[N. EAD] The Legend of Zelda: Breath of the Wild

Con la sua nuova macchina Nintendo propone un concetto diverso di next-generation, restando fedele alla sua filosofia e ai suoi fan per ritagliarsi una nicchia pacifica in un mondo del gaming sempre più connesso e competitivo.
  • Continuano le informazioni in pillole di Anouma.
    https://youtu.be/HK-VRugET28?t=4m20s
    Sembra che il nuovo Zelda si baserà sulle fondamenta di Twilight Princess... non può che far piacere!!!
  • Immagine
    Esce in contemporanea per Wii U e NX. Quest'anno sarà giocabile all'E3.
    Ma dico neanche per l'anniversario lo fanno uscire! :cazz: E lo avevano annunciato nel 2013!!!
  • Nulla di nuovo sotto il sole insomma. Si ripete la storia di Twilight Princess... Ne varrà la pena di tutta questa attesa?

    All'E3 lo vedremo approfonditamente
  • The Legend of Zelda: Breath of the Wild

  • Quindi questo open world è open oppure no?
  • Io questa volta non mi focalizzerei sull'open world ma su un'altra cosa che mi ha comunicato il trailer.

    Poesia.

    Cioé malinconia, decadenza, diroccamento, e quando un luogo è diroccato e decadente ha spesso una storia. No, non una TRAMA, dico una storia, o questa è la sensazione.

    Poco chiaro? Ciò a cui voglio arrivare è che nei primi giochi Nintendo trama e gameplay erano fusi insieme. I tre giorni di Majora, ad esempio. Qui ti ritroverai ad esplorare luoghi che parlano, dicono, ricordano, evocano e strizzano l'occhio. La trama la GUARDI giocando. E secondo me ci siamo, il fabbisogno di trama a cui aspiro per uno Zelda c'è tutto.


  • L'inizio del gioco + gameplay, con commento di Aonuma.




    Moar gameplay!
  • Per chi se lo fosse perso

  • I korogu? E il parlato?

    Wait ma in quale timeline è ambientato?
  • Semore più maestoso, con il parlato che finalmente sottolinea epicità ed emotività delle sequenze mostrate. La mia sola preoccupazione è che l'esplorazione non sia così interessante, come non lo è stata in Xenoblade X nonostante la vastità del mondo di gioco. L'open world è un'arma a doppio taglio, ma l'impressione è che qui se la siano giocata davvero bene.

    Sarà mio al day 1 :elio:
  • Lo sto giocando da un paio di giorni in maniera piuttosto intensiva, ma i miei progressi sono molto limitati e l'impressione è di aver appena grattato la superficie. Considerazioni sparse con minispoiler:

    - il gioco è libero proprio quanto promesso, ma una direzione consigliata da seguire non manca e suggerisco di seguirla perlomeno per le prime ore, in parte perchè facilita considerevolmente le cose e in parte perchè dà accesso a funzioni e dinamiche di gioco che è bene scoprire il prima possibile
    - il primo impatto con l'open world vero e proprio è un po' desolante e dà l'idea di un mondo davvero vuoto, ma non c'è impressione più erronea. Basta fare quattro passi in una qualunque direzione per incappare in qualcosa da fare
    - ogni cosa che fai ha un senso ben preciso nell'economia di gioco, non c'è mai l'impressione di perdere tempo o di avere a che fare con attività filler o grinding
    - la ricerca dei semi di Kogoru è particolarmente simpatica perchè, oltre ad essere tutti la ricompensa per risolvere puzzle ambientali molto carini, i semi sono davvero utili per proseguire
    - le armi si rompono in continuazione, il che rende fondamentale sia affrontare i nemici per poterne ottenere altre ma anche approcciarli con cautela, perchè rimanere armati solo di buona volontà nel bel mezzo di un combattimento capita molto spesso, e scappare non è così semplice. Si tratta di uno Zelda difficile, in cui si muore con una certa frequenza
    - il sistema di controllo è scomod(in)o, l'inventario gestito un po' male e in generale c'è qualche problema tecnico, ma questi sono i soli difetti che mi sento di imputare al gioco. Per un gioco Nintendo non è cosa da poco, ma non compromette l'esperienza di gioco
    - il mondo è davvero grande ma tutto lo spazio è ben impiegato, c'è una bella varietà geografica anche all'interno delle regioni (per esempio[spoiler]la regione del villaggio Kakariko[/spoiler] comprende un'area verdeggiante, una spiaggia, un monte innevato e altro che non sto a spoilerare). Mi auguro che anche le aree che sembrano più monotematiche come Death Mountain presentino la stessa ricchezza
    - per ora ho visto solo due cittadine, so che ce ne sono altre ma se anche così non fosse mi sentirei del tutto appagato. Siamo tranquillamente ai livelli di Clock Town o dell'Isola Manna, ma per quanto mi riguarda [spoiler]il villaggio ai margini del mondo[/spoiler] supera entrambe (anche se Clock Town resta un termine di paragone per tutte le sue peculiarità)
    - a proposito, il mondo è realmente vivo. Al di là della fauna e dei nemici accampati un po' dappertutto, che si dilettano anche in attività come la caccia, ci sono npc che girovagano per il mondo seguendo la loro strada e ogni personaggio nelle città ha il suo ordine del giorno, che può variare in base al tempo atmosferico
    - questo è uno spoiler un po' più sostanzioso ma comunque si tratta di una meccanica di gioco: [spoiler]parte della storia è raccontata in flashback ed è necessario recarsi in luoghi specifici del mondo per poter rivivere i ricordi. L'idea che l'esplorazione sia guidata dal bisogno di scoprire determinati luoghi del mondo la trovo brillante e dà ancora più gusto all'avventura. Peraltro essendo il mondo così grande e complesso ci si sente davvero sperduti come Link, alla ricerca di posti sconosciuti guidato solo da vecchie fotografie[/spoiler]
  • Mi ci sono voluti sei mesi per arrivare a concluderlo, dove per concluderlo intendo una specie di mio personale 100% (niente semini, quelli in futuro, quando giocherò le espansioni).

