[Eiichiro Oda] ONE PIECE

Da Miyazaki a Taniguchi, passando per Toriyama, Otomo ed Oda. Una cartella con gli occhi sbrilluccicosi nella quale incontrare ninja, guerrieri, paladine della giustizia e strambi pirati.
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    Ben poco da aggiungere, se non che One Piece è uno dei miei due manga preferiti in assoluto di tutti i tempi, e primo nel suo genere.

    A mio parere si differenzia da Dragon Ball per molteplici fattori, pur appartenendo al medesimo filone di shonen manga, di cui forse DB è stato il precursore del genere come oggi lo conosciamo.
    One Piece ha sicuramente una trama più elaborata, ogni saga potrebbe essere considerata come una vera e propria "stagione" di un serial tv, con misteri e un intreccio che si risolve man mano che la trama procede; i combattimenti non sono una costante che si ripete con frequenza, ma sono (sempre più procedendo con il fumetto) relegati quasi unicamente alla parte conclusiva di una saga, come per sfogare tutta l'energia e le relazionei tra i personaggi creatisi durante la saga.
    Questo comporta un'importanza dei combattimenti forse inferiore a DB e suoi derivati, e se per chi ama gli snodi narrativi questo è un pregio, c'è anche un lato oscuro della medaglia: non ci sono momenti di addestramento, durante i quali possiamo vedere i protagonisti potenziarsi, ma regolarmente di fronte a un nuovo nemico utilizzano una nuova tecnica, appresa quasi per magia. A questo va aggiunta la tendenza di Oda di inserire decine e decine di tecniche differenti ogni volta, che non permette di "affezionarsi" ai colpi; in DB è facile imparare in cosa consiste la Kamehameha, e magari tentare di riprodurla scherzadno con amici nerd, ma è ben più difficile apprendere tutte le tecniche usate da Zoro e da Sanji, magari per una volta sola.
    La trama presenta anche una continuity lunga, con punti lasciati in sospeso ed eventi che si spiegano solo nel futuro, il che testimonia il disegno globale che Eeichiro Oda ha nella sua testa e continua a snocciolare con intelligenza ai lettori; per lo più la trama viene sviluppata con la "regola" del flashback, per la quale in ogni saga è presente una scena ambientata nel passato che mostra elementi utili a comprendere gli eventi presenti.
    Per lo più, i personaggi sono molto divertenti, le situazioni sono spesso assurde e demenziali, e le ambientazioni sono decisamente più eterogenee rispetto ai deserti rocciosi di Dragon Ball.
    Completa ammirazione per Oda, il cui manga è sempre la cosa che aspetto con più ansia e leggo immediatamente uscito dalla fumetteria (dopo Rat-Man).

    Se a qualcuno interessasse, da marzo è cominciata per Star Comics la ristampa del manga dal 1° numero, a uscita mensile il 20 di ogni mese; l'edizione è ammirevole, con tanto di copertina identica all'originale, e qualità della carta superiore agli standard qualitativi Star Comics. Confesso di averci fatto un pensierino anch'io, che seguo la serie appena esce un nuovo numero, più o meno ogni 3 mesi.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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    Forte del successo delle Perfect Edition di altri grandi successi nipponici come Dragon Ball e I Cavalieri dello Zodiaco la Star ci riprova, sfruttando anche la ripresa dell’anime su Italia Uno, puntando su un manga che a 12 anni dal suo esordio, concretizzati in 50 volumi da 491 capitoli, continua a meravigliare: One Piece di Eiichiro Oda.
    E sebbene i numerosi errori nella New Editon facciano dubitare seriamente dell’onestà intellettuale dell’operazione (ok, carta pregiata e copertine originali… ma gli svarioni sui testi a volte sono vomitevoli) e rivelino un certo dilettantismo insito nella natura della Star, l’appuntamento mensile con One Piece è davvero imperdibile.
    Nemmeno gli scivoloni nella traduzione riescono infatti a guastare un’opera complessa e variegata, che vede il suo principale motivo di successo nella genialità del suo autore. Oda infatti ha fatto propri gli stereotipi del genere shonen per calarli in un contesto completamente inedito, un mondo fatto di imprevedibili bizzarrie eppure coerente a sé stesso grazie alla ferrea logica interna che lo governa. Un mondo vastissimo e complesso, ricco di citazioni ad altre opere (film, fumetti, miti e leggende di tutto il globo), di inside-jokes e di riferimenti interni, spesso e volentieri nemmeno espliciti ma evidenti per chi sa leggere tra le righe. Un mondo in cui si svolge un Avventura spensierata che all’occasione si trasforma in epos, sempre senza rinunciare alla commedia, che si alterna senza forzature ai momenti seriosi e ricchi di pathos, resi possibili anche grazie alla grande introspezione dei vari personaggi, che risultano umani e credibili per quanto facciano riferimento a degli stereotipi tipici del genere (su tutti il protagonista mangione e stupido ma forte).
    Oda è un genio eclettico, assorbe da ogni campo e rielabora, presentandoci situazioni intriganti ed inedite che strizzano l’occhio a chi sa raccogliere i riferimenti, con diversi piani di lettura: incredibilmente molte cose in One Piece sono già viste e contemporaneamente del tutto originali.
    E anche non cogliendo i molteplici riferimenti e le finezze stilistiche rimane una trama appassionante che alterna spensierate gite per mare a complotti governativi, misteri e decenni di storia il cui ricordo è andato misteriosamente perduto.
    Tutto questo e molto altro ancora ha le sue origini in Romance Dawn, l’Alba di una Grande Avventura. Il titolo del primo volume (che è anche quello del primo capitolo… i volumi di One Piece prendono il titolo di uno dei capitoli che contengono) è lo stesso delle due versioni ante litteram della storia pubblicate in Italia negli speciali One Piece Red e One Piece Wanted. La versione più simile a quella “ufficiale” è la prima, nel quale è contenuto il flashback di Monkey D. Rufy, il protagonista, esteso poi nella storia definitiva a tutto il primo capitolo, subito dopo l’introduzione assai evocativa che ci presenta Gold Roger, Re dei Pirati (titolo a cui anche Rufy, ovviamente, aspira). Fin da subito One Piece si differenzia dai soliti shonen spacconi: le fasi di combattimento vengono ridotte al minimo e anzi lo stesso Shanks, grande pirata che donerà a Rufy il suo cappello di paglia, futuro simbolo distintivo del nostro gommoso protagonista, demonizza la violenza fine a sé stessa, in una bellissima scena, evidenziando come questa sia utile sono per difendere le persone a cui si tiene veramente.
    Le ultime pagine del capitolo si collocano dieci anni dopo: inizia la Grande Avventura del diciassettenne Rufy, che nel secondo capitolo, Rufy, il Ragazzo dal Cappello di Paglia, inizia ad essere un vero e proprio personaggio attivo. Il capitolo è piuttosto autoconclusivo, ma è appunto utile ad illustrare i progressi di Rufy ed introduce personaggi come Albida ed il ben più importante Kobi, oltre che a citare Roronoa Zoro (il cui cognome allude al pirata realmente esistito François L’Ollonais, mentre il nome è un chiaro riferimento a Zorro) che esordisce nel’episodio successivo. Come accadrà anche per Usop e Sanji Oda allestisce un’intera minisaga per presentare il primo membro della ciurma di Rufy, illustrandoci le sue pecularietà, le sue ambizioni e, in particolare, il suo passato. Elemento fondamentale in One Piece è infatti il background dei personaggi, che ci mostra grazie al frequente uso di flashback la causa per cui i vari personaggi agiscono; e se al passato di Rufy è stato dedicato un intero capitolo, in poche pagine Oda caratterizza marcatamente Zoro, con una storia semplice ma toccante da cui scaturisce il suo desiderio di diventare lo spadaccino più abile al mondo.
    In questa minisaga vediamo, inoltre, il processo di crescita di Kobi, poco marcato dalla traballante traduzione della Star (l’inconcludente Anche se muoio… in luogo di un ben più incisivo Non ho paura della morte!): il personaggio si congederà poi dai nostri, anche se lo rivedremo nelle Miniavventure prima e nella trama principale poi. Ma per un compagno che se ne va, ne arriva uno nuovo: Ecco Nami segna l’esordio della ragazza citata nel titolo, Navigatrice e protagonista della futura saga di Arlong Park.
    I disegni, assai tondeggianti, sono già a un buon livello: pochissime le ingenuità che ci si aspetterebbero da un autore così giovane, che sfoggia uno stile curato e coerente che avrà modo di raffinarsi in futuro.


