[N./Level 5] Il Professor Layton e il Paese dei Misteri
Inviato: lunedì 16 marzo 2009, 15:10
Se c'è stato un gioco capace di coniugare veramente le due anime apparentemente divergenti della filosofia di gioco Nintendo, è sicuramente Il Professor Layton. Questo primo capitolo della serie targata Nintendo e Level 5 ha saputo entrare nei cuori delle persone rendendo immediatamente riconoscibili i suoi due protagonisti, al punto di generare due seguiti, un prequel e un lungometraggio animato in arrivo nei cinema giapponesi a breve. Il tutto tramite la riuscitissima fusione tra la sua anima Touch Generation e quella comunemente detta hardcore. La struttura di gioco è infatti molto peculiare: il giocatore dovrà risolvere più di un centinaio di enigmi di vario tipo, che spaziano dalla logica alla matematica, passando per alcuni vecchi classici del tipo "dividi il campo in tre parti uguali facendo sì che bla bla bla" oppure "hai tot fiammiferi e devi riuscire a disegnare un drago col singhiozzo spostandone solo uno", senza dimenticare i quesiti-puzzle da affrontare spostando blocchi di vario colore in punta di pennino. Ogni enigma risolto permetterà al giocatore di ottenere un punteggio massimo, calcolato in "picarati" che calerà commettendo errori, o utilizzando gli indizi resi disponibili al costo di una moneta aiuto. Insomma a prima vista sembrerebbe di esser davanti all'ennesimo erede del filone del Dottor Kawashima, se non fosse per quel capolavoro di cornice, che contestualizza i vari quesiti. Tutti questi enigmi vengono infatti inseriti all'interno di un'unica grande trama, una sorta di avventura grafica dall'atmosfera irresistibile, debitrice di certe ambientazioni ottocentesche e steampunk di derivazione Miyazakiana. Il Professor Layton, gentleman con il pallino delle investigazioni, si ritroverà col suo assistente Luke, per le strade della cittadina di Saint-Mystère, un pittoresco villaggetto europeo, impegnato a risolvere un grande mistero che riguarda lo stesso villaggio e il suo fondatore. Indizio dopo indizio, rivelazione dopo rivelazione, si avrà modo di imbattersi nei vari abitanti, che offriranno il loro aiuto nella risoluzione del caso a patto che il duo risolva i loro enigmi. Il tutto condito con una colorazione "rustica" tendente al marroncino e una colonna sonora che oscilla tra l'intrigante e l'inquietante. L'avventura grafica in sé non sarebbe niente di eccezionale, visto che si procede linearmente su binari senza una grossa possibilità di scelta: ci si muove attraverso una serie di pittoresche schermate fisse che rappresentano i sobborghi della cittadina, toccando col pennino le frecce direzionali che appaiono sul touch screen, alla ricerca dell'indizio successivo o degli enigmi che mancano all'appello per completare il gioco al 100%. Ma il modo in cui questa viene posta al giocatore, e fusa con l'anima enigmistica del gioco, la farà amare ugualmente alla follia.
Va detto inoltre che tra un enigma e l'esplorazione di un sobborgo ci si potrà trastullare con tre minigiochi, che arricchiscono l'esperienza: la risoluzione di determinati enigmi porterà a collezionare una serie di marchingegni con cui costruire un cane robot, una serie di tasselli con cui completare un puzzle e una serie di oggetti per ornare le stanze di Layton e Luke alla locanda dove risiederanno. Il completamento di questi minigiochi, sbloccherà alcuni enigmi aggiuntivi in alcune sezioni extra accedibili dai menu del gioco. Un'ulteriore elemento da considerare è la Nintendianissima possibilità di non perdersi neanche un enigma, dal momento che i quesiti non più disponibili (vuoi perché i personaggi che li offrivano si sono spostati, o sono spariti) vengono automaticamente radunati nella fantomatica bottega di Nonna Enigmina, dove è possibile affrontarli per non compromettere il completamento del gioco.
Tra musica, atmosfere, character design, colorazioni, il gioco sfoggia una direzione artistica a dir poco stupefacente, che oltre al sovracitato Miyazaki ricorda molto il lungometraggio d'animazione francese Appuntamento a Belleville. A questo proposito, un figurone lo fanno i filmati, veri e propri stralci di animazione 2d curati quanto basta da sembrare segmenti di un ipotetico lungometraggio: e la qualità è alta, molto alta, sicuramente superiore a quella televisiva dei filmati di Warioland, e sicuramente più vicina allo standard qualitativo cinematografico nipponico (quindi una fluidità di movimenti sicuramente non Disneyana ma perlomeno Miyazakiana). La resa è eccellente, visto che oltre a far da ponte tra gli eventi del gioco, puntando dritti dritti verso lo stupefacente finale, queste cutscene sono accedibili singolarmente dai menu, una volta completato il gioco.
Se a questo aggiungiamo la connettività Wi-Fi che consente, pur avendo finito il gioco, di continuare a giocare scaricandosi settimanalmente un nuovo enigma messo a disposizione da Nintendo, quel che si ottiene è forse il gioco Ds più imperdibile che Nintendo abbia partorito negli ultimi tempi. Un gioco che sebbene sia uscito in Giappone ancora un bel po' di tempo fa, è finalmente giunto in occidente, e si spera che venga presto seguito dai suoi successori.