Tigrotta ha scritto:Di gran lunga il live-action Disney che attendo di più.
Uno dei film più attesi al panel live-action della D23 Expo è Saving Mr. Banks, il film di John Lee Hancock su sceneggiatura di Kelly Marcel (inizialmente presente nella Black List delle sceneggiature mai prodotte) e incentrato sulla lunga storia di come Walt Disney (Tom Hanks) convinse l'autrice P.L. Travers (Emma Thompson) a dargli i diritti di produzione cinematografici di Mary Poppins.
Durante il panel sono state mostrate tre scene del film:
Nella prima clip vediamo il primo giorno di P.L. Travers in studio a Burbank, dove incontra lo sceneggiatore del film di Mary Poppins Don DaGradi (Bradley Whitford) e il team che si occupa delle canzoni, ovvero i Fratelli Sherman (B.J. Novak, Jason Schwartzman). Inutile dire che la scrittrice si sente fuori posto, tanto che la prima osservazione che fa è che i suoi libri non sono fatti per essere musicati. Si rifiuta poi acidamente di partecipare a un tour degli studios: "A nessuno piacciono gli esibizionisti". Il gruppettino si aggira per gli studios su una golf car, e si inizia a notare che l'intero team che lavora al film è intimorito dall'autrice. Walt Disney (Hanks) la accoglie amichevolmente nel suo ufficio, ordinando una tazza di te e spiegandole di aver fatto una promessa alle sue figlie: adatterà Mary Poppins in un film. L'autrice sembra irremovibile: "non è in vendita," risponde con fermezza, sottolineando poi che non vuole più sentirla chiamare solo "Mary", perché si chiama "Mary Poppins". Mano a mano, evidenzia tutti i problemi che ha riscontrato in questo suo piccolo giro del set: è fermamente contraria all'inserire tutte quelle musiche nel film. "Mary Poppins non canta, non è una signora frivola. Non servono a nulla quelle canzoni, rovinerebbero tutto. La trasformerebbero in uno dei suoi sciocchi cartoni animati". Disney si siede cercando di mantenere la calma, e le risponde lentamente: "Non la rovinerei mai. Adoro Mary Poppins, Pam, e tu devi condividerla con me."
Nella seconda scena assistiamo a un altro incontro tra i due. Paul Giamatti è l'autista della Travers, e la accompagna a Disneyland: "Wow, è proprio lui," esclama quando vede Disney all'ingresso, ma la Travers non sembra particolarmente esaltata. "Benvenuta a Magic Kingdom," la accoglie Disney. La Travers reagisce piuttosto male: "Ma è tutto così?", chiede. "Beh, sì." risponde Disney. "Ottiene sempre ciò che vuole?" chiede ancora lei. "Praticamente sì. Tranne i diritti cinematografici di Mary Poppins," ribatte lui, e la convince a fare un giro su una giostra, "poi giuro che la lascio libera". E' sulla giostra che la Travers inizia a lasciarsi un po' andare, rivelando a Disney che i Poppins sono come una famiglia, per lei. In compenso, lui ammette di aver fatto una scommessa con un ragazzino e che ora che lei è salita su una giostra lui ha vinto venti dollari. La donna non reagisce bene.
Nell'ultima clip, vediamo la Travers al lavoro con i fratelli Sherman sulle musiche: mentre legge la sceneggiatura, la critica per una serie di piccole inesattezze che a lei sembrano vitali. "non lo noterà nessuno," le rispondono. "Io sì!" ribatte lei, criticando anche il casting di Dick Van Dyke. A quel punto i fratelli le suonano una canzone, senza colpirla particolarmente: "quella parola non esiste," critica lei. "Ce la siamo inventata," rispondono i due. A quel punto la sostituiscono con "supercalifragilistichespiralidoso".
...a quel punto la scena è diventata realtà, e Novak e Schwartzman hanno iniziato a suonare al piano e cantare "Let's Go Fly a Kite". A loro si è unito il leggendario Richard Sherman, concludendo il panel.
Si chiude con un sapore agrodolce questo London Film Festival, grazie aduna storia a metà tra dramma biografico e commedia. E dire che Saving Mr. Banks, diretto da John Lee Hancock, non sembrava particolarmente diverso da altre commedie in live-action targate Disney: humour per tutta la famiglia, buoni sentimenti e qualche interludio musicale. Il tutto, magari, arricchito dalla componente didascalica, dato che il film segue la difficile contrattazione tra Pamela Lyndon Travers, riottosa e introversa autrice di Mary Poppins, e l'esuberante Walt Disney, determinato a tutti i costi a trarre dal libro della scrittrice australiana un ennesimo successo per la sua carriera.
E invece no. Saving Mr. Banks segue pedissequamente le tappe della commedia per famiglie, questo sì, ma arricchisce il tutto con una componente malinconica che fa fare alla pellicola il definitivo salto di qualità, accostandolo ai migliori biopic cinematografici: avvicina il pubblico alla protagonista, avvalendosi di prove attoriali da brivido, in grado di imporre la sospensione dell'incredulità anche al più cinico cuore di pietra. Emma Thompson ha indubbiamente regalato a Hancock la performance migliore della sua maturità; e parliamo di una fuoriclasse, attrice a tutto tondo che ha sempre nobilitato con il suo talento anche pellicole non propriamente memorabili.
A questa Thompson gigantesca nella sua granitica fragilità fanno cornice altre ottime interpretazioni, dal simpatico-a-tutti-i-costi Disney di Hanks, sapientemente profumato d'ironia, a Paul Giamatti nel ruolo del mite e affettuoso autista Ralph, incaricato di accompagnare la Travers durante il suo soggiorno americano. Nota di merito anche a Colin Farrell e Ruth Wilson, genitori della Travers in flashback che si alternano alla linea narrativa principale. Entrambi impegnati in ruoli sfaccettati, che evolvono in modo imprevedibile, costituendo gli elementi di rottura dell'atmosfera lieve e brillante che avvolge l'intero film.
Insomma, se avete la lacrima facile, preparatevi: Saving Mr. Banks è quasi scientifico nel suo far vibrare le corde più tenere e commosse dell'animo umano, e dietro la facciata ingannevole della commedia per famiglie nasconde ben altro. La sua drammaticità è immediata e "popolare", da Libro Cuore, ma non per questo inferiore a quella degli pseudo-raffinati drammi intellettuali di un certo cinema indipendente. Usa, questo è innegabile, tutti i topos classici del cinema sentimentale, ma lo fa in maniera impeccabile e il risultato è una perfetta bomba a orologeria che trova nel finale la sua deflagrazione più emozionante e sincera. Non vergogniamoci di piangere, non stavolta.
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