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    Versus! La Banda del Pirata Bagy

    Ed ecco l’Antagonista, con la maiuscola! Bagy il Clown è il nemico per antonomasia di Rufy, per quanto non sia nemmeno lontanamente malvagio (o forte) dei futuri villain. Una figura deliziosamente patetica e meschina, assai più pratica e meno sognatrice di Rufy, con cui si pone in netto contrasto, incarnando il “classico” pirata che assalta&depreda che nulla ha a che vedere con i pirati-avventurieri come Cappello di Paglia e compagnia. E’ un po’ quella differenza semplificata nel contrasto tra i Morgania (i primi) e i Piece Main (i secondi) nei due Romance Dawn prototipi.
    Anche in questo volume One Piece dimostra la sua pecularietà: gli scontri ci sono, sì (in particolare il primo e proprio combattimento di Zoro, contro l’acrobata Kabaji), ma sono posti in secondo piano rispetto alle figure portanti del Sindaco Barboncino e dell’ingenua vicenda di Shushu.
    Da notare poi il patto tra Rufy e Nami, che non segna l’entrata di quest’ultima in ciurma: per quanto il Capitano non abbia riserve, il lettore non può fare a meno di sospettare (a ragione, come si vedrà) della buona fede della navigatrice.


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    Un Tipino a Modo

    A sorpresa rispunta il nome di Shanks: questi, che sembrava destinato a riapparire solo verso le battute finali del manga, sarà invece il protagonista di un paio di interessanti intermezzi, mentre in questo volume se ne scopre uno scorcio di passato, collegato a quello di Bagy. Sapremo solo in seguito che l’equipaggio mostratoci e di cui i due facevano parte è quello di Gold Roger, prima che si conquistasse il titolo di Re dei Pirati giungendo all’ultima isola della fantomatica Rotta Maggiore.
    Il capitolo del flashback di Bagy, Il Frutto del Diavolo, inoltre, inizia solo a grattare la superficie del mistero di questi bizzarri frutti, che conferiscono a chi li mangia poteri inusitati: informazioni a riguardo ci verranno date con il contagocce nel corso della storia ed ancora non si è fatta piena chiarezza sull’argomento.
    Conclusa la minisaga di Bagy con In Città si passa ad uno degli archi narrativi meno incisivi (in termini di ripercussioni sulla trama): in un solo capitolo, Tu Sei uno Strano Mostro, si consuma la vicenda del buffo Gaimon, un po’ pretestuosa nelle sue premesse ma ben sviluppata. Un episodio autoconclusivo piacevole, soprattutto se si considera che con il procedere della storia i ritmi si faranno più serrati e non concederanno spazio alcuno per piacevoli capitoli interlocutori come questo, che tra l’altro ha il pregio di iniziare a svelare la geografia del globo terracqueo di One Piece.
    Arriva Capitan Usop ci presenta invece quello che sarà il quarto membro dell’equipaggio, il Cecchino Usop, bugiardo rinomato come ci indica il nome (uso in giapponese vuol dire “bugia”), il lungo naso alla Pinocchio (ancora non ben definito graficamente in questi primi episodi) e la scena della sua comparsa, che cita l'"Al lupo! Al lupo!" di Esopo.
    La figura di Usop richiama per la seconda volta nel volume il nome di Shanks, dato che Yasop, padre del Cecchino, milita nella ciurma del Rosso: insomma, una garanzia sulle doti e sulla morale del pirata che smentiscono le illazioni del meschino Krahador. Fa poi la sua comparsa Jango, personaggio ispirato a Michael Jackson e che andrà a finire nelle Miniavventure una volta esaurito il suo ruolo e farà anche un paio di comparse nella storia principale.



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    Falce di Luna

    Un volume ricco d’azione, che vede i Mugiwara contro i Kuroneko. La star è Usop, che compensa la mancanza di abilità eccezionali con ingegno ed inventiva, caratteristiche che rendono i suoi combattimenti sempre interessanti nel variare tra il serio ed il faceto.
    Da notare come il nome Falce di Luna dell secondo capitolo, sia ripresa dal Romance Dawn di One Piece Red.
    Infine, iniziano in E adesso? le Miniavventure. Oda sfrutta la prima pagina di ogni capitolo (quella con il titolo, solitamente corredata da illustrazioni libere) per farci vedere cosa stanno combinando i personaggi che già abbiamo visto nella trama. Le Miniavventure sono prevalentemente illustrazioni mute, nelle quali emerge però, di capitolo in capitolo, una trama chiara ed evidente, che spesso andrà a confluire nella storia principale, introducendo anche personaggi poi fondamentali.


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    Per chi Suona la Campana

    Oda cita Hemingway! E come poteva la Star rovinare il bellissimo riferimento? Semplice, cambiando il nome della tecnica Gomu Gomu no Kane (letteralmente: Gom Gom Campana) in Gom Gom Gong, perdendo così il riferimento.
    Notevole il flashback del malvagio Kuro, per un motivo apparentemente secondario: il marine cui viene attribuito il merito della cattura di Kuro, è il Morgan Mano D’Ascia del primo volume. Questo piccolo particolare getta il personaggio sotto una nuova luce, assai ironica e paradossale: un individuo che legittima le sue spregevoli azioni sulla base del suo grado non sa che questi gli è stato attribuito per un merito non suo.
    Ma non di soli particolari si vive: ci sono anche le mazzate, in particolare quelle tra Rufy e Kuro. Da notare come si ponga l’accento sul rispetto dei compagni e come la cosa colpisca in modo particolare Nami; un accenno a quello che succederà in seguito in relazione al rapporto tra la Navigatrice e i suoi compagni.
    La minisaga di Usop si conclude in La Banda dei Pirati di Usop, in cui il Cecchino si congeda dai suoi compagni e si appresta a diventare un vero pirata, mentre Si Salpa! ci mostra il passato del personaggio. E’ significativo che il flashback sia assai ridotto: le motivazioni di Usop non sono nel passato, ma in sé stesso e la ricerca del personaggio è più che altro una ricerca interiore. Il flashback riesce comunque a dare un tocco di classe alla vicenda del personaggio, mostrandoci le origini della sua propensione alla menzogna.
    E dopo un capitolo di transizione, si passa alla minsaga di Sanji. La minisaga più ricca ed affascinante, forse perché la prima a non essere autoconclusiva, bensì intersecata con la prima saga vera e propria, quella di Arlong.
    In questo volume, esordiscono le SBS, ovvero l’angolo delle domande, in cui tra una demenzialità e l’altra Oda svela interessanti retroscena e dettagli della storia.
  • Un applauso, Portamantello! Queste mini-recensioni sono davvero ben fatte e mi sono davvero divertito e appassionato con la lettura!

