[Ohba & Obata] Bakuman

Da Miyazaki a Taniguchi, passando per Toriyama, Otomo ed Oda. Una cartella con gli occhi sbrilluccicosi nella quale incontrare ninja, guerrieri, paladine della giustizia e strambi pirati.
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    Mi sono avvicinato a Bakuman fresco fresco di lettura di Death Note, ma nonostante gli autori siano gli stessi devo constatare che c'è ben poco in comune: DN era tanto innovativo, cupo e cervellotico, quanto questo nuova serie sembra essere leggera e fedele a tutti gli stilemi dello shonen manga. C'è il protagonista dall'animo puro e idealista che si impegna con tutto se stesso per realizzare il suo sogno (che gli varrà anche l'amore della sua bella), accompagnato dall'amico più smaliziato e dannato: una formula già vista in molti manga per ragazzi, spesso adottata in molti manga di combattimento o sportivi, qui si applica al desiderio di diventare un mangaka, scelta che permette una variante sul generis abbastanza originale.
    Certo, i retroscena della creazione dei manga e degli anime si era già visto in diverse opere (Family Compo, Manga Bomber, Otaku No Video, i siparietti comici di Toriyama e altri ancora) ma ognuna di questi titoli era abbastanza fuori dagli schemi, mentre Bakuman rientra pienamente negli standard dello shonen manga, per quanto riguarda lo svolgimento della trama.
    Anzi, da questo punto di vista ha un non so che di diverso dalla produzione odierna, la lettura mi ha trasmesso una forte sensazione di manga da pieni anni '90, qualcosa da "vecchia scuola" che ormai non si trova più, per il modo in cui è scritto; un'impressione che tra i manga moderni era riuscito a darmi solo Birdy the Mighty...
    Tra gli aspetti più interessanti di questo primo numero direi che c'è il parallelismo creato tra il presente del protagonista e il passato di suo zio, compresa la storia d'amore, stuzzicante espediente che consuma qui la sua utilità; dal prossimo numero i due personaggi principali entreranno a tutti gli effetti nel modo del fumetto, vedremo se sarà altrettanto interessante.
    Le tavole sono molto più semplificate rispetto a Death Note e anche al manga di Blue Dragon realizzato dallo stesso disegnatore, che si prende qui più libertà nelle fisionomie dei personaggi e nella realizzazione degli ambienti, sforzandosi anche meno di rendere tutto ricco di particolari. Ai disegni meno ricercati corrisponde un giudizio uguale sui testi, con un soggetto e dialoghi meno ispirati di quelli del suo predecessore; va anche giustificata la volontà della coppia di autori di dedicarsi a qualcosa di più spensierato, dopo lo sforzo di ingegno che deve aver richiesto la serializzazione di Death Note, coi suoi continui intrighi e doppi giochi.
    Rimane però una traccia di Kira e L dato che anche i due protagonisti di Bakuman hanno un'intelligenza fuori dal comune, ma qui la applicano alla propria passione come strumento in grado di alimentare e sfruttare al meglio il proprio entusiasmo.
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  • Letto a scrocco e non m'è piaciuto.
    Personaggi che ho trovato irritanti e trovate troppo cretine ed esagerate (si veda il rapporto con le ragazze, la fulminea accettazione del suo mestiere di mangaka da parte della famiglia...). Oltretutto mi hanno irritato pure le continue autocitazioni a Death Note e citazioni "giovanilistiche" quali "Vogliamo carpire i segreti del successo di One Piece, Naruto, Gintama e Bleach" o "Oooh, è un Jump del 1996, è VECCHISSIMO!!!"... -_-
    Buono però che almeno qualcuno si ricordi di lodare Ashita no Joe, di tanto in tanto, anche in un manga da bimbiminchia come questo... :re:

