E dopo tanti mesi in cui ho atteso per poter dire la mia, ecco che la dico.
The Legend of Zelda: Skyward Sword è un gioco rivoluzionario, che cambia completamente le carte in tavola, facendo capire a che gioco sta giocando Nintendo. Ed è un gioco assolutamente diverso da tutto ciò a cui siamo abituati.
Cominciamo dai controlli: quello che era stato l'elemento di novità del Wii e che non era stato completamente sfruttato dal predecessore
Twilight Princess era il controllo della spada 1:1, che adesso grazie al Wii Motion Plus è possibile implementare. L'esperienza ne guadagna, e sentire i muscoli davvero indolenziti dopo un combattimento all'arma bianca è una sensazione deliziosa, che fa ben capire una volta di più la magia Nintendo. Specie se la vittoria te la devi guadagnare studiando bene come affondare e colpire, azioni che stavolta non si ottengono semplicemente muovendo il braccio a caso.
Poi c'è il resto. E il resto è che con
Skyward Sword, Nintendo decide di cambiare la formula di Zelda alla quale eravamo abituati. Per il suo anniversario (25 anni!) la serie viene così omaggiata con una grossa rivoluzione strutturale. L'annuncio era stato fatto da tempo: "
nel prossimo Zelda, non troveremo più la netta distinzione tra overworld e dungeon, ma tutto sarà fuso in un'esperienza più omogenea". Liberarsi da schemi e preconcetti è solitamente un bene, e così pur con qualche perplessità, avevamo atteso questa novità. Che è puntualmente arrivata. E prepotentemente.
E' da poco uscito un librone che ufficializza la continuity di Zelda, spiegando per benino la timeline, e ponendo all'inizio di ogni cosa proprio questo titolo, che dovrebbe infatti spiegare un bel po' di cose. L'essere un capitolo ambientato tanto lontano nel tempo fa sì che si possa presentare al giocatore uno scenario davvero atipico. Ecco quindi che alla base di tutto c'è Oltrenuvola, una splendida città tra le nuvole, nella quale vive Link. Attorno a Oltrenuvola c'è uno spazietto esplorativo molto ridotto, una porzione di cielo che si può solcare in groppa ad un uccello, e nel quale sono disposte alcune isolette sospese. Si tratta di sputacchi di terra, in tutto e per tutto identici a quelli di Wind Waker, nei quali ci si imbatteva mentre si navigava per un overworld quasi del tutto vuoto. Solo che stavolta non si può certo parlare di un overworld celeste quanto piuttosto di un'estensione dei dintorni di Oltrenuvola, che dovrebbe strutturalmente rappresentare quindi il nostro "hub" al quale ritornare tra un'avventura e l'altra, concetto che già dovrebbe mettere in guardia sulla vera natura di questo nuovo Zelda.
Eh già, perché il grosso avviene di sotto, in una Hyrule ancora acerba, a cui gli sviluppatori hanno voluto dare la forma di un gigantesco dungeon a cielo aperto. E qui si capisce tutto su questo nuovo Zelda e sulla direzione intrapresa da Nintendo. E si capisce in che modo Aonuma & co. hanno deciso di eliminare quella dicotomia tra dungeon ed esplorazione. I dungeon vecchia scuola esistono ancora, quelli regolari sono sei e si giocano proprio come un tempo, è l'esperienza del raggiungerli che è radicalmente mutata. Hyrule è adesso divisa in aree non comunicanti, ognuna delle quali si visita un paio di volte nel corso del gioco, il punto è che ogni volta che dalle nubi si approda a terra con l'obiettivo di scovare il dungeon di turno, bisognerà sottoporsi a faticose ed enigmatiche esplorazioni, che altro non fanno che riproporre le stesse dinamiche che poi troveremo nei dungeon normali, con tanti saluti all'equilibrio e alla varietà.
Insomma, questa rivoluzione strutturale è un epic fail, e una vera e propria snaturazione del concetto alla base di Zelda, che vede il giocatore esplorare mondi magici con una bella dose di sense of wonder. Un tempo esplorare luoghi da sogno, visitando villaggetti, rappresentava una parte importantissima dell'esperienza, una sorta di fase ludica rilassante, che predisponeva al meglio il giocatore per le impegnative sfide dei dungeon. Adesso che la dungeonosità si è riversata anche fuori dai dungeon, ogni desiderio o fascinazione derivata dall'esplorazione viene meno e ci si ritrova in mano con uno Zelda davvero manchevole di una delle sue componenti fondamentali.
