Indiana Jones e il Tempio Maledetto
Inviato: mercoledì 14 maggio 2008, 20:27
Dopo il successo de I Predatori dell'Arca Perduta, Lucas si mise subito al lavoro per dare un seguito alle avventure di Indiana Jones; gli impegni di Spielberg mettono in forse la sua partecipazione, ma Lucas ordina agli sceneggiatori di terminare il proprio lavoro in tempo record per non perdere il compagno di set, e così dopo sole sei settimane la sceneggiatura di Indiana Jones e il Tempio Maledetto è pronta.
Il secondo capitolo secondo la volontà di Lucas sarebbe dovuto essere più oscuro, come per L'Impero Colpisce Ancora, e così fu subito accantonata l'idea di avere per nemici i nazisti o qualche personaggio raffinato come Belloq; anche per la ragazza si decise dal principio di affiancare a Indy qualcuna completamente differente da Marion, ovvero una bionnda che avrebbe passato la maggior parte del tempo strillando e lamentandosi. Per evitare ulteriormente il rischio che il sequel fosse solo una copia carbone del primo film con donna e nemico differenti, Lucas rinunciò a Marcus Brody e Sallah, preferendo dare a Indiana un partner differente; inizialmente doveva essere una giovane principessa, ma in poco tempo il ersonaggio si trasformò in maschio, divenendo un piccolo monello. Dato che Indiana è il nome dal cane di Lucas, gli autori trovarono simpatico dare ai due nuovi personaggi i nomi di Willie, il cane degli sceneggiatori, e Short, il cane di Spielberg.
Memori del successo del primo capitolo di Indy, la produzione alzò il budget di questo prequel e cercò di puntare più in alto, chiedendo al governo cinese il permesso di girare anche una scena d'inseguimento in motocicletta sulla Grande Muraglia, ma tutto ciò che ottennero fu un netto rifiuto.
La produzione proseguì comunque, subendo però una brusca interruzione a causa di di un incidente alla schiena di Ford, per il quale dovette addirittura operarsi. Nonostante ciò, Harrison Ford continuò a dimostrare una tenacia invidiabile, girando tutte le scene d'azione possibili, e continuando ad avere un'abilità incredibile con la sua arma, al punto che la troupe raccontava: "Potrebbe radere George Lucas con quella frusta!"
Il film si apre con una scena di musical al club Obi-Wan: Spielberg aveva sempre desiderato dirigere un musical, ma sicuramente questa scelta sorprese gli spettatori, entrati in sala per vedere le avventure del coraggioso archeologo, memori anche dell'incipit dei Predatori. L'azione non tarda ad arrivare con una vera e propria baraonda, che rischierebbe di trasformarsi in una scazzottata à la Bud Spencer, ma che mantiene alto il livello grazie a una sapiente regia e montaggio della sequenza. Anche in questo secondo film l'incipit è in realtà la conclusione di un avventura precedente, ma qui è anche la causa che scatenerà l'avventura principale, costringendo Indy a scappare assieme a Willie e a Short.
Il film nasce "riciclando" molte sequenze originalmente ideate per il primo film e poi scartate: la sequenza a Shangai e il gong rotolante dovevano essere utilizzate per recuperare un'ipotetica "metà" dell'Amuleto dell'Asta di Ra, poi consegnato integro a Marion, mentre il lancio dall'aereo col gommone sarebbe stato il modo con cui Indy giungeva in Nepal.
Anche l'inseguimento sui carrelli da miniera era stato originalmente ideato per I Predatori dell'Arca Perduta, come fuga dai nazisti dopo la morte di Belloq; inizialmente pensato per essere qui una scena secondaria, finì per diventare la scena principale di tutto il film, per la quale esso viene ricordato.
Questo prequel, pur cercando di differenziarsi il più possibile dal primo film, mantiene però certi elementi già visti, un po' per non cambiare elementi vincenti, un po' per citare certe scene amate dagli appassionati.
Laddove nel primo film c'era la sala piena di serpenti, qui c'è il corridoio pieno di insetti.
Laddove nel primo film c'era la scazzottata con la minaccia dell'elica di aereoplano, qui c'è la scazzottata con il rullo schiacciasassi incombente.
E anche la spassosa scena con l'uomo armato di sciabola, viene qui citata, con un Indy sfortunatamente sprovvisto di pistola. Questo potrebbe essere un contrasto, dato che il film è un prequel e Indy si comporta come se avesse già vissuto quella scena, che però avverrà solo nei Predatori dell'Arca Perduta, ambientato un anno dopo; un altro anacronismo può essere considerato lo scetticismo che Indiana mostra riguardo ai poteri sovrannaturali durante la ricerca dell'Arca dell'Alleanza, poteri che però ha già dovuto affrontare nel Tempio Thug.
Il film si conclude con la scena del ponte di corda, ardua da girare perchè il costo del ponte permetteva di riprenderne il taglio una sola volta, e nulla sarebbe potuto andare storto; il complesso meccanismo funzionò alla perfezione e Indiana Jones riuscirà a liberarsi dal perfido stregone, anche con l'aiuto del deus-ex-machina capitano dell'esercito inglese, che sembra salare fuori all'improvviso, non essendo sviluppato a sufficenza prima del finale.
Al suo esordio al cinema, Indiana Jones e il Tempio Maledetto fu un grande successo di pubblico, riscuotendo addirittura un incasso superiore al Ritorno dello Jedi, uscito l'estata precedente; le opinioni però furono contrastanti, specialmente per la violenza presente nel film, che faceva scappare i bambini in lacrime dalla sala, con al seguito i genitori indignati. In realtà anche nei Predatori dell'Arca Perduta la violenza non latitava, ma evidentemente il pubblico è disposto a tollerarla di più se le vittime sono nazisti, piuttosto che poveri bambini schiavizzati; il problema principale però è nello scarso equilibrio che ha la storia, con una prima metà quasi interamente comica, e una seconda parte più cupa. La comicità è differente da quella del primo film, basata per lo più sull'ironia e gli atteggiamenti sarcastici di Indy, mentre qui le risate sono suscitate dall'entusiasmo di Short e da Willie; la ragazza si ritrova costantemente in una situazione in cui si trova a disagio (per usare un eufemismo) e passa buona parte del film a lamentarsi e a strillare, con l'effetto che la partner femminile di Indiana Jones risulta molto meno approfondita rispetto a Marion.
Anche la struttura generale funziona meno: I Predatori dell'Arca Perduta poteva essere considerato praticamente un film ad episodi, con all'interno diverse missioni, ognuna col suo climax e una successiva fase più rilassata. Qui invece le scene ricche di pathos si susseguono l'una dopo l'altra, senza che ognuna sia veramente messa in risalto; inoltre tutta la vicenda si sviluppa in un solo luogo, e non presenta la varietà di ambientazioni presenti negli altri episodi della serie.
Il Tempio Maledetto permette però di dare un minimo di spessore in più alla figura di Indiana Jones, dimostrando che non è interessato solo ai reperti archeologici e alla fama, ma è disposto a metterli in secondo piano per salvare un gruppo di ragazzini schiavizzati, rivelando un animo da vero eroe; inoltre scopriamo come in fondo Indiana Jones possa fare gioco di squadra, portando con sè Short Round, ragazzino a cui è sinceramente affezionato e che addirittura lo risveglia dal "lato oscuro".
Un film interessante, ma che osservato nell'ottica della trilogia si può considerare il più debole, staccato dagli altri capitoli per l'assenza dei comprimari di Indy più noti, con una trama e atmosfere differenti dagli altri capitoli.