[N. EAD Tokyo] Super Mario Galaxy

Dopo due generazioni di capolavori perlopiù ignorati dal grande pubblico la rivoluzione del sistema di controllo e un occhio di riguardo per i non giocatori riportano Nintendo sulla cresta dell'onda.
  • E questo dovrebbe essere un forum serio?

    Bah. :martel:
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • Non posto mai, non ho letto le regole e questo non è un forum serio, ma VOTO COMUNQUE PERDINCI!

    Anche perchè è l'unico gioco nominato che ho giocato. :omg:
    PkerUNO
    Amot Melak Matita
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  • Super Mario Galaxy
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    Novembre 2007. Esce in contemporanea mondiale, con pochi mesi di distanza, in Giappone, America, Europa ed Australia, il terzo Mario in 3D. "Super Mario Galaxy", presentanto per la prima volta all'E3 del 2006, ha l'arduo compito di innovare la saga di Mario ed, allo stesso tempo, di non snaturarla.
    Non è la prima volta che Nintendo tenta una simile impresa: l'aveva già fatto al lancio del Nintendo64 avvenuto nel 1996, con Super Mario 64 che, staccandosi dal lineare percorso da un punto ad un altro, offriva una esplorazione free-roaming (sullo stile del primo Zelda per NES). Le stelle, divenuti gli oggetti di fine livello al posto di bandiere, sfere di cristallo, carte od aste, è possibile raccoglierle in ordine sparso, partendo dall'ultima per poi prendere la terza e, in seguito, la prima. Ma non è questa la grande rivoluzione portata da Mario64, quanto il passaggio al 3D, causa del cambiamento accenato. Super Mario Sunshine, seguito di Mario64 uscito sei anni dopo su Nintendo GameCube, non riesce invece ad innovare pesantemente la saga. Cerca di farlo, ma fallisce. Al posto della struttura free-roaming presenta un'anima Action-Adventure (per certi versi simile a Zelda) con una città principale e sette livelli, tutti ambientati su di un isola. Forse i maggior difetti di Sunshine sono stati questi; levare la possibilià di prendere stelle a piacere e fissare dei canoni per la creazione dei livelli ha scontantato i fans dell'episodio a sessantaquattro bit, che per riavere quel senso di libertà dato dal free-roaming, si sono ritrovati a cercare monete blu nei posti più assurdi.

    Galaxy deve quindi fare tesoro degli errori di Sunshine. Lo fa? No. Solo in parte.
    I primi trailer di Galaxy mostravano una struttura simile a quella di Mario64: era possibile scegliere più vie, vie che portavano ad una diversa stella. Ma appena iniziato a giocare ci si accorge che le idee di Sunshine per una trama "profonda" non sono state accantonate. Non si inizia a saltellare in un qualche verde pianeta, si inizia a saltellare nientemeno che nella Toad Town vista in Paper Mario per Nintendo64. Una Toad Town notturna, addobbata per una festa (il Festival delle Stelle), ricca di Toad. Il che farebbe pensare ad una nuova Delfinia. Ebbene, non è così, ben presto partirà un filmato: Bowser con la sua flotta di navi volanti (sì, quelle di Super Mario Bros. 3) ed un'astronave, ruberà il Castello dei Toad con la Principessa Peach, trasportandolo nello spazio (come nel già accennato Paper Mario). Mario non potrà fare niente, Kamek il Magikoopa (direttamente da Yoshi's Island) scaglierà l'eroe su un pianetino lontano. Da qui in poi Galaxy non sarà né un free-roaming né un action-adventure, sarà solo un plaform 3D.

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    La "base" di Mario sarà l'Osservatorio Cometa, che va a sostituire la Delfinia di Sunshine ed il Castello di Mario64. Come al solito si potrà scegliere in che livello andare, selezionare la Stella da prendere (si ha una struttura ad episodi come in Sunshine) ed iniziare il livello. Ma ecco il cambiamento: la Stella torna ad essere la fine di un percorso lineare, come nei Mario2D. Le stesse stelle segrete diventano una semplice uscita alternativa, e non si ha più la caccia alle otto monete rosse, alle cento gialle o, peggio, alle monete blu. Questo perché Mario Gaalxy elimina del tutto il concetto di free-roamming introdotto in Mario64, forse per evitare che i giocatori si perdessero nello spazio senza sapere cosa fare (cosa in effetti possibile) o forse semplicemente per tornare alle origini. Comunque non per questo i livelli sono tirati via, tutt'altro: si passa da delle verdi vallate ad una montagna innevata, da un deserto ad una costruzione LEGO, da un uovo ad una mela. L'ultimo esempio è fondamentale: alcuni livelli di Mario Galaxy saranno galassie formate da piccoli pianetini (in maggioranza ci sono galassie formate da pianeti grandi anche quanto un livello di Mario64 più qualche piccolo pianeta); questi piccoli pianeti sono esplorabili su tutta la loro superficie, e non sarà raro dover muovere Mario a testà in giù o lateralmente su speciale piattaforme. I vari livelli subiranno anche alterazioni da parte delle comete alcuni diverranno a tempo, altri ricchi di monete viola, altri ancora vedranno Mario combattere un boss con una sola tacca di energia. Poi ci sono delle corse contro Mario-Ombra.

