Venezia 63: un diario informale

Film tratti da libri, film tratti da fumetti, film tratti da storie vere, film inventati di sana pianta, blockbusters, d'autore, di serie Z, caciottari, insomma... TUTTO, tranne l'animazione.
  • Wow, il Sollazzo ha il suo inviato al Festival del Cinema di Venezia!
    Molto bella questa idea del diario, che ci permette di leggere in tempo reale quello che accade? (ma hai il portatile appresso o vai in un internet point?)
    Chissà che non ci scappi qualche intervista in esclisva da parte del nostro Rebo!
  • Io solo qualche anno fa ho avuto il piacere di partecipare al Festival... esperienza abbastanza indimenticabile, tra full immersion di film e stars.
    Graditissimo il tuo resoconto, Rebo!
    A presto,
    Michele
  • Oh, se la rivedi, mi saluti Scarlett Johannson e le dici che si è scordata gli orecchini a casa mia?
  • di perla?

    grazie rebo!


    cmq puoi dire a David Lynch che su "Fantasy", canale 132 di Sky, da domenica andranno in onda tutte le puntate di Twin Peaks... magari gli fa piacere saperlo :P
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Secondo giorno, e invece di seguire il mio programma mi faccio programmare dalla Mostra. Ovvero, difficile seguire orari prestabiliti: mi lascio guidare da ciò che accade. Ieri sera, ad esempio, non ho potuto guardare quel film thailandese di cui dicevo, e temo di non poterlo "recuperare" nemmeno nei prossimi giorni.

    In compenso, oggi ho già visto Hollywoodland, intrigo ben costruito incentrato sull'insoluto mistero della morte del primo Superman televisivo: George Reeves. Film ironico, corrosivo, incalzante: uno sguardo disincantato ed intrigante dietro le quinte dello "show business". Promosso.

    Poi, Lettere dal Sahara, grande ritorno alla regia del Maestro Vittorio De Seta (presente in sala assieme alla troupe). Un film-quasi-documentario narrante le vicende di un giovane senegalese in cerca di fortuna attraverso l'Italia, tra incomprensione e disillusione. Forse poco equilibrato nel lungo finale (ricco peraltro di splendide sequenze girate in un villaggio africano), ma nel complesso un'opera decisamente degna di nota.

    E ora, alle 18, Infamous, di Douglas Mc Grath, dedicato alla figura di Truman Capote.

    Per finire, sono in trattative per incontrare Miyazaki Goro. E le cose si stanno mettendo bene.
  • Rebo ha scritto:E ora, alle 18, Infamous, di Douglas Mc Grath, dedicato alla figura di Truman Capote.
    Un altro? Mmm! Mi intriga Capote...
    Per finire, sono in trattative per incontrare Miyazaki Goro. E le cose si stanno mettendo bene.
    :sbav:
    Non sarà il padre, però...
    A presto,
    Michele
  • L'hai visto Infamous? Io ho visto il trailer su raisat e pare esaltante!
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Quarto giorno, ieri per vari motivi non sono riuscito a scrivere.

    Innanzitutto, Infamous: magnifico! Il più bel film che abbia visto finora in Mostra. Gli attori sono strepitosi, la comicità inarrestabile, il passaggio alla tragedia ben gestito e di un'intensità notevole. Ultrapromosso: peccato solo che non sia in concorso, avrebbe avuto buone probabilità di essere notato!

    Passando a ieri, la giornata è iniziata con Zwartboek, di Paul Verhoeven. La storia di una ex-cantante olandese di origini ebree, che diventa l'amante di un nazista d'alto grado per aiutare la Resistenza. Una bella prova di Verhoeven, nel complesso, anche se a mio parere qua e là ci si crogiola un po' troppo in certi eccessi di sesso & violenza. Un ritratto vivido e a tratti spiazzante degli ultimi giorni del nazismo, da entrambe le parti della barricata. Buono.

    Dopo un momento "retrò", con il sempre ottimo Ossessione di Luchino Visconti, sono passato a Quelques jours en septembre, intrigo spionistico riguardante i fatti dell'Undici Settembre. E qui si è riso. Ma tanto. Sia perché si trattava nei fatti di una commedia vagamente noir (e tutto si conclude con l'Undici Settembre, notare bene!), sia perché l'assurdo pastrocchio messo assieme dal regista Santiago Amigorena era veramente ridicolo. Meno dei film di Faenza e Battiato dell'anno scorso, ma alcune frasi sono già tormentoni. Divertente Turturro nei panni di un Killer in psicanalisi via cellulare: niente più di un dispensatore di gag, tuttavia.

