Libri dedicati all'arte "Western"

Romanzi, racconti, saggi, saghe, cicli, miti, leggende, cronache, commedie, tragedie, drammi e psicodrammi!
  • Desert Dreams - The Western Art of Don Crowley

    Artista: Don Crowley
    Pubblicato da Greenwich Workshop
    Anno di pubblicazione: 2003
    Lingua: inglese
    Specifiche: 34 x 26 cm, cartonato (copertine rivestite di tela) con sovraccoperta, 144 pagine
    Prezzo: $ 85,00
    ISBN-10: 0867130903
    ISBN-13: 978-0867130904

    Don Crowley è un pittore americano nato in California il 1 dicembre 1926 (va per i 90 quindi). Ha lavorato come grafico pubblicitario per 21 anni a New York prima di trasferirsi definitivamente a Tucson nel 1974. I suoi modelli all'epoca erano spesso abitanti della riserva indiana di San Carlos nell'Arizona orientale, e in seguito una famiglia di Paiutes dell'altopiano del Kaibab nell'Arizona del Nord.

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    E' membro dei "Tucson 7", un gruppo informale di artisti, e anche del "Cowboy Artists of America", un gruppo dedicato a mantenere in vita l'arte Western realistica nella tradizione di Remington e Russell.

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  • The North American Indian - The Complete Portfolios

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    Pubblicato da Taschen
    Anno di pubblicazione: 2015
    Lingua: più edizioni in varie lingua)
    Specifiche: 14 x 19,5 cm, copertina flessibile, 768 pagine
    Prezzo: € 15,99

    ISBN-13: 978-3836550567 (edizione in inglese)
    ISBN-13: 978-3836550536 (edizione in tedesco)
    ISBN-13: 978-3836550543 (edizione in spagnolo)
    ISBN-13: 978-3836550550 (edizione in francese)

    L'edizione italiana:

    Indiani d'America

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    A cura di Hans Christian Adam
    Fotografie di Edward S. Curtis
    Pubblicato da Taschen
    Anno di pubblicazione: 2007
    In questo libro la raccolta di fotografie che ritraggono le popolazioni indigene del Nord America; per oltre trent'anni il fotografo Edward Sheriff Curtis ha percorso in lungo e largo il continente americano per documentare con parole e immagini la vita tradizionale delle sue popolazioni indigene minacciate di estinzione. Questo libro riunisce le fotografie più suggestive realizzate dal fotografo e ripercorre puntualmente le vicende della sua vita, che l'hanno condotto non solo nelle Grandi Praterie ma anche negli studi cinematografici di Hollywood.
    Riporto dall'introduzione di H.C. Adam:

    Le straordinarie fotografie di questo libro provengono dal patrimonio di circa 2200 fotoincisioni realizzate dal fotografo ed etnografo Edward Sheriff Curtis (1868-1952). Poco prima della fine del secolo, egli iniziò la sua ricerca volta a registrare in parole e immagini le ultime tradizioni viventi delle tribù degli indiani nordamericani. Vi avrebbe impiegato oltre trent'anni. Il risultato di tanti anni di lavoro fu pubblicato in una ponderosa enciclopedia in venti volumi intitolata "The North American Indian". [...]
    L'enciclopedia fu pubblicata tra il 1907 e il 1930. [...]
    Questo immenso investimento di tempo e di denaro si concretizzò in una pubblicazione molto ricca e costosa. Un'opera di grande raffinatezza, stampata su carta pesante con rilegatura in cuoio e pagine dai bordi dorati. [...]
    La reputazione di Curtis come fotografo raggiunse il culmine tra il 1903 e il 1913. Quando nel 1930 fu pubblicato l'ultimo volume, il nome di Curtis era noto solo a pochi eruditi. Ala sua morte, nel 1952, il New York Times pubblicò un breve necrologio di sole settantasei parole, che citava il suo capolavoro e concludeva stringatamente con la frase: "Curtis era anche noto come fotografo" (Mia nota: dopo tutta la fatica che ha fatto. :huh: )
    L'importanza di Curtis come scrittore e storico degli Indiani è stata riconosciuta solo recentemente. [...]
    Tra il 1925 e il 1928 Curtis visitò diverse tribù tra le quali ci furono: i Kavakiutl della costa del Pacifico; i Comanche, gli Apache i Cree nei loro caratteristici tepee nelle immense praterie e ai piedi delle Montagne Rocciose; gli Hopi e gli altri abitanti degli adobe, o case di mattoni cotti al sole nel secco e polveroso Sud-Ovest. [...]
    La sequenza dei volumi pubblicati corrisponde in linea di massima alla sequenza cronologica dei viaggi di Curtis. [...]
    La selezione di immagini qui riprodotte comprende gran parte delle fotoincisioni delle cartelle e altre foto più piccole prese dai volumi di testo. Ciascun capitolo di questo volume corrisponde a un singolo volume dell'enciclopedia. [...]

