi della trilogia originale. E non è poco.


    0-6-8. Trilogia di Thrawn (Zahn-Baron/Vatine-Dodson-Biukovic)

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    Il nume tutelare della narrativa starwarsiana in forma di romanzo è senza dubbio Timothy Zahn. E' lui l'artefice della trilogia di romanzi sull'ammiraglio Thrawn, iniziata con L'Erede dell'Impero, che conclusa la Vecchia Trilogia servì a dare ai fan qualcosa su cui rimuginare in attesa che l'Expanded Universe si aprisse dinnanzi a loro dispiegando gli innumerevoli meandri della sua continuity. Non tutti gradirono però questo voler indugiare sui personaggi amati, rendendoli protagonisti di una dimensione narrativa di serie B in cui i rimasugli dell'impero si riorganizzavano di continuo, pronti a minacciare la Nuova Repubblica con armi sempre più potenti e flotte inarrestabili. I dati di vendita però parlavano chiaro, e fu così che Zahn, seguito a ruota dal collega Stackpole coi suoi romanzi sulla squadriglia X-Wing, proseguì la grande e discussa epopea del post-episodio VI, continuando la storia con Sfida alla Nuova Repubblica e L'Ultima Missione, senza alcuna soluzione di continuità. I tre albi in questione altro non sono che l'adattamento in forma di fumetto dei tre romanzi della trilogia, che raccontano i fatti successivi alla disfatta di Palpatine, con una Repubblica pronta a rinascere malgrado i tentativi di alcuni Moff nostalgici del vecchio regime. Il Moff che dà il titolo alla trilogia è appunto Thrawn, un personaggio molto interessante che in un certo qual modo si fa portavoce della visione che Zahn ha di Star Wars. E' un approccio strategico, tattico, molto poco spirituale, in cui la Forza è un potere magico di cui parlare il meno possibile, ma che anzi, si può addirittura spegnere qualora nei paraggi ci fossero degli Ysalamiri, animaletti in grado di annullarla. Inutile dire che una visione di questo tipo irritò leggermente buona parte del fandom, data l'evidente incogruenza con la concezione che si ha della Forza nella Saga. Al contrario oltre alle manovre militari a Zahn interessa molto esplorare la dimensione "piratesca" della saga, mettendo in scena un nucleo di contrabbandieri che nel corso di tutta la Trilogia entrerà in contatto con Luke. Ecco quindi arrivare il simpatico Talon Karrde ma soprattutto Mara Jade, aggiunta di non poco conto dal momento che il personaggio in questione rivelerà un passato come braccio destro di Palpatine e sarà destinata a diventare nientemeno che la moglie di Luke, malgrado al momento lo voglia ancora uccidere. I due collaboreranno accidentalmente nei primi due volumi, mentre nel terzo si ritroveranno a combattere dalla stessa parte, mettendo quindi definitivamente da parte i contrasti. Altra new entry che verrà utilizzata in seguito nelle opere dell'EU è l'agente che assiste Leia durante il parto dei due gemelli avuti da Han: la biancocapelluta Winter.
    Ognuno dei tre volumi è composto da una mini di sei episodi, il formato più esteso per questo tipo di serie, ma pur essendo disegnati ottimamente e sceneggiati con una certa attenzione, l'eccessiva complessità della trama, lo strabordante numero di fatti e strategie militari di cui tenere conto, rendono la lettura di questi adattamenti molto difficoltosa. Forse questo è causato dal fatto che le vicende narrate nascono in un contesto diverso, quello del romanzo, in cui si ha una fruizione diversa, più rallentata, ma fattostà che dopo esser stati bombardati per tre volumi di tattiche, battaglie spaziali, voltafaccia e quant'altro è dura seguire bene il filo, e questo penalizza molto alcuni aspetti che in una trama meno "piena" avrebbero risaltato di più. Sia sottoforma di fumetto che di romanzo, questa trilogia rimane un'opera assolutamente fondamentale qualora si volesse esplorare il tanto biasimato periodo post-Episodio VI, dal momento che questo tipo di EU trova qua le sue origini e che infatti temi e personaggi avranno modo di tornare in seguito più e più volte.


    1-2-3. Trilogia del Dark Empire (Veitch/Kennedy-Baikie)

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    L'imperatore redivivo! I cloni di Palpatine! Luke diventa cattivo! Questa e altre bestemmie stanno al centro della trilogia in questione, vero e proprio sequel fumettistico di Star Wars, quanto la trilogia di Thrawn lo era stato nei libri. Eppure, pur nascendo quasi indipendentemente e contemporaneamente questi due sequel ipotetici sono stati messi poi in continuity, in maniera leggermente forzata. Secondo i geniacci della Lucasfilm, questa sconvolgimente trilogia si collocherebbe quindi dopo la disfatta di Thrawn, nel momento in cui i resti dell'impero vengono presi in mano dal suo "legittimo proprietario" Palpatine, o meglio da uno dei suoi tanti cloni, che hanno ora il compito di ospitarne la coscienza, salvatasi dalla distruzione del corpo grazie a chissà quale perversa magia Sith. E' essenzialmente questo il punto focale della questione, quello che i puristi - giustamente - respingono: alla luce della Nuova Trilogia e della profezia del Prescelto, che dovrà portare equilibrio nella Forza, non ha alcun senso far tornare Palpatine, visto che questo annullerebbe il sacrificio del povero Anakin, e quindi il fondamento della Saga stessa. Le restanti eresie ad una seconda occhiata non sono poi così terribili e in un certo qual modo coerenti: l'idea stessa dei cloni come si è visto nella NT non è poi così distante dalla filosofia di Star Wars ed è molto Sith come idea quella di perpetuarsi tramite stratagemmi abominevoli. Il passaggio al Lato Oscuro di Luke inoltre è soltanto apparente, la prova che deve affrontare è esattamente quella che Ulic Quel-Droma fallì cinquemila anni prima: riuscire a passare al male per sconfiggerlo da dentro. Luke diventa così allievo di Palpatine e si istruisce nelle arti del Lato Oscuro, solamente per tradirlo al momento giusto e aiutare i suoi amici, il che ne valorizza il personaggio. Siamo quindi agli antipodi della versione di Zahn, quella di Veitch è filosofia e spiritualità allo stato puro, anche se questo significa andare contro il principio di cui sopra. Questi eventi vengono raccontati nel primo volume della trilogia, Il Lato Oscuro della Forza, nel quale Veitch ha modo di far tornare persino Boba Fett, sopravvissuto perchè il Sarlacc l'ha trovato un po' indigesto. Oltre alla storia, articolata in sei parti come al solito questo primo volume contiene una lunga trattazione su alcuni aspetti dell'universo di Star Wars, e viene iniziata la numerazione ufficiale dei volumi Magic Press (legittimamente visto che la serie è anche il primo fumetto di Star Wars mai prodotto dopo il passaggio a Dark Horse). Nel secondo volume, La Vendetta dell'Imperatore, anch'esso in sei parti, l'attenzione si sposta sulla ricerca di nuove leve per l'accademia Jedi che Luke trova proprio su Ossus, l'antico pianeta biblioteca che era stato la base dei Jedi durante la Guerra dei Sith. E' solo il primo di un'innumerevole serie di riferimenti molto graditi a fatti che saranno poi spiegati nella serie Le Cronache dei Jedi, ecco quindi una discendente diretta di Nomi Sunrider, il risveglio di quel Jedi tramutatosi in albero per sfuggire alla distruzione del pianeta, il ritrovamento delle antiche spade laser e degli holocron di Ulic e Exar, come a voler sottolineare un filo conduttore molto marcato con il resto della produzione a fumetti dell'EU. Certo, è un po' curioso che tutte queste cose, riferite guarda caso alla stessa epoca lontana saltino fuori proprio ora contemporaneamente, ma fa parecchio piacere questa coesione. Entrambi i volumi sono fortemente caratterizzati dai disegni di Kennedy, con un'estetica molto precisa e particolare, che può anche rimanere indigesta di prim'acchito, ma che superato il disorientamento iniziale inizia a piacere, con buona pace delle disturbanti tinte verdognole. Il terzo albo è però molto diverso dai precedenti visto che cambia il disegnatore, e che...è parecchio sottile. La Fine dell'Impero è infatti molto breve visto che si estende per due soli capitoli, forse un unicum nella produzione a fumetti Dark Horse legata a Star Wars. Si narra la fine di Palpatine, ammalato a causa di un clone difettoso, e del suo ultimo tentativo di possedere un nuovo corpo: quello del figlio di Leila. La morte lo coglierà non appena uno dei Jedi ritrovati, Brand, imprigionerà la sua coscienza nella sua impedendogli di entrare in un nuovo corpo e morendo dilaniato dalle tenebre, una risoluzione piuttosto sbrigativa ma non priva di un certo fascino.
    Una bella saga quella del Dark Empire, tutto sommato. Certo, ha la sua brava magagna ma anche parecchi pregi, ed è quasi un peccato che - come si vocifera in giro - alla luce dei fatti recenti la Lucasfilm stia valutando di sbatterla fuori dal canone. Se questo accadesse avremmo di certo un EU post Episodio VI più pulito e sopportabile ma si andrebbero a perdere molti elementi importanti, come i collegamenti con Tales of the Jedi o quelli con la bilogia dell'Impero Cremisi creata per poter far da sequel diretto a questa trilogia. Per non parlare del recupero brillante di Boba Fett, che nello stomaco del Sarlacc non avrebbe potuto dar vita ad alcune avventure fumettistiche molto intriganti che invece gli sono capitate. Una buona via di mezzo potrebbe essere un riconsiderare alcuni elementi in modo da correggere la Saga anziché sopprimerla definitivamente.


