[Akira Miyashita] Sakigake!! Otoko Juku!! (Classe di Ferro)

Da Miyazaki a Taniguchi, passando per Toriyama, Otomo ed Oda. Una cartella con gli occhi sbrilluccicosi nella quale incontrare ninja, guerrieri, paladine della giustizia e strambi pirati.
  • Oibò, non ricordavo questo topic.
    Comunque, un paio di mesi fa mi è capitato tra le mani un numero alla rinfusa di suddetta serie, che a dire la verità non mi attraeva più di tanto, ma ci ho comunque voluto dare un'occhiata.
    Innanzitutto, sarò stato sfortunato io, ma mi sono beccato un numero (non ricordo quale di preciso) che era composto da combattimenti, credo anche a un livello piuttosto avanzato; negli scontri non ho trovato però l'ironia che mi avevano detto esserci nella serie, ma normali duelli da manga con mosse decisamente esagerate.
    Non mi è parso che l'autore volesse stra-fare con intenti umoristici, ma forse la cosa si capiva di più leggendo il manga dall'inizio, e in seguito diventa più "serio", tanto il lettore conosce le premesse autoironiche dell'autore.
    Mike Haggar ha scritto:Riuscire a tenere alto l’interesse del lettore in una serie che si fonda sui combattimenti non è cosa da poco. C’è chi riesce (vedi il Saint Seiya di Masami Kurumada o il Dragon Ball Z di Akira Toriyama) e chi no (ad esempio Bleach)...
    Ehi, parliamone. Bleach mi pare molto interessante.
    Certo, ha alcune fasi di lotta noiose, ma gli scontri mi sembrano comunque più avvincenti di quelli di Saint Seiya, che erano tutto tranne che dinamici, dato che consistevano in sequenze di mosse date da un personaggio all'altro, sembra quasi un GDR a turni.
    Mike Haggar ha scritto:Ci si pesta, è vero, ma, come dirà poi qualche anno più tardi il buon Akira Yuuki (il protagonista di Virtua Fighter), “le arti marziali si basano sul principio che nessuno deve restare ferito”. Del resto, se ci pensiamo un attimo, in origine, le arti marziali orientali non nascono per offendere ma come esercizi per il miglioramento e la conservazione del corpo e dello spirito. La rappresentazione che Otoko Juku dà delle arti marziali è senza dubbio parecchio esagerata, con arti che volano, tecniche che definire strambe è dir poco e sangue che scorre a fiumi, ma la concezione espressa dalla lotta rimane più o meno questa.
    Questa non l'ho mai capita.
    Mi riferisco ad esempio a Kenshiro, dal quale ho preso le distanze per l'eccessiva violenza, poi ho riscoperto ad anni di distanza, prima apprezzandolo a sufficienza, poi un bel po' di più a una seconda lettura.
    Insomma, non ho mai capito questo concetto dell'arte marziale che non deve far soffrire, espresso con arti violanti e fiumi di emoglobina.
    Sarà che sono uno studioso di comunicazione, ma a me hanno sempre insegnato che in un messaggio, oltre al contenuto conta anche la forma.
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  • Beh, Deboroh, conta che dal terzo volume in poi combattono soltanto, quindi non è che ne hai preso uno a caso, sono tutti così! XD

    L'ironia c'è almeno inizialmente, poi viene un pò meno ma è comunque più o meno presente a livelli soffusi e nella rappresentazione esagerata di certe tecniche di lotta strambissime e nella loro pseudo-spiegazione scientifico-storica, oltre che in certi personaggi del tutto caricaturiali. E' un tipo di ironia un pò particolare, ma bisogna partire dall'inizio per comprenderla! ^^

    E' vero che gli scontri di Saint Seiya sono "da Gdr a turni" (bella definizione! ^^), ma quella è solo la sovrastruttura. Tra le mazzate, i due contendenti si parlano e spesso e volentieri intavolano anche discussioni filosofico-religiose, scambiandosi non solo colpi ma i loro modi di intendere la vita, la religione, la giustizia e tutta una serie di cose. E poi ci sono un sacco di citazioni religiose/mitologiche che io, da appassionato di mitologia greca e studioso di cultura orientale, ho amato alla follia (ad esempio il personaggio di Shaka è una citazione vivente ai dogmi, alle rappresentazioni grafiche e ai riti del buddismo, e io con queste cose ci vado a nozze!).
    Bleach era piacevole all'inizio, ma in quest'ultima saga è andato in vacca, dato che i combattimenti seguono l'andamento standard:

    Ichigo (o chi per lui): "Io ti batterò, perchè devo salvare i miei amici!"
    Grimmjow (o chi per lui): "**** (inserire parolaccia a caso)!! Sono solo ****!! Tu sei venuto qua perchè il tuo sangue di guerriero ribolle e brama di farmi crepare, e allora fammi crepare!!"
    I: "No, non è vero! Io devo proteggere i miei amici!!"
    G: "****!!!"
    Orihime (o chi per lei): "No, smettila di infierire così su Kurosaki-kun, che è pure ferito, mischino!!"
    G: "Chiudi quella **** di fogna, femmina indegna del ****!!!"

    Tale profondità di dialoghi mi sublima!

    Poi anche a livello di azioni li trovo peggiorati (non amo molto di mio i combattimenti di cappa e spada, ma probabilmente questo è un problema mio e basta), i nuovi nemici e le loro mosse sono di un cattivo gusto veramente esagerato, i personaggi più interessanti e/o che piacciono a me non vengono sfruttati e quel poco di trama e introspezione psicologica che c'era agli inizi ormai è solo un lontano ricordo.
    Diciamo che ormai lo piglio per inerzia, ma mi è calato assai.
    A questo punto meglio le tecniche folli di Otoko Juku, che almeno differenziano l'uno dall'altro i combattimenti.