    Tu segui la ristampa (o anche la prima edizione, dato che conosci eventi futuri?)? Mi piacerebbe se dovessero spuntare commenti ai volumi mensili della ristampa di One Piece così come si fa con PK o Witch, sarebbe una cosa davvero molto carina, a cui parteciperei con molto entusiasmo! :)

    Una piccola correzione:
    i volumi di One Piece prendono il titolo di uno dei capitoli che contengono
    Questa non dovrebbe essere una prerogativa unica di One Piece. In teoria sicuramente altri manga dell'editrice Shueisha (ad esempio Dragon Ball stesso o 100% Fragola) lo fanno, ma non so se è una cosa solo limitata a quell'editore o lo fan tutti.
    Perchè pirati si nasce, e all'arrembaggio si va, con la bandiera che sventola, per dire "siamo qua!".
  • Portamantello mi ha battuto sul tempo nel cominciare il commentone su One Piece, che avevo programmato anch'io in questo periodo dato che me lo sto rileggendo grazie alla ristampa (non ho potuto resistere al prendere pur questa edizione, nettamente migliore alla prima per confezione e qualià della carta) e riguardando in ordine i vari film e special realizzati. Personalmente avevo pensato di analizzarlo in altro modo, che si sposa perfettamente con quanto fatto da Portamantello: mentre mi pare aver capito lui analizzerà numero per numero, io volevo fare un resoconto di tutte le saghe. One Piece infatti, come molti Shonen Manga, è suddiviso in saghe che potrebbero essere considerate ognuna un fumetto a sè stante, dato che in ognuna compaiono nuovi nemici e una storia per certi versi autosufficiente; questo meccanismo nel fumetto di Eeichiro Oda è ancor più rafforzato dato che, viaggiando di isola in isola, ad ogni saga corrisponde addirittura un'ambientazione completamente differente, con regole e atmosfere spesso molto differenti tra loro. Punto fisso rimane la ciurma di protagonisti (che però di volta in volta si arricchisce di un nuovo personaggio), una sottotrama ricca di misteri e legami che si dipanano col tempo; nel gestire questa continuity lunga Oda è veramente un maestro, perchè riesce a presentare elementi importani per il futuro nascondendoli benissimo, o ancor peggio mettendoli alla luce del sole in modo che tutti li vedano, senza però immaginare il ruolo che rivestiranno nel proseguimento del manga.
    Per la prima "saga" analizzo Romance Dawn, che è un capitolo a sè stante, ma è indubbiamente fondamentale essendo il primo, essendo un flashback che racconta la storia del protagonista, ed essendo quello che mi ha fatto amare fin da subito quello che ad oggi considero uno dei due migliori manga di sempre.

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    Episodio 1, Volume 1
    Esistono 3 versioni di Romance Dawn.

    La prima è stata pubblicata sullo speciale estivo del 1996 di Shonen Jump (la rivista che ora serializza One Piece), dedicato a storie di giovani autori esordienti; in Italia la si può trovare sul volume One Piece: Red. Questo racconto presenta già molti elementi utilizzati poi nella versione "ufficiale": la storia di Shanks è praticamente identica, Galley può essere una versione ante-literam di Bagy, ed è già presente il frutto GomGom.
    Rufy visivamente appare più longilineo e meno cartoonesco della versione definitiva del personaggio, ma soprattutto si distingue per un'intelligenza superiore; l'apprendista pirata (già, in questa versione è solo un apprendista) sfoggia però già buona parte delle sue mosse più caratteristiche, come il sorriso allungato o i proiettili respinti grazie al corpo di gomma.
    Nell'ambientazione marinara c'è una suddivisione tra pirati buoni (Piece Man) e pirati cattivi (Morgaria), distinzione che snatura il mondo piratesco e banalizza il protagonista, quasi a volerlo annoverare il più chiaramente possibile tra le fila dei "bravi ragazzi".
    Bizzarro il finale della storia, nel quale Oda ci mostra un Rufy adulto (con tanto di barbetta Shanksesca), capitano di una ciurma della quale fanno parte anche Galley e Silk, due personaggi che possono ricordare vagamente Bagy e Nami.
    L'episodio è stato trasformato poi in uno special animato nel 2008, per il 4o° anniversario di Shonen Jump.

    La seconda versione della storia viene realizzata qualche mese dopo, e i personaggi cominciano ad assomigliare maggiormente a quelli che saranno in One Piece, sia graficamente che caratterialmente: Rufy ora è più ingenuo, mentre i personaggi di Anne e Spiel hanno abbigliamento e pettinatura più simili a Nami e Bagy rispetto a quanto avessero Silk e Galley. Inoltre anche il pirata nemico ha mangiato un frutto del diavolo (anche se con un potere differente da quello che avrà Bagy) ed è molto suscettibile ai commenti sul suo buffo aspetto.
    Il flashback su Rufy bambino qui è differente, con il nonno di Rufy al posto di Shanks: [spoiler]interessante come il personaggio, identico nell'aspetto fisico, nella serie non sarà più un pirata ma l'esatto contrario, ossia vice-ammiraglio della Marina[/spoiler]
    Interessante la scena finale in cui il nonno di Rufy gli spiega che il vero tesoro non sono pietre preziose, lasciando intendere si riferisca ai viaggi avventurosi della vita piratesca; molti lettori sospettano che questa sia l'idea sulla quale poi si baserà la scoperta finale del One Piece, in linea con la filosofia e il messaggio di fondo della serie.

    La terza versione è quella definitiva, senza dubbio la più riuscita, e il primo capitolo della lunghissima serie a fumetti; a mio parere è la prima puntata di un manga più riuscita di qualunque altra, riuscendo a catturare l'interesse dei lettori e presentando i personaggi e il background del protagonista in modo ottimo.
    Gli elementi vincenti dell'episodio sono principalmente due: il primo è il bellissimo rapporto tra Rufy e Shanks, scherzoso ed estremamente divertente nella prima parte, ma che nella seconda metà della storia mostra il suo lato profondo ed emozionante. Il secondo aspetto è l'atteggiamento dei pirati, sempre pronti a fare baldoria, ma non rissosi come si potrebbe credere; esplicativa è la scena in cui il mandriano rovescia il sake addosso a Shanks, e il capitano dimostra di non essere incline alla violenza, preferendo superare la provocazione con un sorriso e una bella battuta. Questo atteggiamento ammirevole si mescola però alla reazione differente che la ciurma ha quando il mandriano tocca qualcosa di veramente importante: ricordo ancora come il colpo di pistola di Lucky Roux sia veramente risuonato nelle mie orecchie quando me lo sono trovato davanti agli occhi, prima azione da veri "pirati canaglie". E da lì ho finalmente potuto ammirare un reale atteggiamento piratesco, lontano da ogni tipo di buonismo: "Con chi credete di litigare? Pensate che siamo degli stinchi di santo? Davanti a voi ci sono... i pirati!"
    Ecco, è bastata questa sequenza a decretare definitivamente il mio colpo di fulmine per questa serie, dimostrando uno spirito piratesco raramente descritto in modo così efficace in così poco tempo. A questa poi si aggiungono scene memorabili come il salvataggio di Rufy da parte di Shanks, e il dono del cappello di paglia che diventerà per il ragazzo di gomma un vero e proprio tesoro appartenuto all'uomo di cui vuole ripercorrere la strada.
    Belli i disegni fin da subito, anche se riguardandoli ad anni di distanza è impressionante come il tratto di Oda dei primi numeri sia incredibilmente spoglio, rispetto alla ricchezza di dettagli che inserirà nelle vignette man mano che perfezionerà il suo tratto.
    Interessante la dichiarazione finale di Rufy, quando lascia Foosha su un guscio di noce, che afferma di volere una ciurma di almeno dieci membri: chissà che la composizione finale dell'equipaggio non coinciderà con la decina annunciata in questo primo capitolo.
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  • Mike Haggar ha scritto:Tu segui la ristampa (o anche la prima edizione, dato che conosci eventi futuri?)?
    Attualmente seguo la ristampa (e i capitoli spoiler :P), però ho già letto (più volte) l'intero manga, grazie alle "fonti alternative" :P
    Mike Haggar ha scritto: Mi piacerebbe se dovessero spuntare commenti ai volumi mensili della ristampa di One Piece così come si fa con PK o Witch, sarebbe una cosa davvero molto carina, a cui parteciperei con molto entusiasmo! :)
    Sì, è mia intenzione mettermi in pari con le recensioni al più presto e poi commentare regolarmente... e di certo se qualcun altro partecipa alla discussione non mi lamento, anzi, così mi sento meno autoreferenziale :P
    E poi mi aiuti, visto che le cose da dire sono così tante e varie che sicuramente qualcuna me ne scappa...
    Mike Haggar ha scritto:Una piccola correzione:
    i volumi di One Piece prendono il titolo di uno dei capitoli che contengono
    Questa non dovrebbe essere una prerogativa unica di One Piece. In teoria sicuramente altri manga dell'editrice Shueisha (ad esempio Dragon Ball stesso o 100% Fragola) lo fanno, ma non so se è una cosa solo limitata a quell'editore o lo fan tutti.
    Ohibò, non lo sapevo... ora che me lo hai fatto notare mi accorgo che anche i (pochi) altri manga in mio possesso sono effettivamente titolati.
    DeborohWalker ha scritto: Inoltre anche il pirata nemico ha mangiato un frutto del diavolo
    Sicuro? A me pare si faccia solo accenno a misterose "arti magiche"...
    DeborohWalker ha scritto: chissà che la composizione finale dell'equipaggio non coinciderà con la decina annunciata in questo primo capitolo.
    Io l'ho sempre dato per certo, anche perchè una ciurma più ampia sarebbe difficile da gestire.
  • PORTAMANTELLO ha scritto:
    DeborohWalker ha scritto:Inoltre anche il pirata nemico ha mangiato un frutto del diavolo
    Sicuro? A me pare si faccia solo accenno a misterose "arti magiche"...
    Io ho sempre interpretato quell'"arti magiche" come la visione del potere di Galley da parte di qualcuno che non conosce i Frutti del Diavolo; anche perchè, nell'universo di One Piece (ok, quella storia non è ancora il vero One Piece, quindi non si può sapere quanto cifosse già di simile nella testa di Oda) la maggior parte di poteri speciali deriva proprio dai frutti...
    PORTAMANTELLO ha scritto:
    DeborohWalker ha scritto: chissà che la composizione finale dell'equipaggio non coinciderà con la decina annunciata in questo primo capitolo.
    Io l'ho sempre dato per certo, anche perchè una ciurma più ampia sarebbe difficile da gestire.
    Bè, quando ha fatto fare quell'affermazione a Rufy, certamente Oda non poteva aspettarsi che la sua serie avrebbe potuto svilupparsi per più di 10 anni... Avrebbe potuto benissimo fermare i membri della ciurma anche a un numero inferiore a quello attuale; se poi ripensiamo alle prime storie, anche l'attuale numero di personaggi sarebbe parso "insostenibile", quindi chissà che tra altri 10 anni Oda non sia riuscito a creare una ciurma di 20 personaggi perfettamente gestiti, non mi stupirei più di nulla.
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  • Un plauso a Deboroh che si sta ricomprando One Piece in ristampa! :D Si prospetta un manga talmente lungo che, per quanto mi piaccia, io non lo farei mai!