    Passiamo a oggi... Un solo film, sinora: Paprika, di Kon Satoshi. Qui ci sarebbe molto da parlare, e mi riservo di farlo al mio ritorno: mi limito per ora a dire che visivamente è uno spettacolo assoluto, un delirio totale. Si parla di sogni e di una macchina per entrare dentro di essi: potete immaginare i risultati. Bello, divertente, anche sottile in certe allegorie metacinematografiche: ma non meglio di Tokyo Godfathers, tutto sommato. Direi invece che è accostabile bene alla serie TV Paranoia Agent. Lo spirito e gli esiti sono esattamente gli stessi, forse qui ancora più spinti visivamente. Fortunatamente la trama è più chiara, qui, ma non semplicistica.

    Ho anche parlato con Kon a latere della conferenza stampa, poco fa, un paio di domande. Vi dirò meglio in seguito. Niente autografo, però, causa buttafuori stakanovisti che comincio a odiare.

    Ho ricevuto conferma dell'incontro con Goro Miyazaki. Non sarà però un colloquio individuale.

    Intanto, come sollazzevoli gadget ho recuperato una spillona di Paprika che distribuivano gratis, e il programmino stampa di Tales From Earthsea.

    Probabilmente alle 17 andrò a rivedere Paprika, visto che mi hanno appena buttato fuori (più o meno) dalla proiezione del film The Hottest State di Ethan Hawke, causa esaurimento posti a sedere. Ah, stamattina ho incontrato anche lui in conferenza stampa, oltre allo specialista in horror Jaime Balaguerò. Non avendo niente da chiedere, ho ascoltato e basta.

    Poi, in seconda serata, mi aspetta finalmente Gedo Senki. Lo vedo in anteprima sull'anteprima perché domani c'è la conferenza stampa, e vorrei andar lì avendo le idee chiare.

    A domani (o dopodomani).
  • La Mostra mi ha fatto venire il raffreddore.

    A parte questo, ieri sera ho lasciato perdere Gedo Senki in anteprima (lo proiettavano decisamente troppo tardi) per vedere ad un'ora più accettabile Le Pressentiment, di Jean-Pierre Darroussin. Film ironico ed attonito, con un finale che non mi ha convinto del tutto.

    Oggi ho già assistito a The Queen di Stephen Frears, maliziosa e perfettamente controllata satira sui giorni che seguirono la morte di Lady Diana e le reazioni della famiglia reale. Un film che ho apprezzato non poco, e che si è meritato momentaneamente il giudizio di miglior opera in concorso che io abbia visto sinora. Solo che poi sono entrato a Coeurs, di Alain Resnais. E molti, compreso me, vedono questa storia corale divertente e rearefatta come uno dei migliori candidati al Leone, per ora.

    Questo pomeriggio, finalmente, Gedo Senki. Ho già raccattato gli autografi di Goro e Suzuki. Mi brucia un po' ancora per Kon, ma pazienza, in fondo non sono un koniano così convinto.

    In serata... si vedrà. Saluti!
  • Le giornate si stanno facendo intense. Anche in questo momento sono di fretta: sarò quindi telegrafico.

    3 settembre - conclusione

    Gedo Senki di Miyazaki Goro: enigmatico e bizzarramente imperfetto. Il regista ha già uno stile. Ma il risultato è molto diverso da quanto abbiamo visto nei trailer, a livello di feeling. Ne parleremo.

    4 settembre

    Yeyan - The Banquet di Feng Xiaogang: rilettura cinese dell'amleto. Prolisso, con ridondanti combattimenti acrobatici alla Matrix. Ottima fotografia, ammirevoli scenografie.

    Poi bis di Gedo Senki.

    Non prendere impegni stasera di Gianluca Maria Tavarelli: deprimente, ridicolo, vergognoso per il cinema italiano. Scult (o quasi).

    5 settembre

    Children of Men di Alfonso Cuaron: direzione artistica e regia sono letteralmente mozzafiato. E non è un modo di dire. Uno dei film di fantascienza più convincenti e credibili che abbia mai visto. Destinato ad essere ricordato.