Come si spiega tutto ciò? Bé, con rammarico non posso fare a meno di notare che è da un po' di tempo che Nintendo ha perso quella sua voglia di raccontare. Dove per raccontare non intendo architettare trame complesse, cosa che non ha mai voluto davvero fare, ma anche solo narrare per immagini. Se un tempo i magici mondi di
Super Mario World,
Super Mario 64,
Ocarina of Time e
Majora's Mask, nascevano oltre che dalla voglia di perfezionare il gameplay, anche da quella di coinvolgere emotivamente il giocatore regalandogli un'esperienza unica, che passava attraverso la grafica, la musica e il feeling generale, adesso quell'amore per la tematizzazione è volato via. E lo si nota da tante cose, a partire dalle scarne mappe di gioco della serie
New Super Mario Bros, o dal riciclo continuo degli stessi temi musicali. Adesso si punta alla sostanza, al gameplay duro e puro, in questa fase minimalista che è la nuova generazione. Ed è un peccato, perché a differenza di Mario, in Zelda la sostanza ludica e il condimento avevano lo stesso peso. E non è vero che una cosa esclude l'altra.
Ma probabilmente un altro dei motivi è che si è a corto di ispirazione. Ed è una cosa che possiamo riscontrare anche in altri aspetti di questo titolo, come ad esempio il sonoro. C'è un solo tema che rimane davvero impresso, ed è quello di Oltrenuvola, per il resto è tutto molto anonimo o assente, a cominciare del tema dell'overworld, da sempre cavallo di battaglia della serie e che in questo titolo è rimpiazzato da quello del volo, veramente poco incisivo.
Per non parlare delle razze. Siamo ben distanti dalle meraviglie di Ocarina in cui avevano esordito veri e propri fenomeni come i Goron e gli Zora. In Skyward Sword abbiamo dei pinguini e dei licaoni che paiono usciti da un gioco Rare e che con le atmosfere di Zelda non c'entrano una fava. Avrebbero potuto inserire preevoluzioni delle razze conosciute, anche solo per poter restituire quel delizioso senso di "origini", o comunque qualcosa di più in linea con lo stile generale. E invece no, non solo ci ritroviamo davanti a figure eccessivamente cartoonose, ma queste creature non vivono neanche in veri villaggi, ma si trovano sparse all'interno delle varie aree, come se si trattasse di un platform 3d.
Cattivo gioco quindi? No, di certo. Cattivo Zelda, però? Abbastanza, ma anche all'interno di un panorama scoraggiante qualcosa di notevole c'è, che fa ben sperare in un cambio di direzione futuro. Tanto per cominciare la grafica, pastellosa e onirica, che riesce a fondere in modo molto affascinante alcune cartoonizzazioni tipiche dello stile Wind Waker, con il realismo di Twilight Princess. In secondo luogo la trama che, anche se un po' sconclusionata, è sicuramente di buon livello e con alcune chicche che possono far gioire gli appassionati di continuity. Ma quello che veramente rappresenta la rivelazione del titolo è il recupero di un certo modo di gestire le subquest, che da Twilight Princess in poi credevo perduto. Il precedente Zelda fisso era parecchio sbilanciato sull'esplorazione e assai poco sociale, qui invece la socialità torna di prepotenza ad essere una parte integrante dell'esperienza. L'interagire con i vari NPC che popolano Oltrenuvola è sempre gratificante e tra un dungeon e l'altro avvengono in città cose che ci permettono di ficcare il naso negli affari altrui in modo sublime. In questo senso Oltrenuvola è una vera oasi nella desolazione del resto del gioco, che vale da sola il costo del gioco. Le attività che si sbloccano, le sottotrame degli NPC sono sempre interessantissime e curiose, e torna ad esserci quel senso di alienazione e quell'amore per il bislacco che era il piatto forte di Majora's Mask e Wind Waker. Ritrovarsi ad avere a che fare con il fantasma del dormitorio, origliare conversazioni altrui, far danni nei locali e intrufolarsi nelle case di nascosto, sono tutte cose che mancavano da un po', e che tornano qui in grande spolvero, senza mai essere eccessive.
Insomma, è in questo elemento che confido. Spero che i responsabili di questo ritorno alle atmosfere di un tempo possano in qualche modo restituire a Nintendo ciò che ha perso. Il mappone di
New Super Mario Bros U potrebbe costituire un segnale incoraggiante. Dai, che ci si rialza.