[N. EAD] The Legend of Zelda: A Link Between Worlds

L'abisso dell'alienazione videoludica non è mai stato così profondo.
  • E Bad Games ci ha fatto la recensione

    Pubblicando anche una lista dei voti dati dagli altri siti:
    Game Informer – 10
    God is a Geek – 10
    CVG – 10
    Joystiq – 5/5
    EGM – 10
    Digital Spy – 10
    VideoGamer – 10
    Nintendo Life – 10
    Eurogamer Italia – 10
    Gaming Nexus – 9.8
    3djuegos – 9.5
    Meristation – 9.5
    Nintendo World Report – 9.5
    IGN – 9.4
    Metro – 9
    ShackNews – 9
    GamesRadar – 9
    Gamespot – 9
    Eurogamer – 8
    Edge – 8
    Destructoid – 6.5
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  • Comparazione.


  • Trailer tronfio con i voti della critica. Si presume sia quello finale.
  • L'ho iniziato ieri.. È pazzesco. Però ho fatto una minchiata, in quanto non ero al corrente dello scrigno che il gs regalava con il preorder.
  • Dai, è un po' una beffa. Credo sia un gameplay a dir poco perfetto, dalle sensazioni tattili così piacevoli che rasentano la SESSUALITA'. Ma il fatto che sia un riciclone pesa. Tanto. Troppo. E' come se urlasse "sono minoreeeeee" da ogni poro, e mi chiedo come mai non si sia scelto di compensare con la trama.

    Affrescarsi è fantastico cmq, ma la mitologia zeldiana a due anni dall'uscita dell'Hyrule Historia ne esce ancora inspiegabilmente male.
  • Valerio ha scritto:e mi chiedo come mai non si sia scelto di compensare con la trama.
    Perchè piuttosto che piegarsi alle necessità della narrazione preferirebbero piegarsi e farsi stuprare analmente da un negro lebbroso nazista con un romantico accompagnamento musicale live di Gigi D'Alessio, che tra una strimpellata e l'altra glielo ficca pure in bocca.