    Anch'io ultimamente sto guardando un pò i vari film, dato che l'edizione base del manga è ferma e in tv passan quelli, per sedare la mia sete di Rufy e compagni. Avessi il manga completo sottomano lo rileggerei pure.

    Aspetto allora con molta ansia le vostre recensioni, che mi sono piaciute molto in entrambi i casi (in effetti, quando le saghe saranno più corpose, forse sarebbe meglio analizzarle "per saghe" piuttosto che "per volumi"). Anzi, già che ci siamo, quasi quasi, se mi gira, farò una cosa del genere anch'io, ma per un'altra serie!
    quello che ad oggi considero uno dei due migliori manga di sempre.

    Vogliamo sapere qual è l'altro, adesso! XD

    Ah, a proposito!
    Vi informo che il qui presente lavora come recensore per Mangaijin (http://www.mangaijin.it), una rivista online che pubblica fumetti amatoriali in stile manga.
    Orbene, nel numero di questo mese, scaricabile gratuitamente (come gli altri) sul sito della rivista, è stato pubblicato proprio l'articolo che apre questo dibattito, ovviamente impreziosito di immagini e di qualche pezzo in più.
    Nel caso voleste dargli un'occhiata, beh, è lì...
    Perchè pirati si nasce, e all'arrembaggio si va, con la bandiera che sventola, per dire "siamo qua!".
  • Mike Haggar ha scritto:
    quello che ad oggi considero uno dei due migliori manga di sempre.
    Vogliamo sapere qual è l'altro, adesso! XD
    Maison Ikkoku: sono due serie fin troppo diverse tra loro, ed entrambe mi rappresentano così bene, che è impossibile per me sceglierne una sola tra loro.
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    Episodio 2, Volume 1

    Subito dopo il flashback iniziale, Oda realizza un episodio autoconclusivo che ha il principale obiettivo di traghettare il lettore al primo vero e proprio ciclo di storie; dopo il flashback iniziale, qui ci viene infatti presentato il Rufy diciassettenne, che vediamo scontrarsi per la prima volta con una ciurma di pirati, in una storia che potrebbe essere definita una sorta di "secondo pilot" (nell'anime infatti hanno addirittura iniziato a raccontare le avventure di Rufy da qui, rimandando a un momento successivo il flashback con Shanks).
    La personalità di Rufy è già perfettamente delineata, dal suo entusiasmo alla fermezza con la quale insegue il suo sogno, dalla sua schiettezza nel parlare alle sue reazioni assurde a certi eventi/dialoghi; la determinatezza del pirata col cappello di paglia è valorizzata dalla presenza di Kobi, un mozzo succube che viene contagiato dal carattere propositivo di Rufy. Il nostro protagonista dimostra già da subito la sua propensione a cacciarsi in situazioni assurde ed uscirne in completa tranquillità, come avviene nel vortice marino delle prime pagine.
    L'avversario di Rufy è Lady Albida, piratessa ossessionata dalla propria bellezza (riportando alla memoria la strega di Biancaneve) ma con una stazza, abilmente celata nelle prime tavole in cui appare, che la rende un personaggio dall'aspetto decisamente grottesco. Il combattimento con Lady Albida, la cui unica minaccia è una mazza ferrata abbastanza inutile contro un corpo di gomma, si risolve con un semplice Gom Gom Pistol, che avevamo già visto nell'episodio precedente.
    L'episodio si conclude con Rufy su una barchetta diretto alla più vicina base della Marina Militare, per accompagnare il suo primo compagno di viaggio e aiutrlo a realizzare il suo sogno di diventare un Marine.
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    Episodi 3-7, Volume 1

    Dopo aver sconfitto Albida, Rufy accompagna Kobi al villaggio dov'è situata la Base Militare della Marina, per permeterre così al ragazzo di cominciare una nuova vita inseguendo il suo sogno. Appena giunti però, i due percepiscono il terrore che dilaga in paese per Zoro, un sanguinario cacciatore di taglie prigioniero della base militare, ma stranamente anche per l'ufficiale della Marina Morgan.
    L'intrusione di Rufy e Kobi è principalmente finalizzata alla presentazione dello spadaccino, in modo da farcelo apparire fin dall'inizio come il personaggio figo e tenebroso della serie: l'immagine di lui crocefisso nel cortile è molto suggestiva, e il suo desiderio di sopravvivere un mese senza mangiare è un simbolo della sua forza d'animo. Dovendo diventare la prima spalla del protagonista, Oda si guarda bene dal dipingerlo solo come un guerriero invulnerabile, ma ci mostra la sua sensibilità attraverso la scena delle polpette di riso donategli da Rica, e attraverso il salto nel passato in cui scopriamo quale sia il suo sogno, legato al suo rapporto con Kuina; particolare il flashback che, forse essendo il primo, non si dilunga più di tanto, mentre a tutti gli altri personaggi della ciurma saranno dedicati flashback sempre più lunghi, arrivando ad occupare quasi un intero volume.