    4. Boba Fett - Morte, Bugie e Tradimenti (Wagner/Kennedy)

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    Una serie molto particolare questa che vede Boba Fett finalmente protagonista assoluto. L'idea di farlo resuscitare in Dark Empire si è rivelata senza alcun dubbio vincente viste le potenzialità del personaggio. Boba Fett è perfettamente calabile in qualsiasi contesto, lo si può mettere a confronto con feccia d'ogni tipo, come con l'elìte dell'aristocrazia (infatti avrà anche una mini in cui duetterà con Vader) e lui conserverà sempre la sua ironia, il suo freddo distacco professionale. Particolare è anche il formato della miniserie che consiste in sole tre parti, lunghe però una quarantina di tavole ciascuna, molto sopra la lunghezza media, il risultato è un volumozzo piuttosto spesso e illustrato con lo stile già visto in Dark Empire (i disegni sono ancora di Kennedy e la colorazione tendante al verdognolo è identica) e ambientato a quanto pare proprio durante la rimonta imperiale lì narrata. La volontà di dare coesione è evidente, visto anche che si tratta della prima miniserie di Star Wars prodotta dalla Dark Horse, cosa che tralaltro spiega l'atipicità del formato.
    Si tratta più o meno di tre storie autoconclusive legate però dal ricorrere di personaggi e situazioni: il tema di fondo è la militanza di Boba al servizio di un Hutt innamorato. E' l'occasione di osservare più da vicino il funzionamento delle caste Hutt, come funzionano i loro matrimoni e la loro riproduzione. Tutto molto grottesco e divertente e non mancano infatti tonnellate di humor nero e intrighi familiari, con tanto di scaramucce matrimoniali, contrasti col suocero che finiscono nel sangue, ricche doti e cadaveri di vecchi nemici serviti ai banchetti. Quella degli Hutt è una realtà disgustosa, una caricaturizzazione estrema del crimine organizzato, e in questo contesto allo spettatore non rimane che identificarsi col freddo distacco di Boba, che non si lascia troppo coinvolgere e che in una realtà tanto squallida pensa giustamente al suo tornaconto. Una mini particolarmente riuscita quindi, da avere anche solo per lo stile raffinato.


    5. Jabba de' Hutt - L'Arte del Commercio (Woodring/Wetherell)

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    Ambientata in un momento imprecisato tra Episodio IV e Episodio V, ecco la prima (e pare unica) miniserie dedicata al mitico Jabba. Trash fino al midollo, consta di quattro episodi autoconclusivi, legati però tra loro in quanto tappe di un unico viaggio d'affari che Jabba affronta per raggiungere un vecchio amico. Amico che ovviamente gli volterà le spalle immediatamente incorrendo in una reazione a catena di mosse e contromosse sempre più stupefacenti, che vedrà i due rivali seduti a un tavolo intenti a negoziare veleni, controveleni e ricatti assortiti con una flemma dovuta all'abitudine. Il primo episodio è tutto così, e ricorda infatti moltissimo la scena iniziale di Indiana Jones e il Tempio Maledetto, in cui Indy si ritrova a negoziare lottando per la sua stessa vita. Questa scelta dei tempi narrativi giusti, questa tensione a suo modo comica caratterizzerà anche i tre episodi successivi in cui Jabba si ritroverà a fare i conti prima con una regina vermona che se lo vuole mangiare, poi con una famigliola di ricconi i cui componenti hanno il brutto vizio di assassinarsi tra loro e infine con una rivolta organizzata nel suo stesso palazzo dal suo maggiordomo Bib Fortuna. E ogni volta Jabba se ne uscirà tranquillissimamente, con uno stile e una classe che avranno dell'invidiabile. Trame argute e un'ironia in dosi massicce vengono però valorizzate/penalizzate da un comparto grafico piuttosto povero e scarno, che da un lato abbassa terribilmente la qualità dell'insieme, ma nel contempo restituisce un registro trash appropriatissimo. Insomma, un fumetto feccia, e proprio per questo terribilmente divertente.


    7-12. La Bilogia dell'Impero Cremisi (Richardson-Stradley/Gulacy)

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    L'Impero Cremisi è una mini in sei parti, nata con l'intento di offrire una sorta di sequel alla nota trilogia del Dark Empire. Disegnata e sceneggiata eccellentemente riesce nell'intento di raccontare nuove guerre contro ciò che resta dell'impero, senza andare a scomodare i personaggi celebri come Luke o lo stesso Palpatine. Nel far questo la serie mostra una certa classe, visto che non tira mai in ballo vecchie conoscenze ma racconta il tutto da un punto di vista decisamente insolito, quello delle guardie cremisi, bodyguard personali dell'imperatore. Dietro la morte dell'ultimo clone di Palpatine c'è stato un sabotaggio, la sua guardia personale Carnor Jax ne è il diretto responsabile, e proprio lui è il principale candidato a raccogliere l'eredità imperiale. Il suo collega Kir Canos però ha visto tutto e, fedele ad un'immagine mitica dell'impero che è solo nella sua testa, rischierà tutto per vendicare il suo signore e impedire a Carnor Jax di usurparne il trono. Già si nota come Kir Canos agisca come un uomo solo: non è più un imperiale dal momento che ciò che ha visto lo mette in una posizione scomoda e allo stesso tempo non condivide la causa della Nuova Repubblica. Questo ne fa una specie di eroe romantico, una figura non banale, testarda e perennemente in dissidio con chiunque, ma coerente con sé stesso, al punto da risultarci un "buono". Nella sua quest personale non mancherà di entrare in contatto con i ribelli con cui stringerà una momentanea allenza, ricca di risvolti etici piuttosto interessanti. E a impreziosire il tutto, oltre a un comparto grafico spettacolare, sono presenti numerosi flashback che raccontano l'addestramento di Canos, e le prove d'ammissione all'ordine affrontate su ordine di Vader e in presenza di Palpatine. Con L'Impero Cremisi II - Il Consiglio di Sangue torna Canos, che una volta compiuta la sua vendetta, si nasconde in incognito sotto l'identità del cacciatore di taglie Kenix Kil. L'impero è ormai completamento spazzato via e ai piani alti è rimasto un gruppo di politicanti in perenne contrasto tra loro, quando però tutti loro inizieranno a perire misteriosamente Canos tornerà in azione per cercare di capire cosa sta succedendo e quanto lasciarsi coinvolgere dalla cosa. Sicuramente la seconda parte è meno soddisfacente della prima, anche solo per la troppa complessità: la narrazione imbocca un discreto numero di strade parallele facendo cadere il tutto nel dispersivo. Riuscire a ricordare i nomi e la storia di ognuno dei tredici politicanti vittime del misterioso assassino non è facile e in fin dei conti inutile, ed è frustrante che il colpevole finale rimanga nell'anonimato suggerendo che si tratti della primissima avvisaglia dell'invasione Vong, che verrà narrata soltanto nei romanzi. Al di là di questo rimane sempre una bella lettura, e il modo migliore per rimettere sui giusti binari e sminuire un po' una resurrezione imperiale che pareva un bel po' fuori posto nella continuity starwarsiana.