    Che dire? Che questo Zelda è roba grossa. Che non è per forza un pregio. Anzi, è un gioco che rimane vittima della sua grandezza. In questi sei mesi ho vagato per un mondo enorme che avrebbe potuto anche essere grande la metà e non ci avremmo rimesso proprio niente. Perché in questo vagare alla fine la dispersività si è sentita, e la stessa struttura di gioco per favorire un'esplorazione "libera" e senza limiti ha dovuto scendere a patti con alcune semplificazioni e spersonalizzazioni. Fra le quali annovero una colonna sonora ambientale che sulle prime pareva affascinante e poi semplicemente insipida, pigra e il cui silenzio mi è parso assordante. Avrebbero potuto davvero renderlo più ricco, diversificando di più l'esperienza che al quattrocentesimo Korogu e al sessantesimo mini dungeon identico inizia a farsi ripetitiva. Mai sgradevole, va detto. Perché la piacevolezza del gameplay, la grandezza visiva, la cura del dettaglio suppliscono a questo "limite d'idee".

    Aggiungo - ma questo è probabilmente un limite mio - che un mondo così enorme non mi ha affatto aiutato ad "affezionarmi" ad ogni posticino, come invece poteva capitare nei titoli precedenti. Negli scorsi Zelda 3d era tutto più gestibile, ci si orientava facilmente e capitava di voler visitare più volte le aree. Tutto era meno inflazionato, ogni luogo aveva un suo valore, una sua unicità e spesso un suo personale tema musicale che aiutava a imprimerlo per bene nella mente. Personalmente io ora faccio un po' fatica a ricordare con affetto ogni singolo colle identico, avvolto nel silenzio e sulla cui cima ho trovato un semino Korogu. Se prima percepivo Hyrule come una stilizzazione artistica di un mondo reale, adesso è reale per davvero, e io nella realtà non è che esploro ogni centimetro quadrato di mondo.

    Ma al di là di queste amarognole considerazioni, nate da preferenze personali, riconosco la qualità pazzesca del titolo. Soprattutto, è uno degli Zelda migliori sotto il profilo narrativo. Una trama che non viene narrata in modo meccanico e didascalico, ma che sta nascosta nelle intercapedini e che mano a mano "si svela" con l'aumentare dei ricordi ottenuti da Link. Discreta eppure presente. Importante ma mai ingombrante. Non un inutile orpello, ma un elemento che diventa parte del gioco. Ed era dai tempi del primo Mario Galaxy che non si inventavano uno stratagemma simile.

    Oltretutto i filmati animati che narrano i ricordi sono un lavoro di livello altissimo. Riescono a narrarci "la leggenda di Zelda" in una maniera inaspettata, raccontandoci una storia di maturazione. Cosa ancora più importante, riprendono il feeling tipico dei film Ghibli, per dimostrarci che tradurre in animazione questo franchise senza perdere nemmeno un briciolo della sua estetica è possibile. Anche solo osare parlare di doppiaggio un tempo era impensabile, e non solo per limiti tecnici, ma per una questione di registro narrativo. Ora il doppiaggio c'è, le interazioni tra personaggi pure e il tutto funziona e "sa di Zelda".

    Complimenti quindi per il gameplay ma ancor più complimenti alla direzione artistica, che ha svelato che la saga in fin dei conti ha ancora il potenziale per affascinarci in modi che non ci possiamo aspettare. Quindi pur avendo riscontrato le mie belle delusioni, non me la sento di essere negativo, e per la prima volta dopo tanto tempo sento di potermi ancora pienamente fidare di Nintendo per il futuro.
  • http://www.ilsollazzo.com/articoli/rece ... -the-wild/

    ed ecco l'articolazzo più approfondito.
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