    Dong, di Jia Zhangke. Documentario su un pittore cinese. Molti si chiedono se il titolo non sia un'onomatopea per testa e/o altre parti del corpo che cedono alla noia.

    Opera Jawa, di Garin Nugroho. Esattamente ciò che il titolo dice: un film cantato e coreografico, accompagnato dal caratteristico suono dell'orchestra gamelan. Non per tutti, ma interessante.
  • La giornata di ieri è per me terminata con La stella che non c'è di Gianni Amelio. Il film è buono, forse con un paio di debolezze narrative, ma convincente nel suo tratteggiare inferni e paesaggi della Cina attraversata da Castellitto/Vincenzo Buonavolontà.

    Oggi, levataccia per sperare di entrare alla proiezione mattutina di INLAND EMPIRE. Di David Lynch, naturalmente. Sconcerto. Il film, di quasi tre ore, è una vertigine onirica che si snoda per enigmi irrisolti. Tra una visione orrorifica e l'altra, ed ossessivi rimbombi a bassa frequenza, lo spettatore si sente quasi preso in giro dalla visionarietà allucinata che Lynch mette in scena -verrebbe da dire senza ritegno. Un film automanierista, un'involuzione creativa che sembra segnare un punto di non ritorno.

    Nel pomeriggio, Le straordinarie vite dei Maestri del Fast Food, assurdo documentario di Oshii Mamoru, già regista di film come Ghost in the Shell e Innocence. Il film fotografa attori dal vivo poi mutati dal computer in sagome bidimensionali, e narra le peripezie di fantomatici individui maestri nello scroccare pasti gratis, intercalando a ciò digressioni sulla storia giapponese dal secondo dopoguerra ad oggi. Divertente e pesante al tempo stesso, ma non ho ancora capito se è geniale o semplicemente di cattivo gusto.

    Una nota su Gedo Senki: a quel poco che ho scritto sopra, va aggiunto che Miyazaki Goro non può lontanamente competere con suo padre, e dubito fortemente che possa raccoglierne l'eredità. A livello globale il suo film è forse il peggio che sia mai stato sfornato dallo Studio Ghibli, pur con molti "anche se..."

    Paprika arriva in Italia a novembre.
    Ultima modifica di Rebo il domenica 10 settembre 2006, 19:36, modificato 1 volta in totale.
  • Rebo ha scritto: Le straordinarie vite dei Maestri del Fast Food.
    LOL!
    Neanche sapevo fosse presentato a Venezia!
    Ne vidi il trailer qualche mese fa, e me ne innamorai a prima vista...
  • Anche oggi dovrò scrivere velocemente.

    Vorrei innanzitutto ritrattare se non il contenuto, almeno il tono del mio giudizio a caldo sul film di Lynch. Ora, dopo due giorni, qualcosa nella mia mente qualcosa sta iniziando a muoversi. Rimane comunque un vertiginoso vortice manierista.

    7 settembre

    Reves de poussière, di Laurent Salgues. Uno sguardo sulla vita dei minatori del Burkina Faso, in un film che riesce a coniugare documentario e fiction nella maniera più spontanea e poetica che io abbia visto a Venezia quest'anno. Superiore al film di De Seta, indubbiamente. Semplicemente belissimo, e nell'ingenuità di questo commento c'è tutto.

    Hiena, di Grzegorz Lewandowski. Fiaba oscura che contamina cinema di genere horror e atmosfere evocanti i fratelli Grimm. La storia di un bambino, di un uomo sfigurato, e di una misteriosa iena assassina che da leggenda sembra farsi realtà... Suggestivo, manierista, spaventoso. Discutibile a tratti, ma mi è piaciuto.

    Pasolini prossimo nostro, di Giuseppe Bertolucci. Documentario basato su materiali d'archivio (interviste audio, foto e video) relativi al Salò pasoliniano. Molto interessante e di grande valore storico.

    Summer Love, di Piotr Uklanski. Ecco a voi il Gulash Western, ovvero il Western polacco! Il vertice trash di Venezia 2006. Tra soggettive di cadaveri e persone che si danno fuoco alla testa per cicatrizzare ferite, l'unica maniera per salvarsi è ridere a più non posso.

    8 settembre

    The Magic Flute, di Kenneth Branagh. Per ora una sola parola: kitsch. E mediocre. Povero Mozart.