    9. L'Ombra dell'Impero - Evoluzione (Perry/Randall)

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    Questa particolarissima miniserie in cinque parti rappresenta più una zoomata su un personaggio minore dell'Ombra dell'Impero piuttosto che il suo vero e proprio sequel. Ambientata pochissimo tempo dopo Episodio VI la mini racconta di come la ex killer personale di Xizor, l'androide Guri, dopo la morte del suo capo voglia assolutamente redimersi, ripulendo la propria memoria dalle azioni brutte compiute in passato. Per far questo dovrà sottoporsi ad un intervento chirurgico in cui un esperto scienziato proverà a rimuoverle la programmazione relativa a questo aspetto della sua vita, col rischio però, qualora l'operazione andasse male di perdere ogni singolo dato. Una scelta difficile che fa da base a una storia che avrà anche una cornice avventurosa, dal momento che tirerà in ballo un Sole Nero ora privo di leader, dilaniato dalle lotte intestine, con la nipote di Xizor pronta a servirsi di Guri per assicurarsi la sua fetta di potere. Nella seconda metà della storia avranno modo di inserirsi in via del tutto eccezionale anche Luke, Leila, Han e il gruppetto di personaggi classici, la cui utilità nell'economia della storia è alquanto dubbia ma che fa sempre piacere vedere in questo tipo di storie, di scarsa rilevanza per la continuity. La cornice di per sé è abbastanza inutile visto che la quest personale di Guri è già abbastanza interessante di suo e perfettamente capace di reggere da sola una storia. I disegni fanno il resto, molto buoni, luminosi e con tavole ricche di splash page che fanno sempre la loro figura. Guri è disegnata con una cura certosina ed è sempre bellissima, i colori sono ben dati, come tipico di queste storie fine anni '90. Interessante come Steve Perry abbia voluto chiosare il suo romanzo, decidendo di sceneggiare un fumetto che ne riportasse in luce un personaggio, e appropriato anche [spoiler]il cameo finale di Dash Rendar, che con la sua presenza chiude perfettamente il cerchio[/spoiler]. Non sarà però un caso isolato nel mondo di Star Wars questo passaggio da un medium all'altro, visto che la stessa cosa la faranno anche Zahn e Stackpole, mentre Anderson ha sempre dimostrato di sapersi muovere all'interno di entrambi gli ambiti.


    10. Darth Vader (Macan/Gibbons)

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    Un'acclamatissima mini in quattro parti, che narra dei tentativi (a dire il vero un po' goffi) di Vader di scoprire e poi tenere nascosto il nome del pilota che ha distrutto la Morte Nera. La serie è collocata per forza di cose subito dopo Episodio IV a Morte Nera appena distrutta, con un Luke ancora giovane e inesperto contadinello che non si rende neanche conto di cosa ha fatto e di quanto importante l'abbia fatto diventare per la Ribellione questo suo atto eroico. Vader si rende quindi conto di avere un figlio, e che questo è sopravvissuto alla morte di Padmé, e cerca in tutti i modi di evitare che Palpatine, di cui comincia a dubitare, lo venga a sapere, per poterlo magari instradare lui stesso. E' una situazione molto ghiotta anche solo perché dà modo di tornare in scena a personaggi e situazioni che nel tradizionale EU post Episodio VI possono farlo solo tramite grosse forzature. E vedere Vader in azione, temibile e nel contempo dilaniato dalla sua stessa insicurezza, è a dir poco esaltante. Peccato che anziché indugiare su di lui la serie preferisca divagare narrando altri fatti, altre sottotrame parallele, che riguardano una missione diplomatica di Luke, l'invidia provata dal pilota veterano che avrebbe dovuto volare al suo posto il giorno dell'attacco ma che era stato bloccato alla base dal morbillo, e soprattutto la missione personale di Mala, una ragazza dal corpo bruciato, unica rimasta in vita per errore di Vader a sapere il nome di Skywalker. Una storia più corale che incentrata su Vader quindi, e con disegni "d'autore" visto che è di scena il Gibbons di Watchmen, che col suo tratto "ironico" mostrerà molto bene quanto alcune situazioni siano tristemente ridicole o paradossali. Un must consigliatissimo anche solo per il suo raccontare un episodio fondamentale della mitologia, una tematica su cui i film della vecchia trilogia hanno stranamente glissato.


    11-13-16-21. Squadriglia Rogue Ala-X (Stackpole-Macan-Strnad-Tolson/Biukovic-Nadeau-Erskine)

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    Il secondo nume tutelare della narrativa starwarsiana sotto forma di romanzo dopo Timothy Zahn è Michael Stackpole. Stackpole si colloca pienamente nella scia di Zahn riprendendone le tematiche belliche contro i soliti rimasugli imperiali. Moff nostalgici e svariate minacce di piccola taglia sono infatti il tema della sua serie di romanzi incentrati sulla Squadriglia Rogue di Wedge Antilles. Stackpole prende Wedge, che nei film era sempre stato una presenza costante ma mai protagonista e lo rende il personaggio principale di questa serie di libri, creando attorno a lui un allegro equipaggio di piloti abbastanza assortito, che di volta in volta si modifica assumendo new entry e perdendone altre. Ambientate durante il pionieristico periodo di ricostruzione della Nuova Repubblica, queste avventure sono state poi la base per la seconda (dopo Tales of the Jedi) macroserie fumettistica di Star Wars targata Dark Horse. Una macroserie è solitamente composta di svariati archi narrativi, che, esattamente come le miniserie, vengono poi raccolti uno per uno nei TPB, i volumi americani di cui queste uscite Magic Press costituiscono il corrispettivo italiano. La serie a fumetti sugli X-Wing, i cui soggetti sono stati scritti dallo stesso Stackpole, si compone di nove archi narrativi...di cui solo otto sono però stati raccolti in volume. Inspiegabilmente il primo è stato bellamente saltato negli USA preferendo partire dal secondo, e così si è fatto anche da noi. Con la differenza che noi ci siamo fermati molto prima, pressappoco a metà serie, pubblicando quindi solo quattro volumi degli otto previsti. Di quelli giunti da noi forse il migliore è proprio il primo, La Nave Fantasma, che vanta una sceneggiatura cristallina, una trama molto interessante e dei disegni molto espressivi. Ambientato in un campus universitario questo episodio è forse il punto più alto toccato dalla serie e benché sia solo il secondo non stupisce che si sia voluto partire da qui per pubblicare in volume la serie. Viene fatto uno inoltre uno zoom sull'infanzia di Wedge, dal cui passato arriva un nemico che per il suo aspetto "pittoresco" non può non colpire la fantasia del lettore. Campo di Battaglia: Tatooine riporta invece le atmosfere della serie sul ben conosciuto pianeta desertico, con la squadriglia impegnata a gestire un affare piuttosto delicato che riguarda l'eredità di Jabba e l'arsenale da lui lasciato dopo la sua morte. Il volume anche se disegnato in maniera un po' caotica è veramente un giacimento di situazioni ed elementi che faranno la gioia degli appassionati, come il ritorno di Winter, il personaggio creato da Zahn nella Trilogia di Thrawn, la celebrazione dell'eroe di guerra Biggs da parte del suo codardo padre, la momentanea trasferta nel pianeta dei Twileek, Riloth, e lo svelamento finale della [spoiler]scioccante sorte di Bib Fortuna[/spoiler]. Oltre a questo il volume contiene pure una storiella extra di tredici tavole, che era stata data in omaggio coi cereali Kellogs nel 1996. Un po' più debole è il terzo volume, La Principessa Guerriera, che invece segue la scoperta delle origini nobiliari della pilota Plourr Ilo, che aveva sempre fatto parte del cast fisso di personaggi dei passati archi narrativi. Una storia di intrighi di corte un po' telenovelesca ma gradevole. Requiem per un Rogue infine è lo story arc più cupo, ma anche il più semplice. Per recuperare una nave Bothan naufragata, la squadriglia si ritrova su una luna boscosa e disabitata in cui il Lato Oscuro sembra esercitare uno strano influsso sulle menti di chi ci capita. La storia prende le mosse, senza alcuna soluzione di continuità con il volume precedente, dal pianeta di Plourr dove lei si è definitivamente stabilità e vedrà nel finale [spoiler]il sacrificio di ben due personaggi principali, che escono così definitivamente di scena[/spoiler]. Ognuno di questi volumi è composto da un arco in quattro parti, e non è dato sapere il contenuto dei volumi successivi, mai giunti da noi, visto che la serie si conclude nel 1998, prima dell'uscita di Episodio I e che ora come ora se anche la Panini volesse pubblicare altro materiale oltre alle Guerre dei Cloni, non attingerebbe certo a questa produzione un po' datata. Insomma anche nella più rosea delle ipotesi, sarà pressocché impossibile vedere il proseguio di questa serie nel nostro paese.


