[Naoki Urasawa] Monster

Da Miyazaki a Taniguchi, passando per Toriyama, Otomo ed Oda. Una cartella con gli occhi sbrilluccicosi nella quale incontrare ninja, guerrieri, paladine della giustizia e strambi pirati.
  • Valerio ha scritto:..quella che probabilmente è l'opera più celebrata di Urasawa...

    Una sorta di fusione tra un deus ex machina e un mcguffin, espediente in tutto e per tutto simile alla cara vecchia isola di Lost, di abramsiana memoria.
    Ehi, ehi, frena. Tieniti queste frasi per quando continuerai 20th Century Boys :P

    Monster è davvero impressionante come serie, come dici tu per la recitazione dei personaggi, per la serie di mostruose umanità che spuntano fuori nei corsi dei numeri e per l'atmosfera angosciante che spesso riesce a creare.
    Ma.
    A mio parere, per un fumetto che viene serializzato la trama viene tirata troppo per le lunghe, e questa eccessiva lunghezza soffre un po' anche in una rilettura consecutiva. Ricordo che riuscivo a starci dietro a fatica con la pubblicazione di un volume al mese, non oso immaginare la frustrazione dei giapponesi che leggevano un capitolo ogni due settimane. Comunque questo giallo/noir/thriller è evidentemente il genere più congegnale per Urasawa, e a mio parere è riuscito ad evolverlo inserendolo in universi fantastici con 20th Century World e con Pluto.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
    Nerdlandia - Facebook - Blog - Flickr - Youtube
  • DeborohWalker ha scritto:20th Century World
    Apperò, mica lo sapevo che ci avevano fatto pure il parco a tema :asd:

    Quanto alla serializzazione, è vero che è tirato per le lunghe, ma non tanto più di altre serie nipponiche, visto che il numero di volumi totali si aggira sempre su questa media (18, poi accorpati in 9). Certo, trattandosi di una gigantesca indagine, l'espansione equivale ad una strutturazione sempre più complessa, stratificata al massimo e questo può mandare in pappa il cervello. Ma penso che su questo se la sia cavata egregiamente, è su altre questioni, persino più semplici, che bisognava lavorare meglio, cioé la mitologia di Johan stesso.

    Ecco, una cosa che ritengo avrebbe giovato sarebbe stato dare una struttura più decisa agli archi interni e ai volumi. Nove volumi al ritmo di diciotto capitoli l'uno sono belli e compatti, ma spesso avevamo una narrazione continuativa che riguardava un set di personaggi in un determinato luogo, per alcuni capitoli, dopodiché si saltava altrove per altri capitoli ancora, e spesso questi salti non coincidevano con la fine di un volume e si avevano magari dei pessimi cliffanger, come quello tra l'ottavo e il nono volume con la storyline di Eva innestata in modo superfluo e ridondante all'interno del climax di fine serie. Oppure il continuo passaggio a nuovi scenari e personaggi a volte era snervante, e poco adatto ad una lettura continuativa tutta d'un fiato. Ma sono finezze, e immagino che la suddivisione in archi compatti, con marcati punti d'arrivo della trama che suggeriscono quando è consigliabile fare una pausa dalla fruizione, sia qualcosa che è possibile ottenere in altri medium o magari in altre tipologie di fumetto.
  • Ho sempre pensato che la trama di base non sia esattamente brillantissima e sia viziata da un paio di passaggi un po' dubbi: ma anche per questo Urasawa è un grande scrittore, è riuscito a impreziosire uno spunto degno di un polpettone cinematografico e lo ha trasformato in un serial avvincente e d'atmosfera. Merito dell'ottimo storytelling ed anche della caratterizzazione eccezionale di certi personaggi, magari non tutti memorabilissimi ma molto ben definiti a prescindere dal ruolo effettivo.

    Le uniche cose che mi hanno veramente infastidito sono
    Valerio ha scritto:la storyline di Eva innestata in modo superfluo e ridondante
    e il solito finale anticlimatico e un po' inconcludente, tipico dell'autore.
  • Eva è comunque un personaggio che mi è piaciuto moltissimo, parlavo proprio di quell'ultima parentesi in cui deve indicare Johan, a cui Urasawa attacca in modo abbastanza gratuito tutta la parte di Martin.

    Quanto al finale, non l'ho trovato anticlimatico ma ben gestito nei tempi. Per finale io intendo tutto il climax nella cittadina montana, a cui si attaccano quei due capitoletti epilogativi con gli esiti dei vari personaggi. Ecco magari io avrei ulteriormente allungato l'anticlimax aggiungendone un altro paio di capitoli epilogativi per chiarire più punti in sospeso e per dare epilogo pure a Karl e Lotte (e forse anche all'ex poliziotto assassino con la villa che Nina incontrava a metà serie quando conoscevamo Roberto). Ritengo che per abituare il lettore all'idea che tutto stia finendo non si debba lesinare sugli epiloghi e sugli anticlimax, appunto.

    [spoiler]Ecco, magari avrei evitato la conclusione con Johan che si sveglia, anzi no, è un allucinazione, anzi sì, è scappato di nuovo etc etc[/spoiler]
  • Valerio ha scritto:Quanto alla serializzazione, è vero che è tirato per le lunghe, ma non tanto più di altre serie nipponiche, visto che il numero di volumi totali si aggira sempre su questa media (18, poi accorpati in 9).
    Il punto è che la maggior parte dei manga è diviso in serie, cicli, saghe... qui invece è una storia unica, come dici un'unica indagine e quindi sbrodola troppo. È l'equivalente di un giallo con un caso da risolvere al cinema, ma per la risoluzione invece che un film solo decidono di fare una trilogia. Arduo...
    Valerio ha scritto: ...spesso avevamo una narrazione continuativa che riguardava un set di personaggi in un determinato luogo, per alcuni capitoli, dopodiché si saltava altrove per altri capitoli ancora...

    Oppure il continuo passaggio a nuovi scenari e personaggi a volte era snervante, e poco adatto ad una lettura continuativa tutta d'un fiato.
    Uhm. Allora forse è meglio che 20th Century Planet nemmeno lo cominci, questi elementi sono molto più presenti :D
    ...però dai, lì c'è prorpio una struttura differente, essendo una storia più corale e ambientata in tanti diversi mondi nello spazio e nel tempo, questa frammentarietà è più giustificabile.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
    Nerdlandia - Facebook - Blog - Flickr - Youtube
  • Appunto, non è un'indagine di cui annotarsi ogni particolare (lo cominciai eccome, e non trovai più di che proseguire oltre la prima manciata d'albi), ma una supersaga che ci sta bene che si estenda in lungo e in largo. Sicuramente un prodotto più affine alle mie corde.

    Almeno a livello concettuale.

    Perché a conti fatti ho trovato recitazioni e caratterizzazioni grafiche persino più raffinate in Monster. Ci sono alcuni momenti che non scorderò mai, come la sera del party in cui Tenma si accorge di essere decaduto, narrata con un brutale realismo che non pensavo di riuscire a provare. Oppure i falsi e nel contempo genuini sorrisi di Grimmer, una sorta di miracolo grafico. E poi Lunge, una figura che mi ha letteralmente fatto sbavare.
  • Torna a “Manga”