    La Rieducazione, del collettivo Amanda Flor. Film girato con 500 euro, su un giovane di 28 anni laureato e disoccupato che viene spedito dal padre a lavorare in un cantiere edile. Si ride e si riflette: un piccolo film artigianale ma perfettamente funzionante.

    Belle toujours, di Manoel De Oliveira. Seguito ideale di Belle de Jour, è più che altro un'esposizione dei personali pensieri di De Oliveira sul film di Bunuel. Come sempre nel regista portoghese, ottime scelte musicali. Ho seguito anche la sua conferenza stampa.

    Ah, ho raccattato anche l'autografo (con silhouette disegnata di suo pugno) di Otomo Katsuhiro. Avrei voluto parlare con lui di Akira. Peccato. :asd:
  • Ultimo post in diretta da Venezia.

    Film del giorno...

    Nuovomondo, di Emanuele Crialese. Un buon film, dalla storia semplice e dall'originale realizzazione, tra visioni di mari di latte e vicissitudini di un gruppo di siciliani emigranti Secondo molti, probabile candidato al Leone.

    Mushishi, di Otomo Katsuhiro. Storia lenta e visionaria di un "maestro d'insetti" (mushi), Ginko, alla ricerca dell'origine della sua vocazione di guaritore. Idee buone, realizzazione poco più che mediocre.

    Akamas, di Panicos Chrysantou. Film cipriota narrante le vicende di Omeris, giovane pastore turco poi militante nella resistenza partigiana contro il dominio inglese sull'isola. Il film parte bene, come un'elegia semplice e sincera, per poi perdersi in una sorta di prolisso "Giulietta e Romeo" in cui al posto di Montecchi e Capuleti ci sono Musulmani e Cristiani

    Quijote, di Mimmo Paladino. Più video arte che cinema. Suggestivo.

    E ora le premiazioni, a momenti: vado a vedermele sul maxischermo del Casinò. Nuovomondo, The Queen o Bobby di Estevez (che non ho visto)?

    Quando tornerò, cercherò di approfondire i singoli film.

    Gadget della giornata: il bellissimo press kit di INLAND EMPIRE.
    Ultima modifica di Rebo il domenica 10 settembre 2006, 19:33, modificato 1 volta in totale.
  • e così ha vinto tale "Still life", cinese...

    l'italia vince solo un premio speciale per il "Nuovomondo" di Crialese, mentre raccatta due premi, uno speciale per la sceneggiatura e la coppa volpi per la migliore attrice, "The Queen"; la colpa volpi maschile va (stupore assoluto) a Ben Affleck in Hollywoodland; Alain Resnais ha vinto per la miglior regia, se non ricordo male. Anche "Children of men" di Cuaron ha vinto un premio, ma non ricordo quale... e ora che ci penso credo anche di aver confuso i premi suddetti... vabè, il nostro inviato farà un resoconto adeguato e corretto :D

    Per fare una lista dei film veneziani che spero arrivino sul mercato e che spero di andare a vedere:

    - La dalia nera
    - Hollywoodland
    - Infamous
    - Paprika
    - Gedo senki
    - The Queen
    - Children of men

    E poi gli italiani "Nuovomondo" e "La stella che non c'è", che visti i pareri discordanti, dovrò giudicare da me...
    E magari anche "Inland Empire", anche se non vedo perchè debba essere proprio questo il primo film di Lynch che devo vedere, quando preferirei iniziare dall'uomo elefante :P

