Scott Calvin, uomo d'affari impegnato nel ramo giocattoli, passa la sera della vigilia di Natale insieme al figlio Charlie, che vive con la madre e il suo nuovo compagno da quando i suoi genitori hanno divorziato.
Durante la notte, Scott sorprende Santa Claus sul tetto di casa sua, il quale cadendo a terra muore. Scott indosserà la sua tipica casacca rossa cadendo nella "santa clausola": chiunque indossa la casacca di Santa Claus diventa automaticamente il nuovo Babbo Natale!
Con questo plot molto intrigante e originale si apre uno dei miei film di Natale preferiti, che amo fin da quando sono piccolo e che ogni dicembre mi guardo con tanta emozione addosso.
Parte dell'ampre che provo per questa pellicola (del 1994, diretta da John Pasquin) è da attribuire al protagonista, interpretata magistralmente da un Tim Allen più in forma che mai. Adoravo questo attore nella sit-com della Disney che gli da dato il successo,
Quell'Uragano di Papà, e qui se la cava alla grande nei panni del padre dalla battuta pronta e sopra le righe prima e dell'Uomo in Rosso poi.
E l'ironia. Le già citate battute che il protagonista sforna a più sospinto, specie nella prima parte del film, rendono la pellicola scanzonata e fresca anche a rivederla oggigiorno.
Ma è la trama che conquista definitivamente lo spettatore. L'idea della "santa clausola" è molto sagace, e viene portata alle estreme conseguenze durante lo svolgimento del film. Per esempio, è intelligente (ma per niente comune) vedere il film partire da un Natale, snodarsi per tutto l'anno seguente e concludersi il Natale successivo. I personaggi di contorno sono ottimi, a partire da quelli più "normali" come il figlio Charlie, la moglie di Scott Laura e lo psichiatra-perfetto-da-sfottere Neil fino ai folletti, di cui non possiamo ricordare quello meglio interpretato di tutti, il capo folletto Bernard interpretato da David Krumholtz che diverrà famoso anni dopo nei panni del protagonista della serie televisiva
Numb3rs
Tutta la fase di trasformazione di Scott durante l'anno (aumento del peso, crescita della barba ecc) sono spettacolari, sia narrativamente che come effetti speciali.
Inoltre non è da sottovalutare la risposta che si dà ad alcune delle domande più classiche che si pongono i bambini quando l'età dell'innocenza inizia a svanire: come fa Babbo Natale a entrare nelle case senza camino? come fa Babbo Natale a visitare i bambini di tutto il mondo in una sola notte? come fa Babbo Natale a portare in un sacco tutti i regali? E lo con tale intelligenza, ironia e leggerezza che io ho preso quelle risposte come il canone ufficiale su Babbo Natale!
Ma penso che la cosa migliore, che si fonde con gli ottimi personaggi, lo spunto di partenza geniale e l'ironia dell'istrionico Tim Allen, sia il gran cuore del film. Il film è una commedia, ma la parte drammatica, seria e riflessiva non manca. Il dramma di un padre che perde la possibilità di vedere il figlio, il dramma di un uomo che perde credibilità di fronte a tutte le persone che gli vogliono bene, un uomo disperato e che non sa più chi è, e soprattutto la grandissima lezione sulla fede cieca e meravigliosa dei bambini. "Vedere non è credere, credere è vedere. I bambini non hanno bisogno di vedere questo posto, per sapere che esiste. Lo sanno." dice una folletta a Scott riferendosi al laboratorio di Santa Claus, ed è questa l'anima del film. Mostrare come la società pragmatica moderna abbia da secoli perso quella leggerezza che solo i bambini possiedono, la grande forza di credere anche a ciò che non si vede, anche a ciò che sembra impossibile.
Scott Calvin è riuscito, sperimentandolo sulla sua pelle, ad andare oltre la cecità adulta, scoprendo qualcosa in più su se stesso e dandoci una bella lezione.
Una splendida pellicola natalizia, che parla un linguaggio universale e che non si ferma alla semplice commediola di genere, ma offre spaccati di riflessione seria e profonda, commovendo in più punti.
"Buon Natale a tutti... e a tutti, buonanotte!" (cit.)