La nuova Hyrule di cui Zelda e Link (la versione Toon) erano in cerca al termine di
The Wind Waker e nel corso di
Phantom Hourglass è stata finalmente trovata, e sono passati cento anni da allora. Nintendo ha ormai biforcato la sua saga decidendo di raccontarci le nuove avventure ambientate nella timeline di Toon Link sui due schermi del Ds, stabilendo che lo stile cartoonoso si sarebbe ben adattato alla portatilità. E a ben pensarci questa è una cosa grossa, molto grossa, almeno per la continuity che ok, varrà poco quando si parla di
The Legend of Zelda, ma non la si può proprio ignorare del tutto. Infatti per la prima volta viene portata su Ds un po' di trama principale, mentre prima il canone portatile aveva visto quasi esclusivamente giochi tendenti allo spin-off, con Link che dopo le sue avventure su console domestica si trova in qualche nuova avventura vagando qua e là. Persino
Phantom Hourglass era così, anche se il proposito di Link era trovare una nuova terra, ma qui non ci sono proprio scuse: si tratta della nuova Hyrule, unico possibile setting dove le future avventure ambientate nella timeline cartonosa possono svolgersi, un concetto su cui lavorare per benino. E' stato fatto? Bé sì e no.
Sì, perché il mondo di gioco è molto carino e ben strutturato. Si tratta di quattro aree tematiche, come del resto era stato in
Phantom Hourglass, con quattro diverse ambientazioni: foresta, neve, mare e vulcani, [spoiler]più una quinta desertica che si situa a metà tra due quadranti[/spoiler].
No, perché a livello mitologico si sono evidentemente sbattuti pochino, dando un background a questa terra alquanto deludente, facendola popolare da saggi preesistenti chiamati LOMOCOTRIBU', che avevano dovuto imprigionare il cattivone di turno dei tempi andati apponendo alla terra un sigillo alquanto particolare: i binari sui quali ci muoveremo. Eh già, perché essendo questo uno Zelda portatile diretto discendente di
Phantom Hourglass scordiamoci l'esplorazione libera: dovremo muoverci seguendo tracciati preimpostati, cercando tramite subquest di sbloccare magicamente il maggior numero di tracciati e percorsi per setacciare la nuova Hyrule a bordo del nostro fedele trenino.
Il trenino è infatti il tratto distintivo di questo Zelda, elemento che aveva fatto arricciare il naso a non pochi fan a suo tempo, scandalizzati dal venir meno dell'atmosfera fantasy più canonica. Non solo questa è una critica immotivata, dal momento che Zelda ha sempre avuto al suo interno elementi anacronistici, ma la presenza stessa del trenino ha un suo perché visto che stiamo parlando di una nuova terra da colonizzare, e dopo
Twilight Princess dovremo aver capito quanto alla Nintendo adorino gli scenari western. Il trenino è il perfetto successore del battello a vapore del titolo precedente, mentre per quanto riguarda il gameplay puro del Link appiedato, è stato del tutto travasato da
Phantom Hourglass, con un unica differenza: la capriola che non si ottiene più dando colpetti al bordo del touch screen ma con un semplice doppio tocco. Vagare col trenino è sicuramente una cosa graziosa, come anche è bello poterselo modificare a piacimento portando avanti le varie subquest e scambiando con gli amici i tesori che danno diritto alle nuove componenti, e soprattutto finalmente si vede all'interno di un Toon Zelda un po' di verde, dal momento che sia
The Wind Waker che
Phantom Hourglass erano ambientati per mare. Mare al quale non si rinuncia visto che uno dei quattro quadranti gli è pur sempre dedicato, ma che non è più predominante e la cosa non può che far piacere. C'è anche il rovescio della medaglia però, ed è il fatto che aver creato una Hyrule così sfiziosa non può che far venir voglia di scendere dal treno ed esplorarla a piedi, ma non si può se non in determinate aree preimpostate, e quindi il senso di avventura ed esplorazione tipico della serie si va un po' perdendo, ricordandoci in ogni momento che si sta giocando uno Zelda minore. E la cosa si fa frustrante, specie dopo un po' di tempo che si gira e rigira per gli stessi tracciati, per quanto il gioco cerchi di renderteli sempre vari grazie alle mille subquest e gli attacchi dei treni nemici.