    M'è sembrato che ci fosse ottimo materiale a questa mostra, soprattutto per i film un po' più occidentali/commerciali (tipo quelli nella mia lista :P)
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • Io intanto sono rincasato. Concedetemi un paio di giorni di tempo per riprendermi, perché ho un sonno arretrato inenarrabile.
    Elikrotupos ha scritto:e così ha vinto tale "Still life", cinese...
    Del regista di "Dong", documentario sul quale ho espresso sopra il mio giudizio informale... E "Still Life", purtroppo, non è meglio. Pochi lo avevano visto prima del Leone, e io stesso avevo evitato di andare alla proiezione, avendo altre priorità ed avendo udito commenti poco lusinghieri. L'annuncio del premio massimo è stato accolto dal pubblico davanti al maxischermo con sconcerto. Per verificare con i miei occhi, ho approfittato di una proiezione extra alle ore 22. Ed effettivamente, si è disteso davanti ai miei occhi un panorama di desolante mediocrità. Informalmente, mi sento di dire che si tratta di un'opera semplicemente monotona, tediosa, stanca, con trovate che a tratti definirei francamente sciocche. Durante la costruzione della cosiddetta "Diga delle Tre Gole", un quasi nullatenente affronta un lunghissimo viaggio per ritrovare la figlia che non ha mai visto. Poi, un'infermiera si mette alla ricerca del marito ingegnere che non vede da due anni. Certo, splendide riprese contemplative di paesaggi per noi lontani, tono pacato nella denuncia sociale, acume rarefatto (?). Al di là di questo, come definireste voi un film in cui un marito sparito da due anni si giustifica con sua moglie dicendo "avevo il cellulare spento"? Oppure in cui ad un tratto in cielo passa un UFO senza che nessuno commenti alcunché? O in cui una costruzione di cemento armato, in una sequenza silenziosa e statica, improvvisamente mette i retrorazzi e decolla come uno shuttle senza che -ancora una volta- nessuno mostri alcun disagio? Ora si parla di genio. Prima del Leone, il tutto appariva ridicolo. Ai posteri...
    Perché il Leone? Voci maliziose parlano di "grandi potenzialità commerciali del mercato cinematografico cinese", e dell'ombra di Roma...

    Passando comunque alla rassegna dei premi:

    LEONE D’ORO per il miglior film a:
    Sanxia Haoren (Still Life) di Jia Zhang-Ke

    E qui, ho detto.


    LEONE D’ARGENTO per la migliore regia a:
    Alain Resnais per il film Private Fears in Public Places

    Ci può stare, di sicuro.


    LEONE D’ARGENTO RIVELAZIONE a:
    Emanuele Crialese per il film Nuovomondo - Golden Door

    Quello di Crialese è un buon film, in attonito bilico tra realismo e visionarietà. Non eccezionale, ma merita attenzione. Peccato il premio "su misura": sembra sminuire il valore dell'opera.


    PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a:
    Daratt di Mahamat-Saleh Haroun

    Non l'ho visto, purtroppo, ma il risultato generalmente soddisfa.


    COPPA VOLPI per la migliore interpretazione maschile a:
    Ben Affleck
    nel film Hollywoodland di Allen Coulter

    Se si voleva dare la Coppa Volpi ad un attore di quel film, il premio doveva andare ad Adrien Brody, ad occhi chiusi. E' vero che Affleck ha fatto meglio del solito, ma con Brody non c'è paragone.


    COPPA VOLPI per la migliore interpretazione femminile a:
    Helen Mirren
    nel film The Queen di Stephen Frears

    Indiscutibile. Solo applausi per lei.


    PREMIO MARCELLO MASTROIANNI a un giovane attore o attrice emergente a:
    Isild Le Besco
    nel film L’intouchable di Benoît Jacquot

    Non ho visto il film, ma molti lo hanno giudicato pessimo.


    OSELLA per il miglior contributo tecnico a:
    Emmanuel Lubezki
    direttore della fotografia del film Children of Men di Alfonso Cuarón

    Meritatissima. Piani sequenza da vertigine orrorifica, in una curatissima luce grigia che unifica e plasma il paesaggio iperrealistico d'un prossimo futuro. E' la tecnica che vince in questo film, tecnica al servizio dell'espressività. E le gocce di sangue che ad un tratto bagnano l'obiettivo, rimanendo visibili per molti minuti consecutivi come angoscianti presagi a commento dell'azione frenetica, dicono tutto.


    OSELLA per la migliore sceneggiatura a:
    Peter Morgan
    per il film The Queen di Stephen Frears

    Anche qui, nessun dubbio. In verità, a mio parere, The Queen meritava il Leone d'oro.


    LEONE SPECIALE a:
    Jean-Marie Straub e Danièle Huillet
    per l’innovazione del linguaggio cinematografico

    Non ho visto il loro film e non capisco il premio. Da ricordare le pericolose dichiarazioni fatte in conferenza stampa sul terrorismo internazionale.

    Non ho potuto vedere nemmeno le opere premiate nelle categorie seguenti, dunque non commenterò.