    14. Mara Jade - Il Braccio dell'Imperatore (Zahn-Stackpole/Ezquerra)

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    Timothy Zahn, coadiuvato dal suo "complice" Stackpole si dà al fumetto per raccontare le origini del personaggio di Mara Jade, da lui introdotto nei romanzi della Trilogia di Thrawn. Pur continuando a sembrare un po' strana l'idea che Palpatine si servisse di questa Jedi Oscura (non direi che sia possibile considerarla Sith) per i suoi scopi, la serie è molto azzeccata. Si tratta di una mini in sei parti (lunghezza finora adottata solo per saghe importanti come L'Impero Cremisi, il Dark Empire o Le Cronache dei Jedi) che racconta delle difficoltà che Mara deve affrontare dopo la morte di Palpatine, in quei difficili giorni di interregno che vedono l'impero sgretolarsi nella lotta tra le fazioni. Leale all'imperatore e per questo in un certo senso "buona" (ricorda Kir Canos) Mara si ritroverà senza più alcuna protezione e in balia di funzionari imperiali che non vedono l'ora di sbarazzarsi di lei. Eppure tra un'evasione e l'altra, Mara riuscirà a portare a termine la sua ultima missione, quasi per sfizio personale, che consiste nell'annientare la Nebulosa Nera, sorta di erede del Sole Nero.
    Anche se la sua presenza nella Saga a molti fan di Star Wars non è mai andata giù, leggendo questo volume non si può fare a meno di solidalizzare con lei, di provare tenerezza durante il suo tentativo di costruirsi una vita normale come cameriera di un bar. Un finale piuttosto veloce però, che sarebbe stato meglio diluire anche solo per dare una degna chiusa al saliscendi emozionale che riserva il lettore durante le peripezie di questa poveraccia.


    15. Boba Fett - Nemico dell'Impero (Wagner/Gibson-Nadeau)

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    La seconda miniserie dedicata a Boba Fett si articola stavolta in quattro parti, e viene ambientata nell'assai poco sfruttato canglo epocale che divide le due trilogie, in quell'epoca oscura in cui Darth Vader spadroneggiava e la galassia veniva oppressa. Un periodo perfetto per raccontare qualsiasi tipo di storia senza dover tirare in ballo per forza i soliti volti noti che il sovrautilizzo rende sempre meno credibili, come sembrerebbe aver capito lo stesso Lucas dal momento che ha annunciato di volerci ambientare un telefilm. Una storia bella che conserva lo humor che Wagner ha già dimostrato di saper infondere nella scorsa miniserie con protagonista Boba Fett: feccia spaziale, cacciatori di taglie, criminalozzi e patetiche vittime sono di nuovo all'ordine del giorno. Molto divertenti anche le divagazioni sui monaci pessimisti, tuttavia in tutto aleggia stavolta un elemento di serietà, e cioè il "tesoro" che Boba Fett deve recuperare per Vader, salvo poi apprendere di dover morire. Il fatto che il contenuto dello scrigno celi [spoiler]la testa vivente di un'oracola, in grado di prevedere il futuro[/spoiler], offre alcuni spunti per indagare alcuni aspetti del rapporto tra Vader e Palpatine, e il combattimento finale tra due grandi personaggi come Boba Fett e Darth Vader è a dir poco esaltante. Una serie soddisfacente quindi anche se graficamente parlando potrà lasciare un po' straniti visto che si cerca di ricreare in qualche modo lo stile sporco e caricaturale di Kennedy, riuscendo solo parzialmente nell'impresa.


    17. Accademia Jedi - Leviatano (Anderson/Carrasco)

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    Anderson è il filologo tra gli autori dell'Expanded Universe. Attivo sia nel settore libresco che in quello fumettistico ha curato in passato sia la serie le Cronache dei Jedi insieme a Veitch che la sua serie di romanzi personale, incentrata sulla nuova generazione di Jedi che Luke sta addestrando. I riferimenti tra queste opere anche distanti tra loro nel tempo si sprecano: il personaggio di Exar Kun viene infatti messo in scena retroattivamente nella serie a fumetti, quando Luke si era trovato a doverne combattere lo spirito in uno dei libri della serie Accademia Jedi. Ora Anderson, con un briciolo di civetteria, fa ciò che avevano fatto pure Zahn e Stackpole trasportando nel medium fumetto quanto ha creato nella sua serie di romanzetti. Ecco quindi uscire una mini in quattro parti, che rientra perfettamente nelle atmosfere di quella serie, utilizzandone gli stessi personaggi e dando quasi per scontate le loro storie. La passione filologica nerd di Anderson emerge fin dalle prima pagine, quando Luke prima e Leila poi elencano le vicende che li hanno coinvolti durante tutto il periodo post Episodio VI. Ecco quindi venir enumerati i romanzeschi Thrawn e Daala, e la fumettistica resurrezione dell'imperatore, provenienti da due tradizioni quasi in contrasto tra loro ma qui uniti con una particolare attenzione verso i principi del sincretismo. Ridondante certo, ma a suo modo deliziosamente ingenuo.
    Il resto della storia non è niente di che, e infatti non si tratta d'altro che di una missione di questi nuovi Jedi, che lasciati soli da un Luke che non vuole interferire, dovranno sconfiggere il mostrone di turno, responsabile della distruzione di un pianeta. Lettura scorrevole, questo sì, con disegni senza né infamia né lode, ma abbastanza dimenticabile proprio per via di questa vicenda, adatta più ad un episodio di una serie televisiva che a una miniserie appositamente dedicata.


