[N. Retro Studios] Donkey Kong Country Returns

Dopo due generazioni di capolavori perlopiù ignorati dal grande pubblico la rivoluzione del sistema di controllo e un occhio di riguardo per i non giocatori riportano Nintendo sulla cresta dell'onda.
  • Messo sotto l'albero!! :D
  • MinnieMouse ha scritto:Messo sotto l'albero!! :D
    Sotto al banano, voglio sperare.
  • Dapiz ha scritto:
    Sotto al banano, voglio sperare.
    Ovviamente :P
  • bel gioco ma ad essere sincera l'ho lasciato a mio fratello perchè i comandi sono scomodi

    lo giocherò quando mi rilasserò
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    Donkey Kong e Mario sono nati insieme, in quel mitico gioco coin-op che prendeva il nome del primo ma lanciava entrambi. Bisognava attendere la Rare, quando ancora era roba di Nintendo, perché venisse costruita attorno al gorillone una serie apposita di platform che lo vedesse protagonista assoluto, lui e tutta la sua famiglia di gorilla creati dagli stessi ragazzi di Rare. Era la gloriosa serie Donkey Kong Country, bizzarramente portata avanti da Rare per ben tre titoli su Super Nintendo e poi traslata alle tre dimensioni con quel Donky Kong 64, che segnava l'addio del team alla serie del gorillone. Perché agli albori dell'epoca Game Cube la Rare sarebbe stata ceduta a Microsoft e la serie di Donkey Kong cadde nel dimenticatoio. Ne emerse grazie ai ragazzi di Tokyo EAD che confezionarono lo sperimentale ma bellissimo Donkey Kong Jungle Beat in cui presentarono molti elementi che avrebbero fatto rifluire poco dopo in Mario Galaxy, ma ancora una volta fu una breve primavera. Ed ecco che in epoca Wii, quando il platform bidimensionale pare tornato prepotentemente di moda, viene finalmente rilanciato il gorillone nel modo più tradizionale possibile, con tutti i crismi: lo dobbiamo stavolta alle capacissime mani dei ragazzi di Retro Studios, che terminata l'acclamata trilogia di Metroid Prime si sono immediatamente dedicati al rilancio di un'altra stella Nintendo dimostrando la loro enorme capacità e versatilità. Riprendere in mano la dicitura Country era rischioso, visto che era legata ad un preciso periodo storico e ad un team differente che era rimasto nei cuori di tutti, ma la sfida è stata vinta perché il gioco in questione si pone come perfetta continuazione di quella tanto amata tradizione, senza dimenticare l'innovazione tipica di Nintendo.
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    La fonte primaria di ispirazione per i ragazzi dei Retro Studios è il primo dei tre country, quello in cui bisognava muovere Donkey e Diddy, prima che iniziasse la deriva familiare condotta a suon di cugini, fidanzate e parenti vari, che avevano soffiato il ruolo al vero protagonista.
    Stilisticamente parlando i riferimenti ai tre country ci sono, ne troviamo negli ambienti come anche nella colonna sonora, ma è anche vero che Rare ha sempre avuto uno stile molto personale, leggermente più cupo di quello che Nintendo proponeva in Mario, e parecchio più "scorretto", umoristicamente parlando, e questa è una cosa che avrebbe potuto riprodurre solo Rare. Questo Donkey Kong Country Returns nasce sì come un omaggio all'epopea Rare, ma in chiave assolutamente Nintendiana, e lo si nota da una maggior ariosità degli ambienti, e da una pulizia stilistica davvero mirabile. Dell'esercito di personaggi creati dal team inglese sono rimasti solo i due protagonisti e Cranky Kong, e pure il numero di animali che venivano utilizzati come mezzo di trasporto è stato drasticamente ridotto (sono rimasti Rambi e Squawks, anche se l'ultimo come NPC). Persino i nemici non sono più i coccodrilloni di King K. Rool, ma un esercito di maschere Tiki che vogliono rubare le banane di Donkey. Il gameplay risente invece delle ottime evoluzioni avute negli ultimi tempi (si tratta di un mondo assolutamente poligonale, anche se la telecamera riprende l'azione orizzontalmente), costituendo una sorta di altra metà del progetto nato con New Super Mario Bros Wii: è infatti possibile utilizzare le medesime dinamiche multiplayer manovrando Diddy. Il gameplay offre anche alcune trovate sorprendenti, tipo fasi di gioco in cui bisognerà muovere DK in lontananza sulla linea dell'orizzonte, o gli sbalorditivi livelli in cui vediamo solo la silhouette dei personaggi, ambientati durante il tramonto o tra i fumi di una fabbrica, che sono veramente fra le più belle pagine della storia dei videogiochi che Nintendo abbia mai scritto. Un gioco da avere assolutamente, quindi, anche se a tratti un bel po' più difficile del corrispettivo mariesco, specie per i folli che vogliono completarlo al 100% con tutti i collectibles.
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