    PREMIO ORIZZONTI a:
    Mabei shang de fating di Liu Jie

    PREMIO ORIZZONTI DOC a:
    When the Levees Broke: A Requiem in Four Acts di Spike Lee

    LEONE DEL FUTURO - Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” a:
    Khadak di Peter Brosens e Jessica Woodworth

    CORTO CORTISSIMO

    MENZIONE SPECIALE al film:
    Adults Only di YEO Joon Han

    PRIX UIP per il miglior cortometraggio europeo a:
    The Making of Parts di Daniel Elliott

    LEONE CORTO CORTISSIMO per il miglior cortometraggio a:
    Comment on freine dans une descente? di Alix Delaporte
    Elikrotupos ha scritto:Per fare una lista dei film veneziani che spero arrivino sul mercato e che spero di andare a vedere:

    - La dalia nera
    - Hollywoodland
    - Infamous
    - Paprika
    - Gedo senki
    - The Queen
    - Children of men

    E poi gli italiani "Nuovomondo" e "La stella che non c'è", che visti i pareri discordanti, dovrò giudicare da me...
    Sono tutti buoni film, con un picco di mediocrità in Gedo Senki. Paprika, come ho scritto sopra, arriva a novembre. Gedo Senki in primavera.
    Elikrotupos ha scritto:E magari anche "Inland Empire", anche se non vedo perchè debba essere proprio questo il primo film di Lynch che devo vedere, quando preferirei iniziare dall'uomo elefante :P
    Se come primo film di Lynch vedrai INLAND EMPIRE (tutto maiuscolo se no Lynch si arrabbia), odierai questo regista senza mezzi termini. Più che un film, è un'opera di video arte con suggestioni allusive ad una trama. Meglio iniziare da lavori meno manieristi. Stanotte ad esempio, su Rai Tre, Fuori Orario propone "Strade Perdute", che dà una buona idea dello stile di Lynch. Il film è preceduto tra l'altro da un'opera in concorso proprio a Venezia 63: "Quei loro incontri", di Straub-Huillet. Non avendolo visto, io me lo registrerò.
    Elikrotupos ha scritto:M'è sembrato che ci fosse ottimo materiale a questa mostra, soprattutto per i film un po' più occidentali/commerciali (tipo quelli nella mia lista :P)
    Forse per qualche caso ciò è vero, ma generalmente si è trattato di una delle edizioni della Mostra più stanche degli ultimi anni, dominata da noia e delirio gratuito.

    Per ora è tutto... spero che questo diario informale vi possa essere sembrato almeno un poco interessante. Avrete notato forse, qua è là, dei toni un po' troppo drastici e/o accesi, che falsano un po' il mio reale giudizio sui film. Temo che la cosa sia stata dovuta in gran parte alla fretta nello scrivere i post, al clima generale che spirava dai film selezionati e alla stanchezza incalzante. Mi riprometto di "correggere il tiro" nei commenti che probabilmente inizierò a postare in maniera più estesa nei prossimi giorni.

    Dal punto di vista dell'esperienza complessiva, e delle persone con cui ho avuto a che fare, Venezia 63 è stata invece indimenticabile.
  • Piccola appendice: era rimasto in sospeso il discorso dell'incontro con Miyazaki Goro. L'ho incontrato sì, ma i tempi ristretti mi hanno permesso di porre in tutto solo 4 domande, per lasciare spazio anche agli altri. Interessante la sua dichiarazione sul target del film: sarebbe per più che ventenni. Per il resto, purtroppo, poco di veramente nuovo rispetto a quello che già sappiamo dal suo blog. Riferirò meglio nel topic apposito.
  • Io sono scandalizzato dal premio a Ben Affleck, che come personaggio mi sta anche simpatico, ma che è impossibile che fosse il miglior interprete. E' un premio ruffiano.
    Ora leggo che probabilmente anche quello al film cinese lo è... mah.
    Ho solo visto "La stella che non c'è", che è un bel film. Probabilmente non da Palma d'Oro. E probabilmente neanche Castellitto è da Coppa Volpi, perché recita sempre a questi livelli.
    A presto,
    Michele
  • Rebo ha scritto:Paprika, come ho scritto sopra, arriva a novembre.
    ...ma Satoshi Kon sarà uno dei premiati con il Romics d'oro 2006, quindi è auspicabile un'anteprima italiana in quell'occasione.
    "Something not in the Guidebook? IMPOSSIBLE!"
    "I never thought it would be happen in OUR lifetime!"
    "... I feel faint ..."
    HDL in D 2003-081

    "Sei un mito, altro che misero kylioniano!" (Elikrotupos)
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