    Riguardo allo spirito delle arti marziali, è ovvio che comunque, combattendo, ci si fa male, ma il punto sta nell'usare l'arte marziale non con lo scopo di fare volutamente del male agli altri, di infierire, di usare metodi sleali, di voler vincere a tutti i costi, quando piuttosto combattere per migliorare nella tecnica e apprendere qualcosa d'importante dall'avversario, anche se sul ring è un rivale e usa delle tecniche differenti dalle tue.
    I combattimenti di Otoko Juku sono parecchio truculenti, ma capita spessissimo che il protagonista di turno stimi l'avversario e viceversa, che lo grazi e che i due diventino amici, o che l'avversario di turno muoia tra le braccia del protagonista (magari non ucciso da lui ma dallo sleale capo del nemico di turno o sacrificandosi per salvare da questo il protagonista) comprendendone il valore e dispiacendosi di aver conosciuto un uomo di tale levatura in una circostanza così sfortunata.
    Questo intendevo, ecco.

    Ah, anch'io ho avuto un percorso analogo al tuo, riguardo a Ken, ma sono ancora nella fase "voglio leggerli tutti ma non sono riuscito a trovarli tutti e si fa quel che si può"! XD
    Perchè pirati si nasce, e all'arrembaggio si va, con la bandiera che sventola, per dire "siamo qua!".
  • E' vero che gli scontri di Saint Seiya sono "da Gdr a turni" (bella definizione! ^^), ma quella è solo la sovrastruttura. Tra le mazzate, i due contendenti si parlano e spesso e volentieri intavolano anche discussioni filosofico-religiose, scambiandosi non solo colpi ma i loro modi di intendere la vita, la religione, la giustizia e tutta una serie di cose.
    Sì, sì, concordo, ma tutto ciò lo considero facente parte della trama e delle scene di "dialogo", anche se immerse in quel contesto di lotta; il che mi piace, pur non amando visceralmente Saint Seya come molti altri otaku, lo apprezzo e di tanto in tanto lo rileggo.
    Però, il duello vero e proprio, come scambio di mosse, non mi pare granchè.
    Poi anche a livello di azioni li trovo peggiorati (non amo molto di mio i combattimenti di cappa e spada, ma probabilmente questo è un problema mio e basta), i nuovi nemici e le loro mosse sono di un cattivo gusto veramente esagerato, i personaggi più interessanti e/o che piacciono a me non vengono sfruttati e quel poco di trama e introspezione psicologica che c'era agli inizi ormai è solo un lontano ricordo.

    Sì, concordo sulla brutta piega presa ultimamente, ma nonostante gli scontri meno interessanti dal punto di vista dell'azione vera e propria, credo che Tite Kubo compensi per la regia, riesce a creare tagli delle vignette e un'impostazione di tavola sempre molto interessante...
    Riguardo allo spirito delle arti marziali, è ovvio che comunque, combattendo, ci si fa male, ma il punto sta nell'usare l'arte marziale non con lo scopo di fare volutamente del male agli altri, di infierire, di usare metodi sleali, di voler vincere a tutti i costi, quando piuttosto combattere per migliorare nella tecnica e apprendere qualcosa d'importante dall'avversario, anche se sul ring è un rivale e usa delle tecniche differenti dalle tue.
    Eh, lo so, ma regolarmente questo principio viene messo in pratica strappando arti, facendo scorrere sangue e spaccando ossa, poi alla fine il cattivo di turno dice "oh, ma io in fondo ero buono", e tutti lo dovremmo rivalutare... Mah.
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  • Nulla da dire sulla regia delle tavole di Kubo che è eccelsa, ma leggere solo forma e niente sostanza per un sacco di volumi poi ti rompe...
    Perchè pirati si nasce, e all'arrembaggio si va, con la bandiera che sventola, per dire "siamo qua!".
  • Mike Haggar ha scritto:[ (ma anche degli shonen, dove c’è stato un infighettimento dei personaggi generale da non sottovalutare) moderni, dove tutto sommato le relazioni tra le persone sono molto più complicate e molto meno sincere e sicure, un manga che esalta ideali di virilità, lealtà, amicizia e fratellanza come Otoko Juku appare forse un po’ fuori luogo, e, difatti, sono ben pochi quelli che lo hanno accolto calorosamente come meritava, tra i lettori di manga italiani, che forse erano troppo impegnati a seguire manga che furbescamente tentano di accattivarsi i favori del pubblico proponendo personaggi più esteticamente gradevoli e atmosfere decadenti-dark che tanto di ‘sti tempi l’emo-dark va tanto di moda, per accorgersi di questi grezzoni grandi e grossi e disegnati in un modo così sgradevole per i lettori di oggi, abituati a figoni e bonazze. E no, in Otoko Juku quasi non c’è spazio per l’amore, per le donne, per le elucubrazioni sulle coppie che tanto piacciono ai casual readers di oggi.


    Ma il casual reader di oggi vuole i personaggi fighi/fighetti/bellocci per farci gli yaoi sopra e le scazzottate fini a se stesse senza che il combattimento si faccia espressione di qualcosa, perché tanto è solo un fumetto, è solo intrattenimento momentaneo da gettar poi via a favore di qualcosa di più “adulto”, una volta raggiunta una certa età, ed ecco che quindi questa serie non ha raggiunto il gran successo di pubblico.
    Mah,

    Non è che sia d'accordo.
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