    In questo ciclo di storie Oda introduce anche la Marina, minaccia costante nel corso della serie; qui si chiarisce in modo abbastanza netto che i marines sono considerabili come "cattivi" per via di Morgan ed Hermeppo, due personaggi palesemente negativi, mentre in futuro la Marina avrà sfaccettature che renderanno la storia basato su un confine meno netto "pirati-buoni / marines-cattivi".
    Il Capitano Morgan Mano d'Ascia è un ufficiale che continua a comandare grazie al terrore continuamente seminato tra i suoi sottoposti, obbligati ad obbedire a tutti i suoi capricci per la paura di essere attaccati dalla potenza del suo arto metallico; sicuramente una minaccia, ma nulla che Rufy non riesca a battere con qualche balzo e un paio di colpi ben assestati.
    Hermeppo, figlio di Morgan, vive all'ombra paterna sfruttando la completa sottomissione del villaggio all'ufficiale, compiendo azioni ignobili per tutto il villaggio, ben conscio che nessuno avrebbe il coraggio di opporsi alle azioni di cotal figlio di papà; eccezion fatta ovviamente per Zoro e Rufy, di fronte ai quali la minaccia del pallone gonfiato si trasforma in un personaggio grottesco più codardo di tutte le persone di cui si è fatto beffa.
    Emozionante il finale dell'episodio Amici che, così come avveniva in Romance Dawn per i pirati, mostra un lato dei marines sicuramente più umano, a suo modo coerente con il regolamento militare.
    Interessante pensare che Oda aveva originalmente pensato di presentare in questa saga gli Uomini Pesce, decisione poi ritirata a causa di precise richieste dell'editore (evidentemente la sua opera non era ancora così riconosciuta da poter godere di una maggior libertà artistica); ci si chiede che ruolo avrebbero avuto nel ciclo di storie, e se la Marina sarebbe stata ugualmente presente...
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  • Interrompo la retrospettiva per parlare del volume 51, uscito nelle edicole a sei mesi di distanza dal 50, con tanto di aumento del prezzo di copertina, dopo l'ennesimo rinvio dello speciale One Piece Yellow.
    Purtroppo nel volume in questione sono presenti colossali cantonate (sia di traduzione pura e semplice, sia di lettering) che hanno fatto insorgere il fandom spingendolo alla protesta ne confronti della Star Comics, a quanto pare da sempre piuttosto sbadata (per utilizzare un eufemismo) nell'adattamento dei volumi. In seguito a ciò la Star ha risposto ad alcune delle mail di protesta (ecco la replica più significativa), senza però placare i fan, facendo aumentare anzi le proteste e facendo sorgere oscure dietrologie (ovvero: che la Star insozzi volutamente i volumi per incentivare l'acquisto della New Edition, non priva però di errori altrettanto vistosi?). La cosa incredibile è che, a quanto pare, la Star abbia intenzione di fare ammenda, ritirando gli albi ora in circolazione e sostituendoli con una versione riveduta e corretta (come si legge qui).

    Ora, personalmente non mi sento di condividere le "oscure dietrologie" di cui sopra, ma una certa disonestà intellettuale da parte della Star è indubbia: complice anche la sua politica sconclusionata riguardo la periodicità di OP e la preparazione dei volumi e il fatto che la New Edition corregga alcuni errori per farne di nuovi, sto seriamente dubitando di proseguire con l'acquisto per la serie, tanto più che in rete gli appassionati fanno in pochi giorni un lavoro migliore di quello di 6 mesi di professionisti stipendiati. Che mi dite? Come considerate l'intera vicenda inclusa la clamorosa retromarcia della Star (che, a quanto mi risulta -e quindi potrei sbagliarmi di grosso- non ha precedenti)? La Star è coì brutta&cattiwa sempre o fa schifo solo in relazione ad OP?
  • Per quanto riguarda tutte le dietrologie sul fatto che la Star metta gli errori apposta, è assurda, ovviamente.
    Non è però nuova a questi errori grossolani, sia in One Piece che in altre serie, e in questo caso ne ha accumulati fin troppi in un unico volume, facendo incavolare i lettori oltre il limite tollerabile.
    Oltre al dubbio impegno/abilità dei traduttori, c'è da dire che questo volume sarebbe dovuto uscire tra qualche mese, e nel frattempo la Star avrebbe pubblicato lo speciale One Piece Yelloy; poi in Giappone è uscito il 51, la Star si è fatta prendere dalla fregola di tradurlo subito così da metterlo in vendita il prima possibile, e per farlo l'ha adattato in modo fin troppo frettoloso. Inoltre, pubblicando il n°51 prima dello speciale Yellow, ora ci ritroviamo con una saga incominciata e per i prossimi 5-6 mesi ci sogniamo il n°52, mentre se la pausa del manga fosse stata dopo il n°50, sarebbe stato un buon punto dove interrompersi per un po'.
    Per la restituzione, non è il primo caso, anche se è ovviamente raro e ammirevole: l'aveva già fatto la Planeta con i primi numeri della serie da edicola di Superman pubblicati qualche anno fa, nei quali c'erano fin troppi "spagnolismi" che denotavano come la traduzione fosse stata fatta da spagnoli che sapevano un po' l'italiano.
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  • ;_; stavo scrivendo una recensione del primo numero ma è saltata la luce.
    Comunque dato che non mi va di riscrivere il tutto, posto una curiosità che avevo inserito nella recensione.
    Il capitolo dove Zoro diventa un compagno di Rufy è intitolato "la prima persona" (o il primo compagno, dipende dalle traduzioni), nel corso dei capitoli anche gli altri riceveranno questa conferma: Sanji prima del salvataggio di Nami (la quarta persona), Nami dopo il salvataggio avvenuto ad Arlong Park (la seconda persona), Usopp riceverà questa conferma solo dopo il suo ritorno in ciurma avvenuto a W7 e nello stesso capitolo anche Franky entrando in ciurma (la terza e la settima persona), infine lo riceverà Brook entrando definitivamente in ciruma (l'ottava persona), mancano all'appello, però, Robin e Chopper.
  • ONE PIECE 6

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    Giuramento

    Imprevedibile Oda. Per metà volume gestisce la storia con abilità ma senza particolari colpi di scena. Poi, il sorpresone: l’arrivo di Mihawk cambia del tutto le carte in tavola, mettendo in luce il personaggio di Zoro in un duello emozionante che vede il Cacciatore di Taglie subire una cocente sconfitta.
    Ma non è tutto. Poco prima che inizi la baraonda scatenata dall’arrivo del cupo Mihawk veniamo a sapere che Nami ha effettivamente tradito i nostri, sottraendogli bottino e nave. Un breve intermezzo fa comunque intendere al lettore che la Navigatrice abbia una buona ragione per il suo voltafaccia e anticipa quella che è considerata la prima vera e propria macrosaga del manga.
    Prima però c’è da sistemare Creek e la sua banda…


    ONE PIECE 7

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    Vecchiaccio

    Forse il titolo più adeguato per il volume è Debito di Gratitudine, a indicare il parallelismo tra il rapporto Gin/Sanji e quello tra quest’ultimo e il suo mentore. La nascita delle dinamiche tra i due cuochi ci viene palesata tramite un flashback di circa due capitoli che illustra una vicenda semplice ma toccante, censurata addirittura dall’anime per la crudezza di una delle scene.
    Se il flashback è il cuore del volume, ciò che gli sta attorno non è inferiore qualitativamente: è un classico scontro da shonen, è vero, ma arricchito sia dal background dei personaggi (Sanji e Gin in particolare), sia dalle peculiarità dei vari stili di combattimento che, come sempre, sfociano spesso nella commedia pur non rinunciando a scene action di pathos più intenso.
    Anche Rufy fa la sua parte, per quanto non si metta molto in luce: evidentemente Oda vuole conservarsi il jolly del protagonista contro il “boss” della minisaga, riuscendo comunque a piazzare di sfuggita uno stupendo parallelismo tra il Capitano e Sanji, grazie ad una semplice vignetta. Il che fa capire l’abilità del mangaka nell’infondere una vita propria agli attori della sua opera. Questo aspetto non a caso è rintracciabile in Gin: un personaggio che conosciamo da una manciata di capitoli, eppure incredibilmente umano nelle sue scelte e nelle sue reazioni, non la classica conversione da cattivo a buono.


    ONE PIECE 8

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    Non Morirò

    La conclusione dello scontro sul Baratie. In altre parole, tante mazzate. Rufy viene messo più volte in difficoltà dal versatile Creek, ma nonostante qualche attimo di defaillance non sembra impegnarsi troppo e anzi continua a fare lo scemo per gran parte dello scontro.
    Dopo la movimentata battaglia finale, è il momento di tirare un po’ il fiato. La Zuppa e La Quarta Persona sono due capitoli interlocutori ma non accessori, il cui scorrimento lento (interrotto da qualche piccolo colpo di scena, come l’arrivo di Yosaku) bilancia la dinamicità del volume. Stupenda la scenata di Zef e degli altri cuochi per convincere Sanji a prendere la sua strada e toccante l’addio finale in cui il biondino dimostra tutta la propria riconoscenza.
    Ma le lacrime non durano a lungo (nonostante Yosaku, lol): è il momento di riprendere con le vicende di Nami, in sospeso da ben due volumi. Citata per la prima volta l’Isola degli Uomini Pesce (di cui sentiremo parlare ancora… ma tra una quarantina di volumi!), razza presentataci in Arlong Park. Per l’occasione si accenna anche ad elementi fondamentali della mitologia, come le Tre Forze della Rotta Maggiore, con tanto di descrizione di una delle Forze in questione, la Flotta dei Sette che avrà un certo rilievo in futuro. Da notare a proposito alcuni significativi errori di traduzione (non è Jinbe ad essere problematico, ma la questione degli Uomini Pesce in generale) che daranno adito ad interpretazioni erronee anche dove le traduzioni sono più chiare, anche se non certo perfette, come l’affermazione di Arlong a proposito del “Re del Mondo”.
    Una nota finale: esordisce in questo volume la figura di Panda-man come inside joke. Il personaggio era infatti già apparso nel quinto volume, ma è solo in questo che si esplicita la funzione del buffo uomo panda che comparirà a sprazzi per tutta la trama. Per lui Oda saprà inventare anche una storia parallela, ovviamente da considerare con ironia, una serie di copertine-parodia e una miniavventura tutta per lui, che dura da parecchi volumi: questi ultimi due bonus, segnale del genio goliardico dell’autore e della sua passione, sono purtroppo inediti in Italia.