    Il testo continua parlando della vita di Curtis:

    Nel 1891 si trasferì a Seattle dove iniziò a lavorare in uno studio fotografico del quale successivamente rilevò l'attività. Una delle sue prime modelle indiane fu 'Princess Angeline' (così chiamata dalla popolazione della zona in maggioranza bianca). La donna aveva allora circa ottant'anni ed era l'anziana figlia del capo Sealth, l'indiano Suquamish dal quale Seattle derivò il proprio nome. [...]
    Curtis conosceva molto bene le regioni selvagge e le cime del vicino Mount Rainier, tanto che vi lavorava come guida. Una volta, in una delle sue escursioni, si imbatté in un gruppo di scienziati che si era perso. Curtis li aiutò a portare felicemente a termine la loro spedizione (mia nota: sembra un'avventura di Zagor :D ), e si fece la fama di persona molto amichevole e ricca di talento organizzativo, oltre che di abile fotografo. L'anno seguente questi scienziati lo aiutarono a ottenere un lavoro molto interessante: nel 1899 Curtis divenne il fotografo ufficiale della spedizione Harriman in Alaska. [...]

    Probabilmente l'idea di raccogliere un'ampia documentazione sulla vita e le tradizioni delle tribù indiane dell'America Settentrionale, ormai in via di estinzione, gli venne intorno al 1903 o al 1904. Si trattava di documentare con parole e foto la storia, lo stile di vita, le cerimonie, le leggende e i miti delle tribù indiane ancora raggiungibili. Gli aspetti su cui Curtis voleva effettuare delle ricerche riguardavano la lingua, l'organizzazione sociale e politica, le abitudini religiose, le condizioni di vita, la raccolta e la preparazione del cibo, l'ambiente geografico, i giochi, la musica, le danze, i vestiti, i pesi e le misure, i riti e le tradizioni legate alle nascite, ai matrimoni e ai funerali. Le sue ricerche furono esaurienti e dettagliate in tutti questi campi, ma il contributo più significativo riguardò il campo della religione e della mitologia indiana, argomenti fino ad allora ben poco approfonditi. [...]

    Quando Curtis iniziò a fotografare gli indiani, essi erano già stati confinati nelle riserve. Le guerre, l'alimentazione scarsa, le malattie e soprattutto la restrizione del loro spazio vitale li avevano decimati [...] All'inizio di questo secolo l'intera popolazione degli indiani d'America ammontava a soli 250.000 individui (oggi ammonta a circa due milioni).

    Tra costanti problemi finanziari, nonostante l'appoggio (morale ma non economico) di Roosevelt e i finanziamenti (insufficienti) del magnate delle ferrovie Morgan, il progetto di Curtis andò avanti:

