C'era proprio bisogno di una quinta generazione di Pokémon proprio adesso, a cavallo fra due generazioni di console portatili? Quella di Game Freak è una serie granitica, quella che fra i brand Nintendo forse si è innovata meno nel corso degli anni. Per cui perlomeno un balzo generazionale poteva essere l'ideale per dare qualcosa di diverso a chi si è già giocato su Ds la quarta gen e la seconda remakeata. E invece no, probabilmente il superbalzo se lo aggiudicherà chi si prenderà la versione Grigia (ipotizzo), la solita versione sintesi che esce dopo qualche annetto. E tutto sarà tremendamente disomogeneo dato che non abbiamo mai avuto più di una generazione Pokémon sulla stessa console.
Ma a parte questo, cosa offre di nuovo questa generazione Pokémon? Le novità bisogna andarle a cercare più nel setting, nella tematizzazione che nella struttura. Perché quella di nuovo offre davvero poco, è sempre il solito vecchio sistema di combattimento, che addirittura è stato reso visivamente più pixelloso nel vano tentativo di conferirgli maggior dinamicità. Le idee come dicevo sopra stanno altrove, e cioé nella regione da esplorare, che questa volta è Unima, più distante rispetto agli altri quattro continenti esplorati in passato (la numerazione dei percorsi riparte da uno!). E' un luogo meno naturalistico, meno contemplativo, più frenetico, sporco e urbano, di certo non un cambiamento che potrebbe far piacere trovare in altre serie, ma in Pokémon una scelta così drastica può solo essere accolta con gaudio. Unima contiene infatti un sacco di stramberie: una città-aeroporto, una città costruita su un ponte, una su palafitte, i nomi dei luoghi basati sui nomi dei venti, una professoressa DONNA, e addirittura una metropoli opprimente sorta ai piedi di un deserto. Uno scenario che ricorda per certi versi quello strambo visitato nella modalità avventura di
Pokémon Colosseum. A livello di tridimensionalità sono stati fatti passi avanti in questi anni: la quarta generazione aveva visto per la prima volta la presenza di elementi poligonali, anche se la telecamera rimaneva quella di sempre, qualche ulteriore passo avanti si era visto nel remake della seconda generazione, qui abbiamo alcune aree basate unicamente su giochetti prospettici, tipo gli ingegnosi dungeon/palestre, e la cosa va veramente piacere. E' un peccato che non siano moltissime, ma quando accade il gioco prende alla sprovvista e lo stupore è innegabile: un esempio è appunto la metropoli di cui sopra, Austropoli, strutturata attraverso corridoi distinti in cui la telecamera si piazza alle spalle del protagonista (una cosa mai accaduta nella serie), e una zona centrale con riprese a volo d'uccello diverse dal solito. Per non parlare del ponte Freccialuce che conduce ad Austropoli, lungo da attraversare, ma il cui tragitto viene allietato da numerosi cambi di inquadratura.
Il bestiario segue la solita regola che vuole che le generazioni pari offrano infornate modeste di un centinaio scarso, mentre quelle dispari un quantitativo intorno ai centocinquanta. Alla quarta generazione era toccata l'infornata scarsa sotto al centinaio, e composta per la maggior parte da evoluzioni o preevoluzioni di Pokémon vecchi, mentre a questa quinta tocca riempire le file con un esercito di Pokémon nuovi di zecca. La qual cosa ha dei pro e dei contro: i contro sono che i Pokémon stanno seriamente diventando troppi e si fa fatica a riconoscerli, ricordarli. Figuriamoci collezionarli tutti. Diciamocelo, non c'è davvero bisogno di un numero di mostri superiore ai seicento. Senza contare il fatto che a creare troppi Pokémon si rischia di ripetersi, ed ecco che infatti questa generazione offre un sacco di "varianti" di animali già visti tipo il Tauros 2.0 o il Bidoof 2.0.
I pro sono che gli autori hanno potuto sguinzagliare la loro fantasia per inventare un sacco di mostri nuovi senza andare ad alterare i vecchi, dal momento che a molti aggiungere stadi evolutivi a mostri del passato è sempre sembrato un po' indelicato. Ma c'è anche il rovescio della medaglia. Aggiornare vecchi Pokémon implica che per un senso di continuità le evoluzioni nuove debbano avvenire con sistemi e procedimenti strani e poco ortodossi, che donano al gioco maggior divertimento: ricordo ancora con piacere quando dovetti evolvere Magneton in Magnezone portandolo in un punto preciso della mappa, quando dovetti insegnare Rotolamento a Lickitung per trasformarlo in Lickylicky, quando per ottenere Shedinja dovetti lasciare uno slot libero in squadra e far fare la muta a Ninjask. Qui con centocinquanta Pokémon nuovi il sistema per evolverli è uno e uno solo: livellare.
