da Ilja Topovic » venerdì 10 febbraio 2017, 19:02:13
Allora, un primo voto è evidente. Va al miglior lungometraggio d'animazione dell'anno, Zootropolis.
Sì, gli altri hanno le loro carte da giocare, ma le modalità della rappresentazione di Howard e Moore, sia del mondo animale, che delle tematiche, che dei personaggi, il padroneggiare la tecnica in modo tanto sublime, fa della pellicola un gioiello che, ai miei occhi, è rimasto insuperato per quello che ho visto. Perchè sì, mi mancano diversi film fra quelli in elenco, ma l'innamoramento per l'utopia animale mi ha folgorato troppo in profondo perchè l'oggettivo dubbio metta in forse la mia affermazione iniziale.
In seconda istanza bisogna scegliere con più cognizione. Ho apprezzato Moana, lo devo ammettere, per il suo spirito fortemente debitore sia dagli anni 90, che del neoclassicismo post-Rapunzel. Il ritorno alla formula musical ha regalato un gran repertorio di ottime canzoni, con cui mi sono drogato ben prima della vera e propria visione. Però, se devo trovare un però, lo posso individuare nel ruolo del villain, che da oramai circa quattro anni è sempre lo stesso. Egli è solo un pretesto, un colpo di scena, che fa volgere l'intera attenzione sull'interiorità dei protagonisti. Da quattro anni ci viene detto che i veri ostacoli sono dentro di noi e per carità, è una morale apprezzabilissima, oltre che realistica ed adulta, una evoluzione di materiale preesistente, ma stavolta esplicitato, ma ciò porta inevitabilmente a svilire leggermente la figura di cattivo.
Dory è un Pixar discreto, un po' furbetto, nel suo tendere determinate corde, con l'evidente scopo di suscitare commozione, non dico in modod disonesto, ma ben conscio delle carte che gioca. Alla fine, però, non aggiunge nulla di nuovo sul piatto.
Il Piccolo Principe gode di una realizzazione ottima della prima metà, ma andando avanti, a mio parere, va a parare su certi lidi, che me l'hanno reso indigesto, come sbavature nel bel dipinto. Comprendo che sono state scelte concettuali e che servono a veicolare una determinata idea, ma personalmente non ho gradito.
L'ultimo Hososda lo devo colpevolmente vedere (laude a Netflix, che aiuta a bypassare le solite distribuzioni limitate), così come Kubo e Anomalisa, ma non penso di recuperare a breve, prima della scadenza, nonostante il forte interesse. Degli altri potrei dire perchè li ho ignorati o perchè non li trovo meritevoli, ma mi son stancato di girare in tondo e punto quindi l'ultimo voto sulla Canzone del Mare. Amo la tecnica e la sensibilità di Tomm Moore, fin dal suo primo film e aspetto con trepidazione il prossimo, perciò vedere finalmente il suo estro e quello di tutta la Cartoon Saloon portato sul suolo italico mi ha fatto riacquisire speranza nell'umanità. Certo, poi si viene a sapere che il tutto solo per un giorno e allora fioccano le critiche aspre, ma meglio di niente. La poesia con cui Moore fonde una triste vicenda familiare con il folklore iralndese riesce a restituire una piccola fiaba che colpisce dritta al cuore. Stupenda.
