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[N./Cing] Last Window: Il Segreto di Cape West

Inviato: giovedì 23 dicembre 2010, 15:52
da Valerio
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Chiude i battenti la software house che ha riportato in auge il concetto di avventura grafica alla Nintendo. Chiude i battenti per bancarotta dopo ben quattro avventure punta e clicca, tre delle quali su Nintendo Ds e una su Wii. Ed è un vero peccato perché aveva dimostrato di poter confezionare giochi poco pretenziosi ma raffinatissimi e dal grandissimo appeal. Due erano stati i brand di Cing in questo campo, Another Code e Hotel Dusk: il primo aveva avuto un seguito particolarissimo (e discusso) su console domestica, il secondo invece ecco che torna solo ora, nuovamente su console portatile, per dare l'ultimo addio al pubblico prima della fine. Il titolo però non può essere Hotel Dusk 2, visto che l'hotel non è più il setting della storia, bensì Last Window, titolo azzeccato ma che cela l'appartenenza di questo gioco ad un serie ben precisa. Per il resto il gameplay rimane sostanzialmente invariato: il Ds si tiene ancora in orizzontale come un libretto, da un lato si ha il touch screen che mostra la scarna piantina dei luoghi che il protagonista Kyle Hyde visita, mentre lo schermo superiore mostra un simulazione tridimensionale di ciò che Kyle vede in prima persona. Attraverso i tredici capitoli che compongono la storia avremo modo di gironzolare come sempre parlando con varie persone e raccogliendo informazioni stando bene attenti a scegliere il modo più soft per non maldisporre gli interlocutori. Il rischio di fare game over facendoli arrabbiare c'è, spesso e volentieri, ma non crea alcuna difficoltà visto che il gioco ti fa comodamente ripartire da poco prima di dire la frase fatale che li maldisporrà.
Dialoghi a parte, si punta, si clicca, si cerca e si risolvono enigmi a base di pennino, il tutto in maniera abbastanza fluida, senza mai veramente bloccarsi (salvo un paio di casi), insomma si nota che ancora una volta quello che propone Cing è un esperienza interattiva molto particolare, un libro gioco prima ancora che un videogioco, il cui gameplay è quasi un bonus per rendere il tutto frizzante, ma che non sale mai in primo piano.
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E la cosa diventa abbastanza manifesta al termine di ogni capitolo, quando si sblocca il relativo capitolo testuale che va a comporre il romanzo di Last Windows, scritto guarda caso dal giallista Martin Summer, che in Hotel Dusk avevamo avuto modo di redimere. Un opera piuttosto lunga ma curiosa e interessante che forse è meglio leggere man mano che procede l'avventura per non doversi trovare all'ultimo l'intero tomo: visto che la storia è sì piacevole da leggere ma non è un capolavorone né per quanto riguarda i contenuti, né per quanto riguarda lo stile di scrittura fin troppo scarno.
La trama del gioco ha luogo un anno dopo i fatti dell'Hotel Dusk con un Kyle Hyde che pur portandosi nel cuore l'esperienza di quel Natale in cui si trovò a doversi connettere con un'umanità dalla quale cercava di fuggire, conserva ancora nel suo cuore qualche demone interiore che spesso e volentieri lo rende poco interessato al mondo che lo circonda. Non è capace di relazionarsi amorosamente con la bellissima segretaria che gli muore dietro, non riesce a mettere da parte l'ossessione per suo padre, ladruncolo morto in circostanze misteriose, e stringe amicizia molto difficilmente. In un colpo solo perderà il lavoro e riceverà lo sfratto, trovandosi quindi obbligato a scuotersi dal suo torpore: inizià così un'indagine personale che lo porterà a svelare i sordidi misteri celati dietro al suo condominio, e nel contempo ad aprirsi di più verso il prossimo. Sono tantissimi infatti i nuovi personaggi, perlopiù suoi inquilini, con i quali capiterà di parlare capitolo dopo capitolo (che stavolta corrispondono ai giorni della settimana e non più alle ore della notte), e la trama è molto intricata. Viene però da pensare che sia un tantinello troppo intricata e strapiena di personaggi, rispetto all'effettiva utilità di ognuno di loro, e in questo il gioco è inferiore al suo più snello predecessore, ma rimane pur sempre un'esperienza consigliatissima e molto intima, che porterà ad affezionarsi non poco ad ogni personaggio. E' un peccato quindi che Cing saluti e se ne vada quando avrebbe potuto proseguire con la sua politica delle avventure grafiche, genere sempre molto stimolante e nobile.
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