E a ridosso dell'edizione 2010, vedo di evadere un po' delle giacenze dell'edizione 2009, con alcune cose che meritano comunque di essere recuperate.
Sword of the Stranger
Il giovane orfano Kotaro lascia il monastero in cui viveva per fuggire da un gruppo di assassini che lo vogliono uccidere senza che lui sappia perché; comincerà così a vivere da vagabondo per le campagne giapponesi col suo cane Tobimaru, fino a quando non incontrerà un samurai senza nome che ha fatto il voto di non usare mai più la sua spada. Il samurai diventa una sorta di guardia del corpo per Kotaro, così si forma un bizzarro terzetto che decide di proseguire assieme il loro peregrinare...
La trama prosegue molto lentamente, in un'ambientazione che rappresenta in modo molto affascinante il Giappone feudale, tra momenti di tranquillità interrotte da poche ma estremamente intense scene d'azione; in particolare il combattimento finale può essere annoverato tra i migliori visti in un film d'animazione, vera e propria esplosione di energia dopo un intero film che si assestava su ritmi piuttosto tranquilli.
Il regista Masahiro Ando, qui al suo esordio cinematografico, aveva già collaborato come storyboarder e animatore in molti film; quello di cui forse si vedono più tracce è "Cowboy Bebop: Knockin' on Heaven's Door", dato l'elevata qualità delle animazioni e il character design che ricorda abbastanza quello del cowboy spaziale.
Un'opera forse non eccezionale ma con una storia incredibilmente solida, che antepone i momenti di approfondimento delle relazioni tra i personaggi alla volontà di sorprendere lo spettatore, riuscendo al contempo a fornire un dipinto curato dell'epoca Sengoku.
Iwerks Shorts
Dopo aver mostrato nei giorni precedenti alcuni corti di Iwerks dei suoi due personaggi (Topolino e Flip the Frog), il FFF ha inserito nel suo programma anche una proiezione nella quale si poteva assistere ad altre tre serie di cortometraggi del mitico animatore.
Willie Whopper è un incrocio tra Dennis la Minaccia e Little Nemo, un bambino pestifero che in alcune situazioni si mette a fantasticare ritrovandosi in situazioni surreali: è l'espediente per immergere il protagonista in mondi fantastici, fargli incontrare creature bizzarre o animali antropomorfi, per poi mostrare al pubblico una situazioni di gag slapstick come tradizione negli altri corti animati.
Sono poi stati proiettati i Comicolor, il corrispettivo delle Silly Symphonies disneyane però in technicolor; se le Silly Symphonies sono però avventurette spensierate, qui Iwerks cerca di adattare fiabe famose oppure crea storie nuove, ma comunque nella maggior parte dei casi effettua una satira sociale abbastanza palese.
Sita sings the blues
Prodotto animato tutto particolare, Sita sings the Blues è un lungometraggio scritto, diretto e interamente realizzato dall'animatrice Nina Paley, creando un'originale parallelismo tra il racconto epico indiana Ramayana e le disavventure sentimentali dell'autrice. Questo originale spunto di partenza viene sviluppato in modo altrettanto interessante: nel film infatti si alternano scene animate tradizionalmente con un tratto quasi abbozzato, scene colorate con personaggi e sfondi realizzati in Flash e momenti in cui disegni che si ispirano allo stile pittorico indiano. A queste differenze nella forma corrisponde un'alternanza di momenti molto eterogenei tra loro anche nella sostanza: da un mero racconto della storia fatto da due strampalati narratori che si correggono a vicenda si passa a una narrazione standard, per poi vedere gli schizzati siparietti autobiografici o scene da musical con musiche neomelodiche dell'America anni '20. Questa varietà che continua ad alternarsi per tutto il film è sicuramente originale e fa sì che gli spettatori non si annoino mai, magari attendendo il frammento che più si apprezza.
Tra le trovate più divertenti c'è l'intervallo, che occupa tre minuti del film, con un countdown che segnala tra quanto comincerà il secondo tempo, mentre si intravedono i personaggi del film che corrono al bagno o vanno a fare scorta di pop-corn.
