Mario non è nuovo a mollare la chiave inglese ed imbracciare martelloni per combattere i nemici del Regno dei Funghi, rispettando rigorosamente i turni imposti dalle meccaniche dei Giochi di Ruolo. Se il Legend of the Seven Stars made in Square risultava un po' pesantuccio, il primo Paper Mario ci proiettava in un universo cartaceo la cui bidimensionalità infondeva un'inedita profondità alle avventure dell'idraulico italiano e dei suoi amici. Prima del suo sequel, bellino ma un po' insipido, e del bizzarro esperimento Super Paper Mario, Nintendo ha sperimentato nuove strade inserendo in un impianto più classico le novità proposte dai primi RPG con Mario per protagonista. A partire proprio dai protagonisti.
La principessa Peach NON è vittima di rapimento. No, stavolta la sovrana del Regno dei Funghi, il cui solo compito istituzionale sembra cucinare deliziosi dolci per l'idraulico dalla salopette blu, non viene sottratta alle sue cucine dal vile re dei Koopa. No, stavolta come spesso capita nelle intrusioni di Mario nel genere del GDR, a Bowser spetta un più gratificante ma non meno insidioso ruolo da alleato, ruolo che comunque non mancherà di riservare sorprese. I cattivi della situazione sono la stregaccia Cackletta e il suo ripugnante servetto, che hanno sottratto la voce della principessa allo scopo di servirsene per le loro malefatte e l'hanno sostituita con ciò che si può definire senza dubbio un vocabolario "esplosivo" (vedere / sentire per credere). Dal momento che la dolce voce della principessa dei funghi è di certo tra le cose che hanno sciolto il cuore di Bowser, il malvagio tartatugone non può certo permettere un tale sopruso ai danni della "sua" Peach, così mette a disposizione di un manipolo di eroi costituito da rio e Luigi, il secondo un tantino controvoglia, i suoi potenti mezzi, per procedere alla spedizione punitiva. Imbarcatisi sul vascello volante di Bowser i due fratelli partono per il Regno di Fagiolandia, regione confinante con il Regno dei Funghi e patria della strega, nella speranza di recuperare i soavi troni sottratti alla principessa.
Le premesse sono simpatiche ma non sconvolgenti, ma sarebbe uno sbaglio classificare la trama come il solito pretesto per il collezionamento di Collezionabili tipico di praticamente tutte le produzioni Nintendo (e non solo). Mario & Luigi: Superstar Saga compie un vero salto di qualità dal punto di vista della storia e ci regala personaggi che sprizzano humor da tutti i pori (i fagioli HANNO pori?), trovate divertententissime, capovolgimenti della situazione e colpi di scena tali che non la si può non considerare tra le più riuscite, se non LA più riuscita, delle vicende che hanno visto per protagonisti Mario e Luigi, perchè proprio come succede nelle storie più belle nel momento in cui credi di sapere cosa sta per succedere, mentre credi che la storia stia per prendere una strada già scritta e hai lo sbuffo lì sulla bocca, ecco che succede qualcosa che cambia le carte in tavola e che ti fa venire più voglia di proseguire. E proseguire non è certo una cattiva idea, perchè una bella trama non è la sola tra le tante cose che il primo RPG portatile di Mario e Luigi ha da offrire, a partire dalla sua caratteristica più peculiare: il totale controllo dei fratelli più famosi del mondo (no, non i fratelli Jackson), in contemporanea!
Partiamo dalle cosettine più pallosine, perchè parlando di RPG si sa come stanno le cose: nemici da combattere, raccolta di punti exp per salire di livello, racimolaggio di strumenti vari e variegati, compravendita di oggetti per migliorare le proprie condizioni e via così. Nulla di nuovo. Non c'è un party, però, a differenza dei precedenti RPG del Regno dei Funghi e dintorni. No, stavolta non c'è nessun personaggio nuovo a sottrarre il palcoscenico a colui che è senza dubbio il più grande e glorioso personaggio Nintendo dopo (ma, probabilmente, persino prima) di Mario:
Il Tizio In Verde.