Il fatto è che questo gioco è la conferma di quanto in Nintendo ormai si punti più al gameplay che alla presentazione. Cosa nobile, ma che in alcuni casi diventa un po' un problema, come in questo gioco che nel voler mettere al centro di sé ad ogni costo lo stratagemma del trenino finisce per raccontare una storiella mitologica un po' sciatta, tutta incentrata sui treni, finendo per togliere l'importanza e la credibilità che meriterebbe questa tappa fondamentale della mitologia Zeldiana. Certo, degli elementi sfiziosi nella storia ci sono qua e là, come ad esempio il fatto che Zelda MUOIA all'inizio della storia seguendoci a mo' di fantasmina per tutto il gioco nella speranza di riprendersi il corpo, ma nel complesso siamo ben lontani da quella fusione tra trama semplice ed epica e gameplay di cui avevamo goduto in titoli quali
Ocarina of Time,
Majora's Mask e
Link's Awakening. Sembra che in Nintendo abbiano volutamente perduto la capacità di narrare che avevano un tempo, qualità che non necessariamente fa a pugni con l'adorato gameplay.
Passando a riflessioni meno amare è bello che nel gioco sia presente Nico, il piratino dei giochi precedenti, ormai invecchiato: per la prima volta quindi viene reso esplicito che Link e Zelda in ogni gioco sono diversi, e la cosa viene detta da lui esplicitamente quando dice a Link che gli ricorda "un vecchio amico". E persino Linebeck rientra nel novero dei personaggi che si reincarnano ogni volta, generazione dopo generazione, assumendo stavolta il ruolo di venditore truffaldino. Ed è bello pure che nel gioco siano presenti cittadine a volontà piene di personaggetti pronti a far richieste d'ogni tipo. Certo, ogni tanto ci si accorge che ci sono più subquest che trama principale, e la cosa crea un certo squilibrio, anche perché molte di esse sono davvero difficili e portano via un mucchio di tempo, ma tutto sommato è pur sempre materiale che arricchisce l'esperienza, che se vissuta con amici pronti a scambiarsi di tutto può diventare davvero intensa.
La grafica è ovviamente molto buona, ma a dire il vero rimpiango il toon-shading che avevamo visto su Game Cube. Vedere la grafica cartoonosa su console domestica, con tocchi stilistici che rendono piatte alcune figure è radicalmente diverso dal vedere queste figure assumere un'aspetto cartoonoso per semplici limiti tecnici, e una buona fetta di magia così se ne va. Il sonoro è invece buono, anche se l'unico motivo che veramente si ricorda è quello dell'overworld che si sente mentre si gira in trenino per le praterie, un tema misto tra fantasy e western veramente sfizioso. Infine non si può fare a meno di parlare dei dungeon che in maniera classicissima scandiscono i tempi dell'avventura: come nel titolo precedente sono veramente sfiziosi e ben fatti, anche se tendono ad essere leggermente più complessi. I boss invece sono un qualcosa di sublime, battaglie artistiche in cui la telecamera da sopra la testa di Link si sposta a lato, alle sue spalle, in basso per ottenere mille effetti, uno più spettacolare dell'altro. Una nota negativa al concetto di dungeon centrale, che tra una quest e l'altra viene portato avanti poco a poco, un paio di piani alla volta: c'era anche nel titolo precedente, si chiamava il dungeon di Re Mar ed era a tempo, cosa che aveva mandato ai matti parecchi giocatori. Questa volta il timer è sparito ma in compenso il dungeon è lunghissimo, estenuante e in gran parte poco divertente. Una nota molto simpatica riguarda il finale, che è unico ma nel contempo triplice a seconda di una determinata risposta che Link darà appena prima di affrontare la battaglia con il boss finale, che stavolta non ha niente a che vedere con Ganondorf, ma che riesce a richiamarlo non poco nell'aspetto e nelle strategie di battaglia. Riaffrontarlo per tre volte non sarà certo un peso visto che è divertentissimo, vero e proprio sunto di ogni spunto di gameplay presente in questo gioiellino.
In definitiva ci ritroviamo davanti ad un bellissimo gioco, che però risente parecchio del suo essere stato sviluppato per console portatile, penalizzando non poco alcuni aspetti, non ultima la mitologia che sta iniziando a venir presa un po' troppo sottogamba per gli standard della saga. E' sicuramente un titolo obbligatorio però se si possiede un Ds, perlomeno mentre si aspetta di godersi
Skyward Sword per Wii l'anno prossimo, da cui stavolta sarà lecito aspettarsi molto di più.