Non a caso Sita sings the blues ha fatto strage di premi nei festival di tutto il mondo: il film è un esperimento interessante che a mio parere merita una visione da parte di tutti gli appassionati di animazione. L'autrice semplifica questa operazione, distribuendo
sul suo sito il film gratuitamente (disponibile
anche su YouTube a una qualità minore), confidando poi nelle libere offerte degli utenti (sul modello di Wikipedia).
Lucky Luke: Tous a l'Ouest
Nel 2006, dopo 12 anni di assenza del personaggio in versione animata sul grande schermo, viene realizzato il lungometraggio "Asterix e i Vichinghi", che ottiene un buon successo in molti Paesi europei. Per cavalcare l'onda, i produttori francesi decidono di recuperare un altro personaggio di Goscinny, un tempo protagonista di tre film d'animazione: si tratta di Lucky Luke, che con questo "Tous à l'Ouest" torna al cinema dopo ben 25 anni.
La storia prende spunto dall'albo La Carovana, pur inserendo numerosi elementi e scene originali. I fratelli Dalton scappano per l'ennesima volta dalla prigione e durante la fuga nascondono il loro bottino a bordo di una carro; quando torneranno per recuperarlo si troveranno davanti a decine di mezzi di trasporto identici, non riuscendo a rintracciare il tesoro. Intanto i proprietari dei carri chiederanno la consulenza di Lucky Luke per attraversare l'America da costa a costa in soli 80 giorni, così da poter ottenere un terreno che è stato venduto loro da un subdolo truffatore; il cowboy accetta, e al convoglio si unisce anche il quartetto di criminali, che così avrà tutto il tempo per cercare segretamente il malloppo perduto…
La storia procede in modo interessante e presenta numerose buone trovate, aggiornando i personaggi e le situazioni allo stile delle produzioni animate più recenti, con una regia dal ritmo ben più incalzante delle passate produzioni. Le animazioni dei personaggi, effettuate con la tecnica tradizionale, sono di ottimo livello; purtroppo sono presenti elementi, come alcuni scenari e i veicoli, realizzati in 3D, e il risultato stona leggermente all'occhio.
Assolutamente agghiacciante uno "videoclip" iniziale con Rataplan che fa il pimp sulle note di una canzone rap di dubbio gusto: mi ha fatto partire moooolto prevenuto, ma fortunatamente poi il lungometraggio mantiene uno stile del tutto diverso.
Il film, uscito nella sola Francia, è stato visto da soli 500.000 spettatori, un terzo delle previsioni, causando così una forte perdita nei produttori che vi avevano investito un budget di 12 milioni di euro. Peccato, perché "Tous a l'Ouest" è un buon film d'animazione 2D, forse non all'altezza dell'ultimo Asterix per la trama, ma sicuramente lo è per i disegni e le animazioni; forse questo flop precluderà altri film animati di Lucky Luke, ma il live-action dedicato al personaggio uscito in Francia pochi mesi fa ha contribuito a mantenerne alta la popolarità.
Paco and the magical picture book
Appena finita questa proiezione mi sono reso conto di una cosa, senza starci troppo su a rimuginare: questo film è quello col miglior soggetto che io abbia mai visto. Il migliore in assoluto.
Tutto si svolge in un edificio (non ho ben capito se è un ospedale, un dormitorio o qualcosa di simile) nel quale vivono personaggi decisamente strani: un vecchio similScrooge e il suo figlio sottomesso, una drag queen, un attore bambino che crescendo è caduto in rovina e viene ricordato solo per le sue interpretazioni d'infanzia, una specie di vampiressa e un'infermiera darkettona. Poi c'è una bambina, Paco, che si sveglia ogni giorno senza ricordare nulla delle giornate precedenti: il suo unico ricordo è un libro regalatole dalla madre per il suo compleanno, con annessa dedica nella quale le consiglia di leggerlo ogni giorno. Il libro racconta una fiaba con protagonista un re ranocchio burbero che ha atteggiamenti molto simili a quelli del vecchio Scrooge; l'anziano signore evita ogni contatto con le altre persone e di fronte all'entusiasmo di Paco in uno scatto d'ira la schiaffeggia. Il giorno dopo, sentendosi in colpa per il gesto fatto, accarezza la bambina che incredibilmente si ricorda di aver già toccato la mano dello Scrooge di turno, per la prima volta un azione è riuscita a sopravvivere all'amnesia della piccola; tra i due inizia gradualmente un rapporto d'amicizia e il vecchietto decide di organizzare per il compleanno di Paco una messa in scena della fiaba contenuta nel libro, coinvolgendo tutti i bizzarri abitanti della casa. La recita contiene numerosi parallelismi alle singole sottotrame di ogni personaggio nella vita reale e il risultato rende estremamente felice Paco, in quella che lei stessa descrive come la giornata più bella della sua vita.