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    Per quanto riguarda i comandi, Galaxy si fà apprezzare sin da subito: muovere Mario con la lavetta del Nunchuck, saltare con A, chinarsi con Z viene naturale e spontaneo. A ciò si aggiunge un'inedità funzione che, insieme al planet-design dei micropianeti, è la rivoluzione portata da Mario Galaxy: l'interazione con l'ambiente. Non tramite Mario, cosa presente pure nel primo Super Mario Bros., ma tramite il puntatore del WiiMote, che emulando la nostra mano ci permette di "toccare" alcuni oggetti come le Astroschegge (schegge di stella), da lanciare sui nemici (ed ognuno di loro ha una reazione diversa) o su altro sempre tramite il puntatore (e premendo B). Può sembrare una cosa da niente, ma è la prima volta che è possibile interagire in un videogioco in un modo così diretto e naturale. E l'esperienza era possibile solo con il WiiMote; il mouse del computer (unico sistema paragonabile) sarebbe stato meno immediato e divertente.
    La grafica è quanto meglio visto su Wii, anche grazie ai vari effetti di luce saggiamente usati.
    Eccelente il sonoro: le musiche sono state suonate da un'orchestra creata apposta e si adattano divinamente ai vari livelli; per fare un esempio la Galassia Giardin Ventoso e la Galassia Uovo, due galassie molto "movimentate", presentano una musica avventurosa, la Galassia Polvere di Stelle, formata da piccolissimi asteroidi, una musica tranquilla, mentre gli scontri con Bowser hanno dei cori nei momenti culmine. Da citare anche il ritorno dei Power-Up (ben sei: Fire-Mario, che può tirare classiche fireball, Ice-Mario, che può camminare nel ghaccio, Mario Boo, che può rendersi invisibile, Mario Ape, che può svolazzare, Mario Molla, che può fare enormi salti e la classica stellina che rende Mario invincibile per qualche minuto più un settimo Power-Up: una stella che permette a Mario di volare) e la presenza di tre divertenti minigiochi: uno sullo stile di Monkey-Ball, uno una gara di surf su manta ed il terzo un viaggio spaziale all'interno di una bolla di sapone. Infine due parole sulla storia: di certo è il solito cliché riciclato (il rapimento della Principessa), ma a questo si aggiunge la storia di Rosalinda, un'altra principessa che aiuterà Mario nella sua avventura, narrata tramite un libro ricco di disegni a mano. Il libro è un vero e proprio omaggio a "Il Piccolo Principe" di Saint-Exupéry, sia nella storia, che nei disegni, che nella poesia.

