[N./AlphaDream] Mario & Luigi: Fratelli nel Tempo
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C'era una volta Super Mario RPG: Legend of the Seven Stars, l'rpg di Mario firmato Square che approdò sullo SNES, e ci sono adesso Paper Mario e Mario & Luigi, i due brand ruolistici, rispettivamente per console fissa e portatile, che scaturirono da quell'esperienza. Entrambi i brand ricevettero lodi e onori e giunsero a contare ben tre capitoli, ma non è il loro unico punto di contatto. Entrambe le serie hanno ricevuto qualche velata critica all'uscita dei loro capitoli centrali, Paper Mario 2 perché sembrava più un more of same senza però la semplicità genuina del primo capitolo, mentre questo Mario e Luigi 2 per una certa mancanza di mordente nello humor unita ad alcuni difettini strutturali.
Innanzitutto va precisato che lo humor fu uno degli elementi più apprezzati del primo capitolo, unito ad un overworld ben realizzato. Che l'overworld fosse stato depennato in questo sequel non se lo poteva immaginare nessuno, e infatti è forse il motivo principale per cui Fratelli nel Tempo viene considerato inferiore al suo predecessore. Il tutto viene giustificato dalla trama, che vede il Regno dei Funghi venir invaso da alcuni funghi velenosi alieni che causano alcuni paradossi temporali: Mario e Luigi (ma anche Bowser, Peach e Mastro Toad) si ritroveranno faccia a faccia con le loro rispettive versioni giovani, viste in Super Mario World 2: Yoshi's Island, e inizieranno a viaggiare verso alcune zone del Regno dei Funghi del passato, recandocisi in un lampo grazie ad alcuni portali temporali aperti all'occorrenza dal Dottor Strambic (sì, quello di Luigi's Mansion). A far da connettore tra le varie zone è il castello di Peach, con tanto di musichetta proveniente dritta dritta dal Nintendo 64. E' chiaro che uno degli scopi di questa serie è di celebrare il mondo di Mario nella sua totalità, non limitandosi ai soliti sterotipi ma citando qualsiasi cosa abbia toccato la legacy baffuta in questi decenni, e questo è un tocco di stile e di amore verso il personaggio che rende felici. Inoltre si segnala un sonoro da favola dovuto anche ai tenerissimi borbottii italianeschi di Mario e Luigi.
I mondi sono più o meno sei, anche se sono a loro volta suddivisi in svariate fasi e zone, e toccano appunto un po' tutte le ambientazioni principali di Mario dall'isola degli Yoshi al villaggio dei Toad, passando per il castello di Bowser.
La storia ha alcune trovate carine, anche se spesso e volentieri in questo genere di giochi se ne percepisce l'inconsistenza e l'infantilismo malgrado si cerchi di dissimularne la pretestuosità: qui non si fa eccezione e spesso e volentieri ci si imbatterà in personaggi bislacchi che non si vedrà ora di zittire. In Mario ci vorrebbe una minor verbosità forse, anche se non si può negare che ci siano anche alcuni situazioni molto buffe (Luigi che frigna, Luigi che viene redarguito in quanto peccatore) che sono perfettamente in linea con lo humor che ci si aspetterebbe da un titolo del genere.
Andando a parlare di gameplay e grafica va segnalato che l'intero mondo di gioco ha una visuale strana, un po' a volo d'uccello, ma che i personaggi - semipiatti - esplorano perlopiù muovendosi bidimensionalmente, inoltre la croce e delizia di questo gioco è il metodo di controllo che permette di guidare i quattro fratelli (cioè i due Mario e i due Luigi) assegnando ad ognuno di loro un tasto diverso. Questo rende tutto un po' macchinoso ma anche più ludico, specie quando le due coppie dovranno momentaneamente dividersi e combinarsi in varie trasformazioni e mosse speciali. Inoltre prosegue la crociata contro l'immobilismo degli rpg iniziata già con il primo mario ruolistico. Eh già, perché ancora una volta i combattimenti a turni vengono movimentati dal solito trucchetto dello schiacciare il tasto al momento giusto per infliggere il doppio del danno, o il riuscire a schivare i colpi altrui. Ma stavolta è più difficile perché bisogna velocemente alternare i bottoni per muovere al meglio i quattro protagonisti, specie quando poi si usano gli "strumenti fratelli" e il combattimento di trasforma in un vero e proprio minigioco ritmico in cui mettere alla prova i propri riflessi. Una trovata ingegnosa dopo l'altra che può però mostrare l'altra faccia della medaglia quando si affidano a simili variabili le sorti di un combattimento (e quello finale può essere molto estenuante e frustrante se preso col piede sbagliato).
Tutto ciò fa riflettere però. Alla Nintendo il genere degli rpg non è mai stato visto troppo di buon'occhio, per molta gente Zelda appartiene al genere ma tutti i veri appassionati sanno che così non è, inoltre tutti i Mario rpg, da che mondo è mondo, fanno i salti mortali per non assomigliare ad un rpg vero e proprio inventandosi escamotage di tutti tipi. Ma a questo punto non si farebbe prima ad affrancare le due serie da questo genere e iniziare a creare avventure di Mario un po' più action senza dover per forza rallentare il ritmo con combattimenti a turni e incontri pseudocasuali? In fondo con Super Paper Mario ciò è parzialmente avvenuto, ma da quel che si legge, l'ormai prossimo Mario & Luigi 3 non dovrebbe discostarsi poi troppo dalle meccaniche classiche, anche se in certe fasi dicono somiglierà ad un puzzle game.
Va bene. Adesso che hai sbrigato questa formalità del sequel, puoi giocare quello bello.