Prima di morire Jim Henson aveva pensato di cedere il suo impero alla Disney, riconoscendosi pienamente nei loro principi (più volte omaggiati nel corso degli anni). Lo speciale televisivo in cui i Muppet andavano a Disneyland e facevano conoscenza con un Topolino animato fu l'ultima produzione prima che il creatore morisse di polmonite. Il significato di quello show era chiaro: Henson già da tempo aveva inviato alla Disney dei filmini d'istruzione per marionettisti, in modo da poter tramandare le sue creazioni, e una fusione era quindi dietro l'angolo. Fusione che per il momento sfumò. Gli eredi di Henson infatti non vedevano di buon occhio Eisner per cui furono sempre restii a vender loro i Muppet, ma in compenso una collaborazione ci fu, e vide l'uscita di due coproduzioni cinematografiche in cui i Muppet interpretavano dei classici della letteratura, e l'acquisizione dei diritti home video dei primi due film.
Festa in Casa Muppet, diretto dal figlio di Jim, Brian Henson, rilegge in chiave Muppet il classico natalizio di Dickens, diventando una delle sue trasposizioni più riuscite e amate. E' un musical ben fatto, con un'atmosfera veramente bella, ma a cui sono state mosse critiche in parte fondate, per il suo rinunciare a quella vena di umorismo folle che era da sempre stato uno dei marchi dei Muppet. Un altro elemento che ritornerà poi nel secondo film coprodotto dalla Disney,
I Muppet nell'Isola del Tesoro è la focalizzazione su un attore guest star, ingaggiato come protagonista, anziché sui Muppet, i quali fanno da ricco contorno: in questo caso si tratta di Michael Caine nel ruolo di Ebenezer Scrooge. Caine se la cava egregiamente, come anche i tre nuovi pupazzi realizzati ad hoc per il ruolo dei tre spiriti, ma in tutto questo si sente un po' la mancanza dei Muppet come mattatori assoluti benché Kermit e Piggy nel ruolo della famiglia Cratchit, Fozzie nel ruolo di F
ozzywig e soprattutto i due vecchietti Statler e Waldorf nel ruolo di ben DUE Marley siano scelte di casting a dir poco geniali. La stessa cosa non si può dire dell'inedita accoppiata Gonzo e Rizzo, che tornerà preponderante anche nel film successivo, che nel ruolo di un Dickens narratore e della sua ridondante spalla comica, interrompono un po' troppo spesso la narrazione minando i ritmi narrativi della prima parte. La cosa però geniale di questa rilettura letteraria dell'universo Muppet è il poter adesso proporre interi set popolati come presepi da pupazzi di ogni tipo presi dai più reconditi anfratti della storia dei Muppet, e spesso e volentieri creati ad hoc, in modo da dare l'impressione allo spettatore di trovarsi in un piccolo mondo a sé, piuttosto che nelle classiche città americane e inglesi dei primi tre film.
E ovviamente anche questo è un musical. Che segue le regole dei musical, dal momento che a proporlo è una Disney da sempre esperta in questo campo. Non una delle migliori colonne sonore della storia dei Muppet, ma alcuni pezzi sono assai gustosi come
Scrooge, che introduce il protagonista, tramite il vociare di un popolino pupazzoso che a suon di battute lo irride. Simpaticissima
One More Sleep 'Til Christmas cantata da un Kermit/Cratchit impegnato a chiudere la bottega di Scrooge recandosi a casa insieme al gruppo di topini identici a Rizzo che interpretano gli altri dipendenti di Scrooge, meno esaltante specialmente in italiano
Marley and Marley, cantata da Statler e Waldorf in versione spettri fluttuanti. C'è poi lo strano caso di alcune canzoni tagliate dal film e presenti solo nella colonna sonora su cd, tra cui
When Love is Gone, cantata nel passato dalla fidanzata perduta di Scrooge e reinserita nella versione home video.
It Feels Like Christmas è una canzone corale cantata dal fantasma del natale presente, a cui segue
Bless Us All, cantato da Robin il nipotino di Kermit, qui nei panni del Piccolo Tim, e dall'intera famigliola. Chiude il film la canzone corale della redenzione di Scrooge,
Thankful Heart. Un corpus musical melodico e un po' troppo gioioso per gli standard dei Muppet che torneranno graffianti nel prossimo film ma che non si possono proprio biasimare per aver dato una versione scaldacuore di sé stessi proprio in occasione della miglior storia di Natale di sempre.