    Come trattato sui wannabe mangaka molto meglio Uno zoo d'inverno di Taniguchi o Hetappi di Toriyama, secondo me.
    Perchè pirati si nasce, e all'arrembaggio si va, con la bandiera che sventola, per dire "siamo qua!".
  • Mike Haggar ha scritto:"Oooh, è un Jump del 1996, è VECCHISSIMO!!!"... -_-
    Bè, considera l'età anagrafica dei protagonisti, è come se tu trovassi una rivista uscita più o meno quando sei nato...
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  • Se consideri che gran parte delle serie che c'erano su Jump all'epoca sono in corso ancora oggi, non mi pare tanto vecchio... :D
    Se trovavano un Jump degli anni '80 allora che era, antidiluviano? :D
    Perchè pirati si nasce, e all'arrembaggio si va, con la bandiera che sventola, per dire "siamo qua!".
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    Letto il secondo numero, dopo qualche titubanza che mi era rimasta dopo aver finito il primo volume; invece sono davvero soddisfatto di aver proseguito Bakuman, perchè questo secondo numero si fa decisamente interessante.
    La componente sentimentale si fa se possibile ancora più assurda di quanto avveniva nel primo numero, ma poco male dato che viene relegata a una parte veramente marginale e ci si concentra pesantemente sugli inizi di carriera da fumettista dei due protagonisti.
    Nonostante conosca abbastanza il meccanismo editoriale giapponese grazie a una serie di opere, la fase dei concorsi descritta qui con minuzia di particolari e con una chiara ispirazione autobiografica è una vera e propria fonte di esperienze di vita vissuta interessantissime per il lettore che vuole informarsi sul processo produttivo dei manga. Il bello è che nonostante sia una serie di passaggi abbastanza schematico, il tutto riesce a non risultare noioso nè didascalico, ma fila alla perfezione all'interno della serie. Buffo notare come il manga che i due protagonisti vogliono proporre all'editor abbia un che di cervellotico che ricorda molto Death Note, l'opera precedente dei due autori, così come lo stile grafico dei disegni "dei loro manga" effettivamente si rispecchia con quello di Death Note e Bakuman.
    L'inserimento di un rivale da sconfiggere è l'unico elemento da shonen che ho trovato un po' forzato, relativamente utile al momento ma che sicuramente sarà fondamentale in futuro; gli unici miei timori a riguardo sono proprio riguardanti gli sviluppi che potrà avere la vicenda dato che, dopo questa fase di relativo insuccesso, quando poi cominceranno a realizzare una serie a fumetti la trama dovrebbe diventare per forza di cose meno interessante, immagino concentrandosi su ostacoli come i ritardi o chissà che altri problemi tecnici.
    Ah, molto piacevole la cura nei dettagli e la presenza di copertine, action-figure e poster prelevati direttamente dal mondo reale e soprattutto attuale (infatti si vedono le copertine degli ultimi numeri di One Piece, il poster di un film di Naruto uscito nei mesi in cui quegli episodi di Bakuman venivano serializzati), chiaro segnale di come l'ambientazione sia quella effettiva della redazione nel momento in cui gli autori disegnavano il fumetto. Un'occasione in più per dare "realmente" un'occhiata all'interno delle redazioni delle grandi case editrici di manga.
    Comunque questo secondo volume si è dimostrato molto interessante, più del primo, per cui 1-2 altri volumi di possibilità a Bakuman glieli do senza dubbio alcuno.
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  • DeborohWalker ha scritto: Comunque questo secondo volume si è dimostrato molto interessante, più del primo, per cui 1-2 altri volumi di possibilità a Bakuman glieli do senza dubbio alcuno.
    Sì sì. Continualo perché merita. Vabbè che io seguo... ehm... le scan. La cosa molto interessante e bella di questo manga è, che a differenza di altri, al termine di ogni capitolo si rimane soddisfatti della lettura. Mi spiegherò meglio. Molti manga dopo la lettura del capitolo o ti annoiano oppure ti lasciano coll'acquolina in bocca per quello successivo. A volte ciò è frustante. La lettura non si gode appieno. Ma con Bakuman, ogni capitolo aggiunge del nuovo. Ha una vera e propria miriade di informazioni. Ti lascia la curiosità del capitolo successivo, ma nel contempo soddisfatto.
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    Prosegue la carriera da mangaka di Moritaka e Akito, alle prese col tentativo di creare un mame decente che possa essere accettato dall'editore.
    La sorpresa principale di questi due volumi è stato il personaggio di Eiji Nizuma, il "villain eccentrico" della situazione che credo vada a ricoprire il ruolo che in Death Note era di L; in realtà non si tratta di un vero cattivo, ma semplicemente di un rivale dei due protagonisti, che per assurdo ha un atteggiamento molto più positivo di loro. Infatti Moritaka e Akito sono abbastanza invidiosi del talento di Eiji e si pongono nei suoi confronti con un atteggiamento di accesa competizione, mentre Eiji osserva i suoi giovani colleghi con ingenuità e sincera ammirazione; sembra che Tsugumi Ohna si diverta a raccontare le sue storie dal punto di vista dei personaggi più "negativi", anche se qua siamo su un piano completamente diverso da Death Note.
    Continuano anche i retroscena (grande elemento di interesse) su quali fattori i mangaka devono inserire per incontrare il gradimento dei lettori e degli editori; si complica anche la trafila dei concorsi da superare per ottenere la pubblicazione, ma anche se più ostica la lettura è comunque avvincente. In tutto ciò si aggiunge la collaborazione/rivalità tra il team di collaboratori di Eiji, ognuno con un diverso carattere e differenti potenzialità, che poi saranno avversari diretti nella corsa alla pubblicazione.
    Tutto questo meccanismo potrebbe stancare alla lunga, ma gli autori continuano a inserire elementi di novità che si integrano con il percorso già avviato: ecco quindi il complotto/collaborazione segreta all'inizio del 4° volume con cui Moritaka e Akito pianificano il loro manga investigativo.
    Parallelamente non mi sono dispiaciute le vicende sentimentali: da una parte i lenti progressi nel mondo del doppiaggio della timida Miho seguiti con interesse da Moritaka, dall'altra parte l'inizio della carriera da scrittrice di Kaya col supporto di Akito, inizialmente in imbarazzo di fronte alle avances della ragazza.

    E ora si comincia con la serializzazione. Finisco sempre la lettura di Death Note pensando che lo status quo ha raggiunto un punto in cui gli autori difficilmente potranno inserire qualcosa che mantenga l'interesse vivo, però finora non hanno mai sbagliato...
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