[Kaoru Tada] Love Me Knight (Kiss Me Licia)

Da Miyazaki a Taniguchi, passando per Toriyama, Otomo ed Oda. Una cartella con gli occhi sbrilluccicosi nella quale incontrare ninja, guerrieri, paladine della giustizia e strambi pirati.
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    In Italia Love Me Knight è conosciuto quasi unicamente per la serie animata, con la quale sono cresciuti buona parte dei bambini anni '80/'90, ignorando che la storia è tratta da un manga.
    Tra le immagini che saltano per prime alla memoria sono quelle che accompagnano i primi versi della sigla: "Un giorno di pioggia Andrea e Giuliano incontrano Licia per caso. Poi Mirko finita la pioggia incontra e si scontra con Licia e così...". Ma il bambino col suo gatto arancione che si ripara in un cantiere, oppure Licia e Mirko che cozzano l'un l'altro all'angolo della strada sono scene assenti nella versione cartacea, creazioni degli autori dell'anime che evidentemente pensavano che il fumetto necessitasse di diversi miglioramenti.
    I principali avvengono dal punto di vista grafico ed evidentemente ce n'era bisogno: il fumetto è "schizzato", con disegni abbozzati, personaggi che si deformano e all'occorrenza perdono nasi o bocche, vignette prive di sfondo... Uno stile abbastanza grezzo, al quale nel corso della lettura ci si abitua e per certi versi appare adatto alla narrazione, ma non si può di certo dire che dal punto di vista grafico Kaoru Tada abbia uno stile incantevole. Apprezzo invece le illustrazioni a colori, soprattutto perché non presentano le bizzarre scelte cromatiche della serie animata (Hashizo coi capelli blu??).
    Anche la storia a dire la verità non brilla per la scrittura: nel primo volume viene imbastito un triangolo Yakko-Go-Satomi dove quest'ultimo è chiaramente il bravo ragazzo che durerà ben poco, messo in ombra dal bel tenebroso, inizialmente antipatico ma ovviamente sotto tutti quei bisticci si nasconde un'interesse differente... Poi la coppia Yakko-Go è abbastanza classica e dopo un po' si capisce che nulla potrà scalfirli; soprattutto perché gli ostacoli che minacciano il quieto vivere della relazioni sono un po' sempliciotti e certe volte scaturiscono da reazioni eccessive assolutamente incomprensibili, quindi si prosegue la lettura senza mai veramente prendere in considerazione un finale diverso dall'happy ending Yakko-Go. Il manga lo suddividerei in tre "saghe": la prima è l'introduzione dei personaggi e l'inizio della lovestory Yakko-Go (l'unica che, con abbondanza di filler, è stata trasposta in animazione), la seconda copre il tour a Tokyo dei Beehive e l'incontro con una coppia di bizzarri cantanti, mentre la terza vede Go andare ancora in tour mentre Yakko deve scacciare le avances di un ragazzino che si fa addirittura assumere nel negozio di okonomiyaki in cui lei lavora.
    Fortunatamente a rendere un po' più interessante la lettura ci sono i momenti comici, che hanno soprattutto per protagonisti Hashizo e Giuliano, in compagnia di Shige (il nostrano Marrabio) o dei simpatici compagni d'asilo (Gon su tutti).

    Rileggere il manga a distanza di tanti anni da quando l'ho comprato non mi è dispiaciuto; in fondo c'è un po' di effetto nostalgia nel ritrovare i personaggi e le situazione del cartone osservato durante l'infanzia, oltre a rimanere affascinati dall'atmosfera del panorama musicale giapponese degli anni '80. I concerti, le prove, le dinamiche interne alla band sono al centro della trama ogni volta che la componente amorosa viene temporaneamente accantonata, e sono gli elementi più affascinanti oltre al look dei musicisti di quel periodo. Non si può dire lo stesso delle canzoni: se i motivetti dei Beehive, per quanto goffi nell'anime erano comunque orecchiabili, su carta si riducono a un paio di spalsh page con i versi scritti sparsi per le pagine, scelta poco fortunata che non riesce a restituire l'energia che dovrebbe trasmettere un'esibizione rock.
    Definirei quasi "Love Me Knight" come il "Nana" degli anni '80, con tutte le differenze qualitative elencate sopra.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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