    18. Darth Maul (Marz/Duursema)

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    Ed ecco giungere in Italia la prima miniserie appartenente ad un nuovo EU, non più l'abusata guerriglia post Episodio VI contro i nostalgici del duce, ma episodi più plausibilmente inerenti ai fatti dei film. Con la Nuova Trilogia è iniziata una nuova era infatti, in cui si pensa più a colmare i vuoti tra un film e l'altro che a immaginare forzati sequel. A svolgere questo onorato incarico è la macroserie Republic, considerata la testata portante su Star Wars che con il suo centinaio di numeri e i suoi innumerevoli archi narrativi ripercorre, praticamente in tempo reale con l'uscita dei film, l'intero arco che va da Episodio I a Episodio III. Di conseguenza ecco che le miniserie ambientate in questo periodo (come Jedi o Obsession) diventano una sorta di tie-in, subordinate a questa sorta di serie portante. E' il caso di questa mini di quattro episodi che fa da antecedente immediato ai fatti visti in Episodio I, facendoci seguire Maul da vicino in una missione affidatagli da Palpatine che lo vedrà annientare uno per uno i leader del Sole Nero di allora. Veloce, silenzioso, spettacolare sono aggettivi che potrebbero riferirsi tanto al protagonista della storia quanto al volume stesso visto che in fin dei conti è tutto una grande scusa per mostrarci Maul in pose plastiche e dinamiche. La vicenda, semplice semplice, la si può leggere velocissimamente dando una sfogliata, dal momento che si esaurisce in una serie di combattimenti silenziosi, eppure risulta forse una delle letture più belle a tema Star Wars, proprio per il carisma implicito del personaggio. Molti hanno avuto da ridire in merito al sottoutilizzo di un personaggio come Maul all'interno della Minaccia Fantasma, tutti si aspettavano chissà cosa da lui, e invece hanno avuto "solo" un nemico agile e stupendo a vedersi, una furia visionaria e estetica che, secondo le dichiarazioni dello stesso Lucas, altro da questo non voleva certo esserlo. E il volume, perfettamente coerente con questo ci offre lo stesso tipo di spettacolo. Un caloroso applauso a Duursema che ritroveremo poi proprio nella serie Republic.


    19. Matrimonio (Stackpole/Teranishi)

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    Quando si cita il punto più basso mai toccato dall'EU, molti fanno riferimento proprio a questa terribile mini da quattro in cui vengono raccontate nel dettaglio le nozze tra Luke e Mara Jade, chiosando una love story che si protraeva dai tempi della trilogia di romanzi di Timothy Zahn. Il "colpevole" di cotanto misfatto pare essere ovviamente Stackpole che onorando l'operato del suo amico Zahn riesce a infilare in questa speciale celebrazione tutta una galleria di personaggi creati da lui quali Winter, Talon Karrde e ovviamente Mara Jade. Non mancano i componenti della "sua" squadriglia Ala-X che alla cerimonia non possono certo mancare. Lo spunto per un simile abominio viene dato da certi speciali del Marvel e del Dc Universe che tra una pacchianata e l'altra celebrano i matrimoni di questo o quel supereroe, facendo uscire anche edizioni differenti dello stesso albo celebrativo. La pacchianata in questo caso sta tutta nel poter vedere finalmente Luke, Lando, Han e tutto il gruppetto alle prese con la vita quotidiana e le problematiche comuni di un simile evento, traslate però nell'universo narrativo starwarsiano. E se la cosa non fosse infinitamente triste e di cattivo gusto, sarebbe quasi divertente. E infatti presa come divertissement la serie funziona anche, e infatti dà modo di vedere l'addio al celibato di Luke che consiste in una scazzottata in osteria accompagnato da Han e Lando, oppure i giretti di Mara Jade accompagnata da Leia, Winter e altre comari in giro a far spese. E non manca la sottotrama d'azione! Alcuni filoimperiali non vedono infatti di buon occhio il matrimonio tra i due e cercano di mandare a monte la cerimonia rovinando l'abito della sposa, salvo poi pentirsi e redimersi all'ultimo momento.
    In questo clima da fiction/telenovela ci stanno a fagiolo i "disegni" di Chuckry, che più che disegni somigliano più a delle fotografie modificate con photoshop. La cosa ha dell'inquietante, specie visto che spesso e volentieri alcune loro espressioni sono assolutamente fuori luogo, i personaggi fanno delle smorfie oscene che incredibile a dirsi sono assolutamente realistiche e plausibili, seguendo alla perfezione i lineamenti degli attori di riferimento. Come se l'obiettivo fosse stato prendersi gioco dei difetti fisici di Hammil, della Fisher & co. Questo effetto "rotoscopico" poi, non fa altro che accentuare il feeling da telenovela, dal momento che dà al tutto un taglio da fotoromanzo. Insomma, un pezzo da collezione!


    20. Chewbacca (Macan/AAVV)

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    E finalmente anche il caro vecchio "Ciube" ha la sua miniserie in quattro parti. Peccato che tale onore gli venga tributato solo da morto. Eh già, perché secondo l'EU il caro Wookie perisce nelle guerre contro i Vong, popolazione che invade la galassia in epoca molto tarda, e a cui vengono dedicati fior fior di romanzetti. Va anche detto che questa guerra contro i Vong è un'invenzione piuttosto gratuita, fatta più per avere un pretesto per tirare in ballo nuovamente il solito vecchio cast, che sennò una volta ripulito l'universo dai nostalgici del vecchio regime, correrebbe il rischio di vivere una vecchiaia serena. Ma che piaccia o no sono eventi che sono entrati di diritto nel database della Lucasfilm e come tali devono essere messi in conto quando si parla di EU. L'intera miniserie altro non è che una celebrazione dello Wookie, morto da poco. C-3PO e R2-D2 passano in rassegna una per una tutte le persone che hanno avuto in passato a che fare con Chewbacca, con lo scopo di intervistarle e realizzare così una raccolta di aneddoti con cui salutare l'amico. Si parte dalla moglie e dal padre, quegli stessi Mallatobuck e Attichitcuk che avevamo avuto modo di conoscere nel tremendo Star Wars Holiday Special, restituiti qui ad una dimensione un filino più appropriata alla visione lucasiana di Star Wars. I due raccontano un paio di aneddoti "tribali" in cui Chewbacca si è distinto per coraggio, possenza e orgoglio, dopodiché si passa a intervistare un po' di feccia spaziale, che da lui ha ricevuto in un certo qual modo una lezione. Vengono introdotti così gli aneddoti dello schiavista Sooh e di Mala Mala, quella stessa esserina dal corpo bruciato già vista in Darth Vader, che qui avrà modo di raccontare le sue drammatiche origini. Ogni episodio ha un disegnatore differente, e per illustrare questo viene nuovamente chiamato Gibbons che aveva ideato graficamente il personaggio.
    Si passa poi a intervistare il padre di uno Wookie albino, ucciso da Chewbacca in un regolamento di conti tribale, che avrà modo di raccontare un episodio a cui Lucas ha sempre tenuto tanto e che aveva vietato di raccontare fino a questo momento: il primo incontro con Han Solo, quando lui era ancora un soldato imperiale desideroso di ribelllarsi. Il cerchio poi si stringe intorno ai personaggi più famosi, quindi tocca a Wedge e Lando raccontare qualcosa, e i due si inventano aneddoti piuttosto ridicoli, quello di Wedge specialmente, in cui Ciube fa figure piuttosto comiche. Ma un pugno nello stomaco è invece la testimonianza di Leila, che più che una storia è un triste monologo in cui si rammarica della sua infelice condizione. E' una Leila invecchiata malissimo, parecchio imbruttita, e schiacciata dal rimpianto e dal rancore verso Chewbacca, che implicitamente accusa di averle sempre tenuto distante il marito. Una Leila che sembra piuttosto non sapere bene con chi prendersela per tutte le sue recenti sventure, i cui veri responsabili sembrano essere invece gli autori EU che non hanno saputo inventare un percorso sereno per raccontare le avventure post Episodio VI dei personaggi principali. Una figura migliore non la fanno Luke e Han, il primo talmente intristito dagli eventi da non saper raccontare altro che gli ultimi momenti di Chewbacca prima di morire, mentre il secondo è messo ancora peggio, ridotto a parlare da solo facendo finta che il suo amico sia ancora con lui, quando così non è. Il suo aneddoto è paradossalmente il più brutto e anonimo di tutti e lascia un grande amaro in bocca. Il volume però è forse uno dei più riusciti, ricco di materiale interessante, di guest star importanti e di riflessioni non banali e con una discreta dose di pathos. Il modo migliore di salutare Chewbacca...sempre che doverlo salutare sia da considerarsi una cosa positiva.


