Sixteen Candles, l'opera prima di John Hughes.
Il creatore del genere di "film adolescenziali", uno degli autori e registi più influenti di Hollywood (sono poche le commedie e i telefilm per teenager che non sono in debito con hughes, anche se poche sono riuscite ad eguagliarlo); lo dimostra il fatto che, quando nel 2010 la Cerimonia degli Oscar ha voluto rendere omaggio a Hughes dopo la sua morte, è stato fatta
una celebrazione solo per lui quando solitamente l'Academy prepara una carrellata di foto che ricordano in sequenza tutti i grandi nomi scomparsi nel corso dell'anno.
Dopo qualche sceneggiatura per il cinema, Hughes chiede al suo agente di cercare attrici adolescenti: tra queste c'è Molly Ringwald, ragazza che diventerà la musa di Hughes e protagonista di diversi suoi film. Appena vede Molly Ringwald lo scrittore ne rimane folgorato e nel giro di un solo week-end scrive "Un compleanno da ricordare", la sua prima pellicola da regista. Il film deve buona parte della sua riuscita proprio alla scelta di Molly Ringwald, lontana da tutti gli stereotipi utilizzate fino a quel momento al cinema: la sua capigliatura rossa la fa uscire dal dualismo bionda/mora, socialmente non rientra nè tra le reginette di bellezza nè tra le bruttine stagionate, la sua Sam è un personaggio credibile nella quale potevano -veramente- riconoscersi le adolescenti dell'epoca. E anche di oggi, più di quanto possano riconoscersi in buona parte dei personaggi odierni.
Segue questo modello anche tutto il resto del cast: Hughes ha raccontato di aver dovuto dribblare centinaia di ragazzi che si sono presentati al provino per interpretare il geek Ted con la classica interpretazione/stereotipo da occhiali scuri, calzino bianco e biro che escono dal calzino, rimanendo impressionato da Anthony Micheal Hall proprio perchè si comportava come un ragazzo normale, non accettato dalle masse ma normale. Non a caso proprio la Ringwald e Hall saranno "le due muse" di Hughes, che utilizzerà ciascuno di loro in tre dei suoi film.
Samantha "Sam" Baker si sveglia il giorno del suo sedicesimo compleanno e si rende conto che tutta la sua famiglia si è dimenticata della ricorrenza, per colpa delle imminenti nozze della sorella. Come se questo non bastasse, arrivata a scuola deve fare i conti con lo studente dell'ultimo anno Jake Ryan di cui è segretamente innamorata, ma i suoi sentimenti non resteranno a lungo un mistero; inoltre Sam dovrà continuare a respingere le sfacciate ripetute avances di Ted, ragazzo che tenta inutilmente di rimediare una ragazza così da diventare popolare a scuola.
Dei tre filoni narrativi, la storia sentimentale tra Sam e Jake Ryan è forse la più prevedibile, ma è difficile non provare simpatia e tifare per Molly Ringwald; lo stesso può dirsi per Ted, che si assume l'incarico di portare avanti le scene più comiche del film, prime tra tutte la scommessa con le mutande di Molly Ringwald ormai diventata cult.
La trama familiare invece anche se è quella che inizialmente sembrra la più interessante, alla lunga stanca e passa in secondo piano (e Hughes sembra intuirlo dato che lascia quasi in sospeso). Peccato poi per il personaggio di Long Duk Dong, asiatico arrivato in America per un programma di scambio studentesco, che sembra arrivare direttamente da un film demenziale alla Porkys/American Pie, quindi un po' fuori luogo.
Forse vedere i film di Hughes oggi può avere un impatto dieci volte minore di quello che poteva avere una visione negli anni '80, quando tutto ciò non esisteva ancora e si trattava di un tipo di film che parlava ai giovani come nessun altro aveva mai fatto prima. Oggi invece siamo circondati da prodotti simili (negli intenti, ma non nel risultato finale) dato che numerosi film e telefilm sono stati pensati cercando di ricreare la sensibilità di Hughes, oppure creati da sceneggiatori/registi cresciuti con le sue opere. Io li ho recuperati tutti nel giro di una settimana al Biografilm Festival e ne sono rimasto folgorato: il fatto che Sixteen Candles in particolare sia il primo film di Hughes lo ammanta di un'aura di "primo di un filone" che, anche se inferiore ai lavori successivi, lo rende speciali, si ha l'impressione di assistere alla nascita di un genere cinematografico.
In ruoli marginali si possono anche vedere dei giovani John e Joan Cusack, qui in una delle loro prime interpretazioni.
Il peso che il film ebbe sulla sua generazione (anche se inferiore a successivi lavori di Hughes) è palese dai numerosi omaggi che gli sono stati tributati, con interi episodi di Dawson's Creek, O.C. e One Tree Hill che citano la pellicola. Ed è in questo film che viene usata per la prima volta l'espressione "Don't Have a Cow!", che qualche anno dopo sarà usata da Bart Simpson (tradotta in italiano con "Non farti infartare!").
Nel 2005 la Ringwald annunciò di voler produrre un sequel intitolato "32 Candles"; qualche anno dopo John Hughes morì e la Ringwald si rimangiò tutto. Anche perchè non c'era più senso di farlo, l'unico scopo del sequel di Sixteen Candles poteva essere far venire un infarto a Hughes, ed essendosi tolto dalla piazza da solo...