Precedentemente relegato a ruoli di contorno (non si può considerare il suo passato di cacciatore di fantasmi, ma spiegare il perchè sarebbe spoiler...), stavolta Luigi è in prima linea al fianco del fratello Mario nella lotta contro il Male... e naturalmente è un eroe riluttante, ed è proprio per questo che è così eroicamente figo. Non si ha dunque un party, bensì un duo di Superstar: padroneggiare le manie di protagonismo dei due rappresenta il cuore del gameplay. Mario e Luigi si controllano contemporaneamente: la croce direzionale è usata per il movimento (chiaramente), con i tasti A e B si controllano rispettivamente le mosse di Mario e Luigi, selezionandole con L e R, e con Start si sposta davanti il fratello che sta dietro nella fila, cambiando così le azioni che è possibile compiere. Combinando le capacità dei superfratelli sarà possibile compiere una serie di mosse "fratelli", a partire dal classico supersalto e passando da cose più curiose che comportano l'uso dei sempreverdi martelli e di strani superpoteri sulla cui descrizione non mi dilungherò. Gestire il controllo della coppia con i pochissimi pulsanti a disposizione potrebbe sembrare complicato in principio... e l'impressione iniziale non cambierà proseguendo nel gioco. Purtroppo i movimenti dei due fratelli rimarranno sempre un po' macchinosi, ma fortunatamente non sarà richiesto spesso di "switchare" con solerzia, poichè le capacità fuori dal comune dei due fratelli serviranno soprattutto per risolvere i simpatici, ma mai complicatissimi, puzzle di cui è disseminato il gioco.
Lo sfruttamento congiunto delle capacità del superduo è chiaramente al centro anche del sistema di combattimento, che non si discosta di molto dalla (eccellente) meccanica già nota a chi ha giocato le precedenti incursioni dell'idraulico nel genere RPG, ma riesce a migliorarla di molto, raggiungendo punte di sublime perfezione. In soldoni il sistema di combattimento è un ibrido tra i classici turni e il "button-tapping" più squisitamente arcade: selezionato il colpo da sferrare, si ha la possibilità di raddoppiarne la potenza se si preme il tasto nel giusto istante e, nel caso ci si senta particolarmente dotati, si possono sperimentare sequenze combo costituite da più pulsanti da premere in sequenza, con difficoltà crescente, che possono provocare danni devastanti persino al più coriaceo dai cattivi. Ma non è finita: il punto di forza di Superstar Saga non sta nel sistema di combattimento in sè, ma nel sistema di... difesa. In pratica, premendo il pulsante al momento giusto si possono evitare i colpi dei nemici, TUTTI i colpi di TUTTI i nemici: ciò significa che se un giocatore riesce a schivare decine di colpi in successione il suo livello di esperienza sarà di un'importanza limitata, poichè influirà solamente sui danni che causerà ai nemici e che, se riuscirà a resistere a lungo contando solo sui suoi riflessi, potrà sconfiggere persino mostroni di gran lunga superiori a lui. E' chiaro che con un sistema di combattimento del genere i numerosissimi duelli (dimenticavo: naturalmente non casuali) ne guadagnano tantissimo, in termini di strategia e di divertimento, il che piazza Superstar Saga una spanna al di sopra di certi GDR in cui il gameplay si riduce ad innumerevoli, interminabili sessioni di raccolta di punti exp..
Se proprio si devono trovare dei difetti in Superstar Saga si potrebbe dire che il comparto grafico, benchè sia realizzato con cura, ben disegnato, coloratissimo, dettagliato, non dà un'impressione positiva. Può darsi che si tratti dello stile scelto per rappresentare le sprite dei personaggi, un po' troppo tendenti al mangheggiante, o della morbidosità da pannolino degli scenari, o degli sbrilluccicanti colori spennellati un po' dappertutto, fattostà che nell'insieme il risultato è un po'... kitsch. Ma siccome siamo Nintendari siamo stati indottrinati a credere che la grafica non conti nulla, perciò si può soprassedere e pacificamente concludere che Mario & Luigi: Superstar Saga sia un titolo consigliatissimo per chiunque, forte di una storia ben diretta e divertentissima e di un ghemplè graziato da un sistema ti combattimento spettacoloso. Che cosa chiedere di più? Il sequel? C'è già. Il doppio di fratelli Mario? C'è già, nel sequel.