Una piccola "rivoluzione" è che c'è un leggendario inottenibile, Victini, non in fondo al Pokédex ma all'inizio, prima ancora degli starter, e non era mai successo. Per il resto c'è la solita infornata di leggendari che ormai leggendeggiano poco da tanti che sono diventati. I tempi in cui ogni leggendario era come un dio protettore di qualcosa sono lontani, e dopo aver conosciuto nella scorsa generazione Arceus, che è Dio fatto e finito, si può solo puntare più in basso. Ecco quindi oltre a Victini un sacco di altre triplette: ci sono le due mascotte Reshiram e Zekrom che rappresentano Yin e Yang con Kyurem a mantenere l'equilibrio, c'è il trio ufficiale di questa generazione che sono Cobalion, Terrakion & Virizion, i tre Moschettieri, poi c'è un secondo trio di dei climatici: Tornadus, Thundurus e Landorus e infine la tripletta di inottenibili che saranno rilasciati tramite eventi più in là nel tempo: Keldeo, Meloetta e Genesect.
E poi abbiamo la trama. Eh già, perché stavolta già a partire dal filmato iniziale si avverte come abbiano provato a sparare più in alto: non c'è il solito bambino che sconfigge il team di cattivoni sterotipati, stavolta c'è pathos, emozione, dilemmi etici. No vabbé si fa per dire, diciamo che c'è una storiellina che si risolve all'acqua di rose, ma che pone interrogativi non così banali: i cattivi, guidati da una sorta di nemesi del protagonista, sono convinti che il presunto rapporto di amicizia che lega Pokémon e allenatori sia una cosa malsana (ed è vero). Ma non è per lo sviluppo narrativo che bisogna applaudire questo "upgrade" ma per come si collega al resto della trama, che come sempre vede il protagonista girare a caccia di medaglie per sconfiggere la Lega Pokémon. Bé basti sapere che stavolta il confronto finale col cattivo (che stavolta presenta anche alcuni filmati!) avviene la prima volta che si fa la Lega, sconvolgendo uno dei capisaldi della serie e portando quindi il gioco ad avere una sorta di climax che da tempo non si provava. Certo, dopo quella prima volta la Lega si sblocca e diventa normalmente affrontabile come da sempre avrebbe dovuto essere, ma già il fatto che questo avvenga nel post-game, come anche l'esplorazione di un buon quarto di mappa, cambia un bel po' l'esperienza.
Come arricchire e aggiornare una serie come Pokémon se non tramite extra e orpelli vari? Anche stavolta ci sono un sacco di trovate simpatiche: le due versioni differiscono dalla presenza della foresta bianca e della città nera, che si arricchiscono e mutano col procedere degli interscambi tra giocatori, detentori di versioni diverse. Oltre a questo è possibile sfruttare la zona misteriosa che giace al centro di Unima per entrare in un mondo onirico che permette di varcare la soglia dimensionale e andare a far visita alle Unima di altri giocatori, inoltre se si sincronizza il proprio DS con il sito Pokémon Global Link è possibile far addormentare un Pokémon e ritrovarlo sul proprio PC in visita al Dream World, una sorta di sito/gioco in cui si possono fare vari giochetti e acchiappare anche qualche Pokémon delle scorse generazioni, che verrà prontamente riversato su DS. Perché non sono presenti tutti i Pokémon. O perlomeno, prima della fine del gioco si ha a disposizione il solo Pokédex regionale (come sempre), che stavolta contiene unicamente i Pokémon di questa generazione (come mai prima d'ora), e solo dopo si sblocca il Pokédex nazionale e iniziano le migrazioni di Pokémon delle altre regioni: solo che alcuni esemplari sarà possibile averli solo tramite Dream World, Foresta Bianca o importandoseli direttamente dalle vecchie versioni. E stavolta farlo è una pacchia. Dimentichiamo infatti il ritmo di sei Pokémon al giorno nel dannato Parco Amici di Sinnoh, qui è possibile trasportarne sei alla volta, ma incessantemente e tramite un giochetto divertentissimo, sicché in pochissimo tempo si può traslocare l'intera collezione. Certo, per chi come me colleziona solo le forme evolute bisognerà poi fare le uova per riavere le forme base e intermedie, ma è comunque un lavoro minimo rispetto alle mille leghe che ci si era fatti in precedenza, senza contare che è solo per stavolta, da adesso in poi la collezione diventa trasportabilissima.
E infine c'è la più bella fra le novità introdotte. Una novità così bella che stavo dimenticandomi di scriverla da tanto che l'avevo ormai interiorizzata: il mutar delle stagioni. Ogni mese lo scenario cambia e con esso anche alcune cosette tipo alcune zone che diventano accessibili, Pokémon che diventano più o meno rari e via dicendo. Nulla che influisca nel gameplay in modo impressionante ma uno dei tocchi di stile più belli, che regalano atmosfera. E il fatto che ci sia un Pokémon, Deerling, che al mutar delle stagioni cambia manto, ricorda non poco quelle evoluzioni e casistiche speciali che tanto avevano fatto la fortuna della scorsa generazione.