    ONE PIECE 9

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    Lacrime

    Un volume, un volume intero per delineare Nami e la sua storia, per dare una solida base alla saga di Arlong Park. Non è solo un pretesto per i futuri combattimenti, quello che viene a galla, ma la storia di una persona, di una vita e di come questa rischi con il finire con un sacrificio inutile. Inutile come quello di Bellmer, che a ben vedere poteva aver salva la pelle e che invece decide di immolarsi per non perdere il titolo di “madre”: l’essere umano non agisce razionalmente, è volitivo, incoerente. Ma quella che per Arlong e i suoi è una debolezza, per Rufy e compagnia costituisce una fonte di forza inesauribile: ed ecco che Oda aggiunge alle tematiche le discriminazioni razziali e una bella considerazione sui rapporti umani.
    Tra una dimostrazione di forza degli Uomini Pesce e un ennesimo tradimento, davvero imprevedbile, che sembra rimettere in dubbio la morale di Nami, si giunge alla spiegazione, il classico flashback odiano esteso ora a ben tre capitoli. L’analessi presenta pure un flashback nel flashback in cui ritroviamo la riscrittura del passato di Silk del primo Romance Dawn: abbiamo così un’idea dell’intera infanzia di Nami fino all’arrivo di Arlong e delle sue tragiche conseguenze.
    Significativo, poi, che Rufy non sia intenzionato ad ascoltare la storia della sua compagna: il Capitano non ha bisogno di alcuna motivazione per aiutare un membro della sua ciurma, gli basta la richiesta d’aiuto che questa gli rivolge nell’ultimo capitolo, che dà il titolo al volume: in una regia perfetta il pathos e la tensione raggiungono il loro culmine. Sta per scoppiare una battaglia da cui dipendono le sorti del Mare Orientale.
    Le Miniavventure di Bagy [28 episodi – dal vol. 4 al vol. 9]: il primo arco di Miniavventure ha per protagonista Bagy il Clown, che nel terzo volume era stato lanciato in orbita da Rufy. Vediamo quindi i suoi sforzi per ricongiungersi al resto del suo equipaggio, che tra l’altro conserva i pezzi del corpo del loro Capitano che erano stati immobilizzati da Nami. Peccato che mentre il Clown, dopo aver incontrato Gaimon, si unisce a una vecchia nuova conoscenza intenzionata a trovare Rufy, la sua ciurma non faccia altro che cacciarsi nei pasticci…


    ONE PIECE 10

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    Ok, Let’s Stand Up!

    Stupenda davvero la prima tavola del primo capitolo, così come l’immagine che vede i Mugiwara contrapposti ad Arlong e scagnozzi. Dopo un intero volume dedicato alla scoperta e all’intreccio delle motivazioni e degli scopi dei vari personaggi è il momento dell’azione: e con Oda l’azione non è mai scontata o prevedibile. Rufy riesce infatti a ficcarsi inaspettatamente nei guai, mettendo in crisi i membri rimanenti della ciurma in una disperata lotta contro il tempo. La situazione viene gestita bene dall’autore: con un espediente originale riesce a rendere critico il momento riuscendo tuttavia a guadagnare il tempo utile per mostrare gli scontri dei vari personaggi. Un Zoro ancora sofferente per la ferita arrecatagli da Occhi di Falco deve infatti vedersela con un polipo spadaccino, mentre Sanji affronta il Karate degli Uomini Pesce nell’ambiente naturale del suo antagonista.
    Persino Usop, che all’inizio non fa altro che scappare, si ritrova coinvolto nel suo primo, vero combattimento. E’ un momento di grande crescita per il personaggio (“Faccio proprio schifo…”) e sebbene lo sconto sia meno spettacolare di quello dei compagni è forse quello che meglio esprime l’essenza del personaggio. Peccato per la traduzione zoppicante, che non coglie il collegamento tra le frasi “E’ finita…” e “Ormai il gioco a fare i pirati che facevamo per passare il tempo, è finito!”, rendendole tra loro estranee.
    A due capitoli dalla fine, dopo una grande prova di forza da parte di Zoro e il definitivo schierarsi di Nami, assistiamo finalmente al salvataggio di Rufy e al suo ritorno sul campo di battaglia: è il momento dello scontro finale tra il Capitano e Arlong. Scontro di forze di filosofie, come illustra anche il meraviglioso discorso tra i due contendenti.


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    Il Più Cattivo dei Mari Orientali

    Rufy vs Arlong! Il primo scontro ad impegnare veramente Cappello di Paglia, che comunque non rinuncia a qualche piccola idiozia, come quella dei denti. Anche in questo volume la battaglia tra i due non è solo a suon di tecniche, ma anche di scuole di pensiero differenti come dimostra l’intera scena nello studio.
    Debellata l’oppressiva occupazione degli Uomini Pesce, non resta che far festa. Si portano a termine alcuni particolari rimasti in sospeso, come quello della girandola di Genzo o i tatuaggi di Nami e Nojiko o la guarigione di Zoro. La partenza di Nami, ora libera dalle pesanti responsabilità del suo passato, conclude le vicende di questa saga dalle importanti ripercussioni. La disfatta di Arlong è infatti la goccia che fa traboccare il vaso: Rufy inizia a farsi notare agli occhi del mondo, complice una bella taglia appioppatagli dalla marina. Il Più Cattivo dei Mari Orientali, infatti, oltre a mostrarci questo avvenimento introduce un’altra Forza della Rotta Maggiore, la Marina, con un paio di paginette in cui si sente per la prima volta parlare di Giustizia Assoluta, concetto che sarà ampliato maggiormente in seguito.
    Rivediamo poi, seppur brevemente, Mihawk e Shanks, per poi tornare alle vicende dei nostri. Con Sandai Kitetsu vediamo Zoro acquistare due spade per ripristinare il trio e veniamo a conoscenza della classificazione di queste armi in One Piece. Lo Spadaccino ha occasione di dimostrare, ancora una volta, il suo carisma, mentre Rufy si ficca irrimediabilmente nei guai a causa di Bugy, che come avevamo visto nelle Miniavventure, si è alleato con una vecchia conoscenza di Cappello di Paglia, Albida, resa irriconoscibile da un Frutto del Diavolo.
    Bello che Smoker, marine che esordisce in questo volume, giudichi Rufy una minaccia “semplicemente” perché ha sorriso alla morte al pari del Re dei Pirati, Gold Roger. Un gesto che rafforza la potenza del personaggio, visto che c’è chi ha scritto una saga di sette libri sul tema dell’accettazione della morte, cosa che Cappello di Paglia fa con il suo sorriso a trentadue denti alla fine di questo volume assai variegato.