    22. Cacciatori di Taglie (Truman/McCaig, Schultz/Rubi, Mangels/Nadeau, Stradley/Saltares)

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    Giungono al termine le pubblicazioni Magic Press con quest'ultimo volume di Star Wars. Un volume veramente bello che propone una miniserie incentrata sui cacciatori di taglie, figure da sempre ben presenti nello scenario di Star Wars. La serie è peculiare visto che conta solo tre albi, dedicati ognuno a una storia differente, non legata alle altre due. Il cacciatore di taglie preso in esame cambia ogni volta, e nella versione raccolta in volume vi si aggiunge come extra una quarta storia, uscita a solo molto tempo prima ma assolutamente al suo posto in questa antologia visto che parla di Boba Fett, cacciatore di taglie per eccellenza. Si inizia con Aurra Sing, cacciatrice di taglie apparsa di sfuggita durante la gare dei Pod in Episodio I e poi ripresa più volte all'interno dell'EU legato alla nuova trilogia. Una storia divertente e sorprendente, chinata però in maniera un po' pesante, ma con un effetto complessivo molto gradevole. Si passa poi a quella che è la perla dell'albo, Il Prezzo di una Canaglia disegnata e colorata in maniera stupenda. In questo gioiellino di ritmo e umorismo sono di scena Bossk, Dengar e 4-LOM, i cacciatori che si intravedono nell'Episodio V e che vengono poi ripresi nell'Ombra dell'Impero. I tre hanno a che fare con un Lando più sfuggente che mai, e la storia si colloca durante il periodo di prigionia di Han nella grafite. Viene tralaltro spiegato come abbia fatto Lando in così poco tempo ad infiltrarsi senza troppi problemi tra le guardie di Jabba. In terza posizione viene inserita la storia extra, realizzata in precedenza come uscita singola e inclusa qui dentro a posteriori: Boba Fett - Motori di Distruzione in cui Boba si ritrova a fronteggiare un impostore. Godibile, anche se per forza di cose ha un look più datato rispetto alle altre. Va segnalato anche il fatto che si veda Boba Fett interagire più volte con Dengar, col quale sembra avere un rapporto di amicizia, dal momento che l'ha salvato dal Sarlacc. Forse un out of character che ne pregiudica la freddezza e il distacco, ma per certi versi anche un elemento di tridimensionalità non da poco. Infine abbiamo Kenix Kill che altri non è che l'identità alternativa di quel Kir Canos conosciuto nell'Impero Cremisi. Torna così un grande personaggio, con una storia che va a colmare il vuoto tra i due volumi che ne compongono la bilogia, e che spiega quindi cosa lo portò a vestire i panni fittizi di un cacciatore di taglie. Un volume che da solo abbraccia la più completa gamma di periodi possibile con storie che si inseriscono sia prima che dopo l'esalogia e persino nelle intercapedini tra un film e l'altro. Storie che colmano vuoti sia filmici che dell'EU e che restituiscono in pieno la sensazione di immensità che solo l'epica della galassia lontana lontana può dare. Una chiusura sfavillante per una serie di albi di cui si sarebbe sentita la mancanza per anni e anni.


    -. I Nuovi Adattamenti (Gilroy/Damaggio, Gilroy/Duursema, Lane/Wheatley)

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    Gli adattamenti dei film della Nuova Trilogia non sono stati mai pubblicati da Magic Press qui da noi. La Minaccia Fantasma e L'Attacco dei Cloni furono infatti pubblicati a parte da Fabbri Editori, mentre La Vendetta dei Sith rappresenta un nuovo punto d'inizio per il cammino editoriale italiano di Star Wars visto che è il volume con cui i diritti di pubblicazione passano da Magic Press a Panini Comics. Tutti e tre sono stati pubblicati come miniserie in quattro parti, formato oramai considerato lo standard per una miniserie di media lunghezza, anche se i singoli episodi presentano una foliazione ben maggiore rispetto alla media dal momento che si aggirano sopra la trentina di tavole. inutile dire che il trend qualitativamente positivo iniziato nei normali fumetti si riflette anche in questi adattamenti che appaiono molti migliori dei loro predecessori Marvel, sia graficamente grazie a delle colorazioni più accattivanti, che narrativamente, grazie invece alle meraviglie della decompressione. Il primo film è forse quello che risente un po' dei segni del tempo, disegnato con uno stile un po' inespressivo (ma tutto sommato rispettoso nelle somiglianze con gli attori), ma già nel secondo con i disegni di Duursema (uno dei fuoriclasse di Republic) le cose migliorano sensibilmente. E' con il terzo però che si ottiene una sintesi perfetta tra cinema e fumetto, con immagini che sembrano star raffigurando direttamente gli attori, con un filtro pastello di classe, molto lontano dall'effetto filtro fotografico di Matrimonio. E quel che conta è che il pathos dei film si ripresenta anche sulla carta stampata, obiettivo difficile a raggiungersi per qualsiasi adattamento. Va segnalato anche che essendo ormai introvabili i volumi Fabbri Editori, se si vuole recuperarli si può optare anche per il volume dei Classici Oro di Repubblica, che racchiude tutte e tre le storie.


    -. Obsession (Blackman/Ching)

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    Era dal 2003 che non venivano pubblicati fumetti di Star Wars in Italia. Con Cacciatori di Taglie la Magic Press aveva chiuso le pubblicazioni relative, e fu così che fino al 2005, anno dell'uscita di Episodio III nei cinema, fu il totale blackout. La nuova proprietaria dei diritti, la Panini, attese l'uscita del film per lanciare sul mercato il relativo adattamento nonché questo primo assaggio di Expanded Universe, che avrebbe dovuto testare i gusti del pubblico per cercare di capire se fosse stato il caso di far riattecchire in Italia il fenomeno Star Wars. Ambientata pochi mesi prima di Episodio III durante la fine delle Guerre dei Cloni, questa miniserie di cinque episodi é la storia della ricerca ossessiva da parte di Obi-Wan Kenobi di Asajj Ventress, l'aspirante Sith già vista in Clone Wars, la serie animata di Genndy Tartakowsky, nonché in svariati numeri della macroserie Republic di cui questa mini costituisce una sorta di divagazione. Sconfitta da Anakin per la prima volta su Yavin 4 e poi svariate volte nel corso dei fumetti (e dei futuri episodi della serie 3D), Asajj rappresenta per Obi Wan la proiezione di ciò che sarebbe potuto diventare (e che diventerà) il suo allievo se anzichè da Qui-Gon fosse stato trovato su Tatooine da Darth Maul. Questo spinge il Jedi a sprecare i giorni della sua licenza nell'affannosa quanto inutile (a detta di Anakin che crede che Ventress sia morta) ricerca della Jedi rinnegata. Obi-Wan crede di poterla redimere e trascina Anakin e mezzo consiglio Jedi su Boz Pity, pianeta cimitero, dove intraprende l'ennesima battaglia contro l'esercito separatista. All'interno della storia trova spazio inoltre un lungo combattimento contro il cacciatore di taglie Durge, introdotto pure lui nella serie 2d di Tartakovski e poi ripreso più volte negli albi di Republic. E' chiaro che la serie voglia essere una sorta di saluto definitivo per entrambi questi due personaggi, caratteristici delle Guerre dei Cloni, la cui sorte, tragica o meno viene qui narrata una volta per tutte. Un po' strano che non si sia voluto fare questo all'interno della serie regolare dove entrambi avevano avuto una massiccia dose di apparizioni. Triste poi notare con il senno di poi che pur venendo recuperata in seguito Asajj per gli episodi della serie tv 3D (ambientati certamente prima di Obsession) la stessa cosa non accadrà a Durge che troverà in Grievous una sorta di rimpiazzo ideale, per il ruolo di cattivone pseudo-robotico. Ad ogni modo quel che va delineandosi dalla lettura di questa serie dedicata a Ventress è un personaggio molto triste, con un malessere esistenziale enorme, che proprio da questa sua frustrazione trae forza. La sua rabbia cieca la rende potente, e sarebbe stato bello se questo potesse esser raccontato meglio tramite qualche flashback sul suo passato.
    I disegni di Ching rinunciano spesso al iperrealismo e alla somiglianza coi personaggi del film per privilegiare l'appeal visivo, cosa a mio parere assai positiva, che rende ancor più accattivante il volume. Insomma, un must have, che però forse a causa di questo suo dipendere troppo dai fatti del cartone e dei fumetti può esser parso piuttosto limitato ad occhi profani. Questo spiegherebbe il motivo per cui i fumetti di Star Wars sarebbero nuovamente caduti nell'oblio per altri tre anni.