    Comunque sono giunto a Lorule e per il momento tra design dei dungeon e fluidità nell'esplorazione siamo su livelli di raffinatezza elevatissimi. Il riciclo è una vergogna in sè, ma la non linearità e soprattutto l'appiattimento riescono ad attenuare un po' la sensazione di già visto, facendone un'esperienza meno scontata rispetto agli ultimi capitoli.
    Godibilissimo da giocare insomma, peccato che ogni tre per due spunti Yuga col suo BUAHAHAHAHAH e faccia cascare tutto il già traballante teatrino.
  • me lo hanno regalato per Natale e lo adoro davvero, lo stile sinceramente poteva essere un po' meno "Pongoso" ma vabbe si cerca d'essere nostalgici, la possibilità d'esplorazione è alta grazie al fatto d'affittare o comprare i propri strumenti-certo non ci sono tutti, altri si recuperano come nei più classici Zelda-. La difficoltà è buona, sono morto e imprecato tante volte, ma è una difficoltà che ti fa venir voglia di continuare la sfida, come i giochi di un tempo. Poi la cosa bella è che per fortuna il gioco non ti abbandona, ci sono più di un modo per aver un suggerimento su cosa fare e non. Ottimo Zelda per ora.
  • Zenox ha scritto:Poi la cosa bella è che per fortuna il gioco non ti abbandona, ci sono più di un modo per aver un suggerimento su cosa fare e non. Ottimo Zelda per ora.
    Ma questa è la norma per i giochi Nintendo dell'ultimo decennio. Il bello casomai è che questa volta i tutorial non ti sono infilati a forza giù per la gola e il giocatore non è dunque costretto a procedere indossando un'imbracatura di suggerimenti invasivi e inevitabili. In questo Zelda la libertà di movimento non è limitata all'ovvietà di poter decidere in che ordine archiviare i dungeon ma è data dal fatto che è permesso sperimentare e cercare di capire come risolvere le diverse situazioni senza venire imboccati.
  • Bè, me lo sono proprio goduto, e mi ha lasciato un gran bel niente, come immaginavo. A Link Between Worlds è la perfetta rappresentazione di tutto ciò che uno Zelda deve e non deve essere, il che è comunque un passo avanti rispetto a Skyward Sword, autentico how NOT to. Mi ritengo piuttosto ottimista nei confronti di ZeldU, ma quest'ultimo capitolo portatile non è che un'ottima occasione sprecata. Dai, Nintendi: credeteci di nuovo.
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    Se si escludono i sublimi remake degli Zelda per N64, questo A Link Between Worlds è il primo capitolo della serie ad essere sviluppato per Nintendo 3DS. Gli Zelda portatili hanno da sempre una tradizione controversa: titoli minori, più nella forma che nella sostanza. Capitoli come Link's Awakening, Minish Cap e i due Oracles infatti, pur girando su console di potenza inferiore, presentavano idee bizzarre, fantasiose e altamente suggestive. A partire dalla generazione DS, con i due titoli dedicati a Toon Link si è invece cercata una strada alternativa, più minimalista, e nel contempo sperimentale. Erano titoli assai meno ispirati dei predecessori, certo, ma alcune fresche idee di gameplay si potevano ancora trovare. Questo nuovo Zelda invece sembra volontariamente prendere le distanze da tutto questo, proponendo un'esperienza di gioco tanto irresisitibile, quanto minore e derivativa. Alla base di tutto c'è la volontà di riciclare il mondo di gioco di A Link to the Past, facendo perdere una bella fetta di autonomia al titolo in questione. Sembra infatti che l'idea iniziale fosse quella di realizzare un remake dello Zelda per SNES, ma strada facendo si sia invece optato per realizzare un capitolo nuovo, benché all'insegna del risparmio. Una cosa del genere all'interno della serie non era mai accaduta. Si ritorna quindi a visitare un'Hyrule già vista, anzi due, dato che anche qui è presente la possibilità di viaggiare in un mondo parallelo, Lorule, sfruttando le differenze tra le due dimensioni. Pur trattandosi di un mondo ora poligonale, la visuale rimane quella classica a volo d'uccello, e lo stesso vale per i comandi, donando un sapore retrò al tutto. Ci sono però due novità piuttosto importanti. Link infatti ha adesso la possibilità di "affrescarsi", trasformandosi in un graffito e spalmandosi quindi su pareti e superfici, abilità necessaria per trovare i varchi tra un mondo e l'altro. Si tratta di una modalità di esplorazione un po' limitata ma parecchio intrigante, visto che paradossalmente è proprio quando Link diventa bidimensionale che riusciamo ad esplorare l'ambiente intorno a lui da una visuale diversa dalla solita e decisamente più "profonda".
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    Inoltre adesso si possono affrontare i dungeon nell'ordine che si preferisce, noleggiando all'occorrenza l'oggetto di turno dal negozio al centro della mappa. Questa libertà di esplorazione è sicuramente carina e molto ben implementata. A Link Between Worlds è un gioco istintivo e sensuale, una gioia per gli occhi e le dita, capace di regalare tanto divertimento al giocatore, stimolato di continuo dalla piacevolezza tattile che i comandi di Nintendo da sempre comunicano a chi ne fa uso. Il problema è che i contenuti non ci sono. Al di là della goduria momentanea, una volta terminato il gioco rimane in mente molto poco. Questo perché purtroppo già da un po' di tempo Nintendo sembra aver messo da parte l'ispirazione e la voglia di narrare. Che non significa solo escogitare trame intricate per accompagnare i propri giochi, ma anche "raccontare" tramite immagini e sensazioni da assaporare nell'atto stesso del gioco. Perché è inutile girarci attorno: in un gioco come Zelda la trama conta abbastanza, e non si può sempre mantenersi sul vago come se curare questo aspetto fosse disdicevole e penalizzante per il gameplay. Il fatto che non ci sia collegamento o giustificazione narrativa alcuna a spiegarci il riciclo del mondo di gioco è infatti piuttosto preoccupante, come lo è il fatto che il mondo parallelo presente nell'originale (il Dark World) e questa Lorule non abbiano alcuna attinenza tra loro, quando sarebbe stato interessante porle in relazione. Lo stesso vale per la colonna sonora, persa nel riciclo di temi noti, e molto poco personalizzata, che sembra ignorare la mancanza di identità tra Lorule e Dark World, accompagnando le avventure parallele di Link con il medesimo motivetto. Insomma, la più dolce delle delusioni. Capace di lasciare molto poco, se non il ricordo di essersi divertiti un sacco, ma anche di fornire un quadro un po' preoccupante su come Nintendo abbia ormai fatto totalmente perdere l'aura di evento ai suoi due brand principali.
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