    ONE PIECE 12

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    La Leggenda Ha Inizio

    Finalmente la Rotta Maggiore! E’ con questo volume, infatti, che i nostri accedono finalmente al fantomatico tratto di mare che bisogna necessariamente percorrere per giungere al misterioso One Piece: certo, fa un po’ specie pensare che i primi 11 volumi non erano altro che un’introduzione all’avventura vera e propria, ma va anche detto che presto gli avvenimenti del Mare Orientale assumeranno una luce diversa, ridimensionati dalle vicissitudini di un’esigua porzione di oceano in cui però si possono decidere il destino del globo… ma questo lo vedremo meglio in futuro.
    Per ora la sparuta ciurma di Rufy è impegnata nella fuga da Rogue Town, ostacolata dall’integerrimo Smoker, il primo possessore di un frutto della categoria Rogia che ci viene mostrato. Il Capitano per la prima volta dall’inizio del suo viaggio si ritrova del tutto impotente contro un avversario decisamente al di fuori della sua portata: sarebbe la fine, se non fosse per il provvidenziale intervento del misterioso individuo che apre il capitolo, tal Dragon, di cui sapremo di più in seguito. Dunque, seminato l’ostico marine, e ricongiuntosi con Zoro -protagonista di un breve scambio di fendenti e di battute con Tashigi- e con il resto della ciurma, Rufy si lancia dritto verso la Rotta Maggiore. Ma non è il solo: sia l’accoppiata Bagy&Albida (bella la scena in cui si lanciano all’inseguimento, geniale la Puzzle Car!) sia quella formata da Smoker e Tashigi sembrano determinati a seguire i Mugiwara…
    Entrare nella Rotta tuttavia non è uno scherzo: ce lo dimostra un intero capitolo, Reverse Mountain che fa un po’ di chiarezza sulla geografia del mondo onepieciano, sorprendendo il lettore con trovate semplici ma sorprendenti come quella della montagna che titola il capitolo. Capitolo che implicitamente fa sorgere molti dubbi sulle cause della conformazione del pianeta di Rufy e compagnia: come mai a una così grande distesa di acque marine si contrappone un unico continente, apparentemente disabitato, dalla forma alquanto particolare e soprattutto dalle titaniche dimensioni (tanto che nessuno ha mai pensato, per quel che ne sappiamo, di raggiungere Raftel, presunta sede dello One Piece, semplicemente scalando la Linea Rossa)? La conformazione delle Calm Belt (oddio, il vignettone con i mostri marini!) e della stessa Reverse Mountain, sono un fenomeno naturale o meno? Almeno per il momento il tutto viene liquidato senza problemi, anche perché il lettore si porrà queste domande solo a mente fredda e di certo non alla prima lettura, visto il ritmo incalzante dei primi quattro capitoli.
    Appena entrati della famigerata Rotta, infatti, i nostri s’imbattono (letteralmente!) in Lovoon, balena gigantesca che inghiotte la Merry e la ciurma, eccetto Rufy, in una inaspettata citazione a Pinocchio. Ma il cetaceo nasconde molto di più di un idilliaco paesaggio all’interno del suo ventre: è la storia di una promessa, fattagli dai suoi compagni pirata ormai morti dal primo all’ultimo. Una storia che Oda non lascerà cadere nel dimenticatoio dopo aver ottenuto un notevole pathos (grazie anche alla stupenda reazione di Rufy), ma che saprà riprendere anche se a distanza di una quarantina di volumi, quando i Mugiwara saranno ormai a metà viaggio e fronteggeranno nuovamente la Linea Rossa.
    Logpose è un'altra piccola chicca geografica, stavolta inerente la Rotta Maggiore e i modi in cui navigarla: un sistema in cui si respira un che di videoludico e che offre all’autore una varietà pressoché illimitata di luoghi e popolazioni, che sarà sfruttata a dovere.
    Infine i tre capitoli finali ci mostrano le insidie della prima isola su cui approda la ciurma, affrontate splendidamente dal solo Zoro con una carneficina mostrata con una regia di prima classe (fenomenale la zoomata sui cactus giganti!) e che ha il pregio di non annoiare il lettore grazie alla originalità degli avversari (roftlone per la suora e il bimbetto…).


    ONE PIECE 13

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    Tutto Bene!

    La bagarre a Whisky Peak continua, almeno per i primi quattro capitoli del volume: Zoro sbaraglia tutti gli avversari rimanenti, ma l’arrivo di due ulteriori agenti della Baroque Works rimescola le carte in tavola. Un’altra complicazione è data dal risveglio di Rufy (lollone le vignette che lo vedono insonnolito) che fraintende la situazione e inizia a combattere contro lo stesso Zoro, sbaragliando i due Number Agent appena arrivati prima casualmente, poi per fare “un’ottima ginnastica” e infine perché il duo intralciava il regolamento di conti tra il Capitano e lo Spadaccino. Lo scontro è inserito da Oda per movimentare la già intricata situazione e, ovviamente, per fare scena; la “scaramuccia” viene interrotta da Nami (che secondo i classici stereotipi mangeschi in certe situazioni è in grado di prendere a mazzate individui che combattono contro balene gigantesche o che tagliano il cemento…) e non avrà risolti di alcun tipo: ma in futuro Rufy dovrà scontrarsi con un altro suo compagno e con conseguenze ben più rilevanti…
    Tutto Bene! chiarisce finalmente la storia e l’identità di Miss Wednesday/Bibi e designa un futuro nemico dei Mugiwara: Sir Crocodile, membro della temibile Flotta dei Sette. Bibi si unirà dunque alla ciurma per lasciarla solo al termine della Saga di Alabasta, dopo aver accompagnato i nostri a Little Garden e a Drum, in una delle scene più emozionanti del manga.
    Il capitolo successivo, Percorso, presenta un personaggio cruciale per l’evoluzione di One Piece, ovvero Miss All Sunday. L’identità misteriosa e ovviamente formosa fanciulla ci sarà più chiara in seguito (e andando più oltre, ne scopriremo anche il passato…): per ora basti sapere che lei è la chiave che introdurrà nel manga uno dei misteri più intriganti e meglio congegnati in assoluto, ovvero quello della Storia e dei 100 Anni Bui.
    Con Avventura a Little Garden si giunge alla seconda isola della Rotta Maggiore; è in Grandissimo che scopriamo che questa è abitata da due Giganti, i guerrieri Dori e Brogi. Oda è magistrale nel narrare la loro vicenda e riesce ad aumentare al massimo l’empatia del lettore nell’ammirazione che hanno Rufy e Usop nei confronti dei loro gargantueschi amici e nei prinicipi che regolano il loro rapporto: l’orgoglio che difendono strenuamente e la vergogna in cui incorrerebbero Dori e Brogi se si sottraessero allo scontro non sono altro che la ripresa dei valori della Civiltà di Colpa e di Vergogna omeriche, incredibilmente adatti nel contesto e per nulla snaturati in quello che dovrebbe essere un semplice shonen d’azione.


    ONE PIECE 14

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    Istinto

    La vicenda dei due giganti di Little Garden procede e il pathos raggiunge il suo culmine con L’Orco Rosso Ha Pianto (umanissima l’espressione di Brogi nell’ottava tavola, esprime benissimo le emozioni contrastanti del guerriero) e con Lo Sapevo. Il piano del sottile Mister Three, coadiuvato oltre che dalla partner Miss Golden Week dai redivivi Mister Five e Miss Valentine, sembra dunque volgere al meglio. Sembra, appunto, perché i protagonisti son tali mica per nulla e allo struggente crollo emotivo di Brogi (“Perché non sono morto combattendo?”), che è l’apice delle reazioni dei capitoli precedenti si contrappone la risolutezza di Zoro (rotflone quando poi si mette in posa) e l’arrivo di Rufy, Usop e Karl. Lo scontro con Mister Three si risolve in poco tempo, mentre Miss Golden Week impegna maggiormente il Capitano, seppur tra il serio e il faceto: determinante sarà l’intervento di Usop, indice della risoluzione incrollabile (per quanto spesso sopita) del personaggio: il Cecchino le busca e non batte i suoi avversari ma riesce ugualmente a liberare Rufy dalla letale Colors Trap e predispone il necessario per disfare il Service Set di Mister Three, che stava per uccidere Zoro, Nami e Bibi.
    L’esclusione di Sanji da tutto questo ha un suo perché: proprio durante lo scontro lo vediamo giungere nel covo di Mister Three e intraprendere una conversazione telefonica (o lumafonica? Vabbè…) con un pezzo grosso mica da poco… Mister Zero aka Crocodile della Flotta dei Sette.
    Diario di Kobi ed Hermeppo [30 episodi – dal vol. 10 al vol. 14]: si conclude la seconda Miniavventura, dedicata alle vicende di Kobi ed Hermeppo, da poco reclutati in Marina. Vediamo crescere la loro determinazione (da una parte l’incrollabile Kobi, dall’altra Hermeppo che passa, dopo la fuga del padre, da scansafatiche a zelante lavoratore) e di come vengano accolti sotto la protezione del forte ed imprevedibile Vice Ammiraglio Garp, con grande perizia registica da parte di Oda, che voleva far pensare a una condanna di ammutinamento dei due quando Garp dichiara di volerli portare con sé nientemeno che al Quartier Generale della Marina. Sia Kobi che Hermeppo rientreranno molto avanti nella trama principale, assieme allo stesso Garp, di cui scopriremo un dettaglio non da poco…
  • Salve,