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    E venne il Capolavoro. Si fece attendere per un anno, ma tanto la tradizione del nuovo Mario al lancio di una nuova console era già stata ignorata, quel che è certo è che in attesa di poter giocare col gioco che sfruttava pienamente le possibilità grafiche del Wii, ci ritrovammo per le mani molti porting da altre console e giochi sviluppati su Game Cube e trasportati all'ultimo momento sul nuovo sistema. Ma con l'uscita di Super Mario Galaxy la musica cambiò, e si ebbe il capostipite della nuova generazione di titoli Wii di un certo spicco, a cui seguirono altri giochi di peso come Metroid Prime 3: Corruption, Super Smash Bros Brawl e via dicendo. Certo non si può certo dire che la Wiiosità di questo gioco derivi dal sistema di controllo che rimane piuttosto tradizionale, le peculiarità del Wiimote sono sfruttate appena, e consistono nel poter dare una forte scrollata al wiimote al posto del pulsante d'attacco, e poter, addirittura con la complicità di un amico, usare i puntatori per accaparrarsi il maggior numero di astroschegge sparse per gli scenari, sorta di "moneta" di scambio per sbloccare alcune cose.
    Super Mario Galaxy è l'ottavo titolo della fortunatissima serie di Mario su console domestica (o settimo secondo quelli che non contano Super Mario World 2: Yoshi's Island), e terzo Mario in 3d di sempre. Dopo le critiche piovute sul precedente (ma ugualmente bellissimo) Super Mario Sunshine a causa della componente esplorativa troppo marcata e del setting monotematico, gli sviluppatori sapevano di dover prendere a modello il capostipite dei Mario in 3d, quel Super Mario 64 che tanto scalpore fece nel 1996, riuscendo a trasportare il Regno dei Funghi verso una dimensione tutta nuova. Va detto che prendere a modello è una parola grossa visto che un'altra critica che era stata fatta al gioco precedente era di voler essere un semplice more of same di Mario 64, qui si è invece fatto di più: si è presa l'incredibile varietà di ambientazioni di quel capolavoro e la si è adattata ad una meccanica di gioco completamente nuova, meno esplorativa e più lineare, riuscendo grazie allo stratagemma dei percorsi galattici dalla gravità sconclusionata, ad affondare le proprie radici nella tradizione dei platform 2d. Mario 64 aveva creato il genere del platform 3d, e l'aveva fatto ottenendo qualcosa di certamente splendido ma diverso da quanto si era abituati a giocare, con Super Mario Galaxy il platform 3d diventa finalmente l'evoluzione naturale del platform 2d, riuscendo ad appagare i neofiti e i più esigenti tradizionalisti. E dimostrando come una formula di gioco vincente possa essere assolutamente adattabile ad ogni periodo storico.
    I responsabili di questo miracolo sono come sempre i ragazzi di Nintendo EAD, ma stavolta il team di Tokyo, appartenenti alla succursale che già si era occupata di sviluppare il delizioso Donkey Kong Jungle Beat. Questo nuovo team interno è ormai considerato la punta di diamante Nintendo, e a ragione vista l'immensa cura, l'innovazione e il rispetto per la tradizione che hanno saputo infondere in entrambi questi titoli.
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    La struttura generale di Mario Galaxy infatti non si distacca certo da quanto già conosciuto. Ci sono sempre i livelli accedibili da un'unica grande base, che in Mario 64 era il castello di Peach, in Mario Sunshine era Delfinia e qui è il fantastico osservatorio astronave di Rosalinda, sorta di principessa stellare. L'osservatorio è organizzato in diverse stanze, che altro non sono che portali verso le varie galassie, e come in Mario 64 ci sono 15 livelli standard con numerose stelle da prendere, e livelli a stella singola, che equivalgono alle care vecchie stelle speciali sparse in giro per il castello. Eh già, perchè ritornano pure le stelle, dopo aver lasciato il posto ai soli custodi di Sunshine: le innovazioni il gioco le offre nel percorso che ci separa da loro ovviamente, fatto di pianeti, pianetini, asteroidi, gravità sconclusionata e poetici voli nello spazio in stile Superman. E' una meraviglia continua, un continuo rimanere a bocca aperta, vuoi per le numerose idee originali, vuoi per la giocabilità a dir poco stellare, vuoi per l'incredibile direzione artistica del gioco che lo rende un gioiello sia a livello grafico che sonoro.
    La grafica è infatti quanto di più bello si sia mai visto in un gioco Nintendo: colorata, pastellosissima, e allo stesso tempo ricchissima di riflessi e sfumature, crea un effetto spettacolare e meraviglioso, spremendo al massimo le possibilità del Wii. E basta arrivare per la prima volta nella Galassia Uovo, il primo livello, per accorgersi di che razza di lavorone sia stato fatto con gli accostamenti cromatici, per riuscire a rendere l'idea di star giocando nel mondo di Mario, anche se in un contesto spaziale. E la musica ovviamente procede di pari passo con la grafica, visto che si può tranquillamente dire di aver di fronte la colonna sonora migliore che un gioco di Mario abbia mai avuto. Il merito è ovviamente di quel grand'uomo di Koji Kondo, da sempre all'opera su Mario e Zelda, qui per la prima volta con un'orchestra sinfonica a disposizione. E i temi sono fantastici, poetici, allegri, immaginifici, originali e nel contempo citazionisitici: il walzer che si sente all'osservatorio, che cresce di intensità mano a mano che si completa il gioco è un qualcosa di indimenticabile, che rimanda parecchio al Danubio Blu di Strauss, mentre il tema che si sente al villaggio fungo nel setting introduttivo ricorda non poco le atmosfere dello Zora's domain di Ocarina of Time e Twilight Princess. Bello anche il tema di Mario Ghiaccio, che insieme a Mario Ape, Mario Spettro e Mario Molla segna il ritorno delle mitiche trasformazioni Mariose viste in Super Mario Bros 3 e Super Mario 64, mentre il Capolavoro è il brano della Galassia Giardin Ventoso, un qualcosa da far venire le lacrime agli occhi. E in alcune galassie a stella singola c'è persino la ripresa di un vecchio simpaticissimo brano proveniente dritto dritto da Super Mario Bros. 3.
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    Come da tradizione la trama di qualsiasi gioco di Mario è alquanto semplice e pretestuosa, eppure anche sotto questo punto di vista il gioco sa sorprendere, riuscendo a iscriversi perfettamente nella tradizione Miyamotiana fatta di reticenze, non detto e particolari preziosi coglibili solo da chi li sa cercare. La storia basilare è infatti l'ennesimo scontro con Bowser che ha rapito la principessa, con la complicità di Bowser Jr. (lo stesso di Mario Sunshine e New Super Mario Bros.che ha ormai preso il posto di quel set di figliuoli presente in Super Mario Bros. 3 e Super Mario World), solo che stavolta c'è una sidestory tutta da scoprire e che coinvolge Rosalinda, la ragazza delle stelle e padrona dell'osservatorio, di cui si potranno sbloccare le pagine del libro che ne raccontano la storia. E non c'è niente di più poetico, struggente e profondo, una storia malinconica che deve molto, sia nella narrazione che nelle suggestioni grafiche, al Piccolo Principe. Un particolare non indispensabile per la fruizione del gioco, ma che se donare una profondità inedita per un titolo di questa serie. E pure il finale sa essere sorprendente, anche se perfettamente illogico (non che quello di Ocarina of Time non lo fosse...), ma ovviamente assai poetico, con tutto il carico di sorprese che si porta dietro.
    Si potrebbero dire molte altre cose, data la profondità e la vastità del titolo, si potrebbero tirare in ballo le sessioni di gioco in equilibrio su una sfera, quelle su una bolla o il surf sulle mante, si potrebbe annunciare il ritorno dei pinguini, qui chiamati pinguotti, e di galassie tematiche che hanno modo di dare spazio a qualsiasi tipologia faunistica mai vista nella serie di Mario dai Koopa ai Goomba, passando per i talponi, i Pallottolo Bill e via dicendo, si potrebbe esultare per l'utilizzo di Luigi, che spunta fuori proprio da una casa stregata, ma non avrebbe senso passare al vaglio ogni singolo dettaglio di un gioco così vasto. Si potrebbe stigmatizzare il fatto che la Galassia Bosco Autunnale sia la versione specchiata della Galassia Dolceape, o che nel gioco non siano state inserite sessioni in groppa agli Yoshi, ma non avrebbe senso cercare il pelo nell'uovo in un'opera tanto maestosa. Quello che ha senso è amare Super Mario Galaxy, e giocarlo magari fino in fondo, accaparrandosi tutte e 120 le stelle, comprese quelle delle comete viola che si sbloccano dopo averlo finito la prima volta, e poi rigiocarlo una seconda volta di seguito, [spoiler]usando Luigi, e arrivando così a poter sbloccare la 121esima stella, e un filmato finale extra[/spoiler]. E ha senso magari ringraziare Shigeru Miyamoto, Koji Kondo, Satoru Iwata, e tutti i ragazzi di Nintendo EAD che ancora una volta rendono possibile per un videogioco entrare a far parte della Storia dell'Arte.
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  • Finito! Cioè, la rigiocata con Luigi per ora me la risparmio onde evitare il morire di ridondanza, ma posso dire di aver completato tutte le missioni, insieme ad Isa con la quale ho diviso i vari livelli!