    Alla fine, Curtis lavorò trent'anni al suo progetto, nel quale svolgeva il ruolo sia di artista che di scienziato. Visitò ottanta tribù, sviluppò un totale di circa quarantamila negativi, fece innumerevoli interviste sulle usanze e sui costumi, scrisse le storie delle tribù che prima erano state tramandate solo oralmente e si occupò dei racconti, delle leggende e dei miti. Condusse studi linguistici e con l'aiuto di un assistente e di uno dei primi strumenti Edison a cilindri di cera, registrò dal vivo la musica, le canzoni e i canti [...] In questo modo sono stati conservati i concetti base di settantacinque lingue e dialetti, e sono state registrate più di diecimila canzoni. Curtis fu anche il primo a girare dei film sugli indiani, riprendendo, tra l'altro, la danza del Serpente degli indiani Hopi. [...] Curtis guadagnò la fiducia degli indiani a tal punto che questi gli permisero di partecipare alle danze. A tal scopo dovette digiunare alcuni giorni, dopo di che dovette muoversi e ballare al ritmo del tamburo, indossando un perizoma sul corpo dipinto e tenendo stretto tra i denti un serpente a sonagli vivo. [...]

    Il testo dell'autore Adam prosegue descrivendo le difficoltà del progetto, le critiche degli scienziati che non consideravano Curtis un etnologo ortodosso e quella che viene definita discrepanza tra la documentazione scientifica delle tradizioni e della frugale vita quotidiana nelle riserve, e le foto artistiche che scattava. Immagini incantevoli e romantiche che sono oggi famose grazie al loro esaltare quello che potremmo definire "aspetto mitologico" degli indiani. Cioè come in fondo desideriamo vederli. Tuttavia:

    ...Non voleva che la sua opera avvalorasse l'idea diffusa che gli indiani stessero vivendo una povertà dolorsa, che stessero vegetando colti da una debolezza pietosa che loro stessi si erano creati, o che fossero da considerare vagabondi dissoluti. Al contrario, mostrava gli indiani alle prese con la loro dignitosa vita quotidiana, un popolo dalla natura orgogliosa e dal nobile retaggio. [...]

    Prima delle foto il libro riporta anche la prefazione all'enciclpoedia scritta da Theodore Roosevelt il 1° ottobre 1906.

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  • Charles Marion Russell by Judith Millidge

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    Pubblicato da Chartwell Books Inc.
    Anno di pubblicazione: 2009
    Lingua: inglese
    Specifiche: 35,5 x 25 cm, cartonato con sovraccoperta, 194 pagine
    ISBN-10: 0785825355
    ISBN-13: 978-0785825355

    Charles Marion Russell (1864-1926) è stato un artista americano del Vecchio West.


    Russell creò oltre 2000 dipinti di cowboy, indiani e paesaggi degli Stati Uniti d'America occidentali e dell'Alberta (Canada) oltre a sculture in bronzo. Noto come 'l'artista cowboy', Russell fu anche uno scrittore. Il C. M. Russell Museum Complex situato a Great Falls (Montana) ospita oltre 2000 opere, oggetti personali e manufatti di Russell.
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  • The Art of Ray Swanson: Celebrating People and Lifestyles

    Artista: Ray Swanson
    Testi di Tom O'Keefe
    Pubblicato da Old Paint Pub Co
    Anno di pubblicazione: 1994
    Lingua: inglese
    Specifiche: 26 x 34 cm, cartonato con sovraccoperta, 208 pagine
    ISBN-10: 0963856502
    ISBN-13: 978-0963856500

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    Durante i suoi viaggi è stato anche in italia. Queste sono galline nostrane ^_^:

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    Più pagine:



    Ray Swanson (1937-2004) è stato un pittore statunitense.

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    Cresciuto nelle zone rurali del Sud Dakota, perse il padre per un incidente alla fattoria e si trasferì con la famiglia vicino a dei parenti in California. Lì studiò, divenne ingegnere e si sposò, ma la sua vocazione era l'arte alla quale si era interessato fin da piccolo grazie al nonno pittore. Il successo arrivò con i suoi ritratti di Navajo di una riserva in Arizona (insomma a casa di Aquila della Notte). Lì si trasferì con moglie e figlio nel 1973 per stare più vicino alle tribù del Sud-Ovest, dipingendo anche Hopi, Pima, Apache, Nez Percé e Sioux.
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