    Scusate lo iato dal mio ultimo messaggio, ma sono stato un po' preso con lo studio, ed ho avuto modo solamente di lurkare.
    Volevo un'informazione: la New Edition di One Piece (che seguo) attualmente è al numero 21. In teoria, proseguendo con cadenza mensile dovrebbe raggiungere la "prima edizione" nel giro di due anni, ma credo che probabilmente inizieranno a rallentarla entro una decina di mesi (probabilmente rendendola dapprima bimestrale, poi chissà...) per evitare di far coincidere le due uscite. Non conosco la Star Comics (ma a pelle mi verrebbe da pensare che è più seria della Disney Italia), perciò vi chiedo: la New avrà un futuro, anche quando le due serie arriveranno quasi a coincidere, o si farà la bastardata in stile "ok, ora siamo arrivati quasi a pareggiarle, iniziate tutti a comprare dalla serie regolare, e non se ne parla più!"? Spero che le mie preoccupazioni siano eccessive, ma non si sa mai, meglio chiedere...
    Grazie
  • In realtà non si sa, perchè si tratta della prima ristampa Star Comics di una serie ancora in corso di pubblicazione, quindi non si sa cosa accadrà.
    Le ipotesi più probabili sono due modalità già applicate dalla Panini: ad un certo punto rallentare la cadenza della ristampa (come avvenuto con Tutto Rat-Man) oppure fare uscire direttamente le due edizioni con un brevissimo intervallo temporale tra una e l'altra (come avviene ad esempio per Nana, Berserk, Evangelion e numerosi altri manga, anche se la seconda edizion solitamente è più lussuosa rispetto alla prima, quindi un prodotto differente...).
    Io pur avendo tutta la prima edizione (quella con la costina azzura) sto recuperandomi anche la ristampa perché ha la carta non trasparente e le copertine sono migliori, quindi fosse per me una volta raggiunta la prima edizione potrebbero proseguire anche solo con la seconda edizione :P
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • Spero soltanto che non chiudano la seconda; alla fine le storie le leggerei ugualmente, ma per maniacale puntiglio nerd, non vorrei avere le costine (e le copertine) in stile diverso tra di loro...
    DeborohWalker ha scritto: Io pur avendo tutta la prima edizione (quella con la costina azzura) sto recuperandomi anche la ristampa perché ha la carta non trasparente e le copertine sono migliori, quindi fosse per me una volta raggiunta la prima edizione potrebbero proseguire anche solo con la seconda edizione :P
    :LOL: Idolo!
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    Premessa: non mi sono mai cagato di pezza i manga. Benchè da piccolo sia cresciuto con i vari Carletto, Daltanius, Jeeg, Alvaruccio, Mago Pancione, e cartoni giapponesi vari, non mi sono mai interessato all'universo del fumetto orientale.

    ...

    Ho scoperto l'esistenza di One Piece quando Italia 1 trasmise per la prima volta l'anime. La prima cosa che ho pensato, trovandomelo per caso davanti, è stata: "Che schifo! Questi giapponesi disegnano sempre peggio!". Poi ci ho ripensato e ho detto: "No aspetta! Questi giapponesi disegnano sempre peggio!". E mentre continuavo a non interessarmi al fenomeno-manga, la piaga dilagava in tutta Italia (e nel mondo). Ed ha dilagato a tal punto da contagiare un mio amico, compagno di tanti kebab e nerdate al pc. Al punto che una volta sono rimasto sotto al suo citofono per una decina di minuti, aspettando che mi aprisse, dopo che fosse finita la puntata di One Piece, che stava guardando dal sito che trasmette l'anime in lingua originale con i sottotitoli in italiano (dove c'è anche l'opzione "pausa", in caso suonino alla porta, ma utilizzarla era un'eresia).

    E salgo una volta a casa sua, e salgo due volte, e "tra poco mettono la nuova puntata di One Piece su internet, aspetta un attimo!" e "sto finendo di vederlo, dopo usciamo", mi sono seduto lì accanto, e mi sono messo a vedere una puntata casualmente, e il pensiero è stato: "Questi giapponesi disegnano sempre peggio!". Dopo una decina di puntate (non in successione, un po' a spizzichi e bocconi), mi ha vagamente iniziato a incuriosire. Certo, era pur sempre uno schifosissimo manga, però la trama vuole essere avvincente, i personaggi sono alquanto buffi. Incuriosito anche da un altro paio di amici che leggevano il manga, in fumetteria ne sfoglio uno, e penso: "Certo che questo Oda non ha neanche la mano ferma per fare una linea pulita, il tratto è sporchissimo".

    Non so quando io abbia passato lo spartiacque, ma una sera mi sono reso conto di essere stato in fumetteria e di aver comprato la New Edition fino al numero a cui era uscita. Finito il primo numero penso: "Cavolo, la trama prende molto. Il disegno può sembrare strano all'inizio (un po' come Ortolani, se vogliamo, a cui ci si deve abituare), ma ogni scena ha un suo perchè, nulla è lasciato al caso, e i combattimenti sono dinamicissimi e allo stesso tempo resi benissimo". E leggo il secondo, il terzo, il quarto...il sedicesimo, il diciassettesimo... fino alla saga corrente (# 22 [spoiler]ad Alabasta, contro Crocodile[/spoiler]). Dopo aver letto l'ultimo volume, ho pensato: "Porca trota, non mi prendeva una saga così tanto dai tempi di PkNA. La trama è articolatissima, i personaggi innummerevoli, e ognuno con un proprio bg alle spalle, e caratteristiche particolarissime. I colpi di scena sono dietro l'angolo, e nulla appare banale". Sto fremendo per l'uscita del prossimo numero e mi dispiace di non aver colto prima in One Piece il potenziale che ha, un po' per l'eterno pregiudizio che ho sempre avuto per i famigerati fumetti giapponesi, un po' per il fatto che è stato subito preso a modello da orde di bimbiminkia (cit. "Ma perchè devono sempre rovinare le cose che mi piacciono, facendole diventare di moda!").
  • E bravo Alex, finalmente un altro che si è agganciato alla causa pro-ONE PIECE. E dire ce non mi sta mai nessuno ad ascoltare.
    E posso assicurarti Alex che da ora in poi la trama non scade, ma sarà sempre un crescendo... io personalmente seguo i capitoli spoiler e devo dire che lessi le scan di OP e solo ora sto recuperando la new edition (tra l'altro molte traduzioni di questa edition sono molto schifose e preferisco quelle dei fan team). Ed anche l'anime subbato ha dalla sua delle ottime soundtracks, voci azzeccatissime (ripeto il jap, ma per thriller bark anche la mediaset non si sta comportando male) e pochi filler, contro dei disegni spesso non all'altezza di quelli di Oda-sensei.
    Ecco, io come il caro Alex non leggevo manga, sempre le solite cose pensavo, poi guardai alla mediaset OP e mi accorsi di una cosa, non ricordavo per niente la storia. A quel punto potevo vedermi le vecchie puntate, ma ci sarebbe voluto troppo... optai per il manga. Da allora ho letto tutti i volumi, capitoli spoiler, primi 195 episodi in italiano, primi 160 episodi subbati (ancora la saga di [spoiler]skypiea[/spoiler] è in fase di sub ma anche i restanti 35 episodi li vedrò subbati), dal 196 al 429 subbati... e poi ci sono i data book, i capitoli speciali, i movie, gli episodi speciali e tanto altro ancora...

    Perciò sollazzari e paperseri di tutto il mondo, leggete One Piece.
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