    Che cosa posso dire? E' il mio primo gioco Nintendo, e devo dire di essere molto soddisfatto di aver iniziato partendo da questo titolone. Il gioco ha tutte le caratteristiche (ma proprio tutte) a me care: avventura, fantasia, esplorazione, personaggi buff ed estetici, colonna sonora da urlo, un pizzico di poesia e soprattutto divertimento. Il gioco è infatti un vero spasso, essendo praticamente composto da continue trovate sia estetiche che ludiche, tra buffe trasformazioni, gare di surf, sessioni di volo e così via. Aggiungiamo a tutto questo una tenera e malinconica storia illustrata da leggere capitolo per capitolo, e la sensazione di avere fra le mani uno dei giochi più completi e riusciti è molto forte.

    Se proprio posso muovere una critica, ho trovato un po' superflue tutte quelle comete inserite per i giocatori hardcore, sia dal punto di vista della ripetitività (non è il massimo dover riaffrontare livelli già fatti senza apparente motivo), sia da quello della frustrazione che a volte generavano missioni particolarmente difficili. Ma ciò non toglie che l'esperienza sia stata vasta, arricchente e stimolante e mi ha fatto capire che i videogiochi vanno coltivati.

    Grazie Mario, grazie sfavillotti e grazie anche a Rosalinda col suo bel ciuffone biondo.
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  • Ho finito da pochi giorni, in maniera completa con le 242 stelle, dopo un lungo periodo di pausa, questo bellissimo gioco, che mi ha riavvicinato al mondo videoludico.

    Tanti di voi l'hanno già scritto, ma Galaxy permette una modalità di gioco immersiva e spericolata, in cui ogni inquadratura ardita e momento di gravità inversa fa sbalordire gli occhi e coinvolgere la mente, con divertimento e pathos. Ho da poco preso il 2, e non vedo l'ora di nuovo di buttarmi a capofitto nell'ambientazione spaziale :)
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