Durante tutto ciò però le condizioni di salute del povero Scrooge peggiorano sempre più e [spoiler]sembra che debba morire da un momento all'altro, ma nel finale a sorpresa muore la piccola Paco. Lo Scrooge, come il suo ruolo richiede, si rende conto che non è mai troppo tardi per cambiare, ora è diventato buono, e la messa in scena della recita ha reso migliori (ognuno per la sua vicenda personale) anche tutti gli altri abitanti dell'edificio.[/spoiler]
Il modo in cui tutte le trame confluiscono nella recita è straordinario e come ho già detto il soggetto della storia durante la visiona lascia incantati... ma purtroppo il film viene rovinata dalla messa in scena giapponese. Come avviene in molti film e telefilm giapponesi, la recitazione di alcuni personaggi è eccessivamente sopra le righe, così come i costumi possono risultare pacchiani; anche l'ambientazione ha scenografie strampalate, ma in linea col resto dell'atmosfera del film.
E' un peccato perchè se una storia simile fosse stata realizzata in modo più "serio" e con un tocco registico un po' più autoriale (o magari vicino agli standard occidentale, forse è qualcosa di estremo per noi) credo che sarebbe stata una delle favole cinematografiche più belle mai realizzate sul grande schermo.
Igor
Film di cui tempo fa si era parlato abbastanza, i trailer sembravano interessanti ma poi non se ne seppe più nulla; io l'ho visto al festival, ma ora che è passato un anno direi che ogni possibilità di vederlo arrivare nelle sale italiane sia svanita. Peccato perchè, pur non essendo una pietra miliare dell'animazione, è un filmetto simpatico.
L'idea di base è già piuttosto divertente: in un mondo popolato da scienziati pazzi esiste una scuola di formazione per "Igor", ovvero gli assistenti di laboratorio dotati di immancabile gobba che devono sottostare agli ordini del proprio capo.
Uno di questi Igor in realtà sogna a sua volta di poter diventare uno scienziato ed avrebbe tutte le carte in tavola, essendo riuscito a completare due creazioni che diventeranno i suoi partner: Scamper, un coniglio reso immortale proprio da Igor che però tenta continuamente il suicidio e non riuscendoci è estremamente frustato, e Brain, un cervello senziente contenuto in una teca di vetro dotata di ruote e braccia meccaniche. Già questi personaggini buffi riescono a strappare più di una risata, specialmente Scamper, ma l'elemento più divertente del film è l'invenzione principale di Igor: un'enorme creatura Frankenstein-style che nelle intenzioni doveva essere un mostro sanguinario, ma invece di "Evil" Igor per sbaglio scrive "Eva" così il risultato è un bestione di sesso femminile. Il gobbo tenta allora di mostrare a Eva una serie di video che la trasformino in una creatura violenta (con un trattamento stile Arancia Meccanica) ma purtroppo sbaglia video e così Eva diventa [spoiler]un'aspirante attrice[/spoiler]. Gli atteggiamenti di questa nuova identità sono assolutamente spassosi, li ho trovati incredibilmente vicini alla realtà, riportando i comportamenti più assurdi e le psicosi della categoria.
Il film è stato un flop (forse da questo deriva la scelta di non portarlo sugli schermi italiani) ed è un risultato ingiusto, soprattutto considerando che è un prodotto onesto realizzato da uno studio esordiente, che riesce ad ottenere buoni risultati anche dal punto visivo infondendo un look che fonde gli standard dell'animazione 3D (basti guardare gli occhioni del protagonista) con alcune trovate interessate legate all'ambientazione, che a tratti ricorda Nightmare Before Christmas.