    -. Rebellion (Williams/Badeaux-Lacombe)

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    Pare che la macroserie starwarsiane procedano a coppie: come Tales of the Jedi trova il suo degno successore in Knights of the Old Republic, come Republic ha la sua degna prosecuzione in Dark Times, ecco che la lunga epopea di Empire durata una quarantina di numeri, trova un sequel diretto nella serie Rebellion. Rebellion non avrà altrettanta fortuna, visto che dopo sedici albi e quattro archi narrativi verrà chiusa, ma perlomeno avrà "l'onore" di essere scelta dalla Panini Comics nel 2008 come test per provare a dare una seconda possibilità alla Saga. Vengono così fatti uscire, con una strategia sostanzialmente differente, non un volume ma ben tre albetti da edicola che racchiudono il primo arco narrativo della serie, Mio Fratello, il Mio Nemico arco narrativo lungo cinque episodi (corrispondente a più o meno un terzo della serie complessiva) che vede Luke fare i conti col suo passato, quando scoprirà che Tank il suo amico d'infanzia milita come ufficiale imperiale. Sono pagine molto belle che affrontano scenari e situazioni della Vecchia Trilogia secondo una sensibilità nuova, più raffinata, maturata dopo anni e anni di pausa dal vecchio modo di fare EU. Si parla di fatti ambientati tra gli episodi IV e V con un Luke ancora un po' inesperto e la ribellione piena di soggetti interessanti. Molti fatti avvenuti in Empire però vengono dati per scontati, e toccherà ad un ottimo apparato redazionale spiegare i punti oscuri. Inoltre ognuno dei tre albi contiene due episodi, sicché per appaiare l'ultimo viene scelta una gradevole storiella autoconclusiva tratta da Empire, Target: Vader. L'esperimento stavolta sembra avere successo e, complice l'imminente arrivo della serie tv The Clone Wars Panini mette programma per l'anno successivo l'uscita dei nove volumi sulle Guerre dei Cloni, che proporranno l'intera seconda metà di Republic, condita con alcune miniserie quali Jedi o la stessa Obsession, che si troverebbe addirittura a venir ristampata.
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    Tre erano le uscite starwarsiane annunciate quest'anno. Due delle quali erano l'inizio di due delle serie più apprezzate della saga, cioè Dark Times e Legacy. La prima no, era qualcosa di diverso. Una sorta di volume che raccoglie le tre parti di Star Wars - The Old Republic - Minaccia di Pace, web comic che funge da prequel al nuovo gdr online in uscita, e che è stato poi raccolto anche in patria in un unico volume. E se ho aspettato tanti mesi per commentarlo un motivo c'è, e cioè che questo fumetto mi ha davvero fatto sbocco. Disegnato male, con personaggi poco distinguibili e spesso e volentieri fuori modello, con quello stile un po' sporco che vorrebbe dar personalità al tutto e che invece gliela toglie, e soprattutto sceneggiato in modo davvero poco comprensibile, posso dire che è la lettura starwarsiana che mi è risultata più pesante di sempre. In altre parole: non ho capito assolutamente una mazza di nulla, da un certo punto in poi procedevo per inerzia assolutamente a caso, senza neanche mettermi d'impegno. Forse è normale dal momento che il fumetto e il gioco dovrebbero collocarsi dopo le saghe di KOTOR narrate sia in forma di serie a fumetti che in forma di giochi e quindi dare per scontate alcune cose, ma allora sarebbe stato meglio presentare direttamente KOTOR, che dicono essere bellissimo, e non sta schifezza, che è stata evidentemente scelta tra le tante cose solo per dar visibilità al videogioco e che invece rischia di affossare definitivamente questo coraggioso esperimento editoriale che nei prossimi mesi dovrebbe serbare i veri capolavori. Ah, pare che in giro esista anche una seconda parte di sta monnezza, speriamo non la presentino mai.
  • Star Wars #1

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    Ed è giunto infine il momento di parlare della novità starwarsiana più importante, ovvero il mensile che la Panini da questo mese dedica a Star Wars. Anni fa con i tre numeri di Rebellion avevano testato il mercato per vedere se si poteva lanciare il mondo fumettistico di SW anche in Italia, l'esperimento doveva essere andato benino visto che da allora abbiamo visto i volumi di Clone Wars, Legacy, Dark Times e persino l'Omnibus Marvel. Ma qui è diverso, non si tratta solo di proporre un volume one shot, ma di portare nelle edicole SW ogni mese, con un piano a lunghissimo termine. Ogni numero avrà tre slot, che al momento sono occupati da due serie lunghe (Kotor + Invasione) più una miniserie. Il pro oltre alla periodicità e alla diffusione, che provano che il brand è in buona salute, è che possiamo così avere sotto controllo buona parte delle serie famose, ambientate nei periodi più disparati. Trovarsi a leggere nello stesso mese Legacy, l'Omnibus, Kotor e Invasion dà una panoramica galvanizzante dell'EU. I contro sono che iniziata l'era della diluizione è. E si tratta di diluizione pesante. Ogni serie lunga è infatti composta da cicli che possono comprendere dai due ai sei numeri, con i volumoni tutto questo veniva proposto in un colpo solo, mentre adesso l'effetto è quello di tanti antipastini che fanno venire ancora più fame. L'idea di aspettare sei mesi per avere completo solo il primo ciclo di Kotor è poi sconfortante. Altro contro è che collezionisticamente avere tutto mescolato non è il massimo, anche perché il lettore meno assiduo potrebbe rimanere disorientato dai continui balzi temporali che si hanno al passare da una serie all'altra.

    Knights of the Old Republic #0: Crocevia (Miller/Ching): Otto pagine di prologo al primo ciclo di Kotor, ambientato all'epoca della vecchia repubblica, dopo la serie Tales of Jedi. Presentazione di Zayne Carrick e poco più.

    Knights of the Old Republic #1: Inizio - Parte Uno (Miller/Ching): Ed ecco che parte la serie di Zayne Carrick, realizzata per colmare uno dei vuoti più interessanti della mitologia di SW, questa serie è stata realizzata sulla scia dell'omonimo videogioco e ne costituisce un prequel. Una delle più apprezzate di sempre, e anche una delle più importanti, visto che tratta le guerre mandaloriane e gli scontri coi Sith prima della regola del due. E' un piacere poter finalmente leggerla anche in Italia. La storia fa a malapena a tempo a introdurre la storia di un complotto ai danni di un giovane padawan, ma lo fa a meraviglia e intriga quel tanto che basta. Direi un ottimo primo numero.

    Invasione #0: Profughi (Taylor/Wilson): Ecco cosa intendevo quando parlavo di frustrazione. Se il primo numero del mensile riesce a malapena a presentarci il numero zero, col prologo della storia, i tempi per poter avere un ciclo completo saranno mooooolto lunghi. Ad ogni modo qui siamo nell'EU post Esalogia. Da sempre la parte più debole dell'EU, questa epoca è stata raccontata perlopiù con romanzetti realizzati in un periodo in cui la Lucasfilm aveva standard più bassi. Ora come ora dubito che avrebbero permesso che si decidesse in modo così arbitrario delle sorti dei protagonisti (la morte di Chewbacca, l passaggio al Lato Oscuro del figlio di Han, i cloni di Palpatine, il matrimonio di Luke), ma tant'è, l'EU rimane così e nulla viene scanonizzato. Adesso, dopo tanto, tantissimo tempo, l'EU fumettistico all'apice del suo splendore decide di riesplorare questa epoca "maledetta", proponendo un punto di vista assolutamente di qualità sugli eventi che in precedenza erano stati narrati solo sottoforma di romanzi. Nulla che riguardi i mille nostalgici imperiali sconfitti immediatamente dopo la Saga, qui si fa un passettino oltre e si parla direttamente dell'Invasione degli Yuuzhan Vong. La serie è in corso in America, ma col nostro passo non ci sarà il rischio di superare gli USA. Quello qui presentato è un prologo di lunghezza pari a quella di un normale episodio, ed è molto, molto bello. Che sia finalmente il caso di far pace con un'epoca fin troppo maltrattata?

    Dart Fener e lo Squadrone Perduto - Parte Uno (Blackman/Leonardi): E in chiusura ecco una miniserie in cinque parti che presenta un'avventura di Vader in epoca immediatamente successiva a Episodio III. Inizia bene, molto bene, con Vader che si fa revisionare l'armatura e in stasi pensa a una versione alternativa della sua vita, come sarebbe andata se avesse scelto di salvare Windu, dopo viene presentata la missione. E inizia l'azione. Bella, molto bella a vedersi, ma essendo composta quasi solo da vignettoni muti si legge in mezzo minuto e non sazia per nulla. Altra vittima della maxi diluizione.

    In definitiva è consigliatissimo data l'altissima qualità, ma bisogna avere pazienza. Almeno per il primo paio di numeri avremo poi una chicca americanoide, cioè la variant cover. Io ho scelto quella relativa a Invasion, l'altra è su Darth Vader.
  • Star Wars 2
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    Mi avvicino a questo universo espanso con questa collana mensile e parto a commentare il secondo numero, visto che il primo è stato già ottimamente descritto da Valerio.

    L'editoriale di testa riassume i tre episodi precedenti e poco più...
    Non mi piace la scelta estetica d mettere una prima pagina colorata che riassume il periodo e sintetizza il contenuto dei volumi precedenti(oltretutto ridondante visto che nell'editoriale di testa c'è un sunto più breve delle tre testate... poi magari sceglieranno di dire altro nell'editoriale di testa suppongo) seguito dalla cover del volume, avrei preferito l'esatto contrario. Anche perché questo non c'è per tutte e 4 le storie del volume...
    Ho detto 4 perchè anche se nel sito della Panini sono citate 3 storie sono presenti 7 pagine di  Classic Star Wars: The Early Adventures #1 + la cover...
    Nell'editoriale finale viene spiegato che questa serie in realtà doveva essere in strisce in bianco e nero, disegnate da Russ Manning... ma che la Dark Horse ha deciso di pubblicare in formato comic dopo un riadattamento e una colorazione da parte di Rick Hoberg, all'epoca collaboratore di Manning.


    Acquistato senza troppe esitazioni per farmi un'idea se continuare a seguire la collano o meno...

    Knight of the old Republic #2

    Molto molto meglio rispetto al primo numero. Inizia con una pagina del passato in cui si vede il "reclutamento" nelle fila Jedi da parte di Zayne, e po come se nulla fosse riparte da dove la narrazione del numero 1 si era interrotta, con la fuga di Zayne.
    C'è tanta azione e movimento, ma anche lo spazio per mostrarci un pò meglio chi è Zayne e il suo compagno di avventure Griph, che lo aiuterà a scappare dai Jedi che lo stanno inseguendo. Per quanto ancora poco delineata la storia si fa interessante, e conosceremo sicuramente il passato del protagonista nei prossimi numeri, tanto più che nel finale Zayne dice di voler tornare nei suoi luoghi d'addestramento per fare un pò più di luce su quello che è successo. Se il primo numero andava a rilento questo carbura parecchio e si lascia leggere bene.

    Invasione
    Prosegue anche questa serie fantascientifica classica con l'invasione da parte degli Yuuzhan Vong del pianeta Artorias.
    Che dire... la storia ha moltissima azione e un ritmo particolarmente incalzante. Arrivano gli alieni, gli abitanti di Artorias cercano di rifugiarsi nell'hangar delle astronavi, sabotate nel primo numero, per fuggire. L'arrivo di Luke Skywalker(come è arrivato fin qui? Perchè? Chi l'ha chiamato? queste cose ci verranno svelate più avanti?) offre l'occasione per creare un diversivo per cui parte degli Artoriani rimarranno a combattere gli alieni e liberare gli ostaggi catturati e una parte fuggiranno.
    Per quanto si vogliano mostrare gli Yuuzhan Vong come alieni cattivissimi questo era riuscito meglio nel primo numero.
    Lo stile di disegno non è eccelso, ma buono. Anche se non mi piace molto il fatto che per conferire spessore, nei visi vengano inserite linee...
    Curiosità: la copertina Lato Chiaro del primo numero era in origine la copertina di questo numero.

    Dart Fener e lo squadrone perduto
    Prosegue bene. Ritmo più lento rispetto al primo numero dove l'azione la faceva da padrona, mentre qui non è presente quasi per niente, tranne che nel finale. Ottimi i disegni, soprattutto nella parte dei ricordi/sogni di Dart Fener dove il tratto meno delineato e più matitoso rende perfettamente l'idea che quello che vediamo non sta accadendo.
    Certo la cattiveria da parte di Dart c'è anche se abbastanza stereotipata e nella norma. Non è il "cattivo" che mi aspettavo, questo comunque abbastanza in linea con il personaggio presentato nei film nonostante nel finale dimostra comunque una certa facoltà di pensiero e ragionamento macchiavellico e malvagio [spoiler](suggerisce all'Imperatore di uccidere il figlio di Tarkin e di fagli credere sia stata la ribellione solo per guadagnarsi l'appoggio totale del padre).[/spoiler]
    Insomma un secondo numero migliore del primo e che mi spinge a continuare la serie...e visto che son solo 5 numeri penso che finirò questo arco narrativo almeno.

    Classic Star Wars: Early Adventure
    Pubblicate in origine poco dopo la fine della saga classica(contenuto negli Omnibus in America, e il primo anche in Italia sempre dalla Panini che trova il modo di pubblicizzare un volume da lei edita a 50€).
    La storia viene appena accennata. Luke, Leila, C-3PO e R2-D2, sono in viaggio, in missione segreta per la ribellione, verso il pianeta del gioco d'azzardo Vorzyd 5... e Dart Fener lo viene a scoprire tramite una non meglio definiti spia... Il finale risulta sì tronco, ma non in malo modo, come mi aspettavo dato che avevo letto nell'editoriale di coda che inseriranno poche pagine alla volta perchè per loro natura vanno "razionate"... visto che era pensata come una storia a strisce
    I disegni sono molto retrò e datati, ma comunque apprezzabili... e si vede dalla suddivisione in celle molto marcate...

    Insomma il numero 2 mi ha convinto molto più del 1°... per cui penso che seguirò almeno fino al 5° numero almeno per finire la mini di Dart Fener.
    Ah... nell'anticipo del prossimo numero la copertina è la terza della mini dedicata al signore oscuro preferito, e io che pensavo che dal terzo numero avrebbero fatto solo copertine lato chiaro xD... Almeno per me le copertine restano in tema! E chissà magari il mio spirito collezionistico mi spingerà a comprare anche